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ANATOMIA

Programma del 1 anno: ossa, muscoli, articolazioni. CELLULE E TESSUTI La cellula lunit strutturale funzionale di un organismo vivente; ci significa che se essa viene scomposta in parti pi piccole queste parti non sono organismi viventi.

Citoplasma con organuli specifici Membrana nucleare

Membrana citoplasmatica Nucleo (DNA, RNA, cromosomi)

MEMBRANA CITOPLASMATICA: protegge lintera cellula, ma non solo perch grazie a sostanze che si possono sciogliere nellacqua e nei grassi.
Teste idrofile Code ipofile

Sfrutta cos il modello del mosaico fluido, cio una barriera in costante evoluzione e che permette scambi con lesterno grazie a dei recettori tramite i quali passano le molecole dellesterno. Sulla membrana poi si trovano degli apparati di riconoscimento: sono questi ultimi che provocano nei trapianti il rigetto dellorgano o parte del corpo trapiantata. CITOPLASMA: un gel, denominato Citosol, nel quale galleggiano gli organuli citoplasmatici (specifici per ogni tipo di cellula). Es. i Ribosomi, utili alla sintesi proteica, contenenti le informazioni scritte sul MRNA acido ribonucleico messaggero. RETICOLO ENDOPLASMATICO: si divide in liscio ( il pi esterno ed ha il compito di immagazzinare le molecole) e rugoso (a contatto col nucleo ha il compito di rielaborare le molecole).

Altri organuli presenti nel Citoplasma (oltre ai Ribosomi): lAPPARATO DEL GOLGIelabora e forma le molecole complesse e prepara le sostanze al circolo extracellulare i LISOSOMIinglobano, distruggono ed eliminano ci che dannoso alle cellule i PEROSSISOMIproducono H2O2 (acqua ossigenata) per inattivare le cellule dannose i MITOCONDRIservono per la trasformazione delle sostanze utili alla cellula in ATP (AdenosinTriPfosfato) i CENTRIOLIutili nel momento della divisione cellulare. Fungono da poli magnetici attraendo gli organuli Esistono poi protuberanze esterne alla membrana citoplasmatica e sono: 1. le CIGLIA: poste al di sopra delle cellule e che permettono, ad esempio nei bronchi di trasportare il muco verso le cavit nasali 2. i FLAGELLI: permettono il movimento della cellula (es. la coda degli spermatozoi) 3. i MICROVILLI: per lassorbimento delle sostanze esterne grazie a una superficie maggiore di assorbimento
microvilli

NUCLEO: la parte della cellula delimitata da una membrana nucleare porosa che permette lo scambio di informazioni tra il nucleo e il resto della cellula. Il nucleo contiene la Cromatina che, se posta a contatto con coloranti, assume colori molto forti. In essa vi il materiale genetico che in fase di stasi in forma liquida, mentre nel momento della divisione cellulare il materiale genetico si raggruppa in coppie uguali di cromosomi X e Y. E nei pleuri presente lRNA ribosomiale. Esistono 2 tipi di divisione cellulare: la MITOSIqui tutto ci che c nella cellula viene raddoppiato e i corpi uguali vengono divisi e allontanati fra di loro dai centrioli. La cellule della pelle sfruttano questo tipo di divisione cellulare la MEIOSI la divisione cellulare che forma le cellule sessuali come i gameti con patrimonio genetico maschile e femminile. ISTOLOGIA ISTOS =tessuto LOGOS =studio Tessuto = insieme organizzato di cellule con funzioni simili o analoghe. Esistono nel corpo umano 4 tipi di tessuto: epitelialela pelle e tutto ci che esterno
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connettivale, muscolare e nervoso. La classificazione avviene in base alle caratteristiche della struttura e della matrice extracellulare. Il tessuto epiteliale ha una struttura molto compatta composta prevalentemente da tante cellule e con scarsa presenza di matrice extracellulare. Ha una funzione protettiva (cute), una funzione di rivestimento (mucose) e una funzione di secrezione (ghiandole). Il tessuto connettivo composto da cellule separate da una matrice extracellulare che conferisce le caratteristiche del tessuto; la sua funzione varia. Matrice di fibre proteiche: 1) fibroso areolare o lasso (strato sottocutaneo), denso regolare (tendini e legamenti), irregolare (fasce muscolari); 2) speciale adiposo e midollo osseo reticolare. Matrice di fibre proteiche e sostanza di base: 1) cartilagine (Ialina, fibrocartilagine ed elastina); 2) osso (compatte e spugnose). Matrice prevalentemente liquida: tessuti circolanti. Il tessuto muscolare ha una struttura di fibrocellule muscolari e si divide in: Liscio caratterizzato da assenza di strie, dallinvolontariet e dalla sua presenza nel sistema interno (splancnico) Striato caratterizzato dalla presenza di strie, dalla volontariet e dalla sua presenza assoluta nei muscoli uniti al sistema scheletrico Cardiaco striato, involontario e forma tutto il miocardio. Il tessuto nervoso costituito da una fitta rete di neuroni formati da dentriti, dal corpo cellulare e ogni neurone da un assone. Le cellule gliali sono di sostegno alle prime e la funzione generale di tutto il tessuto quella di trasmettere impulsi elettrici.

TERMINI DI POSIZIONE. Piano sagittale: quello che attraversa il corpo umano come una freccia e lo divide in una parte Dx e in una parte Sx. Piano frontale: parallelo alla nostra fronte suddivide il nostro corpo in una parte anteriore e in una parte posteriore. Piano trasversale: sega il corpo umano in una parte superiore e in una parte inferiore. Punti scheletrometrici e linee superficiali di riferimento. Serie di punti e linee individuabili in rapporto allo scheletro. Essi ci permettono di assegnare una dimensione quantitativa alle differenze morfologiche tra i diversi individui; inoltre ci permettono di indicare in modo preciso la posizione di un organo o la localizzazione di un sintomo. Si distinguono in: linee orizzontali e linee vericali. Partendo dallalto nella parte anteriore verticale: linea medio sternale linea parastrernale
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linea margino sternale linea emi claveare nella parte anteriore orizzontale: linea clavicolare linea basi sternale linea tangente allarco costale linea ombelicale trasversa linea basiliaca nella parte posteriore verticale: linea spondiloidea linea paravertebrale linea angolo scapolare Quadranti addominali. sup. Dx sup. Sx fegato duodeno stomaco milza inf. Dx intestino appendice ombelico Regioni addominali. sup. Dx ipocondriaca lombare Dx (rene) iliaca Dx
emicostale

inf. Sx colon sigmoideo

epigastrica ombelicale ipogastrica


emicostale

suo. Sx ipocondriaca
sotto larco costale

lombare Sx (rene)
sulle spine iliache

iliaca Sx

Le cavit Cavit toracica: pleurica Dx e Sx Pericardiaca Cavit parietale: Cavit pelvica:

al di fuori mediastino In cui sta il cuore, il timo, i vasi sanguigni che vanno al cuore, ghiandole, esofago. il diaframma divide laddome dal torace. es. il cuore rivestito da una membrana, come avere un pugno in un palloncino pieno dacqua.

LE OSSA. Descrizione generale Organi di varia forma e volume Colore biancastro o giallastro Consistenza solida Grande resistenza meccanica Molto numerose (+ di 200).
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Funzioni Sono deposito di minerali e sede di emopoiesi Costituiscono, mediante giunzioni articolari, lo scheletro di sostegno del corpo Forniscono inserzioni agli organi muscolari, che le spostano; sono quindi fondamentali per la statica la locomozione. TESSUTO CARTILAGINEO. Caratteristiche Elevata resistenza alla pressione Durante la vita fetale rappresenta la totalit dello scheletro Nel periodo di accrescimento si trova nelle epifisi e nella cartilagine di coniugazione Nelladulto si localizza nelle superfici articolari e nella porzione cartilaginea delle coste. Distinguiamo La cartilagine ialina La cartilagine fibrosa Tipi di ossa:
Osso lungo (es. femore) Osso piatto (es. parietale) Osso irregolare (es. sfenoide) Osso corto (es. pisiforme) Osso lungo descrizione Diafisi (osso compatto) Cartilagine di coniugazione Epifisi (osso spugnoso) Cartilagine articolare Canale midollare Periostio Istologia Matrice ossea Parte organica collagene Parte inorganica idrossiapatite - cristalli fosfati di calcio OSTEOCITA OSTEOCLASTI Struttura LAMELLE strati di lamine (collagene) formati da una struttura tridimensionale LACUNE spazi allinterno della matrice compresi tra 2 lamelle CANALICOLI tunnel per collegare 2 o pi lacune occupate da osteoclasti. Osso compatto descrizione OSTEONE canale di Havers o centrale
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Sistema lamellare concentrico CANALE DI VOLMANN O PERFORMANTI SISTEMA CIRCONFERENZIALE Osso spugnoso descrizione Struttura - trabecole e canicoli LINEE DI FORZA

Embriologia Ossificazione: intramembranoso e endocondrale. Def. Processo di formazione di osso da parte di osteoblasti. 1. Sintesi di matrice organica extracellulare 2. Apposizione di minerali (idrossiapatite). Intramambranoso: avviene allinterno di membrane collagene prodotte dai fibroblasti durante lo
sviluppo embrionale osteoblasti e centri di ossificazione. Endocondrale: a livello delle cartilagini ialine formata dai condroblasti e va incontro alla calcificazione centri di ossificazione primari (intramembranoso) e centri di ossificazione secondari (endocondrale).
Pericondrio cartilagine periostio cartilagine calcificata canale midollare osso

ossificazione itramembranosa
1. 2. 3. 4. Le cellule embrionarie formano una membrana collagena contenente cellule progonitrici ossee. Stadio non paragonabile. Le cellule embrionarie formano il periostio, che contiene gli osteoblasti. Le cellule progenitrici ossee diventano osteoblasti a livello dei centri di ossificazione; allinterno gli osteoblasti producono matrice ossea, allesterno del periostio lgi osteoblasti producono osso. 5. Losso intermembranoso si modella e non pi distinguibile da quello endocrinale.

