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LE DIFESE DELL’ORGANISMO

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CUTE e mucose : prime barriere
contro i microrganismi patogeni

SECREZIONI: azione meccanica di


allontanamento (lacrime, saliva,
urine) o chimica (succhi gastrici
acidi) o antibiotica (lisozima della
saliva, acidi grassi del sudore)

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IL SISTEMA IMMUNITARIO

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• L’uomo ha acquisito nel corso dell’evoluzione tutta una serie di
meccanismi difensivi che costituiscono il sistema immunitario, il quale
mediante una risposta specifica e coordinata verso tutte le sostanze estranee
ha lo scopo di proteggere l’organismo da tutti quegli elementi che lo possono
aggredire.

L’obiettivo finale è quello di proteggere l’organismo da agenti infettivi e/o


antigeni estranei

• L’immunità non è solo antiinfettiva ma va intesa come la capacità di conservare


una identità e una integrità e di mantenere costanti determinate strutture
organiche, di mantenere in pratica una identità biologica

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CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Il sistema immunitario è dotato di specificità positiva: cioè la

capacità di riconoscere e reagire verso tutto ciò che è

estraneo.

Ma è anche dotato di specificità negativa, cioè della capacità di non

reagire verso tutto ciò che è proprio

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ANTIGENICITA’

Il materiale estraneo viene chiamato antigene che si


definisce come una sostanza estranea all’organismo
capace di evocare una risposta immunitaria umorale,
cioè con la formazione di anticorpi o tissutale
direttamente sostenuta da cellule chiamate linfociti

Un antigene introdotto nell’organismo, provoca la


formazione di anticorpi (immunogeno) ed è capace di
reagire specificamente con esso
TIPI DI IMMUNITA’

Immunità aspecifica (o innata), già presente


prima delle infezioni, ha tempi di risposta molto
rapidi

Immunità specifica (o acquisita) viene in parte


innescata dalla precedente con la quale potenzia la
risposta; è specifica cioè è diretta di volta in volta
verso una identità estranea specificamente
riconosciuta

i due sistemi sono interconnessi


SISTEMA INNATO
• È sempre operativo: le sue componenti sono già pronte prima
dell’incontro con il microbo o vengono attivate rapidamente (minuti,
ore)

• Riconosce varie componenti microbiche essenziali per la vita dei


microrganismi e che quindi non possono essere eliminate dai microbi nel
tentativo di sfuggire alla risposta immune

Sviluppa una risposta generale verso i microbi che è sempre identica

• Non ha memoria dell’avvenuto contatto


SISTEMA INNATO
• Barriere (meccaniche, fisico-chimiche, microbiologiche)
• Fattori umorali (complemento, proteine di fase acuta come la proteina C
reattiva, interferoni)
• Mediatori dell’infiammazione:
1. istamina (prodotta da mastociti e piastrine)
2. serotonina (“ da piastrine e mastociti)
3. enzimi (“ da granulociti neutrofili, macrofagi)
4. prostaglandine (“ da leucociti, piastrine)
5. leucotrieni (“ da leucociti)
6. citochine (“ da macrofagi, endotelio)
• Componente cellulare
1. mastociti
2. granulociti (neutrofili (50-70%), eosinofili, basofili)
3. macrofagi
4. linfociti Natural Killers
SISTEMA INNATO

la funzione principale delle cellule del sistema innato è quella


di fagocitare ed uccidere i patogeni:

i neutrofili sono i primi a giungere nel sito dell’infezione, qui


agiscono rilasciando enzimi litigi e fagocitando il patogeno;

monociti e macrofagi intervengono dopo alcune ore

Linfociti Natural Killer intervengono specialmente nelle fasi


iniziali delle infezioni da virus, producono sostanze (citochine)
in grado di uccidere le cellule infettate dai virus e cellule
tumorali. Sono linfociti che non riconoscono specificamente
l’antigene
CELLULE DENDRITICHE
• Sono cellule di derivazione midollare e sono distribuite in quasi
tutti gli organi; possiedono dei recettori per riconoscere
molecole di derivazione microbica.

