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Sistema

cardiovascolare
Apparato
cardiocircolatorio
LE SOSTANZE NUTRITIVE
SEMPLICI E L’OSSIGENO
DEVONO ESSERE
TRASPORTATE E DISTRIBUITE
A TUTTI I TESSUTI E A TUTTE LE
CELLULE, ALLO STESSO
TEMPO I PRODOTTI DI SCARTO
DEVONO ESSERE PRODOTTI
DA OGNI CELLULA ED ESPULSE
DAL CORPO. L’APPARATO
DEDICATO A QUESTA
FUNZIONE È L’APPARATO
CARDIOCIRCOLATORIO
COMPOSTO DAL CUORE DAI
VASI SANGUIGNI E DAL
SANGUE.
CENNI DI ANATOMIA
CUORE
CUORE

Il cuore è un organo muscolare cavo grande poco più di un


pugno si trova al centro della cavità toracica,
nel mediastino anteriore. Ha una forma conica con la base
rivolta in alto a destra e l’apice rivolto in alto a sinistra nel
5° spazio intercostale. E' collocato fra i due polmoni,
subito dietro lo sterno e le coste (formano la gabbia
toracica che protegge gli organi toracici) e davanti alla
colonna vertebrale, separato da essa dall'esofago e
dall'aorta. Ventralmente, invece, si appoggia
al diaframma che separa la cavità toracica da quella
addominale.
FORMA E DIMENSIONI

il cuore ha la forma che ▪ in un adulto pesa sui 250-


ricorda un tronco di 300 grammi,
cono, con asse ▪ dimensioni è 12 cm di
leggermente obliquo: la lunghezza, 9-10 cm di
base maggiore è rivolta larghezza e 6 cm di
verso l'alto, indietro e a spessore.
destra, mentre l'apice Ovviamente tali dati variano
cardiaco è rivolto in leggermente a seconda
basso, in avanti e a dell'età, del sesso e dalla
sinistra. costituzione fisica.
STRUTTURE E TESSUTI

Il cuore è composto da diverse strutture e tessuti:


▪ pericardio: membrana che avvolge il cuore. La parte più esterna è
il pericardio fibroso, mentre la parte più esterna è il pericardio
sieroso. I due foglietti sierosi del pericardio sono separati da uno
spazio virtuale chiamato cavità pericardica e che contiene,
normalmente, poco liquido che serve e ridurre l'attrito
▪ miocardio: è il tessuto muscolare vero e proprio, formato da fibre
muscolari

▪ endocardio: rivestimento interno del cuore, uguale all'endotelio


che ricopre internamente i vasi sanguigni
NOTA BENE

Il cuore è formato da tessuto muscolare cardiaco,


striato, ma involontario MIOCARDIO
(il muscolo scheletrico, invece, è striato e
volontario, mentre il muscolo liscio non è striato,
ma è involontario).
COMPOSIZIONE INTERNA

Il cuore è suddiviso in cuore sinistro e cuore destro.


Ciascuna sezione è suddivisa in un atrio (cavità
superiore) e un ventricolo (cavità inferiore). Atrio e
ventricolo sinistro sono separati dalla valvola
mitralica (due lembi valvolari), mentre atrio e ventricolo
destro sono separati dalla valvola tricuspidale (tre lembi
valvolari). Il setto interatriale separa l'atrio sinistro
dall'atrio destro, mentre il setto interventricolare separa
il ventricolo sinistro dal ventricolo destro. Il ventricolo
sinistro ha una parete muscolare più spessa.
GRANDI VASI

Tutto ciò che esce dal cuore è un'arteria, tutto ciò che vi entra è una
vena.
I grandi vasi del cuore sono costituiti:
▪ aorta (esce dal ventricolo sinistro) 
▪ arteria polmonare o tronco polmonare (esce dal ventricolo destro)
▪ vena cava superiore (entra nell'atrio destro)
▪ vena cava inferiore (entra nell'atrio destro)
▪ vene polmonari (sono 4, due di destra e due di sinistra, entrano
nell'atrio sinistro)
SISTEMA DI CONDUZIONE CARDIACO

Nel miocardio esiste una parte chiamata miocardio specifico che serve a generare


e condurre gli impulsi attraverso i quali il cuore riesce a contrarsi.
Tale sistema è studiato in modo che prima si contraggano gli atri e poi i ventricoli.
Il sistema si compone di:
• nodo senoatriale: si trova nella parte superiore laterale dell'atrio destro, sotto lo sbocco
della vena cava superiore. Da qui parte l'impulso
• vie internodali: tessuto di conduzione che dal nodo senoatriale porta l'impulso al nodo
atrioventricolare
• nodo atrioventricolare: permette sia il ritardo del passaggio del segnale dagli atri ai
ventricoli (in modo da dare il tempo agli atri di riempirsi e svuotarsi prima di far contrarre
i ventricoli), sia impedisce che l'impulso torni indietro dai ventricoli agli atri
• Fascio di His: servono a propagare l'impulso nei ventricoli
• Fibre del Purkinje: parte finale del sistema di conduzione del cuore
Modalità di attivazione elettrica del
cuore
L’attivazione inizia nella parte alta dell’atrio destro (nodo seno atriale detto anche
pace- maker del cuore) che risponde a piccole ma significative variazioni della
concentrazione degli ioni Na+ K+ Ca+ generando un piccolo impulso elettrico.
L’impulso (depolarizzazione) si propaga lungo un tessuto di conduzione specializzato
La direzione dominante è verso sinistra e verso il basso
Dopo il passaggio dell’impulso la concentrazione ionica cellulare ritorna ai livelli
precedenti (ripolarizzazione) e il muscolo si rilascia
L’onda di depolarizzazione raggiunge poi il nodo AV a questo punto abbiamo la
completa contrazione degli atri.
L’impulso procede attraverso il fascio di His
Si propaga attraverso le branche di destra e sinistra e le fibre terminali del Purkinje.
A questo punto abbiamo la completa contrazione dei ventricoli.
Passaggio del sangue attraverso il cuore

Con la contrazione del cuore il sangue viene spinto dall’interno


all’esterno nei vasi sanguigni
Tra un battito e un altro gli atri si riempiono passivamente ricevendo il
sangue dalla vena cava superiore e inferiore e dalla vena polmonare.
Con la contrazione delle cellule muscolari degli atri si ha un aumento
di pressione delle cavità atriali le valvole si aprono e il sangue passa
nei ventricoli.
Si chiudono le valvole atrio ventricolari aumenta la pressione a livello
ventricolare e si aprono le valvole polmonari e aortiche e il sangue
viene spinto dal ventricolo dx alla circolazione polmonare e dal
ventricolo sn nell’ aorta.
Nell’apparato cardiocircolatorio si distinguono:

PICCOLA CIRCOLAZIONE GRANDE CIRCOLAZIONE


▪ Che inizia nel ventricolo destro e ▪ inizia nel ventricolo sinistro dove
porta ai polmoni il sangue il sangue arterioso, ossigenato,
venoso ricco di anidride passa nell’arteria aorta e da qui
carbonica, attraverso l’arteria raggiunge le varie parti del corpo
polmonare. Nei polmoni avviene fino ai capillari dove avvengono
lo scambio e il sangue arterioso gli scambi gassosi e di sostanze
ricco di ossigeno torna all’atrio tra sangue e tessuti. Poi,
sinistro del cuore, attraverso le attraverso le vene cave superiore
vene polmonari. e inferiore, il sangue, ricco di
anidride carbonica, torna
nell’atrio destro del cuore.
Per vasi sanguigni si intende
una fitta rete di arterie
arteriole capillari venule e
vene dove il cuore riversa il
suo contenuto. Con esattezza
VASI
partendo dal cuore il sangue SANGUIGNI
passa attraverso le arterie le
arteriole e i capillari
raggiungendo i tessuti
periferici e poi tramite le
venule e le vene torna al
cuore.
arterie