Ossificazione endocondrale
1. Le cellule embrionarie trasformano i condroblasti i quali producono un modello cartilagineo che viene circondato dal pericondrio. 2. I condrociti si ipertrofizzano, la matrice cartilaginea si ossifica e i condrociti muoiono. 3. Il pericondrio si trasforma in periostio quando le cellule destinate ad avvolversi allinterno del periostio diventano osteoblasti. 4. I vasi sanguigni e gli osteoblasti che derivano dal periostio invadono il modello cartilagineo ossificato; allinterno questi osteoblasti producono matrice ossea a livello dei centri di ossificazione primaria e pi tardi a livello di quelli di ossificazione secondaria; allesterno del periostio gli osteoblasti producono ossa. 5. Losso endocrinale si modella ed indistinguibile da quello intermembranoso.

CRESCITA DELLOSSO. Crescita apposizionale: successive deposizioni di un nuovo strato osseo sulla superficie di
quello preesistente.

Crescita endocondrale: avviene a livello delle cartilagini di coniugazione (condrociti). Cartilagine articolare: quella parte di cartilagine posta sulla superficie articolare che non viene
sostituita dallosso durante i percorsi di ossificazione. FATTORI CHE REGOLANO LA CRESCITA DELLO SCHELETRO. (OSSO = TESSUTO VIVO)
1. 2.

Apporto nutrizionale calcio per idrossiapatite e proteine per collagene. Controllo ormonale ormoni della crescita GH- e ormoni tiroidei e oemoni sessuali.

3. Regolazione calcemia.

Rimaneggiamento osseo: rimozione di osso vecchio da parte di osteoclasti e posizionamento di nuova matrice ossea da parte di osteoblasti. RIPARAZIONE OSSEA. 1. Trasformazione in fibroblasti di cellule indifferenziate. 2. Formazione di travate connettivali. Differenziazione in condroblasti e formazione di fibrocartilagine allinterno delle travate connettivali callo fibrocartilagineo. Penetrazione osteoblasti callo osseo.

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5. Ossificazione intramembranosa del tessuto fibroso. 6. Ossificazione endocondrale del tessuto fibrocartilagineo.

GENERALITA DI ARTICOLAZIONI. Definizione: per articolazione si intende la sede di incontro fra due o pi capi ossei. Funzione: funge da collegamento fra i segmenti ossei e permette il movimento fra i segmenti ossei. Nomenclatura: basata sulle stesse ossa che compongono larticolazione (es. temporomandibolare, metacarpo falangea); mentre per le grosse articolazioni si utilizzano i nomi propri come ginocchio e spalla. Classificazione:
tessuto connettivale interporoso articolazioni fibrose articolazioni cartilaginee articolazioni sinoviali mobilit consentita sinartrosi (immobile) anfiartrosi (semimobili) diartrosi (mobili)

ARTICOLAZIONI FIBROSE O SINARTROSE. Interposizione del tessuto fibroso. Non presente alcuna cavit articolare. Il movimento consentito scarso o addirittura assente. Sature fra le ossa craniche (ad incastro); sono articolazioni immobili; presenti nelle ossificazioni delle fontanelle neonatali; sinostosi: ossificazione di articolazioni. 2. Sindesmosi capi articolari distanziati uniti da legamenti; in essi presente una scarsa mobilit. Es. radioulnare. 3. Gonfosi articolazioni dentali, presenti allinterno di cavit ossee, caratterizzate da scarso movimento e dalla presenza di connettivo collageno (legamenti paradontali).
1.

ARTICOLAZIONI CARTILAGINEE O ANFIARTROSI. Sincondrosi interposizione di cartilagine ialina (di accrescimento); temporanee sinostosi, caratterizzate da mobilit elastica. Es. cistosternali. 2. Sinfisi interposizione di fibrocartilagine, con una mobilit relativa alla flessibilit. Es. sinfisi pubica, dischi intervertebrali.
1.

ARTICOLAZIONI SINOVIALI.

Struttura: interposizione di fibrocartilagine; dischi articolari cartilaginei; capsula articolare la


quale risulta fibrosa nella parte esterna e sinoviale nella parte interna; liquido sinoviale (ac.ialuronico, e sostanze nutritizie), mentre la borsa sinoviale una guaina tendinea.
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Classificazione: basata secondo i movimenti consentiti monoassiali, biassiali, multiassiali. Morfologia: le articolaioni sinoviali si dividono in articolazioni
1.

Piane caratterizzate da due superfici piane opposte, con movimenti multiassiali (anche di rotazione. Es. le articolazioni intervertebrali. A sella poste ad angolo retto e capaci di compiere movimenti biassiali. Es. corpo metacarpale del pollice. A ginglimo a forma di cilindro convesso in osso concavo; capace di compiere un movimento monoassiale. Es. gomito, ginocchio. Spirali processo cilindrico in rotazione allinterno del disco; ha un movimento monoassiale es. epistrofeo-atlante. Enartosi capo osseo sferico in cavit, capace di movimenti multiassiali come la spalla e lanca. Condiloidee enartrosi con superfici articolari ellissoidali capaci di movimenti biassiali. Es. atlanto-occipitale

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3.

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5.

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CLASSIFICAZIONE DEI MOVIMENTI.


1.

Movimenti angolari: dove si modifica langolo fra segmenti ossei o fra parti corporee.

Flesso-estensione riduzione o aumento dellangolo articolare, dove lintero arto pu compiere una flessione (anteriore) o una estensione (posteriore).Per quanto riguarda il piede si ha una flessione plantare e una flessione dorsale (o dorsiflessione). 2. Abduzione e Adduzione rispettivamente allontanamento e avvicinamento della linea mediana (arti e le mani).

Movimenti circolari:
Rotazione segmento attorno allasse maggiore; pu essere mediale e laterale. Es.omero e capo. 2. Pronazione e supinazione riferiti esclusivamente allavambraccio. 3. Circumduzione combinazione fra flessione, estensione, abduzione e adduzione. Es, scapoloomerale.
1.

Movimenti particolari:
1. 2. 3. 4. 5. 6.

Elevazione e abbassamento compiuti dalla mandibola e dalla scapola. Protrisione e retrazione mandibola e scapola. Escursione pu essere laterale. Es. mandibola. Opposizione e riduzione avvicinamento e allontanamento del pollice dalle altre dita. Inversione ed everisione rotazione interna ed esterna della tibio-tarsica. Movimenti combinati scomponimento di movimenti elementari.
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APPARATO SCHELETRICO. Lo scheletro, ci che sostiene il nostro corpo assieme ai muscoli che ne permettono il movimento, formato in media da 206 ossa; ma non sempre cos: con lavanzare degli anni o a causa di fratture particolari, il numero delle ossa pu decrescere tramite la fusione di alcune di esse. Molte ossa sono caratterizzate da tubercoli o processi ossei, che permettono lintrusione e linserzione di tendini e legamenti; i forami o fori ossei sono degli alloggiamenti per i nervi e per i vasi sanguigni; gli spazi aerei rivestiti da un particolare epitelio sono i seni. Inoltre la parte liscia di un osso quella dellarticolazione. Lo scheletro si divide in assile e in appendicolare. Lo scheletro assile protegge il cervello, il midollo spinale, e gli organi vitali posti nella gabbia toracica. Lo scheletro appendicolare funge da sostegno per i muscoli degli arti superiori, inferiori e compone il bacino. Le ossa assili o appendicolari si dividono in pari o impari. Scheletro assile Cranio Scatola cranica: Parietale 2 Temporale 2 Frontale 1 Occipitale 1 Sfenoide 1 Etmoide 1 Faccia: Mascellare 2 Zigomatico 2 Palatino 2 Nasale 2 Lacrimale 2 Conca nasale inferiore 2 Mandibola 1 Vomere 1 Ossicini dellorecchio Incudine 2 Martello 2 Staffa 2 (ossa del cranio): 28 Osso ioide 1 Colonna vertebrale Vertebre cervicali 7 Vertebre toraciche 12 Vertebre lombari 5 Sacro 1 Coccige 1 (ossa della colonna vertebrale): 26 Gabbia toracica Coste 24 Scheletro appendicolare Cingolo scapolare Scapola 2 Clavicola 2 Arto superiore Omero 2 Ulna 2 Radio 2 Carpo 16 Metacarpo 10 Falangi 28 (ossa cingolo e arti superiori): 64 Cingolo pelvico Osso dellanca 2 Arto inferiore Femore 2 Tibia 2 Fibula 2 Rotula 2 Tarso 14 Metatarso 10 Falangi 28 (ossa del cingolo e degli arti inferiori): 62

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Sterno 1 (ossa gabbia toracica): 25 ossa scheletro assile: 80 ossa scheletro appendicolare: 126 IL CRANIO.

