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LA FISIOLOGIA

Lezione 2
Fisiologia dell’apparato cardiovascolare:
Introduzione storica (W. Harvey)
Definizione
Elementi costitutivi
Modello semplificato
Il sangue
Classificazione composizione e funzione dei vasi
Caduta di pressione nel sistema
Velocità del sangue nel circuito
Volume di sangue e sua distribuzione: compliance e capacitanza
Pressione circolatoria media
La pompa: struttura macroscopica del cuore
Valvole cardiache
Pareti delle quattro camere
Potenziale d’azione cardiaco
Variazioni di eccitabilità: periodi refrattari
Cellule nodali e potenziale di pacemaker
Determinazione della frequenza cardiaca
La conduzione nel cuore
La fisiologia è una scienza sperimentale:
nulla è dato per scontato.

La circolazione del sangue


• Fino al XVII° secolo vigevano le teorie fondate sulla filosofia
aristotelica(con Ippocrate e Galeno), secondo cui la natura è
formata di 4 elementi (aria, acqua, fuoco, terra). Il corpo umano
è una fucina che fabbrica in continuazione umori cattivi, che
devono essere eliminati e produce il calore necessario alla vita.
• Il cuore è una pompa (già allora) che spinge il sangue,
continuamente formato dal fegato: la metà destra nelle vene
che si distribuiscono alla cute per disperdere gli umori maligni,
la metà sinistra nelle arterie per diffondere il calore formato dai
polmoni, ritenuti una fornace.
• Per Aristotele, il cuore era l'organo centrale che controllava la
circolazione, la sede dell'energia vitale, il punto da cui nasceva il
sangue e nel quale il sangue era elaborato e impregnato con il
calore animale. Il sangue era contenuto nel cuore e nei vasi
sanguigni come in un recipiente, da cui l'uso del termine “vaso”. Dal
cuore i vasi sanguigni si estendevano attraverso il corpo come gli
schizzi che i pittori tracciano sui muri.
• Aristotele non faceva alcuna distinzione fra le arterie e le vene; la
vena cava era il vaso più grande e l'aorta il più piccolo, ma,
entrambi, contenevano il sangue. Non vi era nessun movimento dal
cuore ai vasi e il sangue si muoveva incessantemente in tutto il
corpo ed era rinnovato dall'assorbimento dei prodotti di digestione.
• La pulsazione del cuore e delle arterie era considerata da Aristotele
come una specie di “ebollizione” durante la quale i liquidi erano
inondati dal soffio vitale, il cui calore era mitigato dallo pneuma
assorbito attraverso i polmoni e trasportato al cuore attraverso i vasi
polmonari.
IL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO

E' un sistema di trasporto che mette in


movimento un tessuto liquido (sangue),
specializzato per la distribuzione di: gas
respiratori (ossigeno e anidride
carbonica), ioni, materiali nutritizi
(glucidi, aminoacidi, lipidi), prodotti di
scarto del metabolismo cellulare,
proteine, messaggeri chimici (ormoni),
acqua, calore.
• Il sistema cardiovascolare è
un circuito chiuso. ll cuore è
una pompa che fa circolare il
sangue attraverso il sistema.
• Le arterie portano il sangue
lontano dal cuore, le vene lo
riportano al cuore.
La pressione sanguigna media della
circolazione sistemica va da un massimo di
93 mmHg (millimetri di mercurio)
nell'aorta, a un minimo pari a pochI mmHg
nelle vene cave.

ll sangue scorre secondo un gradiente di pressione


IL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
L'apparato cardiocircolatorio è costituito da:

1. Cuore: ha la funzione di pompare il sangue in


circolo.
2. Vasi sanguigni (arterie, vene e capillari):
hanno la funzione di contenere il circolo del
sangue.
3. Sangue: ha lafunzione di trasportare
ossigeno, sostanze nutritive e prodotti di
rifiuto.
Dal cuore originano i vasi
sanguigni che portano sangue
ossigenato e prodotti nutritivi a
tutto il corpo tramite le arterie,
e riconducono al cuore, tramite le
vene, il sangue con anidride
carbonica e prodotti di rifiuto.
Lo scambio dell'ossigeno e
dell'anidride carbonica avviene a
livello dei tessuti tramite la rete
dei capillari.
IL CUORE

•Un organo cavo dotato di un tipo di muscolatura


particolare, situato nel torace tra i due polmoni. Le
pareti del cuore sono costituite da un particolare tipo
di muscolo,il muscolo cardiaco, detto miocardio, e
sono rivestite da due membrane epiteliali che
hanno una funzione protettiva e sono :
•l’endocardio ( all’interno);
•Il pericardio (all’esterno)
•Sommariamente presenta una faccia anteriore
e una faccia posteriore, nelle quali si
distinguono diversi vasi che originano dall'organo.
•Il cuore è l'organo principale dell'apparato
cardiocircolatorio, nel quale svolge azione di pompa.
La struttura e l’organizzazione del
cuore
Il cuore ha il compito di pompare sangue che circola in tutto
il corpo e, passando per i polmoni, si carica di ossigeno e
rilascia diossido di carbonio.
Ilcuore è situato tra i polmoni, con circa i due terzi della
sua massa a sinistra della linea mediana.
Ilcuore è avvolto da una membrana protettiva detta
pericardio, distinta in:
•pericardio fibroso: di tessuto connettivo che previene e
impedisce l’iperestensione del cuore;
•pericardio
sieroso, più sottile e delicato, costituito da
due membrane, entro le quali scorre il liquido pericardico.
La parete del cuore è costituita da tre strati:
•epicardio: strato sottile e trasparente, costituito da mesotelio e tessuto
connettivale;
•miocardio: consiste di tessuto muscolare cardiaco ed è il più spesso: le
fibre muscolari cardiache sono involontarie, striate, ramificate e
organizzate in fibre intrecciate;
•endocardio: sottile strato di endotelio che tappezza l’interno del
miocardio.

