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_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti
OMEOSTASI
(dal concetto di Milieu Intérieur di Bernard)
Insieme di meccanismi messi in atto dall'organismo per mantenere in equilibrio le funzioni
espletate da cellule (3 Virchow)
organi (1 Morgagni)
tessuti (2 Bichat)
apparati
es.:
equilibrio acido/base
equilibrio idro/salino
TC
PA
MANIFESTAZIONI PATOLOGICHE
1. FENOMENO MORBOSO
deviazione più semplice dalla norma di un solo parametro (carattere morfologico,
biochimico, funzionale..)
a volte possono avvenire anche senza provocare sintomi
es.: abrasione, pallore/arrossamento cute
2. PROCESSO MORBOSO
associazione di più fenomeni morbosi
es.: infiammazione
febbre --> ipertermia + oliguria + tachicardia..
3. STATO MORBOSO
manifestazione patologica stazionaria, localizzata e ben definita
è stabile = non evolve verso niente
rende l'organismo più suscettibile alla comparsa di altre manifestazioni patologiche
es.: dita sovrannumerarie, agenesia organo, miopia (caratteri morfologici)
daltonismo (caratteri biochimici e funzionali)
cicatrici (esiti di processi morbosi)
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4. MALATTIA
Condizione dinamica, evolutiva
Si manifesta con l'alterazione anatomo/funzionale di uno o più organi --> alterazione
omeostasi --> stato di reattività dell'intero organismo
Provoca sintomi e segni --> diagnosi, prognosi (previsione durata), terapia
CLASSIFICAZIONE
- ereditare/congenite
- infiammatorie
- neoplastiche
- degenerative
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
- funzionale, topografico, anatomico, epidemiologico
- eziologico -----------------------> cause: endogene/esogene
- patogenetico determinanti (provocano da sole malattia)
coadiuvanti (aiutano l'instaurarsi della malattia)
RISERVA FUNZIONALE
differenza tra il lavoro che viene richiesto dall'organismo e il lavoro massimo che l'organo può
compiere.
RF = Lorganismo – Lmax.organo
SCOMPENSO COMPENSO
riduzione della RF ho la patologia, ma
l'organo non riesce a rispondere l'organo riesce a rispondere
alla RF dell'organismo alla RF dell'organismo
spesso
evolve
in
INSUFFICIENZA
l'organo non riesce più a compiere
la sua funzione
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IMMUNOLOGIA
EMOPOIESI
Processo che porta alla formazione di cellule del sangue da precursori cellulari (cell. staminali)
nel midollo osseo.
Le cellule del sangue possono differenziarsi secondo 3 linee:
– Linea eritroide ---> GR
– Linea mieloide ---> granulociti e piastrine DIFESA
– Linea linfoide ---> linfociti ORGANISMO
SISTEMA IMMUNITARIO
Funzioni:
– Primaria ---> difesa dell'organismo dagli agenti infettivi
– Secondaria ---> eliminazione di microrganismi e sotanze estranee + riparazione danni
Il sistema immunitario è in grado di mettere in atto una RISPOSTA IMMUNITARIA, che può
risultare ---> efficace (immunità verso microrganismi, vaccini, trapianti ??)
---> inefficace (il s.immu non si attiva: immunodeficienze)
---> dannosa (malattie autoimmuni, risposte allergiche, ipersensibilità)
Alla risposta immunitaria prendono parte anche ------> MASTOCITI
linea mieloide
in posizione perivascolare nel t.conn.
Prendono parte alla risp. Infiammatoria,
perchè contengono molta istamina, un
vasodiltatore.
------> CELL. DENDRITICHE
linea mieloide
hanno molte diramazioni
in derma, in cell. del t. di rivestimento
APC --> ai linfociti B e T!
------> CELL. NK
linea linfoide
distruggono gli agenti patogeni
coinvolti in processi di difesa per infezioni
da virus e trasformazioni neoplastiche
LINEE DI DIFESA
1. Difese esterne
prima barriera verso agenti estranei (in corrispondenza delle porte di accesso ai micror.)
barriere meccaniche, fisiologiche, chimiche --> cute, saliva, muco..
2. Immunità naturale innata o aspecifica
elementi cellulari o sostanze da loro prodotte
es.: complemento, NK, proteina C reattiva (PCR)
3. Immunità acquisita o adattiva
es.: linfo B-T, anticorpi
---> intervengono contemporaneamente e sono influenzate le une dalle altre
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DIFESE ESTERNE
scopo: bloccare/eliminare microrg.in corrispondenza di vie d'accesso all'organismo = contagio
non seguito da infezione
– barriere meccanico-chimiche strutture ghiandolari
secernono sostanze che abassano il pH
es.: lisozima (danneggia parete
- struttura batterica dei microbi gram+
epitelio/mucosa (cell.epit.cute) microbi commensali (barr.microbiol.)
- cheratina es.: flora intestinale
ep.fatto da cell.in continuo gh.sebacee : sebo, abbassa il pH
rinnovamento = desquamazione
– mucose
gh.mucipare caliciformi --> formazione di muco che riveste le vie respiratorie
cilia --> cellule ciliate
– linfociti intraepiteliali
connessione tra I e III linea di difesa --> appartengono alla terza, ma si trovano a livello
delle porte di entrata dell'epitelio
Approfondimenti
FAGOCITOSI (fattori cell.)
macrofagi, cell.dendritiche, neutrofili --> fagociti professionali: lo fanno di mestiere
hanno granuli nel citosol ---> Granuli primari: lisozima, proteasi, idrolasi, proteine battericide
(sopratt.neutrofili e Granuli secondari: lisozima, collagenasi, lattoferrina
monociti) Granuli terziari: gelatinasi
contengono sostanze tossiche/enzimi : lisozima, proteasi, lipasi, DNAsi
LISI CELLULARE (fattori cell.)
cell.NK
riconoscimento e distruzione di cell.infettate da virus
stimola l'apoptosi (esplosione da liquidi)
presenza di granuli (lisosomi) citoplasmatici --> apoptosi cell.target
CITOCHINE (fattori cell.)
proteine messaggere, segnale – vengono secrete in risposta a uno stimolo
prodotte da macrofagi, rilasciate all'esterno --> effetto AUTOCRINO (su cell.che la ha secreta)
PARACRINO (su cell.vicine)
ENDOCRINO
Funzioni:
- collegamento tra immunità innata e acquisita
- attivano/inibiscono le cell.immu nel sangue, le richiamano, stimolo alla migrazione
(chemochine).