Il cranio formato da 28 ossa: ossicini dellorecchio (6) incudine, martello e staffa, posti sotto losso temporale e funzionali alludito; trasmettono le vibrazioni sonore dellesterno al timpano. Ossa del cranio (22) a loro volta divisi in scatola cranica e faccia. La scatola cranica consta di 8 osa e protegge lencefalo, mentre le ossa facciali (14) proteggono la maggior parte degli organi di senso presenti sul volto (occhi, naso, lingua). Un discorso a parte deve essere fatto per la mandibola, la mascella e losso ioide: le prime due sono dotate di processi alveolari, che consentono laggancio della radice dei denti, mentre lultimo connesso al cranio solo attraverso tendini e muscoli ed utile per la fonazione e la deglutizione. Dando uno sguardo di insieme il cranio composto da ossa dotate di creste, linee, processi, lamine, utili a fornire agganci per le articolazioni e muscoli. Esse sono presenti anche nella parte interna del cranio. Visione dallalto. Da questo punto di vista si possono osservare 4 ossa: il frontale, una parte delloccipitale e le due parietali. Queste due sono fuse con losso frontale tramite la sutura coronale, mentre con loccipitale attraverso la sutura lambdoidea. Le 2 ossa parietali sono unite attraverso la sutura sagittale. Losso occipitale dotato di una protuberanza nella sua parte inferiore utile allinserzione del legamento nucale (per tenere diritta la testa): protuberanza occipitale esterna. Essa non sviluppata nelluomo come negli altri esseri viventi, poich la posizione del foro occipitale nelluomo determina gi una buona posizione di equilibrio. Visione laterale. Da questo punto di vista si pu osservare la sutura squamosa che connette losso temporale con quello parietale e con lo sfenoide (o grande ala). Losso temporale dotato di un grosso foro che permette il passaggio delle onde sonore fino al timpano,; esso il meato uditivo esterno. Sotto c il processo mastoideo, che palpato risulta come una massa prominente dietro lorecchio: formato da celle mastoidee connesse dietro lorecchio. Anteriormente allo sfenoide vi losso zigomatico; larcata zigomatica, la parte laterale e la pi prominente, facilmente visibile. Losso mascellare posto situato al di sotto dello zigomatico. Al di sotto c la mandibola. Visione frontale. Si possono notare losso frontale, le ossa zigomatiche, le ossa mascellari e la mandibola. Le cavit pi rilevanti sono le orbite e la cavit nasale. Le prime sono importanti per la protezione degli occhi e dei muscoli che li muovono. Inoltre il nervo ottico passa attraverso il foro ottico per poter entrare nella scatola cranica ed essere in contatto con lencefalo. La cavit nasale divisa in due parti dal setto nasale. La parte ossea del naso composta dal vomere e dalla lamina perpendicolare delletmoide, mentre il resto del setto nasale formato da cartilagine iliana. Le conche nasali (2) sono dirette inferiormente e formate (dallinferiore al superiore) da un osso separato, e da proiezioni delletmoide. I seni paranasali riducono di molto il peso dellintero cranio e fungono da cassa di risonanza durante lemissione della voce. Visione dallinterno. Il pavimento della scatola cranica suddiviso in tre fosse: anteriore, media e posteriore), formatesi per adeguare le dimensioni e la struttura del cranio alle dimensioni dellencefalo. La crista galli, la pi prominente dellintera scatola cranica, collocata al centro della fossa anteriore e funge da attacco per le meningi: membrane di tessuto connettivo che sostiene e protegge lencefalo. La fossa olfattoria composta dalla lamina cribrosa delletmoide. La sella turcica la sede dellipofisi (ghiandola endocrina); una porzione petrosa dellosso temporale si

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estende posteriormente ad essa. Il grande foro occipitale, che permette il collegamento dellencefalo con il midollo spinale, collocato nella fossa posteriore.

Visione dal basso. Rimossa la mandibola si possono notare numerosi fori nella parte inferiore del cranio, tra i quali il foro occipitale (dietro il centro della base cranica) dove passa losso occipitale. I condrili occipitali, una parte liscia che permette lunione e la mobilitazione tra cranio e colonna vertebrale, sono situati antero lateralmente rispetto al foro occipitale, punto in cui sono facilmente individuabili i fori che permettono ai vasi sanguigni di raggiungere lencefalo. Tutto il sangue quindi passa attraverso il canale carotideo (arterie carotidi interne) e il foro occipitale (arterie vertebrali). Le carotide quindi passa , spostandosi di 90, nel foro lacero. La via opposta cio in uscita dallencefalo, fornita dalle vene giugulari che passano attraverso i fori giugulari, posti lateralmente ai condrili occipitali. I due processi mastoidei, lunghi ed appuntiti, sono uniti ai muscoli dellosso ioide e della faringe e ai muscoli che permettono il movimento della lingua. Quindi c la fossa mandibolare, punto di unione tra la base dellarcata zigomatica del cranio e la mandibola. I processi pterigoidei mediale e laterale sono posti allinterno del naso e sono le sue lamine laterali, che permettono anchessi i movimenti della mandibola. Il vomere , invece, la porzione centro posteriore del setto nasale. Il palato duro, cio il pavimeto della cavit nasale, formato da 4 ossa suturate: i due processi palatini della ossa mascellari (nella parte anterirore) e due lamine orizzontali dellosso palatino (la parte pi interna al palato). La combinazione del palato duro e di quello molle (posteriore) permette alluomo di mangiare e respirare allo stesso tempo. COLONNA VERTEBRALE. La colonna vertebrale formata da 26 ossa suddivise in: 7 vertebre cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 1 sacrale, 1 coccigeo. In un adulto, cio quando la colonna vertebrale completata, si nota la presenza di 4 curve maggiori: la regione cervicale e lombare sono convesse anteriormente (lordosi), quelle toracica, sacrale e coccigea sono concave anteriormente (cifosi). Se le curve sono eccessive cio si ha una lordosi troppo pronunciata, tale difetto si definisce iperlordosi, per una cifosi eccessiva si dice che nel soggetto presente una ipercifosi. La scoliosi invece una curvatura (o pi curvature) anomala laterale della colonna vertebrale. Aspetto generale delle vertebre. Funzioni della colonna vertebrale: 1. Sostenere il peso della testa e del tronco; 2. Proteggere il midollo spinale; 3. Permettere ai nervi spinali di uscire dal midollo; 4. Consente linserzione dei muscoli; 5. Consente movimenti della testa e del tronco. Ogni vertebra dotata di un corpo1, di un arco, e di vari processi2. Il corpo quella parte della vertebra che sostiene il peso del corpo e consiste in un disco osseo. Fra un disco osseo e un altro sono presenti i dischi fibrocartilagieni, formati da un anello fibroso esterno e da un nucleo polposo interno (una sostanza gelatinosa). La loro funzione di evitare sfregamenti fra le vertebre, che porterebbero ad una veloce usura e appiattimento, e come ulteriore sostegno. Quando si dice di rottura o ernia del disco si intende del disco fibroso che non pu pi trattenere al suo interno il nucleo polposo, questo spinge sui nervi ivi presenti e produce dolore. Durante lo sviluppo possibile che si verifichi una malformazione della colonna vertebrale, quando, nello stadio fetale, alcune lamine non si fondono assieme: questo difetto chiamato spina bifida.
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Corpo: porzione principale dellosso. Processo: proiezione sporgente di un osso. 12

La protezione del midollo spinale una funzione dellarco vertebrale, al suo interno vi un foro vertebrale; pi fori vertebrali formano il canale vertebrale, che contiene il midollo spinale. Larco costituito da 2 peduncoli (attaccati al corpo) e da 2 lamine, che unite formano larco. Esistono poi altri fori, gli intervertebrali, che permettono ai nervi spinali di uscire dalle vertebre. Ci che permette il sostegno e il movimento della colonna vertebrale sono i processi articolari superiore ed inferiore; la loro sovrapposizione da alla colonna una maggiore rigidit. Essi sono presenti in una zona denominata faccetta articolare. Per processo spinoso si intende in punto di unione della 2 lamine, mentre quello strasverso si estende singolarmente da ciascun arco al pi prossimo processo spinoso. I processi spinosi sono facilmente individuabili tramite palpazione e si identificano come protuberanze lungo la linea mediana del dorso. Differenze regionali delle vertebre.
1.

Le vertebre cervicali (7) sono caratterizzate da un corpo molto piccolo, da processi spinosi parzialmente bifidi e da un foro trasverso attraverso il quale le arterie vertebrali portano il sangue al capo. Solo le vertebre cervicali hanno i fori trasversi. La prima di queste vertebre cervicali detta atlante, dal nome del mitologico Atlante, colui che sosteneva il mondo. questa piccola vertebra che sostiene il nostro capo e collega la colonna vertebrale con il capo stesso. Essa non possiede un corpo, ma unampia faccetta articolare superiore che si articola con i condili occipitali alla base del cranio. Tramite il dente della seconda vertebra, un processo odontoideo estremamente sviluppato di questa seconda vertebra che si chiama epistrofeo o asse, vengono svolti i movimenti principali del cranio. Il dente infatti si articola nellatlante e cos si possono svolgere i movimenti in asse del capo (lAtlante ruota attorno al dente dellepistrofeo). Il processo della settima vertebra cervicale individuabile come una protuberanza tra le spalle. Le vertebre toraciche (12) hanno processi spinosi lunghi e sottili diretti verso il basso e processi trasversi abbastanza lunghi. Nelle prime 10 si notano processi articolari a livello dei processi trasversi dove le vertebre si articolano con i tubercoli delle coste, la cui test si articola di conseguenza fra le vertebre e ciascuna vertebra ha mezza faccetta articolare nellarticolazione della testa della costa sottostante con quella sovrastante. Le vertebre lombari (5) hanno un corpo largo e spesso, per sostenere pi peso rispetto alle vertebre toraciche e cervicali, processi trasversi e spinosi grossi e rettangolari; per questo motivo la lori capacit di movimento molto limitata. Le vertebre sacrali (1) sono in realt 5 vertebre fuse tra loro a formare un unico osso detto sacro. I processi trasversi fusi tra loro formano lala, che articola il sacro dalle ossa pelviche. I processi spinosi delle prime 4 formano la cresta sacrale media, mentre quello della quinta forma lo iato sacrale, punto preferenziale dellinoculazione degli anestetici. I fori sacrali sono posti lateralmente. Il coccige (1) formato da 4 o 5 vertebre fuse tra loro a formare questunico osso che si frattura facilmente se soggetto al peso del corpo che urta fortemente. Non ha n fori vertebrali, n processi ben sviluppati.

