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L’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO

Cenni sul sangue


Il sangue è l’unico tessuto fluido attraverso il quale si realizza il trasporto di sostanze,
la regolazione della temperatura ed il riequilibrio delle sostanze contenute
nell’organismo.
Il sangue nell'organismo ha le seguenti funzioni:
 trasporta gas disciolti portando ossigeno dai polmoni ai tessuti e anidride
carbonica dai tessuti ai polmoni;
 distribuisce le sostanze nutritive assorbite nel tubo digerente o rilasciate dai
depositi del tessuto adiposo o dal fegato;
 trasporta i prodotti del catabolismo dai tessuti periferici ai siti di eliminazione
come i reni;
 consegna enzimi e ormoni a specifici tessuti-bersaglio;
 riduce le perdite dei liquidi attraverso i vasi danneggiati o ad altri lesionati;
 difende il corpo dalle tossine e dagli agenti patogeni: infatti trasporta globuli
bianchi, cellule specializzate che migrano nei tessuti periferici per "combattere"
infezioni o rimuovere detriti e apporta anticorpi, proteine speciali che attaccano
microrganismi o agenti estranei. Il sangue, inoltre, riceve tossine prodotte da
infezioni, danni fisici o attività metaboliche e le consegna al fegato e ai reni dove
possono venire inattivate o espulse;
 aiuta a regolare la temperatura del corpo assorbendo e ridistribuendo calore;

L'organismo umano contiene 5-6 litri di sangue, equivalenti all' 8% circa del peso
corporeo.
Il sangue è formato da due principali componenti:
 plasma, una parte liquida, che costituisce il 55-60% del volume del sangue; il
plasma è costituito per il 90 % da acqua e per il 10 % da sostanza secca
rappresentata da numerose sostanze disciolte: proteine, ormoni, sostanze
nutritive (glucosio, vitamine, amminoacidi, lipidi), gas (anidride carbonica e
ossigeno), ioni (sodio, cloruro, calcio, potassio, magnesio) e sostanze di rifiuto
come l'urea. Le sostanze presenti in quantità maggiore sono le proteine,
principalmente di tre tipi:
1. le albumine (con importanti funzioni osmotiche)
2. le globuline (che trasportano i grassi e sono essenziali nei processi
immunitari)
3. il fibrinogeno (fondamentale nella coagulazione del sangue)
 una serie di cellule specializzate presenti in sospensione nel plasma (globuli rossi,
globuli bianchi, piastrine). Le maggiori componenti cellulari del sangue sono i
globuli rossi (eritrociti), i globuli bianchi (leucociti) e le piastrine (trombociti).
La funzione dei globuli bianchi è quella di preservare l’integrità biologica dell’organismo
tramite l’attuazione di meccanismi di difesa diretti contro meccanismi patogeni di varia
natura.
I globuli rossi sono invece adibiti al trasporto dell’ossigeno dai polmoni verso i tessuti e
di una parte dell’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni.
Le piastrine sono specializzate nei fenomeni di emostasi ovvero impediscono la perdita
di sangue a seguito di una lesione e rivestono un ruolo fondamentale nella coagulazione
del sangue.

I vasi sanguigni
L’apparato circolatorio comprende 3 principali tipi di vasi sanguigni: arterie, capillari e
vene.
Le arterie sono l’insieme di vasi che, partendo dal cuore, portano il sangue ai diversi
tessuti. Le principali arterie:
 aorta: origina dal ventricolo sx e discende lungo il rachide sino alla 4/5° vertebra
lombare, dove si suddivide nelle due arterie degli arti inferiori;
 arteria polmonare: origina dal ventricolo dx.
Le vene derivano dalla confluenza dei capillari e seguono in senso inverso il percorso
delle arterie e prendono lo stesso nome. Le principali vene:
 vene polmonari: sboccano nell’atrio sx;
 vena cava inferiore e superiore: sboccano nell’atrio dx.

