SPALLA
GOMITO
MUSCOLI DELL’ESTENSIONE:
Il principale muscolo per l’estensione del gomito è il tricipite brachiale:
costituito da 2 capi mono-articolari e 1 capo bi-articolare(più efficace quando è
in tensione, cioè quando il braccio è anteposto).L’azione del tricipite è
coadiuvata dal muscolo Anconeo ( muscolo sinergico all’estensione) 
PRONOSUPINAZIONE:
Favorito dalle articolazioni:
Radio Ulnare prossimale e Radio Ulnare distale. Le 2 ossa (radio e ulna) sono
collegate da una membrana interossea.
I rapporti tra radio e ulna dipendono dal movimento ( pronazione o supinazione). In
questi movimenti le due ossa ruotano su un’asse verticale che unisce il capitello
del radio al capitello dell’ulna. Nella pronazione il corpo del radio incrocia
quello dell’ulna e la sua estremità inferiore si porta medialmente( traslazione
circonferenza le del radio) nella supinazione le due ossa tornano a porsi
parallelamente.
POLSO
Costituito dall’articolazione radio-carpica e radio-ulnare distale.Le ossa del
carpo( scafoide e semilunare ) si articolano con le due faccette articolari
dell’estremità distale del radio. Permettono dei movimenti di:
abduzione o inclinazione radiale ( il movimento è più ampio con il polso in
posizione neutra di flesso-estensione) 
Flesso-estensione
Adduzione o inclinazione ulnare ( si associa al l’adduzione delle dita ed è più
ampia con il polso in posizione neutra di flesso-estensione)
MANO
Estremità più distale di coscia arto superiore del corpo umano.Costituisce
l’evoluzione della specie umana e l’arto superiore sarebbe inutile senza la mano.
La mano è una regione molto complessa che presenta molti muscoli, articolazioni,
ossa tendini e legamenti.
Per facilità sono stati suddivise in 3 regioni( carpale, metacarpale e falangee)
Le articolazioni più importanti sono:
•ARTICOLAZIONI METACARPOO-FALANGEE:
Hanno due gradi di libertà di movimento e c’è la possibilità di un terzo grado di
libertà di movimento( rotazione assiale passiva).Presentano una limitazione della
flessione di un solo dito( causato dalla presenza del legamento palmare) e i
movimenti di lateralitá sono più ampii nel secondo dito( indice).
Presentano una duplice convessità della testa del metacarpo conferendo stabilità in
flessione e lassità in estensione.
MUSCOLI MANO
-lesione prossimale del nervo radiale: lesione perciò dell estensione del polso e
ciò determina una mano “cadente”
GRUPPO INTENRO:
•Adduttore del pollice: adduce, abduce e antepone il pollice
•Interosseo palmare: adduzione del primo metacarpo, flessione metacarpofalangee e
estensione interfalangee.
ANCA
È la seconda enertrosi insieme alla scapolo omerale ma ha caratteristiche molto
diverse.
In questa articolazione ci sono 3 assi e 3 gradi di mobilità :
1)Flesso estensione: I vari gradi di flessione dipendono dalla flessione o
estensione attiva o passiva del ginocchio.
La massima Flessione dell’anca si può ottenere a ginocchio passivo flesso (145
gradi)
L estensione invece è più limitata e dipende sempre dal ginocchio ( circa 30 gradi
passiva a ginocchio flesso)
2)Abduzione e adduzione: l’abduzione avviene su un piano frontale ed è di circa 45
gradi ( dopo i 30 gradi inizia ad inclinarsi il bacino)
L’adduzione è relativa (mai pura) in quanto impossibile effettuare un movimento di
adduzione dalla posizione anatomica e il massimo grado di adduzione è di 30 grado
3)rotazione esterna e interna: la rotazione interna è il primo movimento che viene
perso in condizioni degenerative nell’artrosi dell’anca per poi perdere
l’estensione. La rotazione interna dell’anca è di circa 30 gradi,mentre la
rotazione esterna è di circa 45 gradi (valutate a ginocchio flesso)
COMPONENTI ARTICOLARI:
Femore e cotile.
Nel femore vanno considerati 2 angoli:
-Angolo di inclinazione:viene calcolato tra il collo e l’asse diafisario( asse
della diafisi)definito angolo di inclinazione( di circa125).
Si nasce di solito con un angolo di 140 gradi che poi diminuisce fino ad
arrivare a 125 gradi altrimenti si avranno patologie( coxa valga o coxa vara che
rispettivamente hanno angolo maggiore o inferiore rispetto a 125 gradi)
-Angolo di declinazione: si forma tra il piano della diafisi femorale e il collo
del femore che forma un angolo declinazione di 15 gradi (o di antiversione) che di
solito appena nati è intorno ai 30 gradi .
