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Anatomia STRUTTURA DEL FEGATO Antonio Nenna

STRUTTURA DEL FEGATO

ghiandola anficrina
cordoni epiteliali intercalati a sinusoidi
parenchima “di tipo lobulare” con lobuli confluenti
“zonazione degli epatociti” sulla base della differenza di metabolismo genera perfusione differenziata

funzione esocrina: produzione e concentrazione della bile, secreta nella seconda porzione duodenale nella
papilla duodenale maggiore, insieme con il dotto pancreatico principale di Wirsung. Nonostante il fegato
svolga una funzione esocrina, non presenta strutture di questo tipo (adenomeri, dotti collettori, ...)

funzione endocrino-metabolica: non produce ormoni specifici, ma regola tutti i metabolismi. E’ la funzione
più complessa dell’organo, la più importante e quella che impegna maggiormente il fegato.
metabolismo delle proteine: albumina (60% di tutte le proteine ematiche, prodotta solo nel fegato, indice
di funzionalità epatica), protrombina (coagulazione)
metabolismo dei glucidi: glicogenosintesi e glucosiogenesi
metabolismo dei lipidi: colesterolo (coniugando lipidi e proteine per formare le lipoproteine HDL e LDL),
trigliceridi (acidi grassi non esterificati)
metabolismo dei farmaci e farmacocinetica
metabolismo dei prodotti tossici (alcol)
rifornisce il sangue della v. cava di nutrienti ricevuti dalla v. porta

Peduncolo epatico: si ramifica in modo congiunto Spazio portale o spazio portobiliare di Kiernan:
fino alla periferia dei lobuli. Sebbene sia formato connettivo interlobulare contenente la triade
da cinque elementi, si considera come “triade portale
portale” il decorso comune di a. epatica, v. porta  v. porta: lume più ampio. Sia perchè
e dotto epatico, con i rispettivi rami di trasporta il 70% del sangue epatico, sia
suddivisione. I linfatici e i rami nervosi non sono perchè manca una tonaca muscolare robusta
molto visibili. che regola il lume.
 a. epatica  a. epatica: lume irregolare per la contrazione
 v. porta della muscolatura liscia.
 dotto epatico  dotto biliare: formato da cellule epiteliali
 linfatici cubiche, non da endotelio come arteria e
 plesso epatico vena.

Nel maiale, il fegato è lobulare. Setti di connettivo definiscono lobuli pentagonali o esagonali. Alla base
della teoria del lobulo classico. Nell’uomo, il parenchima è indiviso e non c’è una definita lobulazione. I
prolungamenti corti e tozzi della capsula connettivale non dividono completamente il parenchima in lobi o
lobuli. Nell’uomo, il parenchima è “di tipo lobulare”, con lobuli confluenti. Essi si ricostruiscono unendo i
vertici dati dagli spazi portali (strutture che contengono una diramazione terminale del peduncolo epatico).
C’è meno tessuto connettivo rispetto al maiale, quindi l’incontro tra il sangue circolante e il parenchima
epatico è massimizzato, e lo scambio parenchima / sinusoidi consente una massima perfusione. Il
connettivo ostacolerebbe la perfusione, creando una barriera, come avviene nelle fibrosi epatiche.
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parenchima epatico: cordoni epiteliali intercalati a sinusoidi


cellule dell’epitelio: epatociti, colangiociti, c. staminali
cellule dei sinusoidi: cellule endoteliali fenestrate, cellule di Kupffer, cellule stellate di Ito

