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SISTEMA CIRCOLATORIO

I primi esseri viventi erano organismi unicellulari.le ridotte dimensioni permettevano loro di ottenere
energia e sostanze nutrienti attraverso scambi diretti con l’ambiente.ancora oggi gli organismi unicellulari e
pluricellulari assorbono le sostanze nutritive ed eliminano gli scarti. L’aumento della taglia corporea di
questi organismi arreso necessario lo sviluppo di specifici sistemi di trasporto delle sostanze e dei gas.negli
animali il principale sistema di distribuzione è rappresentato dal sistema circolatorio che ha tre funzioni
principali: trasporto, regolazione della temperatura corporea e protezione.

1.

Trasporto.

Il sistema circolatorio permette di trasportare nel flusso sanguigno ossigeno, sostanze nutritive, scarti
metabolici, ioni, ormoni, e di distribuire tali gas e sostanze a tutto il corpo.

In tutti gli animali (compresi gli esseri umani), i vasi sanguigni prelevano l’ossigeno dai polmoni e lo
trasportano ai tessuti, dove viene utilizzato durante la respirazione cellulare per generare energia. Il sangue
che proviene dai polmoni contiene molto ossigeno ed è quindi definito sangue ossigenato o ricco di
ossigeno. Contemporaneamente, i vasi sanguigni raccolgono il diossido di carbonio e gli altri scarti
metabolici prodotti dalla respirazione cellulare e dagli altri processi cellulari, che devono essere eliminati
dal corpo. Il sangue che contiene molto diossido di carbonio è definito deossigenato o povero di ossigeno.
Al termine della digestione, le sostanze nutritive devono essere assorbite e trasportate a tutti i tessuti del
corpo, dove saranno utilizzate per consentire le attività vitali, la crescita e la riproduzione dell’organismo. Il
sistema circolatorio trasporta gli ormoni ai tessuti bersaglio, dove tali sostanze chimiche (prodotte dalle
ghiandole e da altri tessuti presenti nel corpo) regolano la crescita, lo sviluppo e la riproduzione
dell’organismo.

2.

Regolazione della temperatura corporea.

Possiamo assorbire o rilasciare calore mediante la vasodilatazione o la vasocostrizione dei vasi sanguigni più
vicini alla superficie esterna del corpo.

Tale processo aiuta a mantenere la temperatura corporea ottimale per il metabolismo. Come vedremo
meglio in seguito, se la temperatura esterna è molto bassa, l’organismo tende a richiamare il sangue verso
le zone interne, lasciando sguarnite le aree periferiche, che assumono una colorazione bluastra sempre più
intensa. Se invece la temperatura è elevata, il sangue viene pompato in tutti gli angoli del corpo e il calore
viene disperso attraverso la sudorazione o la traspirazione.

3.

Difesa.

Molte cellule e sostanze chimiche presenti nel sangue contribuiscono a difenderci dalle infezioni. I globuli
bianchi, per esempio, hanno la capacità di inglobare e distruggere molti microrganismi patogeni. Le
piastrine e alcune sostanze chimiche presenti nel sangue forniscono a loro volta protezione, limitando la
perdita di sangue e l’ingresso di patogeni quando la pelle o altri tessuti subiscono un danno.

Gli animali dotati di sistema circolatorio si distinguono in due grandi categorie: quelli che possiedono un
sistema circolatorio aperto, dove non vi è una distinzione netta tra il liquido circolante e il liquido
interstiziale in cui sono immersi i tessuti, e quelli dotati di un sistema circolatorio chiuso, dove i due liquidi
sono mantenuti sempre separati.

APPARATO CARDIOVASCOLARE UMANO


Gli esseri umani sono dotati di un sistema circolatorio di tipo chiuso, il cui funzionamento è garantito dal
cuore, un organo muscolare suddiviso in quattro camere, due atri (destro e sinistro) e due ventricoli (destro
e sinistro).

Gli atri sono le camere superiori, in cui si raccoglie il sangue in ingresso nel cuore; da qui, il sangue è spinto
nei ventricoli, le cavità inferiori in cui si accumula il sangue prima di essere espulso.

