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LINFOCITI T
La classe dei linfociti T presenta sulla sua superficie diversi marcatori che possono
essere stabili, di differenziazione e di attivazione. Il linfocita T vergine esprime sulla
membrana CD45R (200kD) contenente un segmento codificato da un esone designato
con la lettera A. I linfociti T effettori presentano unisoforma di CD45 denominata
CD45R0 ove lesone A stato eliminato per splicing.
La totalit dei Linfociti T divisa in 2 gruppi fondamentali, a seconda del marcatore
membranale. Le due classi sono CD4+ (helper) e CD8+ (citotossici). Riconoscono
solo antigeni sulla membrana cellulare.
I marcatori sono fondamentali per le interazioni con il Complesso Maggiore di
Istocompatibilit. Questo, definito anche MHC (Major Histocompatibility
Complex), un gruppo di antigeni definito nelluomo HLA, codificato da un
complesso di geni sul cromosoma 6. Le molecole da esso codificate sono
divise in 2 classi principali: MHC-I e MHC-II. I linfociti CD4+ interagiscono
con le molecole MHC-II, mentre i linfociti CD8+ interagiscono con le
molecole MHC-I.
MHC-I presente su tutte le cellule mononucleate e piastrine.
MHC-II presente solo su alcuni gruppi cellulari.
I marcatori MHC determinano anche le interazioni con le molecole del self. I
linfociti CD8+ riconoscono antigeni endogeni, mentre linfociti CD4+
riconoscono antigeni esogeni.
Linfociti T CD4+
Questo gruppo caratterizzato dalla presenza di Linfociti T helper. Questi linfociti
con luso di linfochine determinano la differenziazione/proliferazione di NULL cells,
Linfociti T (CD4+ e CD8+) e Linfociti B. Lincontro del complesso antigene/MHC
sulle APC ne determina lattivazione. LT CD4+ sono divisi in due grandi famiglie:
Th1 e Th2.
Th1: questi, dopo lattivazione, secernono IFN-gamma e IL-2; attivano i CTL e sono
responsabili delle reazioni di ipersensibilit ritardata.
Th2: secernono IL-4/5/10; stimolano i Linfociti B per la produzione di anticorpi (IgA,
IgB e IgE) e sono responsabili delle risposte di ipersensibilit immediata. Sono T
cd4+ i linfociti della lamina propria intestinale, come le cellule nelle placche del
Peyer. Esistono cellule specializzate dette cellule M (cellule membranose) associate
alle cellule T CD4+ della mucosa, dotete di attivit pinocitica e svolgono il ruolo di
trasferire gli antigeni dal lume intestinale alle placche del Peyer.
Linfociti T CD8+
Sono quelli citotossici, ma non presentano prevalentemente CD8+. Queste cellule
sono capaci di eliminare le cellule infette da virus, cellule neoplastiche e allogeniche,
in pi attivano le LAK. Lattivazione necessita sempre del contatto con il complesso
antigene/MHC da cui:
Secrezione di enzimi litici: mediante esocitosi si ha 1 aumento di permeabilit
della cellula bersaglio da cui squilibri ionici e morte della cellula.
ormai maturi esprimono meno L-selectina ed una quota maggiore di P-selectina e Eselectina. Questi recettori mediano il legame con i siti ove presente il processo
infiammatorio.
I linf. T presentano notevole eterogeneit nella presentazione dei recettori di
localizzazione affinch si abbia migrazione verso i diversi tipi di tessuto, come il
tessuto linfoide associato alle mucose, allepiderminde, allintestino e al sistema
respiratorio.
GAMMAGLOBULINE E PROPRIA STRUTTURA
Le gammaglobuline presentano anchesse struttura dominiale. Sono composte di due
monomeri legati tra loro mediante ponti disolfuro - ciascuno dei quali presenta
diverse subunit. Queste sono prevalentemente due, organizzate in domini globulari.