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5.

Il colpo di frusta uniperestensione traumatica a carico delle vertebre cervicali, dove la testa viene proiettata nel punto di massima flessibilit della colonna in modo brusco. Ci pu

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comportare la frattura delle vertebre cervicali (paralisi), la rottura dei dischi, la compressione del midollo, lo stiramento e strappamento dei muscoli, dei tendini e dei legamenti. Dislocazioni e fratture delle vertebre cervicali sono le pi, frequenti a causa delle loro dimensioni (pi piccole). Le vertebre lombari, visto il loro peso e mole, sono pi resistenti, ma causano lo schiacciamento dei dischi intervertebrali e la loro frattura.. larea del coccige si frattura facilmente se i cade violentemente, nellistante in cui si cerca di sedersi, su una superficie dura. GABBIA TORACICA. Detta anche gabbia costale ha le funzioni di proteggere gli organi al suo interno (quelli vitali) e di evitare il collasso polmonare durante la respirazione. formata dalle vertebre toraciche, dalle coste con le rispettive cartilagini (ma non presenti in tutte) e dallo sterno. Coste e cartilagini costali. Le 12 paia di coste si dividono in vere, e false; per coste vere o vertebrosternali si intendono quelle coste che si articolano direttamente con le vertebre toraciche e con lo sterno attraverso proprie cartilagini costali (dalla 1^ alla 7^). Le coste false differiscono dalle prime nel modo di contatto con lo sterno: esse non si attaccano direttamente allo sterno. Esse stesse di dividono in vertebrocondrali, che tramite ununica cartilagine si uniscono allo sterno (8^, 9^ e 10^ costa); fluttuanti o vertebrali, che non si uniscono affatto allo sterno. Le cartilagini costali sono caratterizzate da una particolare flessibilit che non limita la variazione di volume della gabbia toracica durante la respirazione. La costa costituita da una testa che si articola con le vertebre toraciche e con il relativo disco intervertebrale, da un tubercolo che si articola con il processo trasverso della vertebra, da un collo, posizionato tra testa e tubercolo, da un corpo che tutta la porzione rimanente e che, ad eccezione dell11^ e della 12^ costa termina con un margine sternale. Lo sterno. Lo sterno si divide in 3 parti: il manubrio, il corpo e il processo xifoideo. La parte superiore del manubrio, caratterizzata da una facilmente incisura giugulare nel mezzo, si collega con la 1^ costa e la clavicola. Tra manubrio e corpo (questo punto detto angolo sternale3) si collega la 2^ costa e via via tutte le altre fino alla fine del corpo. Nessuna costa si attacca al processo xifoideo e questo il responsabile delle possibili lacerazioni del fegato durante la rianimazione cardiaca. SCHELETRO APPENDICOLARE. Quando si parla di scheletro appendicolare si intendono le parti scheletriche degli arti superiori, degli arti inferiori e dei cingoli, cio dei punti di contatto tra gli arti e il resto del corpo. Arto superiore. Larto superiore caratterizzato da una grande capacit di movimento visto lattacco al cingolo in modo abbastanza lasso4 al resto del corpo. Cingolo pettorale. Detto anche spalla, formato da due ossa colleganti larto superiore al corpo: la scapola e la clavicola. La scapola un osso piatto triangolare con la punta rivolta verso il basso e sulla cui base (vicino allestremit della spalla) identificabile il processo acromiale (acromion), utile a proteggere le articolazioni, a fungere da sito dattacco per la clavicola, e da punti di inserzione ad alcuni muscoli della spalla. La spina scapolare una estensione del processo acromiale e divide posteriormente la fossa sopraspinata dalla fossa sottospinata (la pi grande). La parte anteriore, invece, costituita da unampia superficie detta fossa sottoscapolare. Al di sopra si nota il piccolo processo coracoideo, utile allinserzione di alcuni muscoli della spalla e del braccio. Quindi sul lato esterno della spalla, al di sotto dellacromion e del processo coracoideo, c la cavit glenoidea: punto di ancoraggio della scapola con lomero.
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una prominenza della faccia anteriore del torace. Lasso = tollerante. 14

La clavicola un osso a forma di esse allungata ed costituita da un corpo e da due estremit: una che si articola con il processo acromiale, e una con il manubrio dello sterno. La funzione principale della clavicola quella di mantenere lontano larto superiore dal resto del corpo, facilitandone cos i movimenti. Nel caso di frattura della clavicola si nota una difficolt di movimento naturale del braccio e, se la frattura risultasse scomposta larto superiore avanzerebbe di posizione non avendo un sostegno anteriore e sarebbe impossibile muovere la spalla. Il braccio. Per braccio si intende quella parte del corpo che limitata dalla spalla al gomito. Esso formato da un unico osso il cui nome omero ed costituito, partendo dallalto verso il basso da: Una testa (che si collega con la fossa glenoidea della scapola), un collo anatomico (appena accentuato); Un collo chirurgico (cos chiamato perch a questo livello si hanno fratture che necessitano di interventi chirurgici); Due tubercoli maggiore e minore (rispettivamente antero e laterale, che fungono da punti di inserzione per i muscoli); il solco che formano detto solco intertubercolare o bicipitale e contiene un tendine del muscolo bicipite; Una tuberosit deltoidea, posta a 1/3 dellomero, nella sua parte laterale e sede dellinserzione del muscolo deltoide; A causa della sua articolazione inferiore con due ossa (radio e ulna), la porzione laterale della superficie articolare molto arrotondata e si articola col radio (capitello), mentre la porzione mediale (nel mezzo) occupata dalla troclea e si articola con lulna. Il sollevamento pesi, oltre ad aumentare la massa e il volume muscolare provoca un aumento delle dimensioni dei tubercoli ossei, inclusi quelli dellomero. Avambraccio. formato dallulna medialmente e dal radio lateralmente. Lulna collegata con lomero da una faccia articolare a forma di C, che nella sua parte posteriore (la pi ampia) prende il nome di processo olecranico e al quale si collegano i muscoli posteriori del braccio; anteriormente c il processo coronideo e fra i due vi lincisura trocleare o semilunare. La porzione distale ha una testa (che pu essere avvertita al tatto, in prossimit del polso) che si collega con il polso e con il radio e presenta un piccolo processo stiloideo, utile allancoraggio dei legamenti del polso. Il radio composto da una testa nellestremit prossimale (si collega allomero), da un collo, da una tuberosit radiale, che il punto di inserzione dei principali muscoli anteriori del braccio, da un corpo e nella sua porzione distale (in collegamento con il polso) da un processo stiloideo al quale si collegano i legamenti del polso ed situato nella parte laterale. Nel momento in cui avviene una rotazione dellavambraccio con conseguente supinazione o pronazione della mano, si nota che lepifisi prossimale dellulna rimane in sede, mentre il radio tende a ruotare. Polso. Posto tra lavambraccio e la mano formato da 8 ossa carpali poste in due file di quattro ossa ciascuna. Sono convesse posteriormente e concave anteriormente, ci accentuato dal tubercolo del trapezio alla base del pollice e dalluncino dellosso uncinato alla base dellultimo dito; fra di essi, sulla superficie anteriore del polso, passa il tunnel carpale, sede di tendini, nervi e vasi sanguigni. La rottura delle ossa carpali e la conseguente deposizione di tessuto connettivo pu portare ad uno schiacciamento dei vasi e tendini nel tunnel con le conseguenti parestesie, bruciori e intorpidimenti della mano. Mano. formata da 5 ossa metacarpali articolate con le 4 carpali; anchesse hanno una curvatura analoga al polso cos che la mano in riposo ha il palmo concavo. Le porzioni distali delle ossa metacarpali
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contribuiscono a formare le nocche. Ogni dito della mano composto da 3 falangi (prossimale, media, distale), eccetto il pollice che ne ha 2 (prossimale, distale). Fra falange e metacarpo del pollice si formano 2 o 3 ossa dette sesamoidee. A prima vista sembrerebbe che lo scheletro abbia dita molto pi lunghe rispetto a quelle che normalmente si osservano nellessere vivente. Ci avviene perch, osservando lo scheletro si associano le ossa metacarpali con le falangi, non distinguendole, mentre nellessere vivente non si cade in questo errore per il fatto che il metacarpo sembra un pezzo unico della mano. Lerrore quindi, a mio avviso, puramente percettivo. Arto inferiore. Simile allarto superiore differisce nellarticolazione salda del cingolo pelvico e in generale dal fatto che le ossa sono pi spesse pesanti e lunghe rispetto allarto superiore. Larto inferiore funge da sostegno e da apparato locomotore. Cingolo pelvico. formato posteriormente dal sacro e antero-lateralmente da due ossa pari dette ossa dellanca. Queste ultime sono composte superiormente da un largo osso concavo e inferiormente da un anello osseo denominato foro otturatorio. Da una visione latero-posteriore si nota lacetabolo, una fossa che permette larticolazione tra il cingolo e larto inferiore (femore). Il cingolo pelvico e fondamentale per il sostegno del corpo, la protezione degli organi interni. Losso dellanca deriva dalla fusione di tre ossa lileo, lischio e il pube, unite dallacetabolo. Lileo composto nella sua parte superiore dalla cresta iliaca, anteriormente dalla spina iliaca antero superiore (importate per lindividuazione del punto esatto che permette una iniezione intramuscolare) e posteriormente dalla spina iliaca postero superiore. Larticolazione auricolare dellileo si unisce al sacro e forma larticolazione sacro-iliaca; vi poi una larga depressione detta fossa iliaca. Un eccessivo peso che grava sul cingolo pelvico pu verificarsi durante la gravidanza a causa del peso del feto; ci pu comportare una lesione del tessuto connettivo e delle terminazioni nervose con conseguente dolore. Lischio possiede una grande tuberosit ischiatica. Posteriormente c la grande e la piccola incisura ischiatica. Il pube possiede una cresta pubica utile alle inserzioni dei muscoli addominali e al di sotto la sinfisi pubica , punto di unione con le altre due ossa dellanca. Seguendo la linea ileopettinea, e la cresta pubica si pu dividere la pelvi in 2 parti. La grande pelvi si trova sopra lo stretto superiore. La piccola pelvi al di sotto e la sua apertura si chiama stretto inferiore. Coscia. Contiene un singolo osso: il femore costituito da una testa ben arrotondata che si inserisce e articola nellacetabolo, un collo ben definito, un corpo molto lungo, sul quale sono presenti delle tuberosit nella sua parte posteriore utili allinserzione dei glutei dellanca e della coscia. La porzione distale presenta i condili laterale e mediale, punti di inserzione di muscoli e legamenti. La rotula o patella un osso sesamoideo collocato allinterno del tendine anteriore maggiore, detto per questo motivo tendine rotuleo e non a contatto con nessun osso. La rotula facilita il compito del tendine variando langolo con il quale esso passa al di sopra del ginocchio nel momento in cui lo si piega. Gamba. La gamba costituita da due ossa: tibia e perone. La prima la pi grande e in prossimit della rotula presenta una tuberosit identificabile al contatto detta tuberosit tibiale e funge da inserzione dei muscoli anteriori della coscia. Tra i condili vi leminenza intercondiliodea, sito di inserzione dei legamenti del ginocchio. La parte distale si allarga nella sua parte finale a formare il malleolo mediale, facilmente palpabile allinterno e al di sopra della caviglia.

