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EPITELIALE

IMPORTANTE:DIFFERENZA ACINOSE E TUBULO-ACINOSE


La differenza tra tubulo-acinose e acinose spesso solo didattica:
Tutte le ghiandole esocrine nascono come tubulari per poi sviluppare dei rigonfiamenti terminali che noi
denominiamo acini;
Nel caso in cui la porzione tubulare permanga solo a livello del dotto, le denominiamo acinose.
Nel caso in cui la porzione tubulare partecipi alla secrezione, allora le denominiamo tubulo-acinose.
Ma non mai possibile dire con certezza che in una ghiandola i tubuli siano del tutto esclusi dalla
secrezione.
Inoltre, sotto stimoli opportuni, le ghiandole tubulari sviluppano dei rigonfiamenti terminali
delladenomero (quindi diventano tubulo-acinose).

GHIANDOLA MAMMARIA
Quella in lattazione presenta alveoli enormemente dilatati, costituiti da cellule pi alte, con nucleo basale e
citoplasma apicale abbondante con granulazioni basofile e vacuoli lipidici, talora con immagini di
decapitazione cellulare (secrezione apocrina attiva). Lo spazio occupato dallo stroma, inoltre, si riduce
notevolmente.
Gli alveoli a riposo sono piccoli, costituiti da cellule cuboidali/cilindriche pi piccole, ravvicinati tra loro e
separati da abbondante stroma.

GIUNZIONI SQUAMO-COLONNARE
Quando si passa da epitelio squamoso a colonnare direttamente:
1) da esocervice a endocervice (canale cervicale)
2) a livello rettale
3) da ultima parte esofago a prima dello stomaco

DIFFERENZE TRA PANCREAS E PAROTIDE


Sono entrambe tubolo-acinose composte a secrezione sierosa.
Orientativamente, ci sono 2 discriminanti tra parotide e pancreas, che condividono la medesima
organizzazione istologica:
1)solo nel pancreas possibile trovare le isole di Langerhans (ma questo ovviamente dipende dal campo e
dallingrandimento);
2)nella parotide lo stroma (connettivo ghiandolare) molto pi rappresentato.

TIROIDE
Essi sono appiattiti (e quindi non piatti o squamosi) in fase di scarso funzionamento, quando puoi
contemporaneamente osservare laccumulo della colloide e laumento di dimensione dei follicoli, mentre
diventano cubico-cilindrici qualora la ghiandola sia in funzione

DIFFERENZA TRANSIZIONE DISTESO- PAVIMENTOSO


Epitelio di transizione(urotelio):le cellule in superficie sono appiattite e distanti le une dalle altre,le cellule
sottostanti hanno un aspetto irregolare..il che esclude pavimentoso stratificato e cubico stratificato(con
max 2 strati)

GHIANDOLE A GOMITOLO
Il dotto lo riconosci perch costituito da 2 file di cellule cubiche.
Mentre ladenomero monostratificato ma rivestito esternamente da uno strato di cellule molto
schiacciate ed eosinofile (le cellule mio epiteliali)!

NEUROIPOFISI
Neuroipofisi: questo un caso particolare, infatti, non essendo una ghiandola di derivazione epiteliale
mancano i cordoni (e ovviamente anche i follicoli!). Sono presenti cellule simil-gliali (i pituiciti, dotati di
numerosi prolungamenti citoplasmatici, proprio come gli astrociti!) che non sono direttamente secernenti,
ma fungono solo da sostegno agli assoni amielinici provenienti dallipotalamo. Gli ormoni (ossitocina e
vasopressina/ADH) vengono infatti liberati DIRETTAMENTE dai terminali assonici nel vasi sanguigni. Questi
terminali costituiscono delle strutture espanse, caratteristiche della neuroipofisi, note come corpi di
Herring.

CONNETTIVO
DIFFERENZA MESENCHIMA-MESODERMA
Il mesoderma si riferisce ad una disposizione epitelioide con cellule tutte stipate.
Il mesenchima la forma lassa che permette alle cellule di migrare nei posti predefiniti tramite
pseudopodi e fibronectina, sostanza che secernono le cellule stesse per ancorarsi e muoversi.
Un mesenchima pu tuttavia derivare anche da determinate parti dell'ectoderma e dell'endoderma.
Il mesenchima formato da cellule mesenchimali ramificate a forma di stella.
Sono multipotenti.

STRUTTURA ARTERIA
1-la tonaca intima,costituita dallendotelio e dalla membrana basale;
2-tonaca media,costituita da tessuto connettivo elastico;
3-tonaca avventizia,(penso) tessuto connettivo denso regolare.
La MEI (membrana elastica interna) lo strato di fibre elastiche che separa lintima dalla media;
la MEE invece lo spesso strato di fibre elastiche che compone la porzione esterna della tunica
media delle arterie (soprattutto quelle di grosso calibro, perci dette elastiche).
Tra le 2 membrane elastiche sono presenti cellule muscolari lisce immerse in un connettivo modicamente
compatto con discreta componente elastica.