Il cuore
Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; funge da pompa capace di
produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue.
E’ un organo cavo di forma conica situato al centro del mediastino, spazio situato nella
parte mediana della cavità toracica tra i due polmoni e delimitato in avanti dallo sterno,
in basso dal diaframma che lo separa dai visceri sottostanti e posteriormente dalla
colonna vertebrale. Risulta inoltre contenuto in una cavità sierosa delimitata da una
membrana di natura connettivale chiamata pericardio. Essa è costituita da due
componenti il pericardio fibroso (più esterno) e il pericardio sieroso (più interno). I due
foglietti del pericardio sieroso sono separati da uno spazio virtuale chiamato cavità
pericardica e contenente normalmente da 20 a 50 ml di liquido chiaro roseo che
permette al cuore una discreta libertà di movimento e di variazione di forma all'interno
di questo rivestimento, minimizzando l'attrito. Sotto il pericardio si trovano tre
tonache, una interna all'altra, che costituiscono la parete del cuore. Più esternamente
vi è l'epicardio, contenente capillari sanguigni, capillari linfatici e fibre nervose. Subito
sotto vi è il miocardio, formato da fibre muscolari che ne permettono la corretta
contrazione. Nella parte più interna del cuore si trova l'endocardio che ha la funzione
di favorire il passaggio del sangue all'interno del cuore evitando la formazione di coaguli.
E’ possibile suddividere il cuore in due metà, una destra, venosa (dove circola sangue
poco ossigenato) e una sinistra, arteriosa (sangue ossigenato). Ciascuna di queste due
metà è poi ulteriormente suddivisa in un atrio e un ventricolo. Questa suddivisione
identifica quindi nel cuore quattro cavità: due atri, destro e sinistro e due ventricoli,
destro e sinistro. Le cavità cardiache destra e sinistre sono separate a loro volta da
dei setti che si chiamano setto interatriale e setto interventricolare.
Ogni atrio comunica con il corrispondente ventricolo attraverso l'orifizio
atrioventricolare che è fornito di una valvola cuspidata. Le cuspidi sono tre nella valvola
atrio-ventricolare di destra, tanto che la valvola prende il nome di tricuspide e due nella
valvola atrio-ventricolare di sinistra che prende il nome di bicuspide o mitrale. Ulteriori
orifizi che mettono in comunicazione le cavità cardiache con i vasi efferenti, anch'essi
protetti da valvole che impediscono il reflusso, sono la valvola semilunare polmonare,
nel ventricolo destro per l'arteria polmonare e la valvola semilunare aortica nel
ventricolo sinistro per l'aorta.
Sulla superficie del cuore si possono osservare le arterie coronarie di destra e di
sinistra che originano dall'aorta ascendente. La coronaria destra e i due rami della
coronaria sinistra (discendente anteriore e circonflessa) sono considerati i tre vasi
maggiormente responsabili dell’irrorazione del cuore e, se colpiti dall'arteriosclerosi,
giocano un ruolo importante nella patogenesi della cardiopatia ischemica.

La circolazione sanguigna
Possiamo identificare
 la circolazione polmonare (o piccolo
circolo), dove il sangue venoso contenuto
nel ventricolo dx raggiunge i polmoni,
attraverso l’arteria polmonare; dai polmoni
il sangue ossigenato raggiunge l’atrio sx
attraverso le quattro vene polmonari e
giunge successivamente nel ventricolo sx;
 la circolazione sistemica (o grande circolo),
che porta il sangue ossigenato dal
ventricolo sx ai tessuti attraverso l’aorta e
le sue diramazioni; da lì il sangue dopo aver
ceduto l’ossigeno e accumulato anidride
carbonica torna all’atrio dx del cuore mediante le vene cave (superiore e
inferiore).

