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Lezione n°36 Anatomia II

ANATOMIA STRUTTURISTICA E MICROSCOPICA

Paragrafo introduttivo: il docente ha riferito due testi consigliati per affrontare lo studio della materia:
 Esposito, Anatomia microscopica, EDISES;
 Rodella e Rezzani, Anatomia microscopica (con le immagini dei vetrini che sarà possibile vedere durante il laboratorio, si
può trovare alla Snoopy a €17,00).
La prova in itinere scritta di anatomia strutturistica consisterà in un vetrino da descrivere e su cui fare una diagnosi differenziale
(dire di che organo si tratta e scrivere in base a quali strutture lo abbiamo riconosciuto).

Argomenti: Anatomia strutturistica dell’apparato respiratorio, visione di vetrini.

1. ANATOMIA STRUTTURISTICA DELL’APPARATO RESPIRATORIO

TRACHEA
La trachea è un organo cavo che presenta un lume centrale e ha un aspetto cilindrico da una visione laterale o
anteriore, mentre posteriormente, essendo a contatto con l'esofago, risulta appiattita. Infatti una sua peculiarità è la
presenza di anelli di cartilagine ialina incompleti posteriormente, dove vi è il muscolo tracheale. Questi anelli
cartilaginei sono circa venti e sono posizionati l’uno sull'altro. La trachea si suddivide a livello della carena nei due
bronchi, un bronco principale destro e un bronco principale sinistro.
La trachea è formata da diverse tonache, partendo dal lume e andando verso l'esterno troviamo:
 Tonaca mucosa: è costituita da un epitelio respiratorio che poggia su una membrana basale; sono presenti
ciglia in superficie importanti per impedire l'ingresso delle polveri e dei patogeni, trovandoci in un apparato in
comunicazione con l'esterno. Si tratta di un epitelio pseudostratificato cilindrico (cioè con nuclei a differenti
altezze). Tra le cellule cilindriche abbiamo le mucipare caliciformi che secernono nel lume dell'organo muco
per la protezione dell'apparato respiratorio. Questo epitelio poggia su una lamina propria di natura
connettivale al di sotto della quale c'è la tonaca sottomucosa;
 Tonaca sottomucosa: è di natura connettivale e presenta al suo interno delle ghiandole tubulo-acinose
composte, dette ghiandole tracheali;
 Tonaca fibrosa (o fibromuscolare): importante per la diagnosi differenziale della trachea, è composta da
tessuto connettivo denso all'interno del quale è inglobata la cartilagine ialina che se sottoposta a continue
tensioni può modificare la propria forma e non essere più a “C” (col tempo, negli anziani può modificarsi fino
a diventare cartilagine fibrosa); ricordiamo che gli anelli cartilaginei posteriormente (ossia dove sono
incompleti) presentano le fibre muscolari che vanno a costituire il muscolo tracheale;
 Tonaca avventizia.

POLMONI
I polmoni sono formati da due bronchi principali, di destra e di sinistra. I bronchi principali si dividono in bronchi
lobari, tre per il polmone destro e due per il polmone sinistro. I bronchi lobari (detti anche secondari) si portano a
ciascun lobo polmonare e si ramificano ulteriormente dando origine ai bronchi terziari, i quali si porteranno ai
segmenti polmonari, aree del polmone indipendenti per areazione, vascolarizzazione e innervazione. Sono circa 10 per
ogni polmone, quindi avremo un bronco per ciascuna zona.
Questi bronchi terziari si ramificano ulteriormente nel parenchima polmonare andando poi a costituire i bronchioli. Ci
sono diversi tipi di bronchioli: gli interlobulari che sono posti tra i lobuli del polmone e che ramificandosi nel lobulo
polmonare vanno a costituire i bronchioli intralobulari; questi ultimi, con ulteriori ramificazioni, daranno poi i
bronchioli terminali dai quali originano i bronchioli respiratori che, attraverso i condotti alveolari, si portano
perifericamente a costituire i sacchi alveolari. A livello degli alveoli avvengono gli scambi gassosi, qui l'epitelio dovrà
essere il più semplice possibile per facilitare gli scambi e per questo motivo risulta pavimentoso.
A livello dei bronchioli interlobulari parliamo di lobuli polmonari. I lobuli hanno una reazione indipendente attraverso i
bronchioli intralobulari. I lobuli sono visibili anche macroscopicamente nei polmoni perché entra un po' di pulviscolo
che si va a depositare tra i lobuli polmonari. Quindi sulla superficie del polmone sono riconoscibili i lobuli polmonari
superficiali. I più visibili sono i lobuli dell'anziano rispetto a quelli di un bambino per la polvere respirata negli anni.

