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ANATOMIA II

Lezione n°3 dello 07.12.2016


C.C.
Argomenti: introduzione e descrizione sistematica del nervo trigemino e dei suoi rami – descrizione
sistematica del nervo facciale e dei suoi rami.

NERVO TRIGEMINO E NERVO FACIALE

Ultima lezione di dicembre, il professore ricorda di ripassare i nervi encefalici e i loro nuclei.

La lezione scorsa abbiamo iniziato a parlare dei nervi periferici della testa e del collo, dei nervi
encefalici della testa e del collo, di alcuni nervi spinali, dei gangli simpatici della catena
paravertebrale (i primi tre: superiore, medio e inferiore), abbiamo iniziato a introdurre alcuni
concetti tra cui la rete nervosa perivascolare simpatica.
Abbiamo visto il fenomeno del "prendere in prestito" rami del nervo trigemino per raggiungere
l’organo target da parte di nervi con componente viscero effettrice parasimpatica, quindi tutti i
gangli parasimpatici pur essendo funzionalmente connessi al nervo parasimpatico di origine del
neurone pregangliare (il faciale, il glossofaringeo, il nervo vago o il nervo oculomotore) sono, di
fatto, tutti annessi al nervo trigemino.
I gangli parasimpatici sono difatti descritti con i rami del trigemino.
1. NERVI DELL’ORBITA

La componente nervosa a livello dell’orbita è costituita da: nervo oculomotore, nervo trocleare,
nervo abducente, nervo ottico e dalla prima branca del trigemino. Questi accedono alla cavità
mediante la fessura orbitaria superiore.
Inoltre, a livello del pavimento dell’orbita, vi è il nervo infraorbitario, ramo terminale del nervo
mascellare (seconda branca del trigemino).
Ciascun nervo va a innervare le componenti muscolari dell’occhio:
 n. oculomotore: ramo inferiore  m. retto mediale, m. retto inferiore, m. obliquo inferiore
ramo superiore  m. retto superiore
 n. abducente  m. retto laterale
 n. trocleare  m. obliquo superiore
Il n. oculomotore ha una peculiarità rispetto agli altri due nervi: presenta una componente di fibre
parasimpatiche che dal nucleo di Edinger-Westphal del nervo oculomotore arrivano al ganglio
ciliare, formalmente annesso al trigemino. Quindi un ramo del n. oculomotore si anastomizza con
un ramo del n. oftalmico del trigemino.
Nel ganglio ciliare fanno sinapsi le fibre parasimpatiche pregangliari, provenienti dal tronco
encefalico, con le fibre parasimpatiche postgangliari e con i nervi ciliari brevi che vanno a innervare
i muscoli intrinseci dell’occhio.

Al nervo naso ciliare (ramo della branca oftalmica del trigemino) arriva un nervo della rete
perivascolare carotidea (plesso carotideo). E’un nervo di natura simpatica, il cui neurone
pregangliare è a livello del neuromero T1 del midollo spinale, mentre la sede del neurone
postgangliare è a livello del primo ganglio cervicale.

Nella faccia i nervi responsabili dell’innervazione sono il trigemino e faciale; i grossi tronchi del n.
trigemino sono più profondi rispetto a quelli del n. faciale, al contrario i rami terminali sono più
superficiali rispetto a quelli del VII nervo, questo perché sono tutti rami sensoriali, rivolti verso la
cute, mentre quelli del faciale sono tutti rami motori della muscolatura mimica.

2. NERVO TRIGEMINO
Il trigemino origina da un ganglio sensitivo
sensoriale chiamato ganglio del Gasser o ganglio
semilunare, che si trova nella fossa cranica media,
appoggiato alla faccia anteriore della piramide del
temporale. Infatti, sotto l’apice della rocca petrosa, vi
è una lieve depressione definite impronta
Trigeminale.
Nei disegni il ganglio è visto come origine delle tre
branche del trigemino, in realtà dalle dissezioni
anatomiche si nota che non è proprio cosi, infatti, la
componente motoria si appoggia al ganglio e può
essere separata.
Il trigemino presenta:
 Componente motrice branchiale, chiamata anche somatica (innerva la muscolatura striata:
muscoli masticatori, muscolo miloioideo, ventre anteriore del digastrico, il tensore del
timpano e il tensore del palato molle).
Branchiale = somatico
 Sensitivo somatico, per la sensibilità facciale, (cuoio capelluto, dura madre, congiuntiva,
cornea, faccia in generale, fosse nasali, seni paranasali, palato, articolazione temporo-
mandibolare, mandibola, cavità orale e denti).

Dal ganglio di Gasser originano le tre branche del nervo:


 nervo mandibolare, trasporta la componente sensitivo somatica
 nervo oftalmico, trasporta la componente sensitivo somatica.
 nervo mascellare, trasporta la componente motoria.