Cenni di fisiologia
A differenza degli altri muscoli, il muscolo cardiaco genera al proprio interno lo stimolo
alla contrazione, grazie al quale sospinge il sangue lungo i vasi. Lo stimolo elettrico nasce
in corrispondenza di una piccola massa di tessuto muscolare, posta nella parete dell’atrio
dx, chiamata nodo seno-atriale (giunzione tra la vena cava superiore e l’atrio dx). Gli
stimoli elettrici si trasmettono successivamente al tessuto muscolare degli atri
provocandone l’attivazione e la contrazione degli stessi. L’eccitazione raggiunge quindi
il nodo atrio-ventricolare, situato nel setto interatriale. Da qui parte un nuovo impulso
elettrico che si propaga attraverso delle fibre specializzate appartenenti al fascio di
His, situato nel setto interventricolare. Il fascio di His si divide in due branche destra
e sinistra che sotto l’endocardio ventricolare formano una rete detta rete di Purkinje,
che costituisce la parte terminale del sistema di conduzione del cuore. Normalmente il
nodo del seno impone il suo ritmo a tutto il muscolo cardiaco. Il ritmo corrisponde ad
una frequenza cardiaca di circa 70-75 battiti al minuto. Nel nodo atrio-ventricolare la
velocità di conduzione è ridotta in modo da permettere agli atri di completare la loro
contrazione prima che inizi quella dei ventricoli. Diversi fattori possono influenzare il
nodo del seno, provocando variazioni della frequenza cardiaca, il sistema nervoso
simpatico aumenta la frequenza mentre il sistema nervoso parasimpatico la rallenta. La
trasmissione degli stimoli elettrici produce delle correnti che vengono comunemente
registrate con l’elettrocardiogramma.
comunemente registrate con l’elettrocardiogramma.
Il cuore funziona come una doppia pompa aspirante e premente in cui l’energia
necessaria viene fornita dalla contrazione del muscolo cardiaco stesso. Il fine della
pompa è di mantenere la circolazione del sangue nel letto vascolare arterioso, capillare
e venoso. Il ciclo completo di lavoro che il cuore compie attraverso due fasi distinte e
che si susseguono continuamente si chiama rivoluzione cardiaca. Le due fasi sono: la
fase di contrazione, detta sistole, e fase di rilasciamento o di riposo, detta diastole.
Durante la diastole tutto il cuore è rilassato, permettendo così al sangue di fluire nelle
quattro cavità. Il sangue confluisce dalle vene cave nell'atrio destro e dalle vene
polmonari nell'atrio sinistro. Le valvole atrioventricolari sono contemporaneamente
aperte e consentono il passaggio del sangue dagli atri ai ventricoli. La diastole dura circa
0,4 secondi, abbastanza da permettere ai ventricoli di riempirsi quasi completamente.
La sistole comincia invece con una contrazione degli atri, della durata di circa 0,1
secondi, che determina il riempimento completo dei ventricoli. Quindi si contraggono i
ventricoli per circa 0,3 secondi. La loro contrazione chiude le valvole atrioventricolari
e apre le valvole semilunari; il sangue povero di ossigeno viene spinto verso i polmoni,
mentre quello ricco di ossigeno si dirige verso tutto il corpo attraverso l'aorta.
Queste fasi cardiache sono ascoltabili e traducibili attraverso due suoni distinti, detti
toni cardiaci. Quando i ventricoli si contraggono abbiamo il primo tono, che è generato
dalla vibrazione delle valvole atrio-ventricolari che si chiudono. Al primo tono segue una
pausa durante la quale i ventricoli spingono il sangue nelle arterie. Successivo è il
secondo tono, determinato dalla vibrazione delle valvole semilunari che si chiudono. Al
secondo tono segue una pausa più lunga, con il riempimento dei ventricoli.
Volume di eiezione: quantità di sangue pompata durante una singola sistole (70 ml).
Dipende da 2 fattori:
1. forza di contrazione del ventricolo, a sua volta influenzata da:
 sistema nervoso simpatico che la fa ;
 adrenalina che la fa ;
 grado di riempimento del ventricolo all’inizio della sistole che la fa .
2. P.A. all’inizio della sistole, che rappresenta la resistenza contro cui il cuore deve
agire: se  P.A.   volume di sangue che il cuore pompa nell’aorta   il volume
di eiezione.
Frequenza cardiaca: numero di battiti al minuto (60-100 bpm). E’ influenzata da diversi
fattori:
1. fattori nervosi rappresentati da:
 sistema nervoso simpatico, liberando noradrenalina ne causa ;
 sistema nervoso parasimpatico, liberando acetilcolina ne provoca ;
2. fattori ormonali, soprattutto adrenalina che la fa ;
3. temperatura corporea, che la fa .
Gittata cardiaca: volume di sangue pompato dal ventricolo sx in un minuto;
v. di eiezione x F.C. = 5 l/min.
Frazione di eiezione: quantità di sangue pompata ad ogni battito, pari a circa il 50-70%
del volume telediastolico (quantità di sangue presente nel cuore al termine della
diastole).

