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Anatomia 2

TIMO
Ogni lobo diviso in molti lobuli da tralci connettivali. La capsula connettivale deisciente in
alcuni punti. In ogni lobulo si ha corticale pi scura e midollare pi chiara dovuta alla densit. Nella
corticale abbiamo T in potenza, e un gradiente corticomidollare, con timociti pi grandi
esternamente e pi piccoli internamente.
Nella corticale anche macrofagi. Le cellule nutrici (nurse cells) sono sub capsulari e hanno forma
stellata e abbracciano timociti con le loro estroflessioni. Nel connettivo che penetra si notano sia
arterie sia vene. Le arterie pi doppie.
Nella midollare meno densa si individuano anche i corpuscoli di Hassall, con stroma e parenchima
che si differenziato in maniera epitelioide squamoso che si mettono attorno a cheratoialina.
Notare anche barriera ematotimica dovuta ai prolungamenti delle cellule epiteliali che avvolgono
anche i vasi sanguiferi.
Nella midollare anche cellule dendritiche.
La midollare ha la stessa popolazione della corticale (3 tipi di cellule: cellule epiteliali, macrofagi e
timociti), ma in densit minore.
I timociti hanno nucleo e poco citoplasma.
Il timo un organo impari e mediano posto nel mediastino anteriore superiore a forma di piramide
con la base posta in basso e gli apici (i corni timici) aggettanti in alto e siti nel collo, dopo aver
passato lapertura superiore del mediastino a forma di cuore. formato dallaccostamento di due
formazioni pari e simmetriche, i lobi timici. Va incontro a atrofia. Il timo adagiato sul sacco
pericardico e sul peduncolo vascolare del cuore, inj particolare aorta ascendemte e rami collaterali
dellarco (e seno venoso brachiocefalico sinistro). Nel collo ha rapporto anteriormente con la fascia
cervicale media dei muscoli sottoioidei, con il manubrio (fascia endotoracica, muscoli intercostali
intimi) e la parte superiore dello sterno verso il basso, poi con i vasi mammari interni e con i primi
spazio intercostali e fascia endotoracica. Lateralmente anche con i seni pleurici costo mediastinici e
la pleura mediastinica. La faccia posteriore nel collo ricopre la trachea entrando in rapporto con le
carotidi comuni. Lateralmente si porta fino alle giugulari interne. Nel torace posteriormente anche
col tronco arterioso brachiocefalico e carotide comune sinistra. I corni superiori possono
raggiungere la tiroide. Non presenta mezzi di fissit sviluppati.

MILZA
Nel parenchima splenico la capsula d tralci che sepimentano il parenchima ma non lo dividono n
in lobi n in lobuli. Le trabecole spleniche si arrestano a breve distanza.
Zolle di connettivo dentro il parenchima.
La capsula non deisciente.
Le trabecole veicolano la prima porzione dellalbero vascolare splenico. Dentro le trabecole vi sono
le arterie trabecolari con parete spessa.
Larteria lienale, dopo lilo, d larteria trabecolare nella trabecola. Connettivo occupato dalla fitta
cellularit dellorgano. Le trabecole veicolano la prima parte dellalbero vascolare splenico ma si
arrestano a breve distanza.
Dopo abbiamo arteria follicolare, o centrale della polpa.
Il tessuto linfoide aggregato si identifica al microscopio. Il tessuto linfoide diffuso no.
Il tessuto linfoide aggregato disposto tridimensionalmente attorno ad un vaso a formare i
corpuscoli del Malpighi che sono follicoli linfoidi B dipendenti del parenchima splenico.
Il follicolo linfoide di primo tipo senza centro germinativo.

Il follicolo linfoide di secondo tipo se ha il centro germinativo con al centro i T e nella mantellare
i B.
Se secondario ha incontrato lantigene.
La polpa rossa appare meno intensamente colorata per la presenza di grosse lacune sanguigne dette
seni della polpa o splenici, mentre la polpa bianca costituita da formazioni denominate corpuscoli
del Malpighi ed appare pi intensamente colorata per la fitta presenza di linfociti.
Corpuscoli del Malpighi sono solo follicoli del primo tipo senza centro germinativo, quindi solo B.
Nel follicolo del Malpighi di primo tipo larteria pu essere anche eccentrica.
Larteria trabecolare entra nella polpa diventando arteria follicolare o centrale della polpa, la
seconda parte dellalbero vascolare splenico.
Il follicolo di primo tipo pu avere anche plasmacellule in proliferazione centrale. Se secondario
compare il centro germinativo T e ha incontrato lantigene.
Prima di raggiungere la polpa rossa larteria si circonda di un manicotto linfoide, uno strato di
linfociti latero lateralmente disposte secondo un asse longitudinale: PALS, o guaina linfoide
periarteriolare = tessuto linfoide diffuso della zona bianca = T dipendente.
T solo nelle PALS.
Le PALS sono difficili a vedere, dovremmo avere sezione longitudinale nellambito della polpa
(bianca).
Tutto il resto polpa rossa (la bianca quindi nella rossa).
Polpa rossa non d corpuscoli, lontano da trabecole, pi chiara causa pi bassa densit.
Polpa rossa ha due componenti:
connettivale nei cordoni di Billrot (lultima porzione del connettivo capsulare reticolare) con
abbondante cellularit disomogenea, macrofagi, plasmacellule, globuli rossi vecchi che vengono
distrutti per emocateresi che avviene in Billrot);
vascolare, in quanto dopo larteria centrale della polpa si hanno arterie penicillari (in genere 2).
Le arterie penicillari (prime della polpa rossa, dette anche con lamina basale continua) danno i
capillari con guscio.
I capillari con guscio hanno sia macrofagi che elementi di fibrocellule muscolari lisce che servono a
far defluire il sangue avendo uno scheletro contrattile di actina e miosina.
Dopo abbiamo i seni venosi splenici.
I seni venosi splenici hanno interruzioni sia endoteliali sia nella membrana basale.
Ci permette uno scambio bidirezionale anche con Billrot, in cui gli elementi vengono distrutti.
Le arterie che nella polpa bianca riducono ulteriormente il loro diametro fuoriescono da qui per
entrare nella polpa rossa dove daranno luogo ad arterie penicillari, quindi a capillari con guscio ed
infine a capillari arteriosi che si possono aprire direttamente nella polpa rossa (circolazione aperta)
oppure nei seni venosi (circolazione chiusa) che rappresentano i veri capillari della milza.
Le arterie penicillari che formano poi i capillari con guscio si dividono da ultimo a dare i seni
venosi splenici.
La milza ha forma di ovoide appiattito in senso trasversale con maggior asse parallelo alla decima
costa di sinistra. Lungo circa 12, 8, 3 cm. La loggia lienale si trova nel piano sopramesocolico della
cavit addominale e si proietta nella regione dellipocondrio sinistro. Lateralmente, posteriormente
e superiormente limitata dal diaframma, posteriormente dal rene e surrene sinistro, medialmente
aperta e corrisponde alla faccia viscerale della milza. La faccia viscerale divisa in gastrica e
renale, la gastrica ha anche limpronta pancreatica e del colon trasverso sinistro. La renale
posteriore, sono divise dallilo e dal margine mediale. Ha due poli, superiore e inferiore, arrotondato
e appuntito. Il margine anteriore separa la faccia diaframmatica dalla viscerale. Il margine
posteriore la renale dalla diaframmatica. Il legamento gastrolienale va dallilo al fondo dello
stomaco.. Il pancreaticolienale contiene il fasciovascolonervoso e la coda del pancreas (la coda

intraperitoneale). Il frenicolienale la rende adesa al diaframma, il frenocolico di sinsitra la racchiude


a distanza (pi sviluppato del controlaterale).
LINFONODO
Nel linfonodo ci troviamo di fronte ad una sezione trasversale a tutto spessore, con la capsula che
scorre per tutto il perimetro e che non adesa al parenchima.
La capsula si addensa allilo del linfonodo.
Nellilo fuoriescono anche vasi linfatici che appaiono otticamente vuoti.
No lobi no lobuli.
Territorio non sepimentato.
(Lunico con lobi e lobuli il timo).
C trama reticolare di sostegno nel linfonodo poco identificabile se non al centro nella midollare e
a grande ingrandimento, dipendente dal connettivo capsulare.
Il parenchima ha zona periferica corticale con agglomerati linfoidi primari e secondari.
Il follicolo linfoide di primo tipo senza centro germinativo.
Il follicolo linfoide di secondo tipo se ha il centro germinativo con al centro i T e nella mantellare
i B.
Il follicolo di primo tipo pu avere anche plasmacellule in direzione centrale.
Il parenchima ha zona periferica corticale con agglomerati linfoidi primari e secondari.
Nella corticale vi sono anche i follicoli.
(Sono i secondari ad avere il centro germinativo con al centro i T e il B nella mantellare).
La paracortex T dipendente, la paracortex va nello spazio interfollicolare fin quasi sotto la
capsula, ivi ben visibile.
Paracortex anche cellule del Langherhans senza granuli di Bribeck migrate dallepidermide.
Nella midollare anche B e macrofagi e T, con cellularit diffusa. Gli spazi otticamente vuoti sono
lalbero linfoide.
La linfa giunge al linfonodo tramite vasi linfatici afferenti. Vi sono numerosi vasi afferenti con
parete estremamente esile che raggiungono la capsula, la perforano, riversano la linfa nei seni
marginali subito sotto la capsula.
Da qui decorre nei seni linfatici della corticale difficili da vedere, indi nel seno midollare, pi
grande.
Efferenti linfatici si vedono cerchietti.
Ilo si vede capsula che si approfonda con molti cerchietti otticamente vuoti, i linfatici efferenti.
I linfatici afferenti sono con andamento parallelo tra di loro, lineare, sottili in parete.
I cerchietti otticamente vuoti possono vedersi anche nel linfonodo.
Poi la linfa va verso lilo, ma prima dal lato ilare si trova a giungere nel seno terminale.
Nellilo si vede bene la grossa arteria e meno doppia la vena. Nellilo vi sono anche i vasi linfatici
efferenti con connettivo caspulare.
Non detto che tutti i linfociti per raggiungere il seno terminale passino per i seni della corticale e
per i midollari, ma pu anche raggiungerlo tramite il seno marginale, ecco perch molti linfonodi.

TRACHEA
Lanello cartilagineo posto anterolateralmente ne lelemento caratterizzante per la diagnosi
dorgano. La parte posteriore manca di zona cartilaginea ma muscolo membranacea.
Organo cavo con tonache.
A 5 X con colorazione E.E. si identifica lanello cartilagineo. Volendo anche lepitelio respiratorio
luminale. Lepitelio potrebbe non essere ovunque nel preparato.
La tonaca mucosa fatta da epitelio e da lamina propria.
Adenomeri ghiandolari sono sotto la mucosa, nella tonaca sottomucosa di connettivo pi lasso.
La tonaca fibrosa posta tra gli anelli cartilaginei anterolateralmente.
La membrana basale insolitamente spessa.
Nel versante luminale incontriamo lepitelio (tonaca mucosa).
Si vede, non ovunque, lepitelio respiratorio. Batiprismatico (cilindrico) pluriseriato
(pseudostraficato) cigliato.
pluriseriato pseudostratificato, non certo pluristratificato. Tutte le cellule prendono attacco dalla
membrana basale, ma dato che i nuclei sono a diversa altezza sembra che sia pluristratificato, ma
non lo .
Cellule identificabili dellepitelio respiratorio: cellule cigliate (prevalgono), con brush border e
addensamento colorimetrico.
Si vedono anche goblets, cellule mucipare caliciformi intercalate, con nucleo basale e citoplasma
che sembra vuoto.
Il terzo tipo di cellule identificabile nellepitelio respiratorio sono le cellule basali, celle stem (stim)
con nuclei basali. Cellule stem cells di rimpiazzo.
Ci sono, ma non si identificano:
- Cellule argentaffini (enterocromaffini) che danno amine come bombesina e serotonina che
intervengono nel variare nei tratti distali il tono della muscolatura liscia e dei vasi.
- Cellule con orletto a spazzola di rimpiazzo.
La lamina propria ha un connettivo abbastanza compatto, molto vascolarizzato, si vedono arteriole e
venule.
Manca una netta separazione dalla sottomucosa, pi lassa.
In pi nella sottomucosa pi lassa vi sono anche adenomeri secernenti tracheali.
Sono ghiandole tubulo acinose composte, sia sierose sia mucose.
Gli acini sierosi sono un insieme di cellule ben identificabili e tingibili. Il lume sieroso piccolo,
esile. Il lume sieroso pu essere virtuale. Secreto sieroso proteico enzimatico. Cellule dellacino
sieroso sono a forma di piramide tronca. Il nucleo centrobasale. Il citoplasma e sopranucleare e
tingibile (colorabile).
Gli acini mucosi sono pi chiari, con il lume pi ampio a causa del secreto viscoso. Il secreto poi
andr a livello epiteliale sulla superficie esterna. Lacino mucoso ha cellule con forma non di

piramide tronca ma pi rettangolare. Il nucleo centro basale. Il citoplasma sopranucleare e


chiaro. In genere sono pi grandi.
Gli acini ghiandolari sono immersi nella sottomucosa lassa ma sempre ben vascolarizzata.
La tonaca fibrosa offre a considerare cartilagine ialina con condrociti aggregati in una matrice
amorfa di sostanza fondamentale.
La tonaca fibrosa circondata da un connettivo denso pi superficialmente che tra un anello e
laltro (anelli posti nella porzione anterolaterale della trachea) si ispessisce a formare i legamenti
anulari.
La parete membranacea posteriore: si nota che ha tonaca propria e sottomucosa, vi manca la
cartilagine, e si solleva in pieghe.
Poi abbiamo la tonaca fibromuscolare dei muscoli tracheali e tracheoesofageo. Questultimo pi
lontano e di solito non visibile.
Posteriormente quindi si ha lo stesso epitelio, la stessa tonaca mucosa, stesse ghiandole solo che pi
esternamente si ha la tonaca fibromuscolare.
Di solito si vede solo il muscolo tracheale, liscio. Il muscolo osservabile in sezione longitudinale e
trasversale.
Longitudinalmente (=) si vede che manca la bandeggiatura e che il nucleo della fibrocellula
muscolare liscia centrale nella zona espansa.
Trasversalmente (:::::) nella maggiorparte dei casi non si identifica il nucleo.

La trachea ha forma di un cilindro appiattito posteriormente, inizia nel collo facendo seguito alla
laringe allaltezza della sesta vertebra cervicale e termina nel torace dopo circa 12 cm in un punto
che, in proiezione anteriore, corrisponde ad una linea orizzontale che passa per le terze cartilagini
costali.
Presenta sul lato sinistro due lievi depressioni, di cui una nel collo dovuta alla tiroide, laltra presso
la sua biforcazione dovuta allarco aortico.
La trachea costituita da 15-20 anelli cartilaginei connessi dai legamenti anulari.
I legamenti anulari sono incompleti posteriormente e prendono attacco alla parete membranosa
della trachea; servono a mantenere il diametro costante e il lume sempre pervio.
La trachea estensibile e segue i movimenti della deglutizione e di flesso estensione della testa.
La parte cervicale lunga 4 cm, ha 6-7 anelli e il suo limite segnato dallincisura giugulare dello
sterno.
I primi 3 anelli sono coperti dallistmo della tiroide. Al di sotto dellistmo, vi abbondante
connettivo adiposo che continua nel mediastino accogliendo residui timici e linfonodi pretracheali.
Pi superficialmente si ha la fascia cervicale media dei muscoli sottoioidei e lo spazio sovrasternale
del Burns dovuto allo sdoppiamento della fascia cervicale superficiale che si inserisce sullo sterno.
Lateralmente si ha il fascio vascolo nervoso del collo con larteria carotide comune elemento pi
mediale.
Posteriormente si ha lesofago che devia verso sinistra formando con la trachea un angolo in cui
passa il nervo ricorrente di sinistra.
La parte toracica circondata ancora da connettivo adiposo.
Anteriormente ha la vena brachiocefalica sinistra, pi lunga della controlaterale, il timo e lo sterno
(superficializzandosi).
A destra il vago destro, la vena azigos e la pleura mediastinica.
A sinistra il nervo ricorrente sinistro, larco dellaorta e la pleura mediastinica. Posteriormente con
lesofago che tende a spostarsi sulla sinistra.
Posteriormente si noti anche il muscolo tracheo esofageo (liscio).
A livello della biforcazione anche con il pericardio e col cuore. Il ramo destro dellarteria
polmonare si trova direttamente in contatto con la trachea e col bronco destro.

La tiroide in genere non si abbassa al di sotto del quinto anello tracheale, listmo un p pi sopra.
BRONCHI
La trachea si divide nei due bronchi in un punto che, in proiezione anteriore, corrisponde ad una
linea che unisce le terze cartilagini costali.
I bronchi, raggiunto lilo polmonare, si arborizzano nel polmone.
La ramificazione comunque inizia poco prima dellilo polmonare.
I bronchi sono in basso e lateralmente rispetto alla trachea.
Langolo di biforcazione tra di loro di 70.
Il bronco destro meno inclinato, formando un angolo di soli 20 con la linea orizzontale che
delimita la trachea, mentre il bronco di sinistra circa il doppio (40-50).
Il bronco destro pi corto ma con diametro maggiore. 2 cm la lunghezza.
Il bronco sinistro + pi lungo (5 cm) ma con diametro minore.
E dovuto al fatto che il polmone destro ha maggior capacit essendo pi grande non essendoci il
cuore.
La carena (o sprone tracheale) un rilievo sagittale interno alla trachea nel punto di biforcazione.
Sono irrorati dalle arterie bronchiali, vasi privati o trofici della piccola circolazione.
Il bronco destro ha anteriormente larteria polmonare di destra, la vena cava superiore, e pi
inferiormente il seno trasverso del pericardio e latrio destro.
Posteriormente ha la vena azigos.
Il sinistro circondato a cavaliere dallarco dellaorta.

POLMONE
Nel suo parenchima andremo a cercare zone bronchiali, semplificazioni della trachea. Preparato
EE a 5 X. Organo parenchimatoso e caratteristico per ampi spazi areolari otticamente vuoti.
Il preparato di biopsia offre a considerare la pleura viscerale, poi nel parenchima 3 porzioni: il
bronco terziario lobulare, il bronco (bronchiolo) terminale, il bronco respiratorio da cui il sacco
alveolare.
Le pareti degli alveoli sono i setti interalveolari.
A 5 X ecco la pleura viscerale. Il resto del parenchima sembra uniforme ma si trovano strutture con
spessore parietale. Queste strutture sono bronchi se hanno epitelio respiratorio, altrimenti vi si
identificano componenti vascolari, spesso arterie, che non si sa se trofiche o publiche. Chiaramente
se sono arterie non si vede lepitelio respiratorio.
La pleura viscerale ha una serie di strati. Quello pi esterno lo strato del mesotelio, meno a
contatto con il parenchima. Il mesotelio monostratificato e appiattito. Il mesotelio non ovunque.
Sotto il mesotelio si ha lo strato sottomesoteliale con connettivo SENZA VASI molto lasso che
arricchisce di fibre elastiche che si possono vedere dato il loro aspetto festonato e ondulato.
Neanche il mesotelio ha vasi, logico (epitelio).
Sotto il mesotelio c lo strato sottosieroso proprio a ridosso del parenchima.
Lo strato sottosieroso pi spesso, proprio sopra il parenchima, pi visibile, con connettivo denso,
strutture vascolari (che nei due strati pi superficiali mancano) e fibrocellule muscolari lisce.
Nel parenchima bisogna considerare strutture bronchiali e vascolari, strutture dotate di dignit
parietale.
Se notiamo unarteria non capiamo se della arteria polmonare o se dellarteria bronchiale.
Notiamo una spessa tonaca media nellarteria, anche la prima lamina elastica interna.
Attorno a lei si possono anche osservare venule sottili. Nellarteria si nota anche la tonaca
avventizia che si confonde con connettivo di supporto laterale.

Se le formazioni con dignit parietale che incontriamo sono i bronchi, allora riconosciamo in essi
lepitelio respiratorio.
Il bronchiolo lobulare terziario si vede. Il bronchiolo lobulare (i lobuli sono parti della zona, poi tra
i lobuli avremo gli interlobulari e poi i terminali e i respiratori) ha epitelio e lamina propria che
spesso forma delle pieghe. Poi tonaca sottomucosa priva di elementi ghiandolari (che vanno quindi
terminandosi in periferia). C qualche placca cartilaginea, isolata ogni tanto, non certo a formare
una tonaca fibrosa come nella trachea. Abbiamo componenti di muscolatura liscia.
Le cellule dellacino mucoso sono a forma quadrangolare.
Acino sieroso? Forma di piramide tronca.
Lume virtuale se sieroso.
Le differenze con la trachea, quindi, non sono nella nomenclatura ma nella semplificazione.
Lepitelio pseudostratificato, cilindrico, cigliato come quello della trachea. La differenza
quantitativa si pu vedere anche nella diminuzione delle cellule basali, delle goblets, e anche degli
elementi che non si possono vedere allottico (pochissime cellule argentaffini e pochissime cellule
con orletto a spazzola). Le cellule mucipari caliciformi vengono rimpiazzate dalle cellule di Clara.
La sottomucosa manca delle ghiandole! Dal terziario (lobulare) in poi non ci sono.
Nella tonaca sottomucosa quelle poche placche cartilaginee che si intravedono di tanto in tanto
continuano a dare un p di dignit e spessore, per poco, essendo anche attorniate da fibrocellule
muscolari lisce.
Nel parenchima polmonare si nota principalmente la struttura del sacco alveolare.
Il bronchiolo terminale ha epitelio cilindrico, lamina propria, NO sottomucosa ma porzione che si
arricchisce di muscolatura liscia.
Nel bronchiolo terminale abbiamo epitelio cilindrico, non pi goblets ma cellule di Clara. Le cellule
di Clara secernono componente sierosa e contribuiscono al surfattante, prodotto comunque dagli
pneumociti di secondo tipo per gran parte.
Il bronchiolo terminale ha una lamina propria molto ampia con fibrocellule che vanno divenendo
fondamentali e predominanti.
Nella porzione pi distale dellalbero respiratorio dai bronchioli terminali compaiono i bronchioli
respiratori con il sacco alveolare.
Lepitelio del sacco alveolare monostratificato e cubico, nonch sottilissimo e ciliato sempre di
meno.
Nel sacco respiratorio la lamina propria appare come una semplice striscia. Si vedono le singole
emazie e ancora fibrocellule muscolari lisce.
I sacchi alveolari si aprono negli alveoli. La parete degli alveoli ha pneumociti di primo e secondo
tipo, nonch macrofagi.
Di primo tipo sono cellule piatte che servono a tappezzare. Di secondo tipo sono cellule globose,
meno abbondanti, sporgenti, che porducono surfattante e quelli di secondo tipo hanno corpi
multilamellari nel citoplasma proprio per la produzione del surfattante che abbonda in
dipalmitoilfosfatidilcolina.
Vicino quelli di primo ordine, per, c un capillare alveolare.
Nel lume del capillare vicino agli pneumociti di primo ordine scorrono le emazie una per una.
Il lume circa di 10 micron.
Le emazie si deformano.
La lamina basale dellendotelio capillare fusa con la lamina basale dellepitelio alveolare.
I macrofagi non si osservano ma sono sia nello spazio del sacco alveolare sia negli intestizi.
Possono dare sincizi e fagocitano anche il surfattante.
Tra alveoli vicini vi possono essere i porocanali di Kohn.

POLMONI

I polmoni sono contenuti nelle logge pleuropolmonari, delimitate lateralmente dalle coste e dai
muscoli intercostali, medialmente dal mediastino, inferiormente dal diaframma, superiormente dagli
organi presso lapertura superiore del torace a forma di cuore, con vasi succlavi, plesso brachiale e
il muscolo scaleno anteriore che mantiene beanti arteria e vena succlavia.
Dal mediastino arrivano i bronchi che si ramificano gi da poco prima dellilo.
Lilo di destra ha forma di racchetta da tennis con il manico in basso. Lilo di sinistra ha forma pi
quadrangolare.
Il diametro verticale massimo nelladulto circa di 25 cm, un diametro alla base destra di circa 10
cm, circa 7-8 a sinistra.
Il destro pi voluminoso del sinistro con un rapporto di 11:10.
La capacit nel maschio massima di fino a 6000 cc nellinspirazione forzata.
Normalmente circa 500 cc.
Pesa circa 650 grammi a polmone.
Gli alveoli sono circa 300000000 (trecento milioni). I sacchi alveolari si aprivano negli alveoli.
Ha la forma di un cono a cui stata asportata la parte mediale con un taglio verticale.
La base la faccia diaframmatica a forma di semiluna, inclinata in basso, indietro e lateralmente,
concava medialmente. Posteriormente si porta quindi pi in basso.
Mediante linterposizione del diaframma entra in rapporto a destra con il lobo destro del fegato, a
sinistra con il lobo sinistro, stomaco e milza, posteriormente, dove si porta pi in basso, anche col
surrene e col rene.
La faccia laterale o costovertebrale convessa, si estende sotto le coste, da davanti quasi fino alla
linea mediana e posteriormente fino alla doccia dei corpi delle vertebre toraciche.
la pi estesa faccia.
La faccia mediale o mediastinica concava e compresa fra il margine anteriore e posteriore.
Nel mezzo offre a considerare lilo, una zona infossata. Allilo la pleura parietale e viscerale si
riflettono.
Sotto lilo i due foglietti sierosi si prolungano inferiormente fino al diaframma a formare i
legamenti triangolari dei polmoni. Tra le due facce mediali c anche il sacco pericardico, che si
porta con la punta a sinistra.
A destra si ha limpronta della cava superiore, a sinistra della vena anonima sinistra.
Lapice un cono arrotondato, la prosecuzione della faccia mediale sopra la seconda costa.
Larteria succlavia vi lascia una impronta.
Nel vivente la cupola pleurica oltrepassa di qualche centimetro lapertura superiore del torace.
Il margine anteriore separa la faccia mediale (concava) dalla laterale (convessa). Il margine
anteriore forma la lingula che ricopre lapice del cuore. Va dalle articolazioni sternoclavicolari a
sella fino alla sesta settima cartilagine costale. A sinistra contribuisce a delimitare lincisura
cardiaca inclinandosi in fuori, mentre a destra meno obliquo.
Il margine posteriore sinuoso e separa posteriormente la faccia laterale da quella mediale.
Occupano i seni pleurali.
Il margine inferiore separa la faccia diaframmatica dalla mediale e dalla laterale.
Il margine inferiore si porta in basso e in fuori per poi andare orizzontalmente indietro.

Davanti si proietta sulla sesta costa sulla emiclaveare.


Lateralmente sulla ottava costa sulla ascellare media.
Posteriormente sulla decima costa sul margine mediale della scapola.
6, 8, 10.
In ispirazione profonda la cupola diaframmatica si abbassa abbassando i limiti e i margini.
Le SCISSURE vanno fino allilo dando i LOBI.
I lobi sono tra loro distinti sia anatomicamente per le scissure sia funzionalmente, con ventilazione e
irrorazione proprie. La pleura si approfonda nelle scissure.
Lilo di destra ha forma di racchetta da tennis con manico in basso, quello di sinistra ha forma di
quadrangolo. Larborizzazione inizia prima dellingresso nellilo.
A destra due scissure.
La principale obliqua dalla parte superiore dellilo, si dirige in alto e in dietro, attraversando la
faccia costovertebrale, raggiungendo la base per poi terminare nella parte inferiore dellilo.
La scissura principale obliqua in superficie va dalla spina di T3 alla spina della scapola e termina
sulla sesta costa sulla emiclaveare.
La secondaria orizzontale, parte dalla principale a livello della quarta costa, attraversa la faccia
laterale e termina allilo dopo aver percorso la faccia mediastinica.
La orizzontale o secondaria allincirca a livello della quarta costa.
Per le sue 2 scissure, il polmone destro ha 3 lobi.
Il polmone sinistro ha una sola scissura, di conseguenza 2 lobi, il superiore e inferiore. La scissura
del polmone sinistro corrispondente alla principale del destro.
La pleura si approfonda nelle scissure.
Ogni lobo pu essere suddiviso poi in zone o segmenti. Le zone sono unite da connettivo
interstiziale e sono contigui. Ogni polmone 10 zone.
Ogni zona ha comunque irrorazione privata, publica, drenaggio venoso proprio nelle azigos con le
vene bronchiali, drenaggio con un ramo che poi si porta nella vena polmonare, bronco proprio,
drenaggio linfatico proprio.
Sistemi vascolari venosi e arteriosi non del tutto indipendenti.
Se anastomosi diventano grandi si creano degli SHUNT non indifferenti di commistione tra
arterioso e venoso.
BRONCO PRINCIPALE DESTRO E SINISTRO
BRONCO LOBARE primario
BRONCO ZONALE secondario
BRONCHIOLO LOBULARE terziario
BRONCHIOLO INTERLOBULARI
BRONCHIOLO TERMINALE (acino = porzione alimentata da un bronchiolo terminale).
BRONCHIOLO RESPIRATORIO (sacco alveolare).
I sacchi alveolari si aprono negli alveoli.
ZONE
Ogni zona indipendente funzionalmente ma non anatomicamente. Ogni zona formata da ancora
molti lobuli connessi da connettivo interstiziale.
Ogni lobulo ha a sua volta una ventina di acini.

Ogni polmone ha 10 zone. Ogni zona centinaia di lobuli. Ogni lobulo decine di acini.
Gli acini sono quindi unit costitutive dei lobuli dove vi sono gli alveoli. Sono le parti dei
lobuli.
POLMONE DESTRO
LOBO SUPERIORE 1 apicale 2 posteriore 3 anteriore
LOBO MEDIO 4b esterno 5b interno
LOBO INFERIORE 6, 7, 8, 9, 10, dalla porzione superoapicale alla base posteriore.
POLMONE SINISTRO
LOBO SUPERIORE 1 apicale, 2 posteriore, 3 anteriore, 4a e 5a della lingula
LOBO INFERIORE 6, 7, 8, 9, 10, dalla porzione supero apicale alla basale posteriore.
4a di destra superiore, 5a di destra inferiore. 4b di destra laterale, 5b di destra mediale (si
scambiano).
A sinistra 4a e 5a sono per la parte superiore e inferiore della lingula. A destra 4b e 5b sono del lobo
medio. A sinistra del lobo superiore.
1 superiore, 2 posteriore, 3 inferiore
Su dietro gi. Sempre dei lobi superiori.
a a sinistra. b a destra.
4a superiore, 5a inferiore. 4b laterale, 5b mediale.
6, 7, 8, 9, 10 del lobo inferiore a sinistra e del lobo inferiore a destra, solo che a destra abbiamo
anche il lobo medio per la presenza di due scissure.
6
9
10

8
7

apicali
(linea degli anteriori)
(linea dei posteriori)

basali
basali

Il 6 superiore, il 7, 8, 9, 10 sono basali.


Il sette basale mediale, l8 basale antero mediale, il nove basale laterale, il 10 basale posteriore e
laterale.
A sinistra 4a e 5a sono della LINGULA.
La lingula fa parte del lobo superiore.
E dopo i bronchi zonali che incomincia la divisione dicotomica.
PLEURA
Le pleure sono membrane sierose che avvolgono separatamente ciascun polmone.
Hanno un foglietto viscerale che tappezza la parete dellorgano e un foglietto parietale, che disteso
sulle pareti delle logge pleuropolmonari.
Il foglietto viscerale si riflette in quello parietale a livello dellilo.
La cavit pleurale lo spazio tra i due foglietti della pleura che ha al centro un sottile velo liquido,
il liquido pleurico che fondamentale nel meccanismo di espansione del polmone.

