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_________________________________________________________Patologia Generale – A.

Corti
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INTRODUZIONE E ASPETTI GENERALI


LA PATOLOGIA
Studia la natura biochimica, cellulare e molecolare delle malattie.
Ne studia:
1. l'eziologia, dunque le cause, gli agenti causali che hanno indotto la manifestazione
patologica, perchè si è arrivati alla malattia
2. la patogenesi, dunque i meccanismi attraverso cui l'agente patogeno ha potuto
provocare la manifestazione patologica, quindi come si è arrivati alla malattia

OMEOSTASI
(dal concetto di Milieu Intérieur di Bernard)
Insieme di meccanismi messi in atto dall'organismo per mantenere in equilibrio le funzioni
espletate da cellule (3 Virchow)
organi (1 Morgagni)
tessuti (2 Bichat)
apparati
es.:
equilibrio acido/base
equilibrio idro/salino
TC
PA

STRESS ----> reazione organismo ----> sufficiente ----> ADATTAMENTO


nuovo equilibrio (/= da quello iniziale)
----> insufficiente ----> MALATTIA ---> guarigione
---> cronicizzazione
---> morte

MANIFESTAZIONI PATOLOGICHE
1. FENOMENO MORBOSO
deviazione più semplice dalla norma di un solo parametro (carattere morfologico,
biochimico, funzionale..)
a volte possono avvenire anche senza provocare sintomi
es.: abrasione, pallore/arrossamento cute
2. PROCESSO MORBOSO
associazione di più fenomeni morbosi
es.: infiammazione
febbre --> ipertermia + oliguria + tachicardia..
3. STATO MORBOSO
manifestazione patologica stazionaria, localizzata e ben definita
è stabile = non evolve verso niente
rende l'organismo più suscettibile alla comparsa di altre manifestazioni patologiche
es.: dita sovrannumerarie, agenesia organo, miopia (caratteri morfologici)
daltonismo (caratteri biochimici e funzionali)
cicatrici (esiti di processi morbosi)
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4. MALATTIA
Condizione dinamica, evolutiva
Si manifesta con l'alterazione anatomo/funzionale di uno o più organi --> alterazione
omeostasi --> stato di reattività dell'intero organismo
Provoca sintomi e segni --> diagnosi, prognosi (previsione durata), terapia

Interessa più livelli:


- funzione genetica
- funzione fisiologica / biochimica
- organizzazione strutturale di cell./tess./organi

Può evolvere in:


- guarigione, viene eliminata la causa scatenante (con o senza restitutio ad integrum)
- cronicizzazione, non viene eliminata la causa scatenante
- morte, reazione insufficiente dell'organismo

CLASSIFICAZIONE
- ereditare/congenite
- infiammatorie
- neoplastiche
- degenerative
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
- funzionale, topografico, anatomico, epidemiologico
- eziologico -----------------------> cause: endogene/esogene
- patogenetico determinanti (provocano da sole malattia)
coadiuvanti (aiutano l'instaurarsi della malattia)

RISERVA FUNZIONALE
differenza tra il lavoro che viene richiesto dall'organismo e il lavoro massimo che l'organo può
compiere.
RF = Lorganismo – Lmax.organo

SCOMPENSO COMPENSO
riduzione della RF ho la patologia, ma
l'organo non riesce a rispondere l'organo riesce a rispondere
alla RF dell'organismo alla RF dell'organismo
spesso
evolve
in
INSUFFICIENZA
l'organo non riesce più a compiere
la sua funzione
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IMMUNOLOGIA
EMOPOIESI
Processo che porta alla formazione di cellule del sangue da precursori cellulari (cell. staminali)
nel midollo osseo.
Le cellule del sangue possono differenziarsi secondo 3 linee:
– Linea eritroide ---> GR
– Linea mieloide ---> granulociti e piastrine DIFESA
– Linea linfoide ---> linfociti ORGANISMO

SISTEMA IMMUNITARIO
Funzioni:
– Primaria ---> difesa dell'organismo dagli agenti infettivi
– Secondaria ---> eliminazione di microrganismi e sotanze estranee + riparazione danni

Il sistema immunitario è in grado di mettere in atto una RISPOSTA IMMUNITARIA, che può
risultare ---> efficace (immunità verso microrganismi, vaccini, trapianti ??)
---> inefficace (il s.immu non si attiva: immunodeficienze)
---> dannosa (malattie autoimmuni, risposte allergiche, ipersensibilità)
Alla risposta immunitaria prendono parte anche ------> MASTOCITI
linea mieloide
in posizione perivascolare nel t.conn.
Prendono parte alla risp. Infiammatoria,
perchè contengono molta istamina, un
vasodiltatore.
------> CELL. DENDRITICHE
linea mieloide
hanno molte diramazioni
in derma, in cell. del t. di rivestimento
APC --> ai linfociti B e T!
------> CELL. NK
linea linfoide
distruggono gli agenti patogeni
coinvolti in processi di difesa per infezioni
da virus e trasformazioni neoplastiche

LINEE DI DIFESA
1. Difese esterne
prima barriera verso agenti estranei (in corrispondenza delle porte di accesso ai micror.)
barriere meccaniche, fisiologiche, chimiche --> cute, saliva, muco..
2. Immunità naturale innata o aspecifica
elementi cellulari o sostanze da loro prodotte
es.: complemento, NK, proteina C reattiva (PCR)
3. Immunità acquisita o adattiva
es.: linfo B-T, anticorpi
---> intervengono contemporaneamente e sono influenzate le une dalle altre
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DIFESE ESTERNE
scopo: bloccare/eliminare microrg.in corrispondenza di vie d'accesso all'organismo = contagio
non seguito da infezione
– barriere meccanico-chimiche strutture ghiandolari
secernono sostanze che abassano il pH
es.: lisozima (danneggia parete
- struttura batterica dei microbi gram+
epitelio/mucosa (cell.epit.cute) microbi commensali (barr.microbiol.)
- cheratina es.: flora intestinale
ep.fatto da cell.in continuo gh.sebacee : sebo, abbassa il pH
rinnovamento = desquamazione
– mucose
gh.mucipare caliciformi --> formazione di muco che riveste le vie respiratorie
cilia --> cellule ciliate
– linfociti intraepiteliali
connessione tra I e III linea di difesa --> appartengono alla terza, ma si trovano a livello
delle porte di entrata dell'epitelio

Alterazioni delle barriere: a.cutanee – ferita, trauma, ustione


a. dispositivo – catetere, SNG
immobilità – decubito
pz.sedati/comatori – lacrimazione non c'è, manca lisozima

IMMUNITA' NATURALE INNATA ASPECIFICA


tronca molte infezioni al loro primo apparire
è coinvolta nella reazione infiammatoria
innata/naturale: intervento immediato, opera da subito, da appena nati, è attiva verso tutti i tipi
di microrganismi
aspecifica: cell.riconoscono strutture comuni a più agenti patogeni (non solo un tipo di virus)
mancanza di memoria: non si rafforza dopo ripetuti contatti con lo stesso patogeno
è composta da:
– fattori CELLULARI ---> polimorfonucleati (granulociti neutrofili,eos..)
NK --> uccidono, se stimolate da alcune citochine, le cell.infettate
da virus e le cell. neoplastiche
cell. dendritiche
mastociti e monociti
– fattori UMORALI ---> proteine complemento (e altre prot.plasmatiche, come la PCR)
=sostanze solubili prodotte da cell.e disperse in sangue/liq.interni
COSA riconoscono le cell.dell'immunità innata?
Esprimono diversi tipi di recettori sulla membrana plasmatica con cui riconoscono:
– strutture comuni ai microrganismi --> molecole di superficie rilasciate dai microbi
= "profili molecolari" rappresenta l'aspecificità della risp.immu.
lipopolisaccaride (endotossina del gram -)
molecola di mannosio su glicoproteine
RNA a doppia elica
– strutture alterate dell'ospite --> cell.infettate da virus es.: cell.tumorali neoplastiche
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Cosa FANNO le cellule dell'immunità innata?


1. Aggressione e uccisione cellule infette
es.: lisi (NK, lisozima)
fagocitosi (macrofagi, neutrofili, monociti, cell.dendritiche --> fagociti professionali)
2. Produzione di mediatori, molecole di segnale --> per modulare la difesa
es.: citochine
3. Mettono in atto meccanismi fondamentali per l'attivazione delle cellule dell'immunità
acquisita specifica

Approfondimenti
FAGOCITOSI (fattori cell.)
macrofagi, cell.dendritiche, neutrofili --> fagociti professionali: lo fanno di mestiere
hanno granuli nel citosol ---> Granuli primari: lisozima, proteasi, idrolasi, proteine battericide
(sopratt.neutrofili e Granuli secondari: lisozima, collagenasi, lattoferrina
monociti) Granuli terziari: gelatinasi
contengono sostanze tossiche/enzimi : lisozima, proteasi, lipasi, DNAsi
LISI CELLULARE (fattori cell.)
cell.NK
riconoscimento e distruzione di cell.infettate da virus
stimola l'apoptosi (esplosione da liquidi)
presenza di granuli (lisosomi) citoplasmatici --> apoptosi cell.target
CITOCHINE (fattori cell.)
proteine messaggere, segnale – vengono secrete in risposta a uno stimolo
prodotte da macrofagi, rilasciate all'esterno --> effetto AUTOCRINO (su cell.che la ha secreta)
PARACRINO (su cell.vicine)
ENDOCRINO
Funzioni:
- collegamento tra immunità innata e acquisita
- attivano/inibiscono le cell.immu nel sangue, le richiamano, stimolo alla migrazione
(chemochine).
- Stimolano la proliferazione/differenziamento di cellule ematiche nel midollo osseo
es.: interleuchine (IL-1, IL-12..)
CHEMOCHINE --> molecole prodotte attivamente dalle cell.dell'ospite, sostanze rilasciate
da cell.morenti, prodotti di origine microbica
stimolano la migrazione delle cell.da un sito a un altro --> chemotassi
segue il gradiente
+ avvicinamento a sostanza attraente (utile)
- allontanamento da sostanza repellente (nociva)
es.: migrazione leucociti e macrofagi verso zone con infezioni o zone infiammate
interferoni (inf.virali) IFN tipo 1 e 2
TNF-alfa
PROTEINE DEL COMPLEMENTO (fattori umorali)
sistema multifattoriale costituito da 20 proteine plasmatiche --> meccanismo di difesa
aspecifico
si trovano in forma inattiva nel sangue e nei liquidi biologici interni, si attivano quando
incontrano materiale estraneo (recettori solubili) con un meccanismo a cascata
attivazione : consequenziale --> un elemento ne attiva un altro della cascata e così via
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completa ed integra le funzioni aspecifiche degli anticorpi e favorisce la chemotassi, la lisi


batterica e la fagocitosi (frazione del siero capace di potenziare l'attività opsonizzante degli
anticorpi)
ci sono 3 vie di attivazione della cascata:
– Via Classica
i principali attivatori sono i complessi immuni antigene-anticorpo con cui C1, il primo
componente della cascata, interagisce e si lega alla parete del microbo
– Via Alternativa (C3b)
viene innescata dal contatto delle proteine complemento con altre sostanze di natura
polisaccaridica batterica/virale come lipopolisaccaridi batterici (=endotossine)
– Via Lectinica
interazione tra una proteina plasmatica (lectina, legante il mannosio) e residui di
mannosio sulla superficie di microrganismi
Elementi principali:
C3a – C5a ---> si comportano da chemochine (stimolano la migrazione) e da anafilotossine
(vasodilatatori) = stimolano il rilascio di istamina
C5b ---> induce lisi dei microbi generando pori sulla superficie delle cellule target
C3b ---> opsonine (opsonizzazione) = si possono legare alla superficie dei microbi rendendoli più
riconoscibii dalle cellule immunitarie fagocitarie, sono macromolecole

IMMUNITA' ACQUISITA SPECIFICA


scopo: distruzione del particolare microbo invasore
non presente alla nascita
è specifica --> ha recettori per antigeni specifici, ogni cellula esprime un solo tipo di recettore
specifico per un antigene
ha memoria immunologica
è lenta, richiede giorni
è costituita da:
– fattori CELLULARI --> linfociti
– fattori UMORALI --> anticorpi (immunoglobuline)

LINFOCITI
cellule mononucleate che si formano nel midollo osseo da precursori (cell.staminali pluripotenti
emopoietiche)
si formano nel midollo osseo (organo linfoide primario), passano maturi/immaturi nel sangue
(se immaturi, raggiungono il timo, sempre organo primario, dove maturano). Passando nel
sangue (ricircolazione linfocitaria), possono passare nel liquido interstiziale --> drenaggio con la
linfa verso organi linfatici secondari come milza, tonsille, linfonodi

LINFOCITI B
riconoscimento diretto antigene specifico, viene attivato solo il clone che esprime il recettore
specifico per l'antigene
si formano e maturano nel midollo osseo (Bone marrow), poi escono in sangue e vanno negli
organi linfoidi secondari (dove di solito incontrano gli antigeni)
differenziamento in:
– linfociti B secernenti anticorpi (plasmacellule) = risposta primaria
– linfociti B della memoria, permangono per molto tempo nel corpo, attivazione
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successiva più reve e potente = risposta secondaria