• Non fagocitano l’antigene ma lo catturano e lo espongono sulla


loro superficie

• In risposta alla loro stimolazione secernono citochine e migrano


nei linfonodi dove fungono da cellule presentanti l’antigene (APC)
per i linfociti T citotossici dell’immunità specifica

• Esse rappresentano quindi l’anello di congiunzione tra il sistema


immune innato e il sistema immune acquisito
IMMUNITA’ SPECIFICA ACQUISITA
• Si sviluppa nell’organismo solo a seguito di una malattia
infettiva, ad una infezione inapparente o ad una vaccinazione

• e’ rivolta solo verso quei microbi con cui l’organismo è venuto


a contatto nel corso degli anni

• La specificità garantisce che la risposta immunitaria ad un


microbo sia sempre rivolta verso quel determinato microbo

• Memoria: i linfociti T e B conservano la memoria del primo


contatto con l’Ag, così da rispondere in modo più rapido ed
intensivo ad una nuova riesposizione

• Discriminazione del self dal non self


CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO
Si distinguono due tipi di risposta
immunitaria acquisita:

immunità umorale (o mediata da anticorpi): è mediata da LINFOCITI B


che si trasformano in plasmacellule che sintetizzano e secernono
anticorpi

immunità cellulo mediata (o mediata da cellule): mediata


principalmente dai linfociti T che attaccano
direttamente l'antigene invasore (intervento dei
LINFOCITI T HELPER e CITO-TOSSICI)
I LINFOCITI

Tutti i linfociti derivano dalle cellule staminali


del midollo osseo, ma mentre i linfociti T
maturano nel timo, i linfociti B maturano nello
stesso midollo osseo.

Tutti i linfociti una volta maturi, migrano negli


organi linfoidi periferici (milza, tonsille,
linfonodi, appendice)
I LINFOCITI T
Giocano un ruolo centrale nella immunità cellulo-mediata
I linfociti T riescono a riconoscere un antigene solo se esso viene "presentato"
sulla superficie di una cellula. I linfociti T possiedono un sistema di recettori,
tramite i quali riescono a riconoscere il peptide antigenico.

Le cellule presentanti l'antigene sono particolari cellule capaci di riconoscere un


agente patogeno, catturarlo e processare i suoi antigeni per ricavarne peptidi da
esporre su molecole MHC.

Le cellule dendritiche immature possono essere considerate i primi attori ad


entrare in gioco nel processo di attivazione dei linfociti T: esse catturano gli
antigeni di natura proteica (peptidi) penetrati negli epiteli, li processano legandoli
a MHC e li trasportano attraverso il sistema linfatico ai linfonodi. La specificità
sulla classe delle MHC sta ad indicare che vengono riconosciuti dai linfociti T solo
antigeni extracellulari catturati dalle APC. Esempi di APC sono i macrofagi, i
linfociti B e le cellule dendritiche. Quest'ultime sono le più efficienti nel
presentare gli antigeni ai linfociti T
interagiscono direttamente con le cellule infettate o comunque

danneggiate. Eliminano l’antigene:

• direttamente per mezzo di attività citotossica nei confronti delle cellule

infettate da virus (Linfociti T citotossici)