La pleura di destra e quella di sinistra sono del tutto indipendenti tra di loro anche grazie
allinterposizione del mediastino che evita che uno pneumotorace si propaghi al polmone
controlaterale.
La pleura viscerale una membrana sottile e trasparente, che riveste e aderisce intimamente alla
superficie del polmone.
La pleura viscerale si porta profondamente nelle scissure interlobari, e fino allilo.
I lobi polmonari possono essere facilmente separati dopo aver tolto la pleura viscerale che si
approfonda.
Allilo circonda per poco il peduncolo polmonare e poi continua con la porzione mediastinica della
pleura parietale, seguendo la linea che delimita lilo stesso.
Lilo di sinistra ha forma di racchetta con il manico verso il basso.
Lilo di destra ha forma di rettangolo.
La pleura parietale si divide in COSTALE, MEDIASTINICA e DIAFRAMMATICA.
La pleura costale si estende dalla fascia posteriore dello sterno fino alla doccia delle vertebre
toraciche posteriori. spessa, resistente, e si salda alla fascia endotoracica dei muscoli intercostali,
in particolare gli intimi.
Nellinspirazione, la fascia endotoracica fa innalzare la pleura parietale costale che, grazie al liquido
fluido ivi messo, si innalza anche la viscerale (che aderisce intimamente al parenchima).
Entra in rapporto con il muscolo trasverso del torace, i muscoli intercostali, le coste, azigos e
esmiazigos.
La pleura costale ricopre anche la cupola pleurica e prende rapporto con i vasi succlavi e con il
tendine del muscolo scaleno anteriore, con lapertura superiore del mediastino e a destra con il dotto
toracico che lo sovrasta. Anche con le arterie toraciche interne e intercostali supreme.
La cupola pleurale supera di qualche cm lapertura cardioide ed rafforzata dallapparato
sospensore della pleura.
Lapparato sospensore della pleura ha il legamento costopleurale, vertebropleurale e e
scalenopleurale.
La cupola pleurica quindi sospesa con le vertebre cervicali, con la prima costa e lo scaleno
anteriore.
La cupola pleurica anche raggiunta da connettivo dallesofago e dalla tonaca fibrosa della trachea.
Lo scaleno minimo un piccolo muscolo tra la cupola pleurica e i trasversi della sesta e settima
vertebra cervicale.
La pleura mediastinica posta medialmente e delimita il mediastino.
La pleura mediastinica ha un foglietto destro e un foglietto sinistro, che si incontrano a livello del
peduncolo polmonare: il legamento polmonare, dovuto ai due foglietti della pleura mediastinica che
si incontrano, va dal diaframma al peduncolo polmonare.
A sinistra la pleura mediastinica in rapporto con il sacco pericardico e ha sopra di s laorta, la
vena brachiocefalica sinistra, il vago e il frenico.
La pleura mediastinica a sinistra forma il seno interaorticoesofageo incuneandosi tra esofago e
aorta.
A destra invece forma il seno interaziogoesofageo, incuneandosi tra lesofago e la vena azigos che
scorre a destra.
La pleura diaframmatica si porta sulla cupola aderendovi. Continua medialmente con la
mediastinica e lateralmente con la costovertebrale.
SENI PLEURICI
Sono recessi allinterno della cavit pleurica con centimetri cubici di liquido pleurico e permettono
lespansione.
La pleura diaframmatica forma il seno costodiaframmatico.
una cavit occupata totalmente quando il polmone si espande.

presente laddove la pleura diaframmatica si continua con la costovertebrale, quindi allangolo tra
diaframma e la parete toracica.
Dalla sesta cartilagine costale medialmente fino allottavo sulla emiclaveare e alla decima sulla
ascellare media, sul margine inferiore della 12esima.
Si dirige quindi in basso e in fuori.
Il seno pleurico costomediastinico quasi completamente riempito dal margine anteriore del
polmone durante linspirazione.
Si approfonda allincisura cardiaca del polmone.
I due seni pleurici costomediastinici sono vicinissimi sotto lo sterno infatti allapertura del piastrone
costale vanno divaricati per preparare meglio i polmoni. Sono uniti mediante linterposizione di
abbondante connettivo lasso.
Il triangolo extrapleurale larea priva di pleura sotto lo sterno con forma triangolare con apice in
alto presso la quarta cartilagine costale e con la base sulla linea basisternale o xifoidea.
I seni pleurici sono il primo spazio dove si raccoglie una eventuale formazione di liquido pleurico in
eccesso durante un processo infiammatorio.
Nella pleura parietale presente anche unaderenza, mediante connettivo, con la fascia endotoracica
e, tramite linterposizione di questa, con il muscolo trasverso del torace e i vasi mammari.

TONSIlLLA PALATINA
La tonsilla palatina un organo linfoepiteliale con 3 tessuti da riconoscere: lepitelio di
rivestimento, il tessuto linfoide e il connettivo di sostegno.
Colorazione EE a 5 X.
Epiteli tonsillari
La sua faccia laterale, che aggetta nella fossa tonsillare, presenta di sovente il muscolo
amigdaloglosso che facile che vi resti adeso nellexeresi. Pi raramente il costrittore superiore.
La faccia mediale non ha il muscolo, aggetta verso listmo delle fauci e la tonsilla linguale.
Degli organi linfoidi solo la tonsilla ha un epitelio.
Si distinguono 4 diversi tipi di conformazione epiteliale.
1) Epitelio pavimentoso pluristratificato con corneificazione superficiale. Superficialmente vi
si intravedono cellule che si appiattiscono, perdono il nucleo, si sfaldano. In basso lepitelio
si fa pi globoso con elementi basali cellulari di ricambio.
2) In alcune altre zone lepitelio pu mancare completamente. La stessa lamina propria pu
essere superficiale.
3) Nella parete mediale si pu osservare un sollevamento dellepitelio e della lamina propria a
formare dei rilievi: le cripte tonsillari che permettono davvero la diagnosi di organo. Tra
questi rilievi le cripte tonsillari appaiono come degli spazi otticamente vuoti. Al loro fondo a
20 % si possono intravedere cellule epiteliali disquamate tra cui soprattutto linfociti e
granulociti. Questi linfociti e granulociti possono occludere tutta la cripta formando una
concrezione calcarea ben nota come le placche, con questo materiale che giunge fino in
superficie. Si tratta di depressioni superficiali con materiale.
4) possibile che linfociti si infiltrino nello stesso epitelio superando la membrana basale non
rendendo pi distinguibile lepitelio stesso.
Tessuto linfoide
Il tessuto linfoide nella lamina propria ha zona superficiale e profonda.
Zona superficiale, nelle pieghe tonsillari con linfociti diffusi.
Zona profonda con follicoli linfoidi.
Follicoli linfoidi sono prevalentemente secondari, in quanto differenziati in plasmacellule che in
genere danno IgA.
Connettivo tonsillare
Medialmente non vi la capsula. Il connettivo soprattutto lateralmente per scollamento chirurgico
per muscolo amigdaloglosso (striato).
Come si capisce se un muscolo liscio?
Longitudinalmente (=) si vede che manca la bandeggiatura e che il nucleo della fibrocellula
muscolare liscia centrale nella zona espansa.
Trasversalmente (:::::) nella maggiorparte dei casi non si identifica il nucleo.
TONSILLA PALATINA

La tonsilla palatina o amigdala un organo linfoide pari, accolto nella fossa tonsillare. Insieme alla
tonsilla linguale impari e mediana, alle tonsille faringee (adenoidi), tubarica e laringea costituisce
lanello linfatico del Waldeyer.
La palatina ha forma di mandorla, con asse maggiore orientato dallalto in basso e lungo circa 2,5
cm.
Ha faccia mediale verso listmo delle fauci, mentre la fossa tonsillare (laterale con connettivo)
accolta tra gli archi glossofaringeo e faringopalatino (i due archi delimitano lateralmente listmo
delle fauci).
Sulla faccia mediale che si pu vedere si notano le cripte tonsillari ghiandolari, pu mancare
lepitelio.
La faccia mediale pu essere coperta dalla piega triangolare derivata dalla mucosa dellarco
glossopalatino (davanti il faringopalatino).
La faccia laterale appare delimitata dalla capsula fibrosa che entra a far parte a pieno titolo nella
fossa tonsillare.
Il pavimento col muscolo amigdaloglosso, aponeurosi faringea, e costrittore superiore e medio
della faringe.
Lateralmente tramite questi muscoli entra in rapporto con lo pterigoideo interno e la mandibola.
Lateralmente e meno direttamente entra in contatto con carotide interna, giugulare interna, vago e
accessorio.
Il polo superiore si incunea negli archi, linferiore verso la base della lingua e entra in rapporto con
la tonsilla linguale.
Larteria tonsillare un ramo della faringea ascendente (faringomeningea che va nel foro giugulare
posteriore e d la meningea posteriore che si distribuisce alla fossa cranica posteriore). La palatina
ascendente dalla carotide esterna.
PAROTIDE
Organo parenchimatoso, EE, 5X.
Della capsula si vedono SOLO GRANDI tralci di connettivo che dividono il parenchima in lobi e
lobuli. La capsula tutta attorno non si vede.
In questi tralci, oltre a strutture sanguifere, pi facile vedere il terzo tratto della via secretrice,
ovvero i dotti interlobari, grossi, con lume in genere lungo.
Descriviamo il LOBULO.
Nel lobulo abbiamo gli acini e i dotti escretori.
Il lobulo ha cellule a piramide tronca che aggettano in un lume virtuale o molto piccolo. La parotide
ha solo acini sierosi. Gli acini sono tingibili, colorati e sierosi.
La prima porzione dei condotti escretori presso gli acini e sono i condotti preterminali o
intercalari. Sono formati da un numero di circa 5 o 6 cellule appiattite, in realt drenano 2 o pi
acini, ed facile sezionarli in maniera longitudinale.
I condotti preterminali o intercalari sono piccoli, piatti.
Dopo il dotto preterminale o intercalare abbiamo il dotto intralobuLAre, grosso, facile da
vedere, si staglia molto bene nella sezione trasversale.
Dotto intralobuLAre fatto da cellule alte, colonnari, nucleo basale, citoplasma sopranucleare e sono
cellule altamente polarizzate, anche se allottico non si vede.
Nel versante luminale hanno numerosi microvilli, che sono estroflessioni del plasmalemma apicale.
Nel versante basale hanno ancora invaginazioni del plasmalemma basale con mitocondri messi a
m di palizzata, in maniera impilata.

Lepitelio dei dotti INTRALOBULARI un epitelio BACILLARE (un p come nel tubulo
prossimale del rene).
Epitelio bacillare significa che presenta mitocondri impilati a m di bacilli. Si tratta di un epitelio
assorbente con cospicuo riassorbimento di acqua per concentrare la saliva.
Per fare ci c bisogno di molta energia da cui il perch dei mitocondri.
Dotto INTERLOBARE nel connettivo che penetra consistente. Grandi, epitelio con 2 file di
cellule, spesso mucipare che vanno aumentando.
Nel dotto principale, non visibile (Stenone, 4 step) c epitelio pluristratificato con cellule
mucipare pi abbondanti.
La parotide la pi voluminosa delle ghiandole salivari maggiori ed un organo pari.
sita al di sotto del padiglione auricolare, posteriormente al ramo della mandibola e davanti
linserzione dello sternocleidomastoideo.
La loggia si estende dalla cute in profondit nei pressi della faringe ed avvolta dalla fascia
parotidea, molto resistente dalla quale prendono origine alcuni muscoli come ad esempio il risorio.
Appare lobulata e pesa circa 30 g.
La parte superficiale corrisponde alla faccia esterna della ghiandola, ha forma triangolare con apice
in basso.
La base si trova in alto e lateralmente.
Offre a considerare un margine anteriore, uno posteriore, una base superiore e lapice inferiore.
Il margine anteriore in rapporto col massetere su cui si sovrappone. Il margine posteriore con lo
sternocleidomastoideo. La base col padiglione auricolare e con larcata zigomatica. Lapice presso
la ghiandola sottomandibolare da cui divisa dal setto interghiandolare derivata dalla fascia
parotidea.
La parte profonda ha una faccia anteriore, una posteriore e una superiore.
La faccia anteriore in rapporto con il massetere e lo pterigoideo interno.
La faccia posteriore in rapporto con il mastoide, il digastrico e il fascio di Riolano (fascio
stiliano).
La faccia superiore con lATM.
Profondamente la parotide termina appuntita nel processo faringeo che si inserisce fra i legamenti
stilomandibolare e sfenomandibolare, i due legamenti a distanza dellATM.
La carotide esterna vi penetra, d rami trofici e prima di uscirne d i suoi due rami terminali.
Anche la vena giugulare esterna vi penetra; nata come unione della vena mascellare e temporale
superficiale, si dirige verso il basso scorrendo sullo sternocleidomastoideo dopo essere uscita.
Da notare anche i linfonodi parotidei della catena orizziontale superiore.
Il nervo facciale, dopo aver percorso il foro stilomastoideo, penetra nella carotide e decorre
superficiale rispetto ai vasi.
Il dotto parotideo di Stenone penetra tra le fibre del buccinatore e sbocca presso il secondo molare
superiore.
SOTTOMANDIBOLARE
Parenchimatoso, EE, 5X.
Riusciamo a vedere la capsula di connettivo in questo preparato.
Il connettivo divide prima il parenchima in lobi, poi il lobo in lobuli.
Parenchima in prevalenza sieroso come la parotide, ma anche mucoso in parte!
Acini mucosi pi grandi, cellule cilindriche, lume pi grande, chiare.
Acini sierosi per sono la maggiorparte (pi piccoli con lume quasi virtuale).
Descriviamo gli acini mucosi, che si intravedono di tanto in tanto.
Il fondo dellacino mucoso chiuso a coppa dalle semilune del Giannuzzi, che sono sierose.
Gli acini mucosi hanno nucleo basale, citoplasma sopranucleare, lume pi grande.

Le semilune del Giannuzzi sono vicino il loro versante basale.


Le semilune del Giannuzzi sono semilune sierose che stanno solo alla base degli acini mucosi. Le
semilune del Giannuzzi secernono acqua e enzimi poich servono a rendere pi fluido il secreto
degli acini mucosi.
Le sottomandibolari sono triangolari e separate dallapice inferiore della parotide da un setto
connettivale. La sottomandibolare pu avere acini mucosi con le semilune del giannuzzi a chiuderli.
Posteriormente lo pterigoideo interno, laterosuperiormente con larteria facciale e medialmente con
miloioideo, mandibola, tendine internedio del digastrico. Il dotto sottomandibolare sbocca allapice
della caruncola sottolinguale.
La sottolinguale maggiore invece ha entra in rapporto con il muscolo genioglosso con pi
adenomeri mucosi e relative semilune del Giannuzzi. Poi il dotto emerge sempre nella caruncola
sottolinguale.

ESOFAGO
BY SFERRA
Lesofago un organo cavo e quindi offre a considerare le 4 tonache.
La tonaca sierosa presente solo nel tratto addominale dellesofago.
Sotto la tonaca mucosa notiamo la muscolaris mucosae che la separa dalla sottomucosa.
Lepitelio nel versante luminale ha cellule pavimentose, pluristratificate, non cheratinizzate.
Si nota un addensamento colorimetrico in prossimit della base dellepitelio.
Si notano alcune estroflessioni.
Nella lamina propria dellesofago NON si trovano di certo ghiandole.
Nella muscolaris mucosae si nota strato interno circolare e esterno longitudinale (quindi 2 strati,
nello stomaco 3).
Se la sezione della parte pi alta dellesofago allora anche muscolatura striata eventuale.

La sottomucosa decisamente pi pallida.


La sottomucosa, oltre a arterie e vene, ha ghiandole tubulari composte, di natura mucosa.
Nellesofago solo la sottomucosa ad avere ghiandole.
Il secreto si riversa nel lume possibili dotti escretori nella lamina propria (di ghiandole della
sottomucosa).
Daniele dice che le ghiandole sono mucose.
Si possono incontrare fascetti nervosi, appartenenti:
al plesso mioenterico dellAuerbach,
o al plesso sottomucoso del Meissner.
Tra gli strati di muscolatura dellesofago si ritrova connettivo con a volte il plesso mioenterico
dellAuerbach.
La tonaca avventizia pu avere vasi sanguigni che si addentrano.
Lesofago decorre quasi verticalmente facendo seguito alla faringe e proseguendo nello stomaco.
Lestremit superiore, al limite con la faringe, si trova nel collo allaltezza della sesta vertebra
cervicale, poi il canale nelladdome, poi passa il diaframma insieme ai nervi vaghi e termina nello
stomaco.
Lestremit inferiore allaltezza della decima vertebra toracica.
E diviso in parte cervicale, parte mediastinica, parte diaframmatica e parte addominale.
4-5 cm per la cervicale, 16 la mediastinica, 2 la diaframmatica e una la addominale.
Dalla sesta vertebra cervicale fino alla quarta toracica (larco diventa aorta toracica) segue la
convessit anteriore dei corpi vertebrali, poi si sposta gradualmente in avanti.
Nel complesso frontale ha, sopra la quarta toracica, la concavit a destra per laorta, poi la
concavit passa a sinistra.
I restringimenti sono il cricoide, laortico, il bronchiale e il diaframmatico.
Il cricoide proprio allinizio dopo la faringe.
Laortico con larco dellaorta e il bronchiale con il bronco principale sinistro dietro cui passa, il
diaframmatico nellistmo.
I fusi sono le zone leggermente dilatate tra istmi.
Triangolo di Killian: tra i fasci obliqui del m. costrittore inferiore del faringe ed i fasci trasversali del
m. crico-faringeo, zona di transizione tra la muscolatura liscia dellesofago e la striata volontaria della
faringe. Sede di diverticoli.
La parte cervicale ha davanti la trachea, unita dal muscolo tracheoesofageo, il lobo sinistro della
tiroide, sternotiroideo e sternoioideo. Posteriormente separata dalla fascia cervicale profonda dallo
spazio retroesofageo.
Lateralmente con le carotidi comuni, i lobi tiroidei, le arterie tiroidee inferiori del tronco
tireocervicale, i nervi ricorrenti.
La parte mediastinica si divide nelle due parti sopra e sotto lincrocio dellesofago con il bronco di
sinistra che gli passa davanti formando listmo.
I tratti sono lepibronchiale e lipobronchiale.

Anteriormente, dallalto in basso, ha la trachea e il bronco sinistro, poi i linfonodi tracheo bronchiali
e il pericardio fibroso.
C anche il muscolo broncoesofageo.
Posteriormente con la colonna vertebrale fino alla quarta vertebra toracica, poi si ventralizza
entrando in rapporto con la vena azigos, emiazigos, il dotto toracico, laorta toracica.
Lateralmente con la pleura mediastinica e a destra con larco della vena azigos e con il cul de sac
della pleura mediastinica, seno interazigo esofageo. A sinistra con larco aortico. In basso c anche
il seno interaortico esofageo.
La parte diaframmatica con i nervi vaghi offre a considerare anche il muscolo freno esofageo.
La parte addominale lascia limpronta sulla faccia posteriore del lobo sinistro del fegato, avendo
dietro a s laorta addominale e toccando il fondo dello stomaco.
Anteriormente ricoperto dal peritoneo viscerale, per poi proseguire a destra nel legamento
epatogastrico.
Arterie dalla tiroidea inferiore, dalla intercostali, dalle bronchiali, dallaorta toracica, dalle freniche
inferiori e gastrica sinistra.
COGLI loccasione per nominare le anastomosi porto cavali.
STOMACO
BY SFERRA
Anche lo stomaco un organo cavo con tonache.
La tonaca sierosa in ogni preparato perch lo stomaco completamente ricoperto dal peritoneo.
La sottomucosa ogni tanto si introflette sollevando la mucosa e a formare la cosiddetta plica (o
piega) gastrica, visibile anche macroscopicamente.
Le pliche gastriche non sono permanenti.
Solo la tonaca mucosa ha gi dei rilievi in s, detti areole gastriche.
Le areole della sola tonaca mucosa sono permanenti.
Tra due areole gastriche si notano rilievi.
Le areole gastriche della tonaca mucosa, nella loro porzione superiore hanno sia rilievi che fossette.
I rilievi sono le creste gastriche.
Le fossette sono le fossette gastriche.
Le pliche o pieghe scompaiono con la dilatazione essendo sia tonaca mucosa che sottomucosa.
Quelle che restano sono le areole gastriche con sola tonaca mucosa, fatte fa rilievi (creste) e fossette
gastriche.
Lepitelio cilindrico monostratificato e presente sia nelle fossette sia nelle creste.
Le cellule dellepitelio hanno nucleo basale e nel loro versante apicale hanno strutture che NON
sono cellule mucipare caliciformi ma danno solo proteoglicani neutri.
La lamina propria dello stomaco molto spessa e si porta anche nellasse delle creste gastriche
(come il connettivo mediale del villo).
nella lamina propria dello stomaco che si trovano le ghiandole TUBULARI SEMPLICI.
Mentre nellesofago erano nella tonaca sottomucosa (e tubulari ramificate mucose con lume
presente e cellule quadrangolari).
Le ghiandole tubulari semplici si aprono al fondo delle fossette gastriche.

Attorno alle ghiandole gastriche nella tonaca mucosa (in lamina propria) si trovano:
-cellule del colletto di rimpiazzo e cellule argentaffini che non vediamo;
-cellule principali o adelomorfe e cellule parietali o delomorfe che vediamo.
Le cellule principali adelomorfe (dette anche peptiche o zimogeniche) sono pi numerose, con
nucleo basale e citoplasma granulare perch secernono pepsinogeno e rennina.
Sono alte, prismatiche, con il nucleo nella porzione media, con il versante apicale nel lume della
ghiandola.
Le cellule parietali delomorfe (dette anche ossintiche) sono di meno, sono pi rotondeggianti e
hanno nucleo centrale (sembrano uova fritte con citoplasma chiaro). Sono pi grandi.
Spesso appaiono sporgenti dalla superficie esterna dei tubuli ghiandolari.
Le cellule parietali danno HCl e il fattore estrinseco della B12.
La secrezione continua. Sono ricche di mitocondri.
Le cellule che non vediamo sono le argentaffini del sistema neuroendocrino diffuso, dette cellule
enterocromaffini, che producono VIP, gastrina, istamina.
Non si vedono neanche le cellule del colletto di rimpiazzo. Il rimpiazzo molto rapido, ogni circa 3
giorni.
Lo strato di muscolatura liscia dello stomaco davvero molto spesso. Sono presenti tre strati di
muscolatura liscia spesso fusi tra loro e non distinguibili nettamente. Strato pi esterno il
longitudinale, poi il circolare e ancora pi interno lo strato obliquo plessiforme. I tre strati si
fondono nel collare di Helvetius. Lo strato obliquo interno si addensa presso il cardias.
La tonaca sierosa praticamente ovunque. Le due pagine del peritoneo che avvolgono lo stomaco
avvolgono anche la prima porzione (orizzontale) del duodeno e poi diventa retroperitoneale. Per il
resto le due pagine peritoneali non sono fuse nettamente presso i margini dello stomaco causa
peristalsi.
Lo stomaco sito in una loggia sottodiaframmatica che proietta nellepigastrio e nellipocondrio
sinistro.
La capacit media di 1200 ml. Lungo in media 30 cm. Diametro trasverso circa 8 cm.
Lo stomaco un tratto dilatato del tubo digerente con lestremit prossimale espansa a cupola e
posta in alto e a sinistra rispetto al piano sagittale mediano. Lestremit distale meno voluminosa e
posta in basso a destra a destra della linea mediana.
Presenta due pareti, una anteriore e una posteriore, divise da due margini, il destro (o piccola
curvatura) e il sinistro (o grande curvatura).
Lorifizio superiore il cardia, linferiore il piloro.
Il cardias non ricoperto da peritoneo.
Le pareti hanno superficie liscia.
Il margine destro (piccola curvatura) inizia dal cardia, scende quasi verticalmente e poi devia per la
piega angolare.
La grande curvatura si dirige dapprima in alto dopo il cardia, formando lincisura cardiale.
Poi delimita il fondo (o grande curvatura) dello stomaco, discende in basso fino a raggiungere il
piloro con andamento quasi orizzontale.
Il cardia lorifizio di comunicazione segnato in superficie dallincisura cardiale.
Il piloro segnato esternamente dal solco pilorico internamente al quale corrisponde lo sfintere
pilorico.
Il piloro si raggiunge prima tramite lantro (o piccola tuberosit) e poi il canale.

Lo stomaco completamente rivestito dal peritoneo, tranne il cardias. Dal peritoneo che si solleva
si copre anche anteriormente lesofago, pars addominalis.
Allapertura della cavit addominale lo stomaco accolto profondamente nella concavit
diaframmatica.
Nello stomaco oltre alla muscolatura interna circolare liscia, alla longitudinale esterna liscia, si ha
anche un terzo strato di muscolatura liscia, la muscolatura obliqua interna che sta pi interna della
circolare e quindi a diretto contatto con il connettivo della sottomucosa.
La disposizione delle fibre oblique, che si offrono a considerare bene se si toglie lo strato pi
esterno longitudinale e lo strato medio circolare, si concentrano in particolar modo attorno al
cardias e allincisura cardiale a m di cravatta.
Il cardias uno sfintere non anatomico ma funzionale.
Tant che il cardias alla nascita non ancora ben funzionale, quindi i bambini hanno il rigurgito. Il
piloro invece sia anatomico sia funzionale. Il piloro un inspessimento dello strato di
muscolatura, soprattutto il circolare interno, secondo un piano in prevalenza sagittale.
Il cardias invece solo funzionale.
Chiamasi meso quella particolare disposizione di peritoneo che si dirige direttamente verso la parete
addominale, con sanguiferi, linfatici e nervi al suo interno. Chiamasi legamento quella parte di
peritoneo che dalla parte viscerale di un organo si porta alla parte viscerale di un altro organo
limitrofo.
Il collare di Helvetius limitrofo allo sbocco dellesofago nello stomaco ed particolare perch i tre
strati di muscolatura sono fusi insieme.
Nota che il passaggio tra epitelio esofageo e quello gastrico secco, brusco, con una linea di
passaggio a zig zag.
Tramite il diaframma entra in rapporto con il cuore, pleura e base del polmone sinistro.
In avanti e medialmente coperto dal lobo sinistro del fegato.
La parete anteriore in rapporto con la parete anteriore delladdome (muscolo trasverso interno).
La parte toracica della faccia anteriore lo spazio semilunare di Traube, e corrisponde in genere
alla proiezione della bolla gastrica e del fondo dello stomaco, con concavit in basso, raggiungendo
superiormente la quinta-sesta costa, lateralmente con una linea di poco pi laterale alla emiclaveare
dalla quinta alla nona costa, in alto anche dalle cartilagini costali e dal processo xifoide.
Il triangolo di Labb la proiezione della porzione addominale sulla parete anteriore.
Comprende la parte inferiore del corpo e il piloro.
Il triangolo di Labb delimitato in basso da una linea tangente al margine inferiore della nona
cartilagine costale, a sinistra dallarco costale, a destra dal margine anteriore del fegato.
Posteriormente ha il diaframma, la milza, la surrenale di sinistra, il pancreas, il mesocolon
trasverso.
Posteriormente delimita, col suo foglietto peritoneale viscerale posteriore, la loggia gastrica.
A destra ricoperto dal lobo sinistro del fegato, abbracciando aorta e vasi celiaci con la piccola
curvatura.
Il cardia poggia sul pilastro sinistro del diaframma.
coperto dal lobo sinistro del fegato.
Il piloro si trova a destra della linea mediana allaltezza della prima lombare.
Posteriormente la retrocavit degli epiploon e quindi il pancreas.
Laspetto radiologico pi frequente la forma ad uncino.

Di norma non discende oltre la seconda lombare.


Il fondo dello stomaco in genere occupato dalla bolla gastrica.
Il peritoneo avvolge lo stomaco quasi completamente mediante lamina anteriore e posteriore.
La lamina peritoneale anteriore riveste tutta la faccia anteriore dello stomaco e prosegue in alto con
la faccia anteriore dello stomaco e sul fondo gastrico coprendone anche una piccola porzione.
La lamina posteriore ricopre il viscere ma NON risale sulla sua porzione posteriore.
La lamina posteriore in basso si prolunga sul duodeno ma solo per breve tratto.
Sul cardia, la lamina davanti si riflette in alto sul diaframma, la posteriore invece si riflette in basso
per continuare nel peritoneo parietale posteriore.
La faccia posteriore dellesofago addominale, il cardia e una parte del fondo sono sprovvisti di
rivestimento peritoneale.
La riflessione in alto del foglietto viscerale anteriore dello stomaco forma il legamento
gastrofrenico.
A sinistra della grande curvatura le due lamine si uniscono per formare il legamento gastrolienale
fino allilo della milza.
Le due lamine si accollano in basso lungo la parte orizzontale della grande curvatura a dare il
gastrocolico.
Il gastrocolico la radice anteriore del grande omento.
Lungo la piccola curvatura le due lamine si riuniscono per dare lepatogastrico (pars flaccida) che si
continua verso destra con la pars tesa.
La pars flaccida, o epatogastrico, si continua vesto destra FINO AL SOLCO TRASVERSO E
AL SOLCO DEL CONDOTTO VENOSO.
La dilatazione del viscere in fase di riempimento favorita dal non perfetto accollamento delle due
lamine peritoneale in corrispondenza dei margini.
Il vestibolo delle cavit si raggiunge tramite il forame epiploico del Winslow e si trova dietro la
faccia posteriore dello stomaco.
LINGUA
By SFERRA
Lingua offre a considerare lo scheletro fibroso fatto dalla membrana ioglossa e dal setto linguale
verso la punta.
Lepitelio superficiale pu anche essere sottile.
Quello che di norma si vede nel vetrino, per, un epitelio alto, pavimentoso, pluristratificato con
numerose papille.
Spiccano le filiformi che si sfioccano in alto.
Le fungiformi hanno aspetto a fungo.
Le vallate sono vicine al solco terminale.
Le vallate o circunvallate sono posteriori vicino al solco terminale con forma di V posteriore.
Ai lati delle vallate ci sono delle ghiandole per tenere pulito laccesso delle sostanze ai calici
gustativi postivi lateralmente.
Le ghiandole di Ebner sono alla base delle vallate, sono le vallate che ci fanno percepire i sapori.
Le filiformi hanno funzione in prevalenza tattile con ricca innervazione.
Le circunvallate sono circa 10 e si vedono ad occhio nudo.
Alla base della vallata si ha il polo gustativo con epitelio speciale, che si addentra a formare pori
nella superficie. Tramite questi pori si trasmette limpulso nervoso.

Le foliate sono rudimentali nelluomo e sono ai margini della lingua.


La mucosa copre tutta la lingua, inferiormente pi sottile e lascia trasparire i vasi.
Le filiformi sono cheratinizzate in prossimit dellapice.
Hanno funzione meccanica e tattile.
Nelle filiformi mancano i calici gustativi laterali.
Le fungiformi sono rilievi a forma di fungo con la base ristretta e lapice rigonfio.
Non sono cheratinizzate. Sono nella superficie dorsale. Appaiono come puntini rossi alla vista
macroscopica.
I calici gustativi sono nei valli a lato delle vallate.
Le ghiandole di Von Ebner si aprono nei valli a lato delle vallate il cui compito quello di
mantenere pervio laccesso delle sostanze ai calici gustativi posti ai loro lati. Quindi le vallate
servono a percepire il gusto.
Le foliate sono rudimentali e ai margini del corpo linguale coprendo i rilievi laminari verticali della
lamina propria ricoperti da epitelio.
Hanno calici gustativi.
Solo le filiformi non hanno calici gustativi.
Le fungiformi non sono cheratinizzate.

un organo molto mobile con una consistente massa muscolare rivestita da tonaca mucosa. Ha un
corpo e una radice. Tramite la radice si connetta alla mandibola e allosso ioide.
Tra corpo e radice c il solco terminale, aperto a V in avanti.
Il solco ai lati continua con gli archi glossopalatini, anteriori ai faringopalatini.
Allapice del solco terminale c il foro cieco, residuo del dotto tireoglosso.
Il corpo ha apice arrotondato ed depresso nel mezzo per il solco mediano. Inferiormente vi il
frenulo e il solco sottolinguale con vene superficiali.
La base posteriormente obliqua in basso verso la faringe.
La base si unisce allepiglottide con le pieghe glossoepiglottiche.
Delimita il pavimento dellistmo delle fauci.
Internamente ha scheletro fibroso con membrana ioglossa, alla base della lingua con un piano
frontale, la cui parte pi alta d origine al setto linguale, su un piano sagittale mediano tra i muscoli
genioglossi.
Il setto linguale raggiunge lapice.
MUSCOLI ESTRINSECI
GENIOGLOSSO
Apofisi geni, il pi grande, alla membrana ioglossa.
IOGLOSSO
Dal corpo ioide, epiglottide, membrana ioglossa.
CONDROGLOSSO
Dal piccolo corno dellosso ioide al setto posteriormente
STILOGLOSSO
Stiloideo a setto
AMIGDALOGLOSSO

Dallamigdala, aponeurosi palatina, membrana ioglossa e parte posteriore del setto linguale.
Tant che il muscolo sul versante laterale della tonsilla palatina con connettivo.
MUSCOLI INTRINSECI
LONGITUDINALE SUPERIORE IMPARI
Origina dalla lamina propria della base linguale e si porta allapice linguale. Accorcia la lingua.
LONGITUDINALE INFERIORE PARI
Inferiormente al superiore, dalla lamina propria della base linguale alla sottomucosa della faccia
inferiore del corpo, accorcia la lingua e ne trae lapice in dietro e in basso.
TRASVERSO
Unisce i due longitudinali. Originano dalla facce laterali del setto linguale alla sottomucosa
inferiore. Posteriromente alcuni fasci raggiungono il costrittore medio.
VERTICALE
Lamina propria superiormente alla sottomucosa inferiore, mentre il trasverso principalemente tra i
longitudinali. Accorcia la lingua.