Le catene sono anchesse legate tra loro, mediante legami covalenti e non. Le catene
sono, per ciascun monomero divise in L e H. lestremit aminoterminale coincide i
siti di legami (epitopi) per gli antigeni.
Le catene H sono codificati da geni che si trovano sul cromosoma 14, mentre quelle
L, divise in due sottotipi (k e lambda), sono codificati dai cromosomi 2 e 22.
Le catene L presentano 2 domini (24 Kd), mentre le catene H presentano 4 o 5
domini (50-70 Kd).
La parte L presenta 3 siti variabili (per il riarrangiamento delle molecole espresse dai
geni V e J), mentre la parte H presenta 4 siti variabili (per il riarrangiamento delle
molecole espresse dai geni V, D e J).
La processazione dellantigene
PRESENTAZIONE DELLANTIGENE A CELLULE TCD4+
Gli organi linfoidi delle mucose meglio caratterizzati sono le Placche del Peyer e la
tonsilla faringea. Antigeni che sono riusciti a entrare nel torrente circolatorio sono
bloccati nella milza e negli organi linfoidi (APC linfonodali). Solo pochi tipi cellulari
possono fungere da APC per i linfociti T CD4+ che a loro volta offrono stimoli per
proliferazione e differenziazione dei linf. B, CTL, macrofagi e neutrofili. I tipi di
APC meglio conosciuti sono cellule dendritiche, macrofagi e linfociti B, oltre che
cellule endoteliali (i linf. B presentano lAntigene ai linf. T helper per ottenere
stimolazione per la produzione di anticorpi nei confronti di antigeni timo-dipendenti).
La linfa che proviene dai distretti periferici contiene un campione degli antigeni
presenti a livello dei tessuti. Il contatto con lantigene e i prodotti microbici
determina la migrazione delle cellule di Langerhans, che, maturando, arrivano ai
linfonodi presentando lantigene ai linfociti T mediante le molecole MHC-II. Nei
linfonodi i linfociti B possono riconoscere antigeni solubili, oltre che antigeni
proteici. Nella fase effettrice le cellule T previa attivazione nei linfonodi possono
riconoscere in periferia gli antigeni determinando lo scatenarsi della risposta
immunitaria.
PRESENTAZIONE DELLANTIGENE A CELLULE CD8+
Linduzione di una risposta citotossica richiede che un linfocita CD8+ sia attivato
dallincontro con lamntigene presentato con molecole MHC-I e con secondi
segnali. La distribuzione delle molecole MHC-I ubiquitaria, ci permette una
attivazione in tutti i tessuti dei CTL.
MECCANISMI BIOLOGICI ALLA BASE DELLA PRESENTAZIONE
DELLANTIGENE
La processazione dellantigene avviene in maniera precoce, ovvero prima che questo
venga espresso silla membrana. La tappa fondamentale il legame tra MHC e
antigene; questo importante perch ne aumenta la stabilit.
Le cellule T helper devono attivare i linf. B, i macrofagi e i neutrofili, che a loro
volta sono attivati da segnali di natura extracellulare, come batterie o prodotti
microbici. Le APC, dunque, processano questi antigeni extracellulari e li
espongono alle molecole MHC-II perch rientrano nella via di sintesi di queste
ultime. Questa presentazione in associazione a secondi segnali attiva i CD4+ in
T helper.
Parallelamente le cellule CTL devono essere attivate da cellule infette da
patogeni intracellulari; queste cellule presentano lantigene processato legato a
molecole MHC-I perch rientra nel processo di sintesi di queste ultime. Questa
presentazione in associazione a secondi segnali attiva i CD8+ in CTL.
1.
2.
3.
4.
5.
Ig
Esistono 3 loci separati su 3 cromosomi diversi: catena H = 14; catena = 2; catena
=22.