• indirettamente attivando linfociti B o macrofagi: abbiamo i linfociti T

helper che stimolano l’azione di riconoscimento e di risposta da parte

dei linfociti B ed i linfociti T suppressor che servono a regolare

l’attività dei T citotossici e dei T helper, riducendola progressivamente

quando lo stimolo antigenico viene meno


I LINFOCITI B
Nascono e maturano nel midollo osseo. Sono le
uniche cellule che producono anticorpi verso
qualsiasi struttura antigenica (circa 100 milioni).
Tuttavia ogni linfocito B riconosce una sola
struttura antigenica, da questa viene selezionato e
produce un solo anticorpo.
Il linfocita B, una volta attivato dopo il
riconoscimento dell’antigene, si moltiplica e si
differenzia in plasmacellula, cellula che produce,
secerne e immette in circolo una grande quantità di
anticorpi
GLI ANTICORPI (Gammaglobuline)
Sono prodotti dai linfociti B e plasmacellule negli
organi linfoidi secondari ma svolgono la loro
azione ovunque
Hanno una forma ad Y e sono costituite da 2
catene pesanti e 2 catene leggere; ogni catena è
composta da una regione variabile che lega
l’antigene ed una regione costante che ne
determina la classe
Le classi sono denominate IgA, IgE, IgM, IgG,
IgD
GLI ANTICORPI
LA RISPOSTA ANTICORPALE (1)
L’organismo dopo una esposizione iniziale ad
un antigene, risponde con la produzione di
anticorpi

Di solito, anticorpi titolabili compaiono in circolo


circa 10/15 giorni dopo il primo contatto per
raggiungere il picco dopo 2/3 settimane

Nel corso della risposta primaria vengono


anche generati linfociti B di memoria a lunga
sopravvivenza
LA RISPOSTA ANTICORPALE (2)
Al primo contatto con l’antigene, il linfocita B
produce solo IgM che sono avide di legarsi con l’Ag,
ma che non sono in grado di attivare la fagocitosi.
Ciò porta ad evitare la precoce eliminazione dell’Ag
permettendo un contatto più lungo con il sistema
immunitario.
In un secondo tempo, le singole cellule passano dalla
produzione di IgM a quella di IgG più rapide
nell’attivare il complemento.
Al termine della risposta primaria alcuni linfociti B
si differenziano in cellule di memoria
LA RISPOSTA SECONDARIA (2°
ESPOSIZIONE ALLO STESSO ANTIGENE)
Una seconda esposizione allo stesso antigene, mesi
od anni dopo la prima, provoca una rapida
comparsa di IgG (1-3 giorni) che raggiungono
livelli 10-15 volte superiori a quelli prodotti nella
risposta primaria (ed anche un miglioramento
dell’affinità degli anticorpi verso l’antigene)
L’immunità contro le infezioni - profilassi

IMMUNOPROFILASSI ATTIVA =

somministriamo l’antigene

IMMUNOPROFILASSI PASSIVA =

somministriamo gli anticorpi


I VACCINI
RIFERIMENTI STORICI
La vaccinazione rappresenta il più grande
successo della Salute Pubblica nell'ultimo secolo
nella prevenzione delle malattie.
Per molte delle malattie considerate
storicamente piaghe dell’umanità, come il vaiolo,
la poliomelite, la difterite e il morbillo, la
mortalità annuale si è ridotta di oltre il 99%
grazie all’introduzione delle pratiche di
immunizzazione
RIFERIMENTI STORICI
Le malattie infettive hanno rappresentato
per millenni la più importante causa di morte
per il genere umano
La crescente importanza delle malattie cronico-
degenerative che si è particolarmente
evidenziata nel corso del XX secolo nelle nazioni
più sviluppate, è connessa all allungamento della
vita media conseguito grazie alla lotta contro le
malattie infettive un tempo mortali anche per i
giovani, lotta coronata da notevoli successi.
RIFERIMENTI STORICI
La nascita delle vaccinazioni segue di pari passo
l’evoluzione dei tentativi di controllo della
diffusione del vaiolo
I primi furono i cinesi….(inalazione del
materiale essiccato ottenuto polverizzando le
pustole dei soggetti malati)
In India..... Graffiavano la pelle con aghi
contaminati da pus vaioloso
RIFERIMENTI STORICI

Nel 1796 Edward Jenner osservò che le mungitrici che avevano

precedentemente contratto il vaiolo bovino raramente poi venivano

infettate dal vaiolo umano.

