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Apparato urinario

Comprende organi uropoietici, ovvero i reni, e le vie urinarie quali l’uretere, la vescica e l’uretra.

Il rene ha varie funzioni:

 Escrezione: dei prodotti di scarto del metabolismo (urea, creatinina, acido urico, urobilina…) e
sostanze estranee (farmaci, additivi…), questa funzione è detta emuntoria
 Regolazione dell’equilibrio idrico ed elettrolitico
 regolazione dell’equilibrio acido-base (se il liquido extracellulare è troppo acido, rimuovono
l’eccesso di H+ e trattengono ioni bicarbonato HCO3-, e viceversa)
 regolazione della pressione arteriosa
 secrezione di ormoni (eritropoietina, forma attiva della vitamina D)
 gluconeogenesi

I reni sono appoggiati alla parete posteriore dell’addome (T12-L4), il polo superiore è ricoperto dalle
ghiandole surrenali, il destro è posto più in basso per la presenza del fegato. Ha una forma di fagiolo.
Il parenchima renale (parenchima= tessuto che esplica le funzioni specifiche di un organo) può essere
suddiviso in 2 parti:

 midollare (centrale): aspetto striato, consta di 10-12 piramidi renali (piramidi di Malpighi) che
terminano ciascuna in una papilla renale e quindi nelle pelvi renali, l’urina da qui viene convogliata
nell’uretere.
 corticale (periferica): aspetto granulare, convoluto e radiato (raggi midollari)

La capsula fibrosa è formata da collagene e sottili fibre elastiche e muscolari, si addentra a rivestire il seno
renale, ovvero la depressione in cui sono accolti i calici e la pelvi renale. A questo livello passano anche i
vasi ematici (ilo).
Un altro tipo di suddivisione prevede la differenziazione tra lobi e lobuli:

 lobo: parte di parenchima costituito da una intera piramide e la parte corticale che la circonda
 lobulo: porzione di lobo costituita dal raggio midollare (parte radiata della corticale) e restante
corticale che lo circonda (parte convoluta e cortex corticis)
Ciascun rene riceve sangue dall’arteria renale, che origina da una collaterale dell’aorta addominale. Di
conseguenza il flusso di sangue che giunge ai reni è particolarmente elevato: 1200 ml/minuto , 20%
dell’intera gittata cardiata. L’arteria renale si suddivide a formare le arterie lobari e interlobari che, alla base
delle piramidi, danno origine alle arterie arcuate. Da qui si staccano le arterie interlobulari da cui dipartono
le arteriole afferenti.

Nefrone

È l’unità anatomo-funzionale del rene. Ciascun rene contiene circa 1 milione di nefroni ed è un numero che
rimane costante dalla nascita. Non è possibile la formazione di nuovi nefroni per sostituire i danneggiati, in
caso di danno renale i nefroni restanti si adattano a filtrare carichi maggiori. L’asportazione di un rene
induce l’ingrossamento del superstite, che svolge circa l’80% del lavoro di due reni normali.

Consiste di una parte filtrante, detto corpuscolo renale, ed una parte assorbente e secernente, detta tubulo
renale. Il tubulo renale è diviso in 3 porzioni differenti: tubulo contorto prossimale, ansa di Henle, tubulo
contorto distale. Il corpuscolo renale è costituito dal glomerulo e dalla capsula di Bowman.
Nell’immagine di sinistra è possibile notare il dotto o tubulo collettore, dove confluisce il tubulo distale, tale
tratto tubulare viene detto reuniente. I tubuli collettori, a livello dell’apice delle piramidi confluiscono nei
dotti papillari, a livello della papilla renale, i quali si aprono (area cribosa della papilla) nei calici minori.