Mentre la parte destra e sinistra del cuore sono separate dalla presenza di un setto fibroso, ciascun atrio
può comunicare con il ventricolo sottostante grazie alle valvole atrioventricolari (AV) destra (tricuspide) e
sinistra (bicuspide). Il passaggio del sangue dai ventricoli alle arterie è regolato dalle valvole semilunari
polmonare e aortica. Tutte le valvole cardiache si possono aprire solo nella direzione del flusso, impedendo
qualsiasi reflusso di sangue.

Il sangue proveniente dai ventricoli viene pompato all’interno delle arterie, che lo trasportano in tutti i
tessuti grazie ai minuscoli capillari. In prossimità delle cellule, i capillari permettono il passaggio di molecole
dal sangue al fluido interstiziale per semplice diffusione. Dopo essere passato attraverso i capillari, il sangue
ritorna al cuore all’interno delle vene.

Il cuore pompa il sangue in tutto il corpo seguendo uno schema a circolazione doppia, formata da: una
circolazione polmonare, che spinge il sangue verso i polmoni e ne permette l’ossigenazione, e una
circolazione sistemica, che distribuisce il sangue in tutto il corpo, veicolando ossigeno e nutrienti ai tessuti.

1) Il sangue deossigenato entra nell’atrio destro: il sangue che proviene dalla porzione inferiore del corpo
raggiunge il cuore tramite la vena cava inferiore, mentre quello che proviene dalla testa e dalle braccia è
trasportato dalla vena cava superiore.

2) Il sangue passa dall’atrio destro al ventricolo destro.

3) Il cuore pompa il sangue dal ventricolo destro verso l’arteria polmonare, un grande vaso che si divide
immediatamente in due rami, facendo in modo che circa metà del sangue raggiunga il polmone destro e
l’altra metà arrivi al polmone sinistro.

4) All’interno dei polmoni il sangue, circolando nei capillari polmonari, rilascia diossido di carbonio e
assorbe ossigeno.

5) Il sangue ossigenato ritorna quindi al cuore, raggiungendo l’atrio sinistro tramite le vene polmonari
destra e sinistra.
6) Il sangue passa dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro.

7) A questo punto il sangue raccolto nel ventricolo sinistro viene pompato fuori dal cuore e verso l’alto,
nella più grande arteria del corpo; tale arteria, detta aorta, forma in seguito una piega a gomito e si biforca,
trasportando una parte del sangue fino ai capillari delle braccia e della testa, e il resto verso i capillari del
tronco e delle gambe.

8) Dopo avere attraversato i capillari della testa, del tronco, delle braccia e delle gambe, il sangue
deossigenato ritorna verso il cuore all’interno delle vene, e si raccoglie nell’atrio destro dove ricomincia un
nuovo ciclo.

LA STRUTTURA DEL CUORE


La parete del cuore è formata da tre strati di tessuti, chiamati endocardio, miocardio ed epicardio.

L’endocardio è lo strato più interno ed è formato da tessuto endoteliale, che riveste la cavità del cuore e
forma le valvole cardiache.

Il miocardio è lo strato formato da muscolo cardiaco e costituisce la maggior parte della massa dell’organo.

L’epicardio è lo strato più esterno ed è formato da una membrana che riveste e protegge il cuore.

Esternamente all’epicardio, il cuore è rivestito da un’altra membrana che prende il nome di pericardio.

FORZA MOTRICE
Il funzionamento continuo del sistema cardiocircolatorio richiede la contrazione ritmica del cuore, data
dall’alternanza di una fase di rilassamento (chiamata diastole) e di una di contrazione (sistole). Conuno
stetoscopio è possibile sentire il suono che accompagna queste contrazioni ritmiche: il caratteristico «tum-
tum» del battito cardiaco è prodotto dal sangue che colpisce le valvole cardiache chiuse le quali, una volta
aperte, aiutano il sangue a scorrere nella giusta direzione. L’alternarsi di diastole e sistole definisce la
sequenza del ciclo cardiaco (figura 2.7). Un ciclo dura 0,8 secondi circa, durante i quali si alternano le
seguenti fasi.

1. Durante la diastole, il rilassamento del cuore permette agli atri e ai ventricoli di riempirsi di sangue; in
questa fase, di 0,4 s circa, le valvole AV sono aperte, mentre quelle semilunari sono chiuse.

2. La sistole atriale (una brevissima fase di 0,1 s) causa la contrazione degli atri, che si svuotano
completamente riversando tutto il sangue all’interno dei rispettivi ventricoli, che sono ancora rilassati.

