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TEMPOROMANDIBOLARE
(CONDILARTROSI DOPPIA)
Superfici articolari.
- superficie mandibolare. i due condili della mandibola (22 x 8 mm), convessi, rivestiti di fibrocartilagine.
- superficie temporale. tubercolo articolare (radice trasversa del processo zigomatico) e cavità glenoidea
del temporale che formano la fossa mandibolare del temporale (20 x 22 mm).
Disco interarticolare.
Dato che le superfici non sono corrispondenti, si modella un disco fibroso ellittico, con il maggior asse tra-
sversale. I margini piegano in basso e si fissano sul condilo, quindi nei movimenti articolari il disco fibroso
segue sempre la mandibola.
Mezzi di unione.
- CAPSULA ARTICOLARE: si inserisce sul margine posteriore del tubercolo articolare, sul fondo della cavità
glenoidea anteriormente alla Scissura del Glaser, sul tubercolo zigomatico e sulla spina dello sfenoide. Si
fissa sulla faccia anteriore del collo del condilo. La cavità articolare è divisa in due compartimenti non co-
municanti: il superiore, tra cranio e disco, e l’inferiore, tra disco e mandibola.
- LEG. LATERALE / TEMPOROMANDIBOLARE: rinforza la capsula ed è il principale mezzo di unione. si inseri-
sce sul tubercolo zigomatico e sulla radice longitudinale del processo zigomatico. Si fissa sulla parte poste-
ro-laterale del collo del condilo.
- LEG. MEDIALE: si inserisce sul contorno mediale della cavità glenoidea. Si fissa sulla parte postero-mediale
del collo del condilo.
- LEG. SFENOMANDIBOLARE: si inserisce sul lato esterno della spina dello sfenoide e sulla parte mediale
della Scissura del Glaser. Si fissa sulla spina dello Spix e sulla porzione mandibolare tra questa spina e il
margine parotideo dell’osso.
- LEG. STILOMANDIBOLARE: si inserisce sull’apice del processo stiloideo. Si fissa sul margine parotideo (po-
stero-laterale) e sull’angolo inferiore della mandibola.
- LEG. PTERIGOMANDIBOLARE: si inserisce sull’uncino dell’ala mediale del processo pterigoideo dello sfe-
noide. Si fissa sull’estremità posteriore del margine alveolare della mandibola.
Movimenti.
- ABBASSAMENTO e INNALZAMENTO: nell’abbassamento, il mento si abbassa e il condilo scorre in avanti,
abbandonando la cavità glenoidea e ponendosi sotto la radice trasversa dell’arcata zigomatica.
- PROIEZIONE ANTERIORE e POSTERIORE: la mandibola si porta in avanti mantenendo il contatto con il ma-
scellare. I condili abbandonano la cavità glenoidea e si portano sotto il proprio tubercolo articolare.
- LATERALITA’: uno dei due condili, alternativamente il destro o il sinistro, si porta in avanti ponendosi sotto
il tubercolo articolare corrispondente, mentre l’altro è immobile e serve da perno. Il mento si porta dal lato
opposto del condilo che si sposta.
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Anatomia ARTICOLAZIONI Antonio Nenna
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Anatomia ARTICOLAZIONI Antonio Nenna
COSTOTRASVERSARIE (ENARTROSI)
Superfici articolari.
- superficie costale. una faccetta circolare e convessa da parte del tubercolo costale.
- superficie vertebrale. una faccetta concava da parte del processo trasverso.
Mezzi di unione.
- LEG. INTEROSSEO: si inserisce sulla porzione posteriore ed inferiore del collo della costa. Si fissa sulla faccia anteriore
del processo trasverso corrispondente.
- LEG. LATERALE / DEL TUBERCOLO DELLA COSTA: si inserisce sulla parte postero-laterale del tubercolo costale. Si fis-
sa sull’apice del processo trasverso corrispondente.
- LEG. SUPERIORE: dal margine superiore del collo della costa al margine inferiore del processo trasverso.
- LEG. INFERIORE: dal margine inferiore della costa al margine superiore del processo trasverso corrispondente.
- LEG. COSTOLAMELLARE: dal margine superiore della costa al margine inferiore della lamina vertebrale.
Movimenti delle coste.
Le coste si innalzano e si abbassano, comportandosi come una leva di 3° genere (fulcro: articolazione. resistenza: e-
stremità anteriore della costa. potenza: porzione mediana della costa). Se le coste di innalzano, lo sterno si muove nel-
lo stesso senso, allontanandosi dalla colonna vertebrale e aumentando il diametro antero-posteriore del torace.
CONDROCOSTALI (SINCONDROSI)
L’estremità anteriore delle coste presenta una cavità ellissoidale per l’estremità delle cartilagini costali. La saldatura
reciproca tra i due pezzi mantiene l’articolazione in sede, insieme al periostio e al pericondrio.
STERNOCOSTALI (ARTRODIE)
Superfici articolari.
- superficie sternale. incisura costale (faccette piane inclinate reciprocamente a formare un angolo diedro).
- superficie costale. faccette rivolte in direzione opposta a formare un cuneo esatto per l’incisura.
Mezzi di unione.
- LEG. INTRARTICOLARE: dall’apice del cuneo alla parte più profonda dell’incisura costale nello sterno.
- LEG. RAGGIATO: dalla cartilagine costale allo sterno.
Caratteri propri ad alcune articolazioni.
- PRIMA ARTICOLAZIONE STERNOCOSTALE. Presenza di due legamenti conoidi dalla cartilagine allo sterno.