I nefroni possono essere divisi in:

 corticali: 85% di tutti i nefroni


 iuxtamidollari: più vicini alla midollare, l’ansa di Henle si estende in profondità nella piramide
renale
I nefroni corticali e iuxtamidollari fanno entrambi parte sia dell’area corticale che dell’area midollare, ma i
nefroni corticali si espandono a livello corticale, tranne per la parte inferiore dell’ansa di Henle, mentre per
i nefroni iuxtamidollari l’ansa è disposta nell’area midollare.

Corpuscolo renale, glomerulo, capsula di Bowman

Il corpuscolo renale è formato da capsula di Bowman, glomerulo arterioso, cellule del mesangio, apparato
iuxtaglomerulare.

La capsula di Bowman è formata da due foglietti epiteliali, uno viscerale ed uno parietale, i quali sono
separati dallo spazio di Bowman che si continua con il lume del tubulo renale. Il foglietto parietale si
continua con il tubulo contorto prossimale.
Vicino al glomerulo renale vi è l’apparato iuxtaglomerulare, che consta di due popolazioni di cellule
specializzate:

 cellule iuxtaglomerulari: contenenti granuli di renina sensibili alla pressione sanguigna, innervate
dal simpatico
 cellule della macula densa: a contatto con arteriole afferente ed efferente, fungono da
chemocettori per la concentrazione di cloruro di sodio, in caso di riduzione inviano un segnale alle
cellule iuxtaglomerulari per la produzione di renina

Le cellule del mesangio sono elementi di natura connettivale, comprensive di actina e miosina, situate sia al
di fuori del corpuscolo (mesangio extraglomerulare), tra arteriola afferente ed efferente, sia all’interno del
corpuscolo (mesangio intraglomerulare). Le funzioni sono:

 regolano il calibro dei capillari glomerulari, contraendosi e rilasciandosi


 recettori per sostanze vasocostrittrici (angiotensina II)

Il glomerulo è un complesso di capillari forniti dall’arteriola afferente e drenati dall’efferente.


Circolazione renale e filtrazione

I due reni ricevono il 25% del volume totale del sangue.

Nel nefrone, all’interno della capsula di Bowman, si trovano i podociti. Sono cellule che presentano
numerosi prolungamenti che abbracciano i capillari glomerulari, formando dei sottili processi detti pedicelli.
Il rapporto tra i podociti e i capillari glomerulari va a costituire la membrana di filtrazione attraverso cui
passerà il plasma (non le proteine plasmatiche e le cellule sanguigne).
La membrana di filtrazione è dunque composta da:

 endotelio capillare fenestrato


 lamina densa:
o lamina rara interna (dell’endotelio)
o lamina rara esterna (dei podociti)
 podociti

I capillari del glomerulo sono appunto composti dall’endotelio fenestrato e lamina densa o lamina basale.

La filtrazione è un processo passivo, dato dalla pressione di filtrazione (intracapillare) a cui si oppone la
pressione onconica delle proteine all’interno e la pressione capsulare all’esterno. La lamina densa trattiene
molecole grosse (come l’albumina) e le molecole dotate di cariche negative. Il filtrato si accumula nello
spazio di Bowman da cui verrà convogliato nel tubulo. La membrana basale (che può intasarsi) viene
continuamente riassorbita dalle cellule mesangiali intraglomerulari e ricostituita dai podociti e dalle cellule
endoteliali.

Tubuli e ansa di Henle dei nefroni partecipano alla filtrazione delle sostanze:

 tubulo prossimale: riassorbimento attivo di ioni sodio e cloro, cui segue quello dell’80-85% di
acqua, glucosio, amminoacidi e peptidi
 ansa di Henle: il tratto ascendente è deputato al riassorbimento di ioni sodio e cloro, il tratto
discendente invece è permeabile all’acqua
 tubulo distale: riassorbimento attivo di ioni sodio e cloro e acqua; secrezione di ioni e acidi
Formazione dell’urina

È il meccanismo renale che regola la composizione del plasma e l’eliminazione dei cataboliti azotati,
mediante processi che si attuano nei glomeruli e nei tubuli renali. In pratica viene eliminata una porzione di
liquidi extracellulari recuperando da questa ciò che è utile, e vi si aggiunge ciò che deve essere eliminato
rapidamente. Il processo, operato nei nefroni, richiede la formazione di una urina primitiva, o ultrafiltrato
glomerulare, e la sua circolazione nei tubuli dove avvengono i fenomeni di riassorbimento e secrezione.
Questi processi modificano l’ultrafiltrato che, durante il prosieguo nei tubuli, diverrà urina definitiva.