Le tre branche originano da tre nuclei sensitivi del tronco encefalico:


 N. mesencefalico, raccoglie principalmente fibre della sensibilità propriocettiva incosciente.
 N. pontino, è il nucleo epicritico.
 N. della radice discendente o n. spinale, riceve soprattutto la componente protopatica.

I singoli nuclei non vanno associati a una specifica branca, le tre branche contengono fibre che si
portano, essendo sensitive, a ognuno di questi nuclei. Le tre branche comprendono le tre
componenti della sensibilità.

Il n. motore del trigemino è meno colonnare rispetto ai nuclei sensitivi. Si trova nel ponte e da
esso originano gli assoni che si accompagnano alla terza branca. Le fibre non entrano nel ganglio
del Gasser, ma si affianca alla terza branca, si appoggia al ganglio e poi si unisce alla branca
mandibolare.

Il nucleo mesencefalico del trigemino è un ganglio non migrato: in altre parole il primo neurone a T
e il secondo neurone sono entrambi nel nucleo.
Ad esempio, l’input ricevuto da un recettore del dolore o un recettore sensoriale tattile, passa per il
neurone a T, poi fa sinapsi con il secondo neurone nel nucleo del n. trigemino, e da li segue poi una
sua via specifica.
Nel caso in cui l’input sia recepito dai recettori della propriocezione (fuso neuromuscolare, muscolo
tendineo del Golgi), farà sinapsi nel nucleo mesencefalico per l’arrivo della propriocezione, e andrà
poi al cervelletto.

I muscoli masticatori derivati dal primo arco branchiale (muscoli masticatori, ventre
anteriore del m. digastrico) hanno innervazione modello ganglio non migrato; tutti gli altri
muscoli della faccia hanno innervazione ‘normale’.
Le tre branche del trigemino superficializzano in tre punti:
 Foro sovraorbitario, per la branca oftalmica.
 Foro infraorbitario, per il ramo terminale del nervo mascellare
 Foro mentale, per il ramo terminale del nervo mandibolare.
I tre fori sono su una linea verticale, sono importanti per le anestesie loco regionali.

Esistono ulteriori punti di supeficializzazione:


 Il nervo auricolo temporale (ramo del n. mandibolare) emerge anteriormente al meato
acustico esterno, è un nervo sensitivo atto a innervare cute davanti all’orecchio. Passa vicino
all’arteria temporale superficiale.
 Punti di fuoriuscita minori:
o a livello dello zigomo
o in prossimità del margine mediale dell’orbita per i rami del n. oftalmico (n.
sovraorbitario, n. sovra trocleare e n. infratrocleare).
Il nervo trigemino innerva solo la faccia, si ferma alla mandibola e innerva circa i 2/3 della volta
cranica. La parte posteriore è innervata da n. occipitali che sono nervi di origine spinale.

2.1. NERVO OFTALMICO (V1)


Il nervo oftalmico origina dal ganglio di Gasser, decorre anteriormente fino ad entrare nell’orbita
tramite la fessura orbitaria superiore.

Appena prima di entrare nell’orbita si divide in tre rami:


 n. frontale, decorre verso l’alto, sul tetto dell’orbita. Giunto in prossimità del margine
superiore dell’orbita si divide nei suoi rami terminali:
o n. sovraorbitario, passa per l’incisura sovraorbitaria
o n. sovratrocleare, in posizione più mediale rispetto al n. sovraorbitario
 n. nasociliare, sotto il n. frontale, è responsabile dell’innervazione dell’occhio, veicola la
sensibilità della sclera, della congiuntiva e della componente simpatica e parasimpatica. Si
porta fuori dall’orbita e va a innervare la cute della parte superiore del naso (punto appoggio
occhiali).
 n. lacrimale, rimane più laterale, innerva la ghiandola lacrimale e non fuoriesce dall’orbita.
I nervi sopra e sotto trocleare passano superiormente e inferiormente al muscolo obliquo superiore o
trocleare, l’unico muscolo estrinseco che si porta a un anello tendineo, chiamato troclea, e non
direttamente al bulbo.

2.2. NERVO MASCELLARE (V2)

Origina dal ganglio di Gasser, si porta in avanti fino alla fossa pterigopalatina attraverso il foro
rotondo, poi tramite la fessura orbitaria inferiore si porta nell’orbita con il suo ramo terminale.
Nella fossa pterigopalatina il n. mascellare forma il ganglio sfenopalatino o pterigopaltino
(ganglio parasimpatico).

Dal nervo mascellare derivano diversi nervi:


 n. infraorbitario, dal quale dipartono i nervi alveolari superiori anteriore e i nervi alveolari
superiori medi. Essi formano il plesso dentale superiore e decorrono nello spessore dell’osso
 n. zigomatici, che si portano allo zigomo
 n. alveolari superiori posteriori
 n. meningeo, che si porta all’interno attraverso il foro spinoso
 Rami gangliari, che collegano il nervo al ganglio sfenopalatino.
o Dal ganglio originano i n. nasali, n. palatini e n. naso palatini (decorso simile ai
rami vascolari).

