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Lezione n°18 del 13/03/2017

Materia: Anatomia II – Anatomia microscopica


Appunti di: Veronica Paladino
Argomenti: descrizione microscopica di trachea, polmoni,
timo, linfonodi, milza, ipofisi, tiroide e surrene

Nella lezione precedente: mediastino superiore con trachea e bronchi, mediastino posteriore, esofago e
laringe

ANATOMIA MICROSCOPICA E STRUTTURISTICA


DEGLI ORGANI
Note introduttive: la prova in itinere di anatomia microscopica prevedrà il riconoscimento di un vetrino (nds
Rodella aveva detto che bisogna descrivere sul foglio quello che si vede al Microscopio).

Saranno fatte delle domande di anatomia strutturistica anche durante l’esame orale (la docente precisa di
non dimenticare quello che viene studiato per la prova in itinere, perchè l'anno scorso questa cosa ha
penalizzato di molto le votazioni all'orale).

Le esercitazioni si terranno in aula microscopica.

Libri consigliati: Anatomia del Gray; Esposito, Anatomia microscopica (EDISES); Anatomia microscopica,
Rodella-Rezzani (libricino in vendita alla Snoopy, la docente precisa che il costo è contenuto e che su questo
troveremo tutto quello che serve per passare la prova in itinere).

1. APPARATO RESPIRATORIO
Gli organi cavi dell’apparato respiratorio sono costituiti da una serie di tonache sovrapposte: tonaca mucosa,
tonaca sottomucosa, tonaca muscolare (non sempre presente) e una tonaca sierosa o avventizia (ndr presente
l'una oppure l'altra, i due termini non sono sinonimi).

L’Apparato Respiratorio è composto da:


• Cavità nasali (primo tratto dell'Apparato Respiratorio).
• Laringe.
• Trachea.
• Bronchi destro e sinistro.
• Polmoni destro e sinistro: questi sono considerati organi parenchimatosi, non cavi, anche se in realtà
il parenchima dei polmoni è particolare in quanto presenta al suo interno delle cavità definite
alveolari. All’interno dei polmoni avviene la ramificazione dei due bronchi principali, che
continuano in Bronchioli, Condotti Alveolari ed Alveoli periferici (a livello dei quali avvengono gli
scambi gassosi ovvero la respirazione vera e propria).

Per quanto riguarda l’anatomia strutturistica dell’apparato respiratorio, in laboratorio vedremo trachea
(ORGANO CAVO) e polmoni (ORGANI PARENCHIMATOSI). Sul libro della Snoopy è descritta anche la
laringe, che non verrà vista al microscopio perché non presente nel programma di Anatomia Microscopica.

1.1 TRACHEA (ANATOMIA STRUTTURISTICA)


La trachea è un organo cavo che presenta dal lume verso l’esterno:
• Tonaca mucosa.
• Tonaca sottomucosa.
• Tonaca fibro-muscolare (non presenta una tonaca muscolare vera e propria).
• Tonaca avventizia.

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A livello della tonaca fibro-muscolare, anteriormente sono presenti degli Anelli Cartilaginei che risultano
incompleti posteriormente: questa caratteristica aiuta a fare diagnosi differenziale della trachea. Nella parte
posteriore, dove non è presente la cartilagine, si trova la componente fibro-muscolare vera e propria. A causa
di questa peculiare struttura, la trachea nel vivente assume una forma a ferro di cavallo: arrotondata
anteriormente, in corrispondenza degli anelli cartilaginei, e schiacciata posteriormente.

La  cartilagine  in  vivo  ha  una  forma  a  ferro  di  cavallo  (incompleto  posteriormente)  ma  durante  l’allestimento  
del   vetrino   può   però   deformarsi   (nei   preparati   deve   essere   prelevata,   inclusa   e   tagliata   :   durante   questo  
processo   si   può   modificare).   La   colorazione   utilizzata   in   anatomia   microscopica   è   Ematossilina-­‐Eosina.   La  
cartilagine  risulta  di  colore  fucsia  (non  blu  come  i  vetrini  di  istologia).
Nei vetrini è possibile notare l’Esofago posteriormente alla trachea.

Nell’esame scritto sarà richiesta solo la descrizione della Trachea. Al contrario, nel vetrino dell’Esofago
non sarà visibile la Trachea.