Quindi i processi fondamentali della funzione renale sono:

 ultrafiltrazione: nel glomerulo


 riassorbimento: di sostanze utili
 secrezione: di sostanze da eliminare o in eccesso, presenti nei liquidi organici
 escrezione: parte finale, sottoforma di urina
Il glomerulo si comporta come un filtro che lascia passare gli elettroliti e le piccole molecole (come il
glucosio), ma trattiene le grosse molecole (proteine) e gli elementi cellulari. La barriera di filtrazione è
costituita da 3 strati noti: endotelio capillare, membrana basale, podociti. Anche la configurazione delle
molecole e la loro carica elettrica hanno importanza. Con buona approssimazione, si può dire che
l’ultrafiltrato a livello glomerulare è uguale al sangue privo di corpuscoli, proteine e lipidi.

La forza motrice è data dalle pressioni idrostatica nei capillari glomerulari e osmotica nella capsula di
Bowman, cui si oppongono la pressione osmotica delle proteine del plasma (detta pressione oncotica) e la
pressione idrostatica capsulare. Ogni cambiamento di uno di questi parametri si riflette sul valore della
pressione netta di filtrazione (PNF). La velocità di filtrazione glomerulare (VFG) è la quantità totale di
ultrafiltrato formato in tutti i nefroni dei reni nell’unità di tempo: VFG = Kf * PNF. Kf è la permeabilità per
superficie filtrante.

La pressione idrostatica del sangue nei capillari è circa 55 mmHg, la pressione osmotica del plasma è circa
32 mmHg, la pressione idrostatica capsulare è circa 14 mmHg. La pressione osmotica capsulare è
trascurabile. Quindi la PNF è data da 55 mmHg – (32 mmHg+14 mmHg) = 10 mmHg.

Nell’uomo, il volume di plasma filtrato nell’unità di tempo, cioè la VFG, è pari a 125 ml/minuto. Cioè 180
litri in 24 ore. Considerando che il volume totale del plasma è circa 3 litri, l’intero volume plasmatico viene
filtrato circa 60 volte al giorno. Quindi il rene elimina sostanze di rifiuto con grande velocità. Inoltre, solo
l’1% dell’ultrafiltrato viene eliminato come urina, il restante è riassorbito dai tubuli renali.

A differenza della pressione idrostatica della capsula di Bowman e della pressione osmotica plasmatica, la
pressione idrostatica del capillare glomerulare può essere regolata per adeguare la VFG alle necessità
dell’organismo. La VFG è regolata da due meccanismo entrambi diretti a regolare il flusso sanguigno
glomerulare, controllando il raggio dell’arteriola afferente:

 autoregolazione: diretta a prevenire variazioni spontanee della VFG


 regolazione simpatica estrinseca: regola a lungo termine la pressione
Per quanto riguarda l’autoregolazione, i reni sono in grado di mantenere una pressione idrostatica stabile
nei capillari glomerulari e quindi una VFG stabile, nonostante le variazioni di pressione arteriosa, ma entro
certi limiti. Quindi, se in risposta ad un aumento pressorio arterioso la VFG aumenta, si avrà vaso
costrizione dell’arteria afferente, mentre se in risposta ad una diminuzione pressoria la VFG diminuisce, si
avrà una vasodilatazione dell’arteriola afferente.
Riassorbimento e secrezioni tubulari

A livello del tubulo prossimale, si ha riassorbimento attivo di Na+, glucosio, amminoacidi, fosfati, ioni calcio
e magnesio, tracce di proteine, e riassorbimento passivo di ioni potassio e cloro, urea, ione
idrogenocarbonato (HCO3-). L’acqua del filtrato segue per osmosi (passiva) i soluti riassorbiti.