Sono vasi sanguigni con pareti muscolari spesse e resistenti ed


elastiche adeguate per sopportare la pressione elevata del sangue
proveniente dal cuore.
Il diametro delle arterie può aumentare (vasodilatazione) o ridursi
(Vasocostrizione) rispondendo in questo modo alle necessità dei
singoli tessuti.
Es. atleta che corre ha più necessità di sangue arti inferiori che non
apparato gastrointestinale.
Capillari

▪ Sono sottilissimi vasi sanguigni


▪ Presenti in tutti i tessuti
▪ Dotati di pareti endoteliali permeabili
che permettono il rilascio di ossigeno e
sostanze nutritive e il recupero di
metaboliti e sostanze di scarto.
vene

▪ Dopo essere passato nei capillari il sangue si raccoglie nelle


venule e poi passa nelle vene che diventano man mano sempre
più grandi fino a confluire tutto il sangue nella vena cava superiore
e vena cava inferiore che insieme portano il sangue carico di
anidride carbonica all’atrio destro.
▪ Le vene hanno una minor muscolatura rispetto le arterie quindi le
loro pareti si dilatano con maggior facilità
▪ Il flusso ematico all’interno delle vene è ridotto e se la persona è in
posizione eretta, il flusso ematico deve superare la forza di gravità.
▪ All’interno del lume venoso sono presenti delle valvole
unidirezionali che impediscono il reflusso del sangue venoso.
Perfusione tissutale

▪ Il flusso del sangue attraverso i tessuti viene definito PERFUSIONE


TISSUTALE. I tessuti delle singole cellule ricevono ossigeno
glucosio e vari ioni che passano dal lume capillare alle cellule
tessutali per DIFFUSIONE ossia seguendo il gradiente di
concentrazione (dal più concentrato al meno concentrato).
▪ Sempre secondo gradiente di concentrazione i metaboliti (anidride
carbonica) passa dalle cellule al liquido extracellulare
▪ Nell’estremità venosa dei capillari la pressione idrostatica dei
tessuti spinge parte del liquido a rientrare nei vasi, il rimanente
liquido viene richiamato all’interno dei capillari dalle
macromolecole presenti nel plasma (pressione oncotica)
Perfusione tissutale

La temperatura cutanea è indice di un’adeguata perfusione


tissutale.
Per funzionare adeguatamente alcuni organi vitali devono ricevere
un’adeguata e costante perfusione tissutale:
▪ Il cervello utilizza dei recettori per garantire una perfusione sempre
costante, se la PA aumenta i recettori inducono una
vasocostrizione per proteggere i capillari celebrali da lesioni, se la
PA si riduce drasticamente i recettori fanno vaso dilatare le arterie
celebrali assicurando al cervello un flusso adeguato.
▪ le arterie coronarie che alimentano il tessuto cardiaco sono
perfuse durante la diastole, se la FC è troppo elevata l’intervallo di
tempo potrebbe non essere sufficiente per un’adeguata perfusione
del tessuto cardiaco.
Perfusione tissutale

Il funzionamento dei reni risente molto della perfusione


tissutale.
I reni devono ricevere un flusso di sangue costante
affinché vi sia una filtrazione efficace
È necessaria una pressione arteriosa sistolica uguale o
maggiore a 70mm Hg affinché sia garantita la diuresi
SANGUE

▪ Il sangue trasporta alle cellule le sostanze nutritive indispensabili.


▪ Il sangue è composto da i globuli rossi che trasportano l’ossigeno
tramite l’emoglobina
▪ Il plasma che è la componente liquida del sangue che trasporta
elettroliti glucosio e piccole quantità di minerali.
▪ Affinché il sistema cardiocircolatorio funzioni bene, il volume del
liquido deve essere costante.
Gittata cardiaca

▪ Volume di sangue pompato dal cuore ogni minuto, in un adulto


sano a riposo la GC è pari a 3,5/8 lt minuto e può aumentare se
aumenta il fabbisogno metabolico (attività fisica).
▪ GC è data da FC x GS.
▪ FC quantità di battiti al minuto
▪ GS quantità di sangue che il cuore espelle ogni battito.
▪ Una gittata sistolica pari a 70ml e una FC pari a 72 battiti al
minuto mi danno una GC di 5040 ml minuto questa corrisponde a
una gittata media di un uomo a riposo.
Gittata cardiaca

▪ Una diminuzione del volume della gittata sistolica dovuta ad una


scarsa attività di pompa come si verifica nell’insufficienza cardiaca
o una riduzione del volume di sangue in caso di gravi emorragie
può determinare una riduzione della GC.
▪ Contrariamente un aumento della FC comporta un aumento della
GC.
▪ A volte avvengono meccanismi di compensazione come un
aumento della FC per compensare una riduzione della gittata
sistolica
Frequenza cardiaca e Gittata sistolica

La FC è determinata dal nodo seno atriale che riceve informazioni dal sistema
nervoso autonomo. La componente parasimpatica del sistema nervoso riduce la FC
la componente simpatica l’aumenta.

La GS dipende da 3 fattori:
▪ Il volume di sangue che il cuore può pompare dipende da quanto sangue entra
nel cuore
▪ La GS sistolica dipende dalla forza naturale del muscolo cardiaco ossia dalla sua
contrattilità.
▪ La GS dipende dalla resistenza incontrata dal sangue nel sistema circolatorio. La
principale resistenza dipende dalla misura dei vasi arteriosi e si misura attraverso
la pressione arteriosa, se la PA (la resistenza) è alta la gittata sistolica si riduce.
PRECARICO E POSTCARICO

PRECARICO: In fisiologia il precarico è la lunghezza della fibra


muscolare prima dell'inizio della contrazione. Nel cuore il precarico
cardiaco è rappresentato dal volume del ventricolo alla fine della
diastole. All'aumentare del precarico aumenta lo GS. Se aumenta il
ritorno venoso al cuore quindi aumenta il precarico e di
conseguenza lo GS. Questo meccanismo consente di mantenere
uguali la quantità di sangue che arriva al cuore (il ritorno venoso) e
quella che esce dal cuore.
POSTCARICO: Il postcarico è aumentato in tutte le condizioni che
aumentano la pressione aortica, dalla stenosi della valvola aortica o
dalla dilatazione del ventricolo. L'aumento del postcarico riduce la
GC a parità di precarico e contrattilità.
CONTRATTILITA’

▪ Inotropismo. L'inotropismo è la contrattilità del muscolo cardiaco,


che consente al cuore di modificare la forza generata
indipendentemente dal precarico.
▪ La contrattilità viene anche ridotta dall’ischemia miocardica e
dall’acidosi. Un aumento dell’inotropismo consente di aumentare
lo GS a parità di precarico.
▪ La GS efficace è influenzato anche dalla sincronia della
contrazione ventricolare e dalla presenza di insufficienza di valvole
cardiache.
PARAMETRI VITALI
NOTA BENE LA DIFFERENZA

URGENZA EMERGENZA
(dal latino urgere) viene definita (dal latino emergere) ha assunto,
come una situazione di gravità che per traslato, il significato di
esige decisioni di interventi qualcosa che si distingue per la
improcrastinabili; in ambito sanitario sua eccezionalità. In ambito
si identifica con una condizione sanitario è una condizione di
clinica che richiede rapidi straordinaria gravità, di equilibrio
provvedimenti diagnostici e critico notevolmente
terapeutici perché caratterizzata da
compromesso, con immediato
un grave danno dell’euritmia
biologica e da una rapida evoluzione, pericolo di vita che impone
pur non in imminente pericolo di vita. interventi in tempi estremamente
ristretti.
Parametri vitali