La testa de femore è orientata in alto e anteriormente, mentre il cotile è
orientato in basso e in avanti.
MUSCOLI DELL’ANCA
MUSCOLI FLESSORI:
I principale flessori d’anca sono:
l’ileo psoas, il sartorio , il retto anteriore,
il tensore della fascia lata e poi troviamo altri muscoli accessori come il
perineo,il medio adduttore e retto interno.
Il muscolo ileo psoas è formato dal muscolo iliaco ha le funzioni di rotazione
esterna e flessione anca e dallo psoas che ha le stesse funzioni del muscolo
precedente e in più flette e inclina lateralmente il rachide lombare.
MUSCOLI ESTENSORI
Troviamo estensori brevi come i glutei ( principalmente il grande gluteo) mentre
poi troviamo estensori lunghi come gli ischio crurali. Tutti svolgono una funzione
principale( di estensione) e una accessoria ( i brevi sono anche abduttori e i
lunghi sono anche adduttori).
Nel complesso svolgono anche un’azione di stabilizzazione del bacino.
La stabilità del bacino viene conferita da diverse strutture in base alla sua
posizione:
-Bacino ruotato indietro è stabilizzato dai legamenti
-Bacino ruotato in avanti i primi muscoli stabilizzatori sono gli Ischia-crurali
-Bacino eccessivamente ruotato entra in azione anche il grande gluteo
MUSCOLI ABDUTORI
I principali muscoli abdutori sono: i glutei( grande, medio e piccolo) il tensore
della fascia alta e il piriforme. Oltre la loro azione principale effettuano in
azione secondaria combinata( flesso-estensione e rotazione intra ed extra)
GLUTEI
•Il grande gluteo è costituito da 2 fasci in cui la porzione superiore ha una
funzione abdutoria mentre quella inferiore ha un’azione adduttoria( oltre ad essere
nel suo complesso un estensore d’anca)
•Il medio gluteo è costituito anch’esso da 2 fasci, quello posteriore extraruota
l’anca mentre quello anteriore intraruota l’anca( oltre ad essere nel suo complesso
un abduttore ed estensore d’anca)
•Il piccolo gluteo abduce e ruota l’anca ( oltre ad estenderla)
I muscoli glutei insieme al tensore della fascia lata contribuiscono a mantenere
l’equilibrio trasversale del bacino.
In alcuni casi la muscolatura glutea a causa di alterati rapporti articolari non è
in grado di sostenere il bacino durante la deambulazione e quindi il suo equilibrio
trasversale. Tra le patologie più frequenti determinata da queste caratteristiche
ci sono il Fenomeno di Trendelemburg e l’andatura anserina ( dovuta ad atrofia
muscolare glutea o ad una lussazione bilaterale dell’anca).
GINOCCHIO
Articolazione intermedia dell’arto inferiore che deve contemperare a 2 funzioni
contrastanti come la stabilità e la mobilità.
Ha 2 gradi di libertà di movimento:
-Flesso-estensione ( avviene su un piano sagittale e un asse trasversale)
-rotazione( avviene su un piano longitudinale o trasversale)
Il secondo grado di movimento può avvenire solo a ginocchio flesso ma
l’articolazione può essere comunque considerata una trocleoartrosi.
Nel ginocchio troviamo una differenza tra l’asse meccanico e l’asse anatomico.
Nella gamba normale anca, ginocchio e caviglia sono allineate sulla stessa retta
detta asse meccanico dell’arto inferiore. Tale asse nella tibia corrisponde
all’asse diafisario (Asse Anatomico),mentre nel femore l’asse anatomico si discosta
da quello meccanico formando un angolo di circa 6 gradi, detto angolo di valgismo
fisiologico.
Se questo allineamento risulta modificato, si ha una situazione patologica con
deviazione assiale, con conseguente alterazione della biomeccanica articolare che
nel tempo porta a usura delle zone sottoposte a carico. In particolare, se l’angolo
di valgismo aumenta si ha la situazione patologica di ginocchio valgo (gambe a X),
mentre se si inverte, cioè si chiude all’interno, si ha la situazione patologica di
ginocchio varo (gambe ad “O”).