Il 14 maggio del 1796 Jenner eseguì la prima vaccinazione inoculando

in un bambino di 8 anni materiale prelevato da una pustola di vaiolo

bovino anziché umano; il ragazzo contrasse il vaiolo bovino e dopo 6

settimane guarì.
RIFERIMENTI STORICI

Jenner procedette quindi a una seconda

inoculazione, questa volta di siero delle pustole

umane: il ragazzo non mostrò nessun sintomo della

malattia, dimostrando che l’immunizzazione contro

il vaiolo bovino conferisce protezione contro il

vaiolo umano
RIFERIMENTI STORICI: L. PASTEUR

Il nome, ancora oggi utilizzato per indicare tale strumento di lotta


alle malattie, fu proposto da Louis Pasteur ad un congresso
internazionale di Medicina a Londra “al merito e agli immensi
servizi resi da uno dei più grandi uomini dell'Inghilterra: il
vostro Jenner", il primo ad aver innestato un vaiolo benigno
dalle mammelle delle vacche (da qui appunto "vaccino ) nella
prevenzione del vaiolo umano, dando vita alle prime vaccinazioni
secondo criteri scientifici riconosciuti dalla Royal Society
PROFILASSI SPECIFICA DELLE INFEZIONI

• Immunoprofilassi passiva: consiste nella somministrazioni

di anticorpi specifici ottenuti dall’uomo e fornisce in breve

tempo una rapida protezione ma di durata limitata

• Sieri immuni da animali iperimmmunizzati

• Immunoglobuline specifiche (Ig anti epatite B,

antimorbillo, antirabbia, antirosolia, antitetano, antivaricella-

zoster)
LA VACCINAZIONE
La vaccinazione è una metodica preventiva che consiste nell’inoculare
un materiale biologico in un organismo allo scopo di preservarlo da una
infezione: ciò grazie allo stato di immunità attiva che il vaccino stesso
induce verso una determinata malattia.

Il vaccino non è altro infatti, che un preparato biologico costituito da

microbi o da virus, vivi o morti, o da prodotti del corpo microbico,

che viene inoculato nell’organismo allo scopo di suscitare una

reazione attiva verso una specifica infezione, grazie agli anticorpi

specifici che si sviluppano; questi anticorpi, presenti nel sangue e

nei tessuti, formano una valida barriera contro la malattia verso

la quale si è vaccinati.
TIPI DI VACCINO

•Vaccini interi uccisi: (costituiti da batteri o virus


uccisi con mezzi fisici o chimici ma mantengono
alcune caratteristiche antigeniche) influenza, polio
(tipo Salk), epatite A, rabbia, pertosse, colera.

•Vaccini vivi attenuati: (virus o batteri che


mantengono la capacità di moltiplicarsi -simulano
l’infezione- stimolano le difese immunitarie ma non
provocano manifestazioni cliniche) tubercolosi, polio
(tipo Sabin), morbillo,parotite,rosolia, varicella, tifo.
TIPI DI VACCINO

Vaccini con componenti purificati: questi vaccini


contengono frazioni antigeniche di un microrganismo:
Sono: influenza (subunità o split), Haemophilus
influenzae B, pertosse acellulare, meningococco,
pneumococco
Anatossine: (alcuni batteri si localizzano nel punto di
ingresso e liberano delle sostanze chiamate tossine a
cui si deve l’azione patogena; queste tossine,
detossificate, perdono la capacita di produrre malattia
ma mantengono l’antigenicità): sono difterite e
tetano.
TIPI DI VACCINO

Vaccini con DNA ricombinante: (da manipolazione

genetica) epatite B,
TIPI DI VACCINO

dalla necessità di somministrare più vaccini

contemporaneamente, soprattutto nell’infanzia, è

derivato l’allestimento di vaccini combinati che

contengono antigeni appartenenti ad agenti infettivi

diversi (preparati tri, quadri, penta, esavalenti).

Alcuni vaccini non combinati possono essere tuttavia

somministrati contemporaneamente tramite siringhe

diverse ed in distretti corporei differenti.