Rappresentano le condizioni Elementi di valutazione obiettiva


generali del soggetto e la
funzionalità dell’organismo. Cambiano in base all’età
Sono: FR, FC (POLSO), PA, TC.
Sono indicatori della funzionalità di
equilibrio/squilibrio dell’omeostasi Sono particolarmente suscettibili
corporea. alle alterazioni fisiologiche
dell’organismo; questo spiega
(OMEOSTASI: tendenza naturale al perché è necessaria una loro
raggiungimento e al valutazione ad intervalli regolari o
mantenimento di uno stato di in una qualunque circostanza si
equilibrio) ritenga appropriata una
valutazione dello stato generale di
salute di un paziente.
Parametri vitali

Alcune condizioni patologiche


psicologiche o ambientali
determinano l’alterazione o l’assenza
di alcuni/ tutti parametri vitali che
diviene pericolosa per la persona.
Quando rilevare i PV

All’ammissione in una struttura sanitaria


Al momento della presa in carico di un paziente
Secondo prescrizione medica
Secondo gli schemi di routine in ospedale o un’altra struttura sanitaria
Prima dopo e durante intervento chirurgico
Prima e dopo trasfusione ematica
Prima e dopo procedura diagnostica invasiva
Prima dopo e durante somministrazione farmaci che influenzano PV
(ossia che hanno effetto sulla funzione cardiocircolatoria, respiratoria o
sul controllo della temperatura)
Quando rilevare i PV

Quando il paziente lamenta sintomi specifici di malessere


(nausea, vomito, vertigini, stanchezza, astenia)
Quando le condizioni fisiche generali del paziente cambiano
(perdita della conoscenza, aumento del dolore)
Prima o dopo interventi infermieristici che influenzano i segni
vitali (deambulazione, mobilizzazione etc)
1 volta al giorno se è stabile
Ogni 5/ 10 minuti se è instabile (emergenza)
Ogni 4 ore se è instabile (urgenza)
Da chi vanno rilevati?

▪ Dall’infermiere
▪ Dal medico
▪ Dal personale di supporto se il pz è
stabile (solo alcuni parametri)
Parametri vitali

Vanno confrontati con i valori normali


standard e con quelli rilevati
precedentemente
Vanno registrati sulla documentazione
sanitaria del paziente.
Parametri vitali valori standard

età Polso/ FC FR TC PA SISTOLICA PA


DIASTOLICA

NEONATO 70-190 30-60 35,6-37,5 60-90 20-60


INFANTE 80-160 30-60 37,4-37,6 74-100 50-70
PRIMI PASSI 80-130 24-40 37,2-37,6 80-112 50-80
ETA’ 80-120 22-34 37-37,2 82-110 50-78
PRESCOLARE

ETA’ SCOLARE 75-110 18-30 36,7-37 84-120 54-80


ADOLESCENTE 60-90 12-20 36,1-37,2 94-120 62-88
ADULTO 60-100 12-20 36,1- 37,2 90-120 60-80
ANZIANO 60-100 12-20 36,1-37,2 90-120 60-80
Numero di atti
respiratori FREQUENZA
compiuti da un RESPIRATORIA
individuo
nell’arco di un FR
minuto
Alterazioni

BRADIPNEA sotto i 12 atti


TACHIPNEA sopra i 20 atti
APNEA assenza di respiro
DISPNEA difficoltà respiratoria
RESPIRO EUPNOICO respiro normale
▪ La frequenza cardiaca ( F.C.) è il numero
di battiti per minuto del cuore
▪ Indice della frequenza cardiaca e del suo
FREQUENZA
ritmo è il polso.
CARDIACA
▪ Il polso è una transitoria dilatazione di
un’arteria a causa della variazione della
sua pressione interna. È quindi un
indicatore dell’attività cardiaca dovuta

POLSO
alla deformazione che le pareti delle
grosse arterie subiscono in concomitanza
del ciclo cardiaco.
La contrazione dei ventricoli
determina l’eiezione del sangue nelle
arterie.
Il sangue che proviene dal ventricolo
POLSO
e afferisce nella aorta causa una
dilatazione della parete della aorta
che prima si espande e poi si
ricontrae creando un’onda pulsante
che si propaga nei vasi sanguigni.
Tale onda costituisce appunto il polso
che può essere percepito come un
battito o un leggero urto nelle sedi in
cui le arterie decorrono adiacenti alle
superfici cutanee
Caratteristiche del polso

Frequenza: si riferisce al numero di pulsazioni al minuto. In un adulto una frequenza


superiore ai 100 bt/ minuto viene definita tachicardia. Una frequenza inferiore ai 60
bt/min viene definita bradicardia
Ritmo: si riferisce alla regolarità con cui si verifica la pulsazione. Esprime il rapporto
esistente tra i singoli battiti del polso:
Regolare: quando l'intervallo tra le singole pulsazioni rimangono costanti (Ritmico)
Irregolare: quando gli intervalli tra le singole pulsazioni non sono costanti (Aritmico)
Qualità È rappresentato dalla forza o ampiezza del polso, cioè dalla forza che l'onda
di pressione del flusso sanguigno esercita contro la parete elastica dell'arteria
Pieno: quando si avverte un onda (pulsazione) forte al di sotto dei polpastrelli che
palpano il polso
Debole: quando si avverte un onda (pulsazione) fievole e ridotta al di sotto dei
polpastrelli che palpano il polso
Fattori che alterano il polso

Età
Dolore
Ansia
Esercizio fisico
Febbre
L’ingestione di bevande contenenti caffeina
Il volume intravascolare
Farmaci
Accertamento del polso: sedi

TEMPORALE: l’arteria temporale decorre in prossimità dell’osso


temporale, sopra e lateralmente l’orecchio ( sito utilizzato nei bambini)
CAROTIDEO: l’arteria carotidea decorre lungo il margine mediale del
muscolo sternocleidomastoideo, nella metà inferiore del collo. Evitare la
parte alta del collo per non stimolare i seni carotidei e causare
conseguente bradicardia (sito utilizzato quando gli altri non sono
apprezzabili in caso di shock o arresto cardiaco).
APICALE: la contrazione del ventricolo sinistro corrisponde al 5° spazio
intercostale lungo la linea emiclaveare sinistra (sito utilizzato nelle
aritmie)
BRACHIALE: l’arteria brachiale decorre fra il solco dei muscoli bicipite e
tricipite, nella parte interna del braccio (sito utilizzato per rilevare la PA o
per accertare la circolazione dell’avambraccio.
Accertamento del polso: sedi

RADIALE: l’arteria radiale decorre in prossimità dell’articolazione del polso dal lato
del pollice (sito comunemente utilizzato in ambito clinico per rilevare il polso
periferico o accertare la circolazione della mano)
FEMORALE: l’arteria femorale decorre subito sotto il legamento inguinale, a metà
tra la spina iliaca antero-superiore e la sinfisi pubica, è necessaria una palpazione
profonda (sito utilizzato per rilevare il polso periferico in caso di shock o per
accertare la circolazione dell’arto inferiore)
POPLITEO: l’arteria poplitea decorre dietro il ginocchio nella fossa poplitea (sito
utilizzato per accertare la circolazione della gamba)
DORSALE PEDIDEO: l’arteria pedidia dorsale decorre sul dorso del piede al lato del
tendine estensivo dell’alluce (sito utilizzato per accertare la circolazione del piede.
TIBIALE POSTERIORE: l’arteria tibiale posteriore decorre nel lato interno della
caviglia al di sotto del malleolo posteriore (sito utilizzato per accertare la
circolazione del piede).
Come si rileva il polso

▪ Stetoscopio:
quando è
necessario rilevare
il polso apicale
questo deve essere
dotato di campana
e di diaframma.
Come si rileva il polso

Doppler: i polsi che


non si rilevano con la
palpazione devono
essere accertati con
un doppler ad
ultrasuoni
Come si rileva il polso