CORDONI EPITELIALI: 20-30 μm, si uniscono a formare lamine unicellulari che permettono lo scorrimento
dei sinusoidi. Queste lamine nei bambini sono dei “muralium duplex” fino a 5 anni. Dopo, diventano
“muralium simplex” per il loro accollamento, e ciò permette di raddoppiare la perfusione epatica.
EPATOCITI: 80 % di tutte le cellule epatiche. Parenchima. Tre interfacce verso altre aree (domini o poli):
 POLO VASCOLARE, verso i sinusoidi, corrisponde alla metà della superficie della cellula. Il plasma filtra
direttamente attraverso le fenestrature dei sinusoidi e si pone in rapporto con gli epatociti, che
presentano microvilli. Gli epatociti assorbono metaboliti dalla v. porta e secernono prodotti di
secrezione endocrina. Lo spazio di Disse rappresenta l’area dello scambio tra epatociti e sinusoidi.
Però, visto che il contatto non è mediato da alcuna barriera, qualsiasi sostanza nel plasma può ledere il
fegato, come agenti tossici o virus. Sia lo scambio, sia il danno, sono molto facili.
 POLO SECRETORIO ESOCRINO / DOMINIO BILIARE, canalicolo biliare scavato su ciascun epatocita.
L’inizio della vie biliari intraepatiche non ha quindi parete propria, ma è dato da una doccia scavata
sulla superficie dell’epatocita. Rappresenta il 15 % della superficie dell’epatocita.
 DOMINIO DI CONTATTO, porzione senza canalicolo biliare che permette l’unione tra gli epatociti
mediante gap junctions e la comunicazione intracellulare.
Epatociti formano lamine intersecate tra loro, come una spugna, nella quale i buchi sono riempiti dai
sinusoidi. Ultrastrutturalmente, gli epatociti mostrano un grande citoplasma con molta eucromatina e
nucleolo visibile, che indica alta capacità di replicazione. Ciò permette la rigenerazione del fegato in caso di
lesioni. Sono cellule adulte ad elevato turnover.
COLANGIOCITI o CELLULE BILIARI: 15 % di tutte le cellule epatiche. Vie biliari.
Le vie biliari iniziano a fondo cieco scavate nella parete degli epatociti. Successivamente, si uniscono e
creano dei duttuli canalicolari con la parete formata da colangiociti. I duttuli confluiscono nei dotti
interlobulari che generano il dotto epatico.
CELLULE STAMINALI “HPC”: alla giunzione tra epatociti e colangiociti, Hepatic Progenitor Cells. Sono la
nicchia di cellule staminali che possono differenziarsi sia in epatociti sia in colangiociti. Riserva per il
rimpiazzo di elementi cellulari (oltre la mitosi di epatociti maturi).

SINUSOIDI EPATICI: alto scambio diretto tra plasma ed epatociti, nello spazio di Disse
1. DECORSO SINUOSO, non rettilineo come nei capillari degli altri distretti corporei.
2. AMPIO LUME, diametro simile a quello dei cordoni cellulari (determina un’alternanza alla colorazione
data dalla coppia parenchima / capillari). Nei capillari degli altri distretti corporei, il lume misura 5 μm
e il globulo rosso di 7 μm deve deformarsi per passare, esponendo una superficie massima per lo
scambio gassoso. Nei sinusoidi epatici, il lume misura 10 μm e i globuli rossi possono anche passare in
coppia. Ciò indica un parenchima ad alto scambio, con alto indice di perfusione.
3. ENDOTELIO FENESTRATO, ampi pori e fenestrature
4. MEMBRANA BASALE DISCONTINUA, manca barriera fisica (nell’encefalo, barriera emato-encefalica)
CELLULE ENDOTELIALI FENESTRATE: verso il lume. Cellule endoteliali provviste di pori e fenestrature
CELLULE STELLATE DI ITO: verso il lume. Nucleo irregolare stellato.
Funzione fisiologica: periciti (cellule mesenchimali al confine tra fibroblasti e cellule muscolari). Producono
la membrana basale e accumulano la vitamina A (sostanza ad azione epiteliotrofa, aiuta la duplicazione
delle cellule epiteliali).
Funzione patologica: si attivano in patologie croniche e producono fibre collagene che sostituiscono il
tessuto epatico parenchimale (fibrogenetica).
CELLULE DI KUPFFER: opposte al lume, sotto l’endotelio. Sistema dei monociti-macrofagi. Generano la
difesa aspecifica (fagocitosi) e quella specifica (cellule presentanti l’antigene). Unico sistema di difesa nel
lobulo epatico. Non c’è nessun altro elemento di difesa, poichè il connettivo è molto limitato.
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KIERNAN, 1833, lobulo epatico classico (morfologica, dall’anatomia comparata)


