L'organismo umano contiene 5-6 litri di sangue, equivalenti all' 8% circa del peso
corporeo.
Il sangue è formato da due principali componenti:
plasma, una parte liquida, che costituisce il 55-60% del volume del sangue; il
plasma è costituito per il 90 % da acqua e per il 10 % da sostanza secca
rappresentata da numerose sostanze disciolte: proteine, ormoni, sostanze
nutritive (glucosio, vitamine, amminoacidi, lipidi), gas (anidride carbonica e
ossigeno), ioni (sodio, cloruro, calcio, potassio, magnesio) e sostanze di rifiuto
come l'urea. Le sostanze presenti in quantità maggiore sono le proteine,
principalmente di tre tipi:
1. le albumine (con importanti funzioni osmotiche)
2. le globuline (che trasportano i grassi e sono essenziali nei processi
immunitari)
3. il fibrinogeno (fondamentale nella coagulazione del sangue)
una serie di cellule specializzate presenti in sospensione nel plasma (globuli rossi,
globuli bianchi, piastrine). Le maggiori componenti cellulari del sangue sono i
globuli rossi (eritrociti), i globuli bianchi (leucociti) e le piastrine (trombociti).
La funzione dei globuli bianchi è quella di preservare l’integrità biologica dell’organismo
tramite l’attuazione di meccanismi di difesa diretti contro meccanismi patogeni di varia
natura.
I globuli rossi sono invece adibiti al trasporto dell’ossigeno dai polmoni verso i tessuti e
di una parte dell’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni.
Le piastrine sono specializzate nei fenomeni di emostasi ovvero impediscono la perdita
di sangue a seguito di una lesione e rivestono un ruolo fondamentale nella coagulazione
del sangue.
I vasi sanguigni
L’apparato circolatorio comprende 3 principali tipi di vasi sanguigni: arterie, capillari e
vene.
Le arterie sono l’insieme di vasi che, partendo dal cuore, portano il sangue ai diversi
tessuti. Le principali arterie:
aorta: origina dal ventricolo sx e discende lungo il rachide sino alla 4/5° vertebra
lombare, dove si suddivide nelle due arterie degli arti inferiori;
arteria polmonare: origina dal ventricolo dx.
Le vene derivano dalla confluenza dei capillari e seguono in senso inverso il percorso
delle arterie e prendono lo stesso nome. Le principali vene:
vene polmonari: sboccano nell’atrio sx;
vena cava inferiore e superiore: sboccano nell’atrio dx.
Il cuore
Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; funge da pompa capace di
produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue.
E’ un organo cavo di forma conica situato al centro del mediastino, spazio situato nella
parte mediana della cavità toracica tra i due polmoni e delimitato in avanti dallo sterno,
in basso dal diaframma che lo separa dai visceri sottostanti e posteriormente dalla
colonna vertebrale. Risulta inoltre contenuto in una cavità sierosa delimitata da una
membrana di natura connettivale chiamata pericardio. Essa è costituita da due
componenti il pericardio fibroso (più esterno) e il pericardio sieroso (più interno). I due
foglietti del pericardio sieroso sono separati da uno spazio virtuale chiamato cavità
pericardica e contenente normalmente da 20 a 50 ml di liquido chiaro roseo che
permette al cuore una discreta libertà di movimento e di variazione di forma all'interno
di questo rivestimento, minimizzando l'attrito. Sotto il pericardio si trovano tre
tonache, una interna all'altra, che costituiscono la parete del cuore. Più esternamente
vi è l'epicardio, contenente capillari sanguigni, capillari linfatici e fibre nervose. Subito
sotto vi è il miocardio, formato da fibre muscolari che ne permettono la corretta
contrazione. Nella parte più interna del cuore si trova l'endocardio che ha la funzione
di favorire il passaggio del sangue all'interno del cuore evitando la formazione di coaguli.
E’ possibile suddividere il cuore in due metà, una destra, venosa (dove circola sangue
poco ossigenato) e una sinistra, arteriosa (sangue ossigenato). Ciascuna di queste due
metà è poi ulteriormente suddivisa in un atrio e un ventricolo. Questa suddivisione
identifica quindi nel cuore quattro cavità: due atri, destro e sinistro e due ventricoli,
destro e sinistro. Le cavità cardiache destra e sinistre sono separate a loro volta da
dei setti che si chiamano setto interatriale e setto interventricolare.