- SETTIMA ARTICOLAZIONE STERNOCOSTALE. Presenza del legamento costoxifoideo (dal margine inferiore della setti-
ma cartilagine costale alla faccia anteriore del processo xifoideo)
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ART. CORACOCLAVICOLARE
La clavicola passa al di sopra del processo coracoideo, e i due segmenti ossei non sono a contatto, ma sono legati a
distanza tramite il LEGAMENTO CORACOCLAVICOLARE, formato da due fasci:
- LEG. TRAPEZOIDE: in posizione antero-laterale, è una lamina quadrilatera sul piano sagittale. Si inserisce sulla parte
posteriore del margine mediale del processo coracoideo. Dirigendosi obliquamente, si fissa sulla linea trapezoidea del-
la faccia inferiore della clavicola.
- LEG. CONOIDE: in posizione postero-mediale, orientato sul piano frontale, si inserisce tramite il proprio apice sul
processo coracoideo, e si fissa con la base sul tubercolo conoideo situato sul margine posteriore della clavicola, imme-
diatamente dietro al legamento trapezoide.
SCAPOLO-OMERALE
SPALLA
(ENARTROSI)
Superfici articolari.
- superficie omerale. testa dell’omero rivestita da cartilagine ialina per 2 mm
- superficie scapolare. cavità glenoidea, ovalare, a maggior diametro verticale (35 x 25 mm). Il labbro ante-
riore presenta l’incisura glenoidea; la parte centrale ha una sporgenza chiamata tubercolo glenoideo. Sul
contorno si presenta un cordone fibrocartilagineo, il labbro glenoideo, che ingrandisce la cavità ossea.
La cavità glenoidea, anche se ingrandita, è comunque troppo piccola per accogliere la testa omerale. Ne ri-
sulta quindi solo un combaciamento parziale: una buona parte della testa omerale non è contenuta nella
cavità glenoidea, qualunque sia la posizione del braccio.
Mezzi di unione.
- CAPSULA ARTICOLARE: a forma di manicotto, si attacca superiormente sulla faccia esterna del labbro gle-
noideo e sul contorno del collo della scapola, per fissarsi sul contorno del collo dell’omero. Superficialmen-
te, la capsula contrae rapporti con i tendini dei muscoli che si inseriscono sul tubercolo dell’omero (sopra-
spinato, sottospinato, piccolo rotondo). La capsula è molto lassa e sottile, permette grande mobilità ma è
insufficiente per mantenere le ossa in mutuo rapporto (i muscoli fungono da legamenti attivi). I fasci longi-
tudinali costituiscono lo strato superficiale, e vanno dall’inserzione omerale a quella scapolare. Altri tipi di
fasci, circolari e obliqui, si trovano su uno strato più profondo.
- LEG. CORACOOMERALE: lamina fibrosa larga e resistente, estesa dalla base e dal margine laterale del pro-
cesso coracoideo al tubercolo maggiore, confondendosi superiormente con la capsula articolare.
- LEG.i GLENOOMERALI: tre nastri fibrosi spessi e resistenti, non isolabili dalla capsula. Si distinguono:
- LEG. GLENOOMERALE SUPERIORE: coperto dal leg. coracoomerale, si inserisce sulla parte superiore del
labbro glenoideo, sopra l’incisura glenoidea. Decorrendo lateralmente, si fissa sull’incisura posta sul col-
lo anatomico dell’omero, tra la testa e il tubercolo minore.
- LEG. GLENOOMERALE MEDIO: si inserisce sul cercine glenoideo, vicino al leg. glenoomerale superiore,
e, portandosi obliquamente in basso e lateralmente, si fissa sulla base del tubercolo minore, al disotto
del tendine del m.sottoscapolare. Allontanandosi dal leg. superiore, circoscrive uno spazio triangolare
con apice verso la cavità glenoidea: è il forame ovale di Weitbrecht (bottoniera del sottoscapolare).
- LEG. GLENOOMERALE INFERIORE: il più lungo, largo e robusto, si origina sul labbro glenoideo e sul
collo della scapola e, portandosi obliquamente in basso e all’infuori, si fissa sulla parte anteriore e poste-
riore del collo chirurgico dell’omero.
Movimenti.
- ABDUZIONE e ADDUZIONE. L’omero gira intorno ad un asse che passa per la parte inferiore e laterale
della testa, medialmente al collo chirurgico. Le estremità si muovono in modo opposto: quando l’estremità
inferiore si innalza (abduzione), la testa scivola dall’alto in basso sulla cavità glenoidea. Oltre la linea oriz-
zontale, si ha una seconda fase dell’abduzione, dovuta all’altalena della scapola con la clavicola, che cambia
l’orientamento della cavità glenoidea e, di conseguenza, innalza maggiormente l’omero. Le ossa si muovo-
no simultaneamente e non successivamente.
- FLESSIONE ed ESTENSIONE. Si compiono attorno ad un asse trasversale, per il centro del tubercolo mag-
giore e per la cavità glenoidea. La testa dell’omero ruota in sito, mentre l’estremità distale descrive un cer-
chio su un piano parallelo al mediano.
- CIRCUMDUZIONE. Passaggio regolare attraverso i quattro movimenti precedenti.
- ROTAZIONE. Attorno ad un asse verticale, per il centro della testa omerale e per l’epicondilo mediale. Nel-
la rotazione mediale, la testa scorre sulla cavità glenoidea dall’avanti all’indietro, i due tubercoli si portano
medialmente e la parte anteriore della capsula si rilassa, mentre si tende quella posteriore.
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OMEROULNARE e OMERORADIALE
GOMITO
(TROCLEA)
Superfici articolari.
- estremità distale dell’omero. appiattita dall’avanti all’indietro, con l’asse maggiore (trasversale) diretto
obliquamente in senso latero-mediale e leggermente dall’avanti all’indietro. Nella parte mediale, presenta
una puleggia, la troclea omerale; nella parte laterale, un condilo; in mezzo, un solco condilotrocleare. Il tut-
to è rivestito da uno strato di 2 mm circa di cartilagine diartrodiale.