Per ginocchio valgo quindi si intende una deformità del ginocchio, per cui questo
tende verso l’interno.Il ginocchio si definisce invece varo quando femore e tibia
non sono perfettamente allineati, e formano un angolo ottuso aperto medialmente (le
2 ginocchia puntano verso l’esterno )
ROTULA
osso sesamoide principale dello scheletro umano, ha la funzione di aumentare il
braccio di leva del quadricipite aumentando di conseguenza il suo momento
rotatotorio ed inoltre protegge il tendine del quadricipite da eccessivi attriti
sul femore
MENISCHI
Aumentano le superfici di contatto tra i condili e il piatto tibiale. Sono degli
annessi fibrocartilaginei a forma più aperta per il menisco mediale ( a c) mentre
quello laterale ha un forma più chiusa ( a o). Le lesioni che avvengono nella zona
non vascolarizzate non possono essere riparate.
Il menisco laterale deve essere più lasso in quanto deve essere più mobili e le
lesioni del menisco laterale sono meno frequenti di quello mediale. I 2 menischi
sono uniti da un legamento definito iuguale nella parte anteriore.
Funzione dei menischi:
-aumentano le superfici di contatto tra femore e tibia
-assorbe parte del carico
-funzione propocettiva
-lubrificazione articolare
-stabilità articolare
Spostamento
Si spostano in avanti nell’estensione e indietro nella flessione mentre nella
rotazione esterna il menisco mediale va indietro e quello esterno in avanti , nella
rotazione interna l’opposto.Il menisco mediale si muove meno ( circa la metà dei
movimenti del menisco laterale )e perciò è più vulnerabile.
Lesioni meniscali:la più frequente è a manico di secchio dove si lussa in 2 e
assume l’ aspetto di un manico di secchio. Le altre lesioni ( a flop, radiale,
orizzontale, degenerativa, e longitudinale) causano un blocco articolare, ovvero
vengono a mancare gli ultimi 10 gradi di estensione. La diagnosi è naturalmente
riscontrabile attraverso la risonanza.
CAPSULA ARTICOLARE
È un manicotto fibroso che contorna tutte le superfici articolari. È costituita da
uno strato fibroso ( capsula fibrosa ) e da una membrana sinoviale( rivestimento
sinoviale) . Quest’ultimo riveste le cavità articolari( eccetto le zone ricoperte
da cartilagine) e produce il liquido sinoviale che riempie la cavità articolare e
svolge 3 importanti funzioni ( azione lubrificante,nutritiva e di ammortizzamento)
LEGAMENTI COLLATERALI
Conferiscono stabilità al ginocchio, bloccano i movimenti di inclinazione letterali
della tibia sul ginocchio (e si oppongono alle anomale aperture del ginocchio in
vagismo o valghismo)
Sul versante mediale abbiamo il legamento collaterale mediale ( dà il massimo della
sua attività a 30 gradi di flessione) che è costituito da una fascio superficiale e
un fascio profondo il quale a sua volta è costituito da altri 3 legamenti: leg
menisco tibiale, menisco femorale e posteriore obliquo.
La funzione dei legamenti collaterali è quella di conferire stabilità al ginocchio,
e in questo comparto mediale la stabilità è garantita dal P.A.P.I( punto d’angolo
postero- interno) formato dal legamento posteriore obliquo( parte del collaterale
mediale) dal tendine del semitendinoso, dal menisco mediale e dai tendini della
zampa d’oca.
Nel comparto esterno troviamo il collaterale esterno e la stabilità di questo
compartimento viene conferita dal P.A.P.E (Punto d’Angolo Postero-Esterno) che
comprende il gemello laterale, il tendine del popliteo, il legamento arcuato,il
menisco esterno il tendine del bicipite femorale ed infine interviene anche la
Bendelletta ileo-tibiale tendine che rinforza questo compartimento esterno.
Intorno ai 30 gradi il compartimento laterale è più lasso del mediale in quanto è
più mobile rispetto al mediale.
Quindi i legamenti collaterali sono tesi in estensione e si detendono in flessione
e la loro funzione principale è perciò quella di stabilizzare il ginocchio sul
piano frontale.
I stabilizzatori dinamici del ginocchio sono il muscolo quadricipite, i tendini
della zampa d’oca e il tendine Bendelletta Ileo-Tibiale.
La stabilità sagittale del ginocchio è data dal quadricipite dai gemelli e ischio-
crurali dai collaterali e dalla capsula posteriore.
I legamenti collaterali vengono testati a ginocchio esteso attraverso i test di
abduzione in valgo e adduzione in valgo.
LEGAMENTI CROCIATI
Sono situati al centro dell’articolazione e si dividono in:
•LCA( legamento crociato anteriore): È costituito da un fascio antero- mediale e un
fascio postero-laterale. Nella flessione di ginocchio si tensione il fascio antero-
mediale, mentre nell’estensione si tensiona il fascio postero-laterale.