Ogni atrio comunica con il corrispondente ventricolo attraverso l'orifizio
atrioventricolare che è fornito di una valvola cuspidata. Le cuspidi sono tre nella valvola
atrio-ventricolare di destra, tanto che la valvola prende il nome di tricuspide e due nella
valvola atrio-ventricolare di sinistra che prende il nome di bicuspide o mitrale. Ulteriori
orifizi che mettono in comunicazione le cavità cardiache con i vasi efferenti, anch'essi
protetti da valvole che impediscono il reflusso, sono la valvola semilunare polmonare,
nel ventricolo destro per l'arteria polmonare e la valvola semilunare aortica nel
ventricolo sinistro per l'aorta.
Sulla superficie del cuore si possono osservare le arterie coronarie di destra e di
sinistra che originano dall'aorta ascendente. La coronaria destra e i due rami della
coronaria sinistra (discendente anteriore e circonflessa) sono considerati i tre vasi
maggiormente responsabili dell’irrorazione del cuore e, se colpiti dall'arteriosclerosi,
giocano un ruolo importante nella patogenesi della cardiopatia ischemica.
La circolazione sanguigna
Possiamo identificare
la circolazione polmonare (o piccolo
circolo), dove il sangue venoso contenuto
nel ventricolo dx raggiunge i polmoni,
attraverso l’arteria polmonare; dai polmoni
il sangue ossigenato raggiunge l’atrio sx
attraverso le quattro vene polmonari e
giunge successivamente nel ventricolo sx;
la circolazione sistemica (o grande circolo),
che porta il sangue ossigenato dal
ventricolo sx ai tessuti attraverso l’aorta e
le sue diramazioni; da lì il sangue dopo aver
ceduto l’ossigeno e accumulato anidride
carbonica torna all’atrio dx del cuore mediante le vene cave (superiore e
inferiore).
Cenni di fisiologia
A differenza degli altri muscoli, il muscolo cardiaco genera al proprio interno lo stimolo
alla contrazione, grazie al quale sospinge il sangue lungo i vasi. Lo stimolo elettrico nasce
in corrispondenza di una piccola massa di tessuto muscolare, posta nella parete dell’atrio
dx, chiamata nodo seno-atriale (giunzione tra la vena cava superiore e l’atrio dx). Gli
stimoli elettrici si trasmettono successivamente al tessuto muscolare degli atri
provocandone l’attivazione e la contrazione degli stessi. L’eccitazione raggiunge quindi
il nodo atrio-ventricolare, situato nel setto interatriale. Da qui parte un nuovo impulso
elettrico che si propaga attraverso delle fibre specializzate appartenenti al fascio di
His, situato nel setto interventricolare. Il fascio di His si divide in due branche destra
e sinistra che sotto l’endocardio ventricolare formano una rete detta rete di Purkinje,
che costituisce la parte terminale del sistema di conduzione del cuore. Normalmente il
nodo del seno impone il suo ritmo a tutto il muscolo cardiaco. Il ritmo corrisponde ad
una frequenza cardiaca di circa 70-75 battiti al minuto. Nel nodo atrio-ventricolare la
velocità di conduzione è ridotta in modo da permettere agli atri di completare la loro
contrazione prima che inizi quella dei ventricoli. Diversi fattori possono influenzare il
nodo del seno, provocando variazioni della frequenza cardiaca, il sistema nervoso
simpatico aumenta la frequenza mentre il sistema nervoso parasimpatico la rallenta. La
trasmissione degli stimoli elettrici produce delle correnti che vengono comunemente
registrate con l’elettrocardiogramma.
comunemente registrate con l’elettrocardiogramma.
Il cuore funziona come una doppia pompa aspirante e premente in cui l’energia
necessaria viene fornita dalla contrazione del muscolo cardiaco stesso. Il fine della
pompa è di mantenere la circolazione del sangue nel letto vascolare arterioso, capillare
e venoso. Il ciclo completo di lavoro che il cuore compie attraverso due fasi distinte e
che si susseguono continuamente si chiama rivoluzione cardiaca. Le due fasi sono: la
fase di contrazione, detta sistole, e fase di rilasciamento o di riposo, detta diastole.