Tipi di risposte:
– Risposta primaria --> al primo contatto con l'antigene
produzione anticorpi IgM (poi IgG), restano nel sangue qualche
settimana
10-15 gg
– Risposta secondaria --> successivi contatti, è sempre più intensa, precoce e duratura
cell.della memoria
IgG --> restano nel sangue per molti mesi (alla base di memoria)
5 gg
Anticorpi:
sono costituiti da due catene pesanti, due catene leggere, due epitopi (per il riconoscimento
dell'antigene) + regioni variabili leganti l'epitopo + FcR (legame con i recettori sulle cell.target)
sono prodotti dai linfociti B
Funzioni --> neutralizzazione dell'antigene, lega la tossina e la neutralizza
attivazione del complemento
inducono opsonizzazione, che facilita il contatto con le cell. fagocitarie e i linociti T
citotossicità cellulare anticorpo-dipendente (lisi cellulare)
esistono 5 classi di anticorpi:
IgA --> in mucose e secrezioni ghiandolari (saliva, lacrime, lisozima)
barriere
IgD --> recettori dei linfociti B
IgE --> reazioni allergiche
malattie parassitarie
IgG --> 85% le più abbondanti nel siero
prodotte durante la risposta secondaria (memoria)
ne esistono 4 isotopi
passano da madre a feto (allattamento, placenta)
IgM --> prodotte nella risposta primaria

LINFOCITI T
maturano e si differenziano nel timo ---> linfociti T helper CD4+ = regolano le risposte immuni
specifiche con citochine da
essi prodotte
---> linfociti T citotossici CD8+ = regolano la risposta immu
cellulo-mediata con azione
tossica su bersagli cell.con
cui interagiscono
nel timo, i linfociti T acquisiscono il loro recettore per l'antigene TCR, che ha la tolleranza al self
e la restrizione da MHC, è quindi capace di riconoscere solo antigeni proteici esposti da cellule
in associazione con molecole MHC del complesso maggiore di istocompatibilità (presentazione
dell'antigene)
MHC
proteina del complesso maggiore di istocompatibilità
perchè avvenga il riconoscimento da parte dei linfociti T, gli antigeni proteici devono essere
dapprima fagocitati e digeriti da alcune cellule che poi espongono i frammenti peptidici
funzionanti da epitopi sulla loro superficie in associazione a molecole del MHC
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esistono due tipi di MHC:


– MHC di classe I, espresse sulla superficie di tutte le cellule nucleate (GR), hanno elevato
polimorfismo e codominanza --> elevata variabilità tra individui
presenta antigeni endogeni, cioè propri della cellula che li possiede, è lei che li sta
producendo
vengono riconosciute (e di conseguenza attivano) solo i CD8+ (Tc)
– MHC di classe II, espresse solo sulla superficie dei macrofagi, di cellule dendritiche e dei
linfociti B, hanno elevato polimorfismo e codominanza --> elevata variabilità tra individui
presenta antigeni esogeni, cioè prodotti da sostanze derivate dalla fagocitosi
vengono riconosciute e di conseguenza attivano solo i CD4+ (Th)

Linfociti Th CD4+
proliferano e si differenziano in cellule della memoria/ cell.effettrici (agiscono subito)
producono molte citochine, che potenziano la risposta immunitaria e:
potenziano l'azione dei macrofagi (diventano in grado di uccidere i batteri da loro inglobati)
stimolano i linfociti B a produrre anticorpi
stimolano i CD8+ a uccidere la cellula bersaglio
si differenziano in Th1 --> difesa contro i microrganismi intracellulari
fagocitosi, produzione di anticorpi, infiammazione
Th2 --> difesa da parassiti (elminti), sono alla base delle risposte allergiche
reazioni allergiche
stimoli diversi sui linfociti B che producono diverse classi di anticorpi
(switch isotopico)
Linfociti Tc CD8+
uccisione cell.bersaglio infettate da virus
riconoscono una cellula infetta e la mandano in apoptosi

Attivazione Linfocitaria:
consegue alla stimolazione dell'antigene, alla stimolazione delle citochine principalmente
secrete dai Th, stimola la proliferazione e il differenziamento dei linfociti B e T
1. Linfocita si ingrandisce e si moltiplica formando un clone di linfociti con lo stesso
recettore per un determinato epitopo (=linfoblasto)
2. Espansione clonale --> diventano numerosissimi
3. Linfo B attivato --> linfoblasto --> plasmacellula (sintesi e secerne anticorpi specifici)
linfocita della memoria (risposta secondaria)
linfo B abbandona il linfonodo dove è avvenuta l'interazione con l'antigene --> sangue
--> centri germinativi (altri linfonodi)/midollo osseo
4. Linfo T attivato --> linfoblasto --> cell.effettrici, capaci di partecipare specificatamente
alla difesa antimicrobica + cell. della memoria con vita più lunga dei linfo B
Linfo T CD4+ producono citochine che facilitano la funzione dei linfo B e T, passano dai
linfonodi (dove hanno contatto con antigene presentato in associazione a molecole
MHC-II dalle APC) al sangue, da qui raggiungono i siti sede delle reazioni infiammatorie,
sono stati richiamati qui dalle chemochine
Linfo T CD8+ sono le cellule effettrici, determinano la citotossicità a carico di cell. che
espongono antigeni proteici in associazione a molecole MHC-I, che sono molto attive in
infezioni determinate da microrganismi intracellulari
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CELLULE DENDRITICHE
collegano l'immunità innata con quella adattiva
sono presenti nei tessuti linfoidi come la milza e nei linfonodi e in tutti quei tessuti che vengono
a contatto con l'ambiente esterno a livello delle vie d'ingresso degli antigeni (cute, mucose,
parenchima)
hanno forma stellata con protrusioni di membrana
funzione: catturare gli antigeni e le molecole riconosciute come estranee/pericolose
dopo l'interazione con l'antigene, lo espongono sulla loro superficie --> linfonodi --> attivano
risp. immu.

ORGANI LINFOIDI SECONDARI


-Linfonodi
interazione tra cell.dendritiche e linfociti e tra linfociti B e T
differenziamento dei linfociti T e B effettori con produzione di anticorpi per i B
filtrano gli antigeni della linfa
-Milza
filtro per sostanze estranee nel sangue
importante nelle reazioni sistemiche
[PRIMARI : midollo osseo e timo]

PROCESSAZIONE DELL'ANTIGENE (APC)


è alla base dell'immunità adattiva specifica
istruisce i linfociti T a rispondere specificamente ad antigeni presenti nell'organismo
meccanismo biologico attuato da ogni cellula dell'organismo in grado di presentare un
antigene (su MHC-I/II) che permette l'espressione di peptidi antigenici su molecole del
complesso maggiore di istocompatibilità

Immunità INNATA --> stimola l'immunità SPECIFICA --> potenzia l'immunità INNATA

umorale cellulo-mediata

cooperano

IMMUNITA' ACQUISITA ATTIVA E PASSIVA


Attiva (linfociti)
Linfociti B e T
le risposte immuni sono stimolate quando l'individuo viene a contatto con un agente estraneo
il sistema immunitario risponde attivamente e la risposta è duratura
contatto --> naturale : infezione
--> artificiale : vaccinazione (microrg.attenuati/inattivi/parti di virus)
Passiva (no linfociti)
non lavorano i linfociti
deriva dal trasferimento nell'individuo di cell./siero da ind. già immunizz. verso un antigene
l'organismo riceve passivamente materiale di difesa l'immunità non è duratura
il trasferimento può essere --> naturale : passaggio transplacentare di IgG, allattamento
--> artificiale sieroprofilassi – inoculazione di Ab specifici
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IMMUNODEFICIENZE
condizioni patologiche che provocano particolare sucettibilità a subire infezioni e sviluppare
malattie autoimmuni/neoplasie
ampio gruppo di patologie caratterizzate da deficit della risposta immunitaria
alterazioni durante la maturazione e la differenziazione dei linfociti/di organi linfoidi
portano a infezioni microbiche, virali, malattie autoimmuni e tumori
cause:
– PRIMITIVE (congenite)
difetto genetico dell'immunità innata o acquisita, hanno un substrato ereditario che
consiste in alterazioni strutturali (mutazioni) di uno o più geni che codificano per una o
più molecole attive nella risposta immune
interessano sia fattori dell'immunità naturale che acquisita
es.: Deficienza C3 --> aumento della sensibilità a batteri patogeni
mutazioni del complemento
Malattia granulomatosa cronica --> mutazioni di cellule per la fagocitosi, che
fagocitano, ma non riescono a eliminare
ereditaria
– SECONDARIE (acquisite)
si manifestano nella vita postnatale in soggetti precedentemente normali in
conseguenza di altre patologie o dipendenti da una causa estrinseca come:
Malnutrizione, carenze alimentari, ipovitaminosi
Infezioni virali (es. HIV)
Terapie immunosopressive
Esposizione a radiazioni ionizzanti
Tumori ad es. del sistema emolinfopoietico (leucemie e linfomi)
Stress ripetuti
Gravi traumi o estese ustioni
Invecchiamento (deterioramento del s.immu --> ridotta resistenza a infezioni)
es.: Agammaglobulinemia infantile di Bruton --> deficienza dei linfociti B, incapacità di
sintesi di Ig di una o più classi
soluzione: sieroprofilassi
Aplasia del timo (sindrome di Di George) --> deficienza dei linfociti T
soluzione: trapianto del timo
Immunodeficienza grave combinata SCID --> deficienza delle cellule staminali
soluzione: trapianto di midollo osseo
Sindrome di immunodeficienza acquisita AIDS
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REAZIONI IMMUNOPATOGENE
Sono reazioni dell'organismo che avvengono quando una reazione immune, invece che essere
di utilità per l'organismo, inesca meccanismi di vario tipo che provocano la comparsa di
manifestazioni patologiche.
Per far sì che si verifichi una reazione immunopatogena, l'organismo deve venire a contatto con
il patogeno almeno due volte:
– I contatto : SENSIBILIZZAZIONE, innesco della risposta immunitaria
– II contatto : SCATENAMENTO, antigene interagisce con gli anticorpi o con i fagociti
Possono essere anche chiamate reazioni di ipersensibilità e definite come immediate, se la
reazione compare a breve distanza di tempo dallo scatenamento, oppure come ritardate, se la
stessa appare a distanza di ore o addirittura giorni.

I TIPO : ANAFILATTICHE/ALLERGICHE
Sono indotte da antigeni che stimolano la produzione di IgE.
(sono impotanti anche gli eosinofili --> sintesi e secrezione dei mediatori chimici, vengono
richiamati dalle citochine rilasciate da basofili e mastociti)
Consistono in reazioni anomale dell'organismo verso molecole che normalmente non
producono nessun tipo di risposta.
Atopia -->"fuori posto" (sinonimo di allergia, "reattività diversa"), maniestazioni di ipersensibilità
che insorgono in alcuni soggetti dopo il contatto con sostanze con potere antigene che
normalmente non inducono unamanifestazione patologica. Questi individui hanno generalmente
una [IgE ematica] più elevata del normale. Le reazioni allergiche sono provocate da fattori esogeni
in soggetti congenitamente predisposti.
Cause: alimenti, origine vegetale/animale, iatrogene, microbiche
Vie di penetrazione: transcutanee, per inalazione, per ingestione
Manifestazioni cliniche: cute --> orticaria, eczema
mucose --> congiuntivite
app.resp.--> asma bronchiale
shock anafilattico --> crollo della pressione per mediatori che inducono
vasodilatazione
REAZIONE ANAFILATTICA:
1. Sensibilizzazione
L'allergene penetra all'interno dell'organismo, che reagisce formando anticorpi specifici
(IgE) che passano nel sangue; una parte di essi si fissa, attraverso il proprio frammento
Fc, sugli specifici recettori per tale frammento esposti dulla superficie dei basofili
ematici e dei mastociti tissutali.
No sintomatologia (prima esposizione)
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2. Scatenamento
In seguito a successiva penetrazione nell'organismo dell'allergene, questo interagisce
con i frammenti Fab delle IgE esposti sulla superficie dei basofili/mastociti innescando la
loro degranulazione esplosiva. Questo fa sì che essi liberino mediatori chimici
responsabili della comparsa di sintomatologia. Essa interessa organi ricchi di
basofili/mastociti ed è caratterizzata da vasodilatazione e iperemia, aumento della
secrezione di muco, costrizione della muscolatura bronchiale e a volte si arriva al
collasso cardiocircolatorio (shock anafilattico)

II TIPO : CITOTOSSICHE/CITOLITICHE
Sono dette così perchè la conseguente attivazione del complemento induce, tramite la
formazione del complesso di attacco, la lisi delle cellule bersaglio perchè gli anticorpi e C3b
opsonizzando le cellule target facilitano la fagocitosi.
Colpiscono prevalentemente cellule ematiche (GR-GB-piastrine) ed endoteliociti, che sono le
cellule a più diretto contatto con gli anticorpi nel plasma.
Anticorpi circolanti specifici (auto, alloanticorpi o anticorpi diretti verso antigeni estranei)
interagiscono con antigeni/apteni complessati con molecole della membrana cellulare, espressi
quindi sulla loro superficie, tramite i loro frammenti Fab ed esponendo alla periferia i frammenti
Fc --> si forma il complesso di attacco --> induce LISI della membrana cellulare e FAGOCITOSI
con fuoriuscita di costituenti cellulari.