Ha un ruolo primario nella distribuzione di forze sul piano orizzontale e
sagittale, poi intervieni sul controllo dell’iperestensione, sul propriocezione,
sul meccanismo di rotolamento-scivolamento ed infine sulla rotazione esterna
automatica in estensione.
Spesso e volentieri sentiamo parlare di rottura o lesione di questo legamento, i
sporto più frequenti in cui avvengono questi traumi sono il calcio( 1 lesione
ogni 15000 ore di gioco) calcetto (1 lesione ogni 3 ore di gioco)
Sci (30-120 lesione ogni 100.000 giornate di sci)
C’è una maggiore frequenza di rottura
nel sesso femminile, c’è una prevalenza dei meccanismi traumatici senza contatto,
le lesioni sono più frequenti in gara che in allenamento e soprattutto c’è maggiore
rischio nelle fasi offensive
Test clinici: Il più diffuso è sicuramente il test del cassetto che permette di
valutare LCP E LCA. Poi troviamo altri test inerenti alla stabilità articolare che
sono il test di gravità, il jerk test e il lachman test.
CAVIGLIA
Articolazione tibio-tarsica
È formata da perone, tibia e astragalo.
L’astragalo è ricoperto interamente da cartilagine ed è costituito:
dalla testa:parte più distale e presenta una faccia mediale, laterale e una
superficiae articolare situata sul davanti
Questa costituzione permette l’articolazione con l’osso navicolare e con il
calcagno.
Articolazione Tibio-peroneali
Articolazione che unisce il perone e la tibia, la sua parte prossimale è
un’artrodia (ovvero permette solo piccoli movimenti) mentre la sua parte distale è
un’anfiaartrosi( poco mobile)
La sua parte distale permette movimenti di:
-Flessione dorsale( rotazione interna del malleolo laterale e innalzamento del
perone)
-Flessione plantare(rotazione esterna del malleolo laterale e abbassamento del
perone)
Mentre la parte prossimale asseconda i movimenti dell’articolazione distale.
PIEDE
Costituito da varie articolazioni tra il tarso, metatarso e falangi. Funzionalmente
si individuano tre articolazioni;
1)Sotto-Astragalica: riveste un ruolo molto importante nella trasmissione di
carichi e forze durante la deambulazione. Permette il movimento ed il contatto tra
l’astragalo e il calcagno.La stabilità di questa articolazione è garantita dalla
capsula articolare, dai legamenti e dal rivestimento cartilagineo.Spesso ci sono
delle fratture oppure un’artrosi di questa articolazione quando le strutture sopra
elencate sono danneggiate o per over stress oppure per traumi.
Presenta 4 legamenti:
Legamento inter osseo astragalo-calcaneare costituto da un fascio posteriore ed
inferiore e poi troviamo i legamenti astragalo calcaneare esterno e mediale.
2)Medio-Tarsica( Chopart):costituita tra le ossa del tarso anteriore e posteriore.
Permette di descrivere una linea metatarsale che divide il tarso anteriore da
quello superiore. Presenta vari legamenti tra cui( glenoideo, di Chopart, calcando-
cuboideo dorsale e plantare)
3)Tarso-Metatarsica(Lisfranc):collega le ossa tarsali superiore alle ossa
metatarsali, e attraverso questa articolazione è possibile individuare una linea
metatarsale che separa il tarso dal metatarso. Presenta un legamento molto
importante che è il legamento di Lisfranc.
Muscoli laterali:
-Peroneo lungo: flessione plantare tibio-tarsica, eversione del piede
-Peroneo breve: stesse funzioni
Sono muscoli abdutori e Pronatori. Sostengono la volta plantare.
RACHIDE
Legamenti vertebrali:
I legamenti del rachide sono molto complessi ma sono necessari per connettere fra
loro e nello stesso tempo far muovere le 24 vertebre iniziali.( presacrali)
I legamenti sono distinti in extrasegmentari e segmentari. La loro funzione
primaria è quella di limitare i movimenti ma anche quella di assicurare una
resistenza meccanica alla colonna.
Uno trai i più importanti legamenti troviamo quello giallo,interposto fra le lamine
e protegge il canale vertebrale in cui si trova il midollo spinale. Esso ha una
componente elastica del 80% che gli permettono di essere disteso ( per il 40%)
senza danno ne a se stesso ne al midollo.