- estremità prossimale dell’ulna. corrispondente alla troclea omerale, presenta una incisura trocleare, e-
scavazione semilunare formata in basso ed in avanti dal processo coronoideo, in alto ed indietro
dall’olecrano. Uno strato di 1,5 mm di cartilagine ialina riveste la superficie.
- estremità prossimale del radio. corrispondente al condilo omerale, presenta una superficie arrotondata
ed incavata “a cupola”, la cavità glenoidea del radio, rivestita da 1,5 mm di cartilagine diartrodiale.
Mezzi di unione.
- CAPSULA ARTICOLARE: manicotto fibroso, la cui circonferenza superiore corrisponde all’omero, mentre
quella inferiore alle due ossa dell’avambraccio. L’inserzione superiore segue: anteriormente, le fossette
coronoidea e sopracondiloidea; posteriormente, il contorno della fossa olecranica; lateralmente, il solco tra
epicondilo e condilo; medialmente, l’angolo diedro che separa la troclea dall’epitroclea. L’inserzione infe-
riore si effettua sul margine mediale e laterale dell’incisura trocleare, sulla parte superiore dell’olecrano,
sulla faccia anteriore del processo coronoideo, leggermente al disotto del becco; sul radio, si inserisce in-
torno al collo, 6 mm al disotto della cavità glenoidea.
- LEG. ANTERIORE / VENTRALE: ricopre la faccia anteriore della capsula. Si inserisce al disopra delle fossette
coronoidea e sopracondiloidea, sulla faccia anteriore dell’epitroclea e sulla parte laterale del condilo. Si fis-
sa sull’incisura radiale dell’ulna, nella sua estremità anteriore.
- LEG. POSTERIORE / DORSALE: si inserisce sui lati mediale e laterale della fossa olecranica. Si fissa tramite i
fasci inferiori (omero-olecranici), sui margini dell’olecrano. I superiori (omero-omerali) vanno da un lato
all’altro della fossa olecranica, delimitando un ponte sotto il quale si dispone il fondo cieco della sinoviale.
- LEG. MEDIALE / COLLATERALE ULNARE: più spesso e resistente, cordoniforme, si inserisce sull’epitroclea.
Si fissa sul lato antero-mediale del processo coronoideo (f. anteriore), sul lato mediale del processo coro-
noideo (f.medio), sul lato mediale dell’olecrano (f.posteriore o leg. del Bardinet). Il fascio arciforme o leg. di
Cooper si estende dalla base dell’olecrano alla base del processo coronoideo, descrivendo una curva a con-
cavità superiore.
- LEG. LATERALE / COLLATERALE RADIALE: nasce sull’epicondilo laterale e raggiunge il radio prossimale
(f.anteriori) e la faccia laterale dell’olecrano (f.posteriori).
Sinoviale.
La sinoviale del gomito riempie la membrana fibrosa e termina ai limiti delle cartilagini articolari. Sulla fac-
cia anteriore dell’articolazione, tappezza le fossette coronoidea e sopracondiloidea, formando un prolun-
gamento chiamato fondo cieco anteriore. Sulla faccia posteriore dell’articolazione tappezza la fossa olecra-
nica, formando il fondo cieco posteriore o sottotricipitale.
Movimenti.
- FLESSIONE o ESTENSIONE. Nella flessione, di tipo angolare, l’ulna ed il radio sono uniti e si muovono come
se fossero un osso unico. Essi scorrono dall’indietro in avanti sulla estremità inferiore dell’omero, girando
intorno ad un asse che passa per la troclea ed il condilo. L’asse di rotazione si sposta costantemente a misu-
ra che si succedono i vari tempi della flessione. Tale spostamento è dovuta alla costituzione della troclea,
che descrive un movimento leggermente spiraliforme. L’avambraccio, flettendosi, si avvicina fino ad appli-
carsi sul braccio e si porta un po’ medialmente. La mano, quindi, si applica contro il torace e non contro la
spalla. Il movimento di flessione misura in media 140°. A movimento avvenuto, l’apice del processo coro-
noideo occupa la fossetta coronoidea dell’omero; la testa del radio risale la fossetta sopracondiloidea; il
becco dell’olecrano abbandona la fossa olecranica.
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ARTICOLAZIONI RADIOULNARI
RADIOULNARE PROSSIMALE (TROCOIDE)
Superfici articolari.
- radio. faccetta cilindroide, circonferenza articolare, quasi piana verticalmente, disposta come un orlo sulla testa
dell’osso, rivestita da cartilagine diartrodiale di 1,5 mm che si continua con la cavità glenoidea.
- ulna. incisura radiale dell’ulna, laterale all’incisura trocleare con la quale si continua superiormente. E’ un segmento
di cilindro cavo, piano verticalmente e concavo orizzontalmente. Allungata dall’avanti all’indietro, misura 12 x 10 mm
con il maggior diametro nel senso antero-posteriore. L’estremità anteriore termina a punta e ricorda la figura di una
virgola la cui grossa estremità è posteriore.
Le due faccette articolari corrispondono per la configurazione perfettamente inversa, ma differiscono nell’estensione:
la faccetta radiale forma un cerchio completo; la ulnare è la sesta parte di circonferenza.
Legamento anulare.
L’incisura radiale dell’ulna è ingrandita lateralmente da una formazione fibrosa a semicerchio (leg. anulare) che cir-
conda la testa del radio inserendosi anteriormente e posteriormente all’incisura radiale dell’ulna. Alto 10 mm, il mar-
gine superiore si confonde con i legamenti del gomito; il margine inferiore, più stretto del superiore, si modella sul col-
lo del radio e lo abbraccia senza aderirvi. Mantiene le epifisi di ulna e radio applicate una contro l’altra e, siccome la
circonferenza inferiore è molto minore si quella superiore, impedisce alla testa del radio di sfuggire in basso.
Mezzi di unione.