ONORI DIO TI BENEDICA


Nel duodeno le pieghe o valvole conniventi del Kekring sono definitive e formate anche da
sottomucosa.
I villi anche sono definitivi, ma i villi sono formati solo da mucosa.
Nelle valvole conniventi del Kekring c anche la sottomucosa.
Le valvole conniventi del Kekring vanno rarefandosi.
Invece nello stomaco le pieghe, formate anche dalla sottomucosa, erano temporanee. Scomparivano
con il dilatarsi.
Le tenie del colon solo lunica parte dove si pu trovare la muscolatura longitudinale nel crasso
(colon ascendente, discendente e retto). Le tenie sono tre allinizio, anteromediale, posterolaterale,
posterosuperiore, poi anteromediale, posterosuperiore e posteroinferiore, poi due nel sigma e si
perdono nella muscolatura longitudinale del retto.
Nel colon abbondano le mucipare caliciformi, si riassorbe solo acqua, si concentrano le feci e il
muco serve a rendere pi fluide le feci.

DUODENO
Il duodeno un organo cavo con tonache. Riconosciamo, partendo dal versante luminale, la tonaca
mucosa, la sottomucosa, la muscolare, la sierosa.
Il connettivo della sottomucosa appare lasso.
Nel duodeno si vedono i due strati di muscolatura.
Peritoneo o avventizia a seconda delle porzioni duodenali.
La seconda, la terza e la quarta porzione del duodeno hanno il peritoneo solo nelle facce anteriori e
laterali, essendo retroperitoneali.

Come si fa a capire che si tratta di duodeno?


A un certo punto notiamo che la sottomucosa si solleva e va a formare un primo ordine di rilievo: le
cosiddette valvole conniventi o pieghe circolari del Kekring.
Kekring sono definitive e vanno rarefandosi.
Le pieghe circolari del Kekring vanno ramificandosi e quasi scomparendo oltre la met del tenue.
Le valvole conniventi sono quindi sollevamenti sia della mucosa che della sottomucosa.
Il secondo ordine di rilievo dovuto alla sola tonaca mucosa, che forma i villi intestinali, formati
dalla sola mucosa, che sono espansioni digitiformi.
Il terzo ordine di rilievi visibile al microscopio elettronico e sono i microvilli, lorletto a spazzola.
I microvilli vanno accorciandosi in lunghezza verso le parti terminali dellintestino.
Quindi noi vediamo solo due ordini di rilievo.
A 10 X ci diamo alla descrizione delle caratteristiche della mucosa. La mucosa ha 3 elementi,
lepitelio, la lamina propria, e la muscolaris mucosae.
Lepitelio ci appare monostratificato cilindrico, e questo epitelio del tubo alimentare ha in genere 3
tipi di cellule: enterociti, che abbondano, cellule mucipare caliciformi, cellule argentaffini non
visibili EE.

La lamina propria la troviamo divisa in due parti: la sua porzione superficiale la troviamo nellasse
del villo, mentre la porzione profonda, a ridosso della muscolaris mucosae sottostante, presenta le
ghiandole intestinali del Galeazzi, del tipo tubulari semplici.
Le ghiandole intestinali del Galeazzi appaiono quindi nella porzione basale della lamina propria e
sono TUBULARI SEMPLICI come quelle dello stomaco.
Essendo tubulari semplici, appaiono come cerchi o come tubi che si aprono alla base fra i villi a
seconda della sezione che si ha.
Nello scheletro connettivale del villo non si ha solo il connettivo della lamina propria, ma anche un
vaso venoso, un vaso arterioso e il vaso chilifero (scoperto dallAselli).
Nello scheletro del villo vi possono essere anche piccoli fascetti muscolari lisci giungenti dalla
muscolaris mucosae.
Le ghiandole intestinali del Galeazzi, dette anche cripte del Lieberkhun, sono presenti nella lamina
propria di tutto lintestino.
Le ghiandole del Galeazzi sono sia sierose, sia a muco, sia caliciformi, sia con elementi di
rimpiazzo, il tutto non distinguibili tra di loro.
Nella base delle ghiandole del Galeazzi vi sono le cellule del Paneth che hanno lisozima e peptidasi.
Le cellule del Paneth appaiono come granuli rossi sul fondo delle ghiandole del Galeazzi.
Al di sotto della muscolaris mucosae, dopo che questa ha anche rilasciato fascetti di muscolatura
liscia nello scheletro del villo, si incontra la sottomucosa del duodeno.
La sottomucosa del duodeno ci aiuta a differenziarlo dal tenue.
Perch nella sottomucosa del duodeno vi troviamo le ghiandole tubulo composte mucose del
Brunner, in particolare abbondanti nelle prime due porzioni del duodeno. Vi troviamo anche i vasi
arteriosi.
La muscolatura circolare interna e la muscolatura longitudinale esterna sono lo stesso presenti.
Presente anche il plesso mioenterico dellAuerbach.
Poi sierosa o avventizia con vasi a sua volta, che si approfondano.
STOMACO O DUODENO (TENUE)?
I villi mancano nello stomaco.
DUODENO O TENUE MESENTERIALE?
Le ghiandole duodenali del Brunner sono tubulo composte e presenti solo nella sottomucosa del
duodeno, in particolare nelle prime due porzioni. Brunner sono mucose.
Nel tenue mesenteriale possibile anche riscontrare le placche del Peyer nella lamina propria
(tonaca mucosa).
Le placche del Peyer rare nel colon. Abbondanti nella lamina propria dellappendice.

COLON
(Accumuli linfoidi nella mucosa si possono riscontrare anche nel colon, ma non come
nellappendice).
Le ghiandole intestinali del Galeazzi, dette anche cripte del Lieberkhun, sono presenti nella lamina
propria di tutto lintestino.

Le ghiandole del Galeazzi sono sia sierose, sia a muco, sia caliciformi, sia con elementi di
rimpiazzo, il tutto non distinguibili tra di loro.
Nella base delle ghiandole del Galeazzi vi sono le cellule del Paneth che hanno lisozima e peptidasi.
Le cellule del Paneth appaiono come granuli rossi sul fondo delle ghiandole del Galeazzi.
Galeazzi-Lieberkhun sono tubulari semplici.
Nel colon abbondano le cellule mucipare caliciformi per fluidificare le feci.
Dal versante luminale verso lesterno incontriamo le diverse tonache.
La tonaca muscolare nel suo strato liscio circolare interno davvero spesso.
La porzione di muscolatura liscia longitudinale esterna la si trova soltanto nelle tenie, quindi non
ovunque nel preparato.
Il colon ha peritoneo anterolateralmente. Posteriormente a contatto con la parete posteriore
delladdome e vi tonaca avventizia con vasi che vi penetrano.
La mucosa del colon non ha villi non si assorbe pi se non acqua, si concentrano le feci.
Lepitelio del colon cilindrico, alto, monostratificato, con mucipare caliciformi che vanno
aumentando, enterociti con microvilli pi bassi e le argentaffini.
La lamina propria ha ghiandole tubulari semplici in profondit (le ghiandole del Galeazzi
Lieberkhun tubulari semplici).
Le placche del Peyer sono nella lamina propria del tenue.
Non ci sono le cellule del Paneth alla base delle ghiandole del Galeazzi Lieberkhun tubulari
semplici nella tonaca propria del colon. BOH il libro dice di si.
NO ghiandole in sottomucosa del colon (come avveniva nel duodeno con le ghiandole del Brunner
tubulo composte e mucose).
In conclusione:
Le ghiandole intestinali della lamina propria sono tubulari semplici (Galeazzi Lieberkhun), e si
trovano in tutto lintestino, anche nel crasso, mentre solo nella sottomucosa del duodeno ci sono
ghiandole tubulo composte mucose (Brunner).

APPENDICE
La differenza tra colon e appendice una sola, che nella lamina propria dellappendice vi un
notevole contingente linfoide (tonsilla addominale).
Non ci sono villi nellappendice.
La tonaca muscolare dellappendice completa, mentre nel colon era spesso solo lo strato circolare
interno, mentre quello longitudinale esterno era presente solo nelle tenie.
Lappendice inoltre ha una tonaca sierosa ovunque.
DUODENO
TENUE
Lintestino tenue va dallo sfintere pilorico alla valvola ileocecale.

Si estende dallepigastrio alla fossa iliaca destra. Lungo 7 metri, i 4/5 di tutto lintestino. diviso
tra duodeno o parte fissa e lintestino tenue mesenteriale (digiuno e ileo) o parte mobile.
Il duodeno la prima parte del tenue. Lungo circa 30 cm.
Va dallaltezza della prima della prima vertebra lombare, a destra della linea mediana dopo il
piloro, terminando a sinistra della seconda lombare, in corrispondenza della fessura
duodenodigiunale, continuando col tenue mesenteriale (digiuno e ileo). La flessura duodeno
digiunale sottomesocolica.
Il duodeno applicato alla parete posteriore delladdome dal peritoneo.
Rispetto al tenue mesenteriale profondo, di calibro maggiore, poco mobile ( la parte fissa del
tenue).
diviso in parte superiore, discendente, orizzontale e ascendente.
La parte superiore breve e ha al suo inizio una dilatazione, il bulbo duodenale. Si dirige in dietro,
in alto e a destra, sotto il lobo quadrato, fino al collo della colecisti. Dopo il collo della colecisti
piega bruscamente in basso continuando con la discendente, che pi lunga. Circonda la testa del
pancreas e raggiunge il polo inferiore del rene di destra e continua con la orizzontale.
Lorizzontale passa davanti il corpo della terza o della quarta lombare, incrocia aorta e vena cava
posteriormente.
Poi piega in alto e a sinistra per continuare con la parte ascendente. La parte ascendente sale fino
alla radice del mesocolon trasverso e, giunta allaltezza della seconda vertebra lombare piega in
avanti e in basso (la fessura duodenodigiunale) e si continua col tenue mesenteriale.
La parte superiore in rapporto in avanti e in alto col lobo quadrato del fegato e con il collo della
cistifellea (legamento duodenocistico, parte del duodenocistocolico), dove continua con la porzione
discendente. In basso ha la testa del pancreas, dietro il coledoco, larteria epatica e la vena porta
(nella pars tesa).
La parte discendente continua dopo il collo della cistifellea, entrando in rapporto anche con il corpo
della cistifellea, con il mesocolon e il colon trasverso. Posteriormente ha il rene destro, i vasi renali,
luretere di destra. Lateralmente con il lobo destro del fegato. Medialmente con la testa del
pancreas, scavata a doccia.
il tratto discendente del duodeno ad essere incrociato dallinserzione parietale del mesocolon
trasverso, che lo divide in porzione sovramesocolico e sottomesocolico.
La parte orizzontale in genere allaltezza del corpo di L3 ma pu essere anche pi alta (duodeno
anulare) o pi bassa (duodeno a V). La parte orizzontale in rapporto, anteriormente, con il
mesocolon trasverso, i vasi mesenterici e con le anse del tenue mesenteriale. Posteriormente ha la
vena cava inferiore e laorta. Il rapporto con il pancreas sottolineato dalle arterie e dal tessuto
connettivo fibroso tra i due organi.
Linserzione parietale del mesocolon trasverso passa per la terza porzione.
La parte ascendente ha ancora davanti a se le anse del tenue mesenteriale, il mesocolon trasverso,
indietro con il rene di sinistra, i vasi renali di sinistra e luretere di sinistra. Lateralmente ancora con
il rene sinistro. Medialmente con il pancreas (processo uncinato) e con laorta posteromedialmente.
Il duodeno ascendente giunge allaltezza del corpo di L2 e compie una brusca inflessione in avanti e
in basso, la fessura duodenodigiunale, dopo cui si ha il tenue mesenteriale.

La fessura duodeno digiunale applicata alla parete addominale posteriore e fissata al diaframma
dal muscolo sospensore di Treitz, con due ventri che dallorifizio esofageo e dal diaframma
giungono nella porzione superiore della fessura duodeno digiunale. La fessura duodeno digiunale
importante perch si passa dal tenue fisso (il duodeno) al tenue mobile (digiuno e ileo), diminuendo
di spessore. A sinistra la fessura duodeno digiunale in rapporto con larco vascolare di Treitz,
formata dallarteria colica sinistra (della mesenterica inferiore) e dalla vena mesenterica inferiore.
Tra arteria colica destra e colica media larcata del Riolano (possibile).
Le fossette duodenali sono le pieghe del peritoneo sulla flessura duodeno digiunale.
PERITONEO DEL DUODENO
Il peritoneo riveste in maniera incompleta il duodeno. Il duodeno risulta direttamente applicato alla
parete posteriore delladdome in gran parte. Il peritoneo parietale gli si porta quindi sulla faccia
anteriore.
, di conseguenza, in parte retroperitoneale. Un p come il pancreas, anchesso adeso (tranne nella
sua porzione apicale della coda) alla parete posteriore delladdome e quindi il peritoneo parietale gli
si porta sulla faccia anteriore. Il pancreas era anche incrociato dal mesocolon trasverso in
particolare nel passaggio tra testa e corpo (istmo).
Solo la porzione superiore del duodeno completamente rivestita dal peritoneo. Il peritoneo che
ricopre totalmente la porzione superiore del duodeno prosecuzione delle due lamine peritoneali
dello stomaco che gli si portano avanti e indietro, inglobandolo.
Si formano in alto il legamento epatoduodenale e il legamento duodenocolico.
Lepatoduodenale la pars tesa del piccolo omento, residuo del mesogastrio ventrale.
La parte epatogastrica del piccolo omento la pars tesa.
Lepatoduodenale la parte tesa del piccolo omento perch d passaggio alle formazioni del
peduncolo epatico.
Dal margine destro del piccolo omento delimita il forame epiploico del Winslow.
Dal margine destro del piccolo omento parte anche il legamento duodeno renale.
Il duodenocolico prosegue il gastrocolico verso destra.
La parte discendente del duodeno rivestita solo nella sua porzione anteriore (peritoneo parietale
posteriore).
Il duodeno nella parte discendente anche incrociato dallinserzione del mesocolon trasverso
(trovandosi alla stessa altezza dellistmo del pancreas).
La parte orizzontale ricoperta dal peritoneo solo sulla faccia anteriore.
La parte ascendente anche ricoperta dal peritoneo parietale posteriore solo per i primi suoi due
terzi.
Il duodeno superiore quindi mobile, il discendente e lascendente poca mobilit.
Lorizzontale immobile.
Immobile anche la fessura duodenodigiunale, anche perch sospesa al diaframma dal muscolo
sospensore di Treitz che origina con due capi dai margini dellorifizio esofageo e dal diaframma.
CONFIGURAZIONE INTERNA DEL DUODENO
Internamente il duodeno liscio nella sua porzione superiore e nellampolla, la parte dilatata del
primo tratto. A partire dalla parte discendente si hanno pieghe circolari o valvole conniventi che
sono anche nel mesenteriale. Le ghiandole mucose composte del Brunner sono invece quasi
esclusivamente nei primi 2 tratti.

La parte superiore del duodeno, analizzata con mezzo di contrasto, si presenta regolare per la
presenza del bulbo duodenale.
Le altre tre porzioni hanno aspetto fioccoso proprio per la presenza di pieghe (valvole conniventi
del Kekring) nel loro lume.
Il duodeno in s viene considerato parte fissa del tenue (perch in prevalenza retroperitoneale.
Chi mobile nei legamenti).
Nella parte discendente del duodeno abbiamo anche una piega longitudinale da considerare per
limportanza, e due papille duodenali, la maggiore e la minore.
La piega longitudinale si estende quindi verticalmente per 2 cm. determinata dal condotto
coledoco che scorrendovi posteriormente la solleva per poi perforare il duodeno.
La piega longitudinale termina nella papilla maggiore.
La papilla maggiore dove sbocca il coledoco e il dotto pancreatico principale di Wirsung.
Lo sfintere di Oddi una formazione muscolare liscia che evita il reflusso della bile nel condotto
coledoco e ne regola la fuoriuscita, consta di tre parti: del coledoco, del dotto di Wirsung e comune.
formato da tre parti, del coledoco, del dotto pancreatico principale e comune.
Se il dotto coledoco e il dotto pancreatico principale del Wirsung si sono uniti formano lampolla
duodenale o ampolla di Vater.
Pi in alto rispetto alla papilla maggiore vi anche la papilla minore dove sbocca il dotto
pancreatico accessorio del Santorini.

INTESTINO TENUE MESENTERIALE


la porzione pi lunga dellintestino e va dal duodeno al crasso.
Fa seguito al duodeno in corrispondenza della fessura duodenodigiunale al lato sinistra del corpo
della seconda vertebra lombare, e termina nella fossa iliaca destra dove sbocca nel crasso per mezzo
di un orifizio che presenta la valvola ileocecale presso larticolazione sacroiliaca destra.
lungo circa 7 metri, forma cilindrica, con diametro che va diminuendo.
Se ne distinguono due porzioni: il digiuno (i 2/5 prossimali) e lileo (i suoi 3/5 distali).
Non vi limite reale tra questi due segmenti, diverso solo il calibro che va diminuendo.
Mesenteriale perch compresa nello spessore del margine libero di unampia plica del
peritoneo, la duplicatura mesenteriale.
Il mesentere una ampia duplicatura formata dal peritoneo della parete posteriore addominale.
molto mobile, forma anse o circonvolluzioni (la cosiddetta matassa intestinale).
La matassa intestinale pu anche ernniare nel canale inguinale.
La radice del mesentere adesa alla parete posteriore delladdome.
La radice obliqua dallalto e da sinistra verso in basso e a sinistra.
Tendono a disporsi in gruppi (le anse).
Un primo gruppo posto nellipocondrio sinistro.
Il secondo il mesogastrio.
Un terzo nella fossa iliaca sinistra.
Il quarto tra i due muscoli grandi psoas.

I vasi mesenterici raggiungono le anse dopo essere passati tra i due foglietti della lamina sierosa
stessa.
Il grande omento copre le anse con estensione variabile le anse, aderendo alla loro faccia
anterolaterale.
Il peritoneo del tenue aderisce quindi alla parete posteriore delladdome dallalto a sinistra in basso
a destra. Il tenue contrae rapporti, mediante la sua interposizione, con la porzione orizzontale del
duodeno, con il processo uncinato del pancreas, i corpi delle ultime lombari, i grossi vasi, i reni, gli
ureteri, il quadrato dei lombi e i grandi psoas.
La radice del mesentere corrisponde alla linea lungo la quale lampia plica peritoneale si distacca
dalla parete posteriore delladdome.
Inizia sul lato sinistro della seconda vertebra lombare, decorre obliquamente in basso verso destra,
fino nella fossa iliaca destra, lunga circa 20 cm e presenta andamento ad S.
Il mesocolon trasverso sopra il tenue mesenteriale e quindi si trova nel piano inferiore della cavit
addominale.
Lateralmente si ha il cieco a destra e il colon ascendente, a sinistra il colon discendente, che per si
trovano in posizione leggermente posteriore, risultandone in parte coperti.
Inferiormente con lanello femorale e con lanello inguinale.
Inferomedialmente nel maschio occupano il cavo rettovescicale e il cavo rettouterino nella
femmina.
Nel 2 % dei casi il diverticolo ileale di Meckel una estroflessione di forma cilindroconica lunga
anche fino a 60 cm! Ed sita con una distanza variabile fino a 60 cm dalla valvola ileocecale.
regolarmente rivestito dal peritoneo. Pu essere congiunto allombelico.
Il tenue mesenteriale molto mobile tranne nella fessura duodeno digiunale e alla giunzione
ileocecale.
Tra gli strati della sierosa scorrono vasi nervi e linfonodi.
Il paragone del ventaglio: il mesentere un grande ventaglio che ha nel suo margine libero il tubo
intestinale e con il manico tronco adeso alla parete posteriore delladdome.

FEGATO

Il fegato, di cui notiamo una sezione colorata EE a tutto spessore, un organo parenchimatoso.
La capsula, nelluomo, presente solo in un versante appena individuabile (capsula del Glisson). Il
connettivo denso, non deisciente.
La capsula epatica non individua tralci che si approfondano, non sono individuabili lobi o lobuli.
La capsula non individua setti.
La capsula per d luogo ad una capsula reticolare non individuabile a causa della fitta cellularit.
Ci rifaremo alla descrizione del lobulo classico, che in realt non esiste. Il lobulo classico ha al
centro una vena centrolobulare ed delimitato poligonalmente da 6 o 7 spazi porto biliari.
In realt si preferisce riferirsi allacino epatico, con significato sia fisiologico che patologico,
delimitato a forma di losanga con due spazi portobiliari e due vene centrolobulari. Lacino cos
delimitato perch ha un proprio albero vascolare.
Il lobulo classico ha forma di esagono o pentagono.
Difficile individuare nel preparato pi di tre vertici del lobulo classico.
Al centro notiamo la vena centrolobulare. Periferalmente vi sono una serie di formazioni immerse
nel connettivo addensato (di dipendenza capsulare, lunico che vediamo).
Lunico elemento connettivale capsulare che riusciamo ad individuare quello dello spazio porto
biliare con la triade portale.
Notiamo, tra la vena centrolobulare e le formazioni portali, delle filiere di epatociti (filiere
epatocitarie).
Gli epatociti si dispongono radialmente verso la vena centrolobulare.
La direzione del sangue nel lobulo classico centripeta, in quello di Mall centrifuga (il contrario per
la bile).
Alla vena centrolobulare non pervengono solo le filiere di epatociti, ma anche i sinusoidi epatici.
Le filiere epatocitarie sono dette anche lamine di Kiernan.
Lepatocito offre a considerare due versanti.
Il primo versante dellepatocito verso i sinusoidi epatici, il versante vascolare.
Il secondo versante verso lepatocito contiguo, polo trabecolare biliare.
Le caratteristiche del versante vascolare sono sia le estroflessioni del plasmalemma apicale che
vanno a formare i microvilli, che, prima di aggettare direttamente nel sinusoide, aggettano nello
spazio perisinusoidale del Disse.
Le caratteristiche del versante trabecolare biliare epatocitario sono la caratteristica
emidocciatura del contorno dellepatocita, in modo tale da formare una docciatura completa tra due
epatociti contigui ove scorre la bile. Si forma la via biliare intraepatica.
La bile si riversa quindi in questo canalicolo biliare.
Le caratteristiche in s di un epatocito risiedono nel nucleo centrale, nella sua eucromatinizzazione,
nella intensa eosinofilit.
Tra le filiere epatocitarie (dette anche lamine di Kiermann, come il lobulo classico, lobulo del
Kermann) abbiamo i sinusoidi epatici.
I sinusoidi modificati sono capillari modificati, interposti tra le vene periferiche della triade portare
nello spazio portobiliare e il versante interno nel vaso venoso centrolobulare.
I sinusoidi sono capillari modificati.
I sinusoidi hanno un lume tortuoso, da cui il nome.
Un calibro decisamente maggiore del capillare normale.
Hanno anche altri elementi che non riusciamo a distinguere. Il loro endotelio fenestrato e la
membrana basale decisamente discontinua.
Nel sinusoide notiamo 4 tipi di cellule, di cui solo gli epatociti sono visibili al microscopio ottico.
Sono le cellule:
- endoteliali fenestrate
- di Kupfer del sistema reticolo endocitario presenti anche verso lo spazio del Disse perisinusoidale

- di Ito a forma di triangolo, stellate, fat storing, che di solito contribuiscono alla formazione della
trama argirofila di supporto ai sinusoidi e in patologia secernono collagene e sepimentano lorgano
in setti, ben visibili nella cirrosi
- le pit cells natural killer.
Analizziamo lo spazio porto biliare.
Notiamo connettivo addensato con formazioni cave, lunica traccia del connettivo capsulare che
riusciamo a vedere. La trama reticolare, alla quale partecipano anche le cellule di Ito, non si vede a
causa della fitta cellularit.
Nello spazio porto biliare di solito riusciamo ad individuare pi dotti e anche pi vasi linfatici.
Il vaso portare (terminale) la pi grande di queste strutture, di solito col profilo pi irregolare,
scarse fibre elastiche nella parete il che comportano lo sfiancamento in alcuni punti del vaso.
Larteria spessa, pi piccola.
I vasi linfatici, spesso pi di uno, hanno una parete davvero sottile e sono spesso collassate.
Il dotto biliare intraepatico, anchesso con lume quasi virtuale, ha un epitelio cubico, cilindrico, con
nuclei ben visibili. Possono esservene pi di uno.
Attenzione alle emazie. Spesso le emazie possono essere necrotizzate e quindi vediamo il lume
della struttura occluso. Per capire una struttura dobbiamo guardarne la parete.
Analizziamo la vena centrolobulare.
Vi convergono a m di raggi le filiere epatocitarie e si portano ad aprirvicisi anche i sinusoidi.
La vena centrolobulare ha quindi una parete ampiamente interrotta.
Il fegato, secondo Onori , una ghiandola anficrina cordonale labirintica.
Facile distinguere nel maiale il lobulo, lunit istofunzionale.
Il lobulo classico il lobulo di Kiermann, descritto per la prima volta nel 1833. nel lobulo classico
di Kiermann abbiamo alla periferia gli spazi portobiliari e al centro la cena centrolobulare. Il sangue
si muove quindi in direzione centripeta e la bile in direzione centrifuga.
Il lobulo portale di Mall, descritto nel 1906, mette al centro lunit esocrina del fegato, quindi al
centro gli spazi portobiliari e ai lati le vene centrolobuari. La bile scorre negli spazi biliari dovuti
alle docciature tra epatociti contigui, nel versante interpatociario biliare trabecolare.
Rappanport, nel 1952, descrisse lacino, non il lobulo. Lacino la porzione di parenchima con
precise attivit funzionali, con un determinato albero vascolare delimitato tra due spazi portobiliari
e vene centrolobulari. Lacino di Rappanport quindi a forma di losanga.
Il coleone stato definito nel 1993, e per coleone si intende una unut morfofunzionale che, come
nellacino di Mall, si basa sulla funzione esocrina del fegato, comprendendo un gruppo di epatociti
con i loro canalicoli biliari drenati da un singolo duttulo biliare.
I coleoni quindi collegano le vie biliari originate tra le due docciature degli epatociti alla via biliare
dello spazio portobiliare. C da dire che il duttulo biliare drena un gruppo di epatociti e i loro
canalicoli biliari (dalle docciature).
Il coleoepatone una struttura complessa, formata da dal raggruppamento di cellule e sinusoidi e
contemporaneamente dalla prima porzione delle vie biliari intraepatiche drenate dal duttulo di
Hering. La funzione esocrina minore della endocrino metabolica. Il 20% degli epatociti
plurinucleato. Sono in proliferazione continua (meno veloce della mucosa digerente).
RER predomina sul REL nel fegato. Tutto il RE circa un terzo dellepatocito. Si possono vedere
rosette di glicogeno, si ha la produzione di VLDL, si nota la differente concentrazione di ossigeno
tra i vari versanti. Si produce anche albumina e fibrinogeno. I mitocondri sono circolari.
I colangiociti sono le cellule epiteliali cubiche che formano i dotti biliari nella regione periportale.
La via biliare extraepatica termina col coledoco che si immette nella seconda porzione del duodeno.
La papilla del vater un rilievo della mucosa della via.

I rami dellarteria epatica, pi piccola della vena porta, penetrano nel parenchima dando il plesso
peribiliare. Non ci sono connessioni dirette tra vena e arteria, ma esiste il plesso peribiliare formato
dallarteria. La rete venosa mirabile, con capillari interposti solo tra sangue venoso.
Il fegato sito nella loggia sottofrenica destra, nella parte destra della regione sopramesocolica.
Anteriormente si proietta nellipocondrio destro, e in parte allepigastrio e con la punta
allipocondrio sinistro.
Laia epatica di forma allincirca triangolare. Il limite superiore corrisponde alla cupola
diaframmatica e in proiezione va dal quarto spazio intercostale sulla emiclaveare di destra al quinto
spazio intercostale di sinistra sulla emiclaveare.
Ha una concavit centrale rivolta verso lalto in prossimit dello xifoideo, apofisi ensiforme.
Superiormente laia epatica inclinata verso sinistra e ha nella sua regione centrale una depressione
dovuta al sacco pericardico nel centro tendineo del diaframma.
Il margine inferiore va da destra sullemiclaveare nona-decima costa, attraversa lepigastrio,
incrocia larcata di sinistra presso la sesta settima costa e termina nel quinto spazio di sinistra
sullemiclaveare, raggiungendo il margine superiore.
La superficie rivestita dalla capsula connettivale di Glisson ed ha faccia diaframmatica
anterosuperiore e faccia viscerale posteroinferiore.
Il margine acuto il margine libero anteroinferiore.
Il margine ottuso il margine posterosuperiore arrotondato.
Il legamento falciforme triangolare con base superiore adesa al diaframma e apice inferiore. Di
norna non testo.
Il margine superoanteriore si adatta alla concavit diaframmatica, dalla cicatrice ombelicale fino
allestremo posterosuperiore del solco sagittale superiore del fegato.
Il margine posteriore si fissa a tutto il solco sagittale superiore del fegato.
Il margine inferiore libero e appare ispessito perch contiene il legamento rotondo, che va dalla
cicatrice ombelicale allestremo anteriore del solco sagittale superiore. Il legamento rotondo
residuo della vena ombelicale.
I tre angoli sono lanteroinferiore (cicatrice ombelicale), il posterosuperiore (sopra il solco sagittale)
e il posteroinferiore (davanti il solco sagittale). (Gli angoli sono presso la cicatrice ombelicale,
sopra il solco sagittale e davanti).
Dopo aver costituito langolo posteriore superiore le due lamine peritoneali del legamento
falciforme deviano lateralmente a costituire la lamina superiore del legamento coronario.
Il legamento coronario il vero legamento sospensore del fegato.
costituito dalla riflessione del peritoneo viscerale dei lobi destro e sinistro sulla superficie
inferiore del diaframma.
Le due lamine sono in genere distanti tra di loro.
Larea nuda del fegato si trova sul margine ottuso del fegato ed quella zona priva di rivestimento
peritoneale perch i due foglietti coronari sono abbastanza distanziati tra loro. Il fegato quindi
rivestito da peritoneo viscerale sia nella faccia viscerale che in quella diaframmatica, ma non
nellarea nuda, che si trova quindi allinterno del legamento coronario.
Ai margini estremi le due pagine del legamento coronario si avvicinano andando a formare i
due legamenti triangolari.
Sono alle estremit destra e sinistra del margine ottuso superiore.

La faccia diaframmatica rivolta in alto e avanti ed delimitata dalla viscerale dal margine
anteroinferiore acuto.
La faccia diaframmatica presenta allosservazione solo il solco sagittale superiore, che unisce i due
margini, quello inferiore acuto e quello superiore ottuso, che delimita anche il lobo destro dal
sinistro. Il legamento falciforme, originato dal peritoneo parietale anteriore sopraombelicale, si
porta al solco sagittale anteriore per poi continuare come foglietto viscerale sui lobi.
Anteriormente la faccia quasi completamente coperta dalla cupola diaframmatica e in rapporto
con la parete anteriore delladdome.
(Il triangolo di Labb era la porzione della faccia anteriore dello stomaco a diretto contatto con la
parete addominale anteriore. uno spazio triangolare delimitato dal margine inferiore delle due
arcate costali e da una linea che unisce la decima costa destra alla ottava sinistra, a destra pi
basso e lungo).
La faccia viscerale posteroinferiore. concava.
Ha tre solchi: il solco sagittale destro e sinistro e il solco trasverso, che costituisce lilo epatico.
Il solco sagittale destro ampio e largo. Ha la fossa cistica e la fossa della vena cava.
Il tubercolo caudato li separa.
Il solco sagittale sinistro pi sottile. Ha davanti il legamento rotondo, residuo della vena
ombelicale, posteriormente il legamento venoso.
Il solco trasverso lungo circa 6 cm e delimita superiormente, delimita lilo epatico e ha
posteriormente il lobo caudato, anteriormente il lobo quadrato.
Il lobo caudato in rapporto posteriormente con il pilastro mediale del diaframma, con il tronco
celiaco, allinterno della retrocavit degli epiploon.
Il lobo caudato d il tubercolo caudato che si porta a delimitare, nel solco sagittale posteriore destro,
la fossa cistica antero inferiore dalla fossa della vena cava postero superiore.
Il lobo quadrato entra in rapporto con piloro e prima porzione duodenale.
Larea nuda del fegato si trova sul margine ottuso del fegato ed quella zona priva di rivestimento
peritoneale perch i due foglietti coronari sono abbastanza distanziati tra loro.
Ai margini estremi le due pagine del legamento coronario si avvicinano andando a formare i
due legamenti triangolari.
Il fegato rivestito dal peritoneo viscerale sia sulla faccia diaframmatica che su quella viscerale,
con leccezione dellarea nuda, con connettivo adiposo.