Curve vertebrali
Vista di lato sul piano sagittale presenta quattro curve che sono:
-Lordosi cervicale a convessità anteriore
-Cifosi dorsale a convessità posteriore
-Lordosi lombare convessità anteriore
-Cifosi sacrale a convessità posteriore
Le 3 curve permettono di aumentare la resistenza rispetto ad una colonna rettilinea
( circa 10 volte più resistente)
La comparsa delle curve vertebrali va di pari passo con l’evoluzione dell’uomo:
Filogenesi, ovvero il passaggio dalla posizione quadrupede a quella bipede.
MOTILITÀ:Valutazione Clinica
Fra i vari metodi clinici di misurazione si può precede con:
-flessione anteriore che si basa sulle variazioni della lordosi lombare. Se c’è
un’inversione della curva la motilità è completa , se cè uno spianamento della
curva la motilità sarà limitata. Se la curva è immodificata la rigidità completa.
CHINESIOLOGIA DEL RACHIDE CERVICALE
Le funzioni sono quelle di
⁃ sostenere la testa
⁃ Protegge il midollo spinale( c’è ampio spazio per il midollo e protegge
il midollo anche da eventuali traumi, infatti esso occupa il 45% dello spazio)
⁃ Permette ampie escursioni motorie per assicurare la migliore
funzionalità degli organi di senso: vista,olfatto, udito.
⁃ Dá inserzione ai muscoli del collo e dell’arto superiore
MORFOLOGIA: È costituito da 2 parti anatomicamente e funzionalmente diverse:
•Rachide cervicale superiore ( formato dalle prime sue vertebre )
La prima vertebra è l’atlante che si differenzia da tutte le altre vertebre in
quanto non presenta il corpo vertebrale e l’apofisi spinosa.
La seconda vertebra è l’epistrofeo, che dispone di un corpo vertebrale con 2 masse
laterali che si articolano con le corrispondenti dell’atlante. Questa vertebra è
sede frequente di fratture nella sua base, che può determinare una grava
instabilità dell’articolazione con conseguenti gravi danni all’individuo.
•Rachide cervicale inferire è formato dalle restanti vertebre cervicali (C3-C7) con
caratteristiche comuni alle vertebre tipo ma con 2 peculiarità in quanto il corpo
vertebrale presenta 2 apofisi aggiuntive e le apofisi traverse presentano un foro
per il passaggio dell’arteria vertebrale.
Articolazioni:
Nella colonna cervicale si trovano articolazioni diverse:
•OCCIPITO-ANTLANTOIDEA: articolazione equiparabile a un enartrosi in quanto
permette tutti e 3 i movimenti ( anche se la rotazione e l’inclinazione sono molto
limitate mentre la flesso estensione è di circa 15 gradi)
È formata dai 2 condili occipitali concessi e dalle 2 superfici concave
dell’atlante.
•ATLO-ASSIALE: si ha un movimento di scivolamento nel compiere una flesso
estensione( simile al ginocchio). La stabilità posteriore è garantito dal
legalmente trasverso( fondamentale per la stabilità dell’articolazione).
Quest’articolazione può subire spesso delle artritiremautodi che colpiscono il
legamento trasverso e vanno a creare dei problemi nel movimento di flesso
estensione (rischiando la compressione del midollo spinale allungato).
MUSCOLI CERVICALI
Hanno la funzione di mantenere la posizione del cranio e di orientare in modo
ottimale gli organi di senso.
Partiamo dai muscoli della nuca, i quali sono disposti in 4piani:
1)la parte più profonda comprende tre gruppi di muscoli
•muscoli sottocopitali,retti e obliqui : hanno l’azione di iperestensione se si
contraggono nei due lati, mentre se la contrazione è mono laterale svolgono azioni
di rotazione e latero-flessione.
•muscoli interspinosi e intertrasversari: presenti a livello cervicale inferiore,
i primi sono preposti all’estensione, mente i secondo alla altero flessione
( contrazione mono laterale) o alla stabilizzazione del rachide cervicale
( contrazione bi laterale)
•muscoli spinali: si estendono per tutto il rachide, sono muscoli estensori che
“lottano” contro il peso della testa in alto e dei visceri in basso
2)Il piano più superficiale è occupato dai muscoli semispinali che hanno la
funzione di estensori e stabilizzatori in stazione eretta o semplice estensori del
rachide( quest’ultima funzione è svolta dai muscoli traverso lungo del collo e
lungo dorsale)
3)Il piano ancora più superficiale presente il muscolo splenio e angolare della
scapola.