- LEG. QUADRATO DI DENUCE’: lamina fibrosa quadrilatera estesa orizzontalmente dall’ulna al radio. Si inserisce me-
dialmente sul margine inferiore dell’incisura radiale dell’ulna; si fissa lateralmente sulla parte corrispondente del collo
del radio. Misura 12 mm in lunghezza e in larghezza, e permette un allontanamento considerevole tra i capi ossei. Nel-
le posizioni statiche, è rilassato; quando l’avambraccio si mette in pronazione o in supinazione, si avvolge intorno al
collo del radio e contribuisce a limitare questi movimenti.
RADIOCARPICA
POLSO
(CONDILO)
Superfici articolari.
- avambraccio. cavità glenoidea concava, ellissoide col diametro maggiore trasversale tra i due processi sti-
loidei. Composta lateralmente dalla faccia carpica dell’estremità inferiore del radio; medialmente dalla fac-
cia inferiore del legamento triangolare. Lateralmente si ha la faccetta scafoidea, medialmente la faccetta
semilunare. La parte più mediale del leg. triangolare forma la faccetta piramidale.
- mano. Scafoide, semilunare e piramidale hanno una faccetta articolare convessa, e formano un condilo
allungato trasversalmente che si modella esattamente sulla cavità dell’avambraccio.
Mezzi di unione.
- MEMBRANA FIBROSA: manicotto che si inserisce sul contorno della superficie articolare dell’avambraccio
e si fissa sulla superficie articolare del condilo del carpo. E’ più spessa avanti che posteriormente.
- LEG. ANTERIORE / PALMARE: il fascio laterale (radiocarpico) si inserisce sul margine anteriore della fac-
cetta articolare del radio e sulla parte anteriore del processo stiloideo; si fissa sul semilunare, sul piramidale
e sul capitato: si tende con il movimento di supinazione, e trascina tutto il carpo e la mano. Il fascio mediale
(ulnocarpico) si inserisce sulla parte anteriore della fossetta tra testa dell’ulna e processo stiloideo; allar-
gandosi a triangolo, si fissa sulle stessa ossa del fascio radiocarpico: si tende nei movimenti di supinazione,
ma siccome si fissa sull’ulna trattiene la mano invece di trascinarla.
- LEG. POSTERIORE / DORSALE: più debole, si inserisce sul margine posteriore della faccetta articolare del
radio e, dirigendosi obliquamente e lateralmente, si fissa sulla faccia posteriore del piramidale. E’ unito alle
guaine fibrose dei tendini degli estensori, che lo ricoprono e lo rinforzano: si tende nella pronazione.
- LEG. COLLATERALE ULNARE: nasce sul lato mediale e sull’apide del processo stiloideo dell’ulna; il fascio
anteriore si fissa sul pisiforme, il fascio posteriore si fissa sul piramidale.
- LEG. COLLATERALE RADIALE: a forma di semicono, si inserisce sull’apice del processo stiloideo del radio; si
fissa sul tubercolo dello scafoide, lateralmente alla sua faccetta articolare.
- LEG. RADIOSCAFOSEMILUNARE: a forma di stella a tre punte orientata sul piano sagittale; si inserisce sul-
la parte palmare dell’incisura della cavità glenoidea tra la faccetta scafoidea e quella semilunare.
Movimenti.
Possiede i cinque movimenti tipici delle articolazioni condiloidee: flessione, estensione, adduzione, abdu-
zione e circumduzione. Sono ampliati da quelli dell’articolazione mediocarpica.
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SACROILIACA (DIARTROANFIARTROSI)
Superfici articolari.
- sacro. faccetta auricolare, semicilindro cavo, concava dorsalmente ed in alto (55 x 25 mm). incavato.
- anca. faccetta auricolare, a semicilindro pieno, che corrisponde esattamente a quella del sacro. in rilievo.
Mezzi di unione.
- MEMBRANA FIBROSA: manicotto dal contorno della faccetta auricolare dell’anca al contorno della faccet-
ta auricolare del sacro, è molto breve come in tutte le articolazioni poco mobili ed è rafforzata da molti fa-
sci fibrosi.
- LEG. ANTERIORE: fasci raggiati che si inseriscono faccia anteriore del sacro, lateralmente ai primi due fori
sacrali; si fissano sulla fossa iliaca, sulla parte posteriore della linea innominata e sopra la grande incisura
ischiatica.
- LEG. POSTERIORE: la porzione interossea è subito dietro l’articolazione, nella parte più profonda: si inseri-
sce sulla tuberosità iliaca e si fissa sulla tuberosità sacrale; la porzione breve forma lo strato superficiale e
nasce sulle spine iliache posteriori e dall’incisura interposta per inserirsi sui tubercoli della cresta sacrale la-
terale; la porzione lunga forma un fascio che scende verticalmente dalla spina iliaca posteriore superiore
alla cresta sacrale laterale.
- LEG. ILEOLOMBARE: si inserisce medialmente sull’apice e sul margine inferiore del processo trasverso del-
la quarta e quinta vertebra lombare e si porta, con direzione raggiata, verso l’osso dell’anca. Le fibre supe-
riori si radunano in un cordone che si fissa sulla cresta iliaca; le altre si fissano sulla parte postero-superiore
della tuberosità iliaca. Colma lo spazio angolare tra colonna vertebrale e cresta iliaca, completando la pare-
te del grande bacino.
SINFISI PUBICA
Superfici articolari. Ciascun osso del pube presenta, nella sua parte mediale, una superficie ellittica (30 x 10
mm) e quando le ossa sono in sito l’interstizio che le separa ha la forma di un cuneo a base anteriore.
Mezzi di unione.
- DISCO INTERPUBICO: fibrocartilagineo, colma l’intervallo tra le due ossa.
- MEMBRANA FIBROSA: avvolge la fibrocartilagine interpubica continuandosi con il periostio.