Nell’ansa di Henle viene riassorbito lo ione sodio attivamente e lo ione cloro passivamente, e l’acqua
sempre passivamente.

Nel tubulo distale e nel dotto collettore si ha riassorbimento in forma attiva di ione sodio, idrogeno,
potassio, in forma passiva di ione cloro e ione idrogenocarbonato, nel dotto collettore si riassorbe
passivamente anche l’acqua.

I tubuli prossimali riassorbono più dei 2/3 dell’intero volume di filtrato con la seguente strategia:

 gli ioni sodio vengono pompati dalle cellule nello spazio interstiziale, incrementandone la
concentrazione a livelli tali da portare a spostare per diffusione Na+ nel sangue
 appena lo ione sodio viene spostato nel sangue, altro Na+ viene pompato nello spazio interstiziale
per mantenere un equilibrio di concentrazione
 tra lume del tubulo e sangue si instaura un gradiente elettrico (sangue positivo, lume negativo)
 l’attrazione elettrica tra particelle di carica opposta trascina passivamente per diffusione gli ioni
negativi del filtrato (ione cloro)
 aumentando la concentrazione di ioni nel sangue, si ha osmosi dell’acqua dal lume dei tubuli al
fluido interstiziale e infine al sangue
Il tubulo prossimale riassorbe anche altri nutrienti come il glucosio, tramite trasporto attivo sodio-
dipendente. In questo tipo di trasporto, una molecola carrier della membrana cellulare si lega allo ione
sodio e al glucosio, e li trasporta nelle cellule. Una volta all’interno, ione sodio e glucosio si dissociano dal
carrier. Il sodio viene trasportato attivamente, il glucosio passivamente per diffusione facilitata, entrambi
alla superficie cellulare adiacente ad un capillare peritubulare.

Il trasporto attivo richiede energia, ed è selettivo, nel senso che una sostanza può essere trasportata in una
quantità massima. Il trasporto massimo TM indica questa quantità, ad esempio per il glucosio è pari a 375
mg/minuto, che equivalgono a 180 mg/100 ml di plasma. Se la sostanza presente nel sangue eccede la
soglia renale, una parte di essa sarà visibile nelle urine.

Per quanto riguarda il riassorbimento dell’acqua, bisogna introdurre il concetto di osmolarità. Essa esprime
la concentrazione di una soluzione calcolata rispetto al numero di particelle in essa disciolte,
indipendentemente dalla carica elettrica e dalle dimensioni. Due soluzioni con uguale osmolarità avranno lo
stesso numero di particelle e uguali proprietà colligative, ma non per forza uguale densità e pH.
L’osmolarità è espressa in milliosmoli per litro, mOsM/L.
Il liquido proveniente dal tubulo prossimale che si immette nell’ansa di Henle è isosmotico con il plasma
(300 mOsM), in quanto i processi di riassorbimento di acqua e soluti che avvengono nel tubulo sono
essenzialmente di tipo isosmotico.

Nella branca discentende dell’ansa di Henle, il tratto è permeabile all’acqua ma non trasporta ioni. Quindi
man mano che l’acqua attraversa l’ansa e si addentra nella zona midollare, l’acqua si muove per osmosi
verso il liquido interstiziale, lasciando i soluti all’interno del canale. Quindi il liquido nell’ansa diventa
sempre più concentrato, fino a raggiungere una concentrazione di 1200 mOsM.

Il tubulo della branca ascendente dell’ansa di Henle è impermeabile all’acqua ma trasporta attivamente
ione sodio e cloro dal tubulo verso il liquido interstiziale, facendo diminuire l’osmolarità del liquido nel
tubulo man mano che percorre la parte finale dell’ansa, fino ad arrivare a 100 mOsM.