Palpazione: consiste nella


palpazione e quindi rilevazione del
polso con tre dita generalmente
l’indice il medio e l’anulare
esercitando una moderata
pressione sulla sede di rilevazione.
Il numero delle pulsazioni viene
contato per 15, 30, o 60 secondi.
A seconda se il polso è ritmico o
aritmico. Il battito iniziale viene
contato come zero. Come
strumento si utilizza un orologio
dotato di lancette dei secondi
È la forza che il sangue esercita contro la
parete dei vasi.
La pressione arteriosa misurata durante la
contrazione ventricolare (sistolica cardiaca) PRESSIONE
viene definita pressione sistolica.
La pressione arteriosa misurata durante il
ARTERIOSA
rilassamento dei ventricoli (diastole
cardiaca) viene definita pressione
diastolica. PA
La differenza matematica tra la pressione
sistolica e diastolica è definita pressione
differenziale
La PA è il risultato del prodotto del flusso di
sangue dato dalla contrazione cardiaca e la
resistenza dei vasi al flusso stesso.
Fattori che influenzano la PA

▪ Età: con l’aumentare dell’età avremmo un aumento delle


resistenze vascolari sistemiche causate da un restringimento
dell’arterie e una ridotta elasticità dei vasi causata dalla malattia
aterosclerotica.
▪ Sistema nervoso autonomo: fattori come dolore, ansia, paura,
fumo, influenzano l’attività del sistema nervoso simpatico
determinando un aumento dei valori pressori.
▪ Volume circolante: Una diminuzione del volume circolante per
perdita dei liquidi in generale (diarrea profusa, vomito, emorragia)
o per un insufficiente apporto di liquidi orali porta ipotensione.
Contrariamente un eccesso di liquidi per insufficienza cardiaca
congestizia o per un’insufficienza renale porta a ipertensione
Fattori che influenzano la PA

▪ Farmaci: tanti farmaci modificano la PA. es diuretici riducono il


liquido circolante e abbassano la PA, farmaci che agiscono sul
cuore e riducono la frequenza e la contrattilità del cuore. Gli
antidolorifici riducono la PA.
▪ Fluttuazioni normali: la pressione arteriosa varia di minuto in
minuto in risposta a una varietà di stimoli esterni, ad esempio la
temperatura ambientale causa dilatazione dei vasi sanguigni
superficiali, diminuendo le resistenze abbassando la PA.
Come si rileva la PA

▪ Può essere misurata in maniera cruenta/invasiva o in maniera a-


cruenta /non invasiva.
▪ La misurazione invasiva, ti offre una lettura continua della
pressione arteriosa però viene usata solo in terapia intensiva o
durante interventi chirurgici molto lunghi dove è necessario un
monitoraggio continuo della PA.
▪ La PA viene di solito rilevata attraverso la modalità non invasiva
con un manicotto gonfiabile che chiude temporaneamente il
flusso ematico arterioso di un arto, quando il manicotto si sgonfia
e riprende il flusso ematico si può determinare la PA attraverso
l’auscultazione la palpazione e l’oscillazione.
Sedi di misurazione

▪ La PA generalmente si misura in un braccio con un bracciale avvolto nella


parte superiore dell’arto e il flusso viene auscultato o palpato a livello
dell’arteria brachiale. La PA viene rilevata attraverso l’auscultazione o la
palpazione della arteria radiale nel polso con un bracciale di dimensioni
appropriate posizionato nell’avambraccio. Evitare gli arti dove sono
posizionati accessi venosi o peggio fistole arterovenose per emodialisi o un
catetere venoso centrale inserito perifericamente oppure evitare di misurare
la PA nell’arto omolaterale di una pz che ha subito una mastectomia
radicale.
▪ Il manicotto può essere avvolto intorno la coscia o sopra la caviglia
▪ Sopra la coscia fare attenzione alle dimensioni del bracciale l’auscultazione
avviene a livello del cavo popliteo, mentre a livello della caviglia il polso può
essere sentito palpando il polso tibiale posteriore o pedideo.
Materiale occorrente

▪ Sfigmomanometro che è formato da una struttura gonfiabile


(polmone)chiusa in un bracciale o manicotto non estendibile, il
bracciale è connesso a un meccanismo d’insufflazione che
consiste in un bulbo (o pera) una vite che funge da valvola di
sfiatamento e un manometro.
▪ I manometri possono essere o a mercurio o aneroidi
Materiale occorrente

I manometri aneroidi:
Posseggono una scala
contrassegnata da incrementi
2mmHg. La pressione trasmessa
dal bracciale causa la dilatazione
della capsula metallica posta
all’interno del manometro che
produce lo spostamento dell’ago
indicatore.
I manometri aneroidi richiedono
una taratura annuale
Materiale occorrente

Il manometro a mercurio:
Consiste in un tubo di vetro
verticale con riferimenti intervallati
a 2 mm. La pressione del bracciale
è trasmessa all’interno del tubo nel
manometro e spinge il mercurio a
salire all’interno del tubo. La
pressione letta è determinata dal
punto superiore della superfice
curva del mercurio
Materiale occorrente

Stetoscopio:
Munito di auricolari adattabili al
canale uditivo, un tubo con parete
sottile lungo almeno 30cm e
dotato di una campana e un
diaframma.
Materiale occorrente

▪ Gli strumenti elttronici


determinano la pressione
arteriosa analizzando il suono del
flusso sanguigno o misurando le
oscillazioni. Possono essere
regolati per rilevare valori
pressori a intervalli regolari i dati
ottenuti sono registrati nella
macchina e volendo recuperati
Tecniche di rilevazione
SUONI DI KOROTKOFF:
ASCULTAZIONE:
FASE 1: suoni di colpi chiari che all’inizio
È il metodo più comunemente sono deboli, poi gradualmente
aumentano d’intensità PRESSIONE
usato , utilizzando lo stetoscopio si SISTOLICA
ascoltano i suoni di Korotkoff.
FASE 2: suoni che hanno le
La pressione sistolica (massima), caratteristiche di un sibilo
corrisponde al primo suono, che
FASE 3: suoni più intensi, marcati da
deve essere chiaro ed udibile. crepitii
FASE 4: suoni soffocati caratterizzati da
soffi PD NEI BAMBINI
FASE 5: assenza di suoni PD NEGLI
ADULTI.
Tecniche di rilevazione

METODO PALPATORIO:
è usato quando i suoni di Korotkoff non sono udibili ma si
percepiscono le pulsazioni dell’arteria brachiale o radiale.
Viene applicato il bracciale e gonfiato, quindi si palpa l’arteria
brachiale o radiale durante lo sgonfiaggio del bracciale. La PS è il
punto in cui si ricomincia a percepire il polso. La PD è più difficile da
determinare ed è indicata da un colpo secco o da una vibrazione
palpabile.
La PA rilevata col la tecnica della palpazione viene registrata come
una frazione dove al numeratore è indicata il valore sistolico e al
numeratore la lettera «P». (Es 120/P.)
Procedura di rilevazione PA

▪ Porre la persona in posizione


supina o seduta;
▪ Liberare il braccio da indumenti
che ostacolano il flusso
sanguigno;
▪ Avvolgere il bracciale intorno
all’arto, alcuni cm al di sopra
della piega del gomito;
▪ Porre lo stetoscopio a tale
altezza;
Procedura di rilevazione PA

▪ Chiudere la valvola dello strumento ed insufflare aria, sino a


quando la pressione pneumatica supererà quella esercitata dal
sangue nell’arteria, non percependo più il polso arterioso,
▪ Aprire quindi la suddetta valvola e far defluire lentamente aria;
▪ Il primo battito che si udirà verrà trascritta come PS , l’ultimo
come PD
Fare attenzione alle dimensioni del
bracciale
▪ L’impiego di bracciali di dimensioni inappropriate costituisce una
delle più comuni cause d’errore nella misurazione della PA.
▪ Lunghezza della camera d’aria del bracciale= 80% della
circonferenza del braccio
▪ Larghezza del bracciale=40% circonferenza del braccio
▪ Il bracciale deve avere una circonferenza superiore a quella del
braccio.
Alterazioni