Reazioni indesiderate

reazioni locali nel punto di inoculazione (arrossamento,

gonfiore, dolenzia) o reazioni generali

• minori: febbre modica, malessere di breve durata

(circa 5-10%)

• maggiori: febbre > 39°, pianto persistente (più rare)

• gravi meningite, encefalite, mielite (eccezionali)


Controindicazioni

• allergia a componenti del vaccino

• stati di immunocompromissione

• gravidanza

• malattie neurologiche
L’obiettivo dell’immunizzazione attiva è di conferire difese che
durino tutta la vita. Essa infatti mima l’ infezione naturale e
pertanto mette in moto tutti quei meccanismi fisiologici che
riguardano il versante sia anticorpale che cellulare
dell’immunità.

Alcuni vaccini garantiscono una protezione a vita, mentre in altri


casi la vaccinazione offre difese che necessitano di essere
rinforzate con richiami a intervalli regolari negli anni.

Lo studio della risposta anticorpale ai vaccini rappresenta un


elemento essenziale per la scelta delle strategie e quindi del
calendario vaccinale.
VACCINAZIONE

Obiettivo immediato: difendere dal maggior numero di


malattie infettive la persona.
Obiettivo finale: far scomparire la malattia da una
popolazione o, meglio ancora, eradicare l’agente causale
da ogni parte del mondo.
Raggiunto questo traguardo sarà possibile successivamente
arrivare alla sospensione della vaccinazione, come venne
fatto a suo tempo per il vaiolo che è stata la prima
malattia, e per ora l’unica, per la quale grazie alla
vaccinazione è stato raggiunto l obiettivo finale, cioè
l’eradicazione
VACCINAZIONI

Hanno costituito uno dei passi più importanti della medicina e


rappresentano tuttora il più importante presidio della pediatria
preventiva e certamente la più potente arma contro la mortalità
infantile nel mondo

E’ ai vaccini che si deve la scomparsa di uno dei flagelli dell’umanità, il


vaiolo, la netta diminuzione del tetano e delle difterite, la quasi
scomparsa della polio

E’al vaccino che ci si rivolge in un momento in cui le resistenze


batteriche, lentamente ma inesorabilmente, crescono in maniera
esponenziale
VACCINAZIONI

I cambiamenti della società hanno fatto sì che


l’attenzione si sia progressivamente spostata da
malattie universali gravi o gravissime, (vaiolo,
difterite, tetano, polio), a malattie universali di
gravità minore o non gravi (pertosse, morbillo,
rosolia, parotite, influenza, varicella), e da ultimo
a malattie infrequenti o addirittura rare o
diventate rare recentemente (epatite B, epatite
A, infezione da Hemofilo B, pneumococco,
meningococco)
HERD IMMUNITY (immunità di gruppo)

L’immunità di gruppo o di gregge : se almeno il 95%


della popolazione è vaccinata contro una determinata
malattia i virus o i batteri di quella malattia non
riescono a circolare. Si crea la cosiddetta immunità di
branco che protegge anche quel 5% delle persone non
vaccinate. Se invece non si riesce ad assicurare la
vaccinazione al 95% con il passare del tempo le
persone non vaccinate diventano molte e i virus o
batteri riescono a circolare trasmettendo la malattia:
si perde così il vantaggio di essere “branco”
QUALI VACCINAZIONI SONO OBBLIGATORIE
IN ITALIA?

Per quanto riguarda la popolazione adulta, alcune vaccinazioni sono


obbligatorie per determinate categorie di persone e di lavoratori:
la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, oltre che per tutti gli
sportivi affiliati al CONI, per i lavoratori agricoli, i metalmeccanici, gli
operatori ecologici, gli stradini, i minatori, gli sterratori etc.
le vaccinazioni antimeningococcica, antitifica, antidifterite-tetanica,
antimorbillo-parotite-rosolia sono obbligatorie per tutte le reclute
all'atto dell'arruolamento .
la vaccinazione antitubercolare è obbligatoria soltanto per il personale
sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a
qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti
sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti,
oppure che operi in ambienti ad alto rischio.
QUALI VACCINAZIONI SONO RACCOMANDATE
IN ITALIA?