- LEG. SUPERIORE: banderella giallastra che si estende orizzontalmente da un tubercolo pubico all’altro
passando al di sopra dell’articolazione e confondendosi con la membrana fibrosa in basso e con la linea alba
in alto.
- LEG. INFERIORE / ARCUATO DEL PUBE: posta al disotto della sinfisi, a forma di mezzaluna, le estremità si
fissano sulla parte mediale del ramo inferiore del pube a destra e a sinistra. Il suo margine inferiore forma
una arcata tra le due ossa, chiamata arcata pubica.
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LEGAMENTI SACROISCHIATICI
- LEG. SACROTUBEROSO: si origina dalle due spine iliache posteriori, dalle aree posteriori della faccia glutea
e sul margine corrispondente della colonna sacrococcigea. Da questa inserzione di circa 10 cm il leg. volge
obliquamente in basso e lateralmente, per arrivare sulla piccola incisura ischiatica, dove la sua larghezza è
di 1 cm. Allargandosi di nuovo e continuando il suo decorso, raggiunge la tuberosità ischiatica e il margine
mediale del ramo dell’ischio, dove le fibre formano un processo falciforme che si confonde con il muscolo
otturatore interno. Possiede orifici per alcuni vasi.
- LEG. SACROSPINOSO: anteriore e più piccolo del precedente, è una lamina triangolare. Si inserisce sul
margine del sacro e del coccige, per 3 cm; le fibre convergono verso la spina ischiatica, fissandosi sia
sull’apice sia sui margini.
MEMBRANA OTTURATORIA
- MEMBRANA OTTURATORIA: colma il forame dalla parte superiore, quella cioè corrispondente al solco
sottopubico. Si inserisce lateralmente sopra la semicirconferenza laterale del forame sottopubico e si fissa
sulla semicirconferenza mediale. Consta di fasci madreperlacei, con differente direzione. E’ ricoperta dal
muscolo otturatore interno.
- BENDERELLA SOTTOPUBICA: lamina fibrosa di rinforzo sulla faccia esterna. Si origina lateralmente sul leg.
trasverso dell’acetabolo e sulla sporgenza ossea che limita in alto l’incisura ischio pubica. Si fissa al disotto
della spina del pube e sulla membrana otturatoria.
- CANALE OTTURATORIO: il solco otturatorio o doccia sottopubica, la membrana otturatoria e la benderella
sottopubica formano un canale osteofibroso che fa comunicare il bacino con la regione antero-mediale del-
la coscia, formando il canale otturatorio o sottopubico, lungo circa 25 mm. Questo canale dà passaggio al
nervo otturatore, all’arteria e alla vena otturatoria, immersi in un’atmosfera celluloadiposa.
SACROCOCCIGEA
Superfici articolari.
- superficie sacrale. faccetta ovale con l’asse maggiore diretto trasversalmente, convessa.
- superficie coccigea. faccetta analoga, concava.
Mezzi di unione.
- DISCO INTERVERTEBRALE: analogo a quello dell’articolazione sacrovertebrale.
- LEG. ANTERIORE: dalla faccia anteriore del sacro alla faccia anteriore del coccige. Rappresenta morfologi-
camente la porzione inferiore del legamento longitudinale anteriore.
- LEG. POSTERIORE: si inserisce sull’estremità inferiore della cresta sacrale e sui margini laterali dell’incisura
del canale sacrale. Si fissa, tramite due banderelle, sulla faccia posteriore (dorsale) del terzo coccigeo.
- LEG. MEDIALE: dal corno del sacro al corno corrispondente del coccige.
- LEG. MEDIO: dal margine laterale del corno sacrale alla parte posteriore dell’angolo laterale del coccige.
- LEG. LATERALE: dalla parte laterale dell’apice del sacro all’angolo laterale del coccige.
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COXOFEMORALE
ANCA
(ENARTROSI)
Superfici articolari.
- testa del femore. sferica e convessa, rappresenta i due terzi di una sfera con raggio di 20-25 mm. La testa femorale è
ricoperta da cartilagine ialina di 3 mm, tranne sulla metà anteriore della fossa del leg. rotondo.
- acetabolo o cavità cotiloide. sferica e concava, rappresenta la metà di una sfera. E’ circoscritto da un margine circo-
lare sottile, chiamato ciglio cotiloideo, e rivestita da cartilagine ialina, il cui spessore, contrariamente a quello della te-
sta femorale, aumenta dal centro alla periferia. Vi è una notevole differenza di estensione tra la testa femorale e la
cavità acetabolare, ridotta dal labbro acetabolare.
Mezzi di unione.
- CAPSULA ARTICOLARE: simile a quella della spalla, è un manicotto che si inserisce medialmente sul contorno della
cavità dell’acetabolo, sul contorno del ciglio acetabolare e sul leg. trasverso dell’acetabolo, e si fissa lateralmente sul
femore: anteriormente sulla linea intertrocanterica e su tutto il collo del femore. La membrana è molto più estesa sul-
la faccia anteriore del collo che su quella posteriore, e il terzo laterale della faccia posteriore del collo è costantemente
fuori dalla membrana. Perciò, una frattura laterale al collo del femore può essere intracapsulare anteriormente e e-
xtracapsulare posteriormente. La capsula è formata da due tipi di fibre: le fibre circolari occupano il piano profondo
della membrana e si dirigono perpendicolarmente all’asse del collo, descrivendo un cerchio; nella parte postero-
inferiore dell’articolazione formano un fascio regolarmente curvo che abbraccia il collo (leg. anulare di Weber); le
fibre longitudinali, superficiali, vanno dall’osso dell’anca al femore, incrociando le precedenti. Contiene la sinoviale.