Il primo ha la funzione di estensione ( in contrazione bi laterale) o latero-
flessione e rotazione( in contrazione mono laterale)
Il muscolo angolare o elevatore agisce in maniera diversa a seconda che faccia
punto fisso in alto o in basso, nel primo caso solleva la scapola, mentre nel
secondo caso estende il collo (azione bi laterale) o lo ruota e lo inclina( azione
mono laterale)
4)Più superficialmente ancora abbiamo il trapezio che se fa punto fisso sul rachide
muove il cingolo scapolare (azione primaria)
Se fa punto fisso sulla scapola estende, inclina e ruota testa e collo in sinergia
con lo sternocleidomastoideo( contrazione mono laterale) mentr porta in estensione
la nuca ( contrazione bi laterale)
2)I muscoli lungo del capo e lungo del collo: Muscoli profondi con funzione di
inclinazione (azione mono laterale) ,hanno la funzione di stabilizzare e flettere
la testa( azioni bi laterale)
3)I muscoli retti anteriori: piccoli muscoli brevi che flettono la testa
sull’atlante
4)muscoli scaleni: localizzati nella regione laterale del collo e funzionano come
latero-flessori del collo oppure sollevano le costole come muscoli accessori della
respirazione(punto fisso sulle vertebre)
Essi sono sede di una particolare patologia, sindrome dello stretto toracico.
Nello spazio delimitato dallo scaleno l’anteriore e dallo scaleno medio decorrono
il plesso brachiale e l’arteria succlavia. Se lo spazio si restringe per spasmo
muscolare, conseguente a problemi posturali , trauma, si può manifestare una
sindrome caratterizzata da dolore, formicolii e disturbi vasomotori. crea uno
spazio ( triangolo) dove passano vasi e nervi ( primo spazio di compressione).
Attraverso la correzione della postura ed esercizi terapeutici specifici si può
risolvere, in alcuni casi è necessario l’intervento chirurgico.
Una postura cifotica va a comprire una di questa zone può gravare sulle strutture
neurovascolari( presenti in quella zona ).
Le radici più interessate sono la C7 e la D1
Si tratta di una patologia funzionale in quanto gli esami risultano negativi in
quanto nella maggior parte dei casi dipende dalla postura che si assume( nel
lavoro, mentre si dorme).
I test diagnostici sono i test degli scaleni( far ruotare il capo dal lato
dell’esame) compressione costo-calvicolare, test di iperabduzione.
Altri test:
Rx torace e rachide cervicale o elettromiografia
EFFETTI FELLA POSTURA SUI MUSCOLI CERVICALI: La forza che i muscoli della nuca
devono esercitare per mantenere in equilibrio la testa varia in rapporto alla
posizione della testa stessa ( bisogna evitare l’eccessa tendenza di flessione
anteriore della nuca) Per mantenere la posizione in avanti della testa è necessario
un aumento quadruplo della forza degli estensori rispetto alla forza necessaria
per tenerla in equilibrio. 
RESISTENZA DEL RACHIDE CERVICALE AI TRAUMI: In occasione di un trauma si può
attivare un meccanismo da impatto o da accelerazione. in caso di impatto contro un
oggetto fisso si possono creare lesioni da compressione assiale, mentre il
meccanismo traumatico di accelerazione si attiva quando il movimento del corpo
viene ad esercitare con la sua massa una forza che produce una deformazione della
colonna ( come nel colpo di frusta)
MUSCOLI DORSALI: i movimenti vengono effettuati dai muscoli spinali ma anche dai
respiratori.
I muscoli spinali sono disposti in 2 strati ( superficiale e profondo): i primi
contribuiscono a sostenere il torace e a ad estendere la colonna dorsale, ma la
loro funzione principale è sull’arto superiore, in particolare il muscolo gran
dorsale solleva il corpo intero( bi laterale) o da una sola parte ( monolaterale )
Lo strato più profondo è formato:
-dai tre muscoli erettori del tronco ( Ileo costale, Spinale, Lunghissimo toracico)
che contribuiscono ad estendere e stabilizzare la colonna.
-muscoli spinali trasversi a direzione obliqua che attirano la spinosa omonima
verso il proprio lato facendo ruotare la colonna dal lato opposto.
Eventuali riduzioni dei movimenti delle costole ci sarà una perdita dell’espansione
toracica nella respirazione.
IPERCIFOSI: curva sul piano sagittale. Si rimane nell ambito fisiologico quando la
curva è tra i 20 e i 40 gradi, ciò è valutabile attraverso una radiografia in
ortostatismo .L’incremento angolare della cifosi dorsale fisiologica è solo
apparente e si corregge perfettamente quando si invita il paziente ad assumere una
postura più corretta del rachide.