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Il perone o fibula un osso pi sottile della tibia e non si articola con il femore, bens con la tibia stessa; la parte distale presenta il malleolo laterale, anche esso individuabile anche visivamente e opposto a quello mediale. I moderni scarponi da sci coprono la maggior parte della gamba in modo da evitare il pi possibile fratture ossee a livello della tibia e del perone, ma anche del malleolo. Caviglia. Formata da 7 ossa tarsali, lastragalo e il calcagno rappresentano le maggiori e le pi importanti per quanto riguarda la mobilit della caviglia stessa; lastragalo si articola con la tibia e il perone e al di sotto con le altre ossa tarsali (cuboide, cuneiforme laterale, intermedio e mediale e calcagno). Il calcagno funge invece da sostegno ed una specie di ammortizzatore dellintero corpo. Piede. Le ossa metatarsali e le falangi sono simili alle ossa metacarpali e alle falangi della mano. Il piede grazie al calcagno risulta convesso dorsalmente e concavo ventralmente e ci conferisce la cosiddetta arcata plantare. LE ARTICOLAZIONI. Significative per la struttura e le funzioni del corpo sono tra le altre: Temporomandibolare. Articolazione fra osso temporale e mandibola. Il condilo della mandibola si inserisce nella fossa dellosso temporale; fra essi vi per un disco articolare che divide larticolazione in due cavit. Il tutto circondato da una capsula fibrosa che si unisce al disco ed rafforzata da legamenti laterali ed accessori. lincontro di una articolazione piana (fossa mandibolare dellosso temporale) ed una condiloidea (condilo della mandibola). Quando una persona apre la bocca si nota uno scivolamento anteriore del condilo mandibolare rispetto alla fossa con un conseguente movimento a ginglimo tra il disco articolare e il condilo. Limitati sono i suoi movimenti laterali che permettono alla mandibola la sua escursione. Scapolo-omerale. Detta anche articolazione della spalla una enartrosi capace di molta mobilit (flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione e circumduzione), la testa rotondeggiante dellomero si articola con la fossa glenoidea della scapola, la cui rima lievemente sopraelevata da un anello fibrocartilagineo, detto labbro glenoideo che si collega alla capsula articolare. Allinterno dellarticolazione vi sono la borsa sottoscapolare e la borsa sottoacromiale. La sua stabilit data da tre gruppi di legamenti (gleno-omerale superiore, medio ed inferiore) situati sul lato anteriore della capsula e si estendono dallomero alla fossa glenoidea; e da quattro muscoli considerati insieme la cuffia rotatoria. A far aderire alla fossa la testa dellomero anche il tendine del bicipite brachiale, il quale tendine passa attraverso la capsula. Lesioni della spalla sono comuni vista la poca stabilit dellarticolazione stessa e comuni sono le lacerazioni muscolari, tendinee e le lussazioni. Frequenti sono anche tendiniti borsiti e artriti (infiammazioni) e possono risultare molto dolorose. Coxofemorale. larticolazione formata dalla testa del femore con lacetabolo dellosso dellanca. Lacetabolo (cavo) rafforzato superiormente dal labbro acetabolare fibrocartilagineo e inferiormente dal legamento trasverso dellacetabolo. Questo tipo di articolazione permette la flessione, lestensione, labduzione, ladduzione, la rotazione, la circumduzione. La capsula robusta e formata da molti legamenti e si estende dalla rima dellacetabolo al collo del femore. Il legamento ileofemorale robusto e per questo motivo le persone provano meno fatica spostando le anche in avanti, e sforzando quindi solo il legamento pi robusto , quello ileofemorale. Il legamento rotondo, della testa del femore, ha importanza perch veicola una piccola arteria nutritiva per la testa del femore nell80% delle persone. (altri legamenti: legamento pubofemorale; tendini: tendine del muscolo retto del femore).
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La lussazione avviene in posizione flessa e a causa di una spinta posteriore (un incidente automobilistico). Ci provoca una lacerazione del labbro, della capsula fibrosa e dei legamenti, oltre a fratture del femore e dellosso dellanca. Articolazione del ginocchio. Definito anche ginglimo localizzato tra femore e tibia unarticolazione molto complessa che permette la flessione, lestensione e parziali rotazioni della gamba. Il femore si articola nellestremit prossimale della tibia dal momento che combaciano perfettamente anche grazie allausilio dei menischi. La fossa profonda presente nella parte distale del femore circondata da due ampie superfici ellissoidali che combaciano con i menischi, mentre la fossa combacia con la cresta della tibia. I menischi hanno quindi la funzione di approfondire la superficie articolare.. i due legamenti crociati si estendono tra le eminenze intercondiliodee della tibia e della fossa femorale. Quello anteriore non permette un movimento di iperestensione anteriore della tibia, mentre quello posteriore impedisce lo spostamento posteriore della tibia. Tutta larticolazione irrobustita da legamenti collaterali ed circondato da borse la pi grande delle quali quella soprapatellare: una estensione della capsula articolare. Essa permette il movimento dei muscoli al di sopra della coscia. Altre borse sono: poplitea, gastrocnemia, prepatellare sottocutanea, sottopatellare sottocutanea e sottopatellare profonda. La contusione laterale del ginocchio (tipico trauma calcistico) un allargamento della rima mediale dellarticolazione e la lacerazione del legamento collaterale mediale, con possibile interessamento per il menisco mediale e nei casi pi gravi il danneggiamento del crociato anteriore. PATOLOGIE: 1. Borsite patellare sottocutanea. 2. Ginocchio del predicatore. 3. Condromalacia indebolimento della cartilagine; causa uno spostamento abnorme della rotula. 4. Tumefazione acuta del ginocchio (subito dopo un trauma) data da un accumulo di sangue nellarticolazione. 5. Idrato accumulo di liquido del ginocchio dato dalla Borsite. Legamenti da sapere: Patellare, banda fibrosa spessa e robusta fra patella e tuberosit tibiale e fa parte del tendine del quadricipite. Retinacolo patellare, banda sottile fra il margine della patella e i condili tibiali. Popliteo obliquo, spesso proseguimento posteriore della capsula ed estensione del tendine semimembranoso. Popliteo arcuato, fra il posteriore della testa della fibula e il posteriore della capsula fibrosa. Collaterale medio, ispessimento laterale della capsula fra lepicondilo mediale del femore e la superficie mediale della tibia. un legamento collaterale tibiale. Collaterale laterale, rotondeggiante tra epicondilo laterale del femore e testa della fibula. Crociato anteriore, obliquo, si estende sopra e dietro leminenza intercondiloidea anteriore della tibia fino alla superficie mediale del condilo laterale del femore. Crociato posteriore, sopra e davanti alleminenza intercondiloidea posteriore e alla porzione laterale del condilo mediale. Trasverso, connette la porzione anteriore dei menischi mediale e laterale. Meniscofemorale (anteriore e posteriore), fra porzione posteriore del menisco laterale e condilo mediale del femore e passa davanti e dietro al legamento crociato posteriore. Tibiotarsica. unarticolazione a ginglimo tra tibia-perone e astragalo, circondata da una capsula fibrosa che nella parte mediale e laterale particolarmente robusta grazie a legamenti: mediale si inserisce nel malleolo mediale del calcagno, nel navicolare e nellastragalo. Detto anche legamento deltoideo.
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Calcaneofibulare fra malleolo laterale e superficie laterale del calcagno. Separato dalla capsula. Talofibulare anteriore fra malleolo laterale e collo dellastragalo e si fonde con la capsula articolare. Questa articolazione pu compiere i seguenti movimenti: dorsiflessione, flessione plantare, inversione ed eversione. Linversione forzata del piede pu provocare danneggiamenti parziali o totali dei legamenti e in particolare del calcaneofibulare e del talofibulare anteriore. Nei casi pi gravi avvengono la frattura del perone e del malleolo. Arcata plantare. Presente in particolar modo nella porzione mediale del piede, determina il fatto che nelle impronte a piedi nudi di esseri umani, ci che rimane nellimpronta il calcagno, la parte laterale e le teste dei metatarsi. La funzione dei tendini dellarcata plantare quella die comuni ammortizzatori, distribuire il peso del corpo, mantenere in tensione larco plantare formato da particolari posizioni delle ossa. Quando il peso non grava pi sul piede i legamenti ritornano nella loro posizione iniziale e si rilassano. Al contrario quando il peso del corpo grava sul piede essi si stirano. Larcata plantare si sviluppa nel primo periodo di vita fetale e si pu verificare un piede piatto congenito se i muscoli dellarcata plantare si rilassano troppo perdendo cos la forma arcuata. La fascite plantare uninfiammazione dellarcata plantare: banda di tessuto connettivo che si estende dal calcagno alla testa dei metatarsi (frequente nei podisti). APPARATO MUSCOLARE. Caratteristiche generali funzionali dei muscoli. La muscolatura presenta quattro caratteristiche principali funzionali: 1. La contrattilit si riferisce alla sua capacit di contrarsi con forza, cio di accorciare la propria lunghezza rispetto a quella iniziale di partenza. Il successivo allungamento avviene passivamente per il muscolo preso in considerazione. Tutto ci provoca un movimento e un suo ritorno (questultimo anche grazie al suo muscolo antagonista). 2. Leccitabilit la capacit di rispondere a stimoli nervosi, ormonali (o se esterni di elettrostimolazione). Questa capacit regola tutta lattivit muscolare. 3. Lestensibilit si riferisce alla suscettibilit dei muscoli di essere stirati (allungati), il che avviene in particolar modo dopo la loro contrazione. 4. Lelasticit ritorno alla lunghezza iniziale dopo il loro allungamento. I principali tipi di muscolatura sono: la muscolatura scheletrica, la muscolatura liscia, la muscolatura cardiaca. Muscolatura scheletrica. Sono i muscoli che permettono il movimento delle ossa cui sono legati, dal momento che si inseriscono a livello dellosso. Le sue cellule sono molto lunghe di lunghezza 1-40mm e diametro pari a 10-100m, le cui cellule sono polinucleari e i nuclei periferici hanno la caratteristica di compiere solo movimenti volontari che il soggetto vuole compiere e presentano delle particolari striature ( detto anche per questo motivo tessuto muscolare striato) lungo tutta la fascia muscolare e non hanno la capacit di contrarre spontaneamente il muscolo stesso. Tessuto connettivo. La struttura del tessuto muscolare scheletrico formata da pi strati: allinterno di tutto vi sono le fibrocellule muscolari ricoperte da un involucro detto lamina esterna costituito da fibre reticolari e risulta completamente indistinguibile dalla membrana esterna della cellula muscolare stessa, la cui membrana si chiama sarcolemma. Al di fuori della lamina esterna vi lendomisio, una rete di connettivo lasso. A questo punto pi fibrocellule con il loro endomisio sono raggruppate fra di loro da un tessuto connettivo chiamato perimisio. Ora il tutto viene chiamato fascicolo muscolare. Pi fascicoli muscolari sono rivestiti da un terzo strato connettivo