- Stimolano la proliferazione/differenziamento di cellule ematiche nel midollo osseo
es.: interleuchine (IL-1, IL-12..)
CHEMOCHINE --> molecole prodotte attivamente dalle cell.dell'ospite, sostanze rilasciate
da cell.morenti, prodotti di origine microbica
stimolano la migrazione delle cell.da un sito a un altro --> chemotassi
segue il gradiente
+ avvicinamento a sostanza attraente (utile)
- allontanamento da sostanza repellente (nociva)
es.: migrazione leucociti e macrofagi verso zone con infezioni o zone infiammate
interferoni (inf.virali) IFN tipo 1 e 2
TNF-alfa
PROTEINE DEL COMPLEMENTO (fattori umorali)
sistema multifattoriale costituito da 20 proteine plasmatiche --> meccanismo di difesa
aspecifico
si trovano in forma inattiva nel sangue e nei liquidi biologici interni, si attivano quando
incontrano materiale estraneo (recettori solubili) con un meccanismo a cascata
attivazione : consequenziale --> un elemento ne attiva un altro della cascata e così via
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LINFOCITI
cellule mononucleate che si formano nel midollo osseo da precursori (cell.staminali pluripotenti
emopoietiche)
si formano nel midollo osseo (organo linfoide primario), passano maturi/immaturi nel sangue
(se immaturi, raggiungono il timo, sempre organo primario, dove maturano). Passando nel
sangue (ricircolazione linfocitaria), possono passare nel liquido interstiziale --> drenaggio con la
linfa verso organi linfatici secondari come milza, tonsille, linfonodi
LINFOCITI B
riconoscimento diretto antigene specifico, viene attivato solo il clone che esprime il recettore
specifico per l'antigene
si formano e maturano nel midollo osseo (Bone marrow), poi escono in sangue e vanno negli
organi linfoidi secondari (dove di solito incontrano gli antigeni)
differenziamento in:
– linfociti B secernenti anticorpi (plasmacellule) = risposta primaria
– linfociti B della memoria, permangono per molto tempo nel corpo, attivazione
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LINFOCITI T
maturano e si differenziano nel timo ---> linfociti T helper CD4+ = regolano le risposte immuni
specifiche con citochine da
essi prodotte
---> linfociti T citotossici CD8+ = regolano la risposta immu
cellulo-mediata con azione
tossica su bersagli cell.con
cui interagiscono
nel timo, i linfociti T acquisiscono il loro recettore per l'antigene TCR, che ha la tolleranza al self
e la restrizione da MHC, è quindi capace di riconoscere solo antigeni proteici esposti da cellule
in associazione con molecole MHC del complesso maggiore di istocompatibilità (presentazione
dell'antigene)
MHC
proteina del complesso maggiore di istocompatibilità
perchè avvenga il riconoscimento da parte dei linfociti T, gli antigeni proteici devono essere
dapprima fagocitati e digeriti da alcune cellule che poi espongono i frammenti peptidici
funzionanti da epitopi sulla loro superficie in associazione a molecole del MHC
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Linfociti Th CD4+
proliferano e si differenziano in cellule della memoria/ cell.effettrici (agiscono subito)
producono molte citochine, che potenziano la risposta immunitaria e:
potenziano l'azione dei macrofagi (diventano in grado di uccidere i batteri da loro inglobati)
stimolano i linfociti B a produrre anticorpi
stimolano i CD8+ a uccidere la cellula bersaglio
si differenziano in Th1 --> difesa contro i microrganismi intracellulari
fagocitosi, produzione di anticorpi, infiammazione
Th2 --> difesa da parassiti (elminti), sono alla base delle risposte allergiche
reazioni allergiche
stimoli diversi sui linfociti B che producono diverse classi di anticorpi
(switch isotopico)
Linfociti Tc CD8+
uccisione cell.bersaglio infettate da virus
riconoscono una cellula infetta e la mandano in apoptosi
Attivazione Linfocitaria:
consegue alla stimolazione dell'antigene, alla stimolazione delle citochine principalmente
secrete dai Th, stimola la proliferazione e il differenziamento dei linfociti B e T
1. Linfocita si ingrandisce e si moltiplica formando un clone di linfociti con lo stesso
recettore per un determinato epitopo (=linfoblasto)
2. Espansione clonale --> diventano numerosissimi
3. Linfo B attivato --> linfoblasto --> plasmacellula (sintesi e secerne anticorpi specifici)
linfocita della memoria (risposta secondaria)
linfo B abbandona il linfonodo dove è avvenuta l'interazione con l'antigene --> sangue
--> centri germinativi (altri linfonodi)/midollo osseo
4. Linfo T attivato --> linfoblasto --> cell.effettrici, capaci di partecipare specificatamente
alla difesa antimicrobica + cell. della memoria con vita più lunga dei linfo B
Linfo T CD4+ producono citochine che facilitano la funzione dei linfo B e T, passano dai
linfonodi (dove hanno contatto con antigene presentato in associazione a molecole
MHC-II dalle APC) al sangue, da qui raggiungono i siti sede delle reazioni infiammatorie,
sono stati richiamati qui dalle chemochine
Linfo T CD8+ sono le cellule effettrici, determinano la citotossicità a carico di cell. che
espongono antigeni proteici in associazione a molecole MHC-I, che sono molto attive in
infezioni determinate da microrganismi intracellulari
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CELLULE DENDRITICHE
collegano l'immunità innata con quella adattiva
sono presenti nei tessuti linfoidi come la milza e nei linfonodi e in tutti quei tessuti che vengono
a contatto con l'ambiente esterno a livello delle vie d'ingresso degli antigeni (cute, mucose,
parenchima)
hanno forma stellata con protrusioni di membrana
funzione: catturare gli antigeni e le molecole riconosciute come estranee/pericolose
dopo l'interazione con l'antigene, lo espongono sulla loro superficie --> linfonodi --> attivano
risp. immu.