Ogni locus Ig composto da almeno 3 tip diversi di segmnti genici: V (variability), J
e C (joining); la catena H presenta anche D (diversity). In posizione 5 ci sono i
segmenti V, in posizione 3 ci sono i segmenti C. Tra essi interposto il segmento D
(solo sulla catena H, che codifica per la porzione C-terminale della catena V,
formando il segmento CDR3). Tra D e C posto J. Ogni segmento genico
rappresentato da pi esoni. Solo C e C presentano 1 solo esone. I segmenti V e J
codificano per le zone Variabili. Sulla catena H, dunque, presente maggiore
variabilit per la presenza del segmento D, che codifica per CDR3.
Ricombinazione
La ricombinazione avviene inizialmente per la catena H.
D con J (J presuppone la presenza di altri introni e di C);
V con DJ;
Trascrizione (trascritto primario al di fuori del nucleo);
Poliadenilazione in 3;
Splicing (eliminazione delle C o C);
Traduzione.
Processazione e glicosilazione.
Per la catena e non si contano le catene D. questi processi sono regolati da
esclusione allelica e esclusione isotipica.
B
TCR
I geni sono su 3 loci diversi su 2 cromosomi diversi: + =14; = 7 e =7 (locus
diverso da ).
Allestremit dei segmenti 5 sono presenti segmenti genici V. in posizione 3 sono
presenti i segmenti C e tra loro sono presenti i segmenti J. I loci per e presentano
anche i segmenti D,tra V e J, che codificano per la porzione C-terminale della catena
V, determinando la formazione del CDR3. Alcuni superantigeni possono legarsi a
regioni V della catena codificate da tutti i componenti di una famiglia di V,
determinando attivazione policlonale dei linfociti.
Ricombinazione
La ricombinazione avviene inizialmente per la catena
D con J (J presuppone la presenza di introni e di C);
V con DJ;
Trascrizione (trascritto primario al di fuori del nucleo);
Poliadenilazione in 3;
Traduzione
Processazione e glicosilazione
Questo processo regolato dalla esclusione allelica della catena . Poi si procede
alla ricombinazione della catena che non ha segmenti D e non ha regolazione di
esclusione, per cui 1 linfocita pu avere due ricombinazioni utili e 2 recettori TCR
diversi per la catena .
Le ricombinasi in questione sono RAG1 e RAG2.
Esiste anche il processo di Diversit giunzionale, che consiste nelle delezione o
nellaggiunta di nucleotidi, definiti nucleotidi N nei punti di unione di V e J o V e D o
D e J. Date che CDR3 codificato da D e J, questo il sito maggiormente variabile.
Maturazione dei linfociti
Linfociti B
Pro-B: non producono Ig, possiedono solo CD10 e CD19;
Pre-B: sintetizzano nel citoplasma la catena pesante , associata alla catena
leggera sostitutiva monomorfa. I recettori pre-B sono espressi sulla membrana
associati a Ig e Ig, necessari per la stimolazione.
Linfociti Immaturi: si associano le catene o .
Linfociti Maturi: co-espressione di IgM e IgD e piena competenza funzionale.
Fondamentale per la maturazione dei linfociti lIL-7. I linf B vergini sono in
circolo. I linf. attivati si stabiliscono negli organi linfoidi secondari o nel midollo
osseo. I linf. della memoria sono in circolo. I linfociti attivati possono andare in
contro a processi di maturazione dellaffinit e a scambio isotipico, caratterizzato
dallo splicing del trascritto primario.
I linf.B vanno incontro a selezione positiva: proliferano solo i linf. che esprimono un
recettore funzionale; selezione negativa (allo stadio di linfociti immaturi): quelli che
legano con troppa avidit gli antigeni self e che hanno, dunque, segnali di attivazione
forti e ripetuti, vanno incontro ad apoptosi. I linf. non funzionanti possono andare
incontro ad editing recettoriale.
