L’argomento della lezione è la diagnosi differenziale tra le affezioni comuni del polmone, ovvero le
polmoniti.
Si noti che:
• la membrana dell’alveolo è in stretto contatto con l’endotelio;
• le cellule dell’endotelio hanno un nucleo evidente, un citoplasma allungato e appiattito, inoltre
hanno dei gap che permettono il passaggio delle sostanze;
• la struttura dell’interstizio è fondamentale per il funzionamento dei polmoni perché produce
elastina, una delle sostanze importanti per il ritorno passivo dell’apertura dell’alveolo.
POLMONITI
Le polmoniti sono delle affezioni che colpiscono tutto il parenchima del polmone, sono molto diffuse e
causate da microrganismi come agenti batterici o virali oppure da agenti fisici come le radiazioni. Le
polmoniti provocano diversi gradi di insufficienza respiratoria perché gli spazi alveolari sono occupati da
essudato flogistico e l’aria non arriva nell’alveolo, quindi non si hanno più gli scambi gassosi.
Gli spazi vengono occupati da acqua nell’edema, da azoto nelle altre situazioni e da essudato flogistico nel
caso delle polmoniti. Se negli alveoli c’è qualcosa di diverso dall’aria non avvengono gli scambi gassosi.
1) Polmonite Lobare
Nella gran parte dei casi è causata da Streptococco; può essere pentalobare e quindi interessare tutti e 5 i
lobi polmonari. Alcune caratteristiche tipiche sono:
• difficoltà di coltura per antibioticoterapia specifica;
• diagnosi con immunoelettroforesi;
• colpisce soprattutto i soggetti di sesso maschile e maggiormente nei mesi invernali.
Clinica:
• Dolore lancinante al torace con insufficienza respiratoria progressiva;
• La respirazione rapida e superficiale perché il paziente cerca di arrivare ad un livello di ossigeno
soddisfacente con un numero elevato di atti respiratori, che non possono essere profondi perché i
lobi sono ripieni di essudato e quindi i pochi spazi liberi sono quelli dei lobi medi e superiori;
• Tosse “rugginosa” (sintomo specifico) perché c’è l’essudato.
Fasi:
• Vascolare: di congestione.
o Il polmone è pieno di acqua e sangue, quando all’autopsia viene spremuto fuoriesce molto
materiale schiumoso (dato da acqua e aria).
o Istologicamente si vede dilatazione dei capillari, batteri Gram positivi, emazie e neutrofili
dentro gli alveoli.
• Epatizzazione rossa: la superficie diventa omogenea, prima è congesta, piena di sangue, poi si
organizza e diventa grigia.
o Prova docimasica positiva (test che veniva fatto post-mortem un tempo: si immergevano
dei frammenti di polmone nell’acqua: se il polmone galleggiava voleva dire che la
componente aerea era superiore, se andavano a fondo significava che c’era poca aria e
molto liquido).
o La superficie pleurica è interessata, c’è sempre un coinvolgimento polmone-pleura e la
pleura risponde con essudato fibrinoso. Per capire se ci si trova in questa fase (senza
arrivare all’autopsia) si posiziona il fonendo sul torace del paziente: se si sente uno
sfregamento molto probabilmente c’è un essudato fibrinoso, in fase di organizzazione,
presente tra le due superfici pleuriche (viscerale e parietale).
o Microscopicamente sono presenti filamenti di fibrina che si organizzano anche dentro gli
alveoli, passano da un alveolo all’altro attraverso i pori di Kohn. Questo passaggio di fibrina
poi si fissa in un processo che si chiama di carnificazione. È una situazione finale, invece di
andare verso la risoluzione (come avviene nella gran parte dei casi), si verifica questo
processo.
• Epatizzazione grigia: quando la superficie si organizza diventa grigia perché c’è una proliferazione
di connettivo o digestione delle emazie.
o I polmoni sono compatti e grigiastri;
o Aumenta l’infiltrato infiammatorio, ci sono tanti macrofagi che fagocitano i detriti cellulari
e i batteri presenti.
• Risoluzione.
Immagine: polmonite lobare con aree più pallide rispetto al resto, molto evidenti e che possono essere
causate da Stafilococco, Klebsiella, Escherichia Coli, Pseudomonas Aeuriginosa (il più pericoloso). Sono
microorganismi normalmente presenti nel nostro corpo, ma prendono il sopravvento quando non c’è un
controllo immunitario o quando c’è una grande distruzione superficiale, come negli ustionati. Gli ustionati
in genere muoiono per sepsi da P. Aeuriginosa.
Immagine: lobo inferiore completamento consolidato, con differenze di colore, poi si fa il confronto
radiologico e si vede una zona opaca.
I macrofagi attivano e rilasciano il plasminogeno, enzima che è in grado di sciogliere la fibrina, rimossa
attraverso l’espettorato nella gran parte dei casi.
All’istologia: alveoli dilatati oppure compressi ma che sono ripieni di neutrofili, in queste zone non c’è
scambio di gas. Si vedono capillari dilatati e all’interno del residuo di alveolo si notano cellule che sono
neutrofili, macrofagi e plasmacellule.