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(questa volta denso e fibroso), detto epimisio. Allesterno dellepimisio vi la fascia che separa i singoli gruppi muscolari o i singoli muscoli da altri confinanti. Quindi: fibrocellule lamina esterna sarcolemma endomisio perimisio

fascia

epimisio

fascicolo muscolare

Muscolatura liscia. La muscolatura liscia quella che viene specificata come involontaria, cio al di fuori dal nostro controllo. Queste fibre muscolari compongono la maggior parte degli organi interni e permettono il loro completo funzionamento (canale digerente, vescica urinaria, diametro pupillare, nei dotti ghiandolari,); insomma localizzata sulle pareti degli organi cavi, nei vasi sanguigni, negli occhi, nelle ghiandole e sulla cute. Le sue cellule muscolari sono pi piccole rispetto a quelle della muscolatura scheletrica e sono pari a 15-200m e di forma fusiforme. La loro struttura delle singole fibrocellule caratterizzata dalla presenza di un singolo nucleo per ogni cellula posto nel centro. Non presentano striature visto che non sono raggruppate in sarcomeri. Inoltre presentano giunzioni aperte che uniscono tra loro alcune cellule muscolari lisce viscerali. Muscolo cardiaco. Presente esclusivamente nel cuore, presenta un tessuto particolare: striato come quello scheletrico, ma le singole cellule presentano al loro interno un unico nucleo. La forma delle fibrocellule cilindrica e ramificata che permette il contatto con le cellule adiacenti e di dimensioni: lunghezza pari a 100-500m e larghezza pari a 100-200m. I loro collegamenti dono dati dai dischi intercalari che ne permettono anche i passaggi di contrazione del muscolo stesso. E la sua finzione quella facilmente intuibile: pompare il sangue. Patologie del tessuto muscolare. Atrofia: provocata da una prolungata inattivit muscolare, presenta una diminuzione delle fibre del tessuto muscolare scheletrico, sostituito da tessuto connettivo. provocata da immobilit data da danni al sistema nervoso o dallavanzare dellet. Denervazione: lesione dei motoneuroni dei nervi delle fibre muscolari e porta a una irreparabile atrofia se non viene curata per tempo, altrimenti si verifica una atrofia tale da portare ad una paralisi flaccida permanente. Lelettrostimolazione pu essere una soluzione per alleviare i casi pi gravi e rallentare i processi di atrofia. Distrofia muscolare: una malattia che distrugge il tessuto muscolare scheletrico, con una costante degenerazione delle cellule muscolari. Ne esistono di pi e meno gravi, sono malattie ereditarie e possono colpire fin dai primi anni di vita. Fibrosi: la sostituzione del muscolo cardiaco o scheletrico da parte di tessuto connettivo. data da forti traumi scheletrici o da infarti cardiaci. Fibrosite: provocata da stiramenti continui o da tensioni muscolari, non danneggia il tessuto, ma una semplice infiammazione del tessuto connettivo. Crampi: contrazioni dolorose dei muscoli dovute a irritazioni interne, dallaccumulo di acido lattico e fibrosite. ANATOMIA MACROSCOPICA (nomenclatura, localizzazione e funzioni). Principi generali.

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Incrociando almeno una articolazione, la contrazione dello stesso muscolo provoca un avvicinamento delle ossa che il muscolo stesso unisce. I punti di inserzione dei muscoli sono detti: origine o testa quella estremit del muscolo che si attacca allosso pi stazionario, mentre si definisce inserzione lestremit che si unisce allosso che risulta pi mobile. La parte centrale, la pi ampia, detta ventre. Alcun muscoli hanno pi origini (o capi) come ad esempio il bicipite. Si definiscono sinergici quei muscoli che lavorano tutti insieme per produrre un determinato movimento (brachiale e bicipite), mentre si definiscono antagonisti quelli che muovono la struttura nella direzione opposta (bicipite e tricipite). Fra un gruppo di muscoli sinergici si definisce muscolo principale quello che influisce maggiormente sul movimento. Sono detti fissatori quei muscoli che possono stabilizzare una o pi articolazioni incrociate dal muscolo principale. Forma. La forma di un muscolo determina la sua capacit di contrarsi con una determinata forza. I muscoli a seconda dellorientamento dei fascicoli muscolari si distinguono in: pennati, paralleli, convergenti e circolari. Sono definiti pennati per il fatto che sono come le penne degli uccelli strutturalemte, il tendine al centro e i fascicoli attaccati ad esso. Lunipennato ha i fascicoli da un solo lato del tendine; da entrambi i lati detto bipennato; se il tendine circondato dai fascicoli allora si definisce multipennato. Si definiscono paralleli quei muscoli che dispongono i loro fascicoli parallelamente al loro asse longitudinale e possono contare su un maggiore accorciamento dato dalla disposizione dei fascicoli, ma con una produzione di minore forza. Quelli convergenti hanno una base molto pi larga rispetto allinserzione e quindi hanno forma triangolare e possono contrarsi con pi forza rispetto a quelli paralleli. Quelli circolari sono presenti attorno agli orifizi come quello della bocca e permettono una chiusura ermetica ed energica della bocca stessa. Hanno i fascicoli disposti in circolo. La nomenclatura dei singoli muscoli data dalla loro localizzazione nel corpo, vedi pettorale, gluteo, brachiale dalle dimensioni, grande gluteo, piccolo gluteo dalla forma, deltoide, trapezio orientamento dei loro fascicoli, retto, obliquo origine ed inserzione, sternocleidomastoideo, brachioradiale dal numero di capi (origini), bicipite (2), tricipite (3) dalle funzioni, abduttore, adduttore, massetere (masticazione) Movimenti. Quando un muscolo si contrae, esso applica una forza a delle leve che in questo caso sono le ossa, le quali si muovono. Una leva unasta rigida capace di ruotare attorno ad un perno, detto fulcro, e di trasferire una forza applicata in un punto della leva stessa ad un peso posto in un altro punto; quindi le articolazioni sono il fulcro, le ossa le leve, e i muscoli la forza. Leve di 1^ classe: Potenza applicata Muscoli posteriori del collo Leve di 2^ classe: Fulcro Teste dei metatarsi Leve di 3^ classe: Fulcro potenza resistenza
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fulcro Artic. Atlantoccipitale