- LEG. ILEOFEMORALE / AD “Y” DI BIGELOW / DI BERTIN: si origina al disotto della spina iliaca antero-inferiore e, por-
tandosi in basso, si dispiega a ventaglio e si fissa sulla linea intertrocanterica. Il fascio superiore è quasi orizzontale:
costeggia la capsula e si inserisce sul margine anteriore del grande trocantere, sotto il tendine del piccolo gluteo, e li-
mita i movimenti di adduzione, estensione e di rotazione laterale. Il fascio inferiore scende verticalmente sul lato an-
tero-mediale della capsula e si fissa sulla parte inferiore della linea intertrocanterica, davanti al piccolo trocantere.
- LEG. ISCHIOFEMORALE: situato nella parte posteriore e inferiore dell’articolazione, si inserisce nella doccia sottoace-
tabolare e sulla porzione del ciglio dell’acetabolo. Alcuni fasci si dirigono obliquamente e si fissano sul margine ante-
riore della cavità del grande trocantere, altri si confondono con la capsula (leg. ischiocapsulare). Questo legamento
limita i movimenti di rotazione mediale del femore.
- LEG. PUBOFEMORALE: dall’eminenza ileopettinea, dalla cresta pettinea e dal ramo orizzontale del pube, le fibre si
portano nella fossetta rugosa davanti al piccolo trocantere. Questo legamento si tende nell’abduzione e limita questo
movimento.
- LEG. ROTONDO / DELLA TESTA DEL FEMORE: nastro fibroso di 35 mm all’interno dell’articolazione. Si inserisce dal
lato del femore nella fovea capitis che si trova sulla testa dell’osso. Dal lato dell’anca, si fissa sul legamento trasverso,
sull’estremità anteriore dell’incisura dell’acetabolo e all’infuori della cavità acetabolare. E’ il residuo del m. pettineo.
Movimenti.
- FLESSIONE / ESTENSIONE. l’asse trasversale passa per la fovea capitis e l’apice del grande trocantere
- ADDUZIONE / ABDUZIONE. l’asse antero-posteriore passa per il centro della testa che scivola nell’acetabolo.
- CIRCUMDUZIONE. il femore descrive un cono per l’unione dei quattro movimenti precedenti.
- ROTAZIONE. l’asse verticale passa per il collo del femore.
- STATICA DEL TRONCO. il peso del tronco viene dimezzato su ogni arto, e i muscoli sono organi attivi.
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FEMOROTIBIALE
GINOCCHIO
(TROCLEA)
Superfici articolari.
- femore. estremità inferiore. puleggia della troclea femorale: due faccette laterali che inclinandosi l’una
verso l’altra terminano nella gola della troclea. Questo solco, sul piano sagittale, si dirige obliquamente con
la puleggia dall’alto in basso e dall’avanti all’indietro; le due faccette trocleari nella parte inferiore dell’osso,
fin qui contigue, si separano divergendo e la gola diviene una larga incisura, che divide l’estremità distale
del femore in due prominenze, il condilo mediale e il condilo laterale. Entrambi i condili divergono
dall’avanti all’indietro: il diametro trasverso è maggiore nella parte posteriore rispetto a quella anteriore.
Inoltre, la superficie articolare appartiene prima a un cerchio di raggio assai grande, poi ad un raggio molto
più piccolo: il condilo descrive una spirale, e i raggi decrescono dalla parte anteriore alla posteriore (da 40
mm a 18 mm). Il condilo mediale è fortemente spinto dal lato mediale, mentre quello laterale sporge in
senso laterale. Il raggio di curvatura del condilo laterale diminuisce più rapidamente di quello del condilo
mediale. Questo associa i movimenti di rotazione a quelli di flessione. La linea di separazione tra la troclea e
il condilo è detta linea condilo trocleare. La superficie articolare è rivestita da 3 mm di cartilagine ialina.
- tibia. estremità superiore. Offre due cavità glenoidee: una mediale più lunga e più scavata e una laterale
più larga separate dalla eminenza intercondiloidea, che termina in alto con due tubercoli, uno mediale e
uno laterale. Avanti e dietro a questa eminenza si estendono due superfici triangolari: la fossa intercondi-
loidea anteriore e quella posteriore. La superficie è rivestita da cartilagine ialina, con il massimo spessore
nella parte mediale delle cavità glenoidee(5 mm), nel punto in cui c’è la massima pressione.
- patella. faccia posteriore. Presenta una superficie articolare allungata in senso trasversale, con 4 mm di
cartilagine. La patella è un osso sesamoideo gigante sviluppatosi nel tendine del quadricipite femorale.
Menischi.
Le superfici articolari non si corrispondono: i condili sono troppo convessi, e le cavità glenoidee non sono
sufficientemente scavate. Perciò si sviluppano su ciascuna cavità glenoidea delle fibrocartilagini ad anello, il
cui spessore va diminuendo dalla periferia al centro. Ciò rileva i margini, e aumenta la profondità delle cavi-
tà. I menischi, distinti in mediale e laterale, hanno la faccia superiore che si modella con il condilo, e quella
inferiore sulla cavità glenoidea. Il mediale è più largo del laterale, e la larghezza media è 10 – 12 mm. La cir-
conferenza esterna aderisce alla membrana fibrosa e ai legamenti collaterali. La circonferenza interna, as-
sottigliata, non raggiunge il centro della cavità glenoidea per 6 - 8 mm. Il menisco laterale descrive un cer-
chio quasi completo, interrotto solo dalla eminenza intercondiloidea; viene paragonato ad una “O”. Il meni-
sco mediale è interrotto per un’estensione maggiore, descrive due terzi di circonferenza e viene paragona-
to ad una “C”. I due menischi a mezzaluna presentano ciascuna due estremità o corna, una anteriore e una
posteriore dirette verso lo spazio interglenoideo. Il menisco laterale si attacca con il corno anteriore sulla
superficie triangolare davanti l’eminenza e sulla faccia laterale del legamento crociato anteriore; con il cor-
no posteriore si attacca al tubercolo intercondiloideo mediale. Il menisco mediale si fissa con il corno ante-
riore sul margine anteriore della tibia, davanti al legamento crociato anteriore; con il corno posteriore si at-
tacca all’area intercondiloidea posteriore, tra il legamento crociato posteriore e l’inserzione del menisco la-
terale. I menischi sono riuniti anteriormente con una piccola benderella trasversale, chiamata legamento
trasverso, di 5 cm, ricoperta dall’ammasso adiposo anteriore del ginocchio.