Immunità INNATA --> stimola l'immunità SPECIFICA --> potenzia l'immunità INNATA
umorale cellulo-mediata
cooperano
IMMUNODEFICIENZE
condizioni patologiche che provocano particolare sucettibilità a subire infezioni e sviluppare
malattie autoimmuni/neoplasie
ampio gruppo di patologie caratterizzate da deficit della risposta immunitaria
alterazioni durante la maturazione e la differenziazione dei linfociti/di organi linfoidi
portano a infezioni microbiche, virali, malattie autoimmuni e tumori
cause:
– PRIMITIVE (congenite)
difetto genetico dell'immunità innata o acquisita, hanno un substrato ereditario che
consiste in alterazioni strutturali (mutazioni) di uno o più geni che codificano per una o
più molecole attive nella risposta immune
interessano sia fattori dell'immunità naturale che acquisita
es.: Deficienza C3 --> aumento della sensibilità a batteri patogeni
mutazioni del complemento
Malattia granulomatosa cronica --> mutazioni di cellule per la fagocitosi, che
fagocitano, ma non riescono a eliminare
ereditaria
– SECONDARIE (acquisite)
si manifestano nella vita postnatale in soggetti precedentemente normali in
conseguenza di altre patologie o dipendenti da una causa estrinseca come:
Malnutrizione, carenze alimentari, ipovitaminosi
Infezioni virali (es. HIV)
Terapie immunosopressive
Esposizione a radiazioni ionizzanti
Tumori ad es. del sistema emolinfopoietico (leucemie e linfomi)
Stress ripetuti
Gravi traumi o estese ustioni
Invecchiamento (deterioramento del s.immu --> ridotta resistenza a infezioni)
es.: Agammaglobulinemia infantile di Bruton --> deficienza dei linfociti B, incapacità di
sintesi di Ig di una o più classi
soluzione: sieroprofilassi
Aplasia del timo (sindrome di Di George) --> deficienza dei linfociti T
soluzione: trapianto del timo
Immunodeficienza grave combinata SCID --> deficienza delle cellule staminali
soluzione: trapianto di midollo osseo
Sindrome di immunodeficienza acquisita AIDS
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REAZIONI IMMUNOPATOGENE
Sono reazioni dell'organismo che avvengono quando una reazione immune, invece che essere
di utilità per l'organismo, inesca meccanismi di vario tipo che provocano la comparsa di
manifestazioni patologiche.
Per far sì che si verifichi una reazione immunopatogena, l'organismo deve venire a contatto con
il patogeno almeno due volte:
– I contatto : SENSIBILIZZAZIONE, innesco della risposta immunitaria
– II contatto : SCATENAMENTO, antigene interagisce con gli anticorpi o con i fagociti
Possono essere anche chiamate reazioni di ipersensibilità e definite come immediate, se la
reazione compare a breve distanza di tempo dallo scatenamento, oppure come ritardate, se la
stessa appare a distanza di ore o addirittura giorni.
I TIPO : ANAFILATTICHE/ALLERGICHE
Sono indotte da antigeni che stimolano la produzione di IgE.
(sono impotanti anche gli eosinofili --> sintesi e secrezione dei mediatori chimici, vengono
richiamati dalle citochine rilasciate da basofili e mastociti)
Consistono in reazioni anomale dell'organismo verso molecole che normalmente non
producono nessun tipo di risposta.
Atopia -->"fuori posto" (sinonimo di allergia, "reattività diversa"), maniestazioni di ipersensibilità
che insorgono in alcuni soggetti dopo il contatto con sostanze con potere antigene che
normalmente non inducono unamanifestazione patologica. Questi individui hanno generalmente
una [IgE ematica] più elevata del normale. Le reazioni allergiche sono provocate da fattori esogeni
in soggetti congenitamente predisposti.
Cause: alimenti, origine vegetale/animale, iatrogene, microbiche
Vie di penetrazione: transcutanee, per inalazione, per ingestione
Manifestazioni cliniche: cute --> orticaria, eczema
mucose --> congiuntivite
app.resp.--> asma bronchiale
shock anafilattico --> crollo della pressione per mediatori che inducono
vasodilatazione
REAZIONE ANAFILATTICA:
1. Sensibilizzazione
L'allergene penetra all'interno dell'organismo, che reagisce formando anticorpi specifici
(IgE) che passano nel sangue; una parte di essi si fissa, attraverso il proprio frammento
Fc, sugli specifici recettori per tale frammento esposti dulla superficie dei basofili
ematici e dei mastociti tissutali.
No sintomatologia (prima esposizione)
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2. Scatenamento
In seguito a successiva penetrazione nell'organismo dell'allergene, questo interagisce
con i frammenti Fab delle IgE esposti sulla superficie dei basofili/mastociti innescando la
loro degranulazione esplosiva. Questo fa sì che essi liberino mediatori chimici
responsabili della comparsa di sintomatologia. Essa interessa organi ricchi di
basofili/mastociti ed è caratterizzata da vasodilatazione e iperemia, aumento della
secrezione di muco, costrizione della muscolatura bronchiale e a volte si arriva al
collasso cardiocircolatorio (shock anafilattico)
II TIPO : CITOTOSSICHE/CITOLITICHE
Sono dette così perchè la conseguente attivazione del complemento induce, tramite la
formazione del complesso di attacco, la lisi delle cellule bersaglio perchè gli anticorpi e C3b
opsonizzando le cellule target facilitano la fagocitosi.
Colpiscono prevalentemente cellule ematiche (GR-GB-piastrine) ed endoteliociti, che sono le
cellule a più diretto contatto con gli anticorpi nel plasma.
Anticorpi circolanti specifici (auto, alloanticorpi o anticorpi diretti verso antigeni estranei)
interagiscono con antigeni/apteni complessati con molecole della membrana cellulare, espressi
quindi sulla loro superficie, tramite i loro frammenti Fab ed esponendo alla periferia i frammenti
Fc --> si forma il complesso di attacco --> induce LISI della membrana cellulare e FAGOCITOSI
con fuoriuscita di costituenti cellulari.
5. TRAPIANTO
= trasferimento di cellule, tessuti, organi da donatore a ricevente
il sistema immunitario riconosce l'organo trapiantato in due modi:
1. CD4+ e CD8+ (linfociti
riconoscono le MHC dell'organo trapiantato
2. Presentazione indiretta
parte di cell.