la vaccinazione contro l’epatite virale B è raccomandata, e


offerta gratuitamente, agli operatori sanitari e al personale
di assistenza degli ospedali e delle case di cura, alle persone
conviventi con portatori cronici del virus dell'epatite B, agli
operatori di pubblica sicurezza, ai politrasfusi e agli
emodializzati
è obbligatoria dal 1991
la vaccinazione contro l’influenza è raccomandata a tutte le
persone di età superiore a 65 anni e a coloro che sono
sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico
dell'apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale etc.,
nonché agli addetti a servizi di pubblica utilità
QUALI VACCINAZIONI SONO RACCOMANDATE
IN ITALIA?

La vaccinazione contro le infezioni da pneumococco è


consigliabile alle persone di età superiore a 65 anni o
sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico
dell'apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale, o con
asplenia funzionale o a seguito di intervento chirurgico.
La vaccinazione antitifica, così come quella antiepatite
virale A e B, l'antipoliomielitica, l'antitetanica, l
antimeningococcica, l'antirabbica e quella contro la febbre
gialla possono essere indicate per i viaggiatori che si rechino
all'estero in zone endemiche o comunque considerate a rischio,
dopo avere effettuato una attenta valutazione della tipologia
del viaggio e della destinazione dello stesso.
Il «decreto - legge prevenzione
vaccinale»
a seguito della conversione in Legge da
parte del Parlamento (28 luglio 2017)
L’obbligo vaccinale ai fini dell’iscrizione scolastica

Sino al 1999
quattro vaccinazioni erano obbligatorie per essere ammessi a scuola:
la vaccinazione anti-difterica
la vaccinazione anti-tetanica
la vaccinazione anti-poliomielitica
la vaccinazione anti-epatite virale B

Il mancato rispetto dell’obbligo comportava, quindi, l’applicazione di sanzioni


pecuniarie e il rifiuto dell’iscrizione a scuola.
Attraverso tali previsioni, in passato, sono stati ottenuti ottimi risultati in
termini di controllo delle malattie
Nel 1999, quando le strategie vaccinali adottate avevano consentito di
raggiungere elevate coperture vaccinali, veniva meno l’obbligo vaccinale quale
condizione per l’ammissione alla scuola dell’obbligo.
IL «DECRETO-LEGGE PREVENZIONE VACCINALE»

LE PRINCIPALI NOVITA’ IN SINTESI:


AMMISSIONE A SCUOLA: le dieci vaccinazioni obbligatorie
divengono un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole
dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni)

MINORI DA 6 A 16 ANNI: obbligo di vaccinazione con sanzioni


pecuniarie in caso di inadempimento

NUOVI VACCINI OBBLIGATORI: le vaccinazioni obbligatorie e


gratuite passano da quattro a dieci

NUOVI VACCINI FORTEMENTE RACCOMANDATI: le vaccinazioni


fortemente raccomandate passano da zero a quattro

SANZIONI: la violazione dell’obbligo vaccinale comporta


l’applicazione di sanzioni pecuniarie
QUALI VACCINAZIONI SONO OBBLIGATORIE IN ITALIA?
IL CALENDARIO VACCINALE

vaccini obbligatori in Italia tipo di vaccino


vaccinazione anti-poliomielitica

vaccinazione anti-difterica

vaccinazione anti-tetanica;

vaccinazione anti-epatite B
obbligatori per sempre
vaccinazione anti-pertosse

vaccinazione anti-Haemophilus

Influenzae tipo b

vaccinazione anti-morbillo

vaccinazione anti-rosolia
obbligatori fino a rivalutazione
vaccinazione anti-parotite

vaccinazione anti-varicella
Per effettuare le 10 vaccinazioni obbligatorie NON saranno necessarie 10
diverse punture