Lungo i tubuli scorrono i vasa recta, cioè dei vasi sanguigni dove il sangue scorre in direzione opposta
rispetto alla direzione del liquido nei tubuli. L’acqua e i soluti che lasciano il tubulo entrano nei vasi retti se
è presente un gradiente osmotico o di concentrazione.

L’ansa di Henle grazie a questo scambio controcorrente consente la produzione di un liquido interstiziale
iperosmotico a livello della midollare e di un liquido iposmotico alla fine dell’ansa stessa. Senza i vasi retti,
l’acqua che esce dai tratti discendenti dell’ansa finirebbe per diluire il liquido interstiziale della midollare. I
vasi retti sono quindi un elemento fondamentale nel mantenimento di un’elevata concentrazione
midollare.
Anche le cellule della parete dei dotti collettori impediscono che l’acqua lasci il filtrato per osmosi, in
particolare quando questi dotti passano per la parte ipertonica della midollare. La perdita della frazione
rimanente di acqua contenuta nel liquido tubulare è impedita da un meccanismo regolatore che coinvolge
l’ormone antidiuretico ADH, secreto nella neuroipofisi (ipofisi posteriore).

Le cellule di rivestimento del tubulo distale e dei dotti sono bersaglio dell’ADH, che permette a queste
cellule di diventare permeabili all’acqua. In questo caso l’acqua passa per osmosi nel liquido interstiziale e
la concentrazione di soluto aumenta nel liquido tubulare, fino a 1200 mOsM.

Secrezione tubulare

La secrezione di alcune sostanze avviene nella parte distale del tubulo renale, dove sono presenti proteine
che realizzano trasporti attivi secondari (la secrezione avviene contro gradiente di concentrazione) per la
secrezione attiva di K+ e H+. Da questa stessa sede vengono secreti anche HCO3- .

La porzione terminale del nefrone interviene nella regolazione acido-base. Le cellule intercalate di tipo A
secernono H+, quelle di tipo B secernono HCO3- .

I reni collaborano con i tamponi intra ed extracellulari e con il sistema respiratorio per mantenere
l’equilibrio acido-base in tal modo:

 riassorbimento di bicarbonato filtrato


 rifornimento di bicarbonato al plasma, come risultato di una sintesi di scambio con ioni idrogeno
secreti
 eliminazione di eccesso di acidi e basi organiche
Ormone antidiuretico ADH

L’ADH è un nonapeptide sintetizzato dai neuroni ipotalamici in forma di neurosecreto, ha la funzione di


regolare il bilancio idrico dell’organismo, tramite variazioni della permeabilità del dotto collettore all’acqua,
determinando in tal modo la concentrazione finale dell’urina.

L’ADH è sintetizzato e accumulato in vescicole nel corpo cellulare dei neuroni ipotalamici, le vescicole sono
trasportate lungo gli assoni per flusso assoplasmatico fino alla neuroipofisi, dove sono immagazzinate. Tale
ormone viene rilasciato nel sangue dei capillari per esocitosi.

L’ADH aumenta tale permeabilità inserendo nella membrana luminale i pori per l’acqua, cioè le
acquaporine. In questo modo l’acqua esce dal lume per osmosi. In assenza di ADH, il dotto collettore risulta
impermeabile all’acqua.

La condizione di completa assenza di ADH si realizza in una patologia nota come diabete insipido.
Le urine nel diabete insipido risultano molto abbondanti e diluite, l'aggettivo "insipido" differenzia questo
tipo di diabete dalla forma più comune di diabete, quello mellito, in cui le urine per la presenza di glucosio
in eccesso appaiono "dolci".
La secrezione di ADH è molto più sensibile a variazioni di osmolarità (sufficiente aumento dell’1%), che a
variazioni paragonabili di volume ematico (necessaria riduzione del 5-10%). I riflessi cardio-vascolari
svolgono un ruolo importante in caso di emorragia imponente, mentre la regolazione quotidiana dei livelli
di ADH, dipende da variazioni dell’osmolarità plasmatica. La liberazione di ADH è stimolata da droghe come
la morfina e la nicotina ed è inibita dall’alcool (aumentata diuresi per ingestione alcolici).