PANCREAS
Descriviamo solo il pancreas esocrino. Le isole del Langherhans sono lelemento che permette di
fare diagnosi di organo, ma sono parte endocrina. Colorazione EE, 5X.
Organo parenchimatoso di cui cerco la capsula. La capsula pancreatica appare quasi ovunque, adesa
e non, e dove non adesa si pu cercare di vedere se vi era del connettivo adiposo.
La capsula pancreatica si addentra a dare lobi e lobuli.
A piccolo ingrandimento notiamo anche che questi tralci connettivali capsulari veicolano strutture
vascolari e accompagnano anche i dotti escretori, in particolare i grossi dotti escretori, gli
interlobari dentro abbondante connettivo.
Procediamo alla descrizione dellacino pancreatico.
Il pancreas, come la tiroide, una ghiandola TUBULO ACINOSA COMPOSTA SIEROSA.

Lacino pancreatico per nulla diverso da quello della parotide: il lume virtuale, sieroso, con
cellule a piramide tronca (perch sieroso: se mucoso avevano forma di quadrangolo), e lume quasi
virtuale.
Sieroso lume virtuale piramide tronca
Mucoso lume esistente cellule pi quadrangolari
Lacino mucoso comunque pi grande del sieroso, il mucoso ha tutto pi grande: il lume, le
cellule quadrangolari, la grandezza in s.
Il nucleo delle cellule dellacino pancreatico sieroso centro basale, le cellule dellacino sono
eosinofile e hanno citoplasma granulare.
Si distinguono bene le membrane basali tra acini.
Ci sono anche cellule mioepiteliali tra acini, come nei capillari a botte della milza.
Cellule mioepiteliali hanno citoplasma con actina e miosina, sono contrattili, servono a spremere i
loro contenuti.
La via escretrice pancreatica esocrina come nella parotide.
Allinizio abbiamo dotti preterminali o intercalari, che a differenza della parotide hanno alcune
cellule che si invaginano in un acino, le cellule centroacinose.
Il dotto intercalare, o preterminale, si vede in sezione longitudinale.
Alcune cellule del dotto intercalare o preterminale del pancreas si invaginano a formare le cellule
centroacinose negli adenomeri sierosi.
La seconda porzione dellalbero escretore rappresentata dai dotti intralobulari, in sezione
trasversale.
Notare che nella parotide avevamo epitelio bacillare con pile di mitocondri nel versante basale e
estroflessioni del plasmalemma apicale nel versante luminale. I mitocondri servivano per riassorbire
acqua dalla saliva, condensandola, invece nel dotto intralobulare trasversale del pancreas notiamo
due differenze: che non abbiamo lepitelio bacillare! E non si pu dire che queste porzioni
dellalbero esocrino, i dotti intralobulari, siano striati perch non lo sono.
Nella parotide erano anche striati.
Quindi nel pancreas si hanno semplici vie di trasporto, non di riassorbimento.
La terza porzione dellalbero escretore si svolge nei cosiddetti dotti interlobari, nei setti di
connettivo di dipendenza capsulare molto spessi.
Nei preparati della parotide li vedevamo penetrare, molto pi difficile vederli penetrare nel pancreas
ma si nota lispessimento connettivale attorno questi dotti che si stagliano nel connettivo denso, e
spesso.
La quarta via non si vede nel preparato ed rappresentata dai dotti del Santorini e del Wirsung.
Una differenza fondamentale dalla parotide consisteva nel fatto che nel pancreas abbiamo anche
tessuto connettivo adiposo interghiandolare intraparenchimale.
In pi nel pancreas ove la capsula deisciente possiamo vedere spazi otticamente vuoti che
dobbiamo saperli distinguere da arterie o vene! Non hanno certo una parete ma sono solo spazi
otticamente vuoti, artefatti di allestimento del preparato che hanno lavato via la gocciolina lipidica.
I dotti intralobulari erano striati solo nella parotide, nel pancreas nessun riassorbimento. Nel
pancreas si producono zimogeni, nella parotide saliva che si deve concentrare.
Nel pancreas il parenchima ghiandolare tubulo acinoso composto sieroso come nella parotide.
Le isole del Langherhans, che permettono di fare la diagnosi di organo, sono cordoni di cellule
chiare, bordate, sepimentate e separate dagli acini sierosi. Permettono di fare diagnosi.

Nel pancreas, a differenza della parotide, vediamo tessuto connettivo adiposo subcapsulare che non
si vede nella parotide.
Aree di tessuto adiposo sono grandi e sono anche nel parenchima pancreatico!
Il tessuto adiposo interparenchimale era assente nella parotide.
Il pancreas la seconda pi grande ghiandola extramurale annessa al canale alimentare, con una
porzione esocrina (acini) e endocrina (isole del Langerhans). E anficrina come il fegato.
annesso alla seconda porzione del duodeno (la discendente) in cui riversa il prodotto della sua
secrezione esocrina per mezzo di due dotti escretori, il dotto pancreatico principale (di Wirsung) e il
dotto pancreatico secondario o accessorio (di Santorini).
Lungo circa 20 cm, largo 4-5 cm, spesso 2-3 cm. Friabile, pesa poco, 70 g, di colore grigiastro o
roseo con abbondante microvascolarizzazione.
Il suo secreto esocrino ricco di enzimi proteolitici, glicolitici e lipolitici e, data la sua alcalinit
con molto bicarbonato, contribuisce a neutralizzare il ph del chimo gastrico allorch giunga nel
duodeno. Non vi avviene riassorbimento, lepitelio non bacillare.
Il pancreas si trova nello spazio retroperitoneale, allaltezza e anteriormente i corpi delle prime due
vertebre lombari.
In posizione alta raggiunge il corpo della 12esima toracica e in posizione bassa la terza lombare.
Si trova un p pi sotto laltezza maggiore del rene sinistro (inferiore della undicesima, superiore
della dodicesima) e un p sotto anche il margine inferiore del rene sinistro (si portava fino
allaltezza inferiore della seconda lombare, superiore della tersa. I reni sono dietro le ultime due
coste, undicesima e dodicesima, fluttuanti.
Il suo asse maggiore obliquo verso lesterno, in alto e a sinistra verso la milza.
Risulta incurvato in avanti per la colonna vertebrale posteriormente e per i grossi vasi (arteria
addominale e vena cava inferiore) che scorrono dietro al pancreas e davanti alla colonna vertebrale.
Larteria mesenterica superiore e la vena superiore incrociano listmo del pancreas.
Si trova nello spazio retroperitoneale e, a causa dellobliquit del suo asse maggiore, intersecato
anteriormente dalla inserzione del mesocolon trasverso che lo divide in una porzione
sovramesocolica e una sottomesocolica!
Anteriormente ha la retrocavit degli epiploon tramite la quale entra in rapporto con lo stomaco,
foglietto viscerale dello stomaco posteriore.
Si considerano una testa, un corpo, una coda.
La testa accolta nella C duodenale con rapporti intimi ribaditi da un tessuto connettivo tra di loro e
dalle stesse arterie (pancreatico duodenale superiore derivate dalla gastroduodenale che poi danno
rami anteriori e posteriore che si anastomizzano con gli anteriori e gli inferiori della pancreatico
duodenale inferiore derivata dallarteria mesenterica superiore).
La testa ha una faccia anteriore convessa rivestita dal peritoneo parietale posteriore in rapporto con
linserzione del mesocolon trasverso che lo divide in porzione superiore e inferiore.
La porzione inferiore offre a considerare il processo uncinato, rivolto medialmente e in basso, in
rapporto con le arterie e vene mesenteriche superiori.
Dietro la testa col coledoco che lascia una profonda impronta.
Dietro la testa del pancreas si forma anche la vena porta.
La faccia posteriore della testa del pancreas in rapporto con la faccia fibrosa che deriva
dallaccollamento del mesoduodeno con il peritoneo parietale posteriore, la fascia di Treitz.
Si trova, tramite la fascia di Treitz, con la cava inferiore, con la seconda o terza lombare, con
larteria genitale di destra.
Listmo pancreatico il passaggio tra la testa e il corpo.
Listmo ha una incisura superiore e una incisura inferiore.

Gli istmi ha due incisure che sono dovute superiormente al duodeno, inferiormente allarteria e
vena mesenterica superiore.
Il mesocolon trasverso aderisce al pancreas anche nellistmo.
Anche dietro listmo c lorigine della vena porta.
Il corpo va dallistmo alla coda.
Dietro la testa si forma la vena porta dal tronco spleno mesenterico di sinistra con la mesenterica
superiore.
Il corpo concavo posteriormente per i corpi vertebrali e per i grandi vasi.
Il peritoneo parietale posteriore ricopre la faccia anteriore del corpo.
Il corpo in rapporto anteriormente con lo stomaco.
Il corpo in rapporto posteriormente con il rene, il surrene e la vena renale di sinistra.
Il tronco celiaco si trova superiormente rispetto al corpo del pancreas.
Larteria lienale rilascia larteria pancreatica magna da sinistra a destra.
Il margine inferiore del corpo in rapporto con linserzione del mesocolon trasverso.
La coda lestremit pi in alto e a sinistra. in genere tozza.
rivestita davanti dal peritoneo parietale posteriore.
Il peritoneo parietale posteriore, dopo aver rivestito la coda del pancreas, si riflette andando ad
inglobare i vasi sanguiferi splenici dando il legamento pancreaticolienale fino allilo della milza.
Dietro la punta del pancreas si trova il rene e il surrene di sinistra.
Lapice della coda si trova per un breve tratto con porzione intraperitoneale in quanto la parete
posteriore del peritoneo viscerale si riflette nel legamento pancreaticolienale e ingloba la testa del
pancreas.
Il pancreas in contatto con il rene di sinistra, non col destro. Il destro ha la seconda porzione
duodenale che la separa dal pancreas, testa.
DOTTI PANCREATICI, LEGAMENTI, ARTERIE E VENE
Il dotto pancreatico principale del Wirsung raggiunge la papilla duodenale maggiore.
Il dotto pancreatico accessorio di Santorini raggiunge la papilla duodenale minore.
La papilla minore si trova sopra la minore.
La piega longitudinale una docciatura delimitata dal coledoco posteriormente.
Il dotto pancreatico maggiore origina dalla coda e riceve molti dotti ad angolo retto.
Allistmo volge in basso a destra dove viene affiancato dal coledoco dando nella maggior parte dei
casi lampolla epatopancreatica.
Il dotto accessorio di Santorini origina dal dotto pancreatico principale del Wirsung presso listmo
pancreatico ove il principale cambia di altezza e continua il suo decorso nella testa. Il dotto
accessorio riceve alcuni suoi rami, pu essere considerato un collaterale del maggiore e si getta
nella papilla duodenale minore.
La testa in rapporto con la concavit duodenale. Il peritoneo parietale posteriore lo ricopre
anteriormente. La fascia di Treitz, dovuta alloriginario mesoduodeno che si unisce al peritoneo
parietale posteriore, lo collega agli organi retrostanti. Il pancreatico duodenale dovuto alla
riflessione del peritoneo parietale posteriore verso la milza (allilo si riflette e accoglie i vasi
splenici) e ingloba anche porzione della coda.
Arterie della testa, arcata anastomotica anteriore e posteriore, le pancreaticoduodenali.
Larteria pancreatica inferiore, o trasversale, connette la splenica presso lilo della milza fino
alla mesenterica superiore.
Larteria pancreatica superiore o dorsale si anastomizza con larcata pancreatico duodenale
superiore.

Larteria pancreatica magna derivata dalla lienale, il ramo pi grosso, decorre da sinistra
a destra nel pancreas.
Nomimando lappendice si nomini il legamento ileocecale e le fossette cecali laterali.

RENE
Organo parenchimatoso 5 X E.E.
Sulla superficie esterna possiamo incontrare la capsula, non ovunque. Al di sotto della capsula
troviamo la corticale, la cui porzione pi superficiale la cortex corticis, caratterizzata dallassenza
di corpuscoli renali. I corpuscoli renali sono lelemento diagnostico a 5 X.
La corticale suddivisa in pars convoluta e radiata.
Pars convoluta: si vede a 5 X, con corpuscoli renali e sezioni trasversali dei tubuli prossimali e
distali (tagliati trasversalmente).
Pars radiata: si vede a 5 X, le sezioni dei tubuli sono longitudinali e conferiscono unidea di
striatura da cui il nome.
Sia pars radiata che pars convoluta sono composte da tubuli prossimali, tubuli distali, anse di Henle
e tubuli collettori.
Se vengono a mancare i corpuscoli renali, siamo vicini alla base della piramide renale e quindi
prossimi allingresso in midollare, dove mancano del tutto.
Le piramidi renali sono 8-18, sono lo stesso numero dei lobi, hanno la base verso la corticale e
lapice che si apre nei calici minori (poi riuniti nei maggiori) e le papille renali sono il loro apice
arrotondato che cribrato.
Tra due papille renali si incunea anche porzione di corticale a formare le colonne renali del Bertin
(che quindi sono solo corticale).
I corpuscoli non sono nella midollare, ma solo nella corticale.
Nella corticale si hanno corpuscoli corticali e iuxtamidollari. Corpuscoli assenti nella cortex
corticis.
Tubuli prossimali, Henle, collettori, sono sia in corticale che in midollare, dipende da dove trovi il
nefrone.
A 10 % esaminiamo la capsula. La capsula renale ha una striscia esile di connettivo adeso visibile
non ovunque.
In alcune zone, allesterno della capsula renale ci sono formazioni del contenuto della loggia renale
dovuta a uno sdoppiamento della fascia trasversalis che, sdoppiandosi, si anche ispessisce.
Queste probabili formazioni nella loggia renale possono essere grasso perirenale, connettivo, spazi
otticamente vuoti.
La fascia trasversale, secondo la Vetuschi, ispessimento e sdoppiamento del trasverso
delladdome.
In cortex corticis abbiamo assenza di corpuscoli, ritroviamo solo sezioni trasversali di tubuli. Il
nefrone linsieme del corpuscolo renale e il sistema tubulare.
A tutto spessore ci appaiono i corpuscoli renali. Andiamo a descrivere gli elementi del corpuscolo
renale.
Gli elementi caratterizzanti il corpuscolo renale sono:
- il polo vascolare;
- i capillari glomerulari (rete mirabile arteriosa);
- lo spazio otticamente vuoto di ultrafiltrazione;
- la capsula di Bowman formata da 2 foglietti, il parietale esterno e il viscerale, intuibile, sui
capillari;
- il polo urinifero opposto al sanguigno.
Non in tutti li vediamo!!

Descriviamo il polo vascolare.


Il polo vascolare composto da unarteriola afferente e da unarteriola efferente in uscita.
Nel polo vascolare vediamo le arteriole e se vediamo bene, anche le emazie.
La capsula di Bowmann al livello del polo vascolare si riflette col foglietto parietale esterno dando
il foglietto viscerale sui capillari, formato da podociti.
I nuclei che vi vediamo sono: cellule dellendotelio glomerulare pi i podociti del foglietto
viscerale. I podociti hanno processi primari e secondari.
Ogni foglietto ha una lamina basale e insieme formano la barriera di ultrafiltrazione.
Il foglio parietale di Bowmann ha cellule appiattite monostratificate.
In corrispondenza del polo vascolare si riflette nel viscerale.
Presso il polo urinario, cosa accade al foglietto parietale di Bowmann? Presso il polo urinario le
cellule si innalzano, diventano cubiche e danno la prima porzione del tubulo prossimale, andando a
definire la zona contorta o convoluta del tubulo prossimale.
Quali sono le caratteristiche del tubulo prossimale?
Il lume irregolare e ristretto.
Le cellule sono alte, cilindriche, polarizzate, e presentano epitelio bacillare come i dotti intralobulari
della parotide. Le caratteristiche del bacillare sono i microvilli, estroflessioni del plasmalemma
apicale, in prossimit del versante luminale, il che fa s che il lume venga ad essere riempito, poi nel
versante basale abbiamo molti microtubuli a palizzata che fanno riassorbire acqua condensando
lurina che diviene ipertonica. Il nucleo delle cellule del tubulo prossimale centrale e non basale.
Quali sono le caratteristiche del tubulo distale?
Il lume pi ampio, pervio, venendo a mancare lepitelio bacillare, che nei dotti collettori sar
nullo. Il nucleo delle cellule sempre centrale, vi sono pochi mitocondri, radi, sia nelle palizzate
dellepitelio bacillare che ormai sono venute meno, sia nel citoplasma. Le cellule sono cubiche e pi
basse di quelle del prossimale.
Nella pars radiata abbiamo sezioni longitudinali di tubuli pi corpuscoli. (Siamo nella corticale, le
anse di Henle sono anche in corticale).
Lansa di Henle, sia nella corticale ma soprattutto nella midollare (dove si sono approfondati i
tubuli prossimali dei corpuscoli iuxtaglomerulari), presenta un epitelio estremamente appiattito, un
lume pi ampio del tubulo distale, per nulla bacillare. Il lume ancora pi ampio del tubulo distale.
Nella midollare, che non detto che sia in tutti i preparati, abbiamo solo tubuli, e non corpuscoli.
Il lobo linsieme di una piramide renale, la corticale sopra di esso, met delle colonne renali del
Bertin postevi lateralmente. Tanti lobi, tante piramidi (otto-diciotto).
Il lobulo solo il raggio della midollare e la convoluta ad esso adiacente (quindi niente piramide).
In condizioni normali la capsula del rene si pu facilmente distaccare dallorgano. Esili tralci si
addentrano solo per pochissimo tratto. Sotto di essa vi possono essere anche fascetti fibromuscolari
lisci.
La porzione midollare risulta organizzata in 8-18 formazioni coniche, le piramidi del Malpighi, con
base rivolta in periferia, mentre con il loro apice sboccano nei calici minori andando a formare le
papille renali che sono cribrate. Spesso pi piramidi si uniscono in papille comuni.
Le colonne renali del Bertin sono introflessioni della corticale che si spinta tra le piramidi renali, e
giunge a dividere tra loro due piramidi.
La midollare ha piramidi ma non i corpuscoli.
Le piramidi hanno base verso lesterno e papille con i forami cribrati verso il seno renale.

La corticale ha i corpuscoli e si spinge anche tra piramidi midollari con le colonne renali che
raggiungono il seno renale dove determinano le sporgenze interpapillari.
La zona corticale distinta in parte radiata e parte convoluta.
La parte radiata costituita da un complesso di prolungamenti, detti raggi midollari, che
originano dalla base delle piramidi renali arrestandosi a poca distanza dalla capsula.
La parte convoluta negli spazi tra i raggi midollari e spingendosi in profondit va a formare
le colonne renali.
La parte convoluta va anche a formare la cortex corticis.
I corpuscoli renali sono solo nella corticale.
Abbiamo cinque segmenti vascolari arteriosi.
Le arterie segmentali, in genere cinque, penetrano nel seno renale, nelle colonne renali del Bertin e
poi danno le arterie interlobari. Le interlobari si biforcano, si incurvano alla base delle piramidi
renali e si ramificano decorrendo parallelamente alla base delle piramidi stesse, dando le arterie
arcuate o arciformi.
Dalle arciformi originano le interlobulari e le rette vere, rispettivamente dalla convessit e dalla
concavit.
Le interlobulari vanno verso la periferia del rene dando rami efferenti verso la capsula e le afferenti
ai glomeruli!!!!
Le interlobulari poi danno anche rami per la capsula (rami terminali).
Le efferenti che escono dai glomeruli si risolvono in una fitta rete anastomotica peritubulare (rete
mirabile arteriosa).
Dalle efferenti, dopo le anastomosi peritubulari, abbiamo le rette spurie verso la midollare, nelle
colonne.
Le arterie rette vere originano dalla concavit delle arcuate e si portano nelle piramidi renali
(midollare) fino al loro apice, risolvendosi.
Il parenchima renale costituito da un insieme di unit elementari, i nefroni, con funzione
uropoietica, e da un sistema di dotti escretori, che veicolano lurina verso lapice delle piramidi
renali e quindi nei calici minori e maggiori. Le anse di Henle possono anche trovarsi solo nella
corticale, approfondandosi nelle colonne renali oppure non raggiungendo la base della piramide
renale se il corpuscolo renale era subito sotto la cortex corticis.
Il nefrone lunit istofunzionale del rene, e sono circa un milione.
Nel corpuscolo renale si realizza lultrafiltrazione del plasma, mentre nel tubulo renale lultrafiltrato
viene riassorbito dando urina ipertonica.
Nefroni possono essere corticali o iuxtamidollari.
La capsula di Bowmann ha un foglietto parietale esterno e uno interno e/o viscerale, separati dallo
spazio di ultrafiltrazione.
Lultrafiltrato circa di 180 litri al giorno! dovuto allultrafiltrazione del plasma nel corpicciolo
di Bowmann.
Larteriola efferente del polo vascolare va a realizzare anastomosi attornio ai tubuli e dalle quali
nascono le rette false, o spurie, che si approfondano nelle colonne del Bertin.
Lultrafiltrato viene riassorbito nei tubuli.
Larteriola afferente il glomerulo derivava dalle arterie interlobulari originate dalla convessit delle
arcuate.
Nellansa di Henle si riduce bruscamente laltezza dellepitelio, per nulla bacillare.

Il polo urinario del corpuscolo renale caratterizzato dal trapassare delle cellule del foglietto
parietale della capsula di Bowmann che forma un epitelio cubico. In esso passa lultrafiltrato che
deve essere riassorbito.
Il foglietto viscerale in continuazione con il foglietto parietale, si riflettono in corrispondenza del
polo vascolare, e al microscopio vediamo sia i nuclei delle cellule endoteliali sia i nuclei dei
podociti.
I podociti sono cellule altamente specializzate che hanno processi primari dai quali si staccano i
processi secondari, avvolgendosi attorno alle anse dei capillari glomerulari, affiancandosi agli
analoghi processi dei podociti adiacenti.
I processi secondari sono detti anche pedicelli.
I capillari glomerulari hanno endotelio fenestrato!
La membrana basale fra podosomi e cellule endoteliali del capillare unica.
Il glomerulo costituito dallinsieme delle anse capillari originate dalla suddivisione dellarteria
afferente. Larteriola afferente prima di entrare ha le cellule iuxtaglomerulari che fanno parte
dellapparato iuxtaglomerulare dispostevi attorno.
Larteriola efferente poi compie anastomosi attorno ai tubuli per poi risolversi nelle arterie rette
spurie nelle colonne del Bertin.
La rete originata dalla arteria efferente detta rete arteriosa peritubulare.
Nei glomeruli abbiamo anche le cellule del mesangio. Sono localizzate in ordine sparso e sono
immerse in una matrice amorfa, la matrice mesangiale. Si forma cos il mesangio intraglomerulare,
esistendo anche il mesangio extraglomerulare. Entrano in rapporto, mediante lamina basale, con i
podosomi e le cellule endoteliali dellarteriola glomerulare.
Si forma anche la barriera sangue urina, da parte dellendotelio fenestrato dei capillari, dai podiciti,
dalla lamina basale. Questa barriera di solito NON fa passare proteine. Quindi NON abbiamo
proteine nelle urine.
Essendo anche carica negativamente, respinge lalbumina.
Nei capillari glomerulari c elevata pressione! Pressione che pu essere modificata delle cellule del
sistema iuxtaglomerulare.
Lepitelio bacillare solo nel tubulo prossimale.
Lassorbimento del sodio avviene mediante trasporto attivo, con notevole dispendio energetico,
mentre il cloro e lacqua no. La creatinina viene espulsa. Le proteine e gli aa sono assorbiti
mediante carriers o endocitosi. Si passa da ultrafiltrato a urina.
Il tubulo distale non ha orletto a spazzola. Lepitelio cilindroide cuboide semplice meno alto del
prossimale.
Laddove la parete del tubulo distale si pone in contatto con il polo vascolare del corpuscolo
renale le cellule epiteliali vanno a formare la macula densa, che parte dellapparato
iuxtaglomerulare.

APPARATO IUXTAGLOMERULARE
Lapparato iuxtaglomerulare costituito dalle cellule iuxtaglomerulari dellarteriola afferente, dalla
macula densa del tubulo distale e dal mesangio extraglomerulare.
Le cellule iuxtaglomerulari sono in corrispondenza del polo vascolare del glomerulo, attorno alla
parete dellarteriola afferente prima che penetri nel corpuscolo renale. Secernono renina!
La macula densa rappresentata dal tratto di parete del tubulo distale in diretto rapporto con il polo
vascolare del corpuscolo renale. Si tratta di una proliferazione epiteliale con cellule impacchettate
tra loro.
Il mesangio extraglomerulare in diretto contatto con le cellule della macula densa. Esiste anche il
mesangio intraglomerulare.
La parete dei dotti collettori costituita da numerose cellule, abbondanti in numero, circa
14-15, che sono in genere cuboidi, e per nulla bacillari, non essendovi minimamente
riassorbimento di acqua.
I reni hanno una forma a fagiolo con maggior asse diretto in basso e un poco lateralmente. Lunghi
circa 12 cm, larghi 6,5 e spessi 3. Il rene sinistro pi grande.
Sono posti ai lati della colonna vertebrale nelle fosse lombari, dietro al peritoneo, dentro la loggia
renale originata dalla fascia trasversale del peritoneo.
Sono siti col polo superiore al margine inferiore della 11a toracica e fino al margine superiore della
3a lombare. Il polo inferiore del rene di destra pi in basso per il rapporto con il lobo destro del
fegato nella sua faccia viscerale, distando circa 2,5 cm dalla cresta iliaca, mentre il sinistro vi dista
circa 5.
Il margine mediale convesso cos come il margine laterale sono che nel margine mediale si
individua nel suo terzo medio lilo del rene.
Tramite lilo si entra nel seno renale, le cui pareti hanno aspetto mammellonato per lo sbocco degli
apici delle piramidi del Malpighi (papille renali). Tra due papille renali vi sono le colonne renali del
Bertin. I calici minori si riuniscono nei maggiori che continuano nella pelvi o bacinetto renale. Le
papille continuano con i calici minori.
La fascia renale si ispessisce in prossimit del rene dando foglietto anteriore e posteriore. Il foglietto
anteriore racchiude il rene, aorta addominale e vena cava inferiore e si congiunge col controlaterale.
A destra il foglietto renale anteriore rinforzato dalla fascia di Toldt che lo connette al colon.
La fascia di Treitz era dietro la testa del pancreas, rappresentando un ispessimento, mentre Toldt era
il mesoduodeno ventrale, un residuo.
Il foglietto posteriore aderisce al quadrato dei lombi, allo psoas e al trasverso interno, per poi unirsi
sulla superficie laterale dei corpi vertebrali.
Superiormente i due foglietti si uniscono al diaframma dopo aver racchiuso il surrene. In basso si
perdono nel grasso restando aperti per luscita degli ureteri.
Arteria renale dalla aorta addominale, poi le vene a sinistra pi lunga riceve la surrenale media e la
gonadica sinistra e passa tra aorta addominale dietro e arteria mesenterica superiore davanti.
Posteriormente corrisponde allarea incrociata anche dalla undicesima e dodicesima costa e al
trigono costodiaframmatico tra obliquo interno, lombocostali e dentato posteriore inferiore.
Posteriormente anche con i nervi ileoipogastrico, ileoinguinale e sottocostale, le arterie e vene
lombari.

A destra la faccia anteriore in contatto col lobo destro del fegato, connessovi con lepatorenale. A
destra anche con la fessura destra del colon e duodeno seconda porzione, la discendente
(duodenorenale).
A sinistra con la faccia viscerale della milza, parte posteriore, con il colon discendente, fessura
duodenodigiunale e corpo del pancreas.
I surreni si trovano sui poli superiori mentre il polo inferiore pi appuntito.
A destra il margine laterale con il lobo destro del fegato, e a sinistra con la milza in alto e colon
discendente in basso.
A destra il margine mediale con vena cava, a sinistra con aorta addominale.
URETERE
A 5 X vediamo, tramite colorazione EE, un organo cavo e quindi risulta essere diviso in tonache.
La sezione trasversale coglie tutto lo spessore dellorgano. Muovendoci lungo lambito del
preparato si nota che non ne viene presa in considerazione solo una parte, come accade nella
vescica, ma tutto lorgano in toto.
Il lume appare irregolare, ci troviamo la sezione dellorgano colto in fase di svuotamento
deplezione.
Sotto lepitelio notiamo la lamina propria, a formare insieme la tonaca mucosa.
La lamina propria divisa in due componenti: una a sollevare lasse delle pieghe, laltra in
profondit a fornire sostegno alla base e non si infiltra nella base.
Manca la sottomucosa. Alcuni libri considerano come facente le veci della sottomucosa la porzione
pi basale della lamina propria.
La tonaca muscolare ha una particolarit, che ci consente di fare diagnosi di organo.
Le fasce muscolari (lisce) delluretere sono al contrario di come in realt dovrebbero essere!
Ovvero, lo strato interno longitudinale e lo strato esterno circolare.
Lepitelio delluretere, cos come delle vie urinarie, un epitelio di transizione, detto urotelio.
Per Macchiarelli lurotelio composto sia da uno strato pseudostratificato sia da uno strato
pseudoseriato.
Nello strato pi superficiale si nota la presenza delle caratteristiche cellule ad ombrello.
Le cellule ad ombrello sono globose, hanno il nucleo centrale, sono talvolta binucleate.
Nel versante basale delle cellule ad ombrello abbiamo invaginazioni delle cellule verso lo strato
sottostante di cellule (clavate?) pi abbondanti.
Notiamo anche uno strato pi profondo di cellule basali di rimpiazzo.
Lapice delle cellule ad ombrello, a forma globosa, verso il lume, presenta un aggregarsi di
sialoproteine (uroplachine) che fa si di renderle impermeabili allurina.
Queste cellule ad ombrello hanno anche importanti giunzioni tra di loro che fanno si che la
sottostante lamina propria (manca la sottomucosa), che risulta essere davvero ben vascolarizzata,
non faccia passare il sangue nella via urinifera bench lurina sia ipertonica.
Il plasma tenderebbe a recarsi verso il compartimento ipertonico ma grazie alle giunzioni non passa.
La lamina propria assai vascolarizzata.
Al di fuori dello strato di muscolatura circolare esterno (eccezione), abbiamo la tonaca avventizia.
I calici minori sono in numero di otto-dodici, quindi di meno delle piramidi renali (corticale, senza
corpuscoli renali). Si fissano alla base di una papilla renale e con laltra confluiscono a formare i
calici maggiori, in genere in numero di 3 (superiore, medio, inferiore). I calici inferiori poi danno la
pelvi renale, divisa in pelvi dendritica e pelvi ampollare, dalla quale originano gli ureteri.

