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NOZIONI FONDAMENTALI!

GLI ANTICORPI SONO PRODOTTI DAI LIMFOCITI

Gli anticorpi provengono da cellule staminali ematopoietiche del midollo osseo


(HSC)
Dopo diventano CLP (progenitorii limfoizi comuni)
Dopo danno origine a cellule B e cellule T che produrranno anticorpi

CELLULE B  B1 e B2
CELLULE T T HELPER (ASSISTONO LE CELLULE B, T CITOTOSSICHE E I
MACROFAGI) , T REGOLATORI , T CITOTOSSICHE

L'antigene seleziona quei linfociti che possiedono il recettore specifico


Ogni cellula B è programmata per aggrapparsi ad un Ac specifico

TEORIA DI BURNET
- Ogni linfocita è programmato nel suo DNA per potere rispondere ad un
determinato antigene
- Un linfocita quando entra in contatto con il proprio antigene inizia a
moltiplicarsi e a differenziarsi;
- Attraverso delle mitosi si formano moltissimi linfociti identici, che poi
producono gli anticorpi specifici.

Quando   l’organismo entra in contatto con un antigene per la prima volta occorre un


certo periodo di tempo prima che vengano prodotti gli anticorpi: tale periodo viene
chiamato:
PERIODO di LATENZA;

SE POI IN SEGUITO L’ORGANISMO INCONTRA DI NUOVO IL MEDESIMO


ANTIGENE, LA RISPOSTA SARÀ MOLTO PIÙ RAPIDA; 

La teoria della selezione clonale spiega anche il fenomeno


della MEMORIA IMMUNOLOGICA: tra i molti linfociti T e B che vengono
prodotti ce ne sono alcuni che vivono a lungo, anche decenni e che sono già pronti
quando l’antigene si ripresenta, ovvero quando si verifica una RISPOSTA
SECONDARIA: tali linfociti sono chiamati CELLULE della MEMORIA.

Il primo contatto con l'Ag determina un sistema di memoria che consente l'attivazione
della risposta immunitaria ad ogni successiva esposizione a quell'Ag, che sarà più
rapida e intensa.
La risposta immunitaria secondaria + efficiente, + veloce e produce + Ac … perché?
HA GIA’ ESPERIENZA

DIFFERENZA SELF E NON SELF (Frank Macfarlane Burnet e Frank Fenner)


- Molecole SELF sono quelle che compongono l'organismo e che possono essere
distinte dalle sostanze estranee dal sistema immunitario.
- Molecole NON-SELF, sono quelle riconosciute come molecole estranee.

VACCINI  scoperti da Edward Jenner,


COSA FECE? Egli innestò nel braccio di un bambino di 8 anni una piccola quantità
di materiale purulento prelevato dalle ferite di una donna malata di Vaiuolo Vaccino
Il bambino non ebbe nessun disturbo  era diventato immune al vaiolo.
A questa pratica venne dato il nome di "vaccinazione".

COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ (MHC)


COSA SONO?
Sono molecole presenti sulla membrana delle cellule di tutti i tessuti; esse
determinano se un trapianto è immunologicamente compatibile con il ricevente
• Sono per questo chiamati antigeni di istocompatibilità
• Provocano il “rigetto” di tessuti trapiantati con molecole di superficie diverse da
quelle del ricevente (antigeni), sono quindi in grado di stimolare una risposta
immunitaria

A COSA SERVONO? PERMETTONO IL RICONOSCIMENTO


DELL’ANTIGENE DA PARTE DEI LINFOCITI T

• A differenza dei linfociti B, i linfociti T riconoscono solo antigeni estranei di natura


proteica, non in forma libera o solubile, ma solo se frammentati e associati alle
molecole MHC presenti sulla superficie di altre cellule
• Per questo motivo l’MHC influenza la risposta immunitaria e la suscettibilità alle
malattie

IL LOCUS MHC
Localizzato sul braccio corto del cromosoma 6
Suddiviso in 3 regioni: classe II, classe III, classe I
La regione di CLASSE I contiene tre loci: HLA A, B, C che codificano per gli
antigeni di classe I
La regione di CLASSE II (D) contiene i loci DP, DQ, DR, che codificano per gli
antigeni di classe II
La regione di CLASSE III non codifica per HLA
L’insieme dei geni HLA, presenti in un singolo cromosoma è definito APLOTIPO