In caso di disidratazione, vi è una diminuzione del liquido extracellulare, quindi si ha un aumento di


osmolarità plasmatica, che provoca la liberazione di ADH, in modo da far riassorbire più acqua
nell’organismo. Nel caso in cui si introduce acqua con l’alimentazione, vi è una diminuzione dell’osmolarità
plasmatica e quindi l’inibizione della liberazione di ADH, così da ridurre il riassorbimento di acqua e
aumentarne l’escrezione.

Nel caso si introduca una certa quantità di NaCl, l’osmolarità sale, si attiva la secrezione di ADH e aumenta
la sensazione di sete. La prima produce un riassorbimento di acqua, la seconda l’assunzione di acqua con
l’alimentazione. In tal modo sale la volemia (volume totale del sangue), e quindi anche la pressione
arteriosa, ma tramite l’escrezione di acqua e Sali, sia osmolarità che volemia e pressione tornano a valori
normali.

La regolazione dell’escrezione di NaCl invece dipende dall’ormone corticosurrenale detto aldosterone.


Maggiore è la sua concentrazione, maggiore sarà il riassorbimento di sodio. Circa l’8% del sodio filtrato
dipende da tale ormone per il riassorbimento. L’aldosterone viene rilasciato in base a due fattori:

 diretti (che agiscono sulla corteccia surrenale): aumento della concentrazione extracellulare di K+ e
quindi la diminuzione di concentrazione extracellulare di Na+
 indiretti (mediati dal sistema renina-angiotensina): diminuzione della pressione arteriosa e
ipovolemia, diminuzione del flusso e della concentrazione di Na+ a livello della macula densa

Il rilascio di aldosterone è mediato dall’ormone angiotensina II, che si forma per azione della renina.

La renina è un enzima che viene secreto dalle cellule iuxtaglomerulari delle arteriole afferenti del nefrone.
La sua produzione può essere stimolata da:

 diminuzione della pressione sanguigna nell’arteriola afferente dei glomeruli


 ridotto carico di Na+ che giunge ai tubuli distali (ad esempio in caso di alimentazione errata)
 attivazione delle fibre simpatiche da parte del centro di controllo cardiovascolare quando la
pressione arteriosa diminuisce

Il sistema renina-angiotensina-aldosterone è coinvolto nel controllo a lungo termine della pressione


arteriosa ed è responsabile dell’ipertensione che accompagna varie malattie.

Peptide natriuretico atriale

Il peptide natriuretico atriale o ANP, detto atriopeptina, è prodotto dalle cellule muscolari degli atri in
risposta ad uno stiramento meccanico dovuto ad un aumento del volume sanguigno (conseguenza
dell’aumentata ritenzione di sodio e acqua, che provca un aumento della pressione sanguigna). A sua volta
l’ANP produce natriuresi e diuresi (escrezione di sodio e acqua), con conseguente riduzione della pressione
sanguigna.

L’ANP ha quindi azioni opposte all’ADH e all’aldosterone, perché in aggiunta all’effetto natriuretico e
diuretico, inibisce il rilascio dei suddetti ormoni, e anche della renina.

Rene endocrino

Altri ormoni secreti dal rene sono:

 eritropoietina: secreta dai fibroblasti peritubulari, sono ottimi sensori dei livelli parziali di O2
 prostaglandine: provocano dilatazione dei vasi ematici della midollare, proteggono la funzione
renale dall’eccesso di ormoni vasocostrittori
 idrossilari: converte la vitamina D inattiva in forma attiva, aumenta il riassorbimento di calcio

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