1. CASO AB0, incompatibilità del gruppo sanguigno:


reazioni post-trasfusionali o durante la trasfusione per incompatibilità di gruppo
sanguigno tra donatore e ricevente
- agglutinazione
- GR donatore vanno incontro ad emolisi intravascolare per attivazione del
complemento liberando emoglobina che viene eliminata dal rene, causandogli gravi
danni --> anche insufficienza possibile!
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2. Anemie emolitiche autoimmuni


GR = bersaglio degli anticorpi --> lisi GR intravascolare
= opsonizzazione --> ne favorisce la fagocitosi da
macrofagi
3. Reazioni indesiderate ai farmaci
alcuni farmaci si comportano da apteni – antigeni incompleti – e si fissano sulle proteine
su superficie cellulare formando complessi immunogenici.
Alla seconda somministrazione dello stesso farmaco, gli anticorpi reagiscono con
anemie emolitiche o con piastrinopenie/leucopenie (ridzione del numero di
piastrine/leucociti)
4. Malattia emolitica del neonato
incompatibilità sanguigna tra madre e feto riguardo al gruppo Rhesus (non all'AB0)

5. TRAPIANTO
= trasferimento di cellule, tessuti, organi da donatore a ricevente
il sistema immunitario riconosce l'organo trapiantato in due modi:
1. CD4+ e CD8+ (linfociti
riconoscono le MHC dell'organo trapiantato
2. Presentazione indiretta
parte di cell.
--> autotrapianto, isotrapianto (gemelli omozigoti), allotrapianto (tra individui
geneticamente diversi), xenotrapianto
Rigetto
riconoscimento delle proteine MHC e dei peptidi del donatore da parte dei linfociti del
ricevente --> attecchimento/rigetto:
- Acuto (necrosi)
l'organo viene recepito come estraneo, il corpo produce linfociti e anticorpi che
attaccano le cellule dell'organo trapiantato
- Iperacuto (ischemia)
Ab già presenti e in circolo aggrediscono vasi dell'organo trapiantato occludendolo
- Cronico (fibrosi)
entrano in gioco CD4+ --> citochine, macrofagi e fibroblasti (fibrosi)
reazione da ipersensibilità ritardata o cellulo-mediata (IV tipo)

Trapianto di Midollo osseo


Si esegue con infusione endovenosa di cellule staminali emopoietiche prelevate dal
midollo osseo.
Può essere sia autologo (cellule del midollo prelevate dallo stesso pz. In un momento di
remissione della malattia) che allogenico (cellule del midollo prelevate da un donatore
compatibile).
E' particolare perchè bisogna tener conto che tra le cellule del midollo trapiantate ci
sono i progenitori di cellule immunocompetenti in grado di riconoscere come estranee
le cellule dell'ospite e imbastire verso esse una reazione immune = Malattia sa reazione
del trapianto vrso l'ospite GVHD (se non compatibile al 100% vengono uccisi tutti i
linfociti in tutti gli organi.
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III TIPO : DA IMMUNOCOMPLESSI


Reazione tra antigeni solubili e relativi anticorpi --> formazione di immunocomplessi
solubili/insolubili (Gli IC sono dati dalla reazione tra antigeni solubili e relativi anticorpi e
possono essere solubili o insolubili).
Gli antigeni riconosciuti come estranei sono antigeni solubili nel sangue.
Target: piccoli vasi di relé, cuore, cute, articolazioni..
complesi immuni antigene-anticorpo (spesso in glomerulo --> glomerulonefriti da IC)
Fasi:
1. Ho processi infettivi che rilasciano ntigeni nel sangue --> molecola virus circolante
2. Malattia su base autoimmune --> molecola di ospite circolante
Manifestazioni patologiche: Malattia da siero
Artrite reumatoide
Fenomeno di Arthus, reazione flogistica a livello cutaneo per
azione lesiva di IC formati in individui iperimmuni --> inoculazione
per via sottocutanea di antigene reattivo con anticorpi presenti
nel sangue. --> edema e emorragie --> necrosi tissutale

IV TIPO : DA IPERSENSIBILITA' RITARDATA O CELLULO-MEDIATA


Chiamata così perchè le prime manifestazioni patologiche compaiono a distanza di non meno di
24h dal contatto con l'antigene.
Mediata da cellule (e non da anticorpi come le altre) --> linfociti CD4+ e macrofagi
Le citochine liberate dai linfociti attivati agiscono sui macrofagi, che possono danneggiare i
tessuti e sui fibroblasti che inducono la fibrosi.
Agenti scatenanti: farmaci, agenti chimici, batteri
Segni clinici : dermatite da contatto
rigetto dei trapianti
TIPO I TIPO IV
Produzione di anticorpi (IgE) Meccanismo Mediata da cellule (linfociti
Polarizzazione linfociti Th-II CD4+, macrofagi)
Polarizzazione Th-I

Proteine, farmaci, sostanze Agenti scatenanti Agenti chimici, farmaci,


prodotte da insetti batteri, muffe
(=Allergeni) (=molecole di piccole
dimensioni)

Dermatite atopica Segni clinici Dermatite da contatto


Asma Rigetto trapianti
Allergie a cibi
V TIPO
Gli anticorpi stimolano la cellula invece di determinare effetti citotossici
Morbo di F-B Graves – malattia autoimmune della tiroide --> ipertiroidismo, gozzo per eccessiva
sintesi di ormoni tiroidei
VII TIPO
Miastenia gravis – impedisce a Ach di legarsi al recettore, la trasmissione colinergica è
compromessa.
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AUTOIMMUNITA'
e' uno stato patologico nel quale viene persa la tolleranza verso il self e in cui alcune cellule
rispondono verso costituenti stessi dell'organismo. Questo grazie al sistema immunitario che
riconosce antigeni propri e innesca una reazione mediata dai linfociti B e T producendo
autoanticorpi che danneggiano un tessuto o un organo.
Come?
Normalmente i linfociti T, una volta arrivati immaturi nel timo ed esprimendo quindi entrambi i
due marcatori CD4+ e CD8+, si differenziano tramite:
1. selezione positiva --> solo quelli che riconoscono molecole di MHC con antigene
2. differenziazione dei linfociti T rimasti in CD4+ e CD8+
3. selezione negativa --> sopravvivono solo i linfociti T che non riconoscono gli antigeni
dell'ospite
Se in questo processo qualcosa va storto, ho la malattia autoimmune, che può essere:
– ORGANO-SPECIFICA
es.: tiroidite di Hashimoto
autoanticorpi contro antigeni di un solo organo
– SISTEMICA
es.: LES, artrite reumatoide
anticorpi contro autoantigeni ubiquitari
E' causata da:
Fattori genetici (particolari varianti di molecole MHC)
Fattori acquisiti (no legami a fattori genetici/forme sporadiche/predisposizione genetica -->
mimetismo molecolare = molecole patogene che assomigliano a molecole del'ospite, il corpo
produce quindi anticorpi per entrambe

es.: Morbo di Graves (contrario di tiroidite di Hashimoto) --> iperproduzione di ormoni tiroidei
--> ipertiroidismo
LES (Lupus Erimatoso Sistemico) --> formazione di IC --> nefrite, artrite..
Artrite reumatoide --> distruzione di cartilagine articolare e flogosi della sinoviale indotta
dalle risposte immuni --> flogosi di numerose articolazioni,
soprattutto le interfalangee
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EZIOLOGIA GENERALE
CAUSE delle malattie, si dividono in:
– Estrinseche o esogene, provengono dall'esterno dell'organismo
– Intrinseche o endogene, sono già dentro l'organismo

CAUSE ESTRINSECHE ESOGENE


1) CAUSE FISICHE
- TRAUMI : danno a un distretto dell'organismo raggiunto da un corpo in movimento O
organismo in movimento che raggiunge un corpo fermo
Possono essere:
1. Superficiali --> abrasione/escoriazione (cute)
contusione/ecchimosi (vasi nel derma)
ferita (sangue) --> interessata da fenomeni emostatici coagulativi e da
contrazione della ferita (retrazione dei margini)
2. Profondi --> volvolo (torsione del viscere)
pneumo-torace/pneumo-pericardio
emopericardio/emoperitoneo
commozione (spostamento organo da propria sede)/rottura
3. Shock traumatico --> se il trauma è molto intenso, il danno non è più solo locale
apparato cardiocircolatorio e SNC --> perdita conoscenza
abbassamento Psangue
- USTIONI : trasferimento di energia termica a un distretto delimitato dell'organismo, il
calore ha azione principalmente locale, ma può diventare anche sistemica. L'area colpita
deve avere una TC > 40°C
La gravità dell'ustione dipende da alcuni fattori, come l'estensione e la profondità, la
durata del contatto e la quantità di calore trasferito, i tessuti interessati (epitelio con
molto strato corneo è più resistente delle mucose ad esempio) e il livello di temperatura
raggiunto e il tipo di calore (umido>secco). La gravità viene espressa in gradi:
1° grado : vasodilatazione (alterazione funzionale)
coinvolge l'epidermide
manifestazione clinica – edema da vasodilatazione
istamina (risposta acuta infiammatoria)
ha carattere transitorio = si risolve in pochi giorni
2°grado : infiammazione (alterazione fumzionale)
coinvolge epidermide e derma
manifestazione clinica – flittene = essudato sieroso da processo infiammatorio
se si apre all'esterno --> possibili infezioni
3° grado : necrosi (alterazione funzionale)
coinvolge epidermide, derma e tessuti sottodermici
manifestazione clinica – necrosi tessuti e essiccamento --> croste
escara secca =
porzione in necrosi
delimitata da t.sano
4° grado : combustione (alterazione funzionale)
coinvolge epidermide, derma e tessuti sottodermici
manifestazione clinica – carbonizzazione = formazione ceneri dopo distr.tess.
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Regola del 9 : 9% importante | 18% grave | >27% gavissima


Effetti generali delle ustioni : febbre, disidratazione causata dalla formazione di
essudato, infezioni
Effetti tardivi delle ustioni : cicatrici retraenti, neoplasie, cheloidi (crescita anormale di
tessuto fibrotico)
- ELEVATA TC AMBENTALE : permanenza dell'organismo per un tempo prolungato a una
TC ambientale elevata
Colpo di sole --> insolazione, esposizione prolungata a raggi solari a capo scoperto
vengono alterate le meningi + ventricoli --> cefalea, alterazioni psichiche
morte
Colpo di calore --> alta TC + umidità alta (+ sforzi muscolari)
anche in locali chiusi, poco ventilati e umidi
--> sudorazione – perdita H2O e NaCl
aumento TC a 41-42°C
vasodilatazione
--> vertigini, convulsioni, perdita coscienza, coma
Acclimatamento = risposta omeostatica dell'organismo, adattamento a condizioni
ambientali precedentemente assenti
- BASSA TC : se per molto tempo = assideramento
Congelamento --> interessa inizialmente e prevalentemente le estremità del corpo,
avviene quando le cellule hanno una TC inferiore a 37°C (a 0°C si ha la formazione di
microcristalli intra ed extracellulari)
1° grado : gelone (cute)
eritema, arrossamento cutaneo
fasi --> 1. vasocostrizione – bianco
2. vasoparalisi – rosso
3. iperemia passiva – stasi sanguigna, rallentamento circolatorio
4. edema – accumulo linquidi in spazi interstiziali
5. cianosi – blu = poco O2, lesioni ischemiche
2° grado : flittene (essudato sieroso)
piede da trincea
3° grado : necrosi tissutale --> escara molle
4° grado : necrosi + processo infettivo
cancrena
Azione generale delle basse TC --> ipotermia : media (fino a 32°C) _ brividi, aumento FR
moderata (fino a 28°C) _ no dolore, cianosi
riduzione FC
grave (fino a 24°C) _ riduzione PA, perdita
coscienza
profonda (<24°C) _ morte
- PRESSIONE : variazioni di P di livello elevato e brusche
fenomeni di adattamento in soggiorni prolungati in alta montagna, es.: aumento
produzione di GR
Possibile formazione di Emboli, costituiti da materiale solido o liquido o gassoso derivati
da frammenti di un trombo, colesterolo, settici, gassosi..
Patologie da variazione della Patm:
Iperbaropatie --> immersione (Patm+PmassaH2O)
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causa: aumento della solubilità dei gas nell'aria inspirata (Legge di


Henry) = aumento quantità di azoto nel sangue = bolle d'aria (embolia
gassosa da azoto)
terapia : camere iperbariche
Ipobaropatie --> voli (riduzione della Patm – a causa di questa, si riduce la % di
saturazione dell'Hb nel sangue arterioso)
effetti a breve termine : iperventilazione, tachicardia --> alcalosi
respiratoria --> confusione, capogiri, nausea
effetti a lungo termine : dilatazione del letto capillare, eritropoiesi -->
aumento della viscosità del sangue --> insuff.
Cardiaca
Ipossia ipossica --> carenza di O2 nel sangue (dovuta a bassa pO2 alveolare), provoca
una grave sofferenza dei tessuti, l'O2 viene ceduto ai tessuti in minor
quantità.
Reazione dell'organismo:
aumento della frequenza e della profondità degli atti respiratori
(iperpnea),
aumento della frequenza delle sistoli cardiache (tachicardia)
= aumento della quantità di aria inspirata e i GR ripassano più
frequentemente a livello dei capillari polmonari (aumento della
viscosità del sangue --> insufficienza cardiaca)
Ipossia ischemica --> mancato apporto di sangue ai tessuti
ischemia --> necrosi
Ipossia citotossica (o isotossica) --> danneggiamento di enzimi mitocondriali che usano
l'O2 nella catena respiratoria
legame del CO con l'Hb = avvelenamento da CO e
cianuro
Ipossia anemica --> mancanza di livelli adeguati di Hb o GR
anemia falciforme, talassemie, emorragie