TONACA MUCOSA

La tonaca mucosa della Trachea presenta un


epitelio pseudostratificato ciliato, il
caratteristico epitelio respiratorio. Le ciglia non
sono distinguibili con un ingrandimento di 40x;
verso il lume è possibile notare però una
superficie sfocata, data dalla presenza delle ciglia.

Intercalate alle cellule epiteliali sono anche delle


cellule mucipare caliciformi, la cui funzione è
quella di produrre muco. Queste, proprio a causa
della presenza di muco, risultano scarsamente
colorate con ematossilina-eosina.

La presenza delle Ciglia è importante perché,


insieme al muco secreto dalle cellule caliciformi,
permette di eliminare il pulviscolo che può entrare
nelle vie respiratorie. Tuttavia, pulviscoli di
dimensioni molto ridotte possono eludere questo
sistema e raggiungere le basse vie respiratorie.

L’epitelio poggia su una Lamina Basale (lamina


propria) riccamente vascolarizzata.

TONACA SOTTOMUCOSA

La tonaca sottomucosa è costituita da tessuto connettivo, in cui sono riconoscibili delle ghiandole tubulo-
acinose a secrezione mista, dette Ghiandole Tracheali.

TONACA FIBRO-MUSCOLARE (O FIBROSA)

La tonaca fibro-muscolare è prevalentemente fibrosa nella sua porzione anteriore, dove accoglie la
Cartilagine di tipo ialino che va a costituire gli anelli. Questa cartilagine si può anche deformare a causa di
pressioni provenienti dall’esterno, quindi è dotata di un discreto numero di fibre elastiche che permettono un
certo grado di elasticità. Posteriormente, dove non è presente la cartilagine, troviamo il Muscolo Tracheale.

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Nel vetrino è possibile notare delle fibre muscolari lisce nella parte posteriore della trachea, intensamente
colorate in fucsia.

TONACA AVVENTIZIA

La tonaca avventizia ricopre esternamente la tonaca fibro-muscolare ed è costituita da tessuto connettivo.

1.2 POLMONI
Ricordiamo che il polmone destro ha tre lobi, mentre il Polmone sinistro ha due lobi. Detto questo, a noi
interessa la strutturistica dell'organo. Innanzitutto è necessario sapere che superficialmente ciascun polmone
è rivestito da una tonaca sierosa (PLEURE). La pleura viscerale è una sierosa costituita da mesotelio e
strettamente adesa alla superficie polmonare. È molto difficile (quasi impossibile) vedere la pleura nella
sezione del vetrino perché spesso sono sezioni prese all’interno del parenchima polmonare (per vedere la
pleura sarebbe necessaria una sezione superficiale).

I polmoni sono due organi parenchimatosi particolari, poiché presentano delle cavità date dalla diramazione
dell’albero bronchiale: a causa di questo, nel vetrino i polmoni appaiono più chiari e meno compatti di tutti
gli altri organi parenchimatosi, le parti bianche corrispondono alle strutture cave.

La trachea si dirama nei due BRONCHI PRINCIPALI, destro e sinistro; da questi bronchi principali
originano i BRONCHI LOBARI, uno per ciascun lobo polmonare: tre bronchi lobari (superiore, medio e
inferiore) nel Polmone destro, due bronchi lobari (superiore e inferiore) nel Polmone sinistro.

I bronchi lobari fanno già parte del parenchima polmonare e si ramificano dando i BRONCHI ZONALI. Si
riconoscono 10 zone per polmone, autonome per vascolarizzazione, innervazione e apporto d’aria
(importante soprattutto dal punto di vista chirurgico).

I bronchi zonali si ramificano ulteriormente, dando i BRONCHI TERMINALI. I bronchi terminali danno
origine a loro volta ai BRONCHIOLI. Man mano che ci si avvicina alla superficie, il diametro diminuisce. I
bronchioli sono detti:

• Interlobulari: si trovano tra i lobuli del polmone.

• Lobulari (o intralobulari): sono i più piccoli e si trovano all’interno dei lobuli.