1)
2)

PROCESSO OSSIFICAZIONE
Processo di ossificazione OP+OC > BSP+OC > ON+OC> OC
Le prime glicoproteine espresse nel corso dellossificazione sono:
lOPN (osteopontina, una glicoproteina legante calcio, fondamentale per aggregare idrossiapatite
ad altri costituenti dellosso in particolare ad altre proteine come il collagene *tipo 1 se osso, tipo
10 nel caso della matrice cartilaginea che ossifica a livello del disco metafisario])
e lOC (osteocalcina, che espressa dallinizio del processo di ossificazione, in maniera costante
dalle cellule ossee.espressa in TUTTE le fasi dellossificazione). non solo lega il calcio alla matrice,
ma ha anche una funzione di segnale locale dello stato di mineralizzazione della matrice (segnale
che agisce sugli osteoblasti stessi), e addirittura ha un ruolo di ormone, agendo su tessuti e organi a
distanza, con un effetto positivo sul metabolismo.

In un momento successivo diventano prevalenti le BSP (sialoproteine ossee: sono glicoproteine con
numerosi residui di acido sialico, in grado di legari ingenti quantit di Ca2+).
Guida la crescita in cristalli dellidrossiapatite e la maturazione dellosso.

E poi compare lON (osteonectina). favorisce lulteriore nucleazione del calcio e la sua interazione
con il collagene e gli altri elementi organici della ECM. E considerata una glicoproteina tardiva, in
quanto viene espressa quando la calcificazione gi stata avviata

Al termine del processo, la glicoproteina maggiormente espressa proprio la OC.

EPIFISI-DIAFISI
A livello della giunzione epifisi-diafisi, quindi dove c la cartilagine metafisaria, la crescita del disco
cartilagineo avviene solo in senso longitudinale allasse osseo. (La proliferazione dei condrociti, in
pratica procede solo in 2 direzioni: verso la diafisi e verso lepifisi).
Il nucleo di accrescimento epifisario, invece, presenta condrociti che si accrescono a partire dal
centro dellepifisi verso tutte le direzioni, in senso radiale.

MINERALIZZAZIONE
Gli organi chiave della mineralizzazione sono le vescicole della matrice, sulla cui membrana presente
come ectoenzima la fosfatasi alcalina, la quale agisce su un substrato esterno (probabilmente
fosfatidiletanolammina), che viene scisso liberando gruppi fosfato che entrano allinterno della vescicola.
Allo stesso tempo, la presenza di fosfolipidi acidi di membrana determinano apertura dei canali per il calcio
con un aumento della concentrazione degli ioni calcio, i quali, insieme agli ioni fosfato, cominciano ad
accumularsi nella vescicola dapprima come fosfato di calcio amorfo;
Successivamente, essi precipitano e si trasformano in cristalli aghiformi che perforano la membrana,
andandosi a disporre in ultimo sulle fibre collagene.

IMPORTANTE: OSTEOCLASTI
Gli osteoclasti,attivati dagli osteoblasti (i quali a loro volta sono mossi dal PTH),legano la matrice dellosso
da erodere tramite integrine e podosomi per isolare lambiente.
Interviene lanidrasi carbonica che media la reazione tra acqua e anidride carbonica per formare acido
carbonico,il quale si scinde in ione idrossonio e bicarbonato.
1)Il bicarbonato insieme allo ione sodio vanno nei capillari.
2) Lo ione idrossonio(insieme agli altri prodotti) nello spazio della matrice attraverso pompe protoniche
presenti a livello dell orletto arruffato per inacidire lambiente.
Questo provoca la solubilizzazione della sostanza mineraria da cui vengono presi calcio e fosfati e mandati nei capillari.

Infine,tramite idrolasi e metalloproteasi di derivazione lisosomiale come collagenasi,gelatinasi,ma anche la


pi importante ossia la fosfatasi acida,la sostanza organica solubilizza e losso viene eroso producendo la
lacuna di howship in cui permarranno gli osteoclasti
IMPORTANTE SPECIFICARE CHE La fosfatasi acida non agisce sulle molecole organiche, ma semplicemente
scinde gli esteri fosforici presenti nellambiente in cui agisce. Come suggerisce il nome, questenzima ha un
optimum di funzionamento a pH<7, valore raggiunto grazie all'acidificazione della matrice permessa dalle
pompe protoniche. A questi valori di acidit i fosfati di calcio sono pi solubili e ci permette il
riassorbimento dei loro costituenti (e quindi della matrice minerale dell'osso).

RIMODELLAMENTO OSSEO: (sul libro non c')


La pressione applicata sulle ossa genera delle correnti piezoelettriche (cio la deformazione meccanica dei
cristalli genera correnti elettriche, fenomeno definito appunto piezoelettricit) che sono in grado di
avviare negli osteociti segnali tali da indirizzare il riassorbimento e la deposizione di nuovo osso in modo da
opporsi al meglio alle forze che vengono applicate allosso.