--> autotrapianto, isotrapianto (gemelli omozigoti), allotrapianto (tra individui
geneticamente diversi), xenotrapianto
Rigetto
riconoscimento delle proteine MHC e dei peptidi del donatore da parte dei linfociti del
ricevente --> attecchimento/rigetto:
- Acuto (necrosi)
l'organo viene recepito come estraneo, il corpo produce linfociti e anticorpi che
attaccano le cellule dell'organo trapiantato
- Iperacuto (ischemia)
Ab già presenti e in circolo aggrediscono vasi dell'organo trapiantato occludendolo
- Cronico (fibrosi)
entrano in gioco CD4+ --> citochine, macrofagi e fibroblasti (fibrosi)
reazione da ipersensibilità ritardata o cellulo-mediata (IV tipo)
AUTOIMMUNITA'
e' uno stato patologico nel quale viene persa la tolleranza verso il self e in cui alcune cellule
rispondono verso costituenti stessi dell'organismo. Questo grazie al sistema immunitario che
riconosce antigeni propri e innesca una reazione mediata dai linfociti B e T producendo
autoanticorpi che danneggiano un tessuto o un organo.
Come?
Normalmente i linfociti T, una volta arrivati immaturi nel timo ed esprimendo quindi entrambi i
due marcatori CD4+ e CD8+, si differenziano tramite:
1. selezione positiva --> solo quelli che riconoscono molecole di MHC con antigene
2. differenziazione dei linfociti T rimasti in CD4+ e CD8+
3. selezione negativa --> sopravvivono solo i linfociti T che non riconoscono gli antigeni
dell'ospite
Se in questo processo qualcosa va storto, ho la malattia autoimmune, che può essere:
– ORGANO-SPECIFICA
es.: tiroidite di Hashimoto
autoanticorpi contro antigeni di un solo organo
– SISTEMICA
es.: LES, artrite reumatoide
anticorpi contro autoantigeni ubiquitari
E' causata da:
Fattori genetici (particolari varianti di molecole MHC)
Fattori acquisiti (no legami a fattori genetici/forme sporadiche/predisposizione genetica -->
mimetismo molecolare = molecole patogene che assomigliano a molecole del'ospite, il corpo
produce quindi anticorpi per entrambe
es.: Morbo di Graves (contrario di tiroidite di Hashimoto) --> iperproduzione di ormoni tiroidei
--> ipertiroidismo
LES (Lupus Erimatoso Sistemico) --> formazione di IC --> nefrite, artrite..
Artrite reumatoide --> distruzione di cartilagine articolare e flogosi della sinoviale indotta
dalle risposte immuni --> flogosi di numerose articolazioni,
soprattutto le interfalangee
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EZIOLOGIA GENERALE
CAUSE delle malattie, si dividono in:
– Estrinseche o esogene, provengono dall'esterno dell'organismo
– Intrinseche o endogene, sono già dentro l'organismo
Radiosensibilità
1. cell. emopoietiche del mid.osseo
2. cell.embrionali
3. epitelio germinativo
4. cell.epiteliali di intestino e polmone
5. cell.TC
6. cell SN
7. cell.muscolari
2) CAUSE CHIMICHE
- RADICALI LIBERI : e specie reattive all'O2, sono atomi con un elettrone spaiato
sull'orbitale più esterno, che sono dunque instabili e reattivi, tendono ad avviare
reazioni a catena. Sono uno dei meccanismi di danno cellulare più importanti.
O2- = specie reattiva dell'O2
le sorgenti dei radicali liberi possono essere esogene --> fumo, inquinamento (radiolisi di
H2O), radiazioni ionizzanti, oppure endogene --> redox, metabolismo ossidativo
mitocondriale, metabolismo enzimatico di sostanze chimiche esogene e farmaci
Azione sulle molecole biologiche:
acidi nucleici = rottura catene nucleotidiche --> mutazioni DNA
proteine = denaturazione
lipidi = rottura membrane
Specie reattive all'O2 = ROS
sono i radicali liberi a maggior diffusione
vengono prodotti a partire da infiammazioni per sbarazzarsi
di org.patogeni
hanno un ruolo in infiammazione (artrite), alcolismo e cirrosi
epatica
es.: O2- : anione superossido, ha un raggio d'azione limitato
danni a lipidi di membrana e DNA
.OH : radicale ossidrilico, il più reattivo, è prodotto dai
leucociti dall' H2O2 per distruggere i patogeni, MA se
in eccesso, provoca danni a membr.plasm., proteine,
acidi nucleici
- ALTERAZIONI NUTRIZIONALI :
Carenza di Tiamina = il Beri-beri : confusione, deficit attenzione, atassia, apatia, coma,
alterazioni motorie e sensoriali
Carenza di Niacina = Pellagra : cefalea, perdita memoria, insonnia, aggressività, disturbi
psichici, demenza
Sindrome Carenziale Complessa : insufficiente crescita, apatia, irritabilità, anemia,
atrofia muscolare
4) BIOTRASFORMAZIONI
difesa contro veleni (vomito, diarrea, emorragia, sist.tampone, anticorpi..) =
detossificazione --> sintesi protettive, prodotta dal fegato, modifica gruppi chimici di
varie sostanze per renderli idrosolubili e quindi eliminabili
possono essere anche protettive o letali, provocando la trasformazione in metaboliti più
tossici
es. di malattie:
MALATTIE MONOGENICHE e POLIGENICHE
--> trasmissione e malattia diendono da fattori ereditari (malattia del gene singolo, schizofrenia,
diabete mellito, epilessia) oppure ambientali (malattie infettive acute, TBC, cancro)
1. X-linked --> diaginiche
emofilia (riduzione della capacità coagulativa del sangue) = facili emorragie
distrofia di Duchenne (insuff.contrattile muscolatura striata)
favismo
emofilia
2. da mutazioni attivanti --> dominanti --> eccessiva/alterata produzione/funzione
Gaing of Function
L’alterazione genica puo portare alla formazione di una proteina alterata o a una
riduzione nella quantita del prodotto genico:
Malattie da gene singolo, come
A) Fenilchetonuria
malattia metabolica ereditaria recessiva di mutazione enzimatica
causa: alterazioni geniche che provocano carenza di fenilalanina (idrossilasi), la quale
non viene trasformata in tirosina e si accumula nei tessuti
nell'albinismo, assenza dell'enzima che trasforma la tirosina in un precursore della
melanina
Fenilalanina -----X-----> Tirosina => acido fenil-piruvico = ritardo, cresita ridotta, morte per
riduzione di adrenalina e melanina
Tirosina ----X----> Melanina
Emoglobina
Proteina di trasporto
4 subunità proteiche globulari, ognuna contiene 1 molecola di eme (4 eme) e 1 anello
porfirinico che circonda 1 ione di Ferro (4Fe2+), che si lega in maniera reversibile all'O2.