Il cuore contiene quattro cavità:


•2 Atri (superiori)
•2 Ventricoli (inferiori)

I due atri sono separati dal setto interatriale così come il


setto interventricolare separa il ventricolo destro dal
sinistro.
• Lo spessore della parete delle camere
cardiache è proporzionale alla pressione
che ogni camera sviluppa: sottile negli atri,
più spesso nel ventricolo destro, molto più
spesso nel ventricolo sinistro.
• Prima della nascita le pareti ventricolari
hanno spessori simili perché a destra la
pressione è elevata come a sinistra.
• Sono possibili variazioni sia patologiche (es.
ipertrofia) sia fisiologiche (cuore d’atleta).
Il cuore è dotato di una coppia di valvole atrio-
ventricolari (tricuspide e mitrale) e una coppia di
valvole semilunari, che separano i ventricoli dalle
rispettive arterie
•La presenza di valvole conferisce unidirezionalità al
movimento del sangue
•Non esistono valvole fra le vene e gli atrii
•Il funzionamento delle valvole è passivo: si aprono e si
chiudono seguendo gradienti di pressione.
Le valvole semilunari impediscono il reflusso di
sangue dalle arterie al cuore e sono la valvola
polmonare e la valvola aortica.
Il Ciclo cardiaco
Ogni ciclo cardiaco comprende tutti gli eventi associati al
battito cardiaco e dura circa 0,8 secondi.

Il termine sistole si riferisce alla fase di contrazione.


Il termine diastole alla fase di rilasciamento.

➢Il ciclo cardiaco si divide in tre fasi


•fase di rilasciamento
•sistole atriale (contrazione)
•sistole ventricolare (contrazione)
Il volume di sangue emesso ogni minuto dal ventricolo
sinistro nell’aorta è definito gittata cardiaca.

La gittata cardiaca è determinata da


• gittata sistolica: sangue emesso dal ventricolo
sinistro durante ogni battito;
• frequenza cardiaca: numero di battiti al minuto.
Gittata sistolica e frequenza cardiaca determinano
la gittata cardiaca.
Il Flusso ematico nel cuore

Il sangue scorre attraverso il cuore dalle aree a


pressione maggiore a quelle a pressione minore con
conseguente apertura delle valvole e contrazione
delle camere successive.

Le arterie coronarie destra e sinistra distribuiscono


sangue al cuore; le vene coronarie drenano il sangue
dal cuore al seno coronario.
Circolazione coronarica
• Serve a rifornire di O2 il tessuto cardiaco
• Le fibre miocardiche hanno scarsa capacità di utilizzo della glicolisi
anaerobica: necessità di elevato afflusso sanguigno.
• Riceve più sangue durante la diastole perché durante la sistole la contrazione
comprime le coronarie con diminuzione del flusso. Controllo da parte di O2, CO2,
Adenosina, SN simpatico (recettori α e β), con predominanza dell’azione
vasodilatatrice mediata dai β-recettori (Adr)
CONSUMO DI ENERGIA DEL CUORE

• Il muscolo cardiaco non può cessare la sua attività per


accumulare glicogeno di deposito che sostenga il metabolismo
anaerobio, ma deve produrre ATP dal metabolizzazione ossidativa
continuo del glucosio e degli acidi grassi circolanti.
• L’estrazione dell’O2 dal flusso coronarico è molto elevata (70%) a
riposo; in caso di necessità maggiori è necessario aumentare il
flusso coronarico.
• Il flusso coronarico dipende fortemente dal carico di lavoro del
cuore e dalla sua richiesta di O2: il principale meccanismo di
regolazione è di natura metabolica.
• In caso di diminuzione minima del PO2 si ha vasodilatazione
coronarica mediata dalla liberazione di CO2, H+, K+ e
adenosina.
Il Battito cardiaco

L’1% delle fibre muscolari cardiache sono in grado di generare


potenziali di azione secondo uno schema ritmico svolgendo due
importanti funzioni:

1. agiscono da pacemaker regolando il ritmo del cuore;


2. formano il sistema di conduzione cioè la via seguita dai
potenziali di azione che attraversano il muscolo cardiaco. In
tal modo le cavità cardiache sono stimolate a contrarsi in
maniera coordinata.
Rapida 90 ms
4 fasi (cuore sinistro): Lenta 130 ms

•Contrazione isovolumetrica
Durata 50 ms, valvola mitrale chiusa,
valvola aortica chiusa. No ΔV, aumento
della Pventricolare fino a 80mmHg

•Eiezione
Durata 220 ms (rapida 90 e lenta 130)
valvola mitrale chiusa, valvola aortica Onda
aperta: la gittata sistolica viene immessa dicrotica

nell’aorta. Negli atri si ha ingresso


passivo di sangue (Pvene>Patrio)

•Rilasciamento isovolumetrico
Durata 70ms, valvola mitrale chiusa,
valvola aortica chiusa. No ΔV,
diminuzione della Pventricolare.
•Riempimento ventricolare
Durata 500 ms. Apertura della valvola
mitrale e chiusura della valvola aortica.
All’inizio RAPIDO (2/3 dell’EDV), poi
lento
Durante il riempimento
ventricolare la P
ventricolare diminuisce
anche se il ventricolo si
sta riempiendo, in quanto
il ventricolo aspira il
sangue proveniente dal
circolo polmonare e
dall’atrio sinistro.
L’aorta è in grado di
immagazzinare la pressione
durante la sistole grazie
all’elasticità delle sue pareti. aortica ventricolare

SERBATOI DI PRESSIONE

Dopo l’onda dicrotica la P


nell’aorta diminuisce molto
lentamente
invertono (sforzo o ipertensione polmonare)
si ha la sindrome del blue baby
VOLUME TELEDIASTOLICO (TDV) V di sangue contenuto
nel ventricolo alla fine della diastole. E’ circa 130-160
ml, è un indice del PRECARICO

VOLUME TELESISTOLICO (TSV) V di sangue contenuto


nel ventricolo alla fine della sistole. A riposo è circa 60
ml, in quanto la Gs è =70ml.

FE (frazione di eiezione) = Gs/VTD% è


circa 55% Valori inferiori: insufficienza
cardiaca
Valori superiori: stimolazione simpatica
CONDUZIONE NEL CUORE:

Propagazione elettrotonica da cellula a


cellula attraverso ponti laterali con giunzioni
strette

Importanza dell'ampiezza e della velocità


della depolarizzazione nel determinare la
velocità di conduzione
1. L’eccitazione inizia nel nodo senoatriale (SA) nella
parete dell’atrio destro;

2. il potenziale di azione si trasmette attraverso le


fibre muscolari atriali fino al nodo
atrioventricolare (AV);

3. dal nodo AV il potenziale di azione passa nel fascio


atrioventricolare (AV).
4. si trasmette alle branche destra e sinistra del
fascio che corrono verso l’apice del cuore;

5. le fibre del Purkinje conducono il potenziale di


azione prima all’apice e poi al resto del
miocardio ventricolare.
Cellule contrattili miocardiche

➢I potenziali di azione delle cellule contrattili miocardiche


sono simili per parecchi aspetti a quelli dei neuroni e del
muscolo scheletrico.