La coagulazione del sangue


L’emostasi è il processo che consente l’arresto di un’emorragia in caso di lesioni alla
parete di un vaso sanguigno. L’emostasi comprende diverse fasi, che si succedono
rapidamente. Appena un vaso viene leso, la sua parete si contrae, riducendo il lume
vasale e quindi il flusso sanguigno. D’altra parte, le piastrine aderiscono alle fibre di
collagene lasciate scoperte dalla rottura del vaso e liberano sostanze che attraggono
altre piastrine, le quali si aggregano fra loro, formando un “tappo” che occlude la lesione
(coagulo temporaneo). Contemporaneamente ha inizio una cascata di reazioni chimiche
che portano alla formazione del coagulo permanente.
La coagulazione coinvolge numerose proteine, chiamate fattori della coagulazione.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di enzimi presenti nel plasma in forma inattiva e
attivati “a cascata” in seguito alla lesione della parete vasale: la lesione attiva un primo
enzima che catalizza la trasformazione di un secondo fattore nella sua forma attiva, la
quale innesca un terzo fattore e così via, finché un particolare fattore, la protrombina,
in presenza di ioni calcio, viene trasformata in trombina. La trombina, a sua volta, è un
enzima che trasforma un’altra proteina del plasma, il fibrinogeno, in fibrina. La fibrina
è in grado di polimerizzare formando rapidamente una rete (trombo) che intrappola
globuli rossi e piastrine, formando un coagulo che arresta fuoriuscita di sangue. La parte
liquida del sangue, che rimane dopo che si è verificata la coagulazione, non contiene più
fibrinogeno e prende il nome di siero.
ARITMIE
Le aritmie cardiache sono alterazioni del normale ritmo del battito del cuore. Le
alterazioni possibili sono tre; esse sono:
1. Modificazioni della frequenza e della regolarità del ritmo sinusale: queste
modificazioni si traducono nelle cosiddette:
 tachicardie (o aritmie ipercinetiche): frequenza del ritmo cardiaco ( >
100 bpm)
 bradicardie (o aritmie ipocinetiche):  frequenza del ritmo cardiaco ( <
60 bpm).
2. La variazione della sede del centro pacemaker: la classificazione basata sulla
sede d'origine del disturbo distingue le aritmie in:
 Aritmie Sinusali: il disturbo riguarda l'impulso proveniente dal nodo seno
atriale. In genere, le alterazioni di frequenza sono graduali. Alcuni esempi:
- tachicardia sinusale
- bradicardia sinusale
- blocco senoatriale
 Aritmie Ectopiche: il nodo seno atriale diminuisce o, addirittura, perde la
sua automaticità, ciò ne determina, pertanto, la sostituzione con un centro
pacemaker secondario. Le zone interessate suddividono le aritmie
ectopiche in:
- Sopraventricolari: il disturbo riguarda la zona atriale. Alcuni esempi:
• flutter atriale
• fibrillazione atriale
- Atrioventricolari, o nodali: la zona interessata riguarda il nodo atrio
ventricolare. Alcuni esempi:
• tachicardia parossistica sopraventricolare
• extrasistole giunzionale (battiti prematuri limitati a pochi cicli)
- Ventricolari: il disturbo è dislocato nella zona ventricolare. Alcuni
esempi:
• tachicardia ventricolare
• flutter ventricolare
• fibrillazione ventricolare
3. Disturbi della propagazione (o conduzione) dell'impulso: si hanno in conseguenza
ad un rallentamento, o arresto, dell'impulso stesso durante il tragitto dal centro
segnapassi dominante ai centri secondari. L'ostacolo può essere causato da
un'interruzione anatomica della via di conduzione, oppure da un difficoltoso
ripristino della facoltà di risposta ad un impulso (refrattarietà prolungata). La
refrattarietà può prolungarsi a causa di: farmaci, stimoli neurogeni, condizioni
patologiche.

Le cause principali di aritmia sono:


 le malattie coronariche,  infarto del miocardio,
 l’insufficienza cardiaca  squilibri elettrolitici
congestizia,  intossicazione da farmaci.

Un elenco dei sintomi principali è il seguente:


 Tachicardia (o  Ansia.
cardiopalmo/palpitazione).  Capogiri e vertigine.
 Bradicardia.  Senso di debolezza.
 Battito irregolare.  Affaticamento dopo minimi
 Dispnea. sforzi.
 Dolore al petto.

Bradicardia sinusale
La bradicardia sinusale consiste in una FC ≤ 60 bpm.
Cause:
 ischemia del miocardio  blocco cardiaco
 squilibrio elettrolitico  intossicazione da farmaci
 stimolazione vagale  tumore intracranico
 beta-bloccanti  sonno
 vomito.
Trattamento:
 atropina
 pacemaker.