3. La sistole ventricolare, in leggero ritardo su quella atriale, inizia a contrarre i ventricoli (questa fase dura
nel complesso circa 0,3 secondi). Mentre gli atri sono ormai in fase di rilassamento, la pressione all’interno
dei ventricoli aumenta fino a causare la chiusura delle valvole AV: in questo modo il sangue non può rifluire
all’interno degli atri. Il rumore secco che accompagna la chiusura delle valvole AV è il primo «tum» che si
avverte nel battito cardiaco. L’aumento progressivo della pressione all’interno dei ventricoli forza l’apertura
delle valvole semilunari: il sangue fluisce all’interno dell’aorta e dell’arteria polmonare e, una volta al loro
interno, causa la chiusura di scatto delle valvole semilunari per evitare il reflusso del sangue nei ventricoli:
questo è il momentoin cui si avverte il secondo «tum». Terminata la sistole ventricolare, i ventricoli iniziano
a rilassarsi: il cuore è in diastole e può riprendere un nuovo ciclo cardiaco riempiendosi del sangue in arrivo
dai tessuti.
ATTIVITA ELETTRICA
Il cuore è dotato di una piccola porzione di tessuto muscolare modificato, localizzato in una regione
specifica chiamata nodo senoatriale.

Il nodo senoatriale (SA) agisce da pacemaker e innesca spontaneamente le contrazioni ritmiche e regolari
del muscolo cardiaco.

A differenza della maggior parte del tessuto muscolare, che deve essere stimolato da un nervo per
contrarsi, il nodo senoatriale genera in modo spontaneo l’impulso elettrico che fa contrarre il cuore.

1. Il nodo SA genera lo stimolo di contrazione del miocardio a livello dell’atrio destro.

2. L’impulso si propaga attraverso il tessuto muscolare degli atri, causando la loro contrazione (che
interessa, quasi simultaneamente, l’atrio destro e il sinistro).

3. Dopo un decimo di secondo, lo stimolo raggiunge il nodo atrioventricolare (AV), situato al confine tra
atrio destro e ventricoli.

4. Dopo aver spinto il sangue nei ventricoli, gli atri si rilassano e l’onda di contrazione prosegue verso il
fascio di His, localizzato nel setto di separazione tra i due ventricoli. Da qui la contrazione si diffonde (con
una breve pausa intermedia) a entrambi i ventricoli grazie alle fibre di Purkinje che si diramano dal fascio di
His.

5. Quando raggiunge la parte inferiore del cuore, la contrazione sembra quasi rimbalzare verso l’alto: si
genera così una profonda contrazione che porta il sangue a risalire dal fondo dei ventricoli verso l’alto, per
essere spinto nelle arterie polmonari e nell’aorta. A questo punto, i ventricoli si rilassano e il nodo
senoatriale innesca una nuova contrazione.

La contrazione del tessuto muscolare cardiaco è un fenomeno di natura elettrica, che può essere registrato
mettendo degli elettrodi sulla pelle e rilevando le variazioni di potenziale elettrico associate al battito
cardiaco. Queste misurazioni, rappresentate per mezzo di un grafico detto elettrocardiogramma (ECG),
consentono di visualizzare e analizzare l’attività elettrica del cuore durante il ciclo cardiaco.

Come il resto dei tessuti del corpo, anche il miocardio è irrorato da vasi, chiamati arterie coronarie.

L’ostruzione delle coronarie è una delle principali cause di infarto del miocardio, ovvero la degenerazione
del tessuto cardiaco per mancato apporto di sangue.

IL SANGUE CHE CIRCOLA


Il sangue fluisce dal cuore a tutti i tessuti – e da questi vi fa ritorno – grazie a una fitta rete di vasi sanguigni,
formati da arterie, capillari e vene. Tutti questi vasi sono rivestiti da un particolare tipo di epitelio, chiamato
endotelio, direttamente a contatto con il sangue.

1) Fuoriuscendo dal cuore, il sangue si incanala nelle arterie: le arterie sono i vasi responsabili del trasporto
del sangue dal cuore ai tessuti e hanno una parete spessa ed elastica.