Conseguenze:
- trombosi dei piccoli vasi --> danno ischemico (milza, ossa, polmoni..)
- occlusioni micro-vascolari
- aumento dell'adesività di membrana
- emolisi milza
- fragilità ed emivita GR ridotta a 15gg, cambiamento morfologico dei GR
Complicanze:
Polmoni --> infarto, sindrome toracica acuta
Encefalo --> infarto cerebrale
Occhi --> cecità da occlusione dei piccoli vasi e retinopatia ischemica
C) Talassemia
legata alle proteine di trasporto, è una malattia ereditaria del sangue--> anemia -->
riduzione quantità di Hb
grande varietà di sindromi cliniche --> può essere sintomatica o meno, richiedere o meno
trasfusioni regolari, letale in utero o meno..
B) Malformazioni Congenite
cause: genetiche (ereditarie), citogenetiche (non ereditarie), estrinseche (chimiche,
fisiche, infettive) --> in gravidanza:
- Embrio e Fetopatie
1-3 mesi gest. e 4-9 mesi gest.
Cause --> infezioni da gestante (rosolia, morbillo, CMV)
ipossia del feto
endocrinopatie della madre (diabete-->macrosomia feto)
nutrizione della madre carente (acido folico --> spina bifida)
cause locali intrauterine (fibromi, nodi al cordone)
esposizione gestante a radiazioni (raggi X)
Sindrome di Torch : a seguito di infezioni della gestante tipo toxoplasmosi, rosolia..
nascite premature, ritardo intrauterino
ritardo, ittero, rash
Spina Bifida: difettosa chiusura del tubo neurale nella sua parte inferiore
cause – nutrizionali (acido folico), anomalie cromosomiche (trisomia 13-
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- Focomelia
ipoplasia
sviluppo incompleto di un organo (arto da foca)
malformazione congenita --> per assunzione teratogeno --> talidomide
MALATTIE EREDITARIE:
eziologia comune – sono tutte dovute a una/più alterazioni genoma = DNA = patrimonio
genetico dell'individuo =
MUTAZIONI – sono causate da agenti mutageni esogeni (radiazioni, ag.chimici) e endogeni
(radicali liberi)
possono essere:
- spontanee, se non se ne riesce ad individuare la causa
- prezigotiche, se preesistono alla formazione dello zigote e saranno presenti in tutte le cellule
dell'organismo e trasmesse da 1/entrambi i genitori --> familiarità, interessa più componenti
dello stesso ceppo familiare
- congenite, se presenti al momento della mascita con o senza sintomatologia
- teratogenetiche, se presenti alla nascita, ma derivanti da infezioni della madre spesso
causate da farmaci
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INFIAMMAZIONE (FLOGOSI)
L'INFIAMMAZIONE
Insieme delle modificazioni che si verificano in un distretto dell'organismo colpito da un danno
di intensità tale da non incidere sulla vitalità cellulare del distretto
Scopo della risposta infiammatoria è di reintegrare le condizioni di normalità riparando il
danno
Ogni volta che si ha un danno tissutale, indipendentemente dalla sua causa, si ha
una risposta infiammatoria generica, con reazione prevalentemente locale
Il danno può essere provocato da agenti fisici (traumi, radiazioni), chimici (acidi e
basi), biologici (virus e batteri) oppure da necrosi tissutale (infarto) o da neoplasie
maligne.
Per poter avere i segni cardinali, devo poter produrre alcune sostanze che mi vadano ad
orchestrare l'infiammazione:
1. CITOCHINE
elementi che gestiscono la funzionalità di altre cellule attivandole o inibendole,
modulano il rilascio di altri mediatori chimici della flogosi
- Primarie: rilasciate all'inizio della risposta infiammatoria, ne gestiscono le fasi iniziali
IL-1
proinfiammatorie
- Secondarie: attivate sotto stimolo delle primarie, sono inibitorie delle primarie stesse
e, di conseguenza, della reazione flogistica --> spengono la risposta
infiammatoria
IL-10
antinfiammatorie
Possono avere effetto:
diretto (su endotelio, fibroblasti, leucociti, e reazioni di fase acuta tipo la febbre..) o
indiretto (tramite mediatori chimici)
2. CHEMOCHINE
3. MEDIATORI CHIMICI
sostanze chimiche che partecipano a processi infiammatori provocando effetti diversi su
vasi, cellule
Si classificano in base al tipo di azione svolta (mediatori vasoattivi, mediatori
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6. FORMAZIONE DELL'ESSUDATO
in parte liquido (fuoriesce dai vasi provocando edema infiammatorio --> tumor) e in
parte solido (cellule)
7. FAGOCITOSI
dei detriti cellulari e dei microrganismi --> risoluzione/cronicizzazione
ESSUDATI
passaggio della parte liquida del plasma dal compartimento vascolare a quello interstiziale -->
edema infiammatorio
In base al tipo di essudato che fuoriesce o si forma, definisco diversi tipi di flogosi:
– Sierosa
bolle o flittene (ustioni lievi e TBC)
la fuoriuscita è mediata
– Siero-fibrinosa
– Fibrinosa
esce fibrinogeno, usato normalmente per produrre fibrina che favorisce la coagulazione
produzione di essudato fibrinoso, tipico ad esempio delle endocarditi
la fuoriuscita è mediata
– Catarrale o mucosa
– Purulenta
suppurativa --> causa meningiti encefaliche
la fuoriuscita è mediata
essudato=pus --> escono H2O, proteine, leucociti
Ascesso= raccolta localizzata di materiale purulento(pus) con neutrofili
alterati (piociti) e morti sospesi in un fluido prodotto dalla
degradazione dei tessuti circostanti per azione degli enzimi
neutrofili
indotto da batteri piogeni
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- Da corpo estraneo
a basso turnover: limitata morte macrofagica, basso ricambio macrofagi
Penetrazione per via cutanea --> Talco, materiali per suture (catgut), fibre tessili,
schegge di legno o di metalli, spine di vegetali o di pesci, aculei di riccio di mare, olio,
paraffina, etc.