➢La fase di depolarizzazione rapida del potenziale d'azione è


il risultato dell'ingresso di Na+, e la successiva fase di
ripolarizzazione è dovuta al K+ che esce dalla cellula.

➢La differenza principale tra il potenziale d'azione della


cellula contrattile miocardica e quello della fibra muscolare
scheletrica o di un neurone è che nella cellula miocardica il
potenziale di azione è prolungato dall'ingresso di Ca2+.
MIOCARDIO COMUNE: potenziale in 5 fasi
Per convenzione la fasi del potenziale d'azione iniziano dalla
zero:
0 - depolarizzazione rapida per apertura di canali per il sodio
voltaggio-dipendenti

Quando un'onda di depolarizzazione diffonde in una cellula


contrattile attraverso le giunzioni comunicanti, il potenziale di
membrana diventa più positivo.

I canali del Na+ voltaggio-dipendenti si aprono, permettendo al Na+


di entrare nella cellula e di depolarizzarla rapidamente.
1 - parziale breve ripolarizzazione per aumento transitorio conduttanza al cloro e al
potassio
Quando i canali del Na+ si chiudono, la cellula comincia a ripolarizzarsi mentre il K+ esce
attraverso i canali del K+ aperti.

2 - plateau: potenziale stabile su valori leggermente positivi per circa 0.2 s; dovuto
all'aumento della conduttanza al calcio (apertura di "canali lenti") e riduzione della
conduttanza al potassio.
La ripolarizzazione iniziale è molto breve. Il potenziale di azione raggiunge poi un plateau
come risultato di due eventi: la diminuzione della permeabilità al K+ e l'aumento della
permeabilità al Ca2+.

I canali del Ca2+ voltaggio-dipendenti attivati dalla depolarizzazione si sono aperti


lentamente durante le fasi 0 e 1. Quando alla fine si aprono completamente, il Ca2+ entra
nella cellula. Nello stesso tempo, alcuni canali "rapidi" del K+ si chiudono. La combinazione
dell'ingresso di Ca2+ e della ridotta uscita di K- fanno sì che il potenziale d'azione raggiunga
un plateau.
3 - ripolarizzazione per progressivo aumento della
conduttanza al potassio e chiusura dei canali lenti;
Il plateau termina quando i canali del Ca2+ si chiudono e la permeabilità
al K+ aumenta ancora una volta.

I canali "lenti" del K+ responsabili di questa fase sono simili a quelli nei
neuroni: essi sono attivati da una depolarizzazione, ma hanno una
cinetica di apertura lenta.

Quando questi canali lenti si aprono, il K+ esce velocemente, riportando


la cellula al suo potenziale di riposo (fase 4).

4 - potenziale di riposo, stabile a -90 mV.


0 - depolarizzazione rapida per 4 - potenziale di riposo, stabile a -90 mV.
apertura di canali per il sodio voltaggio- Conduttanza al sodio molto scarsa;
dipendenti conduttanza al potassio elevata. La pompa
Na+/K+ ristabilisce i gradienti di
Arresto per chiusura ritardata canali concentrazione
sodio
1 - parziale breve ripolarizzazione per
aumento transitorio conduttanza al
cloro e al potassio
2 - plateau: potenziale stabile su valori
leggermente positivi per circa 0.2 s;
dovuto all'aumento della conduttanza al
calcio (apertura di "canali lenti") e
riduzione della conduttanza al potassio

3 - ripolarizzazione per progressivo


aumento della conduttanza al potassio e
chiusura dei canali lenti;
• Variazioni di eccitabilità durante il potenziale
d'azione: periodi refrattari.

• La risposta meccanica compare durante il potenziale


e ha circa la stessa durata.

• Il cuore non può essere tetanizzato (contrazione


involontaria dei muscoli interessati al passaggio della
corrente)
CELLULE NODALI

•Il funzionamento del cuore è automatico, perché


le cellule nodali sono in grado di auto-eccitarsi
ritmicamente.

•Hanno la funziona da generatore (pace-maker)


primario il nodo senoatriale perché è dotato di
ritmicità a frequenza maggiore.
I fattori che influenzano
la frequenza cardiaca
Determinazione della frequenza
cardiaca

Dipende dalla pendenza del potenziale


di pace-maker e dal livello di
ripolarizzazione (regolazione nervosa).
I fattori che influenzano la
frequenza cardiaca

Ilritmo cardiaco normalmente è di 70-80 battiti al


minuto.
I tessuti richiedono l’afflusso di volumi di sangue
differenziati secondo le diverse condizioni.
I fattori più importanti nella regolazione della
frequenza cardiaca sono il sistema nervoso
autonomo e gli ormoni adrenalina e noradrenalina,
rilasciati dalle ghiandole surrenali.
 La regolazione del cuore da parte del sistema nervoso
ha luogo nel centro cardiovascolare (CV), situato nel
midollo allungato.
 Da esso partono i neuroni simpatici che raggiungono il
cuore attraverso i nervi cardiaci acceleratori, come
anche i neuroni parasimpatici che raggiungono il cuore
attraverso i nervi vaghi.
 Alcune sostanze chimiche circolanti influenzano sia la
fisiologia del muscolo cardiaco sia il ritmo di contrazione.
 Ormoni: adrenalina e noradrenalina aumentano la
frequenza cardiaca e la forza delle contrazioni;
 Ioni: diminuiscono la frequenza cardiaca e la forza
della contrazione.
ELETTROCARDIOGRAMMA
REGISTRAZIONE NON INVASIVA DELLA VARIAZIONE DELLA
DISTRIBUZIONE DELLE CARICHE ELETTRICHE SULLA
SUPERFICIE DEL CUORE CHE SI GENERANO IN SEGUITO AI PA
NEL TESSUTO DI CONDUZIONE E DEL MIOCARDIO DI LAVORO.
Il segnale elettrocardiografico è un’onda con ampiezza max
1mV che si registra con elettrodi esterni
Riposo (diastole), Vm =-90 mV ovunque

Propagazione di un PA (da sx a dx)


DERIVAZIONE: linea immaginaria che collega due elettrodi
(+ e -).
E’ un vettore elettrico dotato di modulo, verso e direzione
= x cosθ 0 quando θ =90° o Vc=0
(tratti isoelettrici)
Max quando la direzione del
Vc è parallela a quella di Vx