- CORRENTI ELETTRICHE : movimento di cariche elettriche attraverso il vuoto/materia


conduttori = corpi che consentono il passaggio di CE (coibenti/isolanti = il contrario)
elettroni/ioni trasportano CE --> continua, intensità=K
--> alternata, intensità varia nel tempo alternando le
polarità + e -
--> faradica o indotta, variazioni discontinue di polarità
La resistenza del corpo alla CE non è omogenea tra cellule (membrane cellulari per i
lipidi e cute) e organi (a una diminuzione di vascolarizzazione corrisponde un aumento
della resistenza). Abbiamo quindi diversi effetti lesivi sull'organismo, che possono
essere:
Termici --> Effetto Joule : danni a ingresso/uscita
Elettrochimici --> per corrente continua (che fa danni minori rispetto a quella alternata),
formazione di Hcl e H2SO4 (lesioni da acido con necrosi secca o
coagulativa) e di NaOH e KOH (necrosi umida)
Biologici --> stimolazione di funzioni fisiologiche esasperante, provoca contrazione dei
muscoli scheletrici=tetania, fibrillazione ventricolare, cessazione di attività
dei centri respiratori encefalici
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Corrente continua = lesioni di minor gravità sull'organismo


Corrente alternata = lesioni di maggior gravità sull'organismo
polarizzazione/depolarizzazione delle mebrane
--> la pericolosità è inversamente proporzionale alla frequenza

- RADIAZIONI : trasferimento di energia da un punto all'altro della materia, cedono loro


energia quando raggiungono il bersaglio, che la assorbe, MA se l'energia raggiunge una
certa soglia, induce alterazioni funzionali, biochimiche, strutturali.
Proteine e acidi nucleici sono i target biologici su cui hanno maggior capacità
penetrante.
Le radiazioni possono essere naturali o artificiali, ma anche:
Eccitanti --> se en.<10eV; 1e- è spostato da un'orbita più interna ad una più esterna,
passa quindi da minore a maggior energia = atomo instabile eccitato
- Infrarosse : effetto termico
- Rad.dello spettro visibile : modesto effetto patogeno
sono influenzabili dall'effetto fotodinamico
- Rad.ultraviolette (raggi UV) : penetranti, se vengono alterate causano
mutazioni del DNA, possono portare a
neoplasie
sono potenziabili dall'effetto fotodinamico
Iperproduzione di melanina
reazione infiammatoria = eritema, flittene
Per esposizioni di lunga durata possiamo avere anche:
Ipercheratosi = iperplasia, cheratosi (invecchiamento
cutaneo) di cell. dell'epidermide
Mutazioni del DNA --> cancerogenesi = carcinoma
spino e basocellulare da cheratinociti sup./prof.,
melanomi da melanociti
Ionizzanti --> se en.>10eV
espulsione di 1e- mentre l'atomo assume le caratteristiche di uno ione +
(ionizzazione primaria); se è molto carico, incontra altri atomi dopo essere
stato espulso e cede loro energia (ionizzazione secondaria)
Possono avere azione DIRETTA per diretto trasferimento di energia sulla
cellula, oppure INDIRETTA tramite le redox conseguenti alla ionizzazione
dell'H2O, modificazione molecolare provocata da radicali molto reattivi.
Effetti patogeni:
- e.somatici precoci, dosi molto elevate di rad.ion., "morte da raggi" se
assorbita una dose superiore a 600rad, es.: sindrome emopoietica,
gastrointestinale, cerebrale
- e.somatici tardivi, per esposizione ripetuta di basse dosi dei raggi X,
rischio di neoplasie, lesioni infiammatorie su cute (radiodermiti) o
gonadi (soppressa la gametogenesi), "tumori da radiazioni", apoptosi/
necrosi, es.: fibrosi polmonare, sterilità, malformazioni congenite
- azione sul DNA, mutazioni, rotture cromosomi durante mitosi/meiosi,
errori di distribuzione dei cromosomi durante mitosi/meiosi
Radiazioni corpuscolate : alfa, beta, neutroni, p+, e-, nucleo di He
Radiazioni elettromagnetiche : raggi X, gamma, cosmici
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Radiosensibilità
1. cell. emopoietiche del mid.osseo
2. cell.embrionali
3. epitelio germinativo
4. cell.epiteliali di intestino e polmone
5. cell.TC
6. cell SN
7. cell.muscolari

2) CAUSE CHIMICHE
- RADICALI LIBERI : e specie reattive all'O2, sono atomi con un elettrone spaiato
sull'orbitale più esterno, che sono dunque instabili e reattivi, tendono ad avviare
reazioni a catena. Sono uno dei meccanismi di danno cellulare più importanti.
O2- = specie reattiva dell'O2
le sorgenti dei radicali liberi possono essere esogene --> fumo, inquinamento (radiolisi di
H2O), radiazioni ionizzanti, oppure endogene --> redox, metabolismo ossidativo
mitocondriale, metabolismo enzimatico di sostanze chimiche esogene e farmaci
Azione sulle molecole biologiche:
acidi nucleici = rottura catene nucleotidiche --> mutazioni DNA
proteine = denaturazione
lipidi = rottura membrane
Specie reattive all'O2 = ROS
sono i radicali liberi a maggior diffusione
vengono prodotti a partire da infiammazioni per sbarazzarsi
di org.patogeni
hanno un ruolo in infiammazione (artrite), alcolismo e cirrosi
epatica
es.: O2- : anione superossido, ha un raggio d'azione limitato
danni a lipidi di membrana e DNA
.OH : radicale ossidrilico, il più reattivo, è prodotto dai
leucociti dall' H2O2 per distruggere i patogeni, MA se
in eccesso, provoca danni a membr.plasm., proteine,
acidi nucleici

- AGENTI TOSSICI : l'entità del danno dipende dalla quantità (dose)


Il danno può essere:
diffuso/generico - variazione pH, se lievi vengono rispòte dai sistemi tampone, (acidi
forti causano ustioni di III-IV grado su cute e mucose-> escare secche, basi forti causano
ustioni di III-IV grado su cute e mucosedenaturazione proteine-> escare molli);
denaturazione proteine; lisi cellulare --> detergenti; soluzione ipotonica --> lisi osmotica
cellulare
selettivo - ag.chimici alterano uno specifico costituente cellulare inducendovi riduzione
o perdita di funzione – veleni/tossici; hanno azione selettiva e attività misurabile;
alterazione di un costituente cellulare specifico;
dose soglia – al di sotto di questa non ho un effetto biologico
dose letale 50% - quantità minima che porta alla morte il 50% degli animali trattati
dose minima letale – quantità minima che porta alla morte di tutti gli animali trattati
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- ALTERAZIONI NUTRIZIONALI :
Carenza di Tiamina = il Beri-beri : confusione, deficit attenzione, atassia, apatia, coma,
alterazioni motorie e sensoriali
Carenza di Niacina = Pellagra : cefalea, perdita memoria, insonnia, aggressività, disturbi
psichici, demenza
Sindrome Carenziale Complessa : insufficiente crescita, apatia, irritabilità, anemia,
atrofia muscolare

3) PATOLOGIE DA AGENTI AMBIENTALI


attività agricole fertilizzanti, produzioni industriali di pesticidi --> intossicazioni acute e
croniche (fegato, rene, SNC, hanno azione mutagena e cancerogena, oltre che
teratogena)
es.: tossicità da metalli target SN e rene
Mercurio, tumori e ritardo
Cromo, cancro a prostata e polmone
Piombo – intossicazione acuta: riduzione attenzione, edema cerebrale+vomito,
convulsioni, coma
intossicazione cronica: ritardo, sindromi convulsive, anemia, disturbi
aggressivi del comp., effetti tossici su rene
gli estrogeno-mimetici : azione di alcune sostanze in grado di determinare azioni
fisiologiche analoghe a quelle degli estrogeni
ftalati e diossine --> anomalie tiroidee e in fertilità, differenziazione sessuale
elevata lipofilicità --> accumulo
interferenza endocrina

4) BIOTRASFORMAZIONI
difesa contro veleni (vomito, diarrea, emorragia, sist.tampone, anticorpi..) =
detossificazione --> sintesi protettive, prodotta dal fegato, modifica gruppi chimici di
varie sostanze per renderli idrosolubili e quindi eliminabili
possono essere anche protettive o letali, provocando la trasformazione in metaboliti più
tossici

CAUSE INTRINSECHE ENDOGENE


su base genetica
3 tipi di mutazioni:
1) M.GENICHE (puntiformi) _ alterano la funzione di un gene per sostituzione /delezione
/inserimento di coppie azotate di basi
submicroscopiche
2) M.CROMOSOMICHE _ variazioni nel numero/struttura dei cromosomi
malattia citogenica
rotture, delezioni, inversioni di frammenti
aneuploidie (mono-trisomia)
3) M.GENOMICHE_perdita/acquisto di assetti cromosomici (monoploidia, poliploidia)
dupicazione del nucleo senza divisione cellulare (cell.polinucleate)
replicazione dei cromosomi senza divisione del nucleo (poliploidia)
Inoltre, esistono anche mutazioni (spontanee o indotte da agenti mutageni) di:
Cellule SOMATICHE _ neoplasie = crescita incontrollata di un gruppo di cellule
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Cellule GERMINATIVE _ trasmissione ereditaria della mutazione, la quale può essere:


semiletale/disvitale, la riproduzione risulta difficile
sub-letale, non si arriva all'età riproduttiva
letale, morte fetale

es. di malattie:
MALATTIE MONOGENICHE e POLIGENICHE
--> trasmissione e malattia diendono da fattori ereditari (malattia del gene singolo, schizofrenia,
diabete mellito, epilessia) oppure ambientali (malattie infettive acute, TBC, cancro)
1. X-linked --> diaginiche
emofilia (riduzione della capacità coagulativa del sangue) = facili emorragie
distrofia di Duchenne (insuff.contrattile muscolatura striata)
favismo
emofilia
2. da mutazioni attivanti --> dominanti --> eccessiva/alterata produzione/funzione
Gaing of Function

neurofibromatosi, malattia del rene policistico, Corea di Huntington


3. da mutazioni inattivanti --> recessive --> mancata o ridotta produzione o perdita di
funzione : Loss of Function

L’alterazione genica puo portare alla formazione di una proteina alterata o a una
riduzione nella quantita del prodotto genico:
Malattie da gene singolo, come
A) Fenilchetonuria
malattia metabolica ereditaria recessiva di mutazione enzimatica
causa: alterazioni geniche che provocano carenza di fenilalanina (idrossilasi), la quale
non viene trasformata in tirosina e si accumula nei tessuti
nell'albinismo, assenza dell'enzima che trasforma la tirosina in un precursore della
melanina
Fenilalanina -----X-----> Tirosina => acido fenil-piruvico = ritardo, cresita ridotta, morte per
riduzione di adrenalina e melanina
Tirosina ----X----> Melanina

B) Anemia Falciforme (falcemia)


colpisce la proteina di trasporto Hb: mutaz.puntif. HbA --> HbS –deox.-->falcizzazione
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Emoglobina
Proteina di trasporto
4 subunità proteiche globulari, ognuna contiene 1 molecola di eme (4 eme) e 1 anello
porfirinico che circonda 1 ione di Ferro (4Fe2+), che si lega in maniera reversibile all'O2.
Conseguenze:
- trombosi dei piccoli vasi --> danno ischemico (milza, ossa, polmoni..)
- occlusioni micro-vascolari
- aumento dell'adesività di membrana
- emolisi milza
- fragilità ed emivita GR ridotta a 15gg, cambiamento morfologico dei GR
Complicanze:
Polmoni --> infarto, sindrome toracica acuta
Encefalo --> infarto cerebrale
Occhi --> cecità da occlusione dei piccoli vasi e retinopatia ischemica

C) Talassemia
legata alle proteine di trasporto, è una malattia ereditaria del sangue--> anemia -->
riduzione quantità di Hb
grande varietà di sindromi cliniche --> può essere sintomatica o meno, richiedere o meno
trasfusioni regolari, letale in utero o meno..

alfa-talassemia : crom.16, es.: portatore sano, malattia da HbH


beta-talassemia : crom.11, es.: talassemia major e minor

D) Fibrosi Cistica (mucoviscidosi)


Legata alle proteine di trasporto, molto comune (2-4% portatori), è autosomica recessiva
alterazioni polmonari (ostruzione vie respiratorie), fegato – ostruzione canalicoli biliari
--> cirrosi; pancreas (atrofia esocrino), app.riproduttore (infertilità)
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target: gh.esocrine, gastrointestinali, riproduttive e nelle vie respiratorie


--> effetti (resp.) : secrezioni mucose molto vischiose --> infezioni polmonari
ricorrenti --> infiammazione cronica
malformazioni congenite (4% mal.citogeniche, 20% mal.ered.)
Non disgiunzioni cromosomiche come
A) Malattie citogenetiche
aberrazioni cromosomiche --> alterazioni del cariotipo
- alt.quantitative: viene alterato il numero dei cromosomi
anomalie numeriche dei cromosomi sessuali
Sindrome di Turner X0-45X
piccola statura, ovaie piccole, rigonfiamento del collo
Sindrome di Klinefelter XXY
alta statura, atrofia testicolare, alti livelli di FSH e LH, dist.comportam.
Sindrome di Down trisomia 21 1/700
ipotonia, ritardo, difetti cardiaci congeniti
è un'anomalia numerica degli autosomi
- alt.qualitative: viene alterata la struttura dei cromosomi
non-disgiunzione cromosomica --> mancata separazione di 2 cromosomi
in mitosi/meiosi
ritardo anafasico --> ritardo di 1 crom.in mit/mei = resta fuori da nucleo