Ma quando il paziente non riesce a correggere la sua postura si parla di
disformismo ovvero si tratta di una patologia presente magari dalla nascita oppure
dovuta a malattie ereditare o da lesioni traumatiche.
La più frequente è la cifosi giovanile o malattia di Scheurmann ( 8% della
popolazione).
La cifosi giovanile è inquadrata in quelle malattie in relazione alla crescita
( osteocondrosi). In questo caso la deformità rimane e si rende accentuata in una
flessione in avanti, si localizza a livello del rachide dorsale e coinvolge
generalmente 3-4 corpi vertebrali.
A differenza degli atteggiamenti cifotici in cui il paziente riesce ad auto
correggere la deformità (quando viene invitato ad assumere una posizione più
corretta) nelle vere cifosi la deformità è rigida e si manifesta ancor di più nel
test di iper flessione del rachide( mani a piedi da posizione eretta)
Manifestazioni cliniche
Aumento della cifosi toracica ed iper lordosi lombare, rigidità , dolore ( in
alcuni casi può mancare) e contrattura dei muscoli flessori del rachide.
SCOLIOSI: Deformità tridimensionale del rachide che comporta una curvatura laterale
sul piano frontale, una rotazione delle vertebre sul proprio asse e spesso
un’alterazione delle curve fisiologiche sul piano laterale( se non vi è rotazione
dei corpi vertebrali l’anomalia prende il nome di paramorfismo). La scoliosi è
classificata in:
-Non Strutturale:La colonna appare curva nonostante sia strutturalmente normale.
Comporta una deviazione laterale della colonna, con conseguente perdita della
verticalità, ma non si accompagna mai a deformazione dei corpi volontari.Ció è
indicato come cambiamento temporaneo e può essere causato da una differenza nella
lunghezza delle gambe o da spasmi muscolari
La curva scompare nel momento in cui il paziente si china in avanti,da seduto.
-Strutturale: È una deformazione permanente,fissa non suscettibile di miglioramento
senza intervento esterno.Esistono 2 tipo di scoliosi strutturale ( o dismorfismo)
•Iodopatica(primaria)
Ovvero di causa sconosciuta e costituisce l’80-90% di tutti i casi di
scoliosi.Probabilmente può essere considerata una patologia in cui c’è spesso ( ma
non sempre)una storia familiare positiva ma non è chiaro il modello di
ereditarietà, spesso dipende anche dalle “posizioni viziate” nel portare
oggetti( zaini) o nella propria postura.In base all’età si distingue in Scoliosi
infantile, in cui sono coinvolti bambini sotto i 3 anni e nell’80% dei casi evolve
favorevolmente senza trattamento, scoliosi giovanile , dopo i 3 anni e prima della
pubertà e di solito sono evolutive, infine abbiamo la scoliosi dell’adolescenza che
ha un’evoluzione molto variabile e potrebbe essere sta ereditata dai familiari.
•Congenita(secondaria): É presente dalla nascita ed è causata da una o più
malformazioni delle vertebre, che si presentano incomplete oppure fuse tra loro.
La curva può presentati o a livello dorsale o a livello lombare oppure ci può
essere l’ipotesi di una doppia curva.
Trattamento: varia in base al valore angolare delle curve,alla rotazione dei corpi
vertebrali, all’età scheletrica e alla capacità evolutiva.
Deve essere instaurato quando i controlli radiografici documentano un progressivo
peggioramento della curva. Se la curva raggiunge i 40 gradi la progressione non si
arresta neppur al raggiungimento della maturità scheletrica. ( la scoliosi deve
essere mantenuta sotto i 40 gradi)
Il tipo di trattamento utilizzato può essere ginnico-educativo( entità lieve),
utilizzo di un corsetto ( busto) oppure un trattamento chirurgico in caso di un
caso grave. L’intervento chirurgico serve per una correzione e una stabilizzazione
della colonna.
Manovra di Valsava: consiste nella chiusura della glottide e di tutti gli orifizi
addominali dopo una profonda inspirazione in moda da creare una colonna d’aria
davanti alla colonna vertebrale che riduce del 30-50% i carichi su di essa
COLONNA LOMBARE
È una complessa struttura di transizione fra torace e bacino formata da cinque
vertebre. Questo segmento vertebrale sostiene grossi carichi ma consente anche
un’ampia motilità. Sul piano sagittale preenetal la tipica curva a convessità
anteriore : la lordosi lombare.
Le vertebre lombari sono formate dal corpo vertebrale e dalla parte arcale
posteriore.