 La disposizione asimmetrica delle cariche elettriche sulla superficie del cuore definisce
un vettore (cardiaco). Il diverso orientamento nello spazio del vettore cardiaco rispetto
alle varie derivazioni e la sua variazione nel tempo determina la forma e la successione
delle onde che vengono registrate durante l’ECG.
 In assenza di vettore cardiaco: livello isoelettrico.
 Nelle varie posizioni viene calcolato il modulo della proiezione del vettore cardiaco
lungo la direzione della derivazione (ampiezza dell’onda).
 Se la direzione dei 2 vettori è concorde il tracciato va verso l’alto, se sono discordi va
verso il basso.
L’asse elettrico
cardiaco ha lo stesso
orientamento di DII,
quindi questa
derivazione è quella
con il tracciato ECG
più ampio

Tale triangolo delimita il piano frontale su cui vengono misurate


le componenti del vettore cardiaco proiettate sulle 3 derivazioni.
Amplificatore differenziale che misura la ddp (fino a 1mV) tra i due elettrodi, che
viene poi depurata dalle interferenze, amplificata e registrata su carta.
Gel per diminuire la R tra soggetto ed elettrodi
Elettrodo ‘terra’ il cui segnale viene sottratto a quello degli elettrodi di registrazione
Ogni derivazione darà un tracciato ECG leggermente diverso a causa della
diversa direzione del Vc Depolarizzazione del setto
interventricolare

Onda P (60-80 ms),


deflessione verso l’alto
Vc e DII concordi

Periodo isoelettrico (50-


60 ms) : piccola attività Tratto isoelettrico
elettrica delle fibre (plateau)
perforanti, non rilevabile
Onda Q depolarizzazione QT tempo di sistole
del fascio di Hiss, TP tempo di diastole
deflessione verso il
basso (Vc e DII discordi)
Complesso QRS (80-120
ms) rapida propagazione
del PA nel setto
interventricolare e nei 2
ventricoli
Un elettrocardiogramma è diviso in onde (P, Q, R, S e T), segmenti tra le onde (per
esempio, i segmenti P-R e S-T) e intervalli che consistono di una combinazione di onde e
segmenti (come gli intervalli PR e QT). Questa traccia dell'ECG è stata registrata dalla
derivazione l.
PATOLOGIE LEGATE AL SISTEMA
ELETTRICO DEL CUORE
BRADICARDIA:
Il cuore batte più lentamente del normale, generalmente meno di 60 battiti al
minuto. Come conseguenza, il cuore può non pompare una quantità di sangue
sufficiente a soddisfare le esigenze dell’organismo e il soggetto può sentirsi
affaticato o avere le vertigini.
TACHICARDIA:
Il cuore batte più velocemente del normale, generalmente più di 100 battiti al
minuto. Come conseguenza, il cuore potrebbe non essere in grado di pompare la
quantità di sangue sufficiente a soddisfare le esigenze dell’organismo.
Se non si interviene, alcuni tipi di tachicardia possono determinare la morte
cardiaca improvvisa .
FIBRILLAZIONE ATRIALE:
Le camere superiori del cuore (gli atri) si contraggono in modo disordinato, tra
300 e 600 volte al minuto. Gli atri non si contraggono mai completamente e ad ogni
battito cardiaco potrebbero rimanervi residui di sangue. Il sangue
ristagnato potrebbe raggrumarsi, aumentando il rischio di ictus.
PATOLOGIE LEGATE ALLA
FUNZIONE DI POMPA DEL CUORE

 INSUFFICIENZA CARDIACA:
Il cuore non lavora più bene come dovrebbe e non è più in grado di
pompare una quantità di sangue sufficiente a soddisfare le esigenze
dell’organismo.
L’insufficienza cardiaca è un problema grave che si sviluppa gradualmente nel
corso del tempo in un cuore danneggiato, a volte nel corso degli anni.
PATOLOGIE LEGATE ALLE ARTERIE DEL CUORE

 CARDIOPATIA:
▪ Un deposito di materiale grasso si forma su una o più
arterie coronarie, riducendo il flusso di sangue attraverso il
muscolo cardiaco.
▪ La coronaropatia incrementa il rischio di attacco cardiaco.
 ATTACCO CARDIACO:
▪ Una parte del muscolo cardiaco muore o rimane
danneggiata in modo permanente perché non ha ricevuto
sangue a sufficienza. Una volta che il cuore viene
danneggiato, esiste un rischio maggiore di insufficienza
cardiaca e di morte cardiaca improvvisa.
PATOLOGIE LEGATE ALLE ARTERIE ESTERNE
DEL CUORE

 VASCULOPATIA PERIFERICA:
Un deposito di materiale grasso si forma su
un’arteria esterna al cuore, riducendo il flusso di
sangue attraverso l’organismo. A seconda
dell’arteria bloccata, si possono avvertire sintomi
minori, come un senso di torpore, o problemi più gravi,
tra cui l’ictus.
PATOLOGIE DEI VASI SANGUIGNI
 ARTERIOSCLEROSI:
Accumulo di sostanze grasse sulle pareti interne delle arterie. Questo accumulo è
costituito in prevalenza da colesterolo, una sostanza presente nel sangue e in tutte le
cellule dell'organismo.
Le persone con quantità eccessive di colesterolo nel sangue hanno alte probabilità di
avere attacchi cardiaci. L’organo che regola il colesterolo è il fegato.
 ISCHEMIA:
➢quando il flusso sanguigno in un’arteria è bloccato da grosse placche. Una patologia
dovuta al fatto che un organo riceve una quantità di sangue e di ossigeno insufficiente alle
proprie esigenze.
 ANGINA PECTORIS:
➢Una sindrome dolorosa causata dalla diminuzione transitoria del flusso di sangue e, quindi,
di ossigeno nel tessuto muscolare del cuore. La condizione di scarso apporto di ossigeno al
tessuto cardiaco prende il nome di ischemia. Essa si manifesta prevalentemente
nell'età matura o negli uomini anziani e nelle donne in postmenopausa.
ELEMENTI COSTITUTIVI DEL
SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO

Due sistemi in serie:


1. Circolo sistemico, costituito da numerosi
sistemi in parallelo.
2. Circolo polmonare.
Le vie di distribuzione del sangue

Ivasi sanguigni sono organizzati a formare vie di distribuzione


che trasportano il sangue a tutto l’organismo.