IPERTENSIONE IPOTENSIONE
Si definisce ipertensione arteriosa L’ipotensione è un livello di
la condizione in cui la P.A. è pressione sanguigna sotto il valore
cronicamente più alta del normale. usuale dell’individuo (100/60
120/80 e 139/89 mmHg viene mmHg)
considerata pre-ipertensione.
Soggetti con valori pari o superiori
a 140/90 mmHg dovrebbero
essere valutati per l’ ipertensione
arteriosa
▪ FUMO DI SIGARETTA
▪ IPERTENSIONE ARTERIOSA
▪ ALIMENTAZIONE
▪ SEDENTARIETA’ FATTORI CHE
▪ DIABETE INFLUISCONO SULLE
FUNZIONI
▪ OBESITA’ CARDIOVASCOLARI
▪ STORIA FAMILIARE E
SANITARIA
▪ FARMACI E USO DI DROGHE
▪ STRESS
Fumo di sigaretta

▪ Il numero di decessi per malattie cardiovascolari dovuti al fumo


supera il numero di decessi dovuto ai tumori polmonari.
▪ Il fumo aumenta la FC la PA causa vasocostrizione arteriolare e
può causare irregolarità nel ritmo.
▪ Limita la capacità del sangue di trasportare ossigeno perchè il
monossido di carbonio spiazza l’ossigeno dal legame con
l’emoglobina.
▪ Per chi smette di fumare il rischio di malattie cardiovascolari si
riduce notevolmente.
Ipertensione Arterioa

▪ Pre-ipertensione arteriosa: da 130/139 PS, 80/89 PD


▪ Ipertensione 1° stadio: PS 140/159, PD 90/99 mmHg
▪ 2° stadio: PS> 160 e PD>100 mmHg
▪ Può derivare da variazione d’escrezione renale del sodio, oppure, da
variazioni della contrattilità della muscolatura liscia delle arterie
dovuta alla variazione dell’assorbimento di calcio
▪ Maggiormente interessati uomini, precedenti famigliari, anziani, chi
vive in città, chi assume dieta ricca di sale, chi consuma troppi alcolici
▪ Ipertensione può essere sia una manifestazione del problema sia una
causa di ulteriori problemi.
Alimentazione

▪ Dieta ricca di sale può portare un aumento del volume ematico e


della GC portando ad una ipertensione e ad uno scompenso
cardiaco.
▪ Il colesterolo è il principale componente della placca
aterosclerotica in particolare elevati livelli di LDL portano allo
sviluppo di vasculopatie periferiche ipertensione e infarto del
miocardio.
Sedentarietà

L’aumento dell’attività fisica porta una


riduzione della FC della Pa a riposo,
favorisce il calo ponderale e aumenta i
livelli di HDL che a sua volta riduce i
livelli dei trigliceridi. Inoltre migliorando il
flusso si evita la formazione di trombi
perché si riduce l’aggregazione
piastrinica.
Diabete

Spesso i soggetti con diabete


presentano anche ipercolesterolemia
e obesità, il tutto aumenta
ulteriormente il rischio di patologie
cardiovascolare.
Obesità

il cuore dei soggetti obesi lavora


di più per poter soddisfare le
esigenze metaboliche di tutti i
tessuti.
Storia familiare

Alcuni fattori genetici svolgono un ruolo


determinante per alcune patologie.
Rientra tra i fattori di rischio non
modificabili.
Farmaci

▪ Alcuni farmaci influiscono sulla GC sulla FC o sulla PA:


▪ Farmaci per l’asma aumentano la FC e la PA
▪ I diuretici riducono il volume e alterano il bilancio idroelettrolitico e
causare aritmie
▪ Le pillole anticoncezionali aumentano il rischio di trombosi
▪ efedrina presente i alcuni ritrovati per dimagrire può causare
aritmie
▪ Caffè alcolici aumentano la FC e la PA
Uso di Droghe

▪ L’uso di droghe può portare gravi problemi cardiaci:


▪ cocaina porta l’arresto cardiaco perché aumenta il fabbisogno di
ossigeno nei tessuti riducendo la distribuzione al miocardio.
▪ L’uso di eroina o morfina può portare ipotensione arteriosa arresto
respiratorio ed edema polmonare.
▪ Tutte le droghe che si iniettano per vie endovenosa possono
portare infezioni batteriche che possono dare flebiti e possono
portare a endocarditi.
▪ Variazioni dei PV
▪ Variazioni della cute Manifestazioni di
▪ Riduzione della gittata alterazione delle
cardiaca funzioni
cardiovascolare
▪ Alterazioni del flusso
ematico
▪ Riduzione della
perfusione tissutale
Variazione dei Parametri vitali

▪ PA può variare in relazione al volume circolante e alla gittata,


l’ipotensione può indicare una riduzione della GC una riduzione del
volume circolante o un aumento del ristagno venoso.
▪ Assenza di polsi può indicare shock, ACC, oppure un occlusione del
vaso.
▪ FC questa aumenta in risposta dell’aumento della richiesta di
ossigeno. Una tachicardia a riposo può indicare febbre, dolore, ansia.
Un aumento della FC a seguito di una blanda attività può indicare una
ridotta GC e quindi una intolleranza all’attività. Al contrario il mancato
aumento della FC durante un eccessivo sforzo fisico indica che il cuore
non è in grado di rispondere alle richieste eccessive dell’organismo.
▪ Dispnea anche con modesta attività fisica. Vedi scala
variazione della cute

Il colore cutaneo è indice di adeguata ossigenazione e adeguata perfusione


tissutale.
La vasocostrizione periferica induce un pallore cutaneo a volte a marezzature.
La febbre può portare un colorito rossastro.
Quando l’emoglobina non trasporta un adeguato livello di ossigeno si può
osservare una cianosi colorito bluastro della pelle, la cianosi può essere
periferica (nelle dita delle mani o dei piedi) o centrale si può osservare nelle
labbra nei tessuti del cavo orale e indica una grave ipossigenazione.
La cute ipoperfusa è fredda, si ha la perdita di peli la cute è lucida e disidratata
I soggetti con cardiopatie possono sviluppare le dita a bacchetta di tamburo
Si possono sviluppare lesioni da pressione per ipoperfusione.
Riduzione della GC

▪ DANNO MUSCOLARE se il flusso ematico si riduce si può andare incontro ad una


sofferenza dei tessuti necrosi IMA. Dopo un IMA il tessuto vitale cardiaco è
sostituito con tessuto cicatriziale fibrotico. Il muscolo può essere danneggiato
quando viene sottoposto ad uno sforzo eccessivo per un periodo di tempo lungo
(sfiancamento dei tessuti muscolari).
▪ DISFUNZIONE VALVOLARE le valvole cardiache dovrebbero aprirsi e chiudersi
correttamente se ciò non avviene si va in contro a un reflusso ematico che causa
una riduzione della gittata sistolica e quindi cardiaca e col tempo uno
scompenso cardiaco.
▪ PROBLEMI DI CONDUZIONE se il sistema di conduzione è danneggiato l’impulso
elettrico non si propaga correttamente e gli atri e i ventricoli non si contraggono
correttamente, ossia si contraggono in modo scoordinato causando delle aritmie
che possono essere lievi o gravissime. Le aritmie posso derivare da danni sul
muscolo cardiaco, danni al sistema di conduzione, riduzione di flusso, ipossia,
alterazione di elettroliti a livello plasmatico.
Alterazione del flusso ematico

La perfusione tissutale e la GC possono subire variazioni da


alterazioni che riguardano il sangue e i vasi sanguigni:
Alterazione del sangue:
▪ Variazioni volume ematico shock o scompenso
▪ Variazione viscosità del sangue
▪ Riduzione globuli rossi
▪ Variazione della concentrazione degli elettroliti a livello plasmatico
Alterazioni del flusso ematico

ARTERIOPATIE:
▪ Aterosclerosi ossia il restringimento del lume delle arterie dovuto
alla formazione di placche costituite principalmente da lipidi, tale
fenomeno causa la rigidità delle pareti dei vasi e talvolta
l’ostruzione completa con conseguente necrosi tessutale (ictus
ima)
▪ Aneurisma dell’aorta è una dilatazione del vaso associata ad un
indebolimento della parete muscolare del vaso stesso, il rischio
maggiore è che l’aneurisma possa rompersi con una percentuale
di mortalità altissima.
Alterazioni del flusso ematico