B) Malformazioni Congenite
cause: genetiche (ereditarie), citogenetiche (non ereditarie), estrinseche (chimiche,
fisiche, infettive) --> in gravidanza:
- Embrio e Fetopatie
1-3 mesi gest. e 4-9 mesi gest.
Cause --> infezioni da gestante (rosolia, morbillo, CMV)
ipossia del feto
endocrinopatie della madre (diabete-->macrosomia feto)
nutrizione della madre carente (acido folico --> spina bifida)
cause locali intrauterine (fibromi, nodi al cordone)
esposizione gestante a radiazioni (raggi X)
Sindrome di Torch : a seguito di infezioni della gestante tipo toxoplasmosi, rosolia..
nascite premature, ritardo intrauterino
ritardo, ittero, rash
Spina Bifida: difettosa chiusura del tubo neurale nella sua parte inferiore
cause – nutrizionali (acido folico), anomalie cromosomiche (trisomia 13-
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Patau, 18 – Edwards), iperglicemie da madre diabetica, piombo


grave: midollo fuoriesce --> in base a localizzazione variano i danni, si ha
comunque lesione del mid. e di terminaz. nervose a esso collegate
meno grave: nervi della vescica e sfinteri, causa complicazioni infettive di
apparato urinario e situazioni di incontinenza
Esiste una componente ereditaria, ma 95% B no.
Di solito non colpisce le facoltà mentali, MA possono esserci problemi di
attenzione/difficoltà in apprendimento.
Errori di sviluppo del canale vertebrale:
o disrafie = difetti di fusione degli abbozzi embrionali
- Meningocele: malf.congenita, mancata chiusura posteriore della colonna vertebrale
estroflessione di dura madre e aracnoide, erniazione delle meningi,
tumefazione sottocutanea
- Mielomeningocele: protrusione delle meningi e del midollo spinale stesso = MORTE

- Focomelia
ipoplasia
sviluppo incompleto di un organo (arto da foca)
malformazione congenita --> per assunzione teratogeno --> talidomide

MALATTIE EREDITARIE:
eziologia comune – sono tutte dovute a una/più alterazioni genoma = DNA = patrimonio
genetico dell'individuo =
MUTAZIONI – sono causate da agenti mutageni esogeni (radiazioni, ag.chimici) e endogeni
(radicali liberi)
possono essere:
- spontanee, se non se ne riesce ad individuare la causa
- prezigotiche, se preesistono alla formazione dello zigote e saranno presenti in tutte le cellule
dell'organismo e trasmesse da 1/entrambi i genitori --> familiarità, interessa più componenti
dello stesso ceppo familiare
- congenite, se presenti al momento della mascita con o senza sintomatologia
- teratogenetiche, se presenti alla nascita, ma derivanti da infezioni della madre spesso
causate da farmaci
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INFIAMMAZIONE (FLOGOSI)
L'INFIAMMAZIONE
Insieme delle modificazioni che si verificano in un distretto dell'organismo colpito da un danno
di intensità tale da non incidere sulla vitalità cellulare del distretto
Scopo della risposta infiammatoria è di reintegrare le condizioni di normalità riparando il
danno
Ogni volta che si ha un danno tissutale, indipendentemente dalla sua causa, si ha
una risposta infiammatoria generica, con reazione prevalentemente locale
Il danno può essere provocato da agenti fisici (traumi, radiazioni), chimici (acidi e
basi), biologici (virus e batteri) oppure da necrosi tissutale (infarto) o da neoplasie
maligne.

SEGNI CARDINALI DELL'INFIAMMAZIONE


sono i sintomi più importanti, le manifestazioni di un processo infiammatorio acuto
– CALOR
calore --> aumento della TC locale
– RUBOR
rossore --> vasodilatazione
– TUMOR
tumefazione --> gonfiore tissutale
– DOLOR
dolore --> indolenziomento
– FUNCTIO LAESA
perdita di funzione --> funzionalità del tessuto compromessa

Per poter avere i segni cardinali, devo poter produrre alcune sostanze che mi vadano ad
orchestrare l'infiammazione:
1. CITOCHINE
elementi che gestiscono la funzionalità di altre cellule attivandole o inibendole,
modulano il rilascio di altri mediatori chimici della flogosi
- Primarie: rilasciate all'inizio della risposta infiammatoria, ne gestiscono le fasi iniziali
IL-1
proinfiammatorie
- Secondarie: attivate sotto stimolo delle primarie, sono inibitorie delle primarie stesse
e, di conseguenza, della reazione flogistica --> spengono la risposta
infiammatoria
IL-10
antinfiammatorie
Possono avere effetto:
diretto (su endotelio, fibroblasti, leucociti, e reazioni di fase acuta tipo la febbre..) o
indiretto (tramite mediatori chimici)
2. CHEMOCHINE
3. MEDIATORI CHIMICI
sostanze chimiche che partecipano a processi infiammatori provocando effetti diversi su
vasi, cellule
Si classificano in base al tipo di azione svolta (mediatori vasoattivi, mediatori
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chemotattici..) e all'origine del mediatore (mc preformati, di nuova sintesi, di fase


fluida).
---> Mediatori chimici preformati: amine vasoattive
Istamina : rilasciata da granulociti basofili e mastociti
microcircolo, lavora sia sui capillari che a
livello delle arteriole e delle venule
induce rilassamento muscolatura art. e ven.
Vasodilatatore arteriole, aumento
immediato permeabilità vasale di cap.e ven.
Serotonina: rilasciata dalle piastrine e dai mastociti
vasodilatazione arteriole
---> Mediatori chimici di nuova sintesi: metaboliti dell'acido arachidonico
sono prodotti su richiesta
Prostaglandine : vasodilatatore, dura più di istam.
Dolore, febbre, aum. Permeab.
vasale
FANS
Leucotrieni : vaso ebroncocostrizione
chemotassi
NO : vasodilatazione interagendo con cell.musc.
liscia vascolare
---> Mediatori chimici di fase fluida: sostanze nel sangue in forma inattiva prodotte dal
fegato sotto stimolo delle citochine, poi si attivano
sono proteine plasmatiche che appartengono alle
chinine (prot.compl.)
(attivazione del fattore di Hageman:)
Bradichinina : vasodilatazione arteriosa
aumenta permeabilità
dolore
riass./contraz.musc.liscia vasi
broncocostrizione

Vasodilatazione --> Istamina, prostaglandine, ossido nitrico


Aumento della permeabilita --> Istamina, C3a, C5a, bradichinina, leucotrieni, PAF, ossido nitrico
Febbre --> IL-1, TNF, prostaglandine
Dolore --> Prostaglandine, bradichinina
ISTAMINA: vasodilatazione iniziale, ma col tempo le cellule diventano resistenti alla sua
azione, viene sintetizzata da granulociti basofili e mastociti
SEROTONINA: emivita breve, partecipa a flogosi ancora meno di istamina
CITOCHINE: molecole più efficaci per innesco e modulazione del processo infiammatorio, di
tipo 1 (hanno molte chemochine che richimano cell.NK, linfo TCD4+ e CD8+, macrofagi, flogosi
cronica; di tipo2 (attive sui granulociti e linfociti B, flogosi acuta)
OSSIDO NITRICO: si comporta da neurotrasmettitore nel SN, uccisione di molti microrganismi
MEDIATORI DI FASE FLUIDA: S. Del complemento e D. Delle chinine (indurre vasodilatazione e
contrazione muscolare liscia)
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ASPETTI GENERALI DELL'INFIAMMAZIONE


reazione dei vasi sanguigni a livello del MICROCIRCOLO: accumulo di liquidi e leucociti nei
tessuti extravascolari (= eventi vascolo-ematici)
reazione prevalentemente locale, ma con alcune manifestazioni sistemiche
è una risposta protettiva, ma a volte può essere potenzialmente dannosa
ed è strettamente intrecciata con il processo di riparazione
Si possono distinguere due forme di infezione:
– Acuta (angioflogosi)
– Cronica (istoflogosi)

INFIAMMAZIONE ACUTA (ANGIOFLOGOSI)


è un processo di risposta al danno dei tessuti vascolarizzati
scopo: recapitare materiali difensivi (cell. ematiche e liquidi) nella sede del danno
si svolge in corrispondenza del microcircolo, ha un brusco inizio e una risoluzione rapida

Modificazioni microcircolo in flogosi acuta


Ho lesione, a cui segue il rilascio di mediatori chimici vasoattivi, che causano la reazione
dell'organismo (in particolare le fasi 1 e 2, cioè dilatazione delle arteriole terminali, rilassamento
delle venule e apertura di nuovi capillari):
1. VASOCOSTRIZIONE
10-20 sec., no ruolo significativo
2. VASODILATAZIONE
per rilassamento di fibrocellule muscolari lisce sulla parete delle arteriole terminali
3. IPEREMIA ATTIVA
dipende dalla dilatazione della parete arteriolare--> consente un aumento dell'afflusso di
sangue (calor e rubor) nel microcircolo , che fa sì che:
aumenti la permeabilità vascolare
fuoriesca essudato (liquido ricco in proteine) in tessuti extravascolari
vi sia il cedimento degli sfinteri precapillari
aumenti la viscosità del sangue --> stasi circolatoria, causa l'avvicinamento dei leucociti
alla parete dei vasi
4. IPEREMIA PASSIVA
indotta dal rallentamento della velocità del sangue nel microcircolo a causa
dell'aumento della superficie del letto circolatorio (per cedimento degli sfinteri),
dell'aumento della viscosità del sangue e dell'aderenza dei leucociti alla parete
endoteliale
5. MIGRAZIONE LEUCOCITI (DIAPEDESI)
= fuoriuscita di leucociti dai vasi verso il compartimento extravascolare, dove vengono
richiamati tramite chemotassi
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Marginazione Rotolamento Adesione all'endot.attivato Diapedesi

6. FORMAZIONE DELL'ESSUDATO
in parte liquido (fuoriesce dai vasi provocando edema infiammatorio --> tumor) e in
parte solido (cellule)
7. FAGOCITOSI
dei detriti cellulari e dei microrganismi --> risoluzione/cronicizzazione

ESSUDATI
passaggio della parte liquida del plasma dal compartimento vascolare a quello interstiziale -->
edema infiammatorio
In base al tipo di essudato che fuoriesce o si forma, definisco diversi tipi di flogosi:
– Sierosa
bolle o flittene (ustioni lievi e TBC)
la fuoriuscita è mediata
– Siero-fibrinosa
– Fibrinosa
esce fibrinogeno, usato normalmente per produrre fibrina che favorisce la coagulazione
produzione di essudato fibrinoso, tipico ad esempio delle endocarditi
la fuoriuscita è mediata
– Catarrale o mucosa
– Purulenta
suppurativa --> causa meningiti encefaliche
la fuoriuscita è mediata
essudato=pus --> escono H2O, proteine, leucociti
Ascesso= raccolta localizzata di materiale purulento(pus) con neutrofili
alterati (piociti) e morti sospesi in un fluido prodotto dalla
degradazione dei tessuti circostanti per azione degli enzimi
neutrofili
indotto da batteri piogeni
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caratteriazzto da una regione centrale necrotica circondata da


neutrofili vitali e da una zona di proliferazione composta di cellule
parenchimali e fibroblasti
funzioni dell'essudato purulento: diluizione
formazione della fibrina per facilitare la coagulazione
generazione pH acido (5.3)
accumulo di anticorpi che facilitano la fagocitosi
drenaggio dell'essudato ai vasi linfatici --> linfonodi
--> risposta immunitaria tramite cellule T
– Emorragica
elevato contenuto proteico e cellulare con presenza di molte emazie
esce in maniera caotica, vaso si rompe
ho rottura della parete capillare
– Necrotico-emorragica
elevato contenuto proteico e cellulare con presenza di molte emazie e detriti cellulari
ho rottura della parete capillare
– Allergica
essudato ricco di eosinofili
la fuoriuscita è mediata
ESITI DELL'INFIAMMAZIONE ACUTA:
– Risoluzione, il tessuto torna allo stato iniziale
– Formazione di un ascesso --> fibrosi (accumulo t.conn.in tessuto --> collagene)
– Guarigione (rigenerazione, cicatrizzazione)
– Cronicizzazione, il processo infettivo non viene risolto, i neutrofil non eliminano l'agente
patogeno, ci sono infezioni persistenti, la presenza persistente di tossine, malattie
autoimmuni

INFIAMMAZIONE CRONICA (ISTOFLOGOSI)


infiammazione di durata prolungata (settimane, mesi) in cui procedono contemporaneamente
in parallelo tre aspetti:
– Infiammazione
– Distruzione del tessuto dovuta a infiammazione zB
– Tentativi di riparazione del tessuto
c'è una netta prevalenza di fenomeni tissutali
o sono croniche da subito, o sono acute che si sono trasformate in croniche a causa di:
una prograssiva riduzione dei fenomeni vascolo-ematici e della quantità di essudato
e la sostituzione dei neutrofili con linfo B e T, macrofagi e cell.NK

Ci sono due tipi di flogosi croniche:


1. I.C. NON GRANULOMATOSE (aspecifiche)
microrganismi poco virulenti/molto resistenti
allergie, malattie autoimmuni
danno da sostanze tossiche (es. alcool) al tessuto
prevalenza di linfociti e plasmacellule
2. I.C.GRANULOMATOSE (specifiche)
microrganismi o loro prodotti che sopravvivono o permangono nei fagolisosomi -->
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vengono fagocitati, ma non distrutti


materiale organico/inorganico
difetti ereditari
in esso l'infiltrato cellulare con prevalenza macrofagica forma strutture sferiche, i
granuli
formazione di granulomi

A loro volta, possono essere di due tipi:


- Immunologico
ad alto turnover = alto ricambio di macrofagi
es.: TBC, lebbra, sifilide
TBC
tubercolo ad anelli concentrici = granuloma
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- Da corpo estraneo
a basso turnover: limitata morte macrofagica, basso ricambio macrofagi
Penetrazione per via cutanea --> Talco, materiali per suture (catgut), fibre tessili,
schegge di legno o di metalli, spine di vegetali o di pesci, aculei di riccio di mare, olio,
paraffina, etc.
Patologie polmonari (Pneumoconiosi) da inalazione di materiali estranei --> granulomi
in polmoni
es.: Carbone (Antracosi, in t.linfoidi polmoni)
Silice (Silicosi, particelle fagocitate da macrofagi che vengono così uccisi)
Berillio (Berilliosi)
Asbesto (o Amianto) (Asbestosi, deposito fibre asbesto in polmoni)
- Difetti ereditari
Malattia granulomatosa cronica --> varie forme: x-linked, autosomiche recessive
mancata produzione di ROS da macrofagi e neutrofili --> incapacità di distruggere certi
patogeni (es. staph., candida) --> ricorrenti infezioni batteriche e fungine, granulomi in
varie parti del corpo (granuloma=neoformazione di natura infiammatoria con
abbondante proliferazione)

es. di processo infiammatorio cronico: ARTRITE REUMATOIDE


processo infiammatorio cronico che colpisce le articolazioni di tipo sinoviale, che sono
normalmente costituite da due zone:
– capsula, che circonda le terminazioni ossee
– membrana sinoviale, che delimita lo spazio in cui sta il liquido sinoviale
è composta da due tipi cellulari: macrofagi residenti e fibroblasti
e' causata da:
– suscettibilità genetica, che provoca la mancata tolleranza con un'attivazione non
regolata dei linfociti
– fattori ambientali (fumo), che provocano modifiche enzimatiche come la citrullinazione
Queste cause portano alla produzione di varie tipologie di autoanticorpi:
- regione Fc delle IgG (fattore reumatoide)
- proteine citrullinate, come il fibrinogeno e il collagene, che si depositano nelle articolazioni
Di conseguenza, il sistema immunitario si attiva per eliminare gli autoanticorpi:
- risposta infiammatoria della sinovia, che va in iperplasia e ipertrofia
- nella cartilagine si formano densi infiltrati infiammatori come linfociti CD4+, plasmacellule,
macrofagi, cellule dendritiche
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- neoangiogenesi
- formazione di essudato fibrino-purulento sulle superfici sinoviali e articolari con successiva
formazione del PANNO
distrugge la cartilagine periferica dell'articolazione
Conseguenze dell'infiammazione: formazione del panno, distruzione della cartilagine,
distruzione dell'osso ai bordi, fibrosi, anchilosi

INF. ACUTA INF.CRONICA


rubor, tumor, calor segni cardinali assenti
alterazioni vascolari
essudati essudati ridotti o assenti
cellule infiammatorie: neutrofili cellule infiammatorie: linfociti e macrofagi
no fibrosi fibrosi
--> neutrofilia ---> linfo-monocitosi

Ascesso Granuloma
granulociti neutrofili macrofagi e linfociti
essudato purulento immunitario o da corpo estraneo
EFFETTI SISTEMICI DEI PROCESSI INFETTIVI
1. REAZIONI DI FASE ACUTA
Febbre: innalzamento della temperatura di 1-4°C  IL-1 e TNF (citochine)
TC di riferimento = 37 gradi
--> sudorazione, vasodilatazione, brividi
Leucocitosi: innalzamento della conta leucocitaria (aumento del numero di leucociti nel
sangue)  indotta dalla liberazione di alcune citochine IL-1 e TNF: → stimolano il rilascio
di fattori di crescita emopoietici (es. IL-3) e inducono l'attivazione e la moltiplicazione
dei linfociti maturi  neutrofilia, linfocitosi, eosinofilia, basofilia, monocitosi
Proteine di fase acuta: proteine plasmatiche prodotte dal fegato quando stimolato dalle
proteine infiammatorie, utile per diagnosticare la presenza di processo infettivo e del
suo andamento
Altri effetti: aumento frequenza cardiaca e pressione arteriosa, brividi, sonnolenza, calo
dell’appetito, malessere.
VES: velocità di eritrosedimentazione, parametro di lab.
2. RIGENERAZIONE/RIPARAZIONE
Risoluzione/rigenerazione = ripristino della struttura normale
Organizzazione = formazione di cicatrice

Fasi del processo di riparazione (es.: ferite cutanee):


1. rottura vasi sanguigni
2. formazione coagulo
3. risposta infiammatoria (demolizione e rimozione detriti)
4. proliferazione cellule epiteliali
5. neoangiogenesi e formazione del tessuto di granulazione – proliferazione e
migrazione cell. endoteliali dei capillari
6. migrazione e proliferazione dei fibroblasti
7. sintesi di collagene e progressiva regressione dei vasi neoformati
8. formazione di t.conn.cicatriziale – il tessuto di granulazione viene sostituito dalla
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

cicatrice

Modalità di guarigione/cicatrizzazione:
- per prima intenzione
margini della ferita ravvicinati, poca perdita di tessuto, veloce a guarire, modesti livelli di
tessuto di granulazione, no contrazione della ferita
- per seconda intenzione
margini della ferita lontani, vistosa perdita tissutale, lenta a guarire --> si deve formare
molto più tessuto di granulazione, contrazione della ferita
Ai margini della lesione tissutale si instaura la reazione flogistica acuta per cui l'area lesionata viene invasa dai
fagociti, che inglobano e distruggono i detriti cellulari
Si forma il tessuto di granulazione --> endoteliociti in proliferazione che provengono da capillari ancora
integri --> cordoni solidi che gradualmente lumificano (vi passa sangue)
Proliferazione dei fibroblasti = guarigione ferita

Complicanze nella guarigione delle ferite:


- Infezioni --> entrano microrganismi (clostridi, cocchi piogeni)
- Deiscenza = riapertura spontanea ferita indotta da sforzi
- formazione del Cheloide = crescita anormale del tessto fibrotico e del t. Connettivo
Eccessi di riparazione: la fibrosi
= aumento del connettivo interstiziale nel tessuto o nell'organo
stimolo persistente --> attivazione macrofagi e linfociti ---> aumento sintesi collagene
(inf. cronica) ---> diminuzione degradazione
collagene

FIBROSI

Non tutte le cellule rispondono allo stesso modo a processi di riparazione!


- cell. LABILI
hanno attività moltiplicativa continua --> cell. morte vengono sostituite rapidamente
- cell. STABILI
sono in grado di moltiplicarsi in certe situazioni, normalmente non lo fanno
hanno vita lunga, si trovano nel parenchima ghiandolare di fegato e rene e nel t.connettivo
soggette a iperplasia rigenerativa --> no rgenerazione, ma no buco
- cell. PERENNI
non si riproducono mai, la loro perdita è irreparabile
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

PATOLOGIA CELLULARE
DISTURBI DELLA CRESCITA CELLULARE
iperalimentazione

aumento richiesta funz. Stress persiste ---> adattamento (dis-metaplasia...)


STRESS
aumento stim. Ormonale rimozione stress ---> cell.normale

danno reversibile cell. lieve


grave ------> irreversibile ------> morte cellulare

Cambiamenti caratteristiche di crescita della cell.


GRANDEZZA NUMERO DEL DIFFERENZIAMENTO
atrofia involuzione (ipoplasia) metaplasia
ipo/ipertrofia iperplasia

---> coinvolgono un solo organo (DISTRETTUALI) e sono REVERSIBILI


ATROFIA o IPOTROFIA
riduzione di grandezza della cellula
per riduzione della richiesta funzionale dovuta a: disuso, mancanza di nutrimento,
denervazione, invecchiamento, riduzione dell'apporto ematico, mancanza di stimolazione
endocrina
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

IPERTROFIA e IPERPLASIA
aumento della grandezza cellulare e dell'organo e aumento del numero delle cellule
per aumento della richiesta funzionale dovuta a: aumento della domanda di lavoro, domanda
metabolica, eccesso di stimolazione endocrina, danno tissutale persistente
– IPERTROFIA
fisiologica e patologica:
a) aumentata richiesta funzionale
cell. musc. E cardiache per aumentato carico di lavoro
b) stimolo ormonale
cell.epit.mammella in allattamento (ipertrofia e plasia)
fibrocell.musc.lisce utero in gravidanza (ipertrofia e plasia)

es.: Ipertrofia Cardiaca Compensatoria


ipertrofia di uno dei ventricoli del cuore dovuta a:
- difetti valvolari, es.: stenosi valvola aortica
- ipertensione
- lavori pesanti/att. Agonistica
Provoca ---> aumento dimensioni, miofibrille, prot.contrattili, volume nucleare, DNA

– IPERPLASIA
Fisiologica:
a) ormonale
ep.gh.mammella, cell.musc.lisce utero
b)compensatoria
dopo danno/parziale asportazione tessuto o organo (fegato)
Patologica:
a) eccessiva stimolazione ormonale
es.: endometrio, prostata
b) azione di fattori di crescita
es.: t.conn. nei processi di guarigione delle ferite = cheloide

es.: Iperplasia delle corde vocali


- Noduli
bilaterali, simmetrici
abuso cronico delle voce (bimbi e adulti)
- Polipi
monolaterale
uso intenso della voce, lesioni acute (solo adulti)
reflusso gastroesofageo, inalazione cronica di agenti irritanti (fumo..)

METAPLASIA
cambio di differenziamento: modificazione reversibile in cui un tipo cellulare differenziato viene
sostituito da un altro tipo cellulare differenziato
è una sostituzione adattiva
Riprogrammazione di cellule staminali presenti nei tessuti normali o di cellule mesenchimali
indifferenziate del tessuto connettivo sotto l’azione di citochine, fattori di crescita, componenti
della matrice extracellulare
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

es.: ep.cilindrico ---> ep.squamoso (app.resp. per stimoli irritanti cronici come il fumo)
ep.squamoso ---> ep.cilindrico (esofago per reflusso acido gastrico)

DISPLASIA
alterazione dell'architettura tissutale e cellulare
sviluppo o crescita anormale di cellule adulte che risultano alterate in dimensioni, forma,
organizzazione (atipia). In alcuni casi possono progredire verso la trasformazione neoplastica
Cause: esposizione ad agenti chimici (mucosa gastrica), fisici (epidermide radiazioni), biologici
(ep.cervice)
---> Possibile condizione precancerosa!!

es.: Alterazioni dell’epitelio delle cervice uterina di incerta origine e suscettibili a


trasformazione neoplastica indicate con il termine di carcinoma in situ (carcinoma
intraepiteliale che non supera la membrana basale)
a) Asintomatica e non invasiva per molto tempo →puo diventare invasivo (supera la
membrana basale)
b) Diagnosi precoce lesioni pre-cancerose (Pap-Test) →asportazione completa →guarigione

DANNO CELLULARE E MORTE CELLULARE


Cell.normale
STIMOLO
STRESS DANNOSO

Adattamento no adattamento Danno reversibile ---> Irreversibile ---> Morte

DANNO CELLULARE
Cause: carenza di ossigeno (ipossia)
agenti fisici (traumi, TC estreme)
agenti chimici e farmaci (tossici e veleni)
alterazioni genetiche (anomalie cromosomiche)
squilibri nutrizionali
Target di danno: componenti essenziali delle cellule, ne altera funzionalmente e
biochimicamente i mitocondri, la membrana cellulare, la sintesi proteica, il citoscheletro, il DNA

Danno sub-letale e anormalità strutturali reversibili: i processi degenerativi cellulari


1. RIGONFIAMENTO TORBIDO e DEGENERAZIONE IDROPICA o vacuolare (ISCHEMIA)
per caduta di produzione di ATP mitocondriale
Na+ e H2O entrano nelle cellule per insufficienza alla pompa sodio-potassio
cellula gonfia, anche organuli --> danno irreversibile --> necrosi
2. DEGENERAZIONE IALINA
accumulo di proteine non smaltite:
- negli epatociti danneggiati (alcolismo cronico)
- riassorbimento nelle cell.tumorali renali di eccessive proteine perse in filtrato renale
3. DEGENERAZIONE GRASSA (STEATOSI)
accumulo intrecellulare di lipidi (trigliceridi), sia di provenienza endogena che esogena,
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nel rene, miocardio, fegato


4. TESAURISMOSI o MALATTIE DA ACCUMULO
malattie lisosomiali come la glicogenosi/mucopolisaccaridosi/lipidosi
malattie autosomiche recessive
trasmissione ereditaria --> deficienza enzimatica lisosomiale
Danno cellulare reversibile
– Alterazioni membrana citoplasmatica (blebs)
– Modificazioni mitocondriali (rigonfiamento, formazione corpi densi)
– dilatazione del reticolo endoplasmatico
– Alterazioni nucleari
– Processi degenerativi
Danno cellulare irreversibile
– Incapacita di rendere reversibile il danno mitocondriale
– Instaurarsi di alterazioni nella funzionalita di membrana

MORTE CELLULARE
Necrosi
morte cellulare accidentale per severi insulti lesivi (traumi, anossia, ag.chimici e fisici, tossici..)
e' associata al processo infiammatorio
per effetto della necrosi sono messi in circolo materiali intracellulari (importanti per diagnosi di
sede, entità, cronologia necrosi)
Tipi di necrosi:
– COAGULATIVA (infarto miocardio)
tessuto denaturato, più resistente
– COLLIQUATIVA (ischemia SN, infezioni batteriche)
tessuto idrolizzato, liquefatto
– CASEOSA (TBC)
tessuto necrotico morbido e bianco