Questi ultimi dopo numerose ramificazioni danno origine ai bronchioli terminali ed infine ai bronchioli
respiratori che a loro volta portano a dei dotti alveolari che convogliano l’aria alle strutture terminali
sacciformi dette alveoli.
Nel polmone riconoscono:
• LOBULI SECONDARI: costituiti da tutte le strutture cave dal bronchiolo intralobulare e
• LOBULI PRIMARI: costituiti dalle strutture in cui avvengono gli scambi respiratori veri e propri. A
partire dai bronchioli respiratori fino agli alveoli, è quindi la struttura funzionale del polmone.

Tutte le strutture cave del polmone hanno la conformazione strutturistica degli organi cavi: presentano una
tonaca mucosa, una sottomucosa, una tonaca muscolare o fibro-muscolare e una tonaca avventizia. Il
passaggio da una tonaca all’altra, e da una struttura all’altra è graduale (non esiste il "tutto o nulla"). La
cartilagine della trachea non scompare immediatamente, ma troviamo delle placche cartilaginee più sottili
che vanno a sostituire gli anelli cartilaginei, che si assottigliano fino a scomparire dal centro alla periferia
(dove le dimensioni sono ridotte, quindi man mano che aumenta la ramificazione della struttura). Allo stesso
modo le ghiandole scompaiono gradualmente nel passaggio tra i vari tessuti.

Vediamo le differenze :

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A1- A livello della trachea, la cartilagine si presenta come un emianello cartilagineo, anteriore rispetto alla
tonaca fibro-muscolare. In questa tonaca è possibile osservare il Muscolo Tracheale, i vasi sanguigni e le
Ghiandole.

B1- A livello del bronco principale abbiamo una struttura cartilaginea sempre a forma di ferro di cavallo, ma
meno completa rispetto alla trachea. A questo livello sono ancora presenti le ghiandole e notiamo un
aumento graduale della componente muscolare (nella tonaca fibro-muscolare). Nei bronchioli interlobulari
(tra i lobuli polmonari) l’emianello cartilagineo involve in placche cartilaginee, che scompaiono del tutto nei
bronchioli intralobulari (all'interno dei lobuli polmonari, nei quali NON è quindi presente la cartilagine).

Nella tonaca mucosa notiamo una modifica delle cellule:

A2- A livello della trachea troviamo l'epitelio


respiratorio ovvero un epitelio pseudo-stratificato
costituito da cellule ciliate con intercalate cellule
mucipare caliciformi (nds: ghiandole unicellulari).

B2- Nel Polmone man mano che ci allontaniamo dalla


sua origine (dove la Trachea si dirama nei due Bronchi),
le cellule diventano inizialmente cilindriche ciliate, poi
cubiche ciliate, per poi perdere le ciglia e dare origine ad
un epitelio pavimentoso, in cui avvengono gli scambi
respiratori. In particolare:

1. Bronchioli Interlobulari: placche cartilaginee


(non più anelli), epitelio cubico con le ciglia,
presenza di cellule mucipare caliciformi.

2. Bronchioli Intralobulari: non c’è cartilagine,


epitelio cubico ciliato e poche cellule mucipare
caliciformi.

3. Bronchioli terminali: epitelio cubico (può essere


ciliato o meno), rarissime cellule mucipare.

4. Bronchioli respiratori, dotti alveolari e alveoli: epitelio pavimentoso semplice (monostratificato) che
poggia sulla lamina propria (lamina basale), assenti le ghiandole (= cellule mucipare caliciformi).
A livello del lume delle strutture cave, l’epitelio (tonaca mucosa) si solleva e conferisce un aspetto stellato.

Un insieme di alveoli costituisce l’acino polmonare (distalmente, alla periferia del Polmone), a livello del
quale avvengono gli scambi respiratori. Quindi gli acini polmonari sono costituiti da una serie di alveoli e
sacchi alveolari che si raggruppano attorno a una struttura cava, il condotto alveolare (che non è altro che un
condotto aerifero tra più alveoli). Un acino polmonare è costituito da 60-120 alveoli avente un epitelio
pavimentoso monostratificato e molto vascolarizzato (per la necessità di effettuare scambi). A livello
dell’alveolo troviamo due tipi cellulari:

• Pneumociti di I ordine (o di tipo I): cellule piccole e appiattite, che costituiscono gran parte della
superficie alveolare. A questo livello si costituisce la struttura funzionale del polmone, dove avvengono
gli scambi gassosi e l’ossigenazione del sangue, definita barriera aria-sangue. Questa comprende
l’epitelio alveolare che poggia sulla sua lamina basale, fusa con la lamina basale del capillare e
l’endotelio (sempre del capillare).