RICORDA!
- Il complesso MHC è poligenico, ci sono cioè numerosi geni che codificano per
le
proteine della classe I e Il
- Per ogni gene del complesso MHC esistono numerosi alleli: polimorfismo
- L'espressione degli alleli è codominante: ciascun individuo esprime i prodotti
degli alleli paterni e materni ed entrambe le molecole partecipano alla
presentazione dell'antigene
- I geni HLA sul cromosoma 6 sono posti così vicino che vengono ereditati
come
un unico gene: APLOTIPO
- Ciascun individuo ha perciò un aplotipo paterno e uno materno
- Per la classe I ogni individuo esprime 6 diversi alleli polimorfi: ogni cellula
avrà
6 diverse molecole HLA di classe I
- Per la classe II, anche se ogni individuo eredita 6 geni, ci possono essere
diverse
combinazioni tra le catene alfa e beta e ogni APC può esprimere da 10 a 30

Gli agenti patogeni possono replicarsi in 2 compartimenti intracellulari:

a) Virus, alcuni batteri - citosol


b) La maggior parte dei batteri, alcuni parassiti eucariotici - nella cistifellea

STRUTTURA E FUNZIONE DELLE MOLECOLE HLA DI CLASSE I


• Formate da due catene polipeptidiche, una catena pesante , codificata dai geni A,
B, C, e da una catena leggera proteica, denominata 2 microglobulina, codificata da
un gene posto sul cromosoma 15
• Le molecole di CLASSE I sono espresse da TUTTE LE CELLULE NUCLEATE
dell’organismo
+
• La loro funzione è quella di presentare ai linfociti T citotossici CD8 (CTL) i
peptidi antigenici anomali (cellule infettate da virus o tumorali) o di cellule non self
(trapianti)
Nella catena alfa distinguiamo 4 regioni:

1. DI LEGAME AL PEPTIDE ANTIGENICO


2. REGIONE EXTRACELLULARE DI TIPO Ig
3. REGIONE TRANSMEMBRANA
4. REGIONE INTRACITOPLASMATICA

LE MOLECOLE HLA DI CLASSE II


• La regione di CLASSE II è divisa in tre loci: DP, DQ, DR
• Le molecole di MHC di classe Il sono costituite da due catene polipeptidiche simili,
 e , associate non covalentemente
• Gli antigeni di CLASSE Il sono espressi solo sulle APC (linfociti B, cellule
dendritiche, macrofagi, cellule di Langherans); sono espresse anche sui linfociti T,
quando attivati
• La loro funzione è la presentazione del peptide antigenico ai linfociti T helper
CD4*

LA PRESENZA DI DETERMINATI ALLELI È CORRELATA A SPECIFICHE


MALATTIE AUTOIMMUNI:

- HLA – B 27  SPONDILITE ANCHILOSANTE


- HLA – DQ 2  DIABETE MELLITO INSULINO DIPENDENTE
- HLA – DR 2  SINDROME DI GOODPASTURE
- HLA – DR 2  SCLEROSI MULTIPLA
- HLA – DR 4  PEMFIGO VOLGARE
- HLA – DR 4  ARTRITE RUMATOIDE
- HLA – DR 3  LES (lupus eritematoso sistemico)

RECAPITULARE…

AMMINISTRAZIONE Ac

- Siero di cavallo (tossina tetanica o tossina difterica)  ampiamente utilizzata a


scopo profilattico
- Complicazioni malattie da siero (reazione hs tipo iii) e reazioni hs immediate (tipo
i)
- Protezione di breve durata
- Antiveleni (effetto terapeutico immediato nei morsi di serpente), profilassi di
alcune infezioni virali tra cui citomegalovirus (cmv) e rabbia
- L'emergere di ceppi batterici resistenti agli antibiotici + preoccupazioni per il
bioterrorismo  maggiore interesse per l'immunizzazione passiva
- È sempre più probabile che le preparazioni Ac policlonali vengano sostituite da
Ac monoclonali umani o loro combinazioni.
- mAb umanizzato (topo) - Synagis, MedImmune - prevenzione delle infezioni da
virus respiratorio sinciziale nei neonati e nei bambini piccoli
- Mix di 2 mAb - profilassi post-esposizione contro il virus della rabbia, in seguito
al morso o al graffio di un animale infetto (cane, pipistrello)
ANTICORPI ottenuti dalla mamma

- primi mesi di vita - la protezione contro le infezioni è costituita dalle IgG Ac


acquisite dalla madre per trasferimento transplacentare o dalle Ig A nel colostro
- Le maggiori Ig nel latte sono le IgA secretorie (SIgA); che non viene assorbito
nell'intestino (rimangono lì per proteggere la mucosa intestinale)
- Si ritiene che gli Ac della madre attenuino l'espressione clinica di molte infezioni
e la loro presenza consente al bambino di sviluppare il sistema immunitario

Ig i.v.