Durante la diastole tutto il cuore è rilassato, permettendo così al sangue di fluire nelle
quattro cavità. Il sangue confluisce dalle vene cave nell'atrio destro e dalle vene
polmonari nell'atrio sinistro. Le valvole atrioventricolari sono contemporaneamente
aperte e consentono il passaggio del sangue dagli atri ai ventricoli. La diastole dura circa
0,4 secondi, abbastanza da permettere ai ventricoli di riempirsi quasi completamente.
La sistole comincia invece con una contrazione degli atri, della durata di circa 0,1
secondi, che determina il riempimento completo dei ventricoli. Quindi si contraggono i
ventricoli per circa 0,3 secondi. La loro contrazione chiude le valvole atrioventricolari
e apre le valvole semilunari; il sangue povero di ossigeno viene spinto verso i polmoni,
mentre quello ricco di ossigeno si dirige verso tutto il corpo attraverso l'aorta.
Queste fasi cardiache sono ascoltabili e traducibili attraverso due suoni distinti, detti
toni cardiaci. Quando i ventricoli si contraggono abbiamo il primo tono, che è generato
dalla vibrazione delle valvole atrio-ventricolari che si chiudono. Al primo tono segue una
pausa durante la quale i ventricoli spingono il sangue nelle arterie. Successivo è il
secondo tono, determinato dalla vibrazione delle valvole semilunari che si chiudono. Al
secondo tono segue una pausa più lunga, con il riempimento dei ventricoli.
Volume di eiezione: quantità di sangue pompata durante una singola sistole (70 ml).
Dipende da 2 fattori:
1. forza di contrazione del ventricolo, a sua volta influenzata da:
sistema nervoso simpatico che la fa ;
adrenalina che la fa ;
grado di riempimento del ventricolo all’inizio della sistole che la fa .
2. P.A. all’inizio della sistole, che rappresenta la resistenza contro cui il cuore deve
agire: se P.A. volume di sangue che il cuore pompa nell’aorta il volume
di eiezione.
Frequenza cardiaca: numero di battiti al minuto (60-100 bpm). E’ influenzata da diversi
fattori:
1. fattori nervosi rappresentati da:
sistema nervoso simpatico, liberando noradrenalina ne causa ;
sistema nervoso parasimpatico, liberando acetilcolina ne provoca ;
2. fattori ormonali, soprattutto adrenalina che la fa ;
3. temperatura corporea, che la fa .
Gittata cardiaca: volume di sangue pompato dal ventricolo sx in un minuto;
v. di eiezione x F.C. = 5 l/min.
Frazione di eiezione: quantità di sangue pompata ad ogni battito, pari a circa il 50-70%
del volume telediastolico (quantità di sangue presente nel cuore al termine della
diastole).
Bradicardia sinusale
La bradicardia sinusale consiste in una FC ≤ 60 bpm.
Cause:
ischemia del miocardio blocco cardiaco
squilibrio elettrolitico intossicazione da farmaci
stimolazione vagale tumore intracranico
beta-bloccanti sonno
vomito.
Trattamento:
atropina
pacemaker.
Tachicardia sinusale
La tachicardia è un ritmo sinusale con FC tra 100 e 150 bpm.
Cause:
esercizio fisico anemia
stress emotivo tireotossicosi
febbre pericardite
alcuni farmaci scompenso cardiaco
dolore fumo
eccesso di caffeina.
Per effetto della tachicardia i ventricoli dispongono di un tempo insufficiente per
riempirsi di sangue, e quindi, viene pompata dal cuore una minor quantità di sangue alle
coronarie e all’interno dell’organismo.
Il pz potrebbe riferire dolore anginoso.
Il trattamento della tachicardia sinusale dipende dalla causa.
N.B. Sia che nella tachicardia che nella bradicardia “sinusale” gli impulsi elettrici
partono dal nodo seno-atriale.
ARITMIE ATRIALI
Tachicardia atriale
La tachicardia atriale è un impulso “ectopico” che fa contrarre gli atri a un frequenza
tra 140 e 250 bpm. In questo caso si parla di aritmia sopraventricolare, perché l’aritmia
ha origine al di sopra dei ventricoli.