Addentrandosi nei tessuti, le arteriole danno origine a una fitta rete di capillari:
2) i capillari sono microscopici vasi sanguigni la cui parete è formata da un solo strato di cellule endoteliali;
a livello dei capillari avvengono gli scambi di gas disciolti o sostanze nutritive tra il sangue e i tessuti.

Attraversati i capillari, il sangue viene incanalato nelle venule e da queste in vasi via via più grossi, le vene:

3) le vene sono i vasi sanguigni che riportano il sangue dai tessuti periferici al cuore; hanno una parete più
sottile e meno elastica di quella delle arterie.

CAPILLARI
Il cuore non è l’unico componente del sistema cardiovascolare che regola il flusso sanguigno. Quando ci
esponiamo a temperature molto basse, il viso e le mani tendono a diventare fredde e possono assumere un
colore bluastro: questo avviene perché il passaggio del sangue nei capillari è controllato dalla muscolatura
liscia che circonda le arteriole. La contrazione di questi muscoli, detti sfinteri precapillari, consente di
deviare il flusso sanguigno dai capillari del viso e delle mani ad altre parti del corpo, riducendo così la
perdita di calore.

Tuttavia, restando a lungo seduti i muscoli delle gambe non si contraggono a sufficienza e il sangue ristagna
nei piedi, facendoli gonfiare e aumentando il rischio di formazione di trombi: un problema cui si può
ovviare facendo qualche passo per tenere in esercizio i muscoli.

Un disturbo circolatorio piuttosto fastidioso è rappresentato dalle vene varicose: si tratta di una patologia
dolorosa associata al malfunzionamento delle valvole che impediscono il reflusso sanguigno nelle vene; ciò
provoca un ristagno di sangue e una conseguente dilatazione delle vene.

IL SANGUE
Il sangue, che ha una consistenza viscosa, è una miscela di cellule e liquidi ricca di sali e proteine.

-La frazione più leggera (lo strato giallognolo nella parte superiore della provetta) è il plasma, la porzione
liquida del sangue. Il plasma è composto per il 90% da acqua, in cui sono disciolti metaboliti e prodotti di
scarto, sali e ioni, e centinaia di proteine plasmatiche di trasporto che veicolano ai tessuti lipidi, vitamine e
molte altre sostanze chimiche.

-La frazione solida che si deposita sul fondo della provetta è formata dagli elementi figurati del sangue, che
comprendono sia cellule (i globuli rossi e i globuli bianchi) sia frammenti cellulari (le piastrine).

Il volume di sangue occupato, in percentuale, dagli elementi figurati del sangue è detto ematocrito ed è
uno dei parametri valutati dalle comuni analisi del sangue. La frazione cellulare che contribuisce di più al
valore dell’ematocrito è quella dei globuli rossi.

L’eritropoietina (o EPO) è un ormone prodotto soprattutto dai reni, che ha la funzione principale di regolare
la produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. L’EPO è prodotta anche in laboratorio e usata
come farmaco, per esempio in pazienti affetti da certi tipi di anemie. Ma è stato anche impiegato come
sostanza dopante sfruttando la sua capacità di aumentare l’ematocrito anche in soggetti sani, come gli
atleti che vogliono aumentare il trasporto di ossigeno ai tessuti (specie quello muscolare scheletrico e
cardiaco) e migliorare quindi i risultati sportivi. Questo abuso però (oltre a essere illegale) comporta gravi
rischi per la salute, il sangue più viscoso infatti aumenta il rischio di trombi.
I GLOBULI ROSSI
I globuli rossi sono le cellule ematiche più numerose e negli esseri umani rappresentano circa il 95% delle
cellule presenti nel flusso sanguigno.

I globuli rossi (detti anche eritrociti) sono cellule specializzate nel trasporto di ossigeno.

La particolare struttura di queste cellule massimizza la loro capacità di trasportare l’ossigeno: la forma,
simile a un disco flessibile, consente agli eritrociti di essere spinti e compressi nei capillari, dove passano in
fila indiana.

Il citoplasma è quasi del tutto privo di organuli: gli eritrociti infatti non hanno nucleo, mitocondri e neppure
apparati per la sintesi proteica.

Tuttavia, ogni globulo rosso contiene circa 250 milioni di molecole di emoglobina, una proteina che
trasporto ossigeno.

I GLOBULI BIANCHI
I globuli bianchi (detti anche leucociti) sono cellule del sangue deputate alla difesa dell’organismo e
rappresentano i principali componenti del sistema immunitario.