Nella fossa pterigopalatina, il ganglio sfenopalatino,


attraverso il canale vidiano (o canale pterigoideo),
riceve il n. vidiano o n. del canale pterigoideo, il
quale è costituito da un ramo del n. faciale e un ramo
che proviene dalla rete perivascolare carotidea. È un
nervo viscerale che contiene componente simpatica e
parasimpatica ed è costituito da fibre pregangliari e
postgangliari.

I nervi palatino, sfenopalatino, nasali originano dal


ganglio; sono nervi con fibre sensitive che
attraversano i rami pterigopalatini gangliari, arrivano
il ganglio senza interrompersi funzionalmente ma
solo anatomicamente. Tali nervi sono arricchiti dai
neuroni pregangliari del ganglio stesso e da neuroni
pregangliari simpatici che attraversano il ganglio. Questo sistema permette che i nervi palatini
sfenopalatini, nasale si arricchiscano delle componenti viscerali per l’innervazione delle ghiandole
salivari minori e nasali.

Il nervo mascellare, costituito da fibre sensitive, termina con il n. infraorbitario.


Inferiormente il nervo è collegato, tramite i n. pterigopalatini, al ganglio che riceve il neurone
pregangliare e il neurone postgangliare. Qui fa sinapsi, e va poi a formare i nervi palatini, dove
entrano anche i nervi postgangliare simpatico e parasimpatico. In questi nervi decorrono fibre
sensitive somatiche, che provengono dal ganglio semilunare e fibre effettrici viscerali che sono fibre
postgangliari del ganglio sfenopalatino. Stesso discorso per il n. nasopalatino. Alcune fibre
proseguono per raggiungere le ghiandole intramurali delle mucose, altre fibre risalgono al nervo
mascellare e si collegano al n. lacrimale dell’oftalmico mediante anastomosi con il n. zigomatico.
I rami dell’oftalmico sono i nervi: frontale, nasociliare e lacrimale. Il n. lacrimale riceve un ramo
collaterale del n. zigomatico che veicola fibre postgangliari originate dal ganglio sfenopalatino per
l’innervazione della ghiandola lacrimale.
Il nervo lacrimale innerva la ghiandola lacrimale, che è una ghiandola salivare modificata, parente
della parotide, della sottomandibolare e della sottolinguale. È innervata dal n. lacrimale, il quale
riceve la componente simpatica e parasimpatica da ganglio. Le fibre percorrono un pezzo di n.
mascellare fino al pavimento dell’orbita per anastomizzare con il n. lacrimale. Quindi tutta la
componente viscerale si porterà al n. lacrimale per innervare la ghiandola.
Nel tronco del n. mascellare ci sono delle fibre viscerali (che risalgono dall’anastomosi).
I neuroni pregangangliari parasimpatici che regolano la lacrimazione sono nella fossa
pterigopalatina.

1.3 NERVO MANDIBOLARE (V3)


Il nervo mandibolare fuoriesce dalla scatola cranica dal foro ovale e si porta nella fossa
infratemporale. Va a innervare i muscoli della fossa infratemporale (muscoli masticatori).
Forma i seguenti rami:
 n. linguale, che innerva la lingua dal punto di vista sensoriale,
 n. alveolare inferiore, entra nel canale mandibolare e superficializza dal foro mentale
insieme al n. mentale, nervo sensitivo.
 n. auricolo temporale, ramo posteriore che curva davanti al meato acustico
 n. buccale: innerva la mucosa della cavità orale (la mucosa della guancia). Ha una
componente sensitiva.
 Rami responsabili dell'innervazione dei muscoli masticatori: ramo masseterino, rami
pterigoidei, ramo temporale. Hanno componente motoria. Sono nella fossa infratemporale

3. NERVO FACIALE

Il nervo faciale dal meato acustico interno si porta nel canale del n. faciale e fuoriesce dal cranio
tramite il foro stiloideo (nella faccia inferiore del temporale).
Il foro del meato acustico interno si trova sull’apice della rocca petrosa del temporale.
Il n. faciale presenta un decorso tortuoso.
Le componenti del n. faciale sono:
 componente motrice somatica, di tipo branchiale, che innerva i muscoli mimici, ma anche
il ventre posteriore del digastrico.
 componente effettrice viscerale, per le ghiandole salivari (ad eccezione della parotide) e
lacrimale
 componente sensitiva somatica, per la cute periauricolare,
 componente sensitiva viscerale, specifica per il gusto.