Nel caso in cui la tachicardia sia scatenata da un impulso prematuro occasionale e generi
un parossismo di battiti, le classiche palpitazioni o cardiopalmo, si è in presenza della
tachicardia “da rientro”.
Cause:
ipokaliemia
intossicazione da digitale
ischemia
Sintomatologia:
palpitazioni svenimento o sensazione di
debolezza mancamento
affanno
Trattamento:
nell’ipokaliemia è necessario un supplemento di potassio
nel caso di intossicazione da digitale, riportare i livelli sierici alla normalità
pacemaker artificiale.
Flutter atriale
Il flutter atriale è una contrazione rapida degli atri che produce una frequenza cardiaca
da 250 a 350 bpm. La conduzione degli impulsi atriali ai ventricoli viene rallentata, fino
al blocco, a livello della giunzione atrioventricolare per cui la frequenza di attivazione
ventricolare è più bassa di quella atriale (di solito 120-130 battiti al minuto per BAV 2-
3-4:1). L’elevata frequenza delle contrazioni limita la capacità di riempimento degli atri
e dei ventricoli, con la conseguente diminuzione della quantità di sangue messa in circolo.
Si tratta di una situazione che richiede un intervento immediato.
Cause:
cardiopatia reumatica obesità
valvulopatia reflusso gastroesofageo
coronaropatie abuso di alcool, droghe e caffè
pericarditi ansia
ipertensione fumo
ipertiroidismo farmaci.
Sintomatologia:
cardiopalmo angina
sincope dispnea
vertigini astenia.
Trattamento:
digitale (rallenta il ritmo anticoagulanti
cardiaco) beta-bloccanti e calcio-
antiaritmici antagonisti
cardioversione.
Fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale consiste in un’attività elettrica aberrante degli atri, risultante
in una frequenza da 350 a 600 bpm. Il nodo AV è bombardato da impulsi, che trasmette
casualmente ai ventricoli, causandone una contrazione irregolare con frequenza da 100
a 180 bpm.
Cause:
disfunzione valvola mitrale ipertensione
coronaropatie scompenso cardiaco
IMA cardiomiopatia
ipertiridismo.
L’irregolarità delle contrazioni espone anche alla formazione di trombi sulle pareti
atriali. I trombi possono staccarsi e migrare verso encefalo, polmoni e altre parti del
corpo.
Sintomatologia:
cardiopalmo angina
vertigine dispnea
sincope astenia
Trattamento:
aspirina antiaritmici
digitale cardioversione.
EXTRASISTOLE
L’extrasistole è una contrazione cardiaca prematura, cioè che avviene prima rispetto al
ritmo normale provocando un’alterazione nella successione regolare dei battiti cardiaci.
La terminologia potrebbe trarre in inganno dal momento che, da un punto di vista
letterale, il termine sembra indicare un battito aggiunto (extra); in realtà, si tratta,
come specificato all’inizio, una contrazione cardiaca (sistole) prematura tant’è che
alcuni autori definiscono l’extrasistole come battito prematuro.
L’extrasistole è la forma di aritmia cardiaca che si manifesta con maggiore frequenza.
Generalmente l’extrasistole si forma in seguito a un impulso generato in un punto diverso
dal seno nodo-atriale.
Le cause
Le extrasistoli possono avere le cause più svariate e possono insorgere sia in soggetti
sani che in soggetti affetti da patologie cardiache e no.
Va precisato che non in molti casi non c’è da allarmarsi pensando di essere affetti da
una grave cardiopatia dato che fra le cause più comuni si possono citare:
stress e tensione nervosa
malattie gastriche spesso conseguenza del punto precedente
stanchezza eccessiva
gravidanza
alcune infezioni
alterazioni elettrolitiche (per esempio, carenza di potassio).
farmaci
abuso di alcol e caffè
fumo.
Sintomatologia:
pallore, colpo al petto,
rallentamento del battito nodo alla gola,
cardiaco, sudorazione,
sensazione di temporaneo nausea,
arresto del cuore, debolezza e vertigini.
Trattamento:
Nel caso di extrasistoli di origine cardiaca si hanno a disposizione diverse possibilità di
trattamento:
farmacologico: antiaritmici fra cui i beta-bloccanti e i calcio-antagonisti.
elettrico (ablazione a radiofrequenza transcatetere)
chirurgico.