VEGF
Il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) un fattore di crescita, di cui si conoscono 3 isoforme,
coinvolto prevalentemente nellangiogenesi (cio nella formazione di nuovi vasi a partire da vasi
preesistenti).
Viene prodotto dalle cellule che chiedono di essere vascolarizzate (ad esempio nel corso dellossificazione
o nel corso dellistogenesi delle ghiandole endocrine).
Questo fattore pu essere prodotto in risposta allischemia tissutale in molti tipi di tessuti, compresi quelli tumorali.

Funzionamento: agisce sulle cellule endoteliali, stimolandone la proliferazione verso la sede di produzione
(attraverso un meccanismo a gradiente).

MUSCOLARE

EPI-PERI-ENDO- MISIO
Epimisio: un connettivo fibroso regolare con una apprezzabile componente elastica (si continua
nei tendini)
Perimisio: connettivo moderatamente compatto con fibre irregolari e non molto abbondanti (tra le
quali spiccano le elastiche): contiene vasi sanguigni
Endomisio: non forma un tessuto a se stante, ma piuttosto un ridotto strato di ECM che separa le
fibrocellule muscolari tra loro; composto da fibre collagene parallele alla fibrocellula muscolare e
fibre elastiche.

NERVOSO

COLORAZIONI NEURONI
Metodo di Nissl (anilina basica) che, evidenziando nucleo e reticolo endoplasmatico, permette di
delineare grossomodo i corpo cellulare (soma) e i dendriti (o meglio, la loro base), ma non lassone
o le ramificazioni terminali dei dendriti.
Metodo di Cajal (che sfrutta sali di oro): si apprezza chiaramente il neuropilo e la forma del
neurone, senza che sia possibile evidenziare alcun organello cellulare (tranne il nucleo, che si
evidenzia in negativo, poich i sali doro si legano anche al citoscheletro)

ORIGINE CELLULE NEVROGLIA


Le cellule satelliti e quelle di Schawann derivano dalle cellule della cresta neurale
Mentre astrociti, oligodendrociti e ependimociti derivano dal tubo neurale.
In modo particolare:
a. dagli SPONGIOBLASTI derivano astrociti e oligodendrociti.
b. dagli EPENDIMOBLASTI derivano gli ependimociti.

LINFOIDE
Tutto il tessuto linfoide deriva dal mesenchima.

IMPORTANTE: SELEZIONE NEL TIMO


La selezione positiva responsabile della delezione dei pro-T che non sono riusciti ad esporre un complesso
TCR funzionale. In pratica solo i precursori T che hanno effettuato un riarrangiamento genico con
produzione di TCR (t-cell receptor) non aberrante possono proseguire la via di sviluppo.
Nella corteccia timica, a questi linfociti vengono presentati dei peptidi self legati alle molecole MHC di
classe I o II: le cellule che legano le MHC self sopravvivono, mentre le altre vanno incontro ad apoptosi.
La selezione positiva COMPLETAMENTE OPPOSTA a quella negativa che si occupa della valutazione
dellautoreattivit da parte del TCR neoformato.Per evitare la produzione di linfociti autoreattivi e
pericolosi, tutte le cellule che legano con alta affinit il complesso MHC-peptide self viene destinato
all'apoptosi.
In sostanza questo processo garantisce che i linfociti che si producono siano in grado di riconoscere le tutte
le cellule dell'organismo che esprimono le MHC e che quindi non le attacchino e eliminano
ANOMALIA: FOLLICOLI LINFATICI NEL TIMO
Alcuni linfociti T sfuggono alla selezione negativa nel timo, e vengono anzi attivati nei confronti di antigeni
self. Per questo motivo fanno qualcosa che in realt andrebbe fatto solo negli organi linfoidi secondari:
richiamano le cellule B e le stimolano a proliferare.
Da notare che gi naturalmente sono presenti in circolo schiere di linfociti B autoreattivi (nel midollo la
selezione clonale non efficiente come nel timo!), il cui controllo negativo spetterebbe proprio ai linfociti T
che dovrebbero evitare di attivarli
Quindi, queste cellule B autoreattive sono richiamate nel timo (soprattutto nella midollare), proliferano e
producono anticorpi diretti contro antigeni self. Ovviamente, causano malattie autoimmuni!

DIFFERENZA LINFONODO MILZA


Milza: c' follicolo splenico, riconoscibile proprio per la presenza dellarteriola che lo attraversa.
Inoltre non nella zona corticale.
Linfonodo: il centro germinativo si trova nella zona corticale. Non c larteriola.

DISTINZIONE LINFOCITI B e T: IMMUNOFLUORESCENZA


l marker pan-T (cio di tutte le cellule T) il CD3, che si trova associato al TCR;
il marker pan-B (marca tutte le cellule B mature, tranne plasmacellule) il CD20.

PLASMACELLULA (differenza dal linfocito)


E una cellula della linea linfoide, ma non un linfocito, bens una plasmacellula. Lo si evince
dallabbondantissimo citoplasma, dal reticolo endoplasmatico evidente (quella zona chiara perinucleare,
che un tempo era definita arcoplasma), dal nucleo in posizione eccentrica e dalla cromatina nucleare con
tipica morfologia a ruota di carro (ci vuole un po di fantasia).

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