6 vaccini possono essere somministrati contestualmente


con la c.d. vaccinazione esavalente:

vaccini: anti-poliomielite, anti-difterite,


anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse,
anti-Haemophilus Influenzae tipo b

4 vaccini possono essere somministrati


contestualmente con la c.d.
vaccinazione quadrivalente:

I vaccini: antimorbillo, anti-rosolia,


anti-parotite, anti-varicella
...tra le novità approvate dal Senato...

si prevede la possibilità per le famiglie di prenotare


direttamente in farmacia, gratuitamente, le vaccinazioni
previste dal decreto-legge...
questa previsione costituisce un’ulteriore attività svolta dalla
nuova «farmacia dei servizi»
Le dieci vaccinazioni elencate devono essere tutte obbligatoriamente
somministrate ai nati dal 2017

Ai nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate le vaccinazioni contenute nel
Calendario Vaccinale Nazionale relativo a ciascun anno di nascita .
Precisamente:
i nati dal 2001 al 2004...
devono effettuare (ove non abbiano già provveduto) le quattro vaccinazioni già imposte per
legge (anti-epatite B; anti-tetano; anti-poliomielite; anti-difterite) e l’anti-morbillo, l’anti-
parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, raccomandate
dal Piano Nazionale Vaccini 1999-2000
i nati dal 2005 al 2011...
devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo,
l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, previsti dal
Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Vaccini 2005-2007
i nati dal 2012 al 2016...
devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo,
l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzaetipo b, previste dal
Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014
i nati dal 2017…
devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti
morbillo,l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e
l’anti-varicella, previste nel nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019
sono esonerati dall’obbligo di vaccinazione 2018,
invece:

• i bambini che hanno già contratto la malattia e ne


sono pertanto immuni;

• i bambini che si trovano in specifiche condizioni


cliniche documentate, attestate dal medico di
medicina generale o dal pediatra di libera scelta.
Le nuove vaccinazioni
Oltre alle vaccinazioni per le quali, da anni, sono previsti programmi nazionali di
immunizzazione (difterite, tetano, polio, epatite B, Haemophilus influenzae b,
pertosse, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, meningococco C nei nuovi nati,
HPV nelle ragazze 11enni e influenza nei soggetti di età ≥65 anni), il Pnpv 2017-2019
introduce nel calendario vaccinale anche le vaccinazioni anti-meningococco B, anti-
rotavirus e anti-varicella nei nuovi nati; anti-HPV nei maschi 11enni; il vaccino anti-
meningococco tetravalente e il richiamo anti-polio con IPV negli adolescenti; la
vaccinazione anti-pneumococco (PCV13 coniugato +PPV23 polisaccardico) e quella
contro l’Herpes Zoster nei 65enni.
L ipotesi che la vaccinazione MPR (Morbillo-Parotite- Rosolia)
possa essere associata ad autismo è stata sollevata verso
la fine degli anni Novanta, quando il gastroenterologo
inglese Wakefield e colleghi pubblicarono su Lancet un
articolo nel quale gli autori sostenevano che il vaccino
MPR potesse causare infiammazione intestinale con
aumento di permeabilità della barriera intestinale, il
passaggio in circolo di sostanze tossiche per l'encefalo e
il conseguente sviluppo di autismo. Lo studio descriveva 12
bambini che lamentavano disturbi gastrointestinali e
avevano manifestato l'autismo dopo la vaccinazione con
MPR.
DATI SCIENTIFICI SMENTISCONO LA
CORRELAZIONE VACCINI-AUTISMO