Linfociti T
Il timo fondamentale per la maturazione dei linfociti T che dal midollo osseo
migrano nella zona sottocapsulare per poi migrare ulteriormente verso la midollare. I
linfociti T devono passare tra il setaccio formato dalle cellule APC e dalle cellule
stremali timiche che presentano gli antigeni autologhi in associazione a molecole
MHC-I/II self.
Stadi della maturazione:
Doppio negativi (pro-T): non presentano CD4/CD8 n CD3, e TCR;
Pre-T: espressione della catena del TCR in associazione con la catena pre-T
con CD3 e ;
Doppio-positivi: espressione di CD8/CD4 simultaneamente e del TCR completo
(con CD3 e ), fondamentali per la stimolazione e la proliferazione.
La selezione positiva avviene allo stadio di doppio-positivo ed caratterizzata dalla
restrizione per il self. I linf. proliferano solo se in grado di riconoscere antigeni in
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
anticorpi stazionano nel midollo osseo, mentre le cellule della memoria sono in
circolo.
Recettore per lantigene del Linfociti T e le molecole accessorie
Il recettore che riconosce il complesso MHC-peptide detto TCR, associato a
molecole CD3 e a molecole zeta, determinando la formazione del complesso TCR. Il
TCR caratterizzato da 1 eterodimero, 2 molecole 1 alpha, laltra beta. Hanno
ciascuna 2 domini Ig, 1 V e 1 C. in quello V sono presenti CDR che conferiscono la
variabilit (sulla catena beta presenta anche CDR4, predisposto al legame con
superantigeni). I CDR, come per le Ig, sono caratterizzati da notevole variabilit
genica dovuta a riarrangiamento somatico (non sono presenti, per maturazione
dellaffinit e variabilit isotipica) dei geni V e D per CDR3 della catena alpha e V, D
e J per il CDR3 della catena beta.
La regione cerniera caratterizzata dalla presenza di pochi residui di carica positiva
(arginina e lisina) per linterazione non covalente con i residui di carica negativa di
CD3 e zeta (acido aspartico).
Il sito di legame del TCR una superficie planare caratterizzata dalle CDR. Il TCR
ha affinit molto bassa, per cui necessita di molecole accessorie per stabilire legami
forti.
CD3 costituito da 3 monomeri (gamma, delta e epsilon) che possono ricombinarsi
fra loro a piacimento. Sono caratterizzati ha 1 dominio extracellulare Ig: sono
monomorfe. Presentano 1 catena intracitoplasmatica con una sequenza ITAM.
Zeta caratterizzata da pochi aminoacidi extarcellulari con una grossa coda
intracitoplasmatica con 3 sequenza ITAM; 1 omodimero.
CD3 e zeta hanno la caratteristica di possedere nella loro zona transmembrana residui
di acido aspartico (vedi sopra).
Il TCR presenta una serie di molecole accessorie per laumento dellaffinit di
legame e laumento della sua stabilit di legame con il complesso MHC-peptide per
la trasduzione del segnale.
Hanno diverse funzioni: co-recettori; co-stimolatori; adesione; migrazione. Tutte le
molecole accessorie sono proteine non-polimorfe.
Le pi importanti molecole accessorie sono le CD4 e CD8: co-stimolano e
aumentano la forza di legame. Le molecole CD4 sono monomeri costituiti da 4
domini Ig, si lega a beta2 delle MHC-II.
Le molecole CD8 sono eterodimeri (CD8 alpha + beta). Presentano 1 solo dominio
Ig.
FUNZIONE DI CD4 E CD8 IN ASSOCIAZIONE CON TCR
Le molecole Cd4 e Cd8 si presenta intracitoplasmaticamente associato ad una tirosinkinasi della famiglia Lck. quando CDx si lega a MHC, Lck fosforila le sequenze
ITAM di CD3 e zeta, che a loro volta si sono avvicinate a Lck grazie allinterazione
di TCR con il complesso MHC-peptide.