Si distinguono cinque diversi tipi di globuli bianchi: neutrofili, linfociti, monociti, eosinofili e basofili.

All’occorrenza possono abbandonare il circolo ematico e migrare nei tessuti, dove eliminano virus, batteri,
cellule infettate e cellule tumorali.

PIASTRINE
Le piastrine non sono cellule vere e proprie, ma frammenti cellulari; permettono la coagulazione del sangue
e la riparazione delle lesioni ai vasi sanguigni.

Quando entrano in contatto con i bordi di una ferita, le piastrine rilasciano il proprio contenuto, innescando
così il processo di coagulazione sanguigna che permette la formazione di un coagulo e riduce la perdita di
sangue.

La coagulazione è un complesso processo a cascata, i cui eventi principali possono essere riassunti in tre
tappe.

1. Subito dopo la lesione, le cellule muscolari lisce che circondano il vaso sanguigno si contraggono: la
vasocostrizione riduce l’afflusso di sangue e limita l’emorragia (ovvero, la perdita di sangue).

2. A contatto con le fibre di collagene esposte dalla ferita, le piastrine circolanti nel sangue si attivano,
aderiscono alla lesione per tamponarla e rilasciano proteine dette fattori della coagulazione.

3. Grazie ai fattori della coagulazione, una proteina del plasma chiamata fibrinogeno viene trasformata in
fibrina. A differenza del fibrinogeno, la fibrina non è solubile nel plasma e forma così un’intricata rete di
filamenti su cui può consolidarsi il coagulo, fino alla formazione di tessuto cicatriziale.
In alcuni individui, i fattori di coagulazione delle piastrine non funzionano in modo adeguato, e ciò porta a
un sanguinamento incontrollato anche in seguito a tagli o lesioni di minima entità. Questi disturbi possono
essere causati da un gene malfunzionante (come nel caso dell’emofilia, una malattia ereditaria), oppure
possono essere acquisiti o ascrivibili a fattori ambientali.

LA GENERAZIONE DELLE CELLULE DEL SANGUE AVVIENE NEL MIDOLLO


OSSEO
L’ematopoiesi è il processo che produce continuamente nuove cellule del sangue a partire da un piccolo
gruppo di cellule staminali emopoietiche presenti nel midollo osseo.

Le cellule staminali emopoietiche sono cellule immature, non ancora specializzate, che possiedono due
caratteristiche fondamentali:

1. sono cellule multipotenti che, seguendo diverse vie di differenziamento, possono generare tutte le
cellule ematiche (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine);

2. sono in grado di autorigenerarsi, ovvero di produrre altre cellule identiche a se stesse: di queste copie,
alcune si specializzano e formano gli elementi figurati del sangue, mentre altre rimangono nel midollo
senza differenziarsi.

L’insieme di queste due caratteristiche permette alle cellule staminali emopoietiche di rigenerare il sangue
all’infinito, per tutta la vita di una persona. Questa proprietà è alla base dei trapianti di midollo, impiegati
per la cura di alcuni tumori del sangue (come, per esempio, le leucemie) e di altre malattie in cui
l’ematopoiesi risulta alterata.

IL SISTEMA LINFATICO
In aggiunta al sistema cardiovascolare e con un percorso simile, lungo tutto il corpo si snoda il sistema
linfatico, all’interno del quale circola la linfa.

La linfa è il liquido recuperato dallo spazio interstiziale tra le cellule; ha composizione simile al plasma.

Il sistema linfatico svolge un ruolo di supporto nel processo circolatorio e ha tre importanti funzioni:
riciclare i liquidi che si diffondono fuori dai capillari sanguigni, trasportare i globuli bianchi nei siti
d’infezione e assorbire le sostanze nutritive dal sistema digestivo.

SCAMBI GASSOSI CON L’ESTERNO


Il nostro apparato respiratorio lavora insieme a quello cardiovascolare per consentire gli scambi gassosi con
l’ambiente esterno.

L’apparato respiratorio svolge due funzioni fondamentali: rifornisce l’organismo di O2 e permette di ripulire
il sangue dal CO2.

Questa attività viene svolta grazie a due processi distinti:

• la ventilazione polmonare permette il continuo ricambio dell’aria contenuta nei polmoni attraverso
l’alternarsi di inspirazione ed espirazione;
• lo scambio gassoso permette di ossigenare il sangue e di rimuovere CO2.