I corpi vertebrali sono più alti dall’alto verso il basso in quanto formano la
lordosi lombare. L’arco è composte dai penducoli, lamine e processi articolari ,
apofisi , spinose e trasverse.
Ernia Discale:
Migrazione (fuoriuscita ) del nucleo polposo del disco inter vertebrale causata
dalla lesione delle fibre dell’anello fibroso . Esistono vari tipi di ernia al
disco : contenuta, espulsa,sotto legamentosa o migrata
Si realizza in seguito ad uno sforzo nel sole ade un peso con il tronco inclinato
in avanti. L’ernia discale si produce in 3 tempi:
1)Flessione in avanti e aumento dello spazio
2)Inzio sforzo, con conseguente compressione assiale e una migrazione posteriore
del nucleo polposo
3)Raddrizzamento rachide con conseguente estro flessione del nucleo.
BACINO
Formato da:
-Osso innominato( destro e sinistro)costituito a sua volta dalla fusione dell’ilio,
ischio e pube.
Queste 2 ossa innominate si articolano posteriormente con il sacro attraverso
legamenti e formano un anello osteo legamentoso”l’anello pelvico o cintura pelvica”
e davanti fra loro nella sinfisi pubica.
Il bacino forma la base del tronco e costituisce il pavimento del l’addome, nel
punto di convergenza delle tre ossa che formano l’osso innominato si trova il
cotile. La pelvi si articola perciò in alto con le vertebre lombari e in basso con
i femori.
Ilio: presenta il suo margine superiore detto cresta iliaca che termina in avanti
con la spina iliaca antero- superiore (SIAS) e indietro con la spina iliaca
postero-superiore(SIPS). Sulla cresta iliaca si inseriscono i muscoli larghi del
l’addome, mentre nelle spine iliache tanti muscoli dell’arto inferiore.
Pube: formato da due rami che formano con i rami del pube contro-laterale la
sinfisi pubica.
Sacro: osso mediano del bacino formato dalla fusione di 5 vertebre di forma
triangolare.
Coccige: Ultimo segmento del rachide con la punta rivolta in avanti, è composto da
3-4 vertebre unite fra loro e fá da inserzione a molti muscoli e ai potenti
legamenti che formano il pavimento della pelvi.
Le articolazioni del bacino sono:
-giunzione lombo-sacrale:mette in rapporto la quinta vertebra lombare con la prima
sacrale, dando origine all’angolo lombo-sacrale ( la quinta vertebra e il sacro
formano un angolo di 140 gradi) e all angolo sacrale( il sacro è inclinato in
avanti di 30 gradi rispetto alla linea orizzontale)
Quest’articolazione è una zona di debolezza del rachide in quanto è il punto di
maggiore stress dell’intera colonna, la sede più frequente di patologie del disco
-Sacro iliache : molto stabili in virtù dei molti legamenti ma poco mobili. Unisce
il sacro all’ileo.
-Sacro coccigea: unisce il sacro al coccige,ed è dotata di piccoli movimenti
passivi di flesso-estensione
-Sinfisi Pubica: È assai poco mobile ed è formata dai rami del pube dei 2 lati con
interposto un disco fibro-cartilagineo rinforzato dai legamenti.
MOTILITÀ:
1. Nutazione e Contronutazione: Il sacro si muove rispetto alle 2 ossa
innominate con piccole oscillazioni) basculamento). Nel basculamento avvengo
movimenti di rotazione e di traslazione.
2. Le 2 ossa innominate possono muoversi in movimenti simmetrici(nutazione
econtronutazione e movimenti angolari del sacro) ,asimmetrici ( torsione pelvica) e
lombo-pelvico( rotazione della colonna e delle 2 ossa innominate)
1.
Nutazione: movimento del sacro in cui il promontorio del sacro si dirige in avanti
e in basso e la punta del sacro si sposta in basso. La contronutazione è il
movimento inverso con cui il sacro si raddrizza, il promontorio si sposta indietro
e in alto e la punta in avanti e in basso.
Durante questi 2 movimenti si muovono simmetricamente anche le 2 ossa innominate ma
non la sinfisi pubica che resta immobile.
Movimenti angolari: sono effettuati da una rotazione e traslazione associate in cui
le 2 ossa iliache si avvicinano e le 2 ossa ischiatiche si allontanano.
2.
Torsione pelvica:si sviluppano movimenti opposti( innalzamento del emibacino dal
lato portante e abbassamento dell’emibacino dal lato opposto)
Ritmo lombo-pelvico: si tratta di movimenti associati alla colonna lombare e della
pelvi che si flettono in avanti.