MOLECOLE ACCESSORIE
CD28, recettore di B7-1 e B7-2 espresse dalle APC professionali.
Antigeni timo-indipendentii
Gli antigeni TI sono molecole fondamentalmente grandi e possono attivare le IgD
quanto le IgM molto bene. Lattivazione dei linfociti B avviene in seguito
allaggregazione di BCR e grazie agli adiuvanti. Questi antigeni non determinano i
processi di scambio isotipico e maturazione dellaffinit che avviene per gli antigeni
TD.
I linfociti b presentano un recettore detto Fc RIIB che determina inibizione della
produzione di anticorpi se il B attivato anche dal complemento; si ha il feedback
anticorpale (controllo fisiologico per evitare le eccessive produzioni).
Tolleranza immunologia
Le risposte ad un antigene sono tre: attivazione; delezione; soppressione. Gli antigeni
che non determinano una risposta immunitaria sono definiti tollerogeni. Gli individui
non rispondono agli antigeni self: tolleranza al self, processo che garantisce che i
linfociti circolanti siano effettivamente funzionali solo contro antigeni non-self.
Secondo la legge della selezione clonale, linfociti reattivi al self vengono eliminati.
I cloni linfocitari in sviluppo che riconoscono antigeni self ad alta affinit vengono
uccisi attraverso il procedimento di selezione negativa. Lesistenza di questo processo
implica che i linfociti immaturi rispondano diversamente agli antigeni dai linfociti
maturi: per gli immaturi riconoscere un antigene (in questo caso negli organi linfoidi
primari, ove non esistono antigeni estranei) vuol dire attivare procedimenti per
lapoptosi, mentre per i linfociti maturi rispondere ad un antigene vuol dire attivarsi e
differenziarsi.
Tolleranza centrale T
Processo di selezione negativa allo stadio di doppio-positivo.
Tolleranza periferica T
Anergia indotta da mancata co-stimolazione (inizialmente i T esprimono CTLA-4;
se il livello di B7-1 e B7-2 aumenta, allora si esprime CD28; dato che per gli
antigeni self le APC non esprimono co-stimolatori, CTLA-4 resta e si ha energia);
Anergia indotta da legame con antigeni alterati (forme mutate dellantigene);
Delezione clonale per ripetuta attivazione (da parte dellantigene e/o IL-12 e/o IL2): espressione di Fas/FasL;
Tolleranza indotta da Linfociti Soppressori mediante TGF- (linfociti T h 3);
IL-10 che blocca i macrofagi (pu essere prodotta dai linfociti T);
IL-4 + IL-13 prodotte da T h 2, che inibisce la secrezione di IFN- da parte di T h 1;
Ignoranza clonale (avviene per gli antigeni anatomicamente segregati (SNC +
occhi) che non riescono a raggiungere i tessuti linfoidi secondari o dove non
esistono cellule APC);
In generale gli antigeni self non avviano risposte specifiche perch sono spesso
tollerogenici, sono in concentrazioni elevatissime, non sono associate a molecole costimolatrici e attivano troppo spesso i linfociti che vanno incontro a delezione.
B
La tolleranza si pu avere se gli antigeni sono troppi; la tolleranza avviene anche nel
tubo digerente perch ci sono le IgA, c troppo TGF- che genera tolleranza e poi
perch ci sta il microbiota.
Tolleranza centrale B
I linfociti B allo stadio di immaturi vanno incontro ad apoptosi se legano troppo
avidamente lantigene;
Riattivazione di RAG1 e RAG2 e editino recettoriale;
Tolleranza periferica B
Anergia duratura di linfociti che riconoscono lantigene senza cooperazione delle
molecole costimolatorie dei Linfociti T (vuol dire che non hanno riconosciuto
lantigene);
Legame con antigeni self ne blocca la migrazione verso i linfonodi.