resistenza testa

resistenza peso del corpo

potenza muscoli surali

gomito

bicipite del braccio

innalzamento del braccio

MUSCOLI DELLA TESTA. Movimenti. I muscoli flessori della testa e del collo stanno in profondit nel collo e sui margini anteriori dei corpi vertebrali. Lestensione della testa avviene ad opera dei muscoli posteriori dl collo che si inseriscono nellosso occipitale (leva di 1^ classe) La rotazione e abduzione della testa avvengono con lausilio dei gruppi muscolari laterali e posteriori. Ladduzione della testa avviene con lausilio degli abduttori del lato opposto. Il muscolo sternocleidomastoideo, quello principale del gruppo laterale facilmente visibile nella zona antero-laterale del collo, se si ruota la testa in un senso. Quindi in che direzione ruota la testa s si contrae il muscolo sternocleidomastoideo di destra? La testa ruota a sinistra. Il torcicollo pu derivare da una lesione a carico di uno dei muscoli sternocleidomastoidei. Nomenclatura vedi tab.11.1. Mimica facciale. I muscoli scheletrici della faccia sono muscoli cutanei che si inseriscono alla cute e come si potr notare in seguito sono per lo pi confinati esclusivamente nella faccia e nel collo. Gli occipitofrontali sollevano le sopracciglia e corrugano la fronte. Gli orbicolari chiudono le palpebre e sono responsabili delle rughe a zampa di gallina. Lelevatore superiore della palpebra solleva la palpebra superiore e il fenomeno che determina una palpebra pi bassa dellaltra detto ptosi (danneggiato il nervo del muscolo elevatore). Il corrugatore delle sopracciglia trascina il sopracciglio inferiormente e lateralmente. Orbicolare della bocca e il buccinatore corrugano la bocca (bacio). Il sorriso dato dallazione comune dei seguenti muscoli facciali: zigomatico maggiore e minore, elevatore dellangolo della bocca e risorio. Il sogghigno tramite lelevatore dellangolo superiore della bocca, mentre un atteggiamento di disapprovazione da depressore dellangolo della bocca, depressore del labbro inferiore e mentale. Vedi tab.11.2. Masticazione. una energica chiusura della bocca con le relative escursioni mediali e laterali della mandibola e una sua elevazione. A muovere il tutto sono i muscoli della masticazione ed i muscoli ioidei e sono i muscoli pi potenti del corpo in grado di produrre enormi forze di pressione. Nel caso in cui non avviene alcuna contrazione dei muscoli della masticazione allora si nota che la bocca rimane semichiusa: ci dovuto ad un equilibrio tra la tensione dei muscoli della mandibola e la forza di gravit; mentre se si denota unapertura completa della bocca allora significa che sta avvenendo unazione del depressore della bocca. Nomenclatura vedi tab.11.3 e 11.4. Movimenti della lingua. La lingua ha funzioni importantissime: mescola il cibo, trattenimento di esso sui denti, prende parte ad una prima fase di deglutizione e poi fondamentale per la parola. Essa consta di una massa di muscoli intrinseci (interni della lingua) ed estrinseci (collegati ad essa). Vedi tab.11.5. Non tutti sono in grado di compiere determinati movimenti con la lingua e secondo le ultime scoperte, il fatto di essere in grado di arrotolare o non la lingua, e di piegarla una o pi volte, risulterebbe esclusivamente un fattore di tipo genetico, visto che non si riscontrano delle differenze di tipo anatomico tra individui in grado e non di compiere vari movimenti. Deglutizione e laringe. Il palato molle, la faringe e la laringe contengono diversi muscoli che sono implicati nella deglutizione e nel linguaggio. La deglutizione dovuta ad un successivo innalzamento di laringe e
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faringe, da successive contrazioni di muscoli quali quello palatofaringeo e salpingofaringeo. Vedi tab.11.6. Movimenti del bulbo oculare. I bulbi oculari ruotano allinterno della fossa orbitaria e ci permette unampia visione in pi direzioni. Ciascun muscolo retto (in quanto parallelo allasse dellocchio)si attacca al bulbo oculare anteriormente al centro della sfera. Ci sono poi i muscoli obliqui (chiamati cos in quanto sono orientati obliquamente rispetto allasse dellocchio). Lo strabismo una deviazione laterale o mediale di uno o di entrambi gli occhi e pu essere dovuto ad una debolezza di uno dei muscoli retti mediali o laterali. I muscoli sono tutti collegati al nervo ottico e sono: Obliquo Inferiore (arpionato dalla troclea), Retto Superiore, Elevatore della palpebra superiore, Retto Inferiore, Retto Latrale e Obliquo Inferiore. MUSCOLI DEL TRONCO. Muscoli che muovono la colonna vertebrale. Sono i muscoli spino-dorsali che estendono, abducono e ruotano la colonna vertebrale. Sono divisi in profondi e superficiali: 1. quelli profondi si estendono da vertebra a vertebra; 2. quelli superficiali si estendono dalle vertebre alle coste. I muscoli estensori della colonna sono formati da tre gruppi muscolari per lato: gli ileocostali (del torace, dei lombi); il lunghissimo (del torace); lo spinale (del torace). Gli ileocostali prendono questo nome dal momento che uniscono lileo alle coste. Il lunghissimo chiamato cos per la sua forma. Lo spinale ha la caratteristica di aver entrambi i capi collegati alla colonna vertebrale. Muscoli toracici. Implicati quasi interamente nel processo della respirazione sono formati da 4 gruppi muscolari: 1. il muscolo scaleno che solleva le prime due coste nella respirazione; 2. gli intercostali esterni che sollevano le coste durante la respirazione; 3. gli intercostali interni che si contraggono durante lespirazione forzata; 4. gli intercostali trasversi che si contraggono durante lespirazione forzata. Ma la maggior parte del movimento che permette la respirazione dovuto ad un unico e indispensabile muscolo: il diaframma, che quando rilassato a forma di cupola, mentre quando si contrae si appiattisce consentendo ai polmoni di immettere pi ossigeno. Parete addominale. Permettono la flessione e la rotazione della colonna vertebrale. La loro contrazione fa diminuire il volume allinterno della cavit addominale e aiuta lespirazione forzata, il vomito, la defecazione La loro disposizione incrociata crea una parete addominale solida che protegge gli organi interni. In un soggetto ben definito fisicamente si pu notare una a linea verticale che si estende dal processo tifoide dello sterno fino al pube: esso si chiama linea alba o bianca, dal momento che non formata da tessuto muscolare, ma da tessuto connettivo bianco. Ai due lati di essa vi sono i retti delladdome che sono attraversati da particolari iscrizioni tendinee che segmentano la parete addominale. Lateralmente ai retti addominali, c la linea semilunare e lateralmente ad essa vi sono tre strati di muscoli che dallinterno allesterno (verso la cute) sono: il muscolo trasverso, lobliquo interno e lobliquo esterno. Pavimento pelvico e perineo. La maggior parte del pavimento pelvico formato dal muscolo coccigeo e dallelevatore dellano che insieme formano il diaframma pelvico. Al di sotto di esso vi il perineo (forma romboidale). La cui parte anteriore il triangolo urogenitale che contiene il diaframma urogenitale, formato dal muscolo perianale trasverso profondo e dallo sfintere uretrale, mentre la posteriore la parte uroanale.