Gli ureteri sono organi canalicolari muscolomembranosi pari e simmetrici che collegano la pelvi
renale alla vescica.
Si estendono dalla regione lombare alla piccola pelvi. Nel maschio misura 29 cm, nella donna 28.
Luretere nel primo tratto retroperitoneale, per diventare sottoperitoneale nella sua porzione
pelvica. Lultima porzione intramurale o intravescicale nella vescica, con decorso obliquo.
Allo stretto superiore del bacino luretere passa da retro a sotto peritoneale. A questo tratto passa
dietro i vasi iliaci facendo un inginocchiamento.
Prima dellinginocchiamento ha davanti la concavit, al di sotto dellinginocchiamento vi ha la
convessit.
Presenta 3 restringimenti., tra i restringimenti abbiamo i fusi.
Il primo restringimento a circa 7-8 cm dallilo renale, il secondo pi in basso presso la flessura
marginale e il terzo all sbocco obliquo in vescica nel meato ureterale che fatto in modo tale da
evitare la risalita dellurina in vescica.
Nelluomo e nella donna i rapporti nella parte addominale sono uguali.
Posteriormente poggia sullo psoas, anteriormente coperto a destra dalla seconda porzione del
duodeno, a sinistra dalla flessura duodeno digiunale, incrociato dai vasi genitali, e in basso a
destra dalla radice del mesentere, mentre a sinistra dalla radice del colon ileopelvico. In rapporto
anche con le anse intestinali. Passa dietro i vasi genitali.
Medialmente con la cava a destra e con laorta a sinistra. Lateralmente prima con il polo inferiore
del rene, e poi a distanza variabile con il colon ascendente a destra e discendente a sinistra.
Passando ventralmente rispetto alla arteria iliaca interna e alla vena, nel maschio incrocia larteria
vescicale e i vasi ipogastrici.
Sotto il peritoneo raggiunge la vescica, incrociato dal dotto deferente. Passa tra dotto deferente in
basso e vescica medialmente.
Nella femmina contribuisce a delimitare posteriormente la fossa ovarica, poi penetra nel legamento
largo, avvicinandosi allarteria uterina presso il collo dellutero, che poi lo incrocia. Incrocia il
fornice laterale della vagina per poi entrare nella vescica.
Lultima porzione lunga circa 1,5 cm ed situata nello spessore della parete vescicale con
direzione obliqua e in basso e medialmente.
Il meato ureterale lungo circa mezzo centimetro.
La mucosa vescicale contribuisce a formare la valvola ureterica che evita la risaluta dellurina
(ipertonica).
Luretra un canale muscolomembranoso impari e mediano che origina dalla vescica con il meato
uretrale interno e termina aprendosi allesterno col meato uretrale esterno.
Uretra maschile
Lunga circa 20 cm, origina a livello dellapice anteriore del trigono vescicale, e termina alla
sommit del glande del pene, dovuto ad un accentuarsi del corpo cavernoso delluretra. Fa seguito
al collo della vescica e decorre dapprima dentro la pelvi, circondata dalla prostata, poi attraversa il
pavimento pelvico e poi il pene e il perineo anteriore. Dallo sbocco dei condotti eiaculatori al meato
uretrale esterno vi passa anche lo sperma.
Luretra dapprima prostatica, poi membranosa per un centimetro nel diaframma urogenitale, poi
spongiosa nel corpo cavernoso.
La curva sottopubica dovuta allarco inferiore della sinfisi pubica entrando nel bulbo delluretra.
La curva prepubica non definitiva ed dovuta al pene se flaccido o eretto.
Il rabdosfintere il muscolo sfintere striato delluretra mentre passa nel diaframma urogenitale.
Nel diaframma urogenitale si trovano anche le ghiandole bulbouretrali del Cowper.

Luretra femminile attraversa il pavimento pelvico e si apre allesterno nel vestibolo della vagina,
porzione anteriore. Origina in corrispondenza dellapice anteriore del trigono vescicale, e termina
dietro il glande del clitoride.
Si pone in rapporto con il plesso venoso pudendo e con la sinfisi pubica.
VESCICA
5 X, EE, organo cavo con tonache.
Condivide con luretere lurotelio e molte caratteristiche, come tutte quelle delle cellule ad
ombrello.
Nella vescica, di cui non cogliamo una intera sezione come accadeva nelluretere, la muscolatura
pu apparire scompaginata nellambito del preparato ma quello che importante che abbiamo 3
strati di muscolatura liscia, ovvero longitudinale, circolare e longitudinale, a partire dallinterno.
Difficile coglierne le differenze nel preparato che spesso scompaginato.
Il muscolo che forma questi 3 strati un muscolo liscio chiamato muscolo DETRUSORE della
vescica.
Esternamente al muscolo bisogna pensare allanatomia macroscopica per capire cosa vi possiamo
trovare.
Tra la faccia posteriore della sinfisi pubica e la superficie anteriore della vescica abbiamo lo spazio
di Retzius, uno spazio con tessuto adiposo e vasi. Possiamo trovare la fascia di Retzius.
Lepitelio delluretere, cos come delle vie urinarie, un epitelio di transizione, detto urotelio.
Per Macchiarelli lurotelio composto sia da uno strato pseudostratificato sia da uno strato
pseudoseriato.
Nello strato pi superficiale si nota la presenza delle caratteristiche cellule ad ombrello.
Le cellule ad ombrello sono globose, hanno il nucleo centrale, sono talvolta binucleate.
Nel versante basale delle cellule ad ombrello abbiamo invaginazioni delle cellule verso lo strato
sottostante di cellule (clavate?) pi abbondanti.
Notiamo anche uno strato pi profondo di cellule basali di rimpiazzo.
Lapice delle cellule ad ombrello, a forma globosa, verso il lume, presenta un aggregarsi di
sialoproteine (uroplachine) che fa si di renderle impermeabili allurina.
Queste cellule ad ombrello hanno anche importanti giunzioni tra di loro che fanno si che la
sottostante lamina propria (manca la sottomucosa), che risulta essere davvero ben vascolarizzata,
non faccia passare il sangue nella via urinifera bench lurina sia ipertonica.
Il plasma tenderebbe a recarsi verso il compartimento ipertonico ma grazie alle giunzioni non passa.
La lamina propria assai vascolarizzata e si solleva in papille e ha anche il versante basale.
Il muscolo detrusore della vescica formato dai tre strati di muscolatura liscia che nel suo insieme
lo vanno a comporre.
Difficile da distinguere con chiarezza i tre strati (longitudinale, circolare, longitudinale) perch il
preparato pu essere scompaginato.
La vescica un organo impari e mediano i cui rapporti e dimensioni variano secondo let, il sesso
e lo stato di riempimento.
Nelladulto, se vuota, nella parte anteriore della piccola pelvi, dietro la sinfisi pubica, al davanti
lutero nella donna e il retto nel maschio.
di forma trasversale nella donna per la presenza posteriore dellutero.
Se in stato di riempimento si spinge nella regione ipogastrica.
La vescica ha un corpo, una base o fondo, un apice, che d attacco al legamento ombelicale
mediano.

Mediano, poi medio, poi laterale.


I legamenti vescicali anteriori sono pari e la connettono alla sinfisi pubica. Nelluomo anche alla
prostata.
Lo spazio anteriore occupato dal plesso pudendo.
I legamenti vescicali posteriori sono pari e presenti solo nel maschio, e lo collegano alle superfici
posteriori del retto (lungo le quali il peritoneo abbandonava il retto secondo una linea obliqua).
Il legamento ombelicale mediano unisce lapice della vescica al peritoneo parietale sottoombelicale
medialmente. Forma la piega ombelicale media.
E il residuo fistoloso delluraco e non deve essere pervio.
I legamenti ombelicali laterali che sono il seguito delle arterie ombelicali e vanno a fissarvisi
lateralmente.
LA FASCIA VESCICALE quella porzione che pu essere presente anche nel preparato al
microscopio. connettivo difficilmente isolabile rinforzato dalla fascia rettovescicale nelluomo e
vescicovaginale nella donna.
Lo spazio prevescicale del Retzius tra la vescica e la sinfisi pubica.
Inferiormente lo spazio di Retzius chiuso dal trigono urogenitale (muscolo trasverso profondo del
perineo).
Il peritoneo posto solo superficialemente la vescica rivestendola. Sono da notare le fossette
peritoneali, la media e le laterali (dovute al legamento ombelicale mediano e laterali).
Posteriormente abbiamo il cavo vescicouterino nella donna (che non il punto pi declive) e il cavo
rettovescicale nelluomo (lo sfondato pi declive che in continuit con la loggia mesenteriocolica
di sinistra). Nonostante tutti i legamenti comunque mobile.
Internamente il trigono vescicale si nota come unarea triangolare ben visibile a vescica vuota.
Arterie vescicali superiori, dalle iliache interne, cos come le vescicali inferiori. Pudende interne,
formando una ricca rete anastomotica avventiziale.

Il CANALE INGUINALE. Struttura virtuale nella quale decorrono il funicolo spermatico

nel maschio ed il legamento rotondo nella femmina.

Nel canale inguinale del maschio decorre il funicolo spermatico che composto dalle seguenti
strutture.

dotto deferente che serve al passaggio degli spermatozoi dal testicolo ai dotti ejaculatori
arteria deferenziale ramo della arteria vescicale inferiore
arteria spermatica interna ramo diretto dellaorta
arteria spermatica esterna ramo dellarteria epigastrica inferiore
sistema venoso posteriore che confluisce nella vena epigastrica inferiore
sistema venoso anteriore che confluisce direttamente nella cava inferiore (a destra) e nella
vena renale (a sinistra)
sistema linfatico del testicolo.
ramo genitale del nervo ileo-ipogastrico
ramo genitale del nervo ileo-inguinale
ramo genitale del nervo genito-femorale

Nella donna il canale inguinale percorso dal legamento rotondo dellutero che originato
dallangolo superomediale al davanti dellostio tubarico se ne esce tramite lorifizio cutaneo
del canale per sfioccarsi nella cute del grande labbro e nella fascia del muscolo pettineo.

TESTICOLO
BY SFERRA
Organo parenchimatoso con tonaca albuginea da indagare lungo tutto lambito del preparato. La
tonaca albuginea invia di tanto in tanto dei tralci che suddividono lorgano in LOGGE e queste
strutture veicolano strutture vascolari.
In ogni loggia ecco connettivo e formazioni tubulari.
Nel connettivo tra tubuli abbiamo gruppetti cellulari del Leydig e vasi sanguigni.
A 10 % osserviamo meglio la tonaca albuginea con allesterno una filiera di cellule estremamente
appiattite visibili non ovunque. Si tratta del foglietto viscerale della sierosa testicolare, lepiorchio,
visibile non ovunque.
Quali sono gli strati che vediamo?
Lepiorchio mesoteliale esternamente e molto sottile, al di sotto del quale lo strato sottomesoteliale
senza vasi (come nel polmone) ma con abbondanti fibrocellule muscolari lisce.
Lo strato sottostante lo spesso strato connettivale, la tonaca albuginea propriamente detta, con uno
spesso strato connettivale con vasi.
Al di sotto la tonaca vascolosa, con vasi che vanno aumentando in numero.
Osserviamo anche numerosi tubuli contorti.
Abbiamo vari strati, con 2 linee cellulari:
germinali;
di sostegno (Sertoli).
Le cellule del Sertoli hanno forma triangolare e sono individuabili con difficolt.
La linea germinale.
Nel versante basale abbiamo gli spermatogoni.
Gli spermatogoni possono essere A (di riserva, staminali) che appaiono pi scuri (eterocromatina).
Gli spermatogoni basali possono essere B (verso la differenziazione, appaiono pi chiari).

Nel compartimento adluminale abbiamo spermatociti, che sono pi lontani dalla membrana basale.
Nel compartimento ancora pi apicale abbiamo gli spermatidi con nucleo ancora pi piccolo.
Talvolta si identificano spermatozoi.
Le cellule del Sertoli hanno nucleo triangolare, allungato, sono sensibili al FSH.
Le cellule del Leydig sono sensibili al LH e nello stroma in cui sono abbiamo anche elementi
fibrocellulari lisci con il loro scheletro contrattile di actina e miosina.
Talvolta nella porzione posterosuperiore del testicolo individuiamo un epitelio cubico semplice,
quello della rete testis.
Nella rete testis non si svolge pi spermatogenesi.
Nella rete testis confluiscono tutti i condottini.

EPIDIDIMO
By Sferra
Anche lepididimo, nella sua testa, ha tonaca albuginea con le sue caratteristiche peculiari. La
tonaca albuginea dellepididimo pi sottile di quella del testicolo.
Ha 2 regioni, ecco come differenziarlo dal testicolo, in quanto nel testicolo avevamo un solo tipo di
tubuli.
Le due formazioni tubulari sono:
i condottini efferenti non proprio tondeggianti
la testa dellepididimo con formazioni decisamente pi grandi.
Alcune cellule mesoteliali possono bordarlo presso il mesorchio presso la testa.
I condottini efferenti piccoli hanno epitelio cubico, come la rete testis, epitelio cubico semplice.
Alcuni hanno stereociglia fisse.
Vi possono essere fibrocellule muscolari lisce.
La testa dellepididimo ha condotti decisamente pi grandi, con epitelio cilindrico monostratificato
con cellule ampie (tutto grande in questo tubulo). Allapice vediamo anche qui le stereociglia fisse.
sbagliato parlare di stereociglia. Si dovrebbe parlare di microvilli in quanto vi sono anche
fenomeni di riassorbimento e secrezione.
PROSTATA
By SFERRA
E un organo parenchimatoso caratteristico perch la sua capsula esterna fibromuscolare!
Riusciamo a vedere il muscolo liscio abbondante che penetra sepimentando lorgano in logge.
Spesso si addentra a dare la trama di sostegno dellorgano nella quale riusciamo a vedere vasi.

La prostata d nutrimento agli spermatozoi, con acido citrico e enzimi come la beta glucoronidasi.
Le vescichette seminali anche vi danno nutrimento, mentre le ghiandole bulbo uretrali del Cowper
nel trigono urogenitale servono a lubrificare luretra, e sboccavano nel bulbo delluretra.
Immerse in questo stroma prostatico fibromuscolare abbiamo molte ghiandole utricolari che
riversano nelluretra prostatica i loro secreti al momento episodico della eiaculazione.
Posterosuperiormente alla prostata vi penetrano i dotti eiaculatori dovuti allunione tra le ampolle
deferenziali e il canale secretorio delle vescichette seminali.
Le ghiandole utricolari prostatiche hanno epitelio cilindrico semplice se lorgano normale!!!
Corpora amilacea sono concrezioni di precipitati enzimatici reperibili nella prostata di anziano.
Nella porzione anteriore delluretra prostatica si uniscono la via urinifera e la via riproduttiva.
UTERO
LUTERO SI TROVA NELLA PICCOLA PELVI, E UN ORGANO IMPARI E MEDIANO
A FORMA DI PERA.
HA FONDO, CORPO, ISTMO E COLLO.
LUNGO 6-7 cm, LARGO CIRCA 4 E SPESSO 3.
HA UNA FACCIA ANTERIORE O VESCICALE.
UNA FACCIA POSTERIORE O INTESTINALE.
HA 2 MARGINI LATERALI.
IL FONDO E POSTO SUPERIORMENTE E GLI ANGOLI TUBARICI SONO SUPERO
LATERALI.
LUTERO E ANTIFLESSO RISPETTO ALLA VESCICA E ANTIVERSO RISPETTO
ALLA VAGINA.
I DUE SFONDATI SI ESPLICANO ANTERIORMENTE (UTEROVESCICALE) E
POSTEROSUPERIORMENTE (DEL DOUGLAS).
I LEGAMENTI LARGHI SONO FORMATI DALLUNIONE DEI DUE FOGLIETTI
PERITONEALI PRESSO I MARGINI LATERALI DELLUTERO E SI RISOLVONO
LATERALMENTE PRESSO LA PARETE LATERALE DELLA PICCOLA PELVI.
IL LEGAMENTO LARGO:
SUPERIORMENTE ACCOGLIE LA TUBA;
ANTERIORMENTE IL LEGAMENTO ROTONDO DELLUTERO;
POSTERIORMENTE
LOVAIO,
LUTEROOVARICO,
IL
TUBOOVARICO.

MESOVARIO,

IL

A livello del margine superiore del legamento largo il peritoneo presenta un comportamento
particolare per la presenza del legamento rotondo anteriormente, della tuba uterina superiormente
e dellovaio posteriormente.
Il legamento largo, dallavanti allindietro, ha un piccolo rilievo dato dal legamento rotondo che
posto pi anteriormente, poi si incontra la tuba superiormente e posteriormente lovaio.
Il mesosalpinge la parte del legamento largo che sottende la tuba.
Il mesovario la piega del legamento largo che sottende lilo dellovaio.
Lovaio quindi, pur senza presentare un rivestimento da parte della sierosa, viene a trovarsi dentro
la cavit peritoneale.

Medialmente al mesovario il peritoneo della porzione posteriore del legamento largo si solleva in
corrispondenza del legamento uteroovarico.
Lateralmente al mesoovario c il legamento sospensore dellovario che risale nella pelvi fino al
peritoneo parietale posteriore lombare.
ALTRI MEZZI DI FISSITA DELLUTERO SONO:
I MUSCOLETTI UTERO VESCICALI
I MUSCOLETTI RETTO UTERINI
I LEGAMENTI UTERO SACRALI
IL LEGAMENTO CARDINALE LATERALE DEL MACKENDRODT.
IL LEGAMENTO ROTONDO DELLUTERO ORIGINA SUPEROANTERIORMENTE
RISPETTO ALLOSTIO TUBARICO E SI PORTA NEL CANALE INGUINALE FINO A
SFIOCCARSI PRESSO IL GRANDE LABBRO E FASCIA MUSCOLO PETTINEO.

TUBE UTERINE
LA TUBA UTERINA E UN CONDOTTO MUSCOLO MEMBRANOSO DI CIRCA 12 cm CHE
COMUNICA CON LA CAVITA UTERINA E CON QUELLA ADDOMINALE.
SI DIRIGE INDIETRO E IN ALTO.
RAGGIUNGE IL POLO SUPERIORE DELLOVARIO.
NELLA TUBA AVVIENE LA FECONDAZIONE.
LA TUBA E DIVISA IN FIMBRIA, INFUNDIBOLO, AMPOLLA E INTRAMURALE.
LA TUBA E AVVOLTA DAL MESOSALPINGE, MEDIALMENTE NEL LEGAMENTO
LARGO DELLUTERO.
ANASTOMOSI TRA RAMI FIMBRICI E OVARICI.
ARCATA ARTERIOSA NEL MESOSALPINGE.
OVARIO
LOVARIO SI TROVA NELLA CAVITA ADDOMINALE NELLA PICCOLA PELVI E NELLA
FOSSETTA OVARICA.
HA FORMA DI UNA MANDORLA CON DIMENSIONI DI CIRCA 4 CM DI LUNGHEZZA
PER 2 PER 1.
LA FACCIA MEDIALE GUARDA VERSO LA CAVITA PELVICA, LATERALMENTE
CORRISPONDE AD UNA DEPRESSIONE DEL PERITONEO, DETTA FOSSETTA OVARICA.
LA PARETE ANTERIORE E IN RAPPORTO CON LE PIEGHE E CON LE FOSSETTE
PARIETALI.
INFERIORMENTE HA IL PAVIMENTO PELVICO.
SUPERIORMENTE SCONFINA NELLA CAVITA ADDOMINALE.

DIETRO CON LO SPAZIO RETROPERITONEALE.

LOVARIO E POSTO POSTEROLATERALMENTE NELLA PICCOLA PELVI.


PUR NON AVENDO UN RIVESTIMENTO DA PARTE DELLA SIEROSA VIENE A
TROVARSI NELLA GRANDE CAVITA PERITONEALE.
E POSTO DIETRO AL PERITONEO AVVOLTO DA EPITELIO GERMINATIVO
LATERALMENTE POGGIA SULLA FOSSETTA OVARICA.
Quali sono i limiti della fossetta ovarica?
DAVANTI CE LINSERZIONE DEL LEGAMENTO LARGO DELLUTERO.
SUPERIORMENTE ABBIAMO I VASI ILIACI.
IN BASSO ABBIAMO LE ARTERIE OMBELICALI E UTERINE.

UTERO E OVARIO HANNO ANASTOMOSI TRA ARTERIA OVARICA E ILIACA


INTERNA.
LA BORSA OVARICA HA TASCA CON LATERALMENTE IL PERITONEO
PARIETALE E MEDIALMENTE LA TUBA CON IL MESOSALPINGE.
Quali sono i legamenti dellovario?
1)
LEGAMENTO SOSPENSORE CHE SI PORTA AL POLO SUPERIORE
AVVOLGENDO I VASI E NERVI OVARICI.
2) IL LEGAMENTO UTERO-OVARICO, POLO INFERIORE E ANGOLO SUPERO
LATERALE UTERO.
3) MESOVARIO TRA ILO E LEGAMENTO LARGO UTERO.
4) TUBO OVARICO TRA POLO SUPERIORE E FIMBRIA TUBARICA.
SPAZIO SEMILUNARE DEL TRAUBE
Ha forma di semiluna con la convessit superiore, ed delimitato inferiormente dal margine
dellarcata costale di sinistra, va dal processo xifoideo fino alla nona costa inferiormente,
lateralmente dalla quinta alla nona costa qualche cm a lato della emiclaveare sinistra.
Corrisponde al fondo gastrico e alla bolla gastrica.

TRIANGOLO DEL LABBE


Delimita la porzione dello stomaco in contatto con la parete addominale anteriore.
In basso ha una linea orizzontale che passa per la nona cartilagine costale, a sinistra dallarco
costale, a destra dal margine anteriore del fegato.
Quindi il fegato non vero che non palpabile, in quanto tra processo xifoideo e triangolo del
Labb a contatto con la parete addominale anteriore.
OVAIO

EE 5X. La complessit dellovaio risiede nella corticale molto estesa. La zona centrale pi
linitata, chiara, vascolarizzata, meno importante anatomicamente. Limitiamoci alla zona corticale
esterna.
Esternamente sappiamo che lovaio rivestito ovunque da epitelio germinativo, ma che noi
possiamo non vederlo ovunque. comunque improprio parlare di epitelio germinativo nellovaio
perch i gameti vi migrano gi formati dallentoderma vitellino.
Lepitelio germinativo, che talvolta identifichiamo, cubico semplice, esile, monostratificato.
Poi sotto lepitelio germinativo dellovario abbiamo la tonaca falsa albuginea. La tonaca falsa
albuginea avascolare, acellulare!
Pi sotto la tonaca falsa albuginea abbiamo corpuscoli che sono follicoli oofori in diversi stadi di
maturazione. Possiamo identificare anche corpi lutei, derivati dal follicolo che ha ovulato, e follicoli
atresici, dovuti allinvoluzione. Ci si involve fino al follicolo secondario.
Abbiamo quindi follicoli oofori nei vari stadi, corpi lutei e follicoli atresici.
Quali sono i vari stadi dei follicoli oofori?
I follicoli primordiali abbondano in numero. Alla nascita sono circa 1 milione. Loocita centrale e
misura 30 micron ed circondato da un unico strato di cellule appiattite.
Loocita primario spesso 40 micron e ha cellule cubiche attorno, non piatte.
Loocita secondario grande circa 60-70 micron e oltre alle cellule della granulosa abbiamo anche
la zona pellucida. Talvolta due fila di cellule. C la granulosa.
Il follicolo terziario o preovulatorio di Graff ha al centro loocita che stato innalzato rispetto alla
granulosa attorno.
C la zona pellucida.
Solo un secondario diventa terziario preovulatorio, gli altri regrediscono in atresica che mantengono
una certa cellularit.
Lepitelio della granulosa delloocito terziario pluristratificato e si dispone tutto attorno il follicolo
e va a fare il cumulo ooforo, il resto corona radiata.
Il cumulo ooforo del follicolo preovulatorio quindi dipendenza della tonaca albuginea.
Il resto corona radiata.
Loocita resta ancorato alla granulosa causa un ponte di cellule.
Lantro follicolare si trova dentro la granulosa e il liquido si trova quindi attorno il cumulo ooforo.
Fuori la granulosa, abbiamo una membrana basale e poi la teca interna e la teca esterna.
Quali sono le differenze tra teche interne e esterne?
La teca interna un organo endocrino transitorio del follicolo secondario bombardato dal FSH a
produrre estrogeni nella prima met del ciclo mestruale.
La teca interna si trova a partire dal follicolo secondario.
Dalla teca esterna poi migrano macrofagi e fibroblasti a dare il corpus albicans dal luteo il
ventottesimo giorno. Ivi avremo neoangiogenesi. La teca esterna un involucro connettivale non
meno importante.
Quali sono le caratteristiche di un pre corpo luteo?
Il corpo luteo si ha dopo lespulsione delloocito con il suo cumulo ooforo il quattordicesimo
giorno.
La granulosa appare irregolare perch loocito stato sparato fuori la granulosa.

Le ex cellule della granulosa si sono sfaldate e diventano cellule luteiniche steroidogeniche con
citoplasma chiaro e con nucleo centrale. Le cellule luteiniche steroidogeniche nella seconda parte
del ciclo mestruale danno progesterone sotto LH.
Se le cellule sono regolari si parla di follicolo post ovulatorio. Quando le cellule della granulosa
diventano irregolari allora si parla di corpo luteo.
Dopo il ventottesimo giorno termina la fase progestinica, dalla teca esterna arrivano macrofagi e si
pappano la ex granulosa.
Il corpus albicans sar il residuo del corpo luteo se non vi stata fecondazione.
Dalla teca esterna arrivano anche fibroblasti che mettono collagene e matrice nellantro follicolare.
Nella teca esterna vascolarizzata, e ivi avremo neoangiogenesi.
In tal modo nella fase terminale del ciclo abbiamo formato il corpus albicans.
Se vi fosse stata la fecondazione il corpo luteo non sarebbe diventato albicans ma rimasto gravidico
continuando a secernere estrogeni e progesterone fino alla met della gravidanza.
(Con la vecchiaia lovaio assume un aspetto bottonuto con avvolgimenti periferici).
Il follicolo atresico deriva dallinvoluzione del primario o del secondario che non diventa ovulatorio
ma mantiene ancora una certa cellularit!.
TUBA
5 X sezione trasversale a tutto spessore.
Abbiamo pieghe fortemente irregolari, cos come il lume della stessa.
Le pieghe hanno un asse di connettivo.
Le pieghe che vediamo sono le fimbrie che sono i petali della colonna.
Lendosalpinge la tonaca mucosa.
La lamina propria risulta quindi essere fatta di due parti, sia nellasse delle pieghe che in profondit.
Perifericamente abbiamo ampia sierosa con sottosieroso con molti vasi e sottomesoteliale senza
vasi.
La tuba NON ha sottomucosa.
Lepitelio delle pieghe fimbrie composto da due tipi di cellule: ciliato con brush border e
responsabile della progressione. Ci sono anche cellule muco secernenti.
Oltre alle cellule ciliate e a cellule muco secernenti abbiamo anche linfociti intraepiteliali sparsi che
provengono dallasse connettivale.
Ci sono anche stem cells di rimpiazzo.
Manca la sottomucosa ma subito sotto la lamina propria ecco il miosalpinge, la tonaca muscolare,
con strato circolare interno e longitudinale esterno.
La sierosa ha il mesotelio, con sottomesotelio senza vasi, e sottosieroso con vasi abbondanti.
UTERO
Lutero un organo cavo, ci troviamo a 5 X, abbiamo tonache sovrapposte.
La mucosa detta endometrio, la muscolare il miometrio, la sierosa il perimetrio.
Anche nellutero manca la sottomucosa, quindi sotto la mucosa abbiamo direttamente lo strato
muscolare.
Lendometrio continuo, con un monostrato di cellule ciliate, muco secernenti, e stem cells di
rimpiazzo.
Non vi sono estroflessioni come invece nella tuba.
Lendometrio ha uno strato basale e uno strato funzionale.
Nella lamina propria della tonaca mucosa dellutero abbiamo abbiamo anche alcune ghiandole
tubulari semplici.

Lendometrio, ovvero la tonaca mucosa, ha due strati: uno funzionale uno basale.
Lo strato funzionale viene portato via dalla mestruazione.
Lo strato basale di solito resta ed lunico visibile nei preparati.
Lo strato basale ha le ghiandole uterine tubulari semplici dal cui epitelio rigenerer tutto lo strato
funzionale.
La muscolatura dellutero incredibilmente spessa, a diretto contatto con la tonaca mucosa.
Abbiamo tre strati di muscolatura liscia.
liscia perch in sezione longitudinale non vediamo la striatura e in sezione trasversale non si
identifica quasi mai il nucleo.
Abbiamo tre strati di muscolatura. Il pi interno longitudinale, lo strato intermedio circolare ed
detto strato vascolare perch pieno di vasi. Lo strato pi esterno sarebbe ancora longitudinale, ma di
solito nelle exeresi non si prende perch equivarrebbe al taglio della porzione pi esterna dellutero.
Quindi abbiamo un taglio netto a bloccare la visione del terzo strato longitudinale esterno.

PERINEO
Il perineo linsieme delle parti molli coperte da cute che si dispongono a chiudere
inferiormente il bacino. Si trova in posizione mediana tra la radice delle cosce, ha forma di
losanga delimitato in superficie da 4 lati, a dare il triangolo anteriore diverso in uomo e donna
(questultima vi ha lapertura vaginale) mentre il triangolo posteriore uguale in uomo e
donna e contiene lapertura anale. Lapice anteriore corrisponde al margine inferiore della
sinfisi pubica, lapice posteriore allapice del coccige e lateralmente alle tuberosit ischiatiche.
I lati posteriori in profondit corrispondono ai legamenti sacrotuberosi.
Consta di cinque strati che, dalla profondit in superficie, sono:
- il diaframma pelvico
- il muscolo sfintere esterno (striato) dellano
- il diaframma o trigono urogenitale
- i muscoli ischiocavernosi e bulbocavernosi
- i muscoli trasversi superficiali del perineo.
DIAFRAMMA PELVICO:
- muscolo ischiococcigeo, pari.
- muscolo elevatore dellano, pari, dal lato sella sinfisi alla spina ischiatica. Inserendosi
parietalmente sul retto ne delimita la porzione ampollare dal canale.
SFINTERE ESTERNO (STRIATO) DELLANO
- muscolo circolare a mo di manicotto nella porzione terminale del canale alimentare. Si
inserisce nella porzione profonda del derma. Lo sfintere interno invece liscio.
DIAFRAMMA (O TRIGONO) UROGENITALE
- Trasverso profondo del perineo, pari, tra ischi e rafe mediano.
- Sfintere striato delluretra che circonda a manicotto il bulbo delluretra. Nella donna
riveste anche un p la vagina. Nel diaframma o trigono urogenitale delluomo si
trovano le ghiandole bulbouretrali del Cowper che hanno un dotto escretore lungo
circa 3 cm che serve a lubrificare luretra.

ISCHIOCAVERNOSI E BULBOCAVERNOSI
- Muscoli ischiocavernosi, pari, nella loggia peniena o bulboclitoridea, dalla tuberosit
ischiatica posteriormente si perdono nella caverna peniena o bulboclitoridea.
- Muscoli bulbocavernosi, pari, uniti nelluomo e dal centro tendineo del perineo
avvolgono i corpi cavernosi nella prima porzione e il bulbo delluretra. Nella donna
sono separati, circondano lorifizio vaginale e la porzione terminale delluretra.
TRASVERSO SUPERFICIALE DEL PERINEO
- pari, dalla tuberosit ischiatica al centro tendineo del perineo. superficiale e
ricoperto dalla fascia perineale superficiale, unendosi col controlaterale.

INTESTINO CRASSO (appunti)


Il mesocolon trasverso si fissa sulla parete posteriore delladdome seguendo landamento obliquo
del colon trasverso, dalla faccia anteriore del rene destro a quella del rene sinistro passando davanti
alla porzione discendente (seconda) del duodeno, alla testa del pancreas e al margine inferiore del
corpo e della coda. Quindi pancreas e duodeno sono sia sopra che sotto mesocolici.
Larcata del Riolano tra la colica destra e sinistra (arterie).
La flessura duodeno digiunale retroperitoneale, fissa a causa del muscolo sospensore di Treitz,
sottomesocolica e il mesentere non vi origina. Larco vascolare di Treitz lincrocio tra arteria
colica sinistra e la vena mesenterica inferiore.
La flessura duodenodigiunale fissa e quindi usata come punto di repere.
Laltro punto di repere fisso del tenue la valvola ileocecale, lo sbocco dellultima ansa ileale.
Larteria colica destra, la media e la ileocolica sono rami della concavit della mesenterica
superiore.
Dalla convessit rami ileali.
La colica media anastomizzata con la destra e la destra con la sinistra (arcata del Riolano).
La mesenterica inferiore ha colica sinistra, rami signoidei e rettale superiore.
Larco vascolare del Treitz dovuto alla vena mesenterica inferiore e alla arteria colica sinistra.
I quattro foglietti del grande omento embrionale nelladulto sono fusi ed 1 solo.
I foglietti nellembrione passano sopra il colon trasverso, sopra il mesocolon andando a spingere il
pancreas nella sua loggia retroperitoneale e delimitando il legamento gastrocolico: il legamento
gastrocolico quindi deriva dallunione dei 4 foglietti.
Dato che nelladulto sono fusi in 1 solo, si dice grembiule omentale e non pi borsa omentale.
La radice del mesentere si trova a sinistra di L2.
Quali sono le logge dello spazio sottomesocolico?