DISFUNZIONE DEI CAPILLARI:


L’aumento del volume circolante può aumentare la pressione all’interno
del lume vascolare e quindi aumentare la permeabilità a livello dei
capillari facilitando la fuoriuscita di liquido e le arterie nel tessuto
interstiziale e causando edemi. L’eccessiva permeabilità dei capillari
può essere dovuta da infiammazioni da presenza di tossine o da eventi
traumatici oppure da una carenza di proteine plasmatiche che
richiamano i liquidi all’interno del vaso (pressione oncotica).
I tessuti tumefatti dall’edema possono ulteriormente comprimere i
capillari e le arterie, e causare ischemia dei tessuti.
L’edema infine può causare dolore perché comprime le terminazioni
nervose.
Alterazioni del flusso ematico

DISFUNZIONE VENOSA :
▪ Insufficienza valvolare venosa dovuta da un trauma o una
infiammazione (flebite).
▪ La posizione ferma in piedi per molte ore non aiuta il ritorno
venoso del sangue che deve vincere la forza di gravità, le pareti del
vaso cominciano a cedere a dilatarsi e sopraggiungono le
varicosità.
▪ L’aumento del ristagno venoso riduce la quantità di sangue che
raggiunge il cuore, riduce la GS e quindi il cuore per ottenere la
stessa GC deve aumentare la FC.
Riduzione della perfusione tissutale

DOLORE :
ANGINA
isch •Ridotto apporto tissutale
•Trombo che occlude il
CLAUDICATIO
emia
vaso

INTERMITTENS
Riduzione perfusione tissutale

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Lievi •Nessuna restrizione
nelle attività di vita
IMPATTO SULLE
ATTIVITA’ DI VITA
danni quotidiana
QUOTIDIANA

ADL
Gravi •ADL gravemente limitata
•Maggior carico
assistenziale per i

danni familiari
Un accertamento completo e
sistematico risulta sicuramente
più facile nei pazienti con
patologie cronice o comunque
stabili.se il paziente è affetto da
patologia acuta (dolore toracico ACCERTAMENTO
di nuova insorgenza, grave
dispnea o perdita di coscienza
l’accertamento deve essere fatto
in maniera rapidissima e seguito
da nuove rivalutazioni.
DATI SOGGETTIVI

IDENTIFICAZIONE DEL MODELLO FUNZIONALE :


▪ Ottenere informazioni sulla funzionalità cardiovascolare valutando
tolleranza all’attività fisica.
▪ Capacità di svolgere ADL senza alcuna restrizione è un indice di
buona salute cardiovascolare
▪ Presenza o meno di dolore a riposo o durante minima attività
fisica.
dati soggettivi

IDENTIFICARE I FATTORI DI RISCHIO


L’infermiere attraverso l’intervista sarà in grado di ottenere informazioni
riguardo:
▪ Eventuali problemi cardiovascolari passati (ima ictus) e eventuali deficit
funzionali da essi derivati.
▪ Fumo
▪ Abitudini alimentari
▪ Stile di vita (sedentaria, pratica attività sportiva)
▪ Farmaci
▪ Abuso di droga e alcool
Dati soggettivi

IDENTIFICAZIONE DEI PROBLEMI


L’infermiere attraverso il colloquio individua il motivo per cui il paziente pensa di necessitare
cure sanitarie.
Nella maggior parte dei casi è il DOLORE che spinge l’assistito a cercare assistenza.
Accertarsi:
▪ Che tipo di dolore?
▪ Dove si estende?
▪ da quanto è iniziato?
▪ che intensità ha?
▪ Cosa stava facendo quando è iniziato?
▪ Qualcosa fa aumentare o diminuire il dolore?
▪ Il dolore è accompagnato da altri sintomi?
Dati soggettivi

IDENTIFICAZIONE DEI PROBLEMI:


Oltre il dolore valutare la presenza di altri
sintomi: dispepsia, nausea, senso di
oppressione toracico, intorpidimento o
parestesia di uno o entrambi arti superiori.
DATI OBIETTIVI

ACCERTAMENTO FISICO:
Ispezione: aspetto generale del paziente per valutare eventuali deficit di perfusione generale.
1. Parlare con il paziente per valutare stato di coscienza indice perfusione celebrale
(disorientato, parla con lentezza, apatico, confuso, inquieto, ansioso).
2. Valutare presenza di cianosi periferica o centrale
3. Valutare presenza di rossori, lividi
4. Valutare presenza edemi
5. Valuta aspetto arti inferiori (presenza o meno di peli, pelle lucida disidratata.
6. Presenza di varici arti inferiori o ulcere o lesioni da pressione
7. Unghie inspessite e dita a bacchetta di tamburo.
8. Valutare l’aspetto delle giugulari se sono turgide indica che la parte destra del cuore
funziona adeguatamente.
Dati obiettivi

ACCERTAMENTO FISICO
Palpazione:
1. Tessuti periferici per valutare se la pelle è fredda
2. Palpa il polso e si accerta della presenza, della frequenza, ritmo,
ampiezza.
3. Il tempo di riempimento capillare (sull’unghia) che fornisce
indicazioni sulla perfusione periferica dei tessuti e sulla GC.
4. Palpazione permette di individuare eventuali edemi e di
classificarli secondo una scala.
Descrizione dell’edema

TIPI DI EDEMI DESCRIZIONI


Edema con fovea 1+ Lieve avvallamento 2mm, contorno
normale,
Aumento del volume di liquido interstiziale
del 30% rispetto il volume normale
Edema con fovea 2+ Avvallamento più profondo (4mm) più
duraturo del grado 1
Edema con fovea 3+ Avvallamento ancora più profondo (6 mm)
Che persiste per alcuni secondi dopo la
compressione. Gonfiore cutaneo evidente
Edema con fovea 4+ Avvallamento profondo 8mm può persistere
alcuni minuti dopo la compressione, franco
gonfiore.
Edema indurito senza fovea Assenza di avvallamento tessuto risulta
compatto lucido e duro alla palpazione.
Dati obiettivi

Ascultazione:
Attraverso l’utilizzo dello stetoscopio si rileva il polso Apicale e la PA
si identificano i toni cardiaci normali generati dall’apertura e
chiusura delle valvole cardiache e la presenza di eventuali soffi,
schiocchi e ritmo di galoppo.
Infine si valuta l’eventuale ipotensione e ipertensione.
Dati obiettivi

▪ ESAMI DI LABORATORIO:
▪ Emocromo: hb, globuli bianchi, piastrine e sulla velocità di
sedimentazione.
▪ Enzimi cardiaci: proteine liberate dalle cellule cardiache a seguito di
un danno tessutale (troponina mioglobina CK MB)
▪ Azotemia creatinina indici di funzionalità renale (perfusione renale)
▪ Concentrazione elettroliti plasmatici (Na K Ca Mg) responsabili di
aritmie
▪ Profilo lipidico
▪ Ega
Dati obiettivi

PROCEDURE DIAGNOSTICHE:
▪ Radiografia del torace: stabilisce le dimensioni e la forma del cuore, la
presenza di edema polmonare, viene utilizzata per valutare la giusta posizione
di accessi vascolari periferici.
▪ ECG indica l’attività elettrica del cuore a riposo può essere ad una sola
derivazione (utilizzato come monitoraggio dei pz in TI oppure a 12 derivazioni
necessario per valutare l’attività elettrica del cuore. L’ECG può rilevare un danno
miocardico, un’ ischemia cardiaca, aritmie, anomalie di posizione o di
dimensioni del cuore.
▪ ECG da sforzo alcune anomalie cardiache vengono rilevate solo durante
l’attività fisica quando i tessuti richiedono un maggior apporto di sangue.
L’esame dura circa 15 min lo sforzo ha un intensità crescente il paziente è
monitorizzato continuamente. Si interrompe se si manifesta dolore dispnea
eccessiva.
Dati obiettivi