Gli spigoli dei lobuli contengono rami del peduncolo epatico. Nel lobulo, cordoni di epatociti sono
intercalati ai sinusoidi. Al centro del lobulo, una vena centrolobulare accoglie il sangue proveniente dalla
periferia del lobulo, cioè dalla a. epatica e dalla v. porta. La vena centrolobulare drena in vene sottolobulari
che originano le vene epatiche dalla fossa della vena cava, le quali si immettono nella vena cava inferiore.
L’irrorazione di propaga in maniera centripeta, dalla periferia al centro.

RAPPAPORT, 1953, acino epatico (funzionale, dagli studi perfusivi)


Territorio perfuso da un ramo terminale del peduncolo epatico. La linea tra due spazi portali, con i vari
rami, irrora lo spazio compreso tra due vene centrolobulari.
“zonazione degli epatociti” sulla base della differenza di metabolismo genera perfusione differenziata
Sulla base della concentrazione di soluti, divido il territorio in tre zone:
ZONA 1: del ramo del peduncolo epatico, centro dell’acino, concentrazione massima di soluti. Territorio
adibito alla sintesi proteica nel RER, che richiede maggiore ossigeno e più metaboliti.
ZONA 2: zona intermedia
ZONA 3: della vena centrolobulare, limiti dell’acino, concentrazione minima di soluti, che sono stati già
assorbiti in buona parte nelle zone precedenti. Territorio adibito alla sintesi dei lipidi e dell’urea, poichè
questi metabolismi richiedono un minor apporto di ossigeno.

RICERCA DELL’UNITA’ MORFOFUNZIONALE EPATICA

LOBULO EPATICO CLASSICO (KIERNAN, 1833) (anatomia comparata) [pentagono o esagono]


5 – 6 spazi portali in periferia
1 v. centrolobulare al centro
circolazione sanguigna: centripeta
circolazione biliare: centrifuga

LOBULO PORTALE (MALL, 1909) (funzione esocrina) [triangolare]


1 spazio portale al centro
3 v. centrolobulare in periferia
circolazione sanguigna: centrifuga
circolazione biliare: centripeta

ACINO EPATICO (RAPPAPORT, 1953) (studi perfusivi sulla microcircolazione) [quadrangolare]


acino epatico = area irrorata dal ramo terminale del peduncolo epatico e drenata dalla v. centrolobulare
la linea tra due spazi portali irrora lo spazio tra due vv. centrolobulari
2 spazi portali asse maggiore
2 v. centrolobulari asse minore
circolazione sanguigna: centrifuga
circolazione biliare: centripeta

LOBULO PRIMARIO (MATSUMOTO, 1982)


una parte del lobulo epatico di Kiernan (⅕ o ⅙)

COLEONE (HOFMANN, 1993) (funzione esocrina)


coleone = epatociti drenati da un singolo duttulo biliare di Hering

SUBUNITA’ MICROCIRCOLATORIA EPATICA (HMS)


HMS = territorio conoide perfuso da un ramo terminale dei vasi portali
base: spazio portobiliare. apice: v. centrolobulare
una parte dell’acino epatico di Rappaport

COLEOEPATONE
duttuli di Hering e vasi portali terminali sono entrambi alle periferie del lobulo, quindi il coleone si sovrappone alla subunità
microcircolatoria
coleoepatone = epatociti drenati da un singolo duttulo biliare di Hering e perfusi da un ramo terminale dei vasi portali.
raggruppamento più piccolo di cellule, sia autonomo nello svolgimento delle funzioni endocrino-metaboliche, sia capace di
secernere bile.
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