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• Pneumociti di II ordine (o di tipo II): sono cellule più voluminose, adibite alla produzione del
surfactante, una sostanza viscosa che impedisce il collasso del polmone. Non si trovano necessariamente
in vicinanza dei vasi sanguigni, ma hanno una disposizione casuale.
Altre cellule presenti a livello degli alveoli sono i Macrofagi Tissutali, con funzione di difesa. A ridosso dei
condotti alveolari si riconoscono le cellule di Clara che secernono una sostanza che mantiene fluido il
surfactante. Esse sono presenti a partire dai bronchioli e aumentano nei bronchioli respiratori. A livello degli
alveoli non sono più presenti le cellule di Clara, che sono sostituite dagli pneumociti di I e II ordine.

Note per il riconoscimento del vetrino: l’alveolo è l’ultima dilatazione del condotto alveolare. Il condotto
alveolare è la struttura centrale attorno alla quale gli alveoli si dispongono con una formazione “a fiore”.
Al microscopio ottico, con un ingrandimento di massimo 40x, è impossibile distinguere pneumociti di I, II
ordine, cellule di Clara e macrofagi. Vedremo solo una parete molto sottile.

2. APPARATO LINFATICO

2.1 TIMO
Il timo è un organo parenchimatoso avente la funzione di
produrre i Linfociti T che presenta esternamente una capsula
connettivale provvista di setti / sepimenti stromali che si
approfondano nel parenchima, suddividendolo in lobuli.

Nel Parenchima a livello di ciascun lobulo abbiamo:

- esternamente la ZONA CORTICALE (scura, violacea):


presenta linfociti in via di maturazione.

- al centro la ZONA MIDOLLARE (chiara, rosa/fucsia):


presenta un minor numero di linfociti, che però sono maturi,
intercalati a cellule epiteliali. NB: Nella midollare di ciascun
lobulo è presente il corpuscolo di Hassal che appare
translucido, con colorazione arancione. Contiene detriti
cellulari.

Diagnosi differenziale: nei setti stromali vi è la presenza di


tessuto adiposo. Infatti il timo con l’età va incontro a
degenerazione, trasformandosi totalmente in tessuto adiposo:
più tessuto adiposo ho a livello dei setti stromali, più il timo
sarà di un individuo di età avanzata.

La docente precisa che all'esame prima bisogna descrivere


quello che si vede e solo in seguito dire che organo è in
base alle strutture che ho descritto nell'ordine in cui le ho
descritte (nel nostro caso la diagnosi differenziale che ci
permette di dire che è Timo viene fatta in base alla presenza
delle due zone, dei Corpuscoli di Hassal e del Tessuto
Adiposo).

2.2 LINFONODI
Il linfonodo è un organo parenchimatoso che presenta
esternamente una capsula connettivale e ha dei setti
stromali che si approfondano nel parenchima, ma che non

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suddividono l’organo in lobi e lobuli. In periferia vi è la ZONA CORTICALE e al centro la ZONA
MIDOLLARE.

Diagnosi differenziale: a livello della Zona Corticale (in periferia) noto la presenza di linfociti che si
dispongono in strutture circolari-ovalari, definite follicoli. Queste strutture si vedono anche a piccolo
ingrandimento e si distinguono in:

• FOLLICOLI PRIMARI : sono tutti linfociti maturi in uno stato quiescente e la colorazione cellulare è
omogenea : sembra delimitato da una porzione esterna più chiara, ma il centro è tutto scuro (omogeneo).

• FOLLICOLI SECONDARI : presentano al centro linfociti in via di maturazione e in periferia linfociti


maturi. All’interno è presente il centro germinativo più chiaro, esternamente i linfociti maturi più scuri.
Un’altra struttura per la diagnosi differenziale del Linfonodo è il seno marginale che appare come uno
spazio bianco fra capsula e parenchima. Infatti la capsula connettivale non è strettamente adesa al
parenchima dell'organo perché i dotti afferenti (del Sistema Linfatico) si portano al linfonodo perforando la
capsula. Nel seno marginale viene quindi raccolta la linfa, prima di passare al dotto efferente.