CITOKINE DELLIMMUNITA INNATA
TNF (secreto in base a LPS batteri gram-negativi)
Recettore per TNF (omodimero LT);
Prodotto da fagociti mononucleati (anche T, neutrofili, NK e mastociti stimolato
da IFN- );
Favorisce reclutamento di leucociti e neutrofili (espressione di selectine
dellendotelio ed integrine delle cellule linfocitarie);
Agisce su cellule endoteliali e macrofagi per le chemochine;
Induce la produzione di IL-1 sui fagociti mononucleati;
In caso di grosse infezioni agisce su:
Ipotalamo e PGE;
Epatociti;
Cachessia (inibizione della lipoprotein-lipasi e caduta del tasso glicemico);
Inibizione della contrattilit del miocardio e del tono della muscolatura vagale;
Trombosi intra-vascolare (fattore tissutale);
Ottimo indicatore di infezione da batteri gram-;
Pu indurre morte apoptotica.
IL-1 (secreto da macrofagi attivati, ma anche da cellule endoteliali, epiteliali e
neutrofili in base al TNF e prodotti batterici come LPS)
Media linfiammazione aumentando espressione di integrine e selectine;
Ha le stesse funzioni del TNF, ma non pu indurre morte apoptotica;
chemochine (prodotte dopo TNF e IL-1 da cellule epiteliali, cellule endoteliali,
fibroblasti etc.)
Mediano la migrazione dei leucociti nei focolai dinfiammazione;
Aumentano laffinit delle integrine espresse sulle cellule per i loro ligandi.
IMMUNITA SPECIFICA
IL-2 ( prodotta dai CD4+ e induce la differenziazione in T H 1)
Agisce come fattore paracrino e autocrino. Il recettore trimerico, formato dalle
catene , e . Laggregazione del TCR determina espressione di IL-2R, mentre
la stimolazione (e la produzione di IL-2) determina lespressione di IL-2R .
Determina il passaggio dalla fase G 1 alla fase S.
Pu determinare lattivazione di NK, che necessitano, per di alte concentrazioni
di IL-2 presentando solo IL-2R ;
Pu determinare la morte cellulare per attivazione mediante FasL/Fas.
IL-4 (prodotto da macrofagi che esprimono prodotti batterici, attiva Jak/STAT-6)
la citochina prototipica delle T H 2.
Determina la differenziazione in T H 2;
Favorisce lo scambio isotipico verso la classe IgE.
IL-5 (prodotta da T H 2)
Favorisce lattivazione degli eosinofili (esprimono FcR).
IL-10 (T H 2)
Inibitore dellattivazione macrofagica e dellattivazione dei T H 1, determina anche
inibizione dellespressione di MHC-II dei macrofagi e APC.
IFN- (prodotta da cellule NK, CD4+ e CTL in risposta a stimolazione antigenica)
B
IL-9 e IL-11 stimolano lemopoiesi: Il-9 stimola i progenitori mastocitari, mentre IL11 stimola i progenitori megacariocitari.
MECCANISMI DELLIMMUNITA INNATA
Limmunit innata attivata da determinati profili molecolari:
Acidi nucleici propri dei virus o batteri;
Sequenza CpG;
Peptici N-formil-metioninici;
Lipidi e carboidrati complessi;
LPS e acido teicoico;
Oligosaccaridi ricchi in mannosio.
I recettori del profilo sono codificati dalla linea germinativa e non vanno incontro a
riarrangiamento somatico: sono perci limitati.