Patologie polmonari (Pneumoconiosi) da inalazione di materiali estranei --> granulomi
in polmoni
es.: Carbone (Antracosi, in t.linfoidi polmoni)
Silice (Silicosi, particelle fagocitate da macrofagi che vengono così uccisi)
Berillio (Berilliosi)
Asbesto (o Amianto) (Asbestosi, deposito fibre asbesto in polmoni)
- Difetti ereditari
Malattia granulomatosa cronica --> varie forme: x-linked, autosomiche recessive
mancata produzione di ROS da macrofagi e neutrofili --> incapacità di distruggere certi
patogeni (es. staph., candida) --> ricorrenti infezioni batteriche e fungine, granulomi in
varie parti del corpo (granuloma=neoformazione di natura infiammatoria con
abbondante proliferazione)
- neoangiogenesi
- formazione di essudato fibrino-purulento sulle superfici sinoviali e articolari con successiva
formazione del PANNO
distrugge la cartilagine periferica dell'articolazione
Conseguenze dell'infiammazione: formazione del panno, distruzione della cartilagine,
distruzione dell'osso ai bordi, fibrosi, anchilosi
Ascesso Granuloma
granulociti neutrofili macrofagi e linfociti
essudato purulento immunitario o da corpo estraneo
EFFETTI SISTEMICI DEI PROCESSI INFETTIVI
1. REAZIONI DI FASE ACUTA
Febbre: innalzamento della temperatura di 1-4°C IL-1 e TNF (citochine)
TC di riferimento = 37 gradi
--> sudorazione, vasodilatazione, brividi
Leucocitosi: innalzamento della conta leucocitaria (aumento del numero di leucociti nel
sangue) indotta dalla liberazione di alcune citochine IL-1 e TNF: → stimolano il rilascio
di fattori di crescita emopoietici (es. IL-3) e inducono l'attivazione e la moltiplicazione
dei linfociti maturi neutrofilia, linfocitosi, eosinofilia, basofilia, monocitosi
Proteine di fase acuta: proteine plasmatiche prodotte dal fegato quando stimolato dalle
proteine infiammatorie, utile per diagnosticare la presenza di processo infettivo e del
suo andamento
Altri effetti: aumento frequenza cardiaca e pressione arteriosa, brividi, sonnolenza, calo
dell’appetito, malessere.
VES: velocità di eritrosedimentazione, parametro di lab.
2. RIGENERAZIONE/RIPARAZIONE
Risoluzione/rigenerazione = ripristino della struttura normale
Organizzazione = formazione di cicatrice
cicatrice
Modalità di guarigione/cicatrizzazione:
- per prima intenzione
margini della ferita ravvicinati, poca perdita di tessuto, veloce a guarire, modesti livelli di
tessuto di granulazione, no contrazione della ferita
- per seconda intenzione
margini della ferita lontani, vistosa perdita tissutale, lenta a guarire --> si deve formare
molto più tessuto di granulazione, contrazione della ferita
Ai margini della lesione tissutale si instaura la reazione flogistica acuta per cui l'area lesionata viene invasa dai
fagociti, che inglobano e distruggono i detriti cellulari
Si forma il tessuto di granulazione --> endoteliociti in proliferazione che provengono da capillari ancora
integri --> cordoni solidi che gradualmente lumificano (vi passa sangue)
Proliferazione dei fibroblasti = guarigione ferita
FIBROSI
PATOLOGIA CELLULARE
DISTURBI DELLA CRESCITA CELLULARE
iperalimentazione
IPERTROFIA e IPERPLASIA
aumento della grandezza cellulare e dell'organo e aumento del numero delle cellule
per aumento della richiesta funzionale dovuta a: aumento della domanda di lavoro, domanda
metabolica, eccesso di stimolazione endocrina, danno tissutale persistente
– IPERTROFIA
fisiologica e patologica:
a) aumentata richiesta funzionale
cell. musc. E cardiache per aumentato carico di lavoro
b) stimolo ormonale
cell.epit.mammella in allattamento (ipertrofia e plasia)
fibrocell.musc.lisce utero in gravidanza (ipertrofia e plasia)
– IPERPLASIA
Fisiologica:
a) ormonale
ep.gh.mammella, cell.musc.lisce utero
b)compensatoria
dopo danno/parziale asportazione tessuto o organo (fegato)
Patologica:
a) eccessiva stimolazione ormonale
es.: endometrio, prostata
b) azione di fattori di crescita
es.: t.conn. nei processi di guarigione delle ferite = cheloide
METAPLASIA
cambio di differenziamento: modificazione reversibile in cui un tipo cellulare differenziato viene
sostituito da un altro tipo cellulare differenziato
è una sostituzione adattiva
Riprogrammazione di cellule staminali presenti nei tessuti normali o di cellule mesenchimali
indifferenziate del tessuto connettivo sotto l’azione di citochine, fattori di crescita, componenti
della matrice extracellulare
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es.: ep.cilindrico ---> ep.squamoso (app.resp. per stimoli irritanti cronici come il fumo)
ep.squamoso ---> ep.cilindrico (esofago per reflusso acido gastrico)
DISPLASIA
alterazione dell'architettura tissutale e cellulare
sviluppo o crescita anormale di cellule adulte che risultano alterate in dimensioni, forma,
organizzazione (atipia). In alcuni casi possono progredire verso la trasformazione neoplastica
Cause: esposizione ad agenti chimici (mucosa gastrica), fisici (epidermide radiazioni), biologici
(ep.cervice)
---> Possibile condizione precancerosa!!
DANNO CELLULARE
Cause: carenza di ossigeno (ipossia)
agenti fisici (traumi, TC estreme)
agenti chimici e farmaci (tossici e veleni)
alterazioni genetiche (anomalie cromosomiche)
squilibri nutrizionali
Target di danno: componenti essenziali delle cellule, ne altera funzionalmente e
biochimicamente i mitocondri, la membrana cellulare, la sintesi proteica, il citoscheletro, il DNA
MORTE CELLULARE
Necrosi
morte cellulare accidentale per severi insulti lesivi (traumi, anossia, ag.chimici e fisici, tossici..)