- Ottenuto da un ampio frazionamento del plasma raccolto da donatori sani


- Immunodeficienza associata ad assenza o diminuzione di Ac
- Utile nel trattamento di diverse condizioni causate da infezioni (sindrome da
shock tossico causata da streptococchi)
- Efficace nel trattamento di diverse condizioni autoimmuni e infiammatorie
(porpora trombocitopenica idiopatica, polineuropatia demielinizzante
infiammatoria cronica e sindrome Guillain-Barré)

Come funzionano i vaccini? Con la somministrazione del vaccino viene introdotta


all’interno del corpo umano una sostanza che stimola la risposta difensiva del nostro
sistema immunitario. Il principio su cui si basa la vaccinazione è quello
della memoria immunologica: il sistema immunitario – una volta entrato in
contatto con una sostanza estranea – ne fa memoria e la ricorda per il futuro. La
vaccinazione pertanto favorisce il primo incontro con batteri o virus (alla base del
vaccino) e induce il sistema immunitario a rispondere producendo delle cellule e
degli anticorpi specifici che sono in grado di difendere l’organismo in futuro, qualora
entrasse nuovamente a contatto con quell’agente infettivo.

memoria immunologica: la capacità del sistema immunitario di ricordare quali


microrganismi estranei hanno attaccato il nostro organismo in passato e di rispondere
velocemente.

I vaccini sono prodotti usando:


 una piccola parte di agenti infettivi virali o batterici interi vivi e attenuati o inattivati o
uccisi (è ciò che avviene con il vaccino contro il morbillo-parotite-rosolia)
 elementi dei microrganismi (come è il caso del vaccino antinfluenzale)
 proteine prodotte sinteticamente (ad esempio il vaccino per l’epatite B)
 antigeni polisaccaridici uniti a proteine di supporto (vaccino antimeningococcico).

Sebbene i vaccini siano realizzati in modi diversi, un elemento comune è la presenza dei
componenti (antigeni) di virus e batteri: proprio queste sostanze permettono che i vaccini
funzionino, generando la risposta immunologica dell’organismo. Gli antigeni contenuti nei vaccini
infatti non bastano a causare la malattia di cui sono responsabili ma al tempo stesso riescono
a suscitare la risposta del sistema immunitario.
Attenuazione dei virus: questa strategia consente un indebolimento del virus che
quindi si riprodurrà con molta difficoltà all’interno dell’organismo umano, essendo
comunque in grado di stimolare il sistema immunitario ma non di determinare la
malattia. Talvolta, seppur raramente, durante la replicazione del virus indebolito si
possono manifestare sintomi lievi che ricordano la malattia contro cui il preparato
vaccinale protegge. I vaccini contro il morbillo, la parotite, la rosolia, la varicella e
l’herpes zoster sono costruiti con questa tecnica.

Vaccini a RNA
◦ maggiori vantaggi rispetto al DNA
◦ L'RNA deve solo raggiungere il citoplasma della cellula ospite per essere tradotto in
proteine, mentre il DNA deve prima essere trascritto nell'mRNA nel nucleo e solo
successivamente raggiungere il citoplasma per la traduzione.
◦ L'RNA può avere un effetto adiuvante molto forte innescando RI che possono
eventualmente portare a una RI specifica ed efficiente
◦ Stabilità molto bassa rispetto ai vaccini a DNA

Lo sviluppo dei vaccini comprende diverse fasi


Fase preclinica - studi su modelli animali
Fase clinica I - test su volontari per valutare la sicurezza e gli effetti collaterali
Fase clinica II - numero ridotto di pazienti per ottenere dati sull'efficacia
Fase clinica III - per grandi gruppi - efficacia, sicurezza, a confronto con altri
trattamenti
Fase IV - dopo aver immesso il prodotto sul mercato

Immunizzazione contro il cancro


Molti tipi di cancro umano sono associati agli agenti patogeni - vaccinazione contro
agenti dovrebbero portare a una sostanziale riduzione dell'incidenza di queste
malattie…

o HPV (cancro della cervice)


o EBV (linfoma di Burkitt e altri linfomi, carcinoma nasofaringeo)
o Helicobacter pylori (cancro gastrico)
o HBV (cancro del fegato)
o L'HTLV-1 (leucemia a cellule T dell'adulto)
o Herpesvirus umano 8 (sarcoma di Kaposi)

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