Le vie principali sono


•il circolo sistemico;
•il circolo polmonare;
•il sistema portale epatico.
 Le pareti delle arterie presentano tre strati di tessuto che
circondano una cavità, il lume, in cui scorre il sangue.
 Lo strato più interno è costituito da endotelio, da una
membrana basale, da una lamina elastica.
Il flusso ematico nei vasi sanguigni

La contrazione dei ventricoli produce la pressione sanguigna, cioè la pressione


esercitata dal sangue sulle pareti del vaso. La pressione arteriosa diminuisce
progressivamente quando il sangue passa dalle arterie sistemiche ai capillari e torna
all’atrio destro; il calo massimo della pressione si registra nelle arteriole.
La resistenza vascolare è la resistenza che incontra il flusso sanguigno lungo le pareti
dei vasi.
Essa dipende da:
▪ampiezza del lume;
▪viscosità del sangue;
▪lunghezza complessiva del vaso sanguigno.
La struttura e le funzioni dei vasi
sanguigni
 I vasi sanguigni formano un sistema chiuso di tubi che allontanano il
sangue dal cuore (le arterie), lo trasportano ai tessuti (arteriole, capillari) e
quindi lo riportano al cuore (venule e vene).
 Le arterie trasportano il sangue lontano dal cuore e si dividono in arterie
ancora più piccole, dette arteriole.
 Le arteriole all’interno di un tessuto si ramificano in vasi microscopici
chiamati capillari.
 Gruppi di capillari in un tessuto si riuniscono a formare piccole vene che
prendono il nome di venule.
 Queste poi confluiscono a formare vasi sempre più grandi dette vene.
Le vene sono i vasi sanguigni che riportano il sangue al
cuore.
Le arterie sono i vasi sanguigni che portano il sangue
lontano dal cuore.
▪Il rapporto fra volume in eccesso e pressione sviluppata si
chiama complianza (compliance DV/DP): dipende dall'elasticità
dei vasi. La compliance venosa è molto maggiore di quella
arteriosa. La compliance del circolo polmonare è elevata in tutti
gli elementi. L’inverso della compliance è la capacitanza: DP/DV
➢ARTERIE: di grosso calibro; prevale la componente elastica; funzione:
mantenimento della pressione in diastole (effetto mantice: windkessel)

➢ARTERIOLE: meno di 200 micron; distinzione funzionale più che


anatomica; prevale la componente muscolare, a disposizione circolare;
funzione: determinazione della resistenza d'ingresso al microcircolo e
della resistenza periferica totale

➢CAPILLARI: meno di 8 micron; parete costituita solo di endotelio e


membrana basale; funzione: scambi (non possono avvenire negli altri
distretti)

➢VENULE: parete relativamente muscolare; funzione: regolazione della


resistenza postcapillare; deposito volume circolante: facilita ritorno
venoso

➢VENE MEDIE E GRANDI: prevale progressivamente la componente


collagene, con elementi muscolari; funzione: regolazione della
capacitanza sistemica
TONACA INTIMA:
Strato di cellule endoteliali pavimentose
sostenute da una sottile lamina di tessuto
connettivo.
TONACA MEDIA:
esterna alla intima, formata da fibre
elastiche e collagene, in cui sono
disperse le cellule muscolari lisce. Le
fibre elastiche sviluppano una tensione
elastica passiva che si oppone alla P che
distende il vaso, la muscolatura liscia
sviluppa una tensione attiva grazie alla
quale controlla il diametro del vaso.
TONACA AVVENTIZIA:
strato di tessuto connettivale esterno che
fissa il vaso al tessuto circostante. Vasa
vasorum nei grossi vasi (irrorazione e
terminazioni nervose libere)
La struttura dei vasi non è omogenea e la differenziazione
funzionale dipende dalla struttura. Sono elementi costitutivi
comuni della parete dei vasi:

•l'endotelio, con la sua membrana basale;

•la media, contenente fibre muscolari liscie, fibre elastiche e fibre collagene in diverse
proporzioni;

•l'avventizia, contenente tessuto connettivo lasso, terminazioni nervose (simpatiche) e


vasi (vasa vasorum).

Gli elementi della media possono essere disposti su più strati e la direzione
delle fibre (muscolari ed elastiche) può essere circolare o spirale, fino a
diventare quasi longitudinale.
Le arteriole sono i vasi di resistenza perché
a questo livello è massima la caduta di
pressione; inoltre, sono i principali regolatori
della resistenza perché hanno muscolatura
liscia abbondante e a disposizione circolare e
sono riccamente innervate.
Circolo polmonare (1,8L) e circolo sistemico (3,7L)
posti in serie e connessi tramite le camere cardiache

La ripartizione del V di sangue nei 2 circuiti è


mantenuta costante grazie al fatto che i ventricoli
destro e sinistro espellono in un minuto la stessa
quantità di sangue che ricevono tramite il ritorno
venoso.

Vantaggi del flusso in parallelo del circolo


sistemico:
• Ogni tessuto è perfuso da sangue con la stessa
concentrazione di soluti e gas
• In ogni tessuto può essere regolata la perfusione
ematica (conduttanza vascolare).
Principio di Fick.

Adolph Fick, un fisiologo che nel XIX secolo ha enunciato le


leggi della diffusione che portano il suo nome, ha combinato
l'equazione (1) del flusso di massa con l'equazione
dell'equilibrio di massa (3) per correlare tra loro consumo di
ossigeno (QO2), gittata cardiaca (GC) e contenuto di ossigeno
del sangue. Ne è derivata l'equazione di Fick:

L'equazione di Fick permette di stimare la gittata cardiaca


o il consumo di ossigeno, una volta che si conoscono le
concentrazioni dei gas nel sangue arterioso e venoso.
Modello funzionale del sistema cardiovascolare.
CIRCOLO POLMONARE:

•Minori differenze fra arterie e vene; scarsa componente muscolare;


mancano le arteriole (pressione più bassa).

•PRESSIONE NEL CIRCOLO SISTEMICO: all'uscita dal cuore è pulsatile


(80-120 mmHg; media 95); nelle grandi arterie diminuisce poco il
valore medio e aumenta la pulsatilità; nelle arteriole c'è grande
caduta di pressione (fino a 30-35 mmHg) e sparisce la pulsatilità; nei
capillari, ulteriore caduta, fino a 10 mmHg; fino all'atrio destro
ulteriore progressiva caduta fino a 0 mmHg.
mmHg