Mezzi di unione.
- CAPSULA ARTICOLARE: la membrana fibrosa è composta di fibre longitudinali e oblique, a forma di mani-
cotto, abbraccia le superfici articolari di femore e tibia. Nella parte anteriore presenta una grande apertura
per la patella; nella parte posteriore, in rapporto con la fossa intercondiloidea, la membrana è interrotta e i
margini mediale e laterale penetrano nell’incisura intercondiloidea, dove incontrano e si confondono nei
legamenti crociati corrispondenti. La capsula aderisce intimamente ai menischi, che la dividono in due parti:
una soprameniscale e una sottomeniscale.
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- LEG. ANTERIORE DELLA PATELLA: nastro fibroso resistente esteso dall’apice della patella alla tuberosità
tibiale. La faccia posteriore corrisponde ad una sinoviale (borsa infrapatellare profonda) che facilita lo scor-
rimento del tendine sulla superficie ossea. L’ammasso adiposo anteriore colma lo spazio tra il legamento e
l’articolazione, ed è in rapporto con la faccia posteriore del legamento della patella. Le ali della patella o
legamenti alari della patella si portano dai margini della patella ai condili femorali, e si distinguono in me-
diale e laterale.
- LEG. POSTERIORE / DI WINSLOW: si estende sulla faccia posteriore dell’articolazione. Le due porzioni la-
terali si confondono con la membrana, e formano due gusci fibrosi dietro ai condili che corrispondono ai
muscoli gemelli. La porzione mediana corrisponde agli spazi intercondiloidei.
- LEG. COLLATERALE TIBIALE: nastriforme, lungo 10 cm, si inserisce sull’epicondilo mediale e si fissa sulla
parte alta della faccia e del margine mediale della tibia. Stretto all’origine e all’inserzione, raggiunge la mas-
sima larghezza al menisco. Le fibre verticali discendono in maniera diretta; le fibre oblique discendenti par-
tono dal femore e terminano sulla capsula e sul menisco; le fibre oblique ascendenti dalla tibia risalgono
verso la capsula ed il menisco.
- LEG. COLLATERALE FIBULARE: cordonale, lungo 5 cm, si inserisce sull’epicondilo laterale del femore e si
fissa sulla parte anteriore e laterale della testa della fibula, 1 cm davanti al processo stiloideo.
- LEGAMENTI CROCIATI: situati nell’incisura intercondiloidea, si distinguono in base alla posizione
all’inserzione tibiale:
- LEG. CROCIATO ANTERIORE: si origina dalla parte antero-mediale della eminenza intercondiloidea del-
la tibia; si dirige in alto, all’indietro e lateralmente, e si fissa sulla parte posteriore della faccia mediale
del condilo laterale.
- LEG. CROCIATO POSTERIORE: si origina dall’incisura dietro l’eminenza intercondiloidea della tibia; si
porta in alto, in avanti e medialmente, e si fissa sulla parte anteriore della faccia laterale del condilo me-
diale. Può essere rinforzato dal leg. meniscofemorale, che si origina dall’estremità posteriore del meni-
sco laterale.
- SINOVIALE: anteriormente: nasce sul margine superiore della troclea femorale, tappezza anteriormente il
femore, si interrompe sul margine superiore della patella e forma un diverticolo a fondo cieco, la borsa si-
noviale soprapatellare; riprende sul margine inferiore della patella e incontra l’ammasso adiposo anteriore.
Sulla linea mediana, al disopra della rotula, la sinoviale diventa una piega che raggiunge l’incisura intercon-
diloidea, costituendo il legamento adiposo. Posteriormente, si applica sulla faccia dei legamenti crociati e
raggiunge il legamento posteriore dell’articolazione. La porzione mediana o intercondiloidea del leg. poste-
riore non è rivestita dalla sinoviale; questa non si frappone tra i leg. crociati, ma li applica uno contro l’altro;
i leg. crociati sono situati fuori dalla sinoviale articolare. Lateralmente, segue l’articolazione, interrompen-
dosi e rinascendo in corrispondenza dei menischi, generando una porzione soprameniscale e una sottome-
niscale. Numerose sono le frange sinoviali.
Movimenti.
- FLESSIONE ED ESTENSIONE. la flessione è sempre legata alla rotazione mediale della tibia; l’estensione è
sempre legata alla rotazione laterale della tibia. L’asse di rotazione si sposta man mano che si esegue il mo-
vimento, e questo è una conseguenza delle superfici condiloidee che aumentano il raggio di curvatura
dall’indietro in avanti. Il movimento di flessione ad opera delle masse muscolari è di 140°, e questo valore
può arrivare a 170° se si porta la gamba in flessione manualmente o tramite il peso del corpo. I condili non
solo ruotano sulle cavità glenoidee, ma anche e soprattutto scorrono mentre si esegue il movimento di ro-
tazione: scorrimento e rotazione sono simultanei.
- ROTAZIONE. Oltre alla rotazione combinata, si ha una rotazione indipendente, intorno ad un asse vertica-
le che passa per il tubercolo mediale della eminenza intercondiloidea della tibia. Il condilo laterale, per la
maggiore lunghezza del suo braccio di leva, si sposta più del condilo mediale. Nella rotazione mediale, i leg.
crociati tendono ad esagerare il loro incrociamento e, comprimendosi reciprocamente, arrestano il movi-
mento. Nella rotazione laterale, i legamenti tendono a scrociarsi, ma il leg. crociato posteriore si tende con
il leg. collaterale fibulare e questo limita.