Riconoscimento mediato da:
Recettori 7TMS:
Residui N-formil-metioninici;
IL-8;
Frammenti del Complemento (C5a);
Mediatori lipidi dellinfiammazione (prostaglandine E e leucotriene B4 LTB 4 );
Recettori per le opsonine:
Recettore per il mannosio;
Recettore scavenger;
Recettore per il frammento Fc;
B
RABBIA
Il virus rabbico appartiene alla famiglia Rhabdoviridae del genere Lyssavirus. un
virus a RNA con aspetto di un proiettile e ha unestremit arrotondata e laltra
appiattita. La lunghezza varia da 130 a 200 nm con un diametro max di 100 nm. Il
nucleo-capside circondato da un doppio peplos con numerose protuberanze.
inattivato alla temperatura di Pasteurizzazione, ma resiste a temperatura ambiente,
alta e bassa. Presenta 5 antigeni importanti:
G: glicoproteina con la capacit infettante con alto neurotropismo;
N: nucleo-capside;
L: polimerasi virale;
NS: proteina associata al nucleo-capside;
M: proteina della matrice associata allenvelope virale.
Tutti questi antigeni sono immunogeni, ma solo anticorpi anti-G ne bloccano la
patogenicit; offrono tutti attivit agglutinante.
Esistono due tipi di virus:
Da strada: notevole variabilit di virulenza, periodo di incubazione e
localizzazione dellinfezione;
Fisso: incubazione breve replicazione solo nel SNC ( una variante ottenuta
mediante numerosi passaggi nel SNC del coniglio).
Penetrato nellorganismo mediante morso di animale, si diffonde lungo i nervi
periferici moltiplicandosi nei gangli spinali e poi si nel SNC, determinando
encefalomielite non purulenta. riscontrabile edema cerebrale e microscopicamente
rigonfiamento neuronale, picnosi, degenerazione vacuolare cui fa seguito neuronolisi.
La prognosi sempre infausta. La rabbia caratterizzata da fotofobia, idrofobia , cui
sono associati spasmi tracheo-bronchiali e oro-faringei, paura, rabbia irrazionale e
depressione (il virus della rabbia ha tropismo particolare verso il corno dAmmone e
verso il lobo limbico in generale).
Vaccinazione
Il vaccino fu inizialmente preparato da Pasteur (1884), anche se non sapeva cosa
fosse: virus fisso attenuato.
Esistono ora 2 tipi di vaccini:
HDCV: ceppo Pitman-Moore inattivato con betapropiolattone;
RVA ceppo Kissling adattato su cellule diploidi di polmone fetale di scimmia.
Sono entrambi efficaci.
VAIOLO
Il virus del vaiolo, variola major, appartiene alla famiglia delle Poxviridae, genere
Orthopoxvirus; ha dimensioni variabili da 200 a 300 nm, forma quadrangolare con
superficie convessa. il pi grande dei virus a forma di parallelepipedo con
lunghezza di 400 nm e diametro di 230 nm. Presenta un rivestimento lipidico che ha
tante estroflessioni tubulari. Ha DNA lineare bicatenario circolare, non infettante. Nel
virione presente una RNA-polimerasi DNA-dipendente: ove la trascrizione iniziale
avviene nel core e si ha la produzione di enzimi per la formazione di mRNA e RNA
template. lagente etiologico del vaiolo.
Linfezione e la prima serie di replicazioni si ha nel punto di contatto con una prima
viremia con invasione dei linfonodi regionali; linvasione del torrente ematico
precede linvasione del fegato e della milza, cui segue una seconda viremia cui
seguono lesioni cutanee prima sottoforma di vacuoli, dalla cui rottura si forma una
vescicola, cui seguono pustole che si ritirano in croste che vanno incontro ad
essiccamento. Nelle mucose si hanno ulcerazioni.
Nel 1980 stata dichiarata completamente debellata.
Vaccinazione
La vaccinazione, obbligatoria fino al 1981, si basa sulla somministrazione di una
sopsensione di virus vaccino, preparati dalle pustole cutanee dei giovani vitelli (linfa
vaccinica) mediante scarificazione. Si ha la comparsa degli stessi sintomi di
lacerazioni cutanee come nella malattia e si ha una cicatrice visibile
Esiste anche una variet di vaiolo, che meno grave, la cui mortalit al di sotto
dell1% dei casi, detto Alastrim o variola minor.