Tachicardia sinusale
La tachicardia è un ritmo sinusale con FC tra 100 e 150 bpm.
Cause:
 esercizio fisico  anemia
 stress emotivo  tireotossicosi
 febbre  pericardite
 alcuni farmaci  scompenso cardiaco
 dolore  fumo
 eccesso di caffeina.
Per effetto della tachicardia i ventricoli dispongono di un tempo insufficiente per
riempirsi di sangue, e quindi, viene pompata dal cuore una minor quantità di sangue alle
coronarie e all’interno dell’organismo.
Il pz potrebbe riferire dolore anginoso.
Il trattamento della tachicardia sinusale dipende dalla causa.

N.B. Sia che nella tachicardia che nella bradicardia “sinusale” gli impulsi elettrici
partono dal nodo seno-atriale.

ARITMIE ATRIALI

Tachicardia atriale
La tachicardia atriale è un impulso “ectopico” che fa contrarre gli atri a un frequenza
tra 140 e 250 bpm. In questo caso si parla di aritmia sopraventricolare, perché l’aritmia
ha origine al di sopra dei ventricoli.
Nel caso in cui la tachicardia sia scatenata da un impulso prematuro occasionale e generi
un parossismo di battiti, le classiche palpitazioni o cardiopalmo, si è in presenza della
tachicardia “da rientro”.
Cause:
 ipokaliemia
 intossicazione da digitale
 ischemia
Sintomatologia:
 palpitazioni  svenimento o sensazione di
 debolezza mancamento
 affanno
Trattamento:
 nell’ipokaliemia è necessario un supplemento di potassio
 nel caso di intossicazione da digitale, riportare i livelli sierici alla normalità
 pacemaker artificiale.

Tachicardia parossistica sopraventricolare


La tachicardia parossistica è un'aritmia caratterizzata da un aumento della frequenza
e della velocità del battito cardiaco ad esordio improvviso e brusco. Questa condizione
patologica è il risultato di un cambiamento della sede del centro pacemaker dominante.
Infatti, il comando della propagazione dell'impulso di contrazione cardiaca passa dal
nodo senoatriale al nodo atrioventricolare.
Cause:
 miocardite  assunzione di caffeina
 ingestione di alcool  in pz con malattia coronarica,
 fumo prolasso della valvola mitrale e
 stress pericardite acuta.
Sintomatologia:
 palpitazione  angina pectoris
 dispnea  vertigini, sincope e disturbi della
 ortopnea vista

Trattamento:
 manovra di Valsalva
 massaggio seno carotiddeo.

Flutter atriale
Il flutter atriale è una contrazione rapida degli atri che produce una frequenza cardiaca
da 250 a 350 bpm. La conduzione degli impulsi atriali ai ventricoli viene rallentata, fino
al blocco, a livello della giunzione atrioventricolare per cui la frequenza di attivazione
ventricolare è più bassa di quella atriale (di solito 120-130 battiti al minuto per BAV 2-
3-4:1). L’elevata frequenza delle contrazioni limita la capacità di riempimento degli atri
e dei ventricoli, con la conseguente diminuzione della quantità di sangue messa in circolo.
Si tratta di una situazione che richiede un intervento immediato.
Cause:
 cardiopatia reumatica  obesità
 valvulopatia  reflusso gastroesofageo
 coronaropatie  abuso di alcool, droghe e caffè
 pericarditi  ansia
 ipertensione  fumo
 ipertiroidismo  farmaci.
Sintomatologia:
 cardiopalmo  angina
 sincope  dispnea
 vertigini  astenia.
Trattamento:
 digitale (rallenta il ritmo  anticoagulanti
cardiaco)  beta-bloccanti e calcio-
 antiaritmici antagonisti
 cardioversione.
Fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale consiste in un’attività elettrica aberrante degli atri, risultante
in una frequenza da 350 a 600 bpm. Il nodo AV è bombardato da impulsi, che trasmette
casualmente ai ventricoli, causandone una contrazione irregolare con frequenza da 100
a 180 bpm.
Cause:
 disfunzione valvola mitrale  ipertensione
 coronaropatie  scompenso cardiaco
 IMA  cardiomiopatia
 ipertiridismo.
L’irregolarità delle contrazioni espone anche alla formazione di trombi sulle pareti
atriali. I trombi possono staccarsi e migrare verso encefalo, polmoni e altre parti del
corpo.
Sintomatologia:
 cardiopalmo  angina
 vertigine  dispnea
 sincope  astenia
Trattamento:
 aspirina  antiaritmici
 digitale  cardioversione.