e' associata al processo infiammatorio
per effetto della necrosi sono messi in circolo materiali intracellulari (importanti per diagnosi di
sede, entità, cronologia necrosi)
Tipi di necrosi:
– COAGULATIVA (infarto miocardio)
tessuto denaturato, più resistente
– COLLIQUATIVA (ischemia SN, infezioni batteriche)
tessuto idrolizzato, liquefatto
– CASEOSA (TBC)
tessuto necrotico morbido e bianco
Apoptosi
morte cellulare programmata
non associata a processo infiammatorio
cause ---> Fisiologiche : sviluppo, diminuito stimolo ormonale (gh.mammaria)
---> Patologiche : infettive (virus), genotossiche (DNA danneggiato), neoplastiche,
degenerative (Parkinson)
Fasi:
1. SEGNALAZIONE/INDUZIONE
informazioni da diverse vie integrate per giungere alla decisione con enzimi di far morire
la cellula
sintesi di enzimi che determinano la dissoluzione delle cellule senza che si manifestino
alterazioni strutturali
[via intrinseca: danno radiazioni radicali.. + no fattori di crescita o ormoni]
[via estrinseca: linfo Tc, interazione recettore-ligando]
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2. ESECUZIONE
proteasi causano alterazioni strutturali, la cellula si riduce di volume, la cromatina si
condensa --> gli organuli cellulari restano normali al contrario della necrosi
le cellule perdono specializzazioni di superficie e giunzioni
DNA laddering = cromos.frammentati in singoli frammenti nucleosomici
3. DEGRADAZIONE
le cellule si dividono in frammenti (chiamati corpi apoptotici), esattamente come il
nucleo
ogni frammento contiene mitocondri vitali e organuli intatti, MA cambio del contenuto
lipidico della membrana
dura pochi minuti
4. FAGOCITOSI
corpi apoptotici vengono riconosciuti dalle cellule vicine, che li fagocitano e degradano
(macrofagi)
NEOPLASIE
MALATTIE NEOPLASTICHE
Popolazione di cell. somatiche che ha preso origine da una sola cellula che ha subito una serie
sequenziale di mutazioni trasmissibili alla progenie. Per questo le malattie neopastiche sono
considerabili delle lesioni clonali.
Effetti primari delle mutazioni cancerogene:
– autonomia moltiplicativa
– riduzione/perdita della capacità differenziativa
– riduzione/perdita della capacità di andare in apoptosi = aumento della massa neoplastica
Tutti i vari citotipi presenti nell'organismo possono andare incontro a trasformazione
neoplastica quando hanno accumulato nel loro genoma un certo numero di mutazioni a carico
di determinati geni. Ciò significa che non esiste un solo tipo di tumore, ma molti tipi e non solo
perchè numerosi sono i citotipi presenti nell'organismo, ma anche perchè da caso a caso
possono variare l'intensità e la localizzazione del danno genomico.
TUMORI
"tumefazioni", massa rilevata e dall'aspetto macroscopico sul sito anatomico di origine
Hanno due componenti di base:
- un parenchima formato da cell.neoplastiche/trasformate, è la parte proliferante che
determina il comportamento dei tumori e le loro conseguenze
- uno stroma di sostegno formato da t.connettivo e vasi, che hanno un ruolo critico per la
crescita e l'evoluzione dei tumori.
In base alle caratteristiche morfologiche delle cellule e alle modalità di
accrescimento/comportamento verso i tessuti limitrofi, possono classificarsi in:
– BENIGNI
Mantengono la struttura del tessuto di origine, MA hanno autonomia moltiplicativa
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Cause dei tumori: Esogene 80% - agenti cancerogeni (chimici, radiazioni, virus oncogeni)
Endogene 20% - mutazioni trasmesse da genitori a prole, errori di
duplicazione del DNA
GRADING
livello di differenziazione delle cellule tumorali (da I a IV)
si può apprezzare tramite esame istologico
I – cellule molto differenziate
IV – cellule indifferenziate
X – grado di differenziazione cellulare non definibile
----> rispetto allo "stadio clinico" ha minor valore prognostico
estensione della diffusione del cancro nel pz.
Sistema di classificazione tumorale
= SISTEMA TNM
prende in considerazione:
T – dimensioni del tumore primario
N – stato dei linfonodi regionali
M – assenza/presenza di metastasi
alle lettere si aggiungono poi dei numeri:
T – 1-2-3-4 : aumento graduale dimensioni o estensione locale del tumore
N – 0-1-2-3 : grado di coinvolgimento linfonodale
M – 0-1-x : no metastasi, si metastasi, boh metastasi
PROCESSO DI CANCEROGENESI
Processo multifasico:
1. INIZIAZIONE
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una cellula normale subisce mutazioni per azione di un agente cancerogeno, che la
trasforma in una cellula neoplastica latente (cell. iniziata), che sopravvive per un certo
tempo senza moltiplicarsi --> lesione preneoplastica = les. Permanente del DNA
2. PROMOZIONE
la cell. iniziata neoplastica si moltiplica per ulteriori azioni dello stesso agente
cancerogeno o di agenti promoventi, creando una vera e propria popolazione di cellule
neoplastiche (alcune delle quali subiscono ulteriori mutazioni = eterogeneità cellulare)
Comparsa di tumore clinicamente evidente (clone preneoplastico)
3. PROGRESSIONE
ulteriore accumulo di mutazioni (tra cui quelle che fanno acquisire il fenotipo
metastatico) nel genoma di alcune cellule tumorali che possono prendere il sopravvento
rirpoduttivo ---> nel tumore aumenta la % di cell. con notevole aggressività
può avvenire anche in assenza di ulteriori stimolazioni da parte degli ag. cancerogeni.
AGENTI CANCEROGENI
La maggior parte dei cancerogeni ha attività genotossica = danneggia il DNA
genotossico /= cancerogeno
I cancerogeni sono sostanze che inducono la comparsa di tumori maligni. Agiscono come
tossici da sommazione, cioè divengono biologicamente efficienti solo quando la dose assorbita
ha raggiunto un valore critico attraverso la somma di piccole dosi frazionate nel tempo.