ESAMI STRUMENTALI:
▪ Ecocardiografia: determina lo spessore, la struttura del muscolo, delle
valvole cardiache, le dimensioni delle camere cardiache, i movimenti e
la presenza o meno di liquido intorno al cuore.
▪ Cateterismi: sono dei cateteri vascolari inseriti per via percutanea ,
partendo da una vena di grosso calibro si raggiunge il cuore, servono a
valutare la GS o la PVC utilizzati maggiormente nei reparti di area critica
servono anche per l’infusione di liquidi.
▪ Angiografia: cateterismo cardiaco che visualizza le arterie coronarie e le
eventuali stenosi si basa su l’utilizzo di un contrasto radiopaco
▪ Elettrofiologia: studia le aritmie provenienti da problemi di conduzione
elettrica.
DIAGNOSI
INFERMIERISTICHE
▪ DEFINIZIONE: Enunciazione
Descrive la condizione o il rischio elevato che il
sangue pompato dal cuore è inadeguato a diagnostica :
soddisfare il fabbisogno metabolico
dell’organismo.
▪ CARATTERISTICHE DEFINENTI:
RIDUZIONE
alterazioni della FC e del ritmo, alterazioni del
precarico e del postcarico. alterazioni della
contrattilità cardiaca, alterazioni della GS
DELLA
alterazioni comportamentali ed emotive
GITTATA
▪ FATTORI CORRELATI:
Ipertensione cardiaca, storia pregressa di
CARDIACA
cardiopatia e vasculopatia, fumo,
ipercolesterolemia, diabete, età avanzata, sesso
maschile, diabete, stile di vita sedentario, stress,
obesità, aumento del carico del lavoro cardiaco,
aumento del volume dei liquidi.
NOC
▪ PARAMETRI VITALI: valori di
temperatura, polso, respirazione, PA
entro livelli attesi per un individuo.
▪ PERFUSIONE TISSUTALE: CARDIACA,
POLMONARE, CELEBRALE, CELLULARE
PERIFERICA.
INDICATORI DI RISULTATO
DIMOSTRA FUNZIONALITA’ CIRCOLATORIA : come è evidenziato dai seguenti indicatori:
▪ PA sistolica e Diastolica
▪ Forza polso carotideo dx e sn
▪ Forza dei polsi periferici dx e sn
DIMOSTRA FUNZIONALITA’ CIRCOLATORIA: come viene evidenziato dai seguenti indicatori
 Claudicatio intermittente
 Distensione della giugulare
 Edema periferico
 Angina
 Compromissioni delle capacità cognitive
 Ulcerazioni degli arti inferiori
INDICATORI DI RISULTATO
▪ Ha un normale colorito cutaneo
▪ Dimostra un aumento della tolleranza alla attività senza dispnea,
dolore toracico o sincope
▪ Riconosce segni e sintomi da notificare al personale sanitario per
il peggioramento delle condizioni
NIC
▪ MONITORAGGIO DEI PARAMETRI VITALI: sistematica rilevazione,
osservazione, analisi, verifica e valutazione di dati relativi alla
funzione cardiovascolare e respiratoria e alla temperatura
corporea per identificare e prevenire le complicanze.
▪ MONITORAGGIO NEUROLOGICO: sistematica rilevazione,
osservazione, analisi, verifica e valutazione dei dati dell’assistito al
fine di prevenire o ridurre al minimo le complicanze neurologiche.
▪ MONITORAGGIO DEGLI ARTI INFERIORI: sistematica rilevazione,
osservazione, analisi, verifica e valutazione dei dati dell’assistito,
per classificare i fattori di rischio e prevenire le lesioni degli arti
inferiori.
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

VALUTAZIONE MIRATA E CONTINUA:


▪ P.A., presenza di cianosi, lo stato respiratorio, lo stato mentale.
▪ Valutare la presenza di segni di sovraccarico di liquidi, (edemi
declivi aumento di peso)
▪ Valutare la tolleranza all’attività osservando il sopraggiungere di
dolore, palpitazione, vertigini
▪ Valutare la compromissione delle funzioni cognitive
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

VALUTAZIONE MIRATA E CONTINUA:


Monitorare i polsi periferici, il riempimento capillare, la TC il colorito
degli arti.
Monitorare il peso corporeo della persona, la diuresi, le entrate e le
uscite.
Valutare i suoni polmonare la presenza di crepitii o altri suoni
avventizi
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

ATTIVITA’ DI EDUCAZIONE ALL’ASSISTITO E ALLA FAMIGLIA:


Educare e mantenere un accurato bilancio idrico
Insegnare l’uso, la dose, la frequenza di assunzione dei farmaci
prescritti e eventuali effetti collaterali.
Insegnare a riferire e descrivere le palpitazioni e gli attacchi di
dolore, la loro durata, i fattori scatenanti, la sede la qualità e
l’intensità
Educare l’assistito e la sua famiglia sulle restrizioni dietetiche e
sull’uso di apparecchiature terapeutiche.
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

ALTRE ATTIVITA’:
Portare l’assistito in posizione trendelemburg, quando si ha una
grave ipotensione.
Girare l’assistito ogni 2 ore per ridurre la stasi della circolazione
periferica
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

PREVENZIONE DELLA STASI VENOSA:

▪ EVITARE INDUMENTI COSTRITTIVI


▪ FARE ATTENZIONE APPARECCHI GESSATI O FASCIATURE (valutare
riempimento capillare dell’unghia, temperatura e colore di mani o
piedi ingessati)
▪ EVITARE DI ACCAVALLARE LE GAMBE (per evitare la compressione
venosa)
▪ NON RIMANERE SEDUTA PER LUNGHI PERIODI (fare attenzione ai
lunghi viaggi in aereo)
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

PREVENZIONE DELLA STASI VENOSA:


NEI SOGGETTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTO CHIRURGICO:
Piccoli esercizi per gli arti inferiori da praticare nei periodi
d’immobilizzazione al letto per prevenire le complicanze circolatorie post
operatorie.
Applicare le calze elastiche antiemboliche che hanno livelli di compressione
diversa nelle varie porzioni anatomiche dell’arto inferiore (compressione
continua)
Utilizzare i presidi per la compressione pneumatica intermittente (manicotti
collegati a un compressore)
Utilizzo profilassi anticoagulante per tutti quei pazienti sottoposti a
interventi chirurgici, pz con anamnesi di ictus o IMA pz con TVP pz con FA
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

RIDUZIONE DEGLI EDEMI:


▪ ELEVARE GLI ARTI. La gravità favorisce il ritorno venoso, si riduce
in questo modo la pressione venosa e si riduce la fuoriuscita di
liquido dal vaso favorendo così il riassorbimento del liquido nello
spazio interstiziale.
▪ EDUCARE AD UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE. Limitare il
consumo di grassi e ridurre l’apporto di sale.
▪ DEFINIZIONE:
Descrive uno stato in cui l’energia fisica o
Enunciazione
psicologica non è sufficiente per continuare o
completare le attività quotidiane necessarie o diagnostica
desiderate.
▪ CARATTERISTICHE DEFINENTI:
Riferito senso di fatica o debolezza da parte INTOLLERANZA
dell’assistito, alterazione della FC e/o della PA a
seguito di attività, malessere o dispnea dopo ALL’ATTIVITA’
sforzo, modificazioni sull’ecg che indicano
ischemia o aritmia.
▪ FATTORI CORRELATI:
Allettamento o immobilità, debolezza
generalizzata, squilibrio tra apporto e richiesta di
O2, mancanza di allenamento fisico, stile di vita
sedentario, presenza di problemi respiratori o
circolatori.
NOC