2.1 MILZA
La milza è l’ultimo organo del sistema linfatico, è un
organo parenchimatoso che presenta una capsula
connettivale ricca di fibre elastiche. Le fibre elastiche
fanno sì che la capsula si colori di fucsia intenso. In un
vetrino ben preparato, è possibile vedere la sierosa
all’esterno della capsula (non è sempre visibile).

Dalla capsula si dipartono dei setti stromali che penetrano


nel parenchima, senza suddividerlo in lobi (infatti nel
parenchima si notano delle strutture fucsia che sono i setti
stromali, provenienti dalla capsula).

Nel parenchima si distinguono:

- POLPA BIANCA (che però risulta più scura se


utilizziamo la Colorazione Ematossilina-Eosina): questa
presenta Linfociti (che si organizzano in strutture
concentriche) ed Arteriole (o al centro della Polpa Bianca o
leggermente in periferia) che insieme formano i Corpuscoli
di Malpighi.

- POLPA ROSSA: costituita da capillari sanguigni e da un


minor numero di linfociti.

Diagnosi differenziale: presenza di Polpa Rossa e Polpa


Bianca con Corpuscoli di Malpighi.

3. SISTEMA ENDOCRINO
3.1 IPOFISI

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L’ipofisi è costituita da una parte ghiandolare vera e propria, (ADENOIPOFISI) e una componente in cui
sono maggiormente presenti fibre nervose (NEUROIPOFISI).

Nei vetrini la parte maggiormente rappresentata è l’adenoipofisi, mentre la neuroipofisi è meno


rappresentata e scarsamente colorata.

Nell’adenoipofisi si possono riconoscere diversi tipi cellulari:

• Cellule cromofile: si colorano bene. Si distinguono a loro volta in ACIDOFILE (si colorano con
Eosina e presentano citoplasma di colore fucsia) e BASOFILE (si colorano con Ematossilina e
presentano citoplasma di colore viola).

• Cellule cromofobe: scarsamente colorabili, con nucleo colorato e citoplasma bianco.


Tra adenoipofisi e neuroipofisi è presente una parte intermedia costituita da un singolo strato di cellule che
circondano strutture cave in cui talvolta è possibile riconoscere un liquido. Queste strutture cave prendono il
nome di cisti del Ratke.

Diagnosi differenziale: presenza di neuroipofisi (scarsamente colorata), differenza tra cellule acidofile e
basofile e cisti del Ratke.

3.2 TIROIDE
La tiroide è un organo parenchimatoso che presenta una
capsula di natura connettivale. Il parenchima è costituito
da strutture cave, dette follicoli, in cui è contenuto del
materiale definito colloide.

Queste strutture cave possono essere delimitate da un


epitelio cubico o cilindrico, a seconda dello stato
funzionale. Tra i follicoli si possono riconoscere gruppetti
di cellule definite cellule C o parafollicolari.

Diagnosi differenziale: presenza delle cellule C e colloide.

3.3 SURRENE
Il surrene è un organo parenchimatoso che presenta
esternamente una capsula di natura connettivale ed un
parenchima suddiviso in una ZONA CORTICALE (periferica)
e una ZONA MIDOLLARE (centrale).

A1- Nella ZONA CORTICALE (quella meglio rappresentata


nei nostri vetrini) le cellule si organizzano in cordoni cellulari.
Verso la capsula questi cordoni si attorcigliano su di loro a
costituire una sorta di gomitolo. Più gomitoli vanno a formare
la zona glomerulare della Corticale.

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A2- verso l'interno i cordoni cellulari si dispongono parallelamente fra loro, orientati verso la midollare,
andando a costituire una zona fascicolata della Corticale.

A3- Spostandosi ancora più verso il centro, i cordoni cellulari si anastomizzano tra loro formando una
struttura a rete, detta zona reticolare della Corticale.

B- Nella ZONA MIDOLLARE le cellule, sempre disposte a rete, sono più distanziate fra loro, come se fosse
una rete a maglie larghe. La midollare a volte nei preparati è inoltre molto chiara (scarsamente colorata).

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