Sono 4, le due logge paretocoliche destra e sinistra, con le pareti addominali laterali, poi la loggia
mesenteriocolica di destra, a forma di triangolo con apice in basso, la loggia mesenteriocolica di
sinistra, a forma di quadrangolo e soprattutto aperta in basso.
La mesenteriocolica di sinistra quindi, in caso di versamento, lo fa drenare direttamente nello
sfondato pi profondo (il vescicorettale nelluomo o quello di Douglas detto anche rettouterino
nella donna).
Un eventuale versamento nella loggia mesenteriocolica destra sar pi difficile da scoprire e,
prima di manifestarsi, avr raggiunto dimensioni maggiori.
La loggia mesenteriocolica di destra chiusa inferiormente dallappendice e dallultima ansa
ileale.

VIE AREEE
Superiori (naso esterno, cavit nasali, seni paranasali, faringe)
Inferiori (laringe, trachea, bronchi).
Lepitelio laringeo non ha ciglia.
NASO = NASO ESTERNO, CAVITA NASALI E SENI PARANASALI
NASO ESTERNO
Il naso esterno o piramide nasale formato da cartilagini e ossa. La piramide triangolare a base
inferiore.
Le facce sono laterali destra, sinistra, posteriore.
La faccia posteriore corrisponde allapertura piriforme delle ossa mascellari.
Le facce laterali hanno una porzione superiore fissa dovuta allosso nasale e una cartilaginea mobile
(ali del naso).
I solchi che dividono i margini laterali dal piano facciale sono i solchi nasopalpebrale, nasogenieno
e nasolabiale.
Il margine anteriore il dorso del naso che, dalla radice del naso, si sposta inferiormente fino
allapice inferiore.
Il sottosetto della base nasale individua le narici.
Arterie angolare, facciale, oftalmica.
Il naso esterno formato da cute, sottocute, muscoli e scheletro osteocartilagineo.
Scheletro: ossa nasali e mascellari, con la cartilagine del setto, le cartilagini laterali, le cartilagini
alari maggiori e eventualmente le minori.
La cartilagine del setto su un piano sagittale tra lamina perpendicolare delletmoide e vomere.
Le cartilagini laterali sono triangolari e sono tra ossa nasali, medialmente con la cartilagine del setto
e inferiormente con le alari.

Le cartilagini alari maggiori hanno forma a ferro di cavallo, sono poste infero lateralmente, sono
incurvate e possono essere fuse con le maggiori.
CAVITA NASALI E PARANASALI
Proseguono internamente le narici, e comunicano con il rinofaringe per mezzo di coane. Sono fatte
dal vestibolo, dalla cavit propriamente detta e dalle cavit paranasali.
Il vestibolo ha apertura inferiore (narici), pareti laterali e mediali, dal limen nasi con vibrisse, peli e
ghiandole sebacee.
Le cavit nasali propriamente dette sono tra neurocranio e splancnocranio, a forma di sue fessure
orientate sul piano sagittale, anteriormente hanno il vestibolo, posteriormente rinofaringe e coane.
La volta il corpo dello sfenoide, la lamina cribrosa, la spina frontale.
Il pavimento dai processi palatini del mascellare e dalle ossa palatine.
La parete mediale il setto con lamina perpendicolare, vomere e cartilagine del setto.
La parete laterale ha le sporgenze delle tre conche, di cui quella pi inferiore dovuta allosso della
conca nasale inferiore e le altre due sono dovute alletmoide.
Nel meato superiore si aprono le cellule etmoidali superiori.
Nel medio il seno mascellare e linfundibolo dal seno frontale e la bolla etmoidale.
Nellinferiore il canale nasolacrimale.
Lorifizio del seno mascellare nella conca nasale media ha forma di semiluna ma variabile.
Le coane lo connettono con la rinofaringe, delimitate dal corpo dello sfenoide e i processi
pterigoidei.
Arteria sfenopalatina terminale della mascellare interna che d le etmoidali anteriori e posteriori
anastomizzate con rami delloftalmica.
La mucosa respiratoria tappezza la maggior parte della superficie, deumidifica e riscalda, mentre la
olfattiva tappezza la parte pi superiore.
La mucosa respiratoria alquanto spessa e con il muco.
Lepitelio pluriseriato pseudostratificato con ciglia vibratili che si muovono in sincronia verso
lesterno, con molte cellule mucipare caliciformi.
La lamina propria non ha molte fibre elastiche. Il secreto ha anche molto lisozima e IgA, dimeri di
secrezione.
Il fumo blocca lazione delle ciglia.
I vasi sono ovviamente nel connettivo in particolare dalla lamina propria. Il molto sangue
contribuisce a riscaldare.
La mucosa olfattiva presso la lamina cribrosa, con epitelio di rivestimento e lamina propria :-)
Epitelio molto spesso, con cellule olfattive del nervo olfattivo.
Le cellule olfattive sono recettori sensoriali allungate. Hanno molto ergastoplasma e vescicole
olfattive.
I peluzzi sono immersi in glicoproteine e aumentano la superficie olfattiva. Ogni cellula olfattiva
dura circa due mesi.
Ci sono anche cellule basali e la lamina propria.
CAVITA PARANASALI
Scavate tra frontale, sfenoide, mascellare, etmoide, palatine.
Sono cavit pneumatiche.
Da vecchi si rimpiccioliscono. Servono a riscaldare e deumidificare laria. Servono alla fonazione,
alleggeriscono il massiccio facciale.

SENI FRONTALI
Scavati nellosso frontale, hanno forma triangolare con lapice in alto e la base inferiore.
Circa 2,5 cm per 1,5 cm, pi alte che larghe e profonde.
La parete ossea anteriore corrisponde alla regione sopraccigliare.
Lateralmente lincisura sovraorbitaria.
Posteriormente la parete sottile, in rapporto con le meningi.
Sono divisi medialmente, ma con variabilit per quanto riguarda limiti e comunicazione.
La base ha una regione etmoidale e orbitaria.
Linfundibolo parte dal seno frontale, comunica con le cellule etmoidali, si apre nel cornetto medio
dopo aver dato la bolla etmoidale, una doccia scavata con concavit verso lalto.
SENO MASCELLARE O ANTRO DI HIGMORO
nellosso mascellare e si apre nel meato medio con lapertura semilunare variabile.
Anche lui ha forma di piramide triangolare a base inferiore.
Posteriormente ha la fossa pterigopalatina ed posto superiormente al secondo molare superiore da
cui attaccato in caso di infezione.
In alto ha il pavimento dellorbita.
il pi ampio.
La parete anteriore la guancia.
La superiore orbitaria.
La posteriore la fossa pterigopalatina.
La base la conca inferiore.
difficile da drenare con acqua distillata perch lapertura semilunare supero posteriore.
SENI SFENOIDALI
Sono due cavit pari del corpo sfenoidale, che ne diminuiscono il peso sullo splancnocranio e sono
separati da una fessura per cui vale lo stesso discorso della lamina che separa medialmente i seni
frontali.
Hanno forma di nocciola (cuboide).
Hanno dietro la sella turcica e la lamina quadrilatera.
Sella turcica e ipofisi anche superiormente.
Lateralmente le grandi ali e il seno cavernoso.
Davanti letmoide.
Inferiormente volta della faringe.
Si apre nella conca superiore.

LARINGE
La laringe un condotto impari e mediano che inizia come prosecuzione della faringe, dietro la
lingua, e continua nella trachea.
lorgano della fonazione avendo le corde vocali e durante la deglutizione lepiglottide evita che vi
entri il bolo, abbassandosi.
Occupa una posizione mediana nei visceri del collo, sotto losso ioide.
La sua proiezione anteriore si estende dalla quarta alla sesta vertebra cervicale.
4 cm per laltezza.
3,6 per il diametro anteroposteriore.
Si modifica al cambiare del tono della voce e con let.

Ha forma di piramide triangolare con base in alto e apice in basso.


Lapice tronco in basso continua con la trachea.
Lateralmente ricoperta dai lobi della tiroide.
Pi superficialmente dai muscoli sottoioidei, fascia cervicale superficiale, media, platisma, cute,
sottocute.
La prominenza laringea o pomo dAdamo si osserva supero medialmente, dovuta alla convergenza
delle due facce anterolaterali della cartilagine tiroide della laringe.
Sotto la cartilagine tiroide della laringe si trova la sporgenza convessa dellanello della cartilagine
cricoide.
Posteriormente vi la faringe, divisa da un connettivo lasso.
La faccia posteriore della laringe sporge introflettendo la parete anteriore della faringe.
Sulla sua porzione pi alta (della prominenza della laringe nella faringe) c lincisura
interaritenoidea. Lateralmente i seni piriformi (docce tra faringe e laringe).
Sulla parete posteriore della laringe si ha il fascio vascolo nervoso del collo.
Lapertura superiore della laringe corrisponde al termine dellorofaringe.
costituita dallepiglottide, posteriormente e in basso dallapice delle cartilagini aritenoidee e le
corniculate.
CARTILAGINI
CARTILAGINE TIROIDEA
A forma di scudo, con due lamine laterali che convergono medialmente.
CARTILAGINE CRICOIDE
Impari, ad anello, sopra la trachea sotto la tiroidea.
CARTILAGINI ARITENOIDI
Pari, forma di piramidi, posterosuperiori alla cricoide.
CARTILAGINE EPIGLOTTIDE
Impari, forma di foglia. Delimita superiormente lapertura della laringe.
CARTILAGINI CORNICULATE E CUNEIFORMI
Poste posteriormente e in basso rispetto allepiglottide.
CARTILAGINE TIROIDE
la pi grande e impari. Si trova sotto losso ioide e al di sopra dellarco della cartilagine cricoide.
Ha forma di scudo costituito da due lamine quadrilatere verticali destra e sinistra, unite sul piano
sagittale mediano la cui parte pi superiore e sporgente la prominenza laringea detta Pomo
dAdamo.
La linea obliqua supero lateralmente: ha il tubercolo tiroideo superiore (pi grande) e il tubercolo
tiroideo inferiore (pi piccolo).
D inserzione allo sterno tiroideo e al tiro ioideo.
Alla sua altezza del margine superiore si biforca la carotide comune.
Anche il muscolo costrittore inferiore della laringe vi si unisce posteriormente.
Il margine superiore depresso medialmente.
Le facce sono concave anteriormente.
Il margine inferiore quasi orizzontale con un piccolo tubercolo medialmente.
Posteriormente vi sono il prolungamento tiroideo superiore (grande corno tiroideo superiore) e il
corno tiroideo inferiore, pi piccolo.
Il corno tiroideo superiore pi lungo e pi sviluppato e d inserzione al legamento tiroioideo
laterale.

Il corno tiroideo inferiore pi piccolo e si articola con la cricoide.


Entrambi i corni sono posteriormente.
CARTILAGINE CRICOIDE
lelemento scheletrico fondamentale della laringe.
sotto la cartilagine tiroidea, con i cui corni inferiori (posti posteriormente) si articola.
posta sopra il primo anello tracheale.
unita al primo anello tracheale dal legamento cricotracheale.
Ha forma di anello con castone (lamina); formata in avanti e ai lati da un arco e in dietro dalla
lamina o castone.
Laddove larco si prosegue con la lamina vi sono le faccette articolari per i corni inferiori posteriori
della cartilagine tiroidea (piccoli).
Un rilievo verticale mediano la cresta della lamina; al lato della cresta vi sono vi sono le due fosse
della lamina (la lamina con le fosse e la cresta posteriore).
La lamina lateralmente ha faccette articolari aritenoidee (in alto) e tiroidee (con gli archi inferiori)
(in basso).
La membrana cricotiroidea si attacca sul margine superiore dellarco.
Quindi il margine superiore dellarco d attacco alla membrana cricotiroidea, mentre il margine
posteriore superiore (della lamina) ha le faccette per le cartilagini aritenoidi.
CARTILAGINI ARITENOIDI
Sono due piccole cartilagini poste nella parte supero posteriore della laringe.
Poggiano sulle faccette articolari aritenoidee della lamina posteriore della cartilagine cricoide.
Sono molto mobili.
Hanno forma di piramide triangolare con lapice in alto.
La base si articola con la cricoide.
La base ha anche un processo muscolare indietro e il vocale in avanti.
Il processo muscolare dei muscoli cricoaritenoidei.
Il processo vocale d il legamento vocale.
Il muscolo vocale nella fossa oblunga.
La faccia posteriore il muscolo aritenoideo trasverso.
La faccia anterolaterale ha la cresta arcuata che divide la faccia nella fossa triangolare in alto e la
fossa oblunga in basso.
Lapice in alto si unisce alla corniculata.
CARTILAGINE EPIGLOTTIDE
Impari e mediana, sopra la cartilagine tiroide, dietro losso ioide. Chiude la laringe durante la
deglutizione del bolo.
Ha forma di foglia ovalare, con il picciuolo unito, mediante legamento tiroepiglottico, alla faccia
interna dellangolo della cartilagine tiroide subito al di sotto dellincisura.
Allo stato di riposo obliqua verso lalto e in dietro.
Ha forma di S sul piano sagittale.
La faccia anteriore unita alla parte faringea della lingua dalle pliche glossoepiglottiche.
La faccia posteriore si affaccia verso la cavit della laringe ed ha il tubercolo epiglottico che
continua col picciuolo.
La cartilagine nel suo insieme concava posteriormente per chiudere bene ladito laringeo.
Lateralmente ha alcune indentature che danno attacco alle pieghe ariepiglottiche (inferiormente) in
cui vi sono le cartilagini cuneiformi. Le pieghe ariepiglottiche si portano sulla parte iniziale della
faringe.
convesso superiormente.
Molte fossette sono presenti sulle superfici, dove si annidano le ghiandole.

Si abbassa durante la deglutizione.


CARTILAGINI CORNICULATE
Due piccoli coni con uncini mediali poste sopra gli apici delle aritenoidi, poste posteriormente in
basso sul contorno dellorifizio laringeo.
CARTILAGINI CUNEIFORMI
Due bastoncelli nelle pieghe ariepiglottiche poste inferiormente i margini laterali dentellati della
cartilagine epiglottide.

ANATOMIA MICROSCOPICA CARTILAGINI


Le cartilagini elastiche sono le triticee, nei legamenti tiroioidei laterrali, le cuneiformi nelle pieghe
ariepiglottiche e le corniculate sopra gli apici delle aritenoidi.
Sono elastiche anche gli apici superiori delle aritenoidee e il loro processo vocale.
Le aritenoidee sono sopra la cricoide e sopra hanno le corniculate.
Le cuneiformi sono nelle pieghe ariepiglottiche.
ARTICOLAZIONI
CRICOTIROIDEE
Pari, tra le faccette articolari poste sulla parte superiore dellarco della cartilagine cricoide con le
faccette articolari dei corni inferiori (posteriori e pi piccoli) della cartilagine tiroide.
Ogni capsula rinforzata dai legamenti ceratocricoidei.
Movimenti di inclinazione.
CRICOARITENOIDEE
Pari, tra le faccette articolari aritenoidee, poste sul margine superiore della lamina della cartilagine
cricoide, e le faccette articolari cricoidee alla base delle cartilagini aritenoidi.
Legamenti cricoaritenoidei.
Scivolamenti e rotazione.
ARICOCORNICULATE
Tra gli apici delle aritenoidi e la base delle corniculate. Possono fondersi nellanziano.

MEMBRANE
QUADRANGOLARI
Pari, tra i margini laterali dellepiglottide alle aritenoidi e corniculate.
Legamenti ariepiglottico e ventricolare.

La lamina quadrangolare si proietta verso lalto e inferiormente ha il legamento vocale.


La corda vocale falsa superiore, la vera inferiore.
Tra le due lateralmente si ha lo spazio del Morgagni tra la lamina quadrangolare e la parete laterale.
La mucosa quindi non scende direttamente verso il basso ma forma il ventricolo laterale.
La mucosa lassa necessaria per chiudere le corde vocali.
MEMBRANA ELASTICA DELLA PARTE MEDIA DELLA LARINGE
Determinano su ogni lato il ventricolo laringeo di Morgagni.
MEMBRANE ELASTICHE DELLA PARTE INFERIORE DELLA LARINGE
Formano il cono elastico che si inserisce sullanello della cricoide.
Il cono poi risale, converge verso la linea mediana, formando col loro margine libero il legamento
vocale tra il processo vocale della aritenoide (unita anche alla faccia interna dello scudo tiroideo).
Corda vocale: muscolo vocale pi legamento vocale.
Il nervo laringeo superiore ha funzione di recettore della sensibilit ed necessario per parlare.
Il nervo laringeo inferiore serve per parlare, a destra circonda il tratto prescalenico della succlavia
(ansa del viesseuns), a sinistra larco aortico a sinistra del legamento arterioso.
LEGAMENTI INTRINSECI
TIROEPIGLOTTICO
Tra il picciuolo dellepiglottide e la cartilagine tiroide, faccia posteriore (angolo diedro).
CRICOCORNICULATO
Dalla lamina cricoide allapice delle corniculate.
LEGAMENTI ESTRINSECI (CON ALTRI ORGANI)
MEMBRANA TIROIOIDEA
Tra il margine superiore dellosso ioide al margine superiore e i corni posteriori superiori della
tiroide.
Si ispessisce nel mezzo dando legamento cricotiroideo mediano e laterali.
La cartilagine triticea una cartilagine accessoria che si trova nei legamenti tiroioideo laterali.
CRICOTRACHEALE
Col primo anello tracheale.
IOEPIGLOTTICO
Dallosso ioide allepiglottide anteriormente.
GLOSSOEPIGLOTTICO
Con la lingua.
FARINGOEPIGLOTTICO
Con la faringe.
TUTTI I MUSCOLI SONO VOLONTARI STRIATI.
MUSCOLI INTRINSECI

CRICOTIROIDEO,
CRICOARITENOIDEO
POSTERIORE
E
LATERALE,
TIROARITENOIDEO, ARITENOIDEO OBLIQUO E ARITENOIDEO TRASVERSO.
CRICOTIROIDEO
Ha due parti, obliqua e retta. Dalla cartilagine tiroide alla lamina cricoide.
detto anche muscolo tensore delle corde vocali. fonatore.
CRICOARITENOIDEO POSTERIORE
Triangolare, dietro la cricoide (lamina) fino allaritenoide. Respiratorio.
CIRCOARITENOIDEO LATERALE
Lateralmente al cono elastico coperto dalla lamina della cartilagine tiroide.
Al processo muscolare dellaritenoide.
I muscoli laterali chiudono la glottide.
TIROARITENOIDEO
Dallangolo della tiroide alla fossa oblunga dellaritenoide.
Fascio laterale e mediale. Fonatore.
ARITENOIDEO OBLIQUO
Pari, sopra il cricoaritenoideo posteriore. Sono due obliqui.
Tra le due aritenoidi.
Fonatorio.
ARITENOIDEO TRASVERSO
Impari, coperto dagli obliqui, tra le due aritenoidi posteriormente.
I muscoli posteriori aprono la glottide.
ARIEPLIGOTTICO
Dallaritenoide, parte alta, al margine laterale dellepiglottide.
MUSCOLI ESTRINSECI DELLA LARINGE
STERNOTIROIDEO, TIROIOIDEO, STILOFARINGEO, FARINGOPALATINO E
COSTRITTORE INFERIORE FARINGE.
STILOFARINGEO
Processo stiloideo, cartilagine tiroidea.
FARINGOPALATINO
Dallarco faringopalatino (posteriore rispetto al glossopalatino) alla cartilagine tiroidea.
COSTRITTORE INFERIORE DELLA FARINGE
Dalla cricoide e tiroidea, nella loro faccia posteriore, forma rafe mediano, sovrapponendosi in parte
al medio.

PERITONEO
Il peritoneo una membrana sierosa che riveste le pareti della cavit addominale e in parte le
pelviche.
Si pu immaginare come una sacca chiusa, aderente alle pareti aderenti alle pareti in cui gli organi
sono avvolti.
Foglietto parietale un p pi spesso (un quinto di millimetro). La cavit peritoneale del maschio
chiusa, nella donna comunica con le vie genitali e lesterno tramite lorifizio tubarico.
Peritoneo parietale = membrana peritoneale adesa alle pareti.
Peritoneo viscerale = membrana peritoneale attorno gli organi.
Il parietale e il viscerale sono connessi tramite mesi, legamenti, epiploon o omenti.
Il meso una doppia lamina peritoneale che unisce un viscere alla parete e porta nel proprio
spessore il suo fascio vascolonervoso.
Il legamento una doppia lamina peritoneale che unisce un viscere alla parete, povero di vasi ma
ricco di tessuto connettivo fibroso.
Lepiploon una doppia lamina peritoneale che unisce visceri contigui. Il termine epiploon
comunemente sostituito da legamento.
PERITONEO PARIETALE SOVRAOMBELICALE

Il peritoneo parietale sovraombelicale, dalla superficie interna della cicatrice ombelicale, si dirige
verso il diaframma, e ha un comportamento diverso tra la linea mediana e lateralmente ad essa.
Lungo la linea mediana, il foglietto parietale si solleva in una piega che si fa progressivamente pi
alta. Questa piega mediana il legamento falciforme che nel feto d passaggio alla vena ombelicale.
Dopo la nascita si oblitera e contribuisce a formare il legamento rotondo.
Il legamento falciforme triangolare con base superiore adesa al diaframma e apice inferiore. Di
norna non testo.
Il margine superoanteriore si adatta alla concavit diaframmatica, dalla cicatrice ombelicale fino
allestremo posterosuperiore del solco sagittale superiore del fegato.
Il margine posteriore si fissa a tutto il solco sagittale superiore del fegato.
Il margine inferiore libero e appare ispessito perch contiene il legamento rotondo, che va dalla
cicatrice ombelicale allestremo anteriore del solco sagittale superiore. Il legamento rotondo
residuo della vena ombelicale.
I tre angoli sono lanteroinferiore (cicatrice ombelicale), il posterosuperiore (sopra il solco sagittale)
e il posteroinferiore (davanti il solco sagittale). (Gli angoli sono presso la cicatrice ombelicale,
sopra il solco sagittale e davanti).
Dopo aver costituito langolo posteriore superiore le due lamine peritoneali del legamento
falciforme deviano lateralmente a costituire la lamina superiore del legamento coronario.
Il legamento coronario il vero legamento sospensore del fegato.
costituito dalla riflessione del peritoneo viscerale dei lobi destro e sinistro sulla superficie
inferiore del diaframma.
Le due lamine sono in genere distanti tra di loro.
Larea nuda del fegato si trova sul margine ottuso del fegato ed quella zona priva di rivestimento
peritoneale perch i due foglietti coronari sono abbastanza distanziati tra loro. Il fegato quindi
rivestito da peritoneo viscerale sia nella faccia viscerale che in quella diaframmatica, ma non
nellarea nuda, che si trova quindi allinterno del legamento coronario.
Ai margini estremi le due pagine del legamento coronario si avvicinano andando a formare i
due legamenti triangolari.
Sono alle estremit destra e sinistra del margine ottuso superiore.
Ai lati della linea mediana il peritoneo parietale risale sulla cupola diaframmatica fino a raggiungere
a destra il margine posteriore del lobo destro e la vena cava inferiore dove questa riceve le vene
epatiche, e a destra il lobo sinistro e il cardia.
PERITONEO PARIETALE SOTTOOMBELICALE
Partendo dallombelico, la lamina peritoneale si distende verso il basso a rivestire la corrispondente
superficie interna delladdome, con caratteristiche diverse dalla zona mediana e lateralmente.
Sui lati aderisce alla parte.
Medialmente si solleva in varie pieghe:
- la piega ombelicale media fino allapice della vescica con residui delluraco;
- le pieghe mediali fino ai lati della vescica;
- le pieghe laterali pi lateralmente e corrispondono ai decorsi delle epigastriche inferiori.
La fossetta sopravescicale fra la media e la mediale.

La fossetta inguinale media posta pi lateralmente.


La fossetta inguinale laterale ancora pi laterale allapice del canale inguinale.
Il peritoneo parietale si poi riflette posteriormente e inferiormente sopra gli organi sottoperitoneali.
MESOCOLON TRASVERSO
Il mesocolon trasverso divide la cavit addominale nel piano sovramesocolico e nel piano
sottomesocolico.
Si attacca posteriormente alla parete addominale in maniera trasversale tra i margini laterali dei due
reni, concava superiormente, incrociando la porzione discendente del duodeno (la seconda) e il
pancreas presso listmo.
Pancreas e duodeno si trovano quindi sia nello spazio sovramesocolico sia sotto.
un meso quindi con vasi e nervi.
Lateralmente il mesocolon trasverso si piega in basso per continuare col peritoneo addossato al
colon ascendente e discendente.
La lamina anteriore del mesocolon trasverso aderisce al grande omento.
Il peritoneo del mesocolon trasverso a destra proviene dal fegato, tappezza la parete posteriore
delladdome stratificandosi sul rene destro. Dopo circonda il colon trasverso.
A sinistra si fonde col grande epiploon, torna indipendente col colon trasverso, e poi si riflette nel
parietale.
SPAZIO SOPRAMESOCOLICO
Lo spazio sopramesocolico ha per limiti superiormente la cupola diaframmatica, posteriormente la
parete dorsolombare, in avanti la cavit previscerale, in basso il colon trasverso e il proprio meso.
La sierosa peritoneale, dopo aver rivestito la faccia interna della parete addominale anteriore e aver
costituito il legamento falciforme sulla sulla linea mediana, raggiunge il margine posteriore del
fegato riflettendosi per rivestire, come foglietto viscerale, la faccia diaframmatica del fegato sia sul
lobo destro che su quello sinistro.
Il tratto che si riflette la lamina superiore del legamento coronario. Alle estremit destra e sinistra
del coronario il peritoneo viene a costituire la lamina superiore dei legamenti triangolari destro e
sinistro.
A destra, oltre a rivestire il margine anteriore del lobo destro, si riveste anche il fondo e la faccia
libera della cistifellea.
Raggiunta la vena cava e il margine posteriore del fegato si porta di nuovo al diaframma, dove
forma la lamina inferiore del tratto destro del legamento coronario e la lamina inferiore del
legamento triangolare destro.
A destra quindi si continua come peritoneo parietale laterale e posterioriormente come peritoneo
parietale posteriore.
A sinistra dopo aver superato il lobo epatico sinistro, e rivestitone la faccia viscerale, va a formare
la lamina inferiore del tratto sinistro del coronario e quella del legamento triangolare sinistro.
Indi continua posteriormente come peritoneo parietale posteriore.
Il peritoneo che riveste la zona mediana della faccia inferiore del fegato, superato il margine
anteriore dello stesso, tra lincisura cistica e lincisura del legamento rotondo, va a rivestire il lobo
quadrato fino a raggiungere il solco trasverso.
A questo punto, dopo il solco trasverso, abbandona il viscere andando a formare la lamina anteriore
del piccolo omento.
Questa riflessione ha luogo a livello del labbro anteriore del solco trasverso, segue gli elementi del
peduncolo epatico verso sinistra e inferiormente.

Inferiormente poi raggiunge il margine superiore del primo tratto del duodeno, mentre a sinistra
raggiunge la piccola curvatura dello stomaco.
Si formano cos i legamenti epatoduodenale e epatogastrico. Una volta raggiunti stomaco e
duodeno, vengono ricoperte le loro facce anteriori dal peritoneo viscerale. In alto e a sinistra
lepatogastrico raggiunge il fondo dello stomaco, lateralmente e a sinistra raggiunge la grande
curvatura.
Dal tratto orizzontale della grande curvatura si porta poi, sopra le anse del tenue, quasi fino al pube
a costituire il grande omento. Raggiunto quasi il pube si riflette in alto duplicandosi poi verso la
parete posteriore delladdome sopra linserzione del mesocolon trasverso (passando davanti al colon
trasverso). Il grande omento quindi dalla prima parte, il legamento gastrocolico, originato dalla
parte orizzontale della grande curvatura, mentre il resto il grembiule omentale. Il grande omento
quindi in contiguit solo con il colon trasverso.
A sinistra il peritoneo delimita poi una lamina peritoneale tra la grande curvatura e lilo della milza,
il legamento gastrolienale.
Poi la milza rivestita dalla pagina viscerale per poi ritornare verso il margine posteroinferiore
dellorgano e sulla faccia diaframmatica.
La lamina anteriore del legamento epatoduodenale, in corrispondenza del margine destro del
peduncolo epatico si riflette per dare la pagina posteriore del legamento stesso.
La lamina posteriore dellepatoduodenale quindi riveste il lobo caudato e poi si riflette costituendo
la lamina inferiore del legamento coronario del fegato.
Poi torna sulla faccia anteriore della vena cava andando a dare il legamento della vena cava.
A sinistra, la lamina posteriore del legamento epatogastrico riveste lo stomaco posteriormente
continuando nella lamina posteriore del gastolienale.
Dallilo della milza si costituisce anche si riflette per ricoprire il peduncolo splenico e la coda del
pancreas, che risulta quindi contenuta nel legamento pancreatico lienale.
Dalla milza parte anche il legamento lienorenale e il frenolienale.
Il peritoneo della faccia posteriore dello stomaco continua in basso andando a formare la lamina
posteriore del gastrocolico.
Il gastrocolico poi forma il grembiule omentale che, per ritornare sui suoi passi, si duplica e
raggiunge definitivamente la parete posteriore delladdome superiormente alla radice del mesocolon
trasverso.
A destra, sotto la lamina inferiore del coronario, il peritoneo parietale si porta verso il basso
incrociando la seconda porzione duodenale, e raggiungendo posteriormente la loggia renale. Si
formano quindi i legamenti epatorenale e duodenorenale.
Ancora pi lateralmente si ricopre la parete laterale interna delladdome.
Inferiormente e lateralmente a destra di raggiunge la fessura colica destra e il trasverso, delimitando
il pavimento dello spazio sopramesocolico.
Il peritoneo diventa parietale dopo aver superato il margine inferiore del lobo caudato, e poi
discende anteriormente alla vena cava e alla testa del pancreas per poi continuare nel mesocolon
trasverso.
Il gastrofrenico si porta nella sua porzione pi alta verso il diaframma unendosi alla lamina inferiore
del legamento triangolare sinistro del fegato. A sinistra prosegue nel pancreatico lienale.
LOGGIA EPATICA
Dal peritoneo viscerale del fegato dipendono vari mezzi di fissit dello stesso: il legamento
falciforme, teso al diaframma dal solco sagittale superiore del fegato; il legamento coronario, che si
estende dal margine posteriore del fegato al diaframma; i legamenti triangolari destro e sinistro, siti

alle estremit destra e sinistra dei coronari, le cui due pagini tendono ad unirsi ai margini estremi; il
piccolo omento, che dalla faccia viscerale del fegato si porta allo stomaco e al duodeno.
PICCOLO OMENTO
La sua faccia anteriore continua la direzione di quella dello stomaco ed di solito nascosta
interamente dal lobo quadrato del fegato.
La faccia posteriore corrisponde alla parete posteriore della retrocavit degli epiploon e a sinistra si
prosegue con il foglietto viscerale della faccia posteriore dello stomaco.
Il piccolo omento adeso al tubo digerente, al fegato, al diaframma. Si estende tra la prima
porzione duodenale, la piccola curvatura gastrica e il fegato, dando la pars tesa (epatoduodenale) e
pars flaccida (epatogastrico).
Al fegato raggiunge il suo ilo con forma dellattacco pari ad una L rovesciata.
Il braccio verticale il legamento venoso, quello orizzontale lilo epatico che va verso destra fino
alla cistifellea.
Il braccio verticale che corrisponde al legamento venoso si connette in avanti con legamento
falciforme e in dietro col coronario.
Il piccolo omento contiene larteria epatica, la vena porta e linfatici e nervi.
LOGGIA GASTRICA
Dal peritoneo della loggia gastrica dipendono lepatogastrico (pars flaccida), il gastrofrenico, teso
fra il diaframma e la faccia posteriore del fondo dello stomaco, il gastrolienale verso lilo della
milza, il grande omento.
GRANDE OMENTO
una lunga duplicatura del peritoneo che origina dal tratto orizzontale della grande curvatura
gastrica e viene distinto in gastrocolico fino al colon trasverso e nel grembiule omentale, al davanti
delle anse del tenue mesenteriale, fino al pube.
Il gastrocolico formato da due lamine accollate che rappresentano la diretta continuazione del
peritoneo che ha rivestito la faccia anteriore e quella posteriore dello stomaco.
I due strati, unitisi, si dirigono in basso fondendosi con il foglietto viscerale del colon trasverso
stesso e con il mesocolon trasverso, dai quali comunque si possono separare chirurgicamente.
Il grembiule prosegue il gastrocolico in basso e poi si riflette in alto. Vi linterposizione di molto
connettivo adiposo.
Il grande omento che risale a sinistra va a costituire il gastrolienale.
A destra si estende fino allinizio del duodeno.
Oltre a tenere altro tessuto adiposo limita lestensione di eventuali infezioni peritoneali infatti ha la
straordinaria capacit di portarsi a tamponare perforazioni di visceri cavi evitando che il loro
contenuto si riversi fuori.
Le arterie gastroepiploiche sono anastomizzate.
LOGGIA SPLENICA
Formata dal frenicolienale, il pancreaticolienale, il gastrolienale. A distranza anche il frenocolico di
sinistra, pi importante del controlaterale.
La retrocavit degli epiploon lateroposteriormente limitata dal pancreatico lienale e
anterolateralmente dal foglietto posteriore del gastrolienale.
RECESSI DELLO SPAZIO SOPRAMESOCOLICO
Retrocavit degli epiploon

La retrocavit degli epiploon si trova dietro lo stomaco ma si estende oltre i suoi limiti.
La retrocavit degli epiploon comunica con la grande cavit peritoneale tramite il forame epiploico
di Winslow.
Il forame ha diametro di qualche centimetro, di forma ovalare, ma spesso si riduce ad una sottile
fessura.
posto 5-6 cm a destra sulla linea mediana con orientamento sul piano sagittale e quindi volge
verso la parete laterale destra delladdome.
La sua parete anteriore data dal margine destro della pars tesa.
Superiormente le due lamine della pars tesa si separano e la posteriore va a rivestire il lobo caudato
del fegato, formando il tetto del forame. Indi discende rivestendo la faccia anteriore della vena cava,
dando origine alla parete posteriore del forame epiploico stesso.
Nella pars tesa la triade portale, nella pars flaccida solo il nervo epatico. Il piccolo omento tutto
uno e residuo del mesogastrio ventrale.
La medesima lamina poi continua in basso rivestendo in alto la prima porzione del duodeno. Indi si
riporta sulla parte posteriore della pars tesa. In tal modo si costituito il pavimento del forame
epiploico.
Verso destra c continuit con il peritoneo della grande cavit.
Il tetto a destra prosegue col lobo epatico destro, foglietto viscerale. La parete posteriore a destra va
sulla surrenale di destra. La parete anteriore la pars tesa che si porta sul duodeno, il pavimento va
verso rene di destra, surrene di destra e duodeno, prima porzione.
A sinistra si passa nel vestibolo della retrocavit.
Si trova dietro la pars flaccida, tra il lobo caudato e la prima porzione duodenale.
Il vestibolo della retrocavit di circa 8 cm sia in senso verticale che in senso trasversale.
Il vestibolo della retrocavit si prosegue verso sinistra arrivando allistmo della retrocavit.
Listmo dovuto alla tuberosit omentale del pancreas e dalla piega gastropancreatica che contiene
i vasi gastrici brevi dello stomaco.
Dopo il vestibolo, dopo listmo, si passa nella retrocavit vera e propria.
La retrocavit vera e propria ha il prolungamento sinistro tra il gastrolienale davanti e il pancreatico
lienale dietro.
Il prolingamento inferiore minore e penetra in parte nel grande epiploon.
La retrocavit ha quindi una parete anteriore che corrisponde che corrisponde alla faccia posteriore
dello stomaco con il suo peritoneo.
La parete posteriore confina con la ghiandola surrenale sinsitra e il rene di sinistra, diaframma e
aorta addominale.
Il margine inferiore identificabile con il mesocolon trasverso.
Il margine destro corrisponde alla linea di riflessione del peritoneo dal pancreas al duodeno.
Il margine sinistro tra la lamina posteriore del gastrolienale e la lamina anteriore del
pancreaticolienale a livello dellilo della milza.
SPAZIO SOTTOMESOCOLICO
il pi ampio.
Limitato in alto dal mesocolon trasverso.
In avanti dal grande epiploon che, con le sue due lamine fuse nelladulto, lo separa dalla parete
addominale anteriore e con lo spazio previscerale.
In dietro dalla parete addominale posteriore.
Lateralmente dalla parete addominale anterolaterale.