0
60
120

V. sx

Aorta

Arterie grandi

Arterie piccole

Arteriole

Capillari

Venule

Vene

Atrio dx
GITTATA CARDIACA (GC): flusso di sangue in uscita dai
ventricoli (5L/min)
La pressione arteriosa media
 La gittata cardiaca e le resistenze periferiche determinano la pressione arteriosa
media.
 La pressione arteriosa è un equilibrio tra il flusso sanguigno che entra nelle arterie
e quello che ne esce. Se il flusso in entrata supera quello in uscita, aumenta il
volume di sangue nelle arterie e aumenta anche la pressione arteriosa media. Se il
flusso in uscita supera il flusso in entrata, il volume diminuisce e la pressione
arteriosa media si riduce.
 Il sangue che fluisce nell'aorta corrisponde alla gittata cardiaca del ventricolo
sinistro. Il flusso sanguigno che esce dalle arterie è influenzato prima di tutto dalla
resistenza periferica, definita come la resistenza al flusso offerta dalle arteriole.
 La pressione arteriosa media (PAM) è quindi proporzionale alla gittata cardiaca (GC)
moltiplicata per la resistenza (R) delle arteriole:
La pressione arteriosa media (PAM) è una funzione della gittata cardiaca e della
resistenza nelle arteriole (Resistenza periferica).
La PAM illustra l'equilibrio di massa: il volume di sangue nelle arterie è determinato
dall'ingresso (gittata cardiaca) e dal flusso in uscita (modificato dalle variazioni della
resistenza periferica).
All'aumentare del volume arteriolare la pressione aumenta. ln questo modello, il
ventricolo è rappresentato da una siringa. ll diametro variabile delle arteriole è
rappresentato da un morsetto regolabile con una vite.
BIOFISICA DEL SISTEMA CIRCOLATORIO

•Il sistema circolatorio può essere paragonato ad un


sistema idraulico e il sangue che ci fluisce sottosta alle
leggi fisiche della dinamica dei fluidi.
•Un vaso ematico può essere
considerato un cilindro con parete
elastica sottoposto ad una P
transmurale (PTM) definita come la
differenza tra la P interna ed esterna
al vaso.

Le P riferite al sistema cardiovascolare sono definite in termini relativi


rispetto alla Patm: Prel=P-Patm; Prel=100: Pass-760mmHg
LEGGE DI LAPLACE

In una struttura cava PTM è in equilibrio con la


tensione elastica circonferenziale (T) che si
sviluppa nella parete. Nel caso di un cilindro si
ha: PTM =T/r

T capillare è molto più bassa che T aorta e questo


permette al capillare di essere delimitato da un
solo strato endoteliale ed esplicare al meglio le
funzioni di scambio
Data la minor distensibilità il calibro dei vasi arteriosi si
modifica di poco al variare della Ptm e quindi non si
osservano variazioni significative nella distribuzione di
sangue nel distretto arterioso, come invece si verifica a
livello del distretto venoso, dove si hanno poi risposte
cardiovascolari e neurovegetative complesse.
VELOCITA' DEL SANGUE NEL CIRCUITO

è inversamente proporzionale alla sezione totale di


ogni compartimento: massima nell'aorta, ridotta
nelle arteriole, molto bassa nei capillari; nelle vene
che tornano al cuore la velocità va aumentando, ma
non raggiunge quella dell'aorta perché la sezione
delle grandi vene è maggiore.
Dimostrazione schematica (non in scala) delle variazioni della sezione
totale del letto vascolare a diversi livelli. Diminuisce il diametro dei
singoli vasi, ma aumenta la sezione totale. A pari livello, la sezione
delle vene è maggiore di quella delle arterie.
DISTRIBUZIONE DEL SANGUE: è funzione
della capacitanza di ogni distretto: circa 4/5
sono contenuti nelle vene; una parte non
trascurabile è contenuta nei capillari.

DISTRIBUZIONE DEL VOLUME IN ECCESSO: il


sistema circolatorio è disteso e pertanto gli
elementi elastici sono in tensione e
sviluppano pressione.
•A cuore fermo, il circuito contiene una PRESSIONE
CIRCOLATORIA MEDIA (anche detta sistemica
media o pressione di riempimento) di 7 mmHg.
•Il volume di sangue che genera questa pressione si
deve considerare come volume in eccesso
•il rapporto fra la componente venosa e arteriosa
del volume in eccesso è di 20:1
Le arterie di maggior calibro
sono molto distensibili,
essendo composte per la
maggior parte da fibre
elastiche. Il ritorno elastico
permette di trasformare il
flusso intermittente in uscita
dai ventricoli in flusso continuo
pulsatile.

Il polso arterioso è dovuto


all’onda di pressione che viaggia
lungo le arterie in conseguenza
della spinta del sangue durante
la sistole, che fa espandere le
pareti delle arterie
Le arterie terminali e le arteriole sono delimitate quasi
esclusivamente da muscolatura liscia innervata dal
sistema simpatico.
Possono variare finemente il loro calibro.

Offrono le maggiori
resistenze (<60%) al
flusso viscoso di sangue
all’interno del sistema
circolatorio, costituendo
il DISTRETTO RESISTIVO,
in cui si verifica la
maggior parte della
caduta della pressione
ematica.
A questo livello si ha
anche la regolazione del
flusso di sangue ai vari
distretti periferici
(vasocostrizione
distrettuale) e il controllo
della pressione arteriosa
centrale (vasocostrizione
diffusa).
CAPILLARI
La densità dei capillari (n° capillari perfusi /mm2) è specifica per ogni tessuto (da
300/mm2 a 3.000/mm2), in funzione delle necessità metaboliche del tessuto.
TEMPO DI TRANSITO: l’intervallo di tempo impiegato dal sangue a percorrere i capillari (e ad
effettuare gli scambi), varia da 0.5 a 2 sec. (performance atleti)
CAPILLARI continui: nel muscolo scheletrico, cardiaco,
nel polmone, SN, cute e tessuto connettivo. Strato di
cellule endoteliali e membrana basale continua. Cleft
intercellulari: fenditure delle giunzioni strette attraverso
cui avviene il passaggio paracellulare di acqua e soluti.

Capillari fenestrati: in tessuti caratterizzati da elevato


scambio di acqua come gh esocrine, mucosa intestinale
e membrane sinoviali. Fenestrature circolari del
diametro ci circa 50 um.

Capillari discontinui: tipici dei sinusoidi epatici, del MO,


della milza. Ampie discontinuità che permettono il
passaggio di acqua e grossi soluti (anche cellule)

Glicocalice definisce la permeabilità dell’endotelio nei


confronti dei soluti.
STRUTTURA DELL’ENDOTELIO
Cellule pavimentose di forma poligonale disposte in un unico strato (0.2-0.3 µm di
spessore) sostenuto dalla membrana basale.