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ARTICOLAZIONI TIBIOFIBULARI
TIBIOFIBULARE PROSSIMALE (ARTRODIA)
Superfici articolari.
- tibia. faccetta arrotondata piana, sulla parte superiore della tuberosità laterale, rivolta in basso e lateralmente
- fibula o perone. faccetta simile, all’estremità prossimale, rivolta in senso inverso alla tibiale.
Mezzi di unione.
- MEMBRANA FIBROSA: fortemente tesa, si attacca sul contorno delle superfici articolari; presenta una sinoviale.
- LEG. ANTERIORE DELLA TESTA DELLA FIBULA: fibre oblique dalla faccetta articolare della tibia alla testa della fibula.
- LEG. POSTERIORE DELLA TESTA DELLA FIBULA: dalla parte posteriore della tibia alla corrispondente fibula.
Mezzi di unione.
- CAPSULA FIBROSA: sottile, formata dai tre legamenti anteriore, posteriore ed interosseo.
- LEG. ANTERIORE: dal davanti della faccetta articolare della tibia alla parte anteriore del malleolo fibulare.
- LEG. POSTERIORE: dal margine posteriore della faccetta tibiale alla parte posteriore del malleolo fibulare. il suo fa-
scio inferiore ingrandisce il mortaio tibiofibulare e prende parte all’articolazione tibiotarsica.
- LEG. INTEROSSEO: situato nella parte superiore dell’articolazione, si compone di fasci brevi che si portano obliqua-
mente dalla tibia alla fibula e si continuano con la membrana interossea della gamba.
Movimenti. Limitati spostamenti trasversali della fibula rispetto alla tibia, determinati dall’astragalo.
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TIBIOTARSICA
TALOCRURALE
(TROCLEA)
Superfici articolari.
- piede. faccia superiore dell’astragalo, convessa antero-posteriomente e concava trasversalmente. Presen-
ta una vera troclea, con una gola, due versanti ineguali (il mediale è più stretto) rivolti verso la gola, due
margini (il mediale è basso e smusso, il laterale è alto e tagliente). La puleggia è più lunga che larga, e la lar-
ghezza diminuisce dall’anteriore (32 mm) al posteriore (26 mm). L’arco descritto dalla gola della troclea è il
terzo di una circonferenza di raggio 25 mm. La superficie articolare della puleggia si continua ai lati con due
faccette sagittali: la faccetta malleolare mediale e la faccetta malleolare laterale. Cartilagine ialina di 2 mm.
- gamba. la tibia e la fibula, articolate tra loro, formano un mortaio. La parete superiore, concava antero-
posteriormente e convessa trasversalmente, è costituita dalla tibia, le due parti laterali dai malleoli. Si a-
datta alla troclea astragalica, ma rappresenta il quinto di una circonferenza di 30 mm di raggio. Quindi, il
mortaio è meno esteso nel senso sagittale rispetto alla puleggia, ed esisterà sempre, qualunque sia la posi-
zione del piede sulla gamba, una parte della troclea che non è a contatto con la tibia. Cartilagine di 2 mm.
Mezzi di unione.
- MEMBRANA FIBROSA: manicotto che si inserisce sulle due ossa della gamba e sull’astragalo, alla periferia
delle superfici articolari. Molto compatta medialmente e lateralmente, in corrispondenza dei malleoli, è
molto lassa anteriormente e posteriormente. Tappezzata dalla sinoviale
- SISTEMA LEGAMENTOSO COLLATERALE LATERALE: tre legamenti indipendenti
- LEG. TALOFIBULARE ANTERIORE: quadrilatero, si inserisce sul margine anteriore del malleolo laterale e
si fissa sulla faccia laterale dell’astragalo davanti alla faccetta articolare.
- LEG. TALOFIBULARE POSTERIORE: più robusto e profondo, si inserisce lateralmente nella fossetta ru-
gosa della parte posteriore del malleolo laterale, si dirige medialmente e si fissa sul tubercolo laterale
del processo posteriore dell’astragalo.
- LEG. CALCANEOFIBULARE: tra i precedenti, è un cordone piatto di 4 cm. Si inserisce sul malleolo latera-
le e si fissa sulla faccia laterale del calcagno, 2 cm sopra del processo trocleare.
- SISTEMA LEGAMENTOSO COLLATERALE MEDIALE
- LEG. DELTOIDEO: si inserisce sul margine inferiore del malleolo mediale, le fibre discendono verso il
tarso irradiandosi a ventaglio e: le fibre posteriori (leg. tibiotalare posteriore) si attaccano sul tubercolo
posteriore della faccia mediale dell’astragalo; le fibre anteriori (leg. talonavicolare) si fissano sulla parte
mediale del collo dell’astragalo e sulla faccia superiore del navicolare; le fibre mediane si fissano sul sub-
stentaculum tali e si fondono con il leg. calcaneonavicolare plantare.
- STRATO PROFONDO: dal malleolo mediale al disotto della faccetta articolare dell’astragalo
Movimenti.
- FLESSIONE ed ESTENSIONE del piede sulla gamba.
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Mezzi di unione.
- MEMBRANA FIBROSA: ampia e lassa, circonda le facce articolari delle due ossa. Con sinoviale.
- LEG. TALOCALCANEARE LATERALE: debole, va obliquamente dalla faccia laterale dell’astragalo alla faccia laterale del
calcagno; è parallelo e posteriore al leg. calcaneofibulare della articolazione tibiotarsica.
- LEG. TALOCALCANEARE POSTERIORE: quadrilatero, dal tubercolo laterale del processo posteriore dell’astragalo alla
parte corrispondente superiore del calcagno.
- LEG. TALOCALCANEARE INTEROSSEO: occupa il seno del tarso, e si estende dal solco del calcagno al solco
dell’astragalo. E’ all’indietro dell’articolazione talocalcaneonavicolare.
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