Lo studio di Wakefield ha avuto una vasta risonanza nel mondo scientifico


e una notevole eco mediatica ma numerosi studi condotti in Europa e in
USA in più di un decennio hanno valutato e rifiutato l ipotesi di una
possibile relazione tra vaccinazione MPR ed autismo
L’Institute Of Medicine of the National Academies è stato incaricato di
valutare una lista di eventi avversi associati a 8 differenti vaccini (tra cui
l MPR) e di valutare l evidenza scientifica di una possibile relazione tra
vaccino ed evento avverso. La revisione degli studi clinici ed epidemiologici
esistenti ha portato a concludere che le evidenze disponibili respingono l
ipotesi di una relazione causale tra vaccinazione MPR e autismo. Negli
Stati Uniti, il Centers for Disease Control and prevention e l American
Academy of Pediatrics hanno raggiunto le stesse conclusioni. L
Organizzazione Mondiale della Sanità ha commissionato una revisione
della letteratura sull argomento concludendo per una mancanza di
associazione tra rischio di autismo e vaccino MPR
DATI SCIENTIFICI SMENTISCONO LA
CORRELAZIONE VACCINI-AUTISMO

Inoltre, i meccanismi ipotizzati per spiegare come il vaccino MPR possa determinare l
insorgenza di una sindrome autistica sono solo teorici e non supportati da evidenze
scientifiche. Non è stato dimostrato che il vaccino trivalente sia causa di infiammazione
cronica intestinale o perdita della funzione della barriera intestinale, né esiste alcuna
evidenza di un possibile ruolo del sistema immunitario nell’autismo.
D’altro canto, uno studio americano del 2011 ha dimostrato come la vaccinazione contro
la rosolia abbia evitato nel periodo 2001-2010 migliaia di casi di disturbi dello spettro
autistico associati alla sindrome da rosolia congenita.
Mentre la comunità scientifica studiava la relazione tra vaccino MPR e autismo, lo studio
di Wakefield del 1998 - che per primo ipotizzò l esistenza di questa relazione - è stato
messo sotto inchiesta.
Nel 2004 Brian Deer ha pubblicato su una rivista un inchiesta che fa emergere come lo
studio di Wakefield fosse distorto da interessi economici. Il medico inglese aveva infatti
omesso di rivelare che stava parallelamente conducendo anche un'altra indagine,
commissionata da alcuni avvocati che intendevano intentare una causa contro il vaccino
MPR.
Oltre a difetti epidemiologici di questo studio le indagini svolte da Deer negli anni
successivi hanno dimostrato che Wakefield aveva alterato e falsificato la
storia anamnestica dei pazienti per supportare i risultati della ricerca:
tre dei nove casi riportati nello studio come affetti da autismo regressivo non
erano mai stati diagnosticati come autistici. Solo un bambino era affetto da
autismo regressivo;
nonostante lo studio riportasse che prima della vaccinazione 12 bambini erano
normali , cinque avevano una documentazione che attestava precedenti
problemi dello sviluppo;
è stato riportato che alcuni bambini avevano sviluppato dei sintomi
comportamentali nei giorni successivi alla vaccinazione, ma nella
documentazione clinica veniva riportato che l inizio di tali sintomi era avvenuto
alcuni mesi dopo la vaccinazione;
i soggetti erano stati reclutati attraverso gruppi di persone contrari alla
vaccinazione MPR e lo studio è stato commissionato e finanziato con l’obiettivo
di avviare una vertenza legale.
Nessuno degli oltre 25 studi condotti negli ultimi 15 anni ha confermato l
esistenza di una relazione causale tra vaccino MPR e autismo. Un
recentissimo studio pubblicato su The journal of paediatrics conferma l
assenza di una possibile relazione tra i vaccini somministrati nei primi due
anni di vita del bambino e lo sviluppo di disordini dello spettro autistico.
Di fronte alla dimostrazione della falsificazione dei dati utilizzati per lo
studio, il Lancet ha ritirato formalmente l articolo e Wakefield è stato
radiato dall’ordine dei medici inglese.
La controversia avviata da Wakefield sulla sicurezza del vaccino MPR ha
provocato in Inghilterra e in Europa una consistente caduta delle
coperture vaccinali con la comparsa di migliaia di nuovi casi di morbillo,
parotite e rosolia e l insorgenza di importanti patologie che potevano
essere state evitate con la vaccinazione

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