CITOSCHELETRO:
Rete corticale (actina) ancorata alle
glicoproteine della membrana plasmatica
attraverso una proteine filamentosa
(filamina)
Actina giunzionale che scorre all’interno
della cellula
Filamenti di actina e miosina sulla
superficie basale
Eparansolfato
Acido ialuronico
Carica negativa

Il complesso giunzionale è interrotto da discontinuità


Zona adherens
la cui ampiezza determina la permeabilità e la
selettività della parete endoteliale. Anche mediatori
chimici possono modulare la permeabilità favorendo
la sintesi di filamenti o proteine giunzionali. molecola di adesione
piastrinica endoteliale,
Eparansolfato importante nella migrazione
Collagene di tipo IV leucocitaria
laminina
La lentezza del flusso ematico nei capillari è utile perché
consente lo scambio di sostanze attraverso le loro pareti.
Le arteriole regolano il flusso sanguigno nei capillari dove
nutrienti, gas e sostanze di rifiuto sono scambiati tra il sangue e
il fluido interstiziale.
L’acqua e i soluti fluiscono fuori dal capillare sanguigno nel
fluido interstiziale circostante, effettuando la filtrazione. Se
l’acqua e i soluti migrano dal fluido interstiziale al capillare si
dice riassorbimento.
Gli scambi si attuano attraverso la parete dei vasi ematici che
costituiscono il microcircolo (arteriole terminali, capillari e
venule postcapillari), soprattutto a livello dei capillari.

Il tono muscolare arteriolare può essere modulato dal simpatico,


modificando la perfusione dei capillari e presenta cicli di
vasocostrizione/vasodilatazione (4/min) che ne determinano la
vasomotricità.
VENULE E VENE
Hanno parete sottile composta dall’intima, un sottile
strato di muscolatura liscia e collagene e dall’avventizia.

Sulla parete interna delle vene


degli arti sono presenti le
valvole semilunari
unidirezionali che impediscono
il flusso retrogrado del sangue
(sono assenti nelle vene
prossimali del collo e del
capo).

La R delle vene è minore di quella del distretto arterioso e


sono molto distensibili, contenendo circa 2/3 del V di
sangue circolante costituendo il DISTRETTO CAPACITIVO.
Le vene hanno un Ø simile a quello
delle arterie, ma parete + sottile
(minore pressione), hanno valvole
unidirezionali, eccetto che le vene
centrali.

VENE CAVE Ø>, spessore< dell’


aorta.
➢Le vene rappresentano un serbatoio di sangue che può
essere ripartito tra i vari distretti in relazione alle loro
esigenze metaboliche. In caso di emorragia le variazioni
del V di sangue sono a carico soprattutto del sistema
venoso.

➢Modificazioni della postura causano spostamenti


significativi di sangue venoso: passando dalla posizione
ortostatica a quella clinostatica (distesi) un elevato V di
sangue viene spostato dai vasi venosi degli arti inferiori
a quelli addominali, toracici.
ANASTOMOSI ARTEROVENOSE:
Si hanno quando le arteriole entrano in contatto direttamente con le venule
bypassando i capillari; si hanno nei distretti periferici cutanei, in cui non si ha contributo
agli scambi di soluti e gas, ma partecipano ai processi di termoregolazione.
La pressione arteriosa si misura
con lo sfigmomanometro
 La pressione arteriosa si misura nell'arteria brachiale utilizzando uno
sfigmomanometro, uno strumento che consiste di un manicotto gonfiabile e di un
misuratore di pressione.
 Il manicotto circonda la parte superiore del braccio e viene gonfiato finché non
esercita una pressione più alta di quella sistolica che sospinge il sangue arterioso.
 Quando la pressione del manicotto supera quella arteriosa, il flusso sanguigno nella
parte inferiore del braccio si blocca.
 A questo punto la pressione nel manicotto viene gradualmente ridotta. Quando la
pressione nel manicotto scende al di sotto della pressione arteriosa sistolica, il
sangue comincia di nuovo a fluire.
 Nel momento in cui il sangue inizia a fluire attraverso l'arteria ancora compressa, si
crea un flusso turbolento e a ogni onda pressoria è possibile udire un rumore
chiamato tono di Korotkoff
 I toni di Korotkoff sono causati dal flusso turbolento del sangue
attraverso l'arteria compressa. Quando la pressione del manicotto
non comprime più l'arteria, il flusso ritorna laminare e il rumore
scompare.
 Per anni il valore "medio" della pressione sanguigna è stato stimato
come 120/80. Come molti valori fisiologici medi, tuttavia, questi
valori sono soggetti a un'ampia variabilità, sia fra individui diversi
sia nell'ambito del medesimo individuo in momenti diversi. Una
pressione sistolica costantemente al di sopra di 140 mmHg a riposo,
o una pressione diastolica cronicamente al di sopra di 90 mmHg,
viene considerata un sintomo di ipertensione in un soggetto
altrimenti sano.
Il centro cardiovascolare (CV) è la principale regione del sistema nervoso deputata
alla regolazione della frequenza cardiaca, della forza delle contrazioni, della
vasodilatazione o vasocostrizione dei vasi sanguigni.
Ilriflesso dei barocettori consente una regolazione rapida della pressione
sanguigna.
I chemiocettori sono situati nei due glomi carotidei nelle arterie carotidi comuni e
nel glomo aortico nell’arco aortico.
Diversi ormoni partecipano alla regolazione della pressione e del flusso sanguigno.
1.il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAA);
2.adrenalina e noradrenalina;
3.ormone antidiuretico (ADH);
4.peptide antidiuretico atriale (ANP).
IL SANGUE

Il SANGUE è il mezzo mediante cui alcune


sostanze come ORMONI, ENZIMI e ANTICORPI
vengono trasportati in tutto il corpo.

SISTEMA DI TRASPORTO DI:


•Acqua
•Cellule (globuli rossi, bianchi e piastrine)
•Molecole disciolte (elettroliti, molecole organiche,
proteine)
•Gas in soluzione (O2, CO2, N2)
•Messaggi chimici
•Calore
Le funzioni del sangue

Il sangue è un tessuto connettivo fluido che svolge


3 funzioni

1.trasporto: di ossigeno dai polmoni a tutto


l’organismo e di diossido di carbonio dalle cellule ai
polmoni;
2.regolazione:del pH dei fluidi corporei e della
temperatura corporea;
3.protezione: in caso di ferita, si coagula.
I componenti del sangue