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Tutte le strutture del polmone sono cave (anche se si tratta di un organo parenchimatoso). Esse presentano:
 tonaca mucosa: un epitelio che man mano si assottiglia e perde le ciglia;
 tonaca sottomucosa: presenta tessuto connettivo in cui troviamo ghiandole tubulo-acinose siero-mucose che
andranno anch'esse a perdersi nella diramazione;
 tonaca muscolare (o fibromuscolare nelle strutture di dimensioni maggiori, quindi bronchi e bronchioli
maggiori, dove è presente la cartilagine): una tonaca nella quale aumenta la componente muscolare e
diminuisce quella connettivale;
 avventizia: di natura connettivale.
Possono essere presenti alcuni cambiamenti strutturali dovuti alle diramazioni:
 bronco principale: mantiene la stessa composizione della trachea a livello di tonache e dell'anello cartilagineo
incompleto;
 bronchioli interlobulari: non c'è l'anello cartilagineo che viene sostituito da placche cartilaginee e aumenta la
componente muscolare, si riduce il numero delle ghiandole; aumentando la componente muscolare il lume
inizia ad avere un profilo più stellato. Esternamente è sempre presente la tonaca avventizia;
 bronchi intralobulari: non sono più presenti le placche cartilaginee, né le ghiandole. A livello della tonaca
mucosa l'epitelio da respiratorio cilindrico ciliato diventa epitelio cubico ciliato;
 bronchioli terminali: l'epitelio cubico inizia a perdere le ciglia, non c'è più la presenza di cellule mucipare ed
iniziano a comparire, intercalate alle cellule dell'epitelio, le cellule di Clara che servono per il supporto e per
mantenere pervio il lume. Questa funzione è necessaria a causa dell'assottigliamento e quindi alla perdita
delle cellule muscolari e viene svolta grazie alla produzione di una sostanza tensioattiva;
 bronchioli respiratori: epitelio cubico non ciliato e presenza delle cellule di Clara;
 condotti alveolari: la parete si vede solo nei punti dove origina l'alveolo, infatti il condotto alveolare non ha
una vera e propria parete e pertanto è possibile vedere solo le cellule che costituiscono i sacchi alveolari.
Sono presenti le cellule di Clara;
 l'acino polmonare, che dal bronchiolo respiratorio porta a livello dei condotti alveolari fino ai sacchi alveolari,
è la componente respiratoria vera e propria dove avvengono gli scambi gassosi. È di 1 cm e può essere
costituito dai 60 ai 100 alveoli.
 alveoli polmonari: sono strutture sacciformi che originano dal condotto alveolare, spazio comune per gli
alveoli. La parete è composta da un epitelio per lo più pavimentoso. Vi è la presenza di diversi tipi di cellule: a
livello degli alveoli abbiamo i macrofagi alveolari che hanno una funzione di “spazzini”, inoltre altre cellule
molto importanti a questo livello sono gli pneumociti che possono essere:
◦ pneumociti di I ordine: cellule appiattite (pavimentose) con scarso citoplasma e nucleo che
sporge verso il lume dell'alveolo;
◦ pneumociti di II ordine: sono meno numerosi, più voluminosi, hanno un nucleo centrale e
producono una sostanza surfactante e tensioattiva che permette che gli alveoli restino
aperti, impedendo così il collasso del polmone.
A livello dell'alveolo polmonare avvengono gli scambi gassosi ed è importante il rapporto delle cellule con i capillari,
che sono ramificazioni dell'arteria polmonare; qui si viene a costituire la barriera aria-sangue a livello della quale
avvengono gli scambi gassosi. La barriera aria-sangue è costituita dalla componente vascolare e dalla componente
aerifera, dunque dagli pneumociti che poggiano sulla propria lamina da un lato e da endotelio che poggia anch'esso
sulla propria lamina basale dall'altro. Per facilitare ulteriormente gli scambi, le due lamine basali del capillare e della

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parete dell'alveolo si fondono tra loro.
Esternamente i polmoni presentano la pleura (membrana di rivestimento) costituita da mesotelio (epitelio
pavimentoso semplice) che poggia su una lamina propria (tessuto connettivo).