Apoptosi
morte cellulare programmata
non associata a processo infiammatorio
cause ---> Fisiologiche : sviluppo, diminuito stimolo ormonale (gh.mammaria)
---> Patologiche : infettive (virus), genotossiche (DNA danneggiato), neoplastiche,
degenerative (Parkinson)
Fasi:
1. SEGNALAZIONE/INDUZIONE
informazioni da diverse vie integrate per giungere alla decisione con enzimi di far morire
la cellula
sintesi di enzimi che determinano la dissoluzione delle cellule senza che si manifestino
alterazioni strutturali
[via intrinseca: danno radiazioni radicali.. + no fattori di crescita o ormoni]
[via estrinseca: linfo Tc, interazione recettore-ligando]
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2. ESECUZIONE
proteasi causano alterazioni strutturali, la cellula si riduce di volume, la cromatina si
condensa --> gli organuli cellulari restano normali al contrario della necrosi
le cellule perdono specializzazioni di superficie e giunzioni
DNA laddering = cromos.frammentati in singoli frammenti nucleosomici
3. DEGRADAZIONE
le cellule si dividono in frammenti (chiamati corpi apoptotici), esattamente come il
nucleo
ogni frammento contiene mitocondri vitali e organuli intatti, MA cambio del contenuto
lipidico della membrana
dura pochi minuti
4. FAGOCITOSI
corpi apoptotici vengono riconosciuti dalle cellule vicine, che li fagocitano e degradano
(macrofagi)

Disregolazione apoptosi --> patologie associate a difetto apoptosi + aumentata sopravvivenza


cellulare: cancro, mal.autoimmuni
--> patologie da aumentata apoptosi + eccessiva morte cellulare: mal.
neurodegenerative

NEOPLASIE
MALATTIE NEOPLASTICHE
Popolazione di cell. somatiche che ha preso origine da una sola cellula che ha subito una serie
sequenziale di mutazioni trasmissibili alla progenie. Per questo le malattie neopastiche sono
considerabili delle lesioni clonali.
Effetti primari delle mutazioni cancerogene:
– autonomia moltiplicativa
– riduzione/perdita della capacità differenziativa
– riduzione/perdita della capacità di andare in apoptosi = aumento della massa neoplastica
Tutti i vari citotipi presenti nell'organismo possono andare incontro a trasformazione
neoplastica quando hanno accumulato nel loro genoma un certo numero di mutazioni a carico
di determinati geni. Ciò significa che non esiste un solo tipo di tumore, ma molti tipi e non solo
perchè numerosi sono i citotipi presenti nell'organismo, ma anche perchè da caso a caso
possono variare l'intensità e la localizzazione del danno genomico.

TUMORI
"tumefazioni", massa rilevata e dall'aspetto macroscopico sul sito anatomico di origine
Hanno due componenti di base:
- un parenchima formato da cell.neoplastiche/trasformate, è la parte proliferante che
determina il comportamento dei tumori e le loro conseguenze
- uno stroma di sostegno formato da t.connettivo e vasi, che hanno un ruolo critico per la
crescita e l'evoluzione dei tumori.
In base alle caratteristiche morfologiche delle cellule e alle modalità di
accrescimento/comportamento verso i tessuti limitrofi, possono classificarsi in:
– BENIGNI
Mantengono la struttura del tessuto di origine, MA hanno autonomia moltiplicativa
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Il loro sviluppo è espansivo (comprimono le cellule vicine senza però disintegrarle)


Velocità di crescita lenta e progressiva, può arrestarsi
no metastasi, no recidiva se asportati
es.: tumori del t.connettivo (-oma, fibroma, osteoma..)
tumori epiteliali (classificaz. Più complessa, polipo e papilloma per gli ep. Di
rivestimento, adenomi per gli ep.ghiandolari)
– MALIGNI
Sono poco differenziati e le cellule vengono prodotte in modo abnorme andando ad
infiltrare il tessuto normale. Con la loro invasività locale, distruggono le cellule del
tessuto e vi si sostituiscono (invasività neoplastica)
Atipia morfologica: le loro cellule sono morfologicamente e funzionalmente diverse da
quelle normali, sono cellule polimorfe = non uniformi in forma e dimensioni, soprattutto
per quanto riguarda nucleo e organuli.
Anaplasia = mitosi atipiche, cellule tumorali giganti, pleomorfismo cellulare e nucleare
Velocità di crescita irregolare
Provocano cachessia = progressivo e rapido decadimento dell'organismo per
produzione di alcune citochine tumorali
si metastasi (possibili emboli neoplastici), si recidiva
es.: tumori del t.connettivo (-sarcoma, fibrosarcoma..)
tumori dei t. Epiteliali (-carcinoma, -adenocarcinoma)
teratomi (da cell.totipotenti, soprattutto in gonadi,placenta, t.embrionali, B e M)

L'incidenza di un tumore è influenzata da: fattori geografici/ambientali (industrie, alimentaz.)


età, sesso (M: resp/dig/linfomi, F: tiroide, ripro, mam)
predisposizione genetica (tumori familiari)

Cause dei tumori: Esogene 80% - agenti cancerogeni (chimici, radiazioni, virus oncogeni)
Endogene 20% - mutazioni trasmesse da genitori a prole, errori di
duplicazione del DNA

TUMORI DEI TESSUTI EMOLINFOPOIETICI:


– LEUCEMIE (originano da cell. staminali del midollo osseo)
Errori cellulari che portano alla formazione del tumore: abnorme proliferazione
cellulare, blocco maturativo delle cellule staminali che provoca l'arresto della
differenziazione in una tappa che precede quella terminale, con conseguente accumulo
nel midollo e passaggio nel sangue di elementi immaturi che non possono esercitare la
loro funzione.
Forme acute, in cui la cell stam. Subisce blocco maturativo in fasi molto precoci/croniche
Linfoidi, derivano da trasformazione neoplastica di un progenitore deiLinfo B e
T/mieloidi, classificate sulla base della linea di differenziazione _ monocitica,
granulocitica../eritroleucemie, originano per trasformazione neoplastica di un
progenitore della linea eritroide
– LINFOMI (originano dai linfociti maturi)
Linfomi tipo Hodgkin, caratterizzati dalla presenza di cell. multinucleate, o non Hodgkin
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

GRADING
livello di differenziazione delle cellule tumorali (da I a IV)
si può apprezzare tramite esame istologico
I – cellule molto differenziate
IV – cellule indifferenziate
X – grado di differenziazione cellulare non definibile
----> rispetto allo "stadio clinico" ha minor valore prognostico
estensione della diffusione del cancro nel pz.
Sistema di classificazione tumorale
= SISTEMA TNM
prende in considerazione:
T – dimensioni del tumore primario
N – stato dei linfonodi regionali
M – assenza/presenza di metastasi
alle lettere si aggiungono poi dei numeri:
T – 1-2-3-4 : aumento graduale dimensioni o estensione locale del tumore
N – 0-1-2-3 : grado di coinvolgimento linfonodale
M – 0-1-x : no metastasi, si metastasi, boh metastasi

PROCESSO DI CANCEROGENESI
Processo multifasico:
1. INIZIAZIONE
_________________________________________________________Patologia Generale – A.Corti

una cellula normale subisce mutazioni per azione di un agente cancerogeno, che la
trasforma in una cellula neoplastica latente (cell. iniziata), che sopravvive per un certo
tempo senza moltiplicarsi --> lesione preneoplastica = les. Permanente del DNA
2. PROMOZIONE
la cell. iniziata neoplastica si moltiplica per ulteriori azioni dello stesso agente
cancerogeno o di agenti promoventi, creando una vera e propria popolazione di cellule
neoplastiche (alcune delle quali subiscono ulteriori mutazioni = eterogeneità cellulare)
Comparsa di tumore clinicamente evidente (clone preneoplastico)
3. PROGRESSIONE
ulteriore accumulo di mutazioni (tra cui quelle che fanno acquisire il fenotipo
metastatico) nel genoma di alcune cellule tumorali che possono prendere il sopravvento
rirpoduttivo ---> nel tumore aumenta la % di cell. con notevole aggressività
può avvenire anche in assenza di ulteriori stimolazioni da parte degli ag. cancerogeni.

AGENTI CANCEROGENI
La maggior parte dei cancerogeni ha attività genotossica = danneggia il DNA
genotossico /= cancerogeno
I cancerogeni sono sostanze che inducono la comparsa di tumori maligni. Agiscono come
tossici da sommazione, cioè divengono biologicamente efficienti solo quando la dose assorbita
ha raggiunto un valore critico attraverso la somma di piccole dosi frazionate nel tempo.

Posso definire gli agenti cancerogeni sulla base dei loro EFFETTI sulle cellule come:
– agenti inizianti (provocano alterazioni irreversibili del DNA cell)
– agenti promoventi o cocancerogeni (inducono stimoli alla proliferazione)
– cancerogeni completi (provocano danno al DNA e inducono proliferazione)
= possono dare da soli il tumore!
es.: ROS prodotti nel processo infiammatorio cronico = possibili agenti inizianti endogeni
Steroidi sessuali = possibili agenti promoventi endogeni in tumore a prostata, mammella ed
endometrio
Posso invece definire gli agenti cancerogeni sulla base dei loro MECCANISMI D'AZIONE come:
– diretti (interagiscono direttamente con il DNA)
– indiretti o procancerogeni (diventano cancerogeni in seguito ad attivazione metabolica)

PRECANCEROSI (LESIONI PRENEOPLASTICHE)


alterazioni del tessuto che progrediscono allo sviluppo del tumore e ne precedono la comparsa
es.: displasia – molte cell.anormali
carcinoma – cell. mutate --> maligne
cirrosi epatica per il fegato può essere condizione precancerosa

EVOLUZIONE CANCRO:
1. Precancerosi
molte cellule mostrano anormalità varie
es.: displasia
2. Una cell. subisce una trasformazione maligna
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es.: proliferazione monoclonale


3. Carcinoma
le cell non maligne circostanti vengono rimpiazzate da quelle maligne
ulteriori mutazioni --> eterogeneità cellulare

BASI MOLECOLARI DEI TUMORI:


Danno genetico = fulcro della cancerogenesi
esistono 2 classi di geni regolatori (principali bersagli dei danni genetici):
1. i protooncogeni
2. i geni oncosoppressori

I PROTO ONCOGENI (oncogeni)


promuovono la crescita
codificano per proteine coinvolte in moltiplicazione e differenziamento cellulare
mutazione attivante dominante che ha come effetto quello di produrre il prodotto in eccesso o
in difetto oppure di produrne uno alterato che svolge la sua funzione in modo abnorme.
(perdita di controllo, crescita cellulare per danno genetico).
vengono alterati fattori di crescita, trasduzione del segnale e apoptosi, regolazione della
trascrizione..

I GENI ONCOSOPPRESSORI (antioncogeni)


inibiscono la crescita
codificano per proteine che frenano la moltiplicazione cellulare
mutazione inattivante recessiva che ha come effetto quello di creare un prodotto mancante o
inattivo
I geni in questione sono di due tipi:
– geni gate keepers
controllano l'ingresso e l'avanzamento delle cellule nel ciclo cellulare
– geni care takers
meccanismi di riparazione ai danni del DNA
p53 – il guardiano del genoma
bersaglio più comune delle alterazioni genetiche nei tumori umani (>50%)
mutazioni somatiche (omozigosi), è rara l'ereditarietà di uno dei due alleli mutati
(Sindrome di Li-Fraumeni)

L'aumento cellulare della neoplasia deriva dall'aumento della proliferazione e dalla riduzione
della capacità cellulare di andare in apoptosi (dovuta a mutazione)

La resistenza ai farmaci chemioterapici compare nelle cellule neoplastiche nel corso della
terapia ed è legata al fatto che molti farmaci inducono apoptosi

ALTERAZIONI NELLA FISIOLOGIA DELLA CELLULATUMORALE CHE DEFINISCONO IL FENOTIPO


MALIGNO
Mutazioni in geni che regolano queste alterazioni sono osservate in ogni tumore
1. Autosufficienza dei segnali di crescita
2. Insensibilita ai segnali di inibizione della crescita
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3. Evasione dall’apoptosi
4. Deficit della riparazione del DNA
5. Potenziale replicativo illimitato
6. Angiogenesi protratta
7. Capacita di invasione e di formare metastasi
8. Mascheramento degli antigeni che lo protegge dalla risposta immunitaria (e rigetto)

INVASIVITA' NEOPLASTICA
caratteristica dei tumori maligni
invasione della matrice extracellulare :
1. ridotta adesività omotipica
2. aumento espressione proteine per l'adesione (integrine)
3. le cell. tumorali secernono proteasi la cui attività viene regolata dalle antiproteasi
(TIMP)
4. nasce un varco nel connettivo che consente l'avanzata delle cellule tumorali

ANGIOGENESI TUMORALE
Cellule maligne che hanno acquisito la capacità di secernere sostanze per indurre la
proliferazione dei capillari e rifornirsi meglio di O2 e nutrimento
E' mediata da una serie di sostanze angiogenetiche (prodotte anche nei tessuti normali) ad
esempio citochine
Esistono anche sostanze angiostatiche = capaci di fermare la formazione di nuovi vasi.
Con la progressione della neoplasia, diventa più facile che le cellule perdano proteine
importanti come le molecole di adesione alle cellula circostanti --> le cell. tumorali acquistano la
capacitàdi muoversi e, eventualmente, di viaggiare per tutto l'organismo (digerendo la parete
dei vasi e infiltrando i tessuti connettivi) --->spostandosi in altre parti dell’organismo, le cellule
tumorali possono fermarsi in altri tessuti ed organi, dove possono riprendere a proliferare ---> si
formano tumori secondari (derivati da quello primitivo), che prendono il nome di metastasi
------> per ragioni anatomiche e biochimiche, le metastasi si formano in posizionidiverse a seconda del tipo e della
posizione del tumore primitivo; spesso sono proprio le metastasi che provocano la sintomatologia più grave nel
paziente
Metastasi = autotrapianto spontaneo di cell. neoplastiche che si distaccano dal tumore
primitivo e raggiungono siti distanti da quello dove ha sede il primitivo formando t. Secondari.