Posso definire gli agenti cancerogeni sulla base dei loro EFFETTI sulle cellule come:
– agenti inizianti (provocano alterazioni irreversibili del DNA cell)
– agenti promoventi o cocancerogeni (inducono stimoli alla proliferazione)
– cancerogeni completi (provocano danno al DNA e inducono proliferazione)
= possono dare da soli il tumore!
es.: ROS prodotti nel processo infiammatorio cronico = possibili agenti inizianti endogeni
Steroidi sessuali = possibili agenti promoventi endogeni in tumore a prostata, mammella ed
endometrio
Posso invece definire gli agenti cancerogeni sulla base dei loro MECCANISMI D'AZIONE come:
– diretti (interagiscono direttamente con il DNA)
– indiretti o procancerogeni (diventano cancerogeni in seguito ad attivazione metabolica)
EVOLUZIONE CANCRO:
1. Precancerosi
molte cellule mostrano anormalità varie
es.: displasia
2. Una cell. subisce una trasformazione maligna
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L'aumento cellulare della neoplasia deriva dall'aumento della proliferazione e dalla riduzione
della capacità cellulare di andare in apoptosi (dovuta a mutazione)
La resistenza ai farmaci chemioterapici compare nelle cellule neoplastiche nel corso della
terapia ed è legata al fatto che molti farmaci inducono apoptosi
3. Evasione dall’apoptosi
4. Deficit della riparazione del DNA
5. Potenziale replicativo illimitato
6. Angiogenesi protratta
7. Capacita di invasione e di formare metastasi
8. Mascheramento degli antigeni che lo protegge dalla risposta immunitaria (e rigetto)
INVASIVITA' NEOPLASTICA
caratteristica dei tumori maligni
invasione della matrice extracellulare :
1. ridotta adesività omotipica
2. aumento espressione proteine per l'adesione (integrine)
3. le cell. tumorali secernono proteasi la cui attività viene regolata dalle antiproteasi
(TIMP)
4. nasce un varco nel connettivo che consente l'avanzata delle cellule tumorali
ANGIOGENESI TUMORALE
Cellule maligne che hanno acquisito la capacità di secernere sostanze per indurre la
proliferazione dei capillari e rifornirsi meglio di O2 e nutrimento
E' mediata da una serie di sostanze angiogenetiche (prodotte anche nei tessuti normali) ad
esempio citochine
Esistono anche sostanze angiostatiche = capaci di fermare la formazione di nuovi vasi.
Con la progressione della neoplasia, diventa più facile che le cellule perdano proteine
importanti come le molecole di adesione alle cellula circostanti --> le cell. tumorali acquistano la
capacitàdi muoversi e, eventualmente, di viaggiare per tutto l'organismo (digerendo la parete
dei vasi e infiltrando i tessuti connettivi) --->spostandosi in altre parti dell’organismo, le cellule
tumorali possono fermarsi in altri tessuti ed organi, dove possono riprendere a proliferare ---> si
formano tumori secondari (derivati da quello primitivo), che prendono il nome di metastasi
------> per ragioni anatomiche e biochimiche, le metastasi si formano in posizionidiverse a seconda del tipo e della
posizione del tumore primitivo; spesso sono proprio le metastasi che provocano la sintomatologia più grave nel
paziente
Metastasi = autotrapianto spontaneo di cell. neoplastiche che si distaccano dal tumore
primitivo e raggiungono siti distanti da quello dove ha sede il primitivo formando t. Secondari.
SINDROMI PARANEOPLASTICHE
[1.] Spesso i sintomi clinici piu rilevanti di una neoplasia maligna sono alterazioni non
direttamente riferibili alla crescita, infiltrazione e metastasi del tumore.
Il piu delle volte si tratta di sintomi provocati da una anormale secrezione di ormoni prodotti
[2.] da una ghiandola endocrina colpita da neoplasia, oppure
[3.] dalla neoplasia stessa (tum. del polmone che comincia a secernere grosse quantita di
ACTH).
Inoltre, sia i tumori benigni che maligni, possono essere causa di:
- localizzazione e lesioni di strutture adiacenti
- emorragie ed infezioni secondarie (ulcere da tumore)
- sintomatologia acuta da rottura o ischemia
ATEROSCLEROSI
Malattia progressiva dei vasi arteriosi di medio e grosso calibro --> ispessimento della tonaca
intima dei vasi
Sedi più frequenti: aorta addominale, arterie iliache | coronarie | aorta toracica, arterie femorali
e poplitee | carotidi interne | arterie vertebrali, basilari, cerebrale media
Fattori di rischio:
aumento dei livelli di LDL e conseguente diminuzione dei livelli di HDL e uso di colesterolo
– Maggiori
non modificabili --> aumento dell'età, maschio, anomalie genetiche, storia familiare
potenzialmente controllabili --> ipertensione, diabete, fumo
– Minori, incerti, non quantificabili
obesità e inattività fisica, stress, carenza di estrogeni post-menopausale, carboidrati,
alcool, ridotto apporto di AG insaturi
Attivazione endoteliale: stato basale
superficie non adesiva, nè trombogenica | normotensione e flusso
laminare
stato attivato
espressione di fattori pro-coagulanti/pro-infiammatori | stimoli
meccanici, chimici e infiammatori
Fasi di formazione della placca aterosclerotica:
1. Sulla tonaca intima di un'arteria compaiono delle cellule schiumose --> stria lipidica
2. Formazione di cristalli di colesterolo da cellule schiumose --> ateroma non complicato
3. Migrazione del muscolo liscio verso cellule schiumose e sviluppo di un cappuccio fibroso
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di collagene
--> riduzione del flusso, trombosi (fissurazione/rottura della placca), embolia, emorragia intra-
placca, dilatazione aneurismatica
LESSICO VARIO
Infiammazione purulenta : la presenza del pus domina il quadro
Ascesso : raccolta di pus (essudato purulento) in una cavità neoformata (= si è venuta a
formare nel tessuto a seguito del processo infiammatorio)
Empiema : il pus si raccoglie all'interno di un organo cavo (es. colecisti..)
Versamento infiammatorio : raccolta di essudato in una cavità celomatica (peritoneo,
pericardio, pleura)
Flemmone : la raccolta si sviluppa negli interstizi di un tessuto e si estende a più strutture
Foruncolo : pus in un annesso pilo-sebaceo
Fistola : ulcerazione della cute o di una mucosa (con formazione di un canale) che consente la
fuoriuscita del contenuto di un ascesso
Organismo reattivo : i meccanismi di difesa dell'immunità specifica sono molto efficienti contro
l'agente patogeno
recettivo : subisce le conseguenze dell'agente patogeno
refrattario : non subisce conseguenze dell'agente patogeno perchè geneticamente
incapace di contrarre una determinata malattia (es.: uomo non si può
ammalare di cimurro che colpisce il cane)
resistente : è potenzialmente suscettibile all'agente patogeno, ma ha poteri di
difesa aspecifici dell'immunità naturale che bloccano il patogeno dal
primo momento
Patogenesi : meccanismi responsabili della comparsa di malattie innescati da agenti eziologici e
direttamente responsabili della comparsa di manifestazioni patogene
Formula leucocitaria: ripartizione numerica percentuale dei vari tipi di leucociti: 69% , 21%, 5%,
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