EXTRASISTOLE
L’extrasistole è una contrazione cardiaca prematura, cioè che avviene prima rispetto al
ritmo normale provocando un’alterazione nella successione regolare dei battiti cardiaci.
La terminologia potrebbe trarre in inganno dal momento che, da un punto di vista
letterale, il termine sembra indicare un battito aggiunto (extra); in realtà, si tratta,
come specificato all’inizio, una contrazione cardiaca (sistole) prematura tant’è che
alcuni autori definiscono l’extrasistole come battito prematuro.
L’extrasistole è la forma di aritmia cardiaca che si manifesta con maggiore frequenza.
Generalmente l’extrasistole si forma in seguito a un impulso generato in un punto diverso
dal seno nodo-atriale.

Classificazioni delle extrasistoli


A seconda della loro distribuzione temporale si classificano le extrasistoli nel seguente
modo:
 extrasistoli sporadiche (anche extrasistoli isolate): quando la loro ricorrenza
temporale non è caratterizzata da regolarità.
 extrasistoli bigemine: quando si verifica l’alternarsi di un normale battito
cardiaco e un battito extrasistolico.
 nel caso in cui la sequenza sia di due battiti normali e un battito extrasistolico
oppure di tre battiti normali e uno extrasistolico si parla, rispettivamente, di
extrasistoli trigemine e di extrasistoli quadrigemine.
 extrasistoli a distribuzione parasistolica: in riferimento a una situazione
totalmente dissociata dal normale ritmo sinusale di fondo.

Le extrasistoli possono essere distinte anche in base alla sede di origine:


 extrasistoli sinusali: sono eventi che si verificano molto raramente; in questo caso
non è del tutto corretto parlare di battito ectopico perché, in effetti, l’impulso
origina dal seno nodo-atriale, anche se in una zona leggermente diversa da quella
solita.
 extrasistoli atriali: sono abbastanza frequente e l’impulso può generarsi in un
qualsiasi punto della muscolatura atriale, sia nell’atrio destro che nell’atrio
sinistro.
 extrasistoli giunzionali atrioventricolari: non sono particolarmente frequenti;
originano da un focus localizzato nella giunzione tra atri e ventricoli cioè tra la
parte superiore del nodo atrioventricolare e la biforcazione del fascio di His (una
parte del sistema di conduzione del cuore, formato da miocardio specifico;
conduce l’impulso elettrico cardiaco dal nodo atrioventricolare ai ventricoli).
 extrasistoli ventricolari: sono quelle che si registrano con maggiore frequenza.
Hanno origine in un qualsiasi punto dei ventricoli e possono propagarsi verso gli
atri.
Solitamente un’extrasistole è seguita da una pausa, questa può essere compensatoria
oppure compensatoria non completa.
Si parla di pausa compensatoria completa quando la pausa compensa totalmente il
periodo di tempo guadagnato con la prematurità dell’extrasistole.
Si parla invece di pausa compensatoria non completa quando l’anticipo dell’extrasistole
non viene completamente compensato.
Quando la pausa è assente, l’extrasistole viene definita interpolata.
Solitamente si ha pausa compensatoria nelle extrasistoli ventricolari, mentre nelle
extrasistoli atriali la pausa è spesso compensatoria non completa.

Le cause
Le extrasistoli possono avere le cause più svariate e possono insorgere sia in soggetti
sani che in soggetti affetti da patologie cardiache e no.
Va precisato che non in molti casi non c’è da allarmarsi pensando di essere affetti da
una grave cardiopatia dato che fra le cause più comuni si possono citare:
 stress e tensione nervosa
 malattie gastriche spesso conseguenza del punto precedente
 stanchezza eccessiva
 gravidanza
 alcune infezioni
 alterazioni elettrolitiche (per esempio, carenza di potassio).
 farmaci
 abuso di alcol e caffè
 fumo.

Sintomatologia:
 pallore,  colpo al petto,
 rallentamento del battito  nodo alla gola,
cardiaco,  sudorazione,
 sensazione di temporaneo  nausea,
arresto del cuore,  debolezza e vertigini.

Trattamento:
Nel caso di extrasistoli di origine cardiaca si hanno a disposizione diverse possibilità di
trattamento:
 farmacologico: antiaritmici fra cui i beta-bloccanti e i calcio-antagonisti.
 elettrico (ablazione a radiofrequenza transcatetere)
 chirurgico.

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