2) Polmonite da Legionella
Descritta nel ’76, è stata trovata in ex-soldati americani riuniti a Philadelphia in un albergo i cui filtri dell’aria
condizionata erano pieni di Legionella (epidemia con 123 persone colpite e 34 morti).
In genere si guarisce in poco tempo, a parte nel caso in cui ci siano altre patologie, per cui può avere esito
letale. Può avere una risoluzione completa in 4-5 giorni o con fibrosi riparativa e risoluzione.
3) Polmonite da Klebsiella
La Klebsiella è presente in modo saprofitico in tutti noi e si attiva quando c’è scarsa igiene o i pazienti
hanno problemi di immunocompetenza. Può accadere che, quando si fa un uso indiscriminato di antibiotici,
alcune popolazioni sopravvivono e poi hanno il sopravvento.
4) Polmonite da Citomegalovirus
Colpisce soggetti immunocompromessi e ci può essere passaggio materno – fetale attraverso il canale del
parto o con il latte materno.
5) Polmonite lipidica
Passaggi di materiale lipidico in circolo che arriva al polmone. Può succedere:
• Nelle Crash Syndroms, dove si ha un maciullamento osseo con passaggio in circolo di lipidi;
• In corso di trattamenti.
BRONCOPOLMONITE
È un’infiammazione del parenchima polmonare intorno a bronchi e bronchioli, frequente nei soggetti
allettati, negli anziani, nei bambini e in tutti i soggetti che sono a rischio di alterazione dell’equilibrio
immunologico.
Immagini:
- Bronco con il suo epitelio cilindrico ciliato intorno al quale c’è la flogosi.
- Qua c’è un interessamento nodulare giallastro;
- Qui il bronco è praticamente scomparso, intorno ci sono cellule giganti di vario tipo con un’intensa
flogosi nodulare.
Broncopolmonite da Chlamydia
Si tratta di batteri intracellulari, tra cui la Chlamydia Trachomatis è la più diffusa.
TUBERCOLOSI
Definizione ed eziologia
La TBC è diffusa in tutto il mondo, è contagiosa ed è una malattia cronica causata soprattutto dal
Mycobacterium Tuberculosis. Si localizza principalmente nei polmoni ma può diffondere in molti altri
distretti.
Descrizione del granuloma: (immagine) si notano delle cellule con addensamento di nuclei a corona e con
citoplasma molto grande, le cellule giganti di Langhans. Nel citoplasma delle cellule giganti si possono
rilevare i micobatteri attraverso la colorazione istochimica di Ziehl-Neelsen, una colorazione alcol-acido
resistente. Sono presenti anche linfociti e macrofagi epitelioidi.
I granulomi della TBC sono rotondeggianti, la loro caratteristica differenziale è di essere confluenti, ovvero
di avere la tendenza ad unirsi e raggrupparsi (a differenza dei granulomi della sarcoidosi che sono circondati
da un reticolo che li mantiene separati). La flogosi granulomatosa è una flogosi polimorfa: oltre alle cellule
giganti e alla necrosi caseosa ci sono molti tipi di cellule infiammatorie:
• plasmacellule,
• linfociti,
• macrofagi,
• macrofagi modificati ovvero cellule epitelioidi.
Epidemiologia
È una malattia presente più frequentemente nei paesi poveri, ha mortalità elevatissima (3-5 milioni/anno).
L’incidenza è in aumento anche nei paesi ricchi a causa di: AIDS, immunodeficienza, immigrazione, povertà
crescente, scarso accesso al sistema sanitario nazionale, scarsa capacità di fare diagnosi. L’infezione si
diffonde attraverso: inalazione (via predominante), ingestione, inoculazione.
La TBC è un’antropozoonosi: anche se la forma contratta più frequentemente è quella derivante da
M.Tuberculosis, ci sono forme derivanti da M. Bovis e M. Avium Complex.
Il ruolo fondamentale nella risposta immunitaria è svolto dai macrofagi, che fagocitano i micobatteri e
presentano l’antigene ai linfociti T in maniera più o meno efficace. Nel granuloma sono tipicamente visibili i
macrofagi che diventano sinciziali mettendo in comune i rispettivi nuclei in un singolo ampio citoplasma
contenente i micobatteri.
Altre vie di trasmissione comprendono: passaggio attraverso il canale del parto, via gastrointestinale (nel
caso di latte contaminato da M. Bovis), passaggio attraverso le vie linfatiche. Sono tutte vie di trasmissione
molto rare.
Il rischio di sviluppare la malattia dopo essere venuti a contatto con il micobatterio dipende da:
• Immunità cellulomediata dell’ospite;
• Carica infettante;
• Presenza di altre malattie (ad esempio BPCO, HIV, neoplasie);
• Suscettibilità individuale;
• Fumo.
La storia naturale della malattia dipende dall’efficacia del sistema immunitario del paziente nell’eliminare il
micobatterio. L’infezione può comportare una reazione di ipersensibilità o un danno tissutale. I macrofagi
alveolari fagocitano i microorganismi e presentano gli antigeni ai linfociti T Helper, i quali a loro volta
rilasciano le citochine che attivano i macrofagi. Successivamente se i macrofagi non riescono ad eliminare i
micobatteri si sviluppa il danno tissutale.