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MUSCOLI DELLARTO SUPERIORE. COMPRENDONO QUELLI CHE ATTACCANO LARTO E IL CINGOLO AL CORPO, QUELLI DEL BRACCIO, DELLAVAMBRACCIO E DELLA MANO. Movimenti della scapola. I muscoli che collegano la scapola al torace sono il trapezio, lelevatore della scapola, il grande e piccolo romboide, il serrato anteriore ed il piccolo pettorale. Essi permettono una ampia gamma di movimenti e fungono da fissatori in alcune situazioni, evitando cos, per quanto possibile, lussazioni (in particolare quando la massa muscolare consistente). I muscoli che sono superficiali e quindi facilmente visibili sono: il trapezio, che forma la linea superiore che va dalla spalla al collo; lorigine del serrato anteriore che nella sua origine pu essere notato lungo la superficie laterale del torace. Nomenclatura tab.11.11. (Elevatore della scapola, Piccolo pettorale, Grande e Piccolo romboide, Serrato anteriore, Sottoclaveare, Trapezio). Movimenti del braccio. attaccato al torace tramite il grande pettorale e il grande dorsale. Il grande pettorale considerato sia flessore (flette il braccio esteso), che estensore (estende il braccio flesso). Il deltoide (anchesso flessore ed estensore) come se fosse formato da 3 muscoli che hanno diverse capacit mobili: le fibre anteriori flettono il braccio, le fibre laterali lo abducono e le fibre posteriori lo estendono. Il tutto articola lomero con la scapola. Poi al di sotto del deltoide vi sono 4 muscoli che formano la cuffia rotatoria della spalla (formano una cuffia nella parte prossimale dellomero). Tutti questi muscoli consentono movimenti di flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione e circumduzione. Se un giocatore di tennis lamenta dolori nel servizio o nelle vole sopra la testa ci sta a significare che stato lesionato il muscolo sopraspinato della scapola. Nomenclatura tab.11.12. (Coracobrachiale, Deltoide, Gran dorsale, Gran pettorale, Grande rotondo; e nella cuffia rotatoria: Infraspinato, Sottoscapolare, Sopraspinato, Piccolo rotondo). Movimenti dellavambraccio. Dal punto di vista anatomico i muscoli del braccio sono: il Tricipite, che si trova nella parte posteriore del braccio ed ben visibile; il Bicipite brachiale che si trova sulla parte anteriore del braccio; il Brachiale, al di sotto del bicipite e in posizione antero-mediale; il Brachioradiale, una protuberanza antero laterale dellavambraccio, ben visibile quando il braccio in una posizione di modica pronazione. Altri muscoli sono: lAnconeo, il Pronatore quadrato, il Pronatore rotondo e il Supinatore (tutti nellavambraccio). Nellestensione dellavambraccio intervengono: Tricipite brachiale e Anconeo. Nella flessione dellavambraccio: Brachiale, Bicipite brachiale e Brachioradiale. Nella supinazione: Supinatore e Bicipite brachiale. Nella pronazione: Pronatore quadrato e Pronatore rotondo. Spiegate la differenza tra il sollevamento di un peso con larto pronato piuttosto che spinato. Quale muscolo o muscoli sono usati in ciascun tipo di sollevamento? Quale tipo pi facile e perch? Nel sollevamento di un peso con larto pronato lo sforzo muscolare svolto principalmente dagli estensori del braccio e in particolare dai flessori delle dita, dal brachioradiale e dal supinatore. Essendo muscoli di piccole dimensione e in particolar di ridotte capacit di contrazione, risulta pi vantaggioso il sollevamento di un peso con larto spinato, visto un maggiore intervento di un muscolo come il bicipite brachiale che ha una grande capacit di contrazione. Movimenti del polso, della mano e delle dita.
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I muscoli dellavambraccio si possono dividere in anteriore e posteriore: i primi sono responsabili della flessione del polso e delle dita, mentre quelli posteriori sono adibiti allestensione del polso e delle dita. E sono: Avambraccio anteriore Flessore radiale del carpo, Flessore ulnare del carpo, Flessore profondo delle dita, Flessore superficiale delle dita, Flessore lungo del pollice e Palmare lungo. Avambraccio posteriore Abduttore lungo del pollice, Estensore radile breve del carpo, Estensore radiale lungo del carpo, Estensore ulnare del carpo, Estensore del mignolo, Estensore delle dita, Estensore dellindice, Estensore breve del pollice ed Estensore lungo del pollice. Tab.11.15. Muscoli estrinseci della mano. Posizionati sullavambraccio hanno tendini che si estendono fino alla mano. Da qui parte il retinacolo5 che ricopre i flessori e gli estensori dellavambraccio e fa si che durante la contrazione non si sovrappongano. Il Flessore radiale e il Flessore ulnare del carpo flettono il polso. (muscoli anteriori) LEstensore radiale lungo, Breve e lEstensore ulnare del carpo estendono il polso. (muscoli posteriori). Il tendine del Flessore radiale del carpo un punto importante in quanto le pulsazioni radiali possono essere avvertite lateralmente ad esso. Analizzando la mano e i suoi movimenti si pu facilmente osservare che il pi importante e caratteristico delluomo quello del pollice: esso compiuto da tre muscoli che formano una depressione sulla superficie laterale del polso detta tabacchiera anatomica e sono: lAbduttore lungo, lEstensore lungo e lEstensore breve del pollice. Lestensione forzata del polso prolungata nel tempo (come spesso avviene nel tennis) causa infiammazione e dolore nella zona di inserzione dei muscoli vicino allepicondilo laterale dellomero, provocando cos quella patologia chiamata gomito del tennista. Muscoli intrinseci della mano. Si trovano locati completamente nella mano e sono: Inetrossei dorsali, Palmari, Lombricali. Muscoli delleminenza tenar Abduttore breve del pollice, Abduttore del pollice, Flessore del pollice, Opponente del pollice. Muscoli delleminenza ipotenar Abduttore del mignolo, Flessore breve del mignolo, Opponente del mignolo. MUSCOLI DELLARTO INFERIORE. Movimenti della coscia. I muscoli che hanno origine nellosso dellanca e si inseriscono nel collo del femore si dividono in gruppi: anteriore, posterolaterale e profondo. Anteriore Ileopsoas iliaco, Grande psoas. Posterolaterali Grande, piccolo e medio gluteo, Tensore della fascia lata. Rotatori profondi della coscia Gemelli inferiori e superiori, Otturatori interno ed esterno, Piriforme, Quadrato del femore. Il muscolo Ileopsoas flette la coscia (in realt sono due muscoli che hanno una inserzione comune e producono gli stessi movimenti) e, a coscia fissa flette il tronco su di essa ( come avviene quando ci si siede). Il Grande gluteo il muscolo che possiede la maggiore massa e dimensione di tutti i muscoli posterolatrali ed quello, che con anca flessa di 45 rispetto al busto, produce la forza necessaria per compiere grandi sforzi come quelli che compiono io ciclisti in gara e i velocisti negli sprint. In
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Banda di tessuto connettivo fibroso. 25

posizione lartero-superiore rispetto ad esso vi il Gluteo medio, utilizzato per le iniezioni intramuscolari. Infine i muscoli profondi dellanca fungono da rotatori della coscia. Quindi: ANTERIORE POSTERIORE MEDIALE FLETTE LA COSCIA ESTENDE LA COSCIA ADDUCE LA COSCIA

Settore anteriore Quadricipite del femore (femorale), Sartorio. Settore mediale Adduttore breve, Adduttore lungo, Grande adduttore, Gracile, Pettineo. Settore posteriore Bicipite del femore (femorale), Semimembranoso, Semitendinoso. Movimenti della gamba. Nei muscoli anteriori il Quadricipite femorale (solitamente e in condizioni normali il muscolo pi grande del corpo umano) formato in realt da quattro muscoli con una comune inserzione. Essi sono: il retto del femore, il vasto mediale, il vasto laterale e il vasto intermedio. Linserzione comune rappresentata dal tendine rotuleo e sono attaccati ad esso sopra e attorno alla rotula. Il legamento una estensione del tendine rotuleo sulla tuberosit tibiale. il punto dove si provano i riflessi. Il Sartorio il muscolo pi lungo del corpo umano e serve per incrociare le gambe, per questo motivo viene chiamato cos, dal momento che la posizione preferita dai sarti per cucire un capo. Esso contraendosi flette la gamba e la coscia e ruota lateralmente la coscia (accavallando le gambe). I muscoli del gruppo mediale servono ad addurre la coscia. I muscoli posteriori sono il bicipite femorale, il muscolo semimembranoso e il semitendinoso e i loro tendineo sono facilmente visibili a livello postero laterale della coscia. Movimenti della caviglia, del piede e delle dita. I muscoli della gamba che muovono la caviglia e il piede (ESTRINSECI) sono: Nel settore anteriore Estensore lungo delle dita, Estensore lungo dellalluce, Tibiale anteriore, Peroneo. Nel settore posteriore Superficiale Gastrocnemio, Plantare, Soleo. Profondi Flessore lungo delle dita, Flessore lungo dellalluce, Popliteo, Tibiale posteriore. Nel settore laterale Proneo breve, Proneo lungo. I muscoli anteriori sono quelli implicati nella dorsiflessione del piede, nellestensione delle dita e sono estensori. Nella parte posteriore il Gastrocnemio e il Soleo formano il polpaccio e si uniscono al piccolo muscolo plantare a formare il tendine calcaneare comune o dAchille. Questi muscoli sono i flessori e sono implicati nella dorsiflessione plantare del piede. I muscoli laterali aiutano leversione del piede, ma anche la flessione plantare. I muscoli ESTRINSECI del piede flettono, estendono, adducono e abducono le dita e sono organizzati in modo simile a quello della mano. Sono:

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Abduttore del mignolo, Adduttore dellalluce, Abduttore dellalluce, Estensore breve delle dita, Flessore breve del mignolo, Flessore breve delle dita, Flessore breve dellalluce, Interossei dorsali, Interossei plantari, Lombricali, Quadrato della pianta. Il termine miosite indica 4 condizioni associate a dolore nella parte anteriore della gamba. Sono causate da: 1. stress eccessivo sul tibiale posteriore; 2. infiammazione del periostito tibiale; 3. sindrome del compartimento anterioredurante un esercizio faticoso il peroneo breve e il tibiale anteriore si possono riempire di sangue e, dal momento che la fascia muscolare di questi molto resistente, non si espande e leccesso di sangue comprime nervi e vasi che provocano dolore; 4. frattura tibiale da stress a 2-5cm dal ginocchio.

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