Dalla linea mediana anteriore il peritoneo si porta a destra rivestendo la superficie interna della
parete addominale anteriore, poi raggiunge le inserzioni costali del diaframma e poi ricopre la
loggia renale anteriormente e raggiunge infine la cresta iliaca.
In alto d il frenocolico destro, pi piccolo del sinistro.
Il recesso parietocolico destro risulta compreso tra il conon ascendente e la parete addominale
laterale.
A livello del cieco il peritoneo si solleva dalla parete per avvolgerlo completamente, dando il
mesenteriolo con larteria e la vena appendicolare in corrispondenza dellappendice
vermiforme.
La piega cecale va dalla parete laterale del cieco alla parete addominale laterale.
Il peritoneo ricopre indi la faccia laterale, la mediale e la anteriore del colon ascendente, per poi
tornare sulla parete addominale posteriore.
La parete posteriore del colon ascendente risulta quindi priva di rivestimento peritoneale ed
a contatto con la parete addominale posteriore.
A livello della faccia mediale del colon ascendente il peritoneo si prosegue rivestendo lultima ansa
del tenue per poi portarsi sulla parete addominale posteriore.
Questo il limite inferiore del mesentere. Il mesentere unampia duplicatura peritoneale.
Nel passare dal colon alla faccia anteriore dellultima ansa del tenue (ileale) si forma la piega
ileocecale.
Andando verso sinistra, il peritoneo parietale posteriore riveste la faccia anteriore del terzo inferiore
del duodeno, la porzione anteroinferiore della faccia anteriore della testa del pancreas, la faccia
anteriore della terza parte duodenale, il polo inferiore del rene sinistro, il muscolo psoas, i vasi
gonadici, luretere destro, i grossi vasi, fino al lato sinistro della seconda vertebra lombare.
Lunga questa linea si solleva nellampia piega del mesentere che avvolge completamente digiuno e
ileo.
La linea con cui il mesentere si attacca alla parete addominale posteriore va quindi dallalto a
sinistra in basso a destra con decorso a S.
Il mesentere originava sul lato destro di L2.
A livello della fessura duodeno digiunale il peritoneo deve passare dallultimo tratto del duodeno al
primo del digiuno, che completamente avvolto; si forma quindi la piega duodenale superiore.
C anche la piega duodenale inferiore tra il margine sinistro della quarta porzione duodenale con il
peritoneo parietale posteriore.
Verso lalto si poi raggiunge il corpo e la coda del pancreas dal davanti e si riflette per dare la
porzione sinistra della lamina inferiore del mesocolon trasverso.
Verso il basso a sinistra va a rivestire la loggia renale sinistra, per portarsi poi a parete dando lo
spazio parietocolico sinistro.
Il frenocolico va dalla fessura colica di sinistra al diaframma.
Il colon ileopelvico ha un meso e risulta quindi dotato di una certa mobilit
(mesosigma)
Le logge dello spazio sottomesocolico sono 4: la parietocolica destra, la mesenteriocolica destra, la
mesenteriocolica sinistra e la parietocolica sinistra.
Quali sono le logge dello spazio sottomesocolico?
Sono 4, le due logge paretocoliche destra e sinistra, con le pareti addominali laterali, poi la loggia
mesenteriocolica di destra, a forma di triangolo con apice in basso, la loggia mesenteriocolica di
sinistra, a forma di quadrangolo e soprattutto aperta in basso.

La mesenteriocolica di sinistra quindi, in caso di versamento, lo fa drenare direttamente nello


sfondato pi profondo (il vescicorettale nelluomo o quello di Douglas detto anche rettouterino
nella donna).
Un eventuale versamento nella loggia mesenteriocolica destra sar pi difficile da scoprire e,
prima di manifestarsi, avr raggiunto dimensioni maggiori.
La loggia mesenteriocolica di destra chiusa inferiormente dallappendice e dallultima ansa
ileale.
MESENTERE
Il mesentere unampia piega peritoneale costituita dallaccollamento di due lamine sierose
foggiate a ventaglio che collegano le anse del digiuno e dellileo con la parete addominale
posteriore e sua linea di inserzione a S dallalto a sinistra in basso a destra.
La linea di inserzione sui 15 cm raggiungendo la flessura duodenodigiunale in alto a sinistra e in
basso a destra la porzione superiore dellarticolazione sacroiliaca.
Tra le due lamine del mesentere vi sono i vasi sanguiferi, i nervi e i linfatici. Anche tessuto adiposo.
In prossimit dellattacco sullintestino le lamine si separano per accogliere il viscere come foglietto
viscerale.
Lappendice ha tutti e 2 gli strati di muscolatura ed anche ricoperta tutta da peritoneo viscerale.
MESENTERIOLO O MESOAPPENDICE
Il mesenteriolo una piega triangolare che circonda lappendice vermiforme e si attacca al di dietro
della porzione terminale sinistra del mesentere in prossimit del passaggio ileocecale.
C anche un linfonodo, oltre al fasciovascolonervoso.
MESOCOLON ILEOPELVICO
un meso che riproduce nella pelvi la forma a ventaglio del mesentere collegando il colon iliaco e
quello pelvico alla parete posteriore del bacino.
Presso la parete posteriore del bacino il peritoneo parietale dato dalla lamina sinistra del
mesentere che portandosi da destra a sinistra e dallalto in basso contiene i vasi del colon
ileopelvico e forma la lamina destra del mesocolon pelvico, medialmente al muscolo grande psoas
di sinistra.
Raggiunto il colon ileopelvico si riflette a costituire la lamina sinistra del rispettivo meso.
Scende fino nella pelvi mantenendosi nella linea mediana fino allaltezza della terza vertebra
sacrale.
Andando pi in basso, le due lamine accollate del mesocolon pelvico possono continuare, al di
dietro della prima porzione intraperitoneale del retto, formando un mesoretto, per poi divergere.
Essendo un meso vi scorrono i vasi sanguiferi e linfatici.
La linea di attacco del mesocolon pelvico alla parete addominale posteriore ha la forma di una V
rovesciata il cui apice si trova in prossimit delluretere di sinistra e presso la biforcazione
dellarteria iliaca comune di sinistra.
Riflettendosi dalla parete anteriore, il peritoneo incontra (nelluomo) la vescica a livello dellapice.
Ne riveste la cupola, la faccia posteriore.
Quando la vescica distesa il peritoneo viene sollevato allontanandosi dalla porzione inferiore della
parete addominale posteriore. La superficie anteriore della vescica viene a trovarsi quindi a diretto
contatto con la parte addominale anteriore, senza interposizione di peritoneo.
Dalla parete posteriore della vescica si raggiunge la parete anteriore del retto. Andando dalla
vescica al retto si forma il cavo rettovescicale.
Dalle pareti laterali della vescica si formano i recessi parieto vescicali laterali destro e sinistro.

Ai lati del retto si formano i recessi pararettali.


Il retto ha peritoneo solo superiormente e superoanteriormente, con il cavo retto uterino o retto
vescicale, sopra il quale anse ileali, no lateralmente e lateralmente in parte, essendovi poi
abbandonato dal peritoneo per linee oblique.
in gran parte sotto peritoneale.
Nella donna dopo aver rivestito la parete superiore della vescica e il suo apice il peritoneo si porta
posteriormente e raggiunge la faccia anteriore dellutero dando il cavo vescicouterino.
Il cavo vescicouterino riveste la faccia anteriore, il fondo e la faccia posteriore dellutero giungendo
alla faccia posteriore del fornice vaginale posteriore. Poi dopo il fornice vaginale posteriore
prosegue verso dietro per formare il cavo retto uterino del Douglas il cui fondo si trova circa a 5 cm
dallorifizio anale.
Il cavo rettouterino del Douglas pu accogliere impianti ectopici della blastocisti.
Sui lati, a partire dai margini laterali dellutero, il peritoneo si porta alle pareti laterali del piccolo
bacino.
Le lamine che hanno rivestito anteriormente e posteriormente lutero si accollano in prossimit dei
margini laterali di questo andando a formare i legamenti larghi dellutero.
I legamenti larghi accolgono lultimo tratto delle arterie uterine.
Giunto sulla parete laterale della pelvi, il legamento largo si sdoppia per continuare
anteroinferiormente nel peritoneo che proviene dalle pareti laterali della vescica, posteriormente col
peritoneo che proviene dal retto e lateralmente col peritoneo che proviene dalla parete addominale
laterale.
A livello del margine superiore del legamento largo il peritoneo presenta un comportamento
particolare per la presenza del legamento rotondo anteriormente, della tuba uterina superiormente
e dellovaio posteriormente.
Il legamento largo, dallavanti allindietro, ha un piccolo rilievo dato dal legamento rotondo che
posto pi anteriormente, poi si incontra la tuba superiormente e posteriormente lovaio.
Il mesosalpinge la parte del legamento largo che sottende la tuba.
Il mesovario la piega del legamento largo che sottende lilo dellovaio.
Lovaio quindi, pur senza presentare un rivestimento da parte della sierosa, viene a trovarsi dentro
la cavit peritoneale.
Medialmente al mesovario il peritoneo della porzione posteriore del legamento largo si solleva in
corrispondenza del legamento uteroovarico.
Lateralmente al mesoovario c il legamento sospensore dellovario che risale nella pelvi fino al
peritoneo parietale posteriore lombare.
Il peritoneo ha un mesotelio con epitelio pavimentoso semplice che poggia su una lamina propria e
una tela sottosierosa.
Il liquido peritoneale una soluzione acquosa di elettroliti con lisozima e plasma.
PERITONEO PARIETALE SOPRAOMBELICALE
A partire dalla superficie interna della cicatrice ombelicale, il peritoneo parietale, nel portarsi verso
lalto in direzione del diaframma, presenta un diverso comportamento, secondo che lo si consideri
sulla linea mediana oppure ai lati di questa.
Lungo la linea mediale il peritoneo parietale sopraombelicale si solleva in una piega che si fa
progressivamente pi alta: il legamento falciforme.
Il legamento falciforme nel fegato d passaggio alla vena ombelicale. Dopo la nascita la vena
ombelicale si oblitera diventando legamento rotondo.

(Il legamento ombelicale laterale era delle arterie ombelicali, infatti i laterali sono presso le arterie
epigastriche inferiori).
Il legamento falciforme triangolare, si adatta superiormente al diaframma, si estende dalla
cicatrice ombelicale allestremo posterosuperiore del fegato, mentre posteriormente si fissa ancora
al solco sagittale superiore del fegato. Inferiormente si ispessisce contenendo il legamento rotondo.
Il legamento rotondo si porta dalla cicatrice ombelicale allestremo anteriore del solco sagittale
superiore.
Le due lamine peritoneali del legamento falciforme divergono poi una verso destra e verso sinistra
andando a costituire la lamina superiore del legamento coronario.
Ai lati della linea mediana il peritoneo parietale anteriore risale risale dalla parete anteriore
delladdome alla cupola diaframmatica fino a raggiungere a destra la il margine posteriore del lobo
destro e la vena cava inferiore di destra, mentre a sinistra raggiunge il margine anteriore del lobo
sinistro del fegato, il cardia e la faccia anteriore dellesofago nella sua parte addominale.
VIE SPERMATICHE
I tubuli retti sono contenuti nel testicolo e sono linizio delle vie spermatiche. Fino a un massimo di
6 tubuli seminiferi si proseguono in un tubulo retto. Lepitelio dei tubuli retti non ha pi cellule del
Sertoli.
I tubuli retti sono nel mediastino del testicolo e si anastomizzano con tubuli contigui dando la rete
testis. Epitelio del tubulo retto meno ricco (non pi spermatogenesi).
La rete testis formata da canalicoli e lacune anastomizzate nel connettivo del mediastino del
testicolo. Epitelio cubico, non pi Sertoli.
Dalla rete testis originano circa 20 condottini che poi formano la testa dellepididimo.
Lepididimo un organo pari di forma allungata posto al margine posterosuperiore del testicolo.
contenuto nella tonaca vaginale propria.
Contribuisce a far maturare gli spermatozoi per molti giorni, pi di una settimana.
Ha forma di virgola con 5 cm di lunghezza, 1 di larghezza.
Ha una testa superiore ingrossata, un corpo, lungo e cilindrico, e una coda inferiore che continua nel
canale deferente.
La testa aderisce alla faccia posterosuperiore del testicolo e al mesorchio.
La testa pu presentare lappendice, residuo del mesonefrico di Wolff.
La testa ha i coni vascolosi.
Il corpo cilindrico applicato al corpo del testicolo ma separato da esso da un recesso della tonaca
vaginale propria.
La coda aderisce alla porzione inferiore del testicolo, collegata al fondo della borsa scrotale da
tralci fibroconnettivali residuo del gubernaculum testis. Poi prosegue nel canale deferente.
Lepididimo rivestito dalla tonaca albuginea epididimale, pi sottile della testicolare.
I cono vascolosi della testa dellepididimo sono setti connettivali che raggiungono il mediastino del
testicolo.
I condotti tendono a unirsi presso la coda.
Ogni cono vascoloso aveva un condottino deferente che poi si uniscono presso la coda. Lepididimo
con stereociglia ha epitelio cilindrico semplice. (la rete testis era cubico).
Le stereociglia sono propaggini apicali dette stereociglia con microvilli conglutinati. Tonaca
muscolare pi spessa presso la coda che si contrae solo poco prima della eiaculazione.
La tonaca avventizia continua con il connettivo intertubulare che deriva dalla albuginea (anche
lepididimo ha tonaca albuginea ma meno spessa).

FARINGE
La faringe un tratto del canale digerente che fa seguito allistmo delle fauci a livello della sesta
vertebra cervicale e prosegue nellesofago.
Fa parte anche delle vie respiratorie superiori per laria che passa nellorofaringe.
Le cavit nasali continuano nella faringe tramite le coane, la bocca tramite listmo delle fauci e la
laringe tramite ladito laringeo. Nella faringe si aprono anche le tube uditive che la connetto con
lorecchio medio mantenendo uguale la pressione.
La faringe nella testa e nel collo e va dalla base cranica fino al livello della sesta cervicale. Ha
forma piriforme e va restringendosi, un triangolo con la base in alto e apice in basso.
divisa in rinofaringe, orofaringe e laringofaringe.
La parte nasale va dalle coane, alla base cranica, al palato molle. Nel rinofaringe passa il bolo e
termina presso losso ioide, al suo livello. La parte laringea va fino al limite della sesta cervicale.
La parete anteriore non completo, ha le coane, listmo delle fauci, lepiglottide, il palato molle, le
aritenoidi, gli aritenoidei obliquo e trasverso, il cricoaritenoideo posteriore.
La parete posteriore continua ed entra in contatto con la fascia cervicale profonda tramite
connettivo.
Le pareti laterali sono importantissime. Vi decorre il fascio vascolonervoso del collo, vago,
ipoglosso, a distanza lo pterigoideo interno e spesso il prolungamento faringeo della parotide.
La volta della faringe raggiunge il tubercolo faringeo della parte basilare delloccipitale, va dalle
spine dello sfenoide alla lamina mediale dei pterigoidei.
Inferiormente prosegue con lesofago per un piano che passa per la cricoide allaltezza della sesta
cervicale.
Triangolo di Killian: tra i fasci obliqui del m. costrittore inferiore del faringe ed i fasci trasversali del
m. crico-faringeo, zona di transizione tra la muscolatura liscia dellesofago e la striata volontaria della
faringe.
I recessi piriformi sono due docce ai lati dei rilievi prodotti dalle aritenoidi e cricoidi. Si restringono
in basso.
Gli orifizi faringei delle tube uditive sono sulle pareti laterali presso i cornetti nasali inferiori e
hanno due labbri, di cui il posteriore fornisce il torus tubarius.
Il labbro anteriore d la piega salpingofaringea. La tonsilla tubarica attorno lorifizio del condotto
faringeo e fa parte dellanello del Waldeyer.
C anche la tonsilla faringea nella volta faringea, che si riduce con let.
Arteria faringea ascendente faringomeningea. Anche dalla tiroidea superiore. Mentre la tiroidea
inferiore del tronco tireocervicale (tiroidea inferiore, trasversa scapola e cervicale superficiale,
mentre il tronco costocervicale era CPIS).

MUSCOLO COSTRITTORE SUPERIORE


Origina dalla lamina mediale pterigoidea e suo uncino, dal rafe pterigomandibolare, dalla linea
miloioidea. Si inserisce nel rafe mediano fibroso della faccia posteriore della faringe. Eleva e
costringe. Il costrittore medio vi si porta sopra per poco.
COSTRITTORE MEDIO
Dalle corna dellosso ioide al costrittore superiore e rafe faringeo.
COSTRITTORE INFERIORE
Linea obliqua tiroide, verso il rafe. Eleva la faringe. Inghiotte.
Si porta sopra il medio.
STILOFARINGEO
Dal processo stiloideo dellosso temporale va lateralmente alla faringe, lateralmente allepiglottide,
sopra il margine superiore della tiroide e della cricoide.
FARINGOPALATINO
Dallarco faringopalatino (posteriore rispetto al glossopalatino) alla cartilagine tiroidea.
La fascia faringea ricopre i muscoli costrittori e lo stilofaringeo, tramite il connettivo entra in
rapporto posteriormente con la fascia cervicale profonda dei muscoli prevertebrali.

VESCICA URINARIA
La vescia urinaria un organo cavo muscolo membranoso impari e mediano, sito nella parte
anteriore della piccola pelvi.
Nelluomo si trova al di dietro della sinfisi pubica e al davanti del retto, mentre nella donna
posteriormente vi lutero (unita alla vagina dal setto vescicovaginale).
Presenta un contorno triangolare a base posteriore e apice in basso.
La faccia superiore rivestita dal peritoneo e appare concava.
Lapice della vescica d attacco al legamento ombelicale mediano.
Vi si distinguono una base, o fondo, superoposteriormente, un corpo, e un apice anteriore.
Nella femmina appare pi appiattita in senso anteroposteriore e pi sviluppata trasversalmente a
causa dellutero al davanti del retto.
I legamenti vescicali anteriori sono pari e la uniscono alla faccia posteriore della sinfisi pubica, con
muscoletti pubovescicali (nelluomo anche alla prostata). Tra di loro ci sono i plessi venosi pudendi.

I legamenti vescicali posteriori sono pari e presenti solo nel maschio. Uniscono la base della vescica
e la prostata alle superfici laterali del retto (legamenti e muscoli vescicorettali).
Il legamento ombelicale MEDIANO dallapice della vescica fino allombelico coperto dalla piega
ombelicale media del peritoneo parietale anteriore (poi oltre alla fossa mediana abbiamo anche la
fossa media e laterale). il residuo delluraco obliterato e non deve essere fistoloso.
I legamenti ombelicali laterali vanno lo stesso allombelico e sono rivestiti dal peritoneo parietale
anteriore che delimita le fossette mediane. Sono i residui delle arterie ombelicali.
(Le pieghe laterali seguono i vasi epigastrici).
PERITONEO PARIETALE SOTTOOMBELICALE
Partendo dallombelico, la lamina peritoneale si distende verso il basso a rivestire la corrispondente
superficie interna delladdome, con caratteristiche diverse dalla zona mediana e lateralmente.
Sui lati aderisce alla parete.
Medialmente si solleva in varie pieghe:
- la piega ombelicale media fino allapice della vescica con residui delluraco;
- le pieghe mediali fino ai lati della vescica;
- le pieghe laterali pi lateralmente e corrispondono ai decorsi delle epigastriche inferiori.
La fossetta sopravescicale fra la media e la mediale o mediano.
La fossetta inguinale media posta pi lateralmente.
La fossetta inguinale laterale ancora pi laterale allapice del canale inguinale.
Il peritoneo parietale si poi riflette posteriormente e inferiormente sopra gli organi sottoperitoneali.
La vescica rivestita dalla fascia vescicale, con connettivo sottoperitoneale, e nel maschio forma il
cavo rettovescicale, che il punto pi declive della sierosa peritoneale, mentre nella donna il setto
vescicovaginale e il cavo uterovescicale.
Davanti forma la fascia prevescicale.
Tra la fascia prevescicale e la fascia trasversale (quella dei foglietti renali) esiste lo spazio
prevescicale, continuando nello spazio retropubico e poi si adagia in basso dal muscolo trasverso
profondo del perineo.
C differenza tra vescica vuota e piena, il peritoneo vi aderisce bene quando piena, altrimenti una
certa lassit permette la sua espansione.
A vescica vuota il peritoneo quindi passa dalla sinfisi pubica alla faccia superiore della vescica. Poi
in dietro si riflette nel cavo rettovescicale nelluomo e il cavo uterovescicale nella donna. Nella
donna poi il peritoneo si riflette al livello dellistmo dellutero andando a rivestire il corpo
dellutero. (Dopo lutero c anche il cavo rettouterino).
La vescica fissata al pavimento pelvico principalmente grazie alluretra, e nel maschio, anche alla
prostata, con la quale si trova connessa ad opera di formazioni muscolari.
RAPPORTI
Alla base (o fondo) nelluomo con la prostata, le vescichette seminali, le ampolle dei canali
deferenti, col dotto eiaculatore (originato dalla fusione della vescichetta con il canale deferente
medialmente), con la fascia rettovescicale posteriormente che il punto pi declive della cavit
peritoneale.
Nella donna posteriormente con la porzione anteriore della vagina, col collo dellutero, col cavo
vescicouterino che si riflette allistmo dellutero.
Anteriormente con la sinfisi pubica, muscoli pubovescicali, plesso venoso pudendo. Lateralmente a
vescica distesa da molto connettivo e con lo spazio perivescicale. Posteriormente si guarda la cavit

addominale, con il tenue nelluomo e utero nella donna, con cavo vescicouterino e vagina pi
postero inferiormente.
Lapice della vescica d attacco al legamento ombelicale media residuo delluraco che poi forma la
fossetta vescicale media.

VAGINA
La vagina un condotto muscolo membranoso impari e mediano situato nella piccola pelvi, dietro
la vescica urinaria e davanti al retto. lorgano della copula e fa seguito al collo dellutero in basso
e in avanti.
Ha forma di un cilindro appiattito in senso anteroposteriore e le sue pareti anteriore e posteriore
vengono quasi a contatto. Rispetto allasse maggiore del collo dellutero forma un angolo di
antiversione di circa 100.
La vagina lunga circa 7 cm ed separata dalla vulva dallimene. La parete posteriore pi lunga
causa il fornice del collo dellutero e lantiversione.
Limene appare forato nelle multipare e con caruncole. La sua lacerazione comporta una perdita di
sangue di entit diversa.
Lestremit superiore avvolge il collo dellutero a m di manicotto, e la parte vaginale dellorifizio
uterino detto muso di tinca. Si instaura il fornice vaginale (un solco circolare) tra lorifizio uterino
esterno e il fondo della vagina. Il fornice appunto pi profondo posteriormente da cui la lunghezza
maggiore della parete posteriore vaginale.
La vagina si porta quindi dalla piccola pelvi al perineo.
in rapporto anteriormente con la vescica, il trigono vescicale e luretra, con cui attraversa il
diaframma urogenitale. Tra vagina e vescica c abbondante connettivo e vene (setto
vaginovescicale con i tratti terminali degli ureteri).
Lateralmente alla base del legamento largo dellutero, muscoli bulbocavernosi e pubococcigei.
Posteriormente al fornice si ha la copertura da parte del peritoneo che si riflette sul retto dando il
cavo rettouterino del Douglas.
Al di sotto del fornice e posteriormente si hanno il retto e il setto retto vaginale.
Nel perineo retto e vagina divergono allontanandosi in avanti e in indietro formando il trigono
rettovaginale che corrisponde in superficie alla distanza tra ano e vagina.
Dentro la vagina si notano righe vaginali e le due colonne delle rughe, rilievi posti anteriormente e
posteriormente. Lepitelio pluristratificato, pavimentoso e non cheratinizzato, con una ridotta
tonaca muscolare e il peritoneo solo nella parte postero superiore del fornice vaginale. La tonaca
mucosa acida per la secrezione di cellule dello strato intermedio e per difendersi da batteri.
Mancano ghiandole nella tonaca nella lamina propria. Ecco perch il liquido seminale basico e
con fruttosio. Lepitelio varia per azione degli ormoni sessuali.

PROSTATA
La prostata un organo solido, impari e mediano, sito nella piccola pelvi fra la base della vescica in
alto, il diaframma urogenitale in basso, con sul davanti la sinfisi pubica e con dietro lampolla
rettale.
Circonda la prima parte delluretra (luretra prostatica) in cui riversa tramite numerosi dotti
escretori il proprio secreto durante leiaculazione.
Postero superiormente anche attraversata dai condotti eiaculatori (che collegano alluretra le
ampolle deferenziali, che sono la parte terminale ampollosa dei condotti deferenti, confluite con le
vescichette seminali e scorrono per la maggior parte nella prostata postero superiormente).
Ha forma di castagna con base in alto e apice in basso.
Nella vecchiaia va incontro a ipertrofia comprimendo luretra prostatica, da cui i problemi nella
minzione.
La faccia vescicale la base superiore triangolare in rapporto con il collo della vescica e
posterosuperiormente allilo vi entrano i dotti eiaculatori.
Tra uretra e ilo c il lobo medio.
La faccia posteriore ha una scissura mediale. Lapice tronco e circonda il punto di fuoriuscita
delluretra, ed in rapporto con il centro tendineo del perineo.
La prostata rivestita da una guaina fibrosa con plesso venoso prostatico.
Anteriormente separata dalla sinfisi pubica con grasso e il plesso pudendo. In alto e anteriormente
vi sono i legamenti puboprostatici.
Laterosuperiormente le vescichette seminali.
Inferolateralmente con il muscolo elevatore dellano.
Posteriormente intimo il rapporto della sua faccia posteriore con la faccia anteriore dellampolla
rettale che permette di toccarla nellispezione rettale.

TESTICOLI

Il testicolo un organo pari, di forma ellissoidale, col maggior asse orientato in dietro e in basso
con inclinazione di circa 45, e il testicolo sinistro si trova pi in basso rispetto al destro.
Sono separati dal setto scrotale che divide la loro faccia mediale. Posteriormente sono in contatto
con lepididimo da cui diviso anche medialmente dal seno dellepididimo. Il polo superiore
coperto dalla testa dellepididimo. Il polo inferiore pi appuntito e si attacca tramite il legamento
scrotale al fondo del sacco scrotale. Il legamento del polo inferiore il residuo del gubernaculum
testis, un ispessimento mesenchimale distale delle pieghe scrotali. Al polo superiore c lidatide di
Morgagni, residuo del dotto di Muller paramesonefrico.
La tonaca vaginale propria una sierosa che lo riveste, formata da foglietto viscerale (epiorchio) e
parietale (periorchio).
Il periorchio applicato alla parete interna del sacco scrotale.
Il periorchio si riflette nellepiorchio al margine posterosuperiore del testicolo corrispondente al
mesorchio.
Lepiorchio riveste il testicolo, si approfonda nel seno dellepididimo, riveste anche per un cm il
funicolo spermatico, circonda il legamento testicolare in basso, poi si riflette presso il mesorchio.
Il margine posteriore del testicolo privo di rivestimento sieroso.
Lilo si trova posteriormente.
Larteria la testicolare gonadica dallaorta addominale.
Il plesso pampiniforme che lo drena a sinistra va nella renale di sinistra, a destra nella cava
inferiore.
La cavit vaginale tra i due foglietti virtuale con poco liquido, che diventa notevole in patologia
(idrocele).
Struttura
La tonaca albuginea rilascia una serie di tralci connettivali verso lilo. I tubuli seminiferi si
innestano nei tubuli retti. Uno stroma circonda i tubuli seminiferi e contiene le cellule di Leydig e
fibrocellule muscolari lisce.
La tonaca albuginea molto spessa, tessuto connettivo fibroso denso con strati paralleli alla
superficie dellorgano. I setti convergono verso il margine posteriore del testicolo dove si
riuniscono a formare il mediastino.
Il mediastino comprende lilo e la rete testis.
I tubuli seminiferi continuano nei tubuli retti e poi nella rete testis nel mediastino.
Talvolta qualche condottino pu essere aberrante.
Fino a 6 tubuli seminiferi continuano bruscamente in un tubulo retto.
I tubuli retti hanno epitelio cubico e non pi cellule del Sertoli.
Tubuli retti si anastomizzano a dare la rete testis nel mediastino.

SCROTO
Il sacco scrotale lo si identifica sotto la sinfisi pubica, fra la radice delle cosce, dietro il corpo del
pene.
Nella sua estremit inferiore (il fondo qui la parte inferiore) slargato e accoglie i testicoli divisi
dal setto intertesticolare, che divide le loro facce mediane.
La radice dello scroto pi ristretta e aderente alla regione pubica.
Anteriormente ha una doccia che accoglie il pene allo stato di flaccidit.
diviso da un setto mediano.
La temperatura dello scroto leggermente pi bassa di quella del corpo umano.
Anteriormente ha anche un rafe sulla linea mediana.