Lo scambio dei gas consiste, a sua volta, di due processi separati:

1. a livello dei polmoni si ha lo scambio di gas respiratori tra l’aria e il sangue in circolo, infatti le cavità
polmonari sono rivestite da uno strato sottilissimo di cellule che permette l’ingresso di O2 e la fuoriuscita di
CO2;

2. a livello dei tessuti si ha lo scambio di O2 e CO2 tra il sangue e il liquido interstiziale che circonda le
cellule attraverso la sottile parete dei capillari.

Il passaggio delle molecole di gas attraverso la membrana delle cellule avviene per diffusione, una forma di
trasporto passivo.

Tra le due fasi di scambio descritte si inserisce un terzo processo, relativo al trasporto dei gas respiratori nel
circolo sanguigno.

Il trasporto dei gas respiratori si realizza grazie a un complesso equilibrio chimico basato su reazioni
chimiche reversibili.

ANATOMIA DEL SISTEMA RESPIRATORIO


L’aria viene inspirata attraverso la bocca o il naso e, incanalandosi nella trachea, raggiunge i polmoni. Qui
l’O2 passa per diffusione dall’aria al sangue, mentre il CO2 passa per diffusione dal sangue all’aria. Alla fine
di questo scambio, l’aria deossigenata viene espirata e il processo ricomincia.

I polmoni possono essere visualizzati come sacchetti elastici e deformabili e avvolti esternamente dalle
pleure, due membrane appaiate che li proteggono e ne agevolano lo scorrimento durante i movimenti di
inspirazione ed espirazione.

Gli alveoli possiedono pareti molto sottili e sono completamente circondati da minuscoli capillari, che li
racchiudono un po’ come le dita di una mano attorno a una pallina.

VENTILAZIONE POLMONARE
Negli esseri umani, la ventilazione polmonare (o respiro), avviene in due stadi:

l’inspirazione, che permette l’ingresso nei polmoni di aria ricca di ossigeno, e l’espirazione, che fa
fuoriuscire verso l’esterno l’aria ricca di diossido di carbonio.

L’alternarsi di questi movimenti permette il flusso bidirezionale dell’aria ed è garantito da muscoli esterni ai
polmoni, a loro volta controllati dal sistema nervoso. Tra questi, è fondamentale il ruolo di un grande
muscolo, detto diaframma, che separa la cavità toracica da quella addominale. Il resto della cavità toracica
è circondato dalla gabbia toracica e dai muscoli intercostali.

L’EMOGLOBINA
I globuli rossi sono ricchi di emoglobina, la proteina che conferisce al sangue il suo caratteristico colore
rosso vivo. Come abbiamo visto, l’emoglobina agisce come una sorta di navetta: si lega all’ossigeno a livello
dei polmoni e lo veicola in tutto il corpo. Dopo avere rilasciato l’ossigeno, l’emoglobina assume un colore
tendente al rosso cupo-violaceo, tipico del sangue deossigenato delle vene.

L’emoglobina è una molecola molto piccola, prodotta direttamente all’interno dei globuli rossi: ognuno di
essi ne contiene circa 250 milioni dimolecole.

Ogni molecola è composta da quattro catene polipeptidiche ripiegate a formare una struttura globulare;
annidati all’interno della molecola ci sono quattro gruppi chimici contenenti ferro, chiamati gruppi eme,
ognuno dei quali è in grado di trasportare una molecola di ossigeno legata all’atomo di ferro.

Per ottenere l’ossigeno di cui ha bisogno, il feto produce un particolare tipo di emoglobina (chiamata
emoglobina fetale) che ha, rispetto all’emoglobina degli adulti, una maggiore affinitˆ per l’ossigeno.
Quando la pressione parziale dell'ossigeno scende al di sotto di una certa soglia, l’emoglobina materna
inizia a cedere ossigeno e l’emoglobina fetale si lega a queste molecole.

MIOGLOBINA
Per far fronte a questi casi di emergenza, i muscoli possono fare affidamento su un’ulteriore riserva di
ossigeno, fornita dalla mioglobina.

La mioglobina è una proteina presente nei muscoli che si lega all’ossigeno e lo rilascia solo quando la PO2 è
molto bassa.

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