La reazione immunitaria giustifica il tempo di incubazione della malattia, molto variabile, pari a 2-12
settimane dal momento dell’infezione. Dopo l’infezione la diffusibilità è elevata, fino ai due anni successivi.
Forme cliniche
• Primaria o tipica avviene in soggetti mai venuti in contatto con il micobatterio. Questi soggetti
immunologicamente naïve non sono molti, in quanto la maggior parte della popolazione è venuta a
contatto con il micobatterio senza aver sviluppato l’infezione. Attraverso una schermografia
(radiografia antero-posteriore standard) in alcuni soggetti si potrebbero vedere gli esiti
dell’esposizione, ovvero delle zone di necrosi generalmente apicali, dei piccoli noduli apicali calcifici
(esiti del contatto di soggetti sani con il micobatterio)1;
• TBC primaria tardiva;
• TBC post primaria.
Quadro clinico
Si forma tipicamente il complesso di Ghon2, costituito dal granuloma sottopleurico con linfangite e
linfoadenite granulomatosa ilare. Nel sito di infezione primario si forma un microascesso, successivamente i
micobatteri attraverso la linfoadenite possono localizzarsi nei linfonodi, dove si formano i granulomi.
Il complesso di Ghon si trova generalmente nei lobi polmonari medi e nella maggior parte dei casi si risolve
spontaneamente. Dopo la regressione del focolaio di Ghon rimangono delle cicatrici che possono
calcificare.
Ulteriori possibili manifestazioni di malattia possono essere le reazioni infiammatorie aspecifiche alle
endotubercoline che derivano dalla lisi bacillare, che provocano una situazione di allergizzazione nel
paziente. Nel polmone si manifestano con fenomeni di flogosi focale, pleuriti, scissuriti (infiammazione
delle scissure polmonari). A livello extrapolmonare questa situazione allergizzante potrebbe generare degli
eritemi cutanei nodosi e cherato-congiuntivite.
1
La schermografia veniva eseguita di routine nel dopoguerra ai bambini e agli studenti di medicina, in quanto la
tubercolosi era molto diffusa. Non consente di vedere i granulomi, ma solo gli esiti macroscopici della malattia.
2
NdC: il complesso di Ghon e complesso primario sono la stessa cosa ed i termini sono sinonimi.
• Quadri granulomatosi di una polmonite tubercolare: si notano cellule giganti, aree di necrosi e
noduli tondeggianti. Gli alveoli sono dilatati;
• Colorazione Ziehl-Neelsen: bastoncelli rossi raggruppati all’interno delle cellule giganti;
• Polmonite Tubercolare: c’è stata l’erosione del bronco con diffusione del processo infiammatorio in
tutto il polmone e lo sviluppo di formazioni ascessuali in tutto il parenchima. A maggior
ingrandimento si vede la zona necrotica che assume diverse forme: già organizzate con
cavernizzazione oppure con lesioni ancora produttive.
(NdS min. 20-20.40: manca un pezzo che integrerò con le slides perché non capisco di cosa stia parlando)
Si distinguono:
• Forme essudative con infiltrati precoci e broncopolmonite caseosa;
• Forme Produttive con intensa replicazione del micobatterio, erosione dei vasi e diffusione sia
intrapolmonare che generalizzata;
• Evoluzione tisogena che determina le forme anatomopatologiche di tubercolosi ulcerosa,
tubercolosi fibroulcesosa, tubercolosi fibrosa. Queste forme si riscontrano raramente nella pratica
clinica.
La clinica della malattia può essere molto complicata dalla somministrazione di antibiotici non specifici,
senza una corretta diagnosi.
Tubercolosi miliare
Diffusione di piccole localizzazioni puntiformi a granulo di miglio nei polmoni o negli altri organi.
Localizzazioni extrapolmonari
Si manifestano soprattutto su ossa, sistema nervoso centrale e surrene. Sono conseguenze dell’erosione
vasale e della diffusione ematogena del micobatterio.
• TBC ossea: può causare il morbo di Pott, con distruzione del corpo vertebrale e cedimento
vertebrale (in caso di cedimento vertebrale va fatta diagnosi differenziale con metastasi ossee o
forme di osteoporosi molto gravi). Si possono verificare inoltre spondilite tubercolare, artrite
tubercolare, osteomielite delle ossa lunghe.
• Tratto genitale: si possono verificare salpingite con ostruzione della tuba oppure endometrite.
Sono rare invece le localizzazioni su prostata e epididimo.
• Tratto urinario: raramente causa piuria.
• Meningite tubercolare, una meningite della base dell’encefalo.
• Tratto intestinale (in questo caso va fatte diagnosi differenziale con M.Bovis).
• TBC surrenalica provoca insufficienza surrenalica con quadro clinico simile al morbo di Addison.
• Sono frequenti le localizzazioni linfonodali, soprattutto nei linfonodi latero-cervicali. In passato si
sviluppava la scrofolosi, una linfoadenite fistolizzante localizzata nel collo.