I nuclei del n. faciale sono:


 nucleo del nervo faciale, per la componente motoria somatica;
 nucleo del nervo trigemino, per la componente sensitivo somatico.
 nucleo salivatorio superiore, per la componente effettrice viscerale;
 nuclei del tratto solitario, per la componente sensitiva viscerale specifica.
Il nucleo del tratto solitario è il nucleo viscerale
sensitivo della testa e del
collo, condiviso dai
nervi faciale, vago e
glossofaringeo; vi arriva
la componente sensitiva
viscerale specifica (il
gusto) e generale, e il
glomo carotideo.
I nuclei della sensibilità generale
specifica della testa sono quelli
dell’ottavo, i n. vestibolari e
cocleari.

Il nervo facciale origina dal tronco


dell'encefalo con 2 radici
distinte:
 Nervo faciale propriamente
detto, prevalentemente motorio
 Nervo intermedio, prevalentemente sensitivo
Tali radici escono dal tronco encefalico e s’immettono nel meato acustico interno insieme all'ottavo
nervo (stato-acustico), portandosi in senso medio laterale.
Il meato acustico interno termina a fondo cieco, quindi il nervo stato acustico si divide in due rami:
la componente cocleare si porta alla chiocciola e la componente vestibolare ai canali semicircolari.
Invece il nervo faciale propriamente detto e il nervo intermedio s’inseriscono nel canale del faciale,
si portano indietro per 0,5 cm e ripiegano verso il basso al foro stiloideo.
All’inizio del canale abbiamo il primo ginocchio, che forma un angolo di 90°diretto posteriormente.
Qui si trova il ganglio genicolato, ganglio sensitivo del nervo, dove i due nervi si uniscono.
Il canale si porta poi verso il basso con una curva a parabola (secondo ginocchio) per fuoriuscire dal
foro stiloideo. Da alcuni autori questo secondo ginocchio è omesso, si parla di ginocchio
riferendosi al primo.
Dopo la sua fuori uscita dal nervo originano due rami:
 Nervo auricolare posteriore, che passa posteriormente all’orecchio
 Nervo del digastrico, il quale innerva il ventre posteriore del muscolo digastrico.

Il n. faciale si porta in avanti verso la ghiandola parotide, dove ramifica in 5 rami terminali
(temporale, zigomatico, buccale, mandibolare, cervico facciale che innerva il platisma).

I nervi che fuoriescono dal foro stiloide sono nervi motori, tranne il nervo auricolare posteriore che
presenta la componente sensitiva (innerva parzialmente la cute dell’orecchio).

A livello del canale faciale, dal n. faciale originano alcuni rami.


 corda del timpano, con componente sensitiva viscerale ed effettrice viscerale. Passa davanti
al timpano, fuoriesce dalla rocca petrosa del temporale e si porta nella fossa infratemporale.
Si anastomizza con il n. linguale e quindi convoglia la componente viscerale effettrice per le
ghiandole salivari minori della lingua, ma prevalentemente quella sentiva viscerale specifica
per l’innervazione dei calici gustativi del corpo della lingua
 nervo stapedio, che innerva la staffa. Se percepiamo un suono troppo forte, il nervo
indurisce la catena cinematica degli ossicini.
Il nervo stapedio si attiva nel riflesso tra acustico e facciale, infatti, quando percepiamo un
suono forte, contraiamo la muscolatura mimica. Il muscolo stapedio è mimico
 nervo grande petroso, per la componente motoria viscerale del n. faciale. Il nervo grande
petroso superficiale insieme al nervo petroso profondo (che proviene da rete perivascolare
della carotide interna) vanno a costituire il n. vidiano
Grande petroso = grande profondo superficiale.
Nella parete anteriore della rocca del temporale ci sono dei forellini per il passaggio di questi nervi.

3.2. LESIONI DEL NERVO FACIALE:

Paralisi o emiparesi da freddo: il faciale percorre un lungo canale osseo, quando l’osso
s’infiamma, si ‘gonfia’ e schiaccia il nervo, provoca quindi una ridotta funzionalità. La muscolatura
mimica risulta compromessa.
Il soggetto nella foto presenta una compromissione del nervo di sinistra.
Il problema neurologico è da ricercare nella parte piatta.
I soggetti lamentano una lacrimazione eccessiva, perché il faciale innerva le ghiandole lacrimali,
più raramente si riscontrano problemi alle ghiandole salivari.
Se il soggetto ha un problema lacrimatorio, la lesione è quindi a livello della porzione intrapetrosa.
L’assenza del riflesso stapediale, l’ assenza del gusto (tramite la corda vado a innervare la lingua)
sono problematiche che si accompagnano alla deviazione alla faccia problema nella piramide del
temporale.
Se ho solo assenza di gusto problema solo alla corda del timpano.
Se ho solo deviazione della faccia, ho problema nella parte terminale extracranica del n. faciale.

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