▪ Conservazione dell’energia: azioni personali per gestire l’energia


necessaria a intraprendere e proseguire una determinata attività.
▪ Cura di sé: attività di vita quotidiane (ADL)
▪ Cura di sé: attività di vita quotidiana strumentali (IADL)
▪ Resistenza: capacità di sostenere nel tempo un’ attività.
▪ Tolleranza all’attività: risposte ai movimenti corporei ( che
richiedono dispendio di energia) nello svolgimento delle attività di
vita quotidiana necessaria o desiderata.
INDICATORI DI RISULTATO

▪ È in grado di svolgere attività abituali dimostrabili con la scala


ADL IADL conservando energia e mantenendo una certa resistenza
▪ Dimostra tolleranza all’attività come dimostrato dai seguenti
indicatori: saturazione dell’ossigeno durante l’attività, fr durante
l’attività, capacità di parlare durante l’attività.
▪ Dimostra conservazione dell’energia: riconosce le limitazioni
imposte dall’energia, bilancia le attività con il riposo, organizza le
attività in modo da conservare l’energia.
INDICATORI DI RISULTATO

▪ Identifica le attività le situazioni che producono ansia che


potrebbero contribuire all’intolleranza all’attività
▪ Svolge l’attività fisica necessaria con un appropriato aumento
della fc, della fr, e della PA e mantiene parametri entro limiti
normali
▪ Comunica di aver compreso il bisogno di ossigeno di medicinali o
mezzi che potrebbero aumentare la tolleranza all’attività
▪ Svolge la attività di vita quotidiana con un assistenza ( per es
andare in bagno con un aiuto per la deambulazione)
NIC

 ASSISTENZA CARDIACA :RIABILITAZIONE


 ASSISTENZA ALLA CURA DI SE’: assistere la persona nello svolgere le
attività di vita quotidiana(ADL)
 ASSISTENZA NELLA CURA DI SE’: attività strumentali di vita
quotidiana (IADL)
 ESERCIZIO FISICO TERAPEUTICO: mobilità articolare
 GESTIONE DELL’AMBIENTE: sistemazione dell’ambiente che circonda
il malato in vista di benefici terapeutici e benessere psicologico
 GESTIONE L’ENERGIA: regolare l’utilizzo dell’energia per trattare o
prevenire la fatique
NIC

▪ MIGLIORAMENTO DEL SONNO


▪ PROMOZIONE ATTIVITA’ FISICA : programmare un regolare
esercizio muscolare per mantenere o migliorare la forza dei
muscoli
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

VALUTAZIONE MIRATA E CONTINUA:


▪ Valutare se il soggetto è in grado di muoversi nel letto, mantenere
la postura eretta, deambulare, svolgere le attività di ADL o IADL.
▪ Valutare la motivazione e l’impegno di aumentare le attività
▪ Monitorare la risposta cardiocircolatoria alle attività
▪ Monitorare il modello del sonno dell’assistito
▪ Monitorare le entrate nutrizionali per garantire le adeguate risorse
energetiche.
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

ATTIVITA’ DI EDUCAZIONE DELL’ASSISTITO:


▪ Educare a riconoscere segni e sintomi di intolleranza all’attività
▪ Educare all’importanza di una buona alimentazione
▪ Educare all’utilizzo di supporti come l’ossigeno
▪ Insegnare tecniche per conservare l’energia (es tenere gli oggetti
di uso frequente a portata di mano)
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE

ATTIVITA’ A GESTIONE INTEGRATA:


▪ Somministrare analgesici prescritti dal medico prima di una
attività
▪ Collaborare con il fisioterapista
▪ Indirizzare il soggetto ai servizi sociali per ottenere un aiuto per le
attività domestiche.
▪ Consultare un dietista per dei pasti appropriati
Riduzione gittata cardiaca

DEFINIZIONE: condizione in cui il sangue pompato dal cuore è


inadeguato a soddisfare il fabbisogno metabolico dell’organismo.
▪ CARATTERISTICHE DEFINENTI
Aritmie, Bradicardia, Modificazioni dell’ECG, Palpitazioni,
Tachicardia, Affaticamento, Edemi, Cute fredda e appiccicosa,
Diminuzione dei polsi periferici, Dispnea, Oliguria, Variazioni della
PA, Variazioni del colorito cutaneo, Ortopnea, Agitazione, Ansia.
▪ FATTORI CORRELATI
Alterazioni della contrattilità, Alterazioni della frequenza, Alterazioni
della gittata sistolica, Alterazioni del post carico, Alterazioni del
precarico, Alterazioni del ritmo.
NOC

▪ PERFUSIONE TISSUTALE: POLMONARE. 


Flusso ematico attraverso la vascolarizzazione polmonare adeguato
a perfondere le unità alveolo / capillari.
▪ INDICATORI DI VALUTAZIONE
Funzionalità respiratoria
Frequenza respiratoria
PaO2
PaCO2
pH arterioso
Saturazione dell’ossigeno.
NIC

MONITORAGGIO RESPIRATORIO: raccolta e analisi dei dati della persona


per assicurare la pervietà delle vie aeree e adeguati scambi gassosi.

Monitorare la frequenza, il ritmo, la profondità e lo sforzo respiratorio.


Monitorare per rilevare aumento dell’agitazione, dell’ansia e della fame
d’aria
Rilevare i cambiamenti della saturazione arteriosa dell’ossigeno, e degli
altri valori dell’emogasanalisi, se appropriato.
Monitorare per rilevare eventuale dispnea e le situazioni che la
attenuano o la peggiorano.
Iniziare i trattamenti di terapia respiratoria (nebulizzazioni, O2 terapia
ecc…)
 
Intolleranza all’attività

DEFINIZIONE: energie fisiche o psichiche insufficienti per continuare o completare le


attività quotidiane necessarie o desiderate.
CARATTERISTICHE DEFINENTI
□ Dispnea da sforzo
□ Frequenza cardiaca anormale in risposta all’attività
□ Malessere dopo uno sforzo
□ Modificazioni ECG per aritmie
□ Modificazioni ECG per ischemia
□ P.A. Anormale in risposta all’attività
□ Riferita astenia
□ Riferito affaticamento
FATTORI CORRELATI
□ Allettamento
□ Debolezza generalizzata
□ Immobilità
□ Squilibrio tra apporto e richiesta di ossigeno
□ Stile di vita sedentario
Noc

TOLLERANZA ALL’ATTIVITA’: risposte ai movimenti corporei (che richiedono dispendio


di energia) nello svolgimento delle attività della vita quotidiana necessarie o
desiderate.

INDICATORI DI VALUTAZIONE:
Saturazione O2 sotto sforzo
FC sotto sforzo
FR sotto sforzo
Facilità di respirazione sotto sforzo
Facilità nello svolgere le attività di vita quotidiana (ADL)
Capacità di parlare durante l’attività fisica
NIC

▪ ASSISTENZA NELLA CURA DI SE’: aiutare un’altra persona nello svolgimento delle


attività della vita quotidiana

1) Monitorare la capacità della persona di provvedere alla cura di sé in maniera


indipendente.
2) Monitorare il bisogno di ausili per le attività di vita quotidiana (Igiene,
alimentazione, uso del gabinetto, cura dell’aspetto ecc…).
3) Assicurare l’assistenza necessaria finché la persona non è in grado di provvedere
interamente alla cura di sé.
4) Aiutare la persona ad accettare i bisogni legati alla dipendenza.
5) Incoraggiare la persona a eseguire le attività della vita quotidiana al proprio
livello di capacità.
6) Incoraggiare l’indipendenza ma intervenire quando l’assistito non è in grado di
eseguire una determinata attività.
7) Insegnare ai familiari / caregiver a incoraggiare l’indipendenza ma intervenire
quando l’assistito non è in grado di eseguire una determinata attività.
▪ Deficit della cura di sé
▪ Compromessa DIAGNOSI
INFERMIERISTICHE
gestione della casa CORRELATE
▪ Ansia
▪ coping inefficace
▪ Insufficiente
conoscenza

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