Epitelio Componente Componente Componente


cartilaginea muscolare ghiandolare
Trachea Cilindrico ciliato Anello incompleto Muscoli tracheali Cellule mucipare
Bronchi principali Cilindrico ciliato Anello incompleto Muscoli tracheali Cellule mucipare
Bronchi interlobulari Cilindrico ciliato Placche Aumenta a discapito Cellule mucipare
cartilaginee della componente
cartilaginea
Bronchi intralobulari Cubico ciliato Scompare Aumenta a discapito Minor numero
della componente
cartilagine
Bronchioli terminali Cubico ciliato (inizia a Scompare Scompare→sostituite No cellule mucipare
perdere le ciglia) dalle cellule di Clara

2. VISIONE DI VETRINI

VETRINO: TRACHEA
È un organo cavo che presenta un lume centrale; ha epitelio cilindrico pseudostratificato ciliato che poggia su una
lamina propria di natura connettivale. Al di sotto c'è del tessuto connettivo che contiene le ghiandole tracheali, che
corrisponde alla tonaca sottomucosa; al di sotto c'è la tonaca fibromuscolare all'interno della quale vi sono gli anelli di
cartilagine incompleti posteriormente, dove invece avremo la componente muscolare. Esternamente si vede la tonaca
avventizia. Ad ingrandimento maggiore si vedono le cellule mucipare caliciformi che non si colorano con l'eosina e
quindi appariranno come strutture biancastre intercalate a livello dell'epitelio. Solo a ingrandimento 40x si riconoscono
le ciglia e ghiandole siero-mucose. Posteriormente, a livello della componente muscolare, abbiamo la presenza
dell'esofago [n.d.r. in sede d'esame non va descritto in quanto ci sono preparati specifici per quest'organo].

VETRINO: POLMONE
Ha un aspetto spugnoso per la presenza di numerose cavità all'interno ed è un organo parenchimatoso. Solitamente
nei vetrini non si vede la pleura perché le sezioni sono più profonde. All'interno del parenchima è possibile riconoscere
bronchioli interlobulari, intralobulari e respiratori, i condotti alveolari e gli alveoli. Per distinguere un bronchiolo
interlobulare dall'intralobulare bisogna andare all'ingrandimento maggiore (40x):
 interlobulari: si trova un lume stellato, l'epitelio è di tipo cilindrico ciliato, vi è la presenza di placche
cartilaginee e potrebbero esserci ghiandole;
 intralobulari: il lume è stellato, l'epitelio è di tipo cubico ciliato e non vi è la presenza delle placche
cartilaginee. Ha inoltre dimensioni inferiori dal punto di vista del diametro.
Con ingrandimento inferiore riconosciamo:
 bronchioli respiratori: hanno una forma circolare, un epitelio cubico non ciliato e la parete è più spessa;
 alveoli: formati da epitelio pavimentoso semplice;
 condotti alveolari: sono spazi aeriferi comuni attorno ai quali vi sono gli alveoli.
Tutte queste strutture portano a fare diagnosi differenziale di polmone.

VETRINO: TIMO
Organo parenchimatoso, con una capsula di natura connettivale dalla quale si dipartono setti stromali che si
approfondano nel parenchima per suddividere l'organo in lobi e poi in lobuli. Con l'età il timo va incontro a
degenerazione trasformandosi in tessuto adiposo, che risulta più evidente a livello della capsula e dei setti stromali. Se
guardiamo il parenchima a livello di ciascun lobulo, abbiamo due porzioni:
 corticale: più esterna e più scura, i linfociti sono meno differenziati;
 midollare: centrale e più chiara, i linfociti sono ad uno stadio maggiore di differenziamento e li troviamo
intercalati a cellule di natura epiteliale.
Ad un ingrandimento maggiore, a livello della porzione midollare, troviamo strutture circolari dall'aspetto traslucido e
quasi arancio: sono i corpuscoli di Hassall (da non confondere con macchie di colorante). Questi corpuscoli sono
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formati da cellule epiteliali appiattite e all'interno abbiamo detriti cellulari. La suddivisione in lobi e lobuli, la presenza
delle zone corticale e midollare e quella dei corpuscoli di Hassall permettono di fare diagnosi differenziale di timo.

VETRINO: LINFONODI
Sono organi parenchimatosi, rivestiti esternamente da una capsula di natura connettivale non strettamente adesa al
parenchima dell'organo. Tra capsula e parenchima vi è infatti uno spazio detto seno marginale nel quale giunge la linfa
proveniente dai vasi linfatici afferenti. I dotti afferenti perforano la capsula e giungono a livello del seno marginale. Si
possono distinguere due porzioni:
 corticale: più esterna e presenta strutture di forma circolare che sono i follicoli che possono essere:
◦ primari: omogenei dal punto di vista della colorazione (viola) nei quali troviamo i linfociti
maturi;
◦ secondari: presentano due differenti colorazioni, una più scura in periferia del follicolo, una
più chiara al centro. In periferia troviamo i linfociti maturi, al centro, detto anche centro
germinativo, troviamo linfociti in via di maturazione.
 midollare: più interna e presenta dei vasi che le conferiscono un aspetto spugnoso.
Nel parenchima dell'organo abbiamo strutture fucsia che sono strutture stromali che entrano nel parenchima senza
suddividere l'organo.