 Il sangue è un tessuto connettivo fluido formato


da:
• plasma (fluido)
• elementi figurati: i globuli bianchi, i globuli rossi e le
piastrine
 La percentuale di volume sanguigno
complessivo occupato dai globuli rossi è
definito ematocrito.
Il plasma sanguigno è costituito da acqua, proteine e
soluti non proteici.
Il PLASMA è costituito da 90% di acqua, nella quale sono disciolte
numerose sostanze:
▪ Proteine Le proteine più abbondanti (54%) sono le albumine che
aiutano a mantenere una corretta pressione osmotica del sangue.
▪ Ormoni
▪ Sostanze nutritive
▪ Gas
▪ Ioni (che sono essenziali in quasi tutti i processi vitali delle cellule)
▪ Anidride carbonica
▪ Proteine plasmatiche (che sono coinvolte nella coagulazione del
sangue, nella difesa del corpo contro agenti estranei e nel trasporto
di lipidi e vitamine).
▪ Sostanze di rifiuto come l’urea.
➢Le globuline (38%) comprendono
▪anticorpidetti anche  globuline, o immunoglobuline:
con funzioni di difesa;
▪ globuline e β globuline: funzioni di trasporto.
➢Emoglobina (15 g/dl), proteina che lega e trasporta
l'ossigeno. Capacità del sangue per l’ossigeno: 1,34
ml/g*15 g = 20,1 ml/dl. Esistono vari tipi di emoglobina,
con diversa affinità per l’ossigeno: A adulto; F fetale; altre
patologiche.
LE CELLULE DEL SANGUE

ERITROCITI (globuli rossi)


•contengono l’emoglobina: 4-5 milioni /mm3 di sangue
•sono cellule anucleate con una durata media di vita di 100
giorni

La produzione (continua) di eritrociti da parte delle


cellule staminali del midollo osseo (eritropoiesi) è
regolata dall'eritropoietina, ormone prodotto
prevalentemente dal rene.
Emopoiesi
è il processo mediante il quel si sviluppano gli
elementi figurati del sangue.
 I globuli rossi o eritrociti contengono emoglobina, una proteina trasportatrice di
ossigeno.
Hanno la forma di dischi biconcavi, sono privi di nucleo e di altri organuli, non si
possono riprodurre.
La formazione dei soli eritrociti è chiamata eritropoiesi
L’eritropoiesi richiede fra l’altro vitamina B12 e ferro. Il ferro, assorbito dall’intestino,
viene trasportato in associazione con la proteina transferrina ed è depositato in forma
legata alla ferritina.

Lo stimolo principale per l’innesco dell’eritropoiesi è l’ipossia, cioè la diminuita


capacità del sangue di trasportare ossigeno.
L’ipossia stimola il rilascio di eritropoietina (EPO) un ormone prodotto dal rene.
Il sangue fa circolare anche cellule con
funzioni specifiche:

 i GLOBULI ROSSI: per il trasporto dell’ossigeno;


 i GLOBULI BIANCHI: per la difesa da agenti
estranei;
 le PIASTRINE: che svolgono un importante ruolo
nelle riparazione delle ferite.
➢LEUCOCITI (globuli bianchi): 4-10 * 103 / dl comprendono:
granulociti (65%), linfociti (30%), monociti (5%).
Vengono classificati come granulari o non granulari a seconda
della presenza/assenza di granuli citoplasmatici.
•I leucociti granulari sono neutrofili (95%), eosinofili (4%),
basofili (1%):
•I leucociti non granulari comprendono linfociti e monociti.
➢PIASTRINE(300.000): prodotte dai megacariociti–quando si
aggregano predispongono la formazione del coagulo.
➢I neutrofili rispondono per primi all’invasione batterica con la
fagocitosi e rilasciando enzimi.

➢I monociti migrano verso i tessuti infetti e si trasformano in


macrofagi.

➢Gli eosinofili combattono l’infiammazione, fagocitano i


complessi antigene-anticorpo e sono efficaci contro alcuni
parassiti.

➢I basofili intensificano la risposta immunitaria.


L’emostasi
L’emostasi è una sequenza di reazioni che blocca un
sanguinamento, impedendo la perdita di sangue attraverso
la parete danneggiata di un vaso. Consta di tre fasi:

1.lo spasmo vascolare;


2.la formazione di un tappo piastrinico;
3.l’agglutinazione del sangue.
 Lo spasmo vascolare: Quando un vaso sanguigno viene
danneggiato, la muscolatura liscia delle pareti si contrae nello
spasmo vascolare. Le piastrine si accumulano sul sito
danneggiato e rilasciano sostanze che promuovono la
vasocostrizione.
 La formazione di un tappo piastrinico: A contatto con la
porzione danneggiata di un vaso sanguigno, le piastrine
aderiscono alle pareti, liberano fosfolipidi e aderiscono le une
alle altre formando una massa chiamata tappo piastrinico
 L’agglutinazione del sangue: Finché rimane all’interno dei
vasi, il sangue è in forma fluida mentre fuori dall’organismo si
addensa in una sorta di gel detto coagulo consistente.
Consiste in una rete di fibre proteiche insolubili, costituite da
fibrina, in cui gli elementi figurati restano impigliati.
La trombina può essere formata in due modi
1. la via estrinseca: le cellule delle pareti
vascolari danneggiate rilasciano una proteina
(fattore tissutale) nel sangue che viene
convertito in protrombina;
2. la via intrinseca.
COAGULAZIONE DEL SANGUE
Il sangue è mantenuto in forma liquida da una serie di fattori anticoagulanti:
o Endotelio liscio che previene l’aggregazione delle piastrine e produce NO
(fattore antiaggregante) e eparan sulfato
o Eparina: anticoagulante naturale immagazzinato nelle mast cells

La coagulazione avviene in tre stadi:

1.al termine della cascata coagulatoria si attiva la sintesi della protrombina;


2.la protrombinasi converte la protrombina nell’enzima trombina;
3.la trombina converte il fibrinogeno solubile in fibrina insolubile, che forma
i filamenti del coagulo.
La coagulazione è attivata dalla discontinuità
dei vasi o dalla presenza di alterazioni della
parete vasale. I fattori della coagulazione noti
sono XII (etichettati con numeri romani): sono
riassunti nella figura seguente.
I gruppi sanguigni

La superficie del globulo rosso contiene un corredo di


oltre un centinaio di antigeni, chiamati agglutinogeni.
 Sulla base dell’assenza/presenza dei vari antigeni il
sangue è classificabile in diversi gruppi, nel cui ambito si
possono riconoscere due o più differenti tipi.
 I due principali gruppi sanguigni sono:
•AB0

•Rh.
Il gruppo sanguigno AB0 è basato su due antigeni
chiamati A e B.
Ilplasma di solito contiene anche anticorpi o
agglutinine che reagiscono con gli antigeni A e B.

I soggetti i cui globuli rossi presentano l’antigene Rh


sono indicati come Rh+ (Rh positivi) e se ne sono
sprovvisti come Rh- (Rh negativi).

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