Il rafe prosegue in profondit col setto scrotale.


Il rafe corrisponde alla linea di saldatura delle pieghe genitali e scrotali.
Il sottocutaneo ha la tonaca dartos, pi sotto il cremastere (obliquo interno) e sua fascia, e poi la
tonaca vaginale comune nel suo strato di periorchio.
La fascia cremasterica la tonaca spermatica esterna, poi il cremastere la tonaca eritroide e poi la
tonaca vaginale comune nel suo strato parietale periorchio la tonaca spermatica interna.
Le stesse formazioni rivestono il funicolo spermatico.
Le due arterie del pene giungono dalle pudende interne del tronco anteriore dellarteria iliaca
interna.
Ognuna delle due d la profonda del pene nei due corpi cavernosi, la bulbouretrale, la uretrale. Ci
sono anche arterie dorsali superficiali del pene. Le pudende esterne dalle arterie femorali.
Le spermatiche esterne dalle epigastriche inferiori.
Vena dorsale profonda, vene dorsali superficiali, vene profonde o centrali dei corpi cavernosi, vene
uretrali e bulbouretrali.
PICCOLA PELVI
Delimitato davanti e dietro dai muscoli del diaframma pelvico, in gran parte dellelevatore dellano.
Inferiormente e anteriormente col diaframma urogenitale appartenente al perineo.

UTERO
Lutero un organo muscolare cavo, impari e mediano, posto al centro della piccola pelvi, dietro la
vescica, davanti il retto.
Ha una forma conica, con apice in basso e base superiore.
I due terzi superiori sono il collo, il terzo inferiore la cervice o collo.
Tra corpo e cervice si nota listmo con allinterno lorifizio uterino interno.
Allestremit vaginale della cervice si trova lorifizio uterino esterno.
Il fondo ne la parte pi alto al di sopra degli osti tubarici.
Lungo circa 8 cm.
La faccia anteriore vescicale rivestita da peritoneo che si riflette presso listmo a formare il cavo
vescicouterino.
Posteriormente la faccia intestinale anchessa coperta dal peritoneo, che risale a formare il cavo
rettouterino del Douglas solo dopo per aver rivestito anche la porzione postero superiore del
fornice vaginale.
Il cavo del Douglas di norma riempito da anse ileali.
I margini laterali danno attacco ai legamenti larghi nei cui margini superiori vi sono la tuba, il
legamento rotondo, il legamento uteroovarico.
I legamenti larghi vanno fino alla parete laterale della pelvi.
La porzione del collo dellutero che sporge libera nella vagina si chiama muso di tinca, o portio.
Tra la parete interna della vagina e la superficie esterna della cervice con il suo tappo mucoso si
stabilisce una fessura circolare pi profonda posteriormente, detta fornice vaginale. Ci fa s che la

parete posteriore della vagina sia pi lunga dellanteriore essendo lo sbocco della cervice uterina
nella vagina inclinata verso lavanti e in basso.
Lutero al centro della piccola pelvi. Lorifizio uterino esterno dietro la sinfisi pubica, allaltezza
delle prime coccigee.
Lutero piegato in avanti, antiflesso rispetto alla vescica.
Rispetto allasse maggiore della vagina forma un angolo di circa 110, angolo di antiversione.
Se langolo diventa ottuso allora lutero diventa retroverso sul retto e sono problemi.
Antiverso = rispetto alla vagina
Antiflesso = rispetto alla vescica anteriore.
Il peritoneo dellutero il perimetrio. Anteriormente il peritoneo riveste la vescica nella sua parte
superiore e si riflette a livello dellistmo sullutero dando il cavo vescicouterino.
Dopo riveste il fondo dellutero, la sua faccia posteriore, poi si continua sul retto dando il cavo retto
uterino del Douglas di norma rivestito da anse intestinali. Poi peritoneo parietale posteriore.
Lateralmente, le due pieghe peritoneali anteriore e posteriore si uniscono dando il legamento largo
dellutero, che si risolve lateralmente nella parete laterale della pelvi.
Nel legamento largo vi sono i vasi uterini e vaginali, gli ureteri, le ovaie, il legamento uteroovarico,
il legamento rotondo.
Il mesosalpinge la porzione del legamento largo adeso alla tuba uterina.
Il legamento largo ha ala anteriore che avvolge il legamento rotondo, mentre lala posteriore
circonda il legamento uteroovarico, lilo ovarico (mesoovario, corrispettivo del mesosalpinge della
tuba).
I legamenti larghi sono legamenti laterali formati da due pagine di peritoneo che si riuniscono lungo
il margine laterale dellutero che lateralmente si porta fino alla parete laterale della piccola pelvi,
risolvendosi nelle due pagine.
In esso attraverso la base vi penetrano i vasi uterini e vaginali, luretere.
Nella sua ala anteriore contenuto il legamento rotondo.
Nella sua ala posteriore lovaio con il mesovario e il legamento UTEROOVARICO.
Nel margine superiore la tuba con il mesosalpinge.
Contiene il connettivo uterino detto parametrio.
LEGAMENTI DELLUTERO
Il legamento rotondo un legamento craniale dellutero.
Lungo circa 12 cm, origina dallanglo superolaterale dellutero davanti lostio tubarico.
Si porta lateralmente nellala anteriore del legamento largo dellutero, nella sua pagina anteriore.
Percorre il canale inguinale dopo aver incrociato i vasi epigastrici inferiori e poi fuoriesce dal
canale attraverso lorifizio sottocutaneo sfioccandosi nel corpo adiposo del grande labbro e potendo
raggiungere la fascia del muscolo pettineo.
I legamenti larghi sono legamenti laterali formati da due pagine di peritoneo che si riuniscono lungo
il margine laterale dellutero che lateralmente si porta fino alla parete laterale della piccola pelvi,
risolvendosi nelle due pagine.
In esso attraverso la base vi penetrano i vasi uterini e vaginali, luretere.
Nella sua ala anteriore contenuto il legamento rotondo.
Nella sua ala posteriore lovaio con il mesovario e il legamento UTEROOVARICO.
Nel margine superiore la tuba con il mesosalpinge.
Contiene il connettivo uterino detto parametrio.
I legamenti cardinali del Mackenrotd sono formazioni trasversali, con la loro porzione mediale
robusta e laterale pi sottile.

I legamenti sacrouterini sono legamenti sagittali sempre a livello sopravaginale della cervice. I
sacrouterini raggiungono le vertebre sacrali, i rettouterini sul retto delimitando inferiormente il cavo
retto uterino.
Anteriormente abbiamo i legamenti vescicouterini e pubovescicali.
Il canale cervicale ha le pliche palmate con rilievi secondari, che formano lalbero della vita, che
sparisce col tempo.
La mucosa del canale cervicale meno reattiva agli ormoni.
Brusco passaggio tra lepitelio cilindrico semplice dellendocervice e quello pavimentoso composto
dellectocervice (porzione vaginale del collo dellutero).
C muco (PAP test).
Il miometrio ha uno strato medio emostatico.
PENE
Il pene formato da tre corpi cavernosi rivestiti da involucri connettivali, di cui uno, il corpo
spongioso delluretra, contiene appunto luretra peniena.
Il pene ha una radice fissa nel perineo anteriore e un corpo mobile che in condizioni di flaccidit
vicino al rafe mediano del sacco scrotale e in rigidit si avvicina alla parete addominale.
Langolo con lo scroto in flaccidit circa 60.
La radice linizio dei corpi cavernosi.
Ogni corpo cavernoso origina mediante una radice conica dalla rispettiva branca ischiopubica, al
davanti della tuberosit ischiatica.
I due corpi cavernosi senza luretra convergono a livello dellarcata sottopubica.
La radice del corpo spongioso tra le radici dei corpi cavernosi ed rappresentata dal bulbo
delluretra, regione rigonfia che dista circa un centimetro dal canale anale.
Nel bulbo vi sono anche i dotti escretori delle ghiandole bulbouretrali.
Il bulbo continua col corpo spongioso.
Il corpo si forma dallunione dei tre corpi al di sotto della sinfisi pubica a livello dellarcata
sottopubica.
In prossimit del glande il pene ha un leggero restringimento, il collo del pene.
Il glande lestremit distale del pene ed in continuo col corpo spongioso. Ha forma conica con
apice verso lesterno.
A pene flaccido il glande coperto dal prepuzio, una piega cutanea.
Il glande sulla linea mediana e ventralmente il frenulo del prepuzio, che limita la retrazione del
prepuzio durante lerezione.
La corona del glande il contorno circolare del glande pi accentuato dorsalmente.
Il solco balanoprepuziale separa la corona del glande dal collo del pene.
Nel solco balanoprepuziale a pene flaccido pu accumularsi lo smegma.
La fimosi dovuta ad un orifizio prepuziale troppo piccolo che non fa scorrere il prepuzio sul
glande.
Un frenulo del prepuzio (posto ventralmente al glande) troppo piccolo pu lacerarsi durante il coito.
Nel solco dorsale del pene scorre la vena dorsale profonda, nel solco ventrale si colloca il corpo
spongioso delluretra.
Sopra la profonda dorsale c anche la dorsale superficiale.
Ai lati della dorsale superficiale ci sono anche le dorsali laterali.
Distalmente i corpi cavernosi del pene si assottigliano e terminano in un apice smusso
incappucciato dal glande.
Il setto pettiniforme fra i due corpi cavernosi. Sono fatti da cavernulae con arterie elicine che
derivano dalle loro arterie centrali il cui afflusso di sangue aumenta durante lerezione.
Il sangue vi pure ristagna per la mancanza di drenaggio venoso veloce.
Il corpo spongioso delluretra impari mediano e ventrale. Il suo bulbo iniziale attraversato
dalluretra e dai dotti escretori delle ghiandole bulbouretrali.

Allestremit distale del pene il corpo spongioso delluretra si espande bruscamente


costituendo un cappuccio conico agli apici dei corpi cavernosi del pene, il GLANDE.
Lo smegma che ristagna a livello del solco balano prepuziale dovuto a ghiandole sebacee in
superficie (di Tyson) e a cute in desquamazione.
Nel sottocutaneo c la tonaca dartos.
Lo strato sottodartoico connettivo lasso senza adipe.
Il legamento fundiforme origina 5 cm sopra la sinfisi pubica e dalla linea alba si porta alla fascia del
pene dorsalmente.
Il fundiforme si riunisce ventralmente e continua con il setto scrotale.
La fascia del pene non va oltre il collo del pene.
Il legamento sospensore va dalla faccia anteriore della sinfisi allaccollamento dei corpi cavernosi.
GHIANDOLE BULBOURETRALI DI COWPER
Le ghiandole bulbouretrale di Cowper hanno il diametro di un centimetro, consistenza dura e sono
giallastre.
Sono nello spessore del diaframma urogenitale, sopra la fascia inferiore, ai lati delluretra
membranosa.
Sono circondate dal muscolo sfintere striato delluretra che contraendosi ne determina la
spremitura.
Il dotto escretore lungo circa 3 cm e si addentra nel bulbo delluretra per poi sboccare nella parete
inferiore delluretra cavernosa, al limite anteriore della fossa del bulbo.
VESCICHETTE SEMINALI
Le vescichette seminali sono due organi ghiandolari cavi di forma allungata, situati nella piccola
pelvi superiormente alla prostata tra la base della vescica e il retto.
Si atrofizzano in vecchiaia.
Il condotto deferente passa sopra luretere per poi dare, dirigendosi verso la prostata, lampolla del
dotto deferente.
Il condotto eiaculatore invece posto nella prostata e superoposteriormente e deriva dalla fusione
delle vescichette seminali (del loro dotto escretore) e dalla porzione terminale dellampolla del
condotto deferente.
Le vescichette seminali hanno forma conica, appiattita in senso anteroposteriore, con fondo diretto
in alto e in dietro, e con apice unito alle ampolle deferenziali per fare origine al condotto eiaculatore
per ciascun lato attraverso cui comunicano con luretra.
Posteriormente aderiscono alla vescica tramite la fascia vescicale.
Posteriormente hanno la fascia rettovescicale che le separa dal retto e sono anche rivestite ivi dal
peritoneo del cavo rettovescicale del Douglas.
Si possono palpare con lesplorazione rettale cos come la prostata.
Medialmente hanno le ampolle deferenziali.
Lateralmente il plesso venoso prostatico.
PERINEO
Il perineo linsieme delle parti molli coperte da cute che chiude inferiormente il bacino.
sito in posizione mediana tra le radici delle cosce.
Ha forma di losanga. delimitato da linee virtuali che vanno dal margine inferiore della sinfisi
pubica anteriormente alle tuberosit ischiatiche lateralmente, e da queste allapice del coccige
posteriormente.
In profondit rispetto ai margini posteriori corrispondono i legamenti sacrotuberosi.
Unendo le due tuberosit ischiatiche si delimitano il triangolo anteriore e il triangolo posteriore.

Lanteriore diverso nei due sessi, il posteriore il triangolo rettale simile nelluomo e nella donna.
Dalla profondit alla superficie si hanno:
- il diaframma pelvico con le sue facce;
- il muscolo sfintere esterno dellano;
- il diaframma (o trigono) urogenitale con relative fasce;
- i muscoli ischiocavernosi e bulbocavernosi;
- i muscoli trasversi superficiali del perineo.
DIAFRAMMA PELVICO
una lamina muscolare che appare come una cupola rovesciata, concava superiormente.
composto dai muscoli ischiococcigei e dai muscoli elevatori dellano.
ISCHIOCOCCIGEO: muscolo pari dalla spina ischiatica alla prime tre coccigee. Triangolare.
ELEVATORE DELLANO: pari e quadrato. Lunga origine tra spina ischiatica e ramo superiore del
pube. Forma un arco tendineo sopra lotturatorio interno. Forma poi, verso il coccige, il muscolo
pubococcigeo e ileococcigeo. Il legamento anococcigeo un rafe mediano del pubococcigeo che
nella femmina avvicina anche le due colonne della vagina.
Sia superiormente che inferiormente vi il piano fasciale.
MUSCOLO SFINTERE ESTERNO DELLANO
Circonda la porzione terminale del retto e del canale anale.
Ha una parte superficiale e profonda, con fibre che si uniscono medialmente sul legamento
anococcigeo e partecipa al centro tendineo del perineo.
Tiene chiuso il canale anale normalmente.
DIAFRAMMA (O TRIGONO) UROGENITALE
Il diaframma o trigono urogenitale inferiormente il diaframma pelvico ed un paino
muscolofasciale triangolare che unisce le due branche ischiopubiche.
Raddoppia inferiormente la porzione anteriore del diaframma pelvico.
Il diaframma urogenitale nel maschio attraversato dalluretra membranosa e contiene le ghiandole
bulbouretrali del Cowper.
Nella femmina attraversato da uretra e vagina e ha in parte le ghiandole vestibolari maggiori del
Bartolino.
MUSCOLO TRASVERSO PROFONDO del perineo: pari, tra ischi e medialmente rafe.
SFINTERE STRIATO DELLURETRA: circonda a mo di manicotto luretra.
Le fasce muscolari superiore e inferiore anteriormente convergono nel legamento trasverso del
perineo.
MUSCOLI ISCHIOCAVERNOSI E BULBOCAVERNOSI
ISCHIOCAVERNOSI: coprono la radice dei corpi cavernosi e nella donna del clitoride.
Dalla tuberosit ischiatica si perdono sotto la sinfisi pubica.
BULBOCAVERNOSI: nel maschio accolgono luretra, il suo bulbo e la parte iniziale del corpo
cavernoso delluretra. Sono posti medialmente agli ischiocavernosi.
Nella femmina sono separati e si perdono nel tessuto connettivo sotto il clitoride.
TRASVERSO SUPERFICIALE DEL PERINEO
Pari, dalla tuberosit ischiatica al centro tendineo del perineo fondendosi col controlaterale.

BOCCA
La bocca la prima parte del canale alimentare, modificata rispetto allaspetto tubiforme, con 3
epiteli e 5 paia di nervi cranici.
Il vestibolo della bocca ha forma di ferro di cavallo con le labbra davanti, le guance ai lati e larcata
superiore posteriormente.
Anteriomente lo limitano i due solchi (o fornici) anteriore e superiore, con la mucosa delle guance e
delle labbra che si riflette nella mucosa alveolare (gengiva).
I solchi hanno entrambi frenuli sulla linea mediana in senso sagittale che servono ad evitare un
eccessivo scollamento tra mucose.
Ne vestibolo ci sono i condottini salivari minori.
Il dotto parotideo di Stenone si apre superolateralmente al secondo molare dopo aver attraversato il
buccinatore, la sua fascia dalla quale originano anche alcuni muscoli (risorio).
Nel solco sottolinguale vi ai lati del frenulo la caruncola sottolinguale che d sbocco alla
ghiandola sottolinguale.
La cavit buccale propriamente detta sita fra il vestibolo e listmo delle fauci, con forma ovoidale.
Il tetto della cavit buccale propriamente detta il palato duro con le lamine orizzontali del
mascellare e i palatini posteriormente.
Il palato molle posteriore.
Listmo delle fauci lo separa dalla faringe.
LABBRA
Le labbra sono due formazioni muscolomembranose tra la base della piramide nasale e il tetto. Al
contatto delimitano la rima buccale e le commessure lateralmente.
Lorletto roseo separa la faccia esterna cutanea dalla interna gengivale.
Il filtro origina dal tubercolo labiale superiore. Manca nella sindrome alcolica.
Il labbro inferiore diviso dal mento dal solco labio mentale. Il labbro superiore dalla guancia dal
solco labiogeno.
DENTI
I denti hanno 4 tessuti, 2 superficiali (smalto e cemento) e 2 profondi (dentina e polpa).
La polpa occupa la camera pulpare al centro. Il colletto del dente fra corona e radice.
Il cemento fra parte del parodonto cos come la gengiva e il legamento periodontale.
32 denti, 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari, 12 molari.

20 denti decidui, 2 incisivi, 1 canino, 2 molari da latte (per lato).


Ogni dente ha 4 facce. Una mesiale, una distale rispetto al piano sagittale mediano. Gli incisivi sono
8, unica radice, faccia anteriore convessa, quella linguale pi concava.
Incisivi superiori centrali sono pi grandi dei laterali superiori, viceversa gi.
I canini sono i pi lungi e hanno il cingolo (un tubercolo) nella faccia linguale.
I premolari sono 8, con radice che accenna al bifidismo.
I premolari sono presenti solo nella dentizione permanente.
I molari sono 12, sorgono dai 6 anni in poi, hanno 3-5 cuspidi e 2-3 radici.
Il secondo ha la radice che stringe dal basso lantro di Higmoro.
Le facce vestibolari non sono piane sia per far diminuire la pressione sia per allontanare residui di
cibo.
Gli incisivi superiori sono il 20 % anteriori agli inferiori.
Alla nascita si edentuli. Lo smalto 96 % di idrossiapatite resta stabile come fluoroapatite.
La dentina avascolare, un connettivo mineralizzato atipico.
Lo smalto ectodermico, acellulare, non innervato, avascolare, durrissimo.
La dentina mesenchimale.
La camera pulpare vascolarizzata e innervata.
La gengiva mucosa che poi si continua con lorletto roseo e con la faccia esterna della mucosa
labiale.
Il cemento parodonto, quindi non del dente, tessuto OSSEO AVASCOLARE.
Ha fibre di Sharpey e collageno. Fissa e protegge.
PALATO DURO
una formazione osteofibromucosa della volta buccale, che lo limita superiormente.
I palato duro rappresenta i due terzi anteriori del palato tutto, mentre il molle ne il terzo posteriore.
Il duro formato dai processi palatini delle mascellari e dalle lamine orizzontali delle due ossa
palatine.
concavo in basso.
Nel suo mezzo ha il rafe palatino che si continua col rafe del palato molle.
Davanti ha la papilla incisiva.
Dietro la spina nasale posteriore per unione dei processi posteriori delle lamine orizzontali delle
ossa palatine.
Vi sono alcune pieghe trasverse e molte ghiandole tubulo acinose composte e ramificate.
Arterie palatina maggiore, ramo della mascellare.
Epitelio squamoso stratificato non cheratinizzato.
PALATO MOLLE
Fa seguito posteriormente al duro, lamina muscolare rivestita da mucosa senza strutture ossee di
sostegno.
Si fa obliquo indietro. Lateralmente raggiunge i processi pterigoidei dello sfenoide. Delimita
superiormente listmo delle fauci e ha nel mezzo lugola che, a bocca chiusa, si accoglie in una
depressione della radice della lingua.
Il margine libero inferiore d origine agli archi glossopalatino e faringopalatino.
Fra il faringopalatino e il glossopalatino ci accolta la fossa tonsillare.
Muscolo tensore del velo del palato
Origina dalla grande ala, fossa scafoidea, e forma laponeurosi palatina sullosso palatina.
Elevatore del velo del palato

Dalla piramide del temporale allaponeurosi palatina.


Dellugola
Dalla spina nasale posteriore alla punta dellugola.
Glossopalatino
Dallaponeurosi palatina alle estremit postero laterali della lingua.
Faringopalatino
Dallaponeurosi palatina alla faccia posteriore della cartilagine tiroidea. anche muscolo della
faringe.
Il pavimento della cavit buccale costituito dal solco sottolinguale in rapporto con la parte
inferiore della lingua. Il frenulo sottolinguale ha ai suoi lati la caruncola sottolinguale con i dotti
sottomandibolare e sottolinguale maggiore. Lateralmente vi sono anche pieghe. Le vene sono
sottosuperficiali.

PERITONEO PARIETALE SOVRAOMBELICALE


Il peritoneo parietale sovraombelicale, dalla superficie interna della cicatrice ombelicale, si dirige
verso il diaframma, e ha un comportamento diverso tra la linea mediana e lateralmente ad essa.
Lungo la linea mediana, il foglietto parietale si solleva in una piega che si fa progressivamente pi
alta. Questa piega mediana il legamento falciforme che nel feto d passaggio alla vena ombelicale.
Dopo la nascita si oblitera e contribuisce a formare il legamento rotondo.

Il legamento falciforme triangolare con base superiore adesa al diaframma e apice inferiore. Di
norna non testo.
Il margine superoanteriore si adatta alla concavit diaframmatica, dalla cicatrice ombelicale fino
allestremo posterosuperiore del solco sagittale superiore del fegato.
Il margine posteriore si fissa a tutto il solco sagittale superiore del fegato.
Il margine inferiore libero e appare ispessito perch contiene il legamento rotondo, che va dalla
cicatrice ombelicale allestremo anteriore del solco sagittale superiore. Il legamento rotondo
residuo della vena ombelicale.
I tre angoli sono lanteroinferiore (cicatrice ombelicale), il posterosuperiore (sopra il solco sagittale)
e il posteroinferiore (davanti il solco sagittale). (Gli angoli sono presso la cicatrice ombelicale,
sopra il solco sagittale e davanti).
Dopo aver costituito langolo posteriore superiore le due lamine peritoneali del legamento
falciforme deviano lateralmente a costituire la lamina superiore del legamento coronario.
Il legamento coronario il vero legamento sospensore del fegato.
costituito dalla riflessione del peritoneo viscerale dei lobi destro e sinistro sulla superficie
inferiore del diaframma.
Le due lamine sono in genere distanti tra di loro.
Larea nuda del fegato si trova sul margine ottuso del fegato ed quella zona priva di rivestimento
peritoneale perch i due foglietti coronari sono abbastanza distanziati tra loro. Il fegato quindi
rivestito da peritoneo viscerale sia nella faccia viscerale che in quella diaframmatica, ma non
nellarea nuda.
Ai margini estremi le due pagine del legamento coronario si avvicinano andando a formare i
due legamenti triangolari.
Ai lati della linea mediana il peritoneo parietale risale sulla cupola diaframmatica fino a raggiungere
a destra il margine posteriore del lobo destro e la vena cava inferiore dove questa riceve le vene
epatiche, e a destra il lobo sinistro e il cardia.
PICCOLO OMENTO
La sua faccia anteriore continua la direzione di quella dello stomaco ed di solito nascosta
interamente dal lobo quadrato del fegato.
La faccia posteriore corrisponde alla parete posteriore della retrocavit degli epiploon e a sinistra si
prosegue con il foglietto viscerale della faccia posteriore dello stomaco.
Il piccolo omento adeso al tubo digerente, al fegato, al diaframma. Si estende tra la prima
porzione duodenale, la piccola curvatura gastrica e il fegato, dando la pars tesa (epatoduodenale) e
pars flaccida (epatogastrico).
Al fegato raggiunge il suo ilo con forma dellattacco pari ad una L rovesciata.
Il braccio verticale il legamento venoso, quello orizzontale lilo epatico che va verso destra fino
alla cistifellea.
Il braccio verticale che corrisponde al legamento venoso si connette in avanti con legamento
falciforme e in dietro col coronario.
Il piccolo omento contiene larteria epatica, la vena porta e linfatici e nervi.
Il peritoneo dei margini dello stomaco non nettamente adesovi perch lo stomaco si riempie e si
muove.
Lepatogastrico comunque di due pagine, anteriore e posteriore.

INTESTINO CRASSO
Il crasso fa seguito al tenue nella fossa iliaca destra, iniziando a fondo cieco con il cieco, ove sbocca
il tenue.
Al cieco vi lappendice vermiforme, prosegue in alto con il colon ascendente, raggiungendo la
faccia viscerale del fegato nellipocondrio destro, virando con la fessura colica destra, continuando
nel colon trasverso, per poi raggiungere la milza, polo inferiore, poi fessura colica sinistra, poi
colon ileopelvico (col mesosigma), detto anche colon sigmoide, per poi proseguire allaltezza della
terza vertebra sacrale nellintestino retto.
Lintestino retto, dopo la terza sacrale, si apre allesterno con il canale anale.
Il retto ha ampolla e canale.
Le tenie sono tre nel colon, alla fine divengono due.
Sono anteromediale, posterosuperiore e posteroinferiore. Alla fine restano due.
Le tasche del crasso si chiamano anche haustra.
Allappendice posteriormente v il legamento ileocecale, senza vasi.
Lateralmente ha le due fossette ileocecali.
Posteriormente la fossetta retrocecale.
No peritoneo nelle facce posteriore del crasso ascendente e discendente.
Spazio parietocolico destro e sinistro.
Linserzione del mesocolon trasverso avviene secondo una linea obliqua da sinistra a destra presso
il margine inferiore della coda del pancreas, sopra la fessura duodenodigiunale (unita al diaframma
dal muscolo legamento sospensore di Treitz).
Legamento frenocolico sinistro.
Il colon discendente fa seguito alla fLessura sinistra. Le anse ileali si portano anche avanti al crasso
ascendente e al crasso discendente.
Spazio parieto colico sinistro.
Il colon ileopelvico, o colon sigmoideo, o colon sigmoide, o sigma, ha un tratto iliaco e un tratto
pelvico.
Il tratto iliaco va dopo il crasso discendente dopo la cresta iliaca. Il peritoneo lo avvolge
incompletamente.
Il colon pelvico fa seguito al colon iliaco fino alla terza vertebra sacrale, dove continua
nellintestino retto.
Il mesosigma presente.
Il colon pelvico in rapporto anteriormente con la vescica nel maschio e con lutero e i legamenti
larghi nella femmina.
Posteriormente con la faccia anteriore del sacro, ureteri (retroperitoneali).
Le tenie da tre sono diventate 2.
Poi confluiranno nelle fibre della muscolatura longitudinale del retto stesso.
Superiormente il cavo retto uterino o retto vescicale, sopra il quale anse ileali.
Il colon iliaco ha dietro a s il retto (ampolla).
INTESTINO RETTO
Fa seguito al colon ileopelvico ed diviso in due parti: ampolla rettale, pi grande, e canale rettale.
Il limite tra ampolla e canale linserzione sulla parete rettale del muscolo elevatore dellano.
Prosegue dopo il colon ileopelvico al livello della terza vertebra sacrale.
HA DUE CURVE sul piano sagittale. La curva sacrale, concava in avanti, e la curva perineale,
concava indietro.
Le curve sul piano frontale sono meno accentuate.
Occhio che i plessi venosi sono nella sottomucosa.

Solo lo sfintere esterno volontario.


Lo sfintere interno involontario liscio.
Il peritoneo riveste parte del retto. Superiormente i cavi, nella sua parete laterale invece il peritoneo
vi risale in parte.
Il rivestimento quindi manca posteriormente, anteriormente sotto il cavo rettovescicale, parte delle
pareti laterali.
Anteriormente vi la prostata nelluomo e le vescichette seminali.
Posteriormente anche con il coccige.
Dentro il retto si notano uno sfintere esterno e uno sfintere interno che delimitano il canale rettale.
Circa 2 cm sopra lorifizio anale e appena sopra lo sfintere interno vi sono le colonne anali, circa
5-10.
Vi sono poi 3 valvole che formano 3 tasche.
Retto = anastomosi porto cavali.
VENA EMORROIDARIA SUPERIORE = vena porta (mesenterica inferiore).
VENE MEDIA E INFERIORE = iliaca interna.
ARTERIA RETTALE SUPERIORE = mesenterica inferiore.
ARTERIE RETTALE MEDIA E INFERIORE = iliaca interna.
Il canale inguinale percorso dai canali deferenti, e tramite lorifizio sottocutaneo, ve ne esce il
legamento rotondo dellutero che raggiunge la fascia del muscolo pettineo e la cute e il tessuto
adiposo del grande labbro.
VIE BILIARI EXTRAEPATICHE
Le vie biliari extraepatiche sono costituite, in primo luogo, dai dotti epatici destro e sinistro
provenienti dallilo del fegato.
Congiuntisi formano il dotto epatico comune.
Il dotto epatico comune si fonde con il dotto cistico proveniente dalla cistifellea e formano il dotto
coledoco.
Dotti epatici, coledoco sono la via maggiore. Cistifellea e dotto cistico la via minore.
I dotti epatici si fondono presso lilo al solco trasverso. Il dotto epatico comune lungo circa 2 cm.
contenuto nella pars tesa del piccolo omento (epatoduodenale).
Il grande dotto coledoco lungo circa 7 cm, contenuto inizialmente nella pars tesa, poi dietro alla
prima porzione duodenale, dietro la testa del pancreas, dietro la seconda porzione del duodeno dove
scava una doccia (il solco longitudinale) e poi sbocca spesso formando lampolla di Vater con il
condotto di Wirsung.
Poi vi lo sfintere di Oddi con le sue tre porzioni e la papilla duodenale maior.
La minor sopra la maior per il dotto del Santorini.
CISTIFELLEA
La colecisti un organo a forma di pera contenuto nel solco sagittale destro del fegato (faccia
viscerale) nella sua porzione inferiore, divisa dalla sua porzione superiore dove scorre la vena cava
inferiore (divise dal tubercolo caudato di Spingelio. Il lobo caudato sopra il quadrato e si trova
davanti il tronco celiaco e davanti i pilastri del diaframma).
La cistifellea nella fossa cistica ed ha fondo, corpo e collo.
Il fondo deborda dal margine inferiore del fegato a livello della incisura cistica ed completamente
rivestito da peritoneo viscerale. Il legamento il legamento duodenocolecistocolico, che sottolinea i
suoi rapporti con il colon trasverso anteriormente e con il duodeno seconda porzione medialmente.
Il corpo riposa nella fossa cistica per poi aprirsi nel dotto cistico con il collo a forma di s. Il dotto
cistico accolto nella pars tesa del piccolo omento (residuo del mesogastrio ventrale).

Larteria cistica proviene in genere dal lato destro della porzione terminale dellarteria epatica che
di divide a T una volta raggiunto lilo del fegato.
Presso il coledoco vi sono anastomosi anche con le arterie pancreaticoduodenali superiori.
Il flusso della bile va verso la cistifellea in digiuno, verso il coledoco in digestione. V la valvola
spirale di Heister nel dotto cistico.
Puoi infilare un dito nel foro del Winslow andando a delimitare davanti la pars tesa con le sue tre
formazioni, di cui la vena porta la pi posteriore, larteria epatica la pi mediale e il dotto cistico
in genere laterale, e la vena cava inferiore dietro, sempre nel solco sagittale destro del fegato.
Il duodeno e il pancreas sono sia nello spazio sopra che nello spazio sottomesocolico.
Dopo che il grembiule omentale si riflesso in alto abbraccia il colon trasverso.
Nella pars tesa solo nervo epatico.
Arteria e vena cava sono contenute nel foglietto anteriore della fascia renale (dalla fascia
trasversale). Il mesocolon trasverso si continua lateralmente con il peritoneo del colon.
Il processo uncinato del pancreas ha rapporti con vena e arteria mesenterica superiore.

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