VETRINO: MILZA
È organo parenchimatoso, avvolto da una membrana sierosa. Esternamente si trova una capsula, peculiare perché
presenta un'intensa colorazione fucsia per la presenza di fibre elastiche. La capsula è molto spessa con setti stromali
che entrano nel parenchima dell'organo senza suddividerlo, da non confondere con il parenchima della milza che è
costituito da polpa bianca e polpa rossa.
 Polpa bianca: ha una colorazione più scura, presenta strutture simili ai follicoli secondari del linfonodo , sono
strutture circolari in cui le cellule sono distribuite in modo concentrico formate dai linfociti, a livello delle quali
si trova un'arteriola (o in periferia o al centro) che con le strutture circolari forma i corpuscoli di Malpighi.
 Polpa rossa: ha una colorazione più chiara, corrisponde a tutto il resto del parenchima ed è intensamente
vascolarizzata.
La capsula è spessa e colorata in fucsia, i setti stromali nel parenchima e le strutture circolari in corrispondenza di
un'arteriola permettono di fare diagnosi differenziale di milza.

VETRINO: IPOFISI
È divisa in due porzioni: adenoipofisi, che è la parte ghiandolare vera e propria, e la neuroipofisi, che è la porzione
nervosa. Tra queste due componenti c'è una porzione intermedia. I vetrini sono colorati con ematossilina-eosina
quindi il tessuto nervoso -scarsamente colorabile con questi coloranti- sarà poco colorato.
 neuroipofisi: si vedono fibre nervose e cellule gliali, il resto è poco riconoscibile;
 adenoipofisi: presenta due tipi di cellule:
◦ cellule cromofobe: non si colorano e quindi presenteranno un citoplasma biancastro con il
nucleo centrale;
◦ cellule cromofile: si dividono in cellule basofile, violacee grazie all'ematossilina che è un
colorante basico, e acidofile, fucsia a causa dell'eosina che è un colorante acido.
 Porzione intermedia: tra le due componenti, vi sono cellule che andranno a circondare delle cavità. Nelle
cavità, dette cisti del Ratke, è possibile trovare del liquido.
La diagnosi differenziale di timo è permessa dalla presenza della porzione colorata, della porzione scarsamente
colorata e quella tra le due delle cavità. Inoltre dai vari tipi cellulari a livello dell'adenoipofisi.

VETRINO: TIROIDE
Presenta una capsula di natura connettivale e un parenchima nel quale troviamo cellule che si vanno a disporre
circondando delle cavità. Queste cellule possono essere cubiche o batiprismatiche in base al loro stadio funzionale e
secernono un liquido, la colloide, che riempie il lume delle cavità. Tra i follicoli della tiroide troviamo gruppetti cellulari
con funzione principalmente trofica: cellule C o parafollicolari. Se si vedono strutture circolari contenenti la colloide e
cellule c o parafollicolari allora possiamo fare diagnosi differenziale di tiroide.

VETRINO: SURRENE
È un organo parenchimatoso, all'esterno presenta una capsula connettivale sottile. La colorazione utilizzata è l'Azan-
Mallory, quindi il connettivo è blu. Nel Parenchima del surrene sono distinguibili due porzioni:
 corticale: vicino alla capsula;
 midollare: centrale e più chiara.
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Organizzazione degli elementi cellulari del surrene:
 corticale: le cellule vanno costituire cordoni cellulari. In vicinanza della capsula questi cordoni formano
strutture a forma di gomitolo e vanno a costituire la porzione gromerulare. Poi vi è uno strato di dimensioni
maggiori in cui le cellule si organizzano in cordoni paralleli, formando la zona fascicolata. Vicino alla midollare
i cordoni formano una struttura a rete in cui le maglie sono molto strette, detta zona reticolare;
 midollare: formata da cordoni di cellule che costituiscono una rete a maglie larghe.
La presenza di una zona corticale, con la zona reticolare e quella fascicolata, e una parte midollare al centro mi fa fare
diagnosi differenziale di surrene.

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