VIE DI DISSEMINAZIONE METASTATICA


1. Via Linfatica
la più comune
prevalentemente seguita dai carcinomi (anche i sarcomi la usano), consente loro di
raggiungere i linfonodi regionali
2. Via Ematica
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prevalentemente seguita dai sarcomi (e in minima parte anche dai carcinomi)


Tipi:
"PORTA" – tum. Dei distretti tributari della v. Porta fegato
"CAVA" – vene cave polmoni
"POLMONE" – a partenza dai polmoni, vanno a cuore, poi circolazione generale
3. Via Trans-celomatica
tumori di organi ricoperti da tuniche sierose che si trovano in cavità peritoneale, pelvica
e nel sacco pericardico
4. Per contatto tra organi
5. Via Canalicolare (per contiguità)
via seguita dalle cell. di tum. In ghiandole con dotto escretore
es.: tubuli renali --> uretere --> vescica

LOCALIZZAZIONE DELLE METASTASI


– in sede anatomica del tumore primitivo
– si sposta per presenza di altri fattori ---> quantità di sangue ricevuta e condizione vasi
---> gradienti di chemochine dall'organo bersaglio
---> tipo di mol. Di adesione espresse dal cell. tum.
---> permessività del t. Bersaglio
es.: carcinoma prostatico --> osso
carcinomi broncogeni --> surreni e SN
neuroblastomi --> fegato ed ossa

SINDROMI PARANEOPLASTICHE
[1.] Spesso i sintomi clinici piu rilevanti di una neoplasia maligna sono alterazioni non
direttamente riferibili alla crescita, infiltrazione e metastasi del tumore.
Il piu delle volte si tratta di sintomi provocati da una anormale secrezione di ormoni prodotti
[2.] da una ghiandola endocrina colpita da neoplasia, oppure
[3.] dalla neoplasia stessa (tum. del polmone che comincia a secernere grosse quantita di
ACTH).
Inoltre, sia i tumori benigni che maligni, possono essere causa di:
- localizzazione e lesioni di strutture adiacenti
- emorragie ed infezioni secondarie (ulcere da tumore)
- sintomatologia acuta da rottura o ischemia

[1.] Effetti locali:


adenoma dell’ipofisi  benigno, non produce ormoni, ma l’accrescimento espansivo può
distruggere il resto dell’ipofisi e dare ipopituitarismo (insufficienza endocrina)
tumori intestino  ostruzioni
tumori intracranici (es. meningioma)  aumento pressione intracranica
adenoma benigno beta cellule  produzione insulina  ipoglicemia fatale
neoplasie intestino e tratto urinario  ulcerazioni, emorragie  sangue nelle feci o nelle urine
[2.] Cachessia neoplastica:
- progressiva perdita di tessuto adiposo con diminuzione di peso
- profonda astenia
- anoressia
- anemia
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[3.] Sindromi paraneoplastiche:


- Endocrine (es. Sindrome di Cushing)
- Non endocrine:
– nervose (neuropatie) e muscolari (miopatie)
– dermatologiche
– alterazioni ossee, articolari e dei tessuti molli
– alterazioni vascolari ed ematologiche

ATEROSCLEROSI
Malattia progressiva dei vasi arteriosi di medio e grosso calibro --> ispessimento della tonaca
intima dei vasi
Sedi più frequenti: aorta addominale, arterie iliache | coronarie | aorta toracica, arterie femorali
e poplitee | carotidi interne | arterie vertebrali, basilari, cerebrale media
Fattori di rischio:
aumento dei livelli di LDL e conseguente diminuzione dei livelli di HDL e uso di colesterolo
– Maggiori
non modificabili --> aumento dell'età, maschio, anomalie genetiche, storia familiare
potenzialmente controllabili --> ipertensione, diabete, fumo
– Minori, incerti, non quantificabili
obesità e inattività fisica, stress, carenza di estrogeni post-menopausale, carboidrati,
alcool, ridotto apporto di AG insaturi
Attivazione endoteliale: stato basale
superficie non adesiva, nè trombogenica | normotensione e flusso
laminare
stato attivato
espressione di fattori pro-coagulanti/pro-infiammatori | stimoli
meccanici, chimici e infiammatori
Fasi di formazione della placca aterosclerotica:
1. Sulla tonaca intima di un'arteria compaiono delle cellule schiumose --> stria lipidica
2. Formazione di cristalli di colesterolo da cellule schiumose --> ateroma non complicato
3. Migrazione del muscolo liscio verso cellule schiumose e sviluppo di un cappuccio fibroso
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di collagene

--> riduzione del flusso, trombosi (fissurazione/rottura della placca), embolia, emorragia intra-
placca, dilatazione aneurismatica

LESSICO VARIO
Infiammazione purulenta : la presenza del pus domina il quadro
Ascesso : raccolta di pus (essudato purulento) in una cavità neoformata (= si è venuta a
formare nel tessuto a seguito del processo infiammatorio)
Empiema : il pus si raccoglie all'interno di un organo cavo (es. colecisti..)
Versamento infiammatorio : raccolta di essudato in una cavità celomatica (peritoneo,
pericardio, pleura)
Flemmone : la raccolta si sviluppa negli interstizi di un tessuto e si estende a più strutture
Foruncolo : pus in un annesso pilo-sebaceo
Fistola : ulcerazione della cute o di una mucosa (con formazione di un canale) che consente la
fuoriuscita del contenuto di un ascesso
Organismo reattivo : i meccanismi di difesa dell'immunità specifica sono molto efficienti contro
l'agente patogeno
recettivo : subisce le conseguenze dell'agente patogeno
refrattario : non subisce conseguenze dell'agente patogeno perchè geneticamente
incapace di contrarre una determinata malattia (es.: uomo non si può
ammalare di cimurro che colpisce il cane)
resistente : è potenzialmente suscettibile all'agente patogeno, ma ha poteri di
difesa aspecifici dell'immunità naturale che bloccano il patogeno dal
primo momento
Patogenesi : meccanismi responsabili della comparsa di malattie innescati da agenti eziologici e
direttamente responsabili della comparsa di manifestazioni patogene
Formula leucocitaria: ripartizione numerica percentuale dei vari tipi di leucociti: 69% , 21%, 5%,
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4.5%, 0.5% (NLMEB)


Agenesia/Aplasia: completa assenza di un organo e del suo abbozzo (arresto o mancato
sviluppo di un organo)
Atresia : mancata canalizzazione di un organo cavo (trachea, intestino..)
Disrafia: difetto di fusione di abbozzi embrionali (spina bifida)
Displasia: anormale organizzazione del tessuto
Difetto di involuzione: persistenza di strutture embrionali tamporanee che normalmente
andrebbero incontro a involuzione
Ipoplasia: sviluppo incompleto di un organo per ridotto numero di cellule (focomelia)
Iperplasia: aumentato sviluppo di un organo per aumento del numero di cellule
Ipotrofia/Ipertrofia: diminuzione/aumento delle dimensioni di una cellula o un organo
Anaplasia: pleomorfismo di cellule e dei nuclei, mitosi atipiche, cellule tumorali giganti
Antigene: molecola riconosciuta dai recettori specifici dei linfociti come estranea (non-self) e
contro la quale viene sviluppata una risposta immunitaria specifica
Epitopo: specificità --> piccole porzioni di un antigene che il linfocita (o meglio i suoi recettori) è
in grado di riconoscere
Immunogeno: antigene capace di indurre una risposta immunitaria
Aptene: antigene incompleto. Se si coniuga ad una proteina (carrier) diventa immunogenico
Interferoni: citochine che facilitano gli interventi di tutte le cellule che partecipano alla difesa
immunitaria ed alla reazione infiammatoria
Atopia : "fuori posto" (sinonimo di allergia, "reattività diversa"), maniestazioni di ipersensibilità
che insorgono in alcuni soggetti dopo il contatto con sostanze con potere antigene che
normalmente non inducono unamanifestazione patologica

Mimetismo molecolare : molecole patogene che assomigliano a molecole del'ospite, il corpo


produce quindi anticorpi per entrambe
Switch isotopico: Stimoli diversi sui linfociti B che producono diverse classi di anticorpi
Mutualismo : rapporto tra microrganismo e ospite utile per entrambi
Commensalismo : rapporto utile solo per uno senza che però l'altro ne riceva né danno, né
beneficio
Parassitismo: rapporto utile per il microrganismo e di danno per l'ospite
Contagio : presa di contatto con microrganismi patogeni
Infezione : moltiplicazione di germi o replicazione intracellulare dei virus
Acclimatamento : risposta omeostatica dell'organismo, adattamento a condizioni ambientali
precedentemente assenti
Ferita: lesione traumatica caratterizzata da una soluzione di continuo dei tessuti molli (sangue).
Si distinguono: ferite superficiali (cute e sottocute); ferite profonde (comprendono anche i
piani anatomici sottostanti); ferite penetranti in cavità, quando raggiungono appunto una
cavità dell'organismo (toracica, addominale ecc.), accompagnandosi, in genere, a lesioni di
organi interni. La loro gravità dipende soprattutto dagli organi e dai tessuti coinvolti. Le ferite,
prodotte da agenti vulneranti di vario tipo, si classificano in: ferite da punta, da taglio, da arma
da fuoco, contuse, lacere, lacerocontuse.
In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma superficiale
Contusione: lesione delle parti molli dell'organismo provocata dalla compressione violenta,
generalmente brutale e raramente prolungata, esercitata da un corpo, detto agente
contundente, di solito a superficie piuttosto ampia e smussata. L'azione traumatica determina
un attrito dei tessuti, senza che vi sia soluzione di continuo dei tegumenti. Coinvolge vasi e
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derma. In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma superficiale


Ecchimosi: Infiltrazione di sangue negli interstizi dei tessuti, che si rivela alla superficie cutanea
o degli organi sotto forma di macchie più o meno circoscritte, di colore scuro, violaceo o rosso-
bluastro. Coinvolge vasi e derma. In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma
superficiale.
Rottura: In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma profondo
Cancerogeno: Sostanze che inducono la comparsa di tumori maligni. Agiscono come tossici da
sommazione, cioè divengono biologicamente efficienti solo quando la dose assorbita ha
raggiunto un valore critico attraverso la somma di piccole dosi frazionate nel tempo.
Mutageno:fattore che determina la comparsa di mutazioni nel patrimonio genetico di una
cellula; è riferito in partic. ad agenti fisici (per es., radiazioni ionizzanti) o chimici (per es., taluni
idrocarburi aromatici policiclici).
Teratogeno: che può determinare anomalie e malformazioni nel corso dello sviluppo
embrionale.
Abrasione: lesione superficiale e limitata che interessa il rivestimento epiteliale della cute o
delle mucose, dovuta in genere a cause traumatiche lievi. Coinvolge solo la cute.
In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma superficiale
Escoriazione:scorticatura superficiale della cute dovuta a fattori traumatici. Coinvolge solo la
cute. In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma superficiale
Congenito: alterazione o morbo che si è prodotto o sviluppato durante la vita intrauterina. C. va
distinto da connatale, riferito a malattia contratta durante l’espletamento del parto, e da
ereditario, riferito a caratteristiche genetiche che non necessariamente appaiono alla nascita.
Ereditario:l’insieme dei caratteri che un individuo può trasmettere ai discendenti; malattia e.,
che si sviluppa in un individuo per l’azione di uno o più geni mutati che provengono dal
patrimonio genico di uno dei due genitori.
Volvolo: torsione del viscere, torsione di un’ansa intestinale sull’asse mesenterico; per lo più
colpisce il tenue e il sigma, trattandosi di segmenti relativamente mobili dell’intestino, e si
presenta con i sintomi dell’occlusione intestinale. Più raro, ma possibile, il volvolo dello
stomaco.
In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma profondo
Commozione: (spostamento di un organo dalla propria sede) Perturbamento, di solito in senso
deficitario, delle funzioni di un organo o di un complesso di organi, provocato da una causa
violenta esterna, quasi sempre traumatica. Il concetto di c. comporta l’assenza o l’esiguità di
alterazioni anatomiche, che caratterizzano invece la contusione.
In eziologia, causa estrinseca esogena fisica: trauma profondo
Cheloide: Neoformazione connettivale della cute, che si presenta sotto forma di placche o
cordoni circoscritti, duri, rilevati sul piano cutaneo, a insorgenza talora primitiva (c. primitiva o
vera, con sede abituale sulla regione sternale), più spesso secondaria a fatti infiammatori (acne
cheloidea della nuca), o cicatriziali, frequenti specialmente negli ustionati.

Quali sono le molecole piu' immunogeniche?


1. Grado di “estraneita”
2. Peso molecolare (es. proteine con PM > 10.000 Dalton; polisaccardi con PM > 100.000
Dalton)
2. Natura chimica: es. proteine > polisaccaridi
3. Complessita chimica: strutture complesse, catene laterali, etc
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INFARTO MIOCARDICO DA ISCHEMIA (RIPERFUSIONE)


occlusione coronaria --> necrosi del tessuto a valle che diviene elettricamente e
meccanicamente inerte
trattamento = identificazione rapida dei pz.da sottoporre a riapertura dell'arteria coronaria =
riperfusione con farmaci fibrinolitici --> dissoluzione del trombo, come? Meccanicamente
(angioplastica) --> stent
--> pallidi o rossi, possono essere:
sottoendocardici per ischemia prolungata da lesioni aterosclerotiche stenosanti delle cornoarie
transmurali derivanti da occlusione completa dei coronaria extramurale principale

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