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ZOOLOGIA

Branca della biologia che si occupa della vita animale, in particolare dello studio degli organismi viventi e della
loro classificazione. I sistemi viventi possiedono sei caratteristiche: sono in grado di accrescersi, riprodursi,
rispondere agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, trasformare l’energia,mantenere
l’omeostasi(equilibrio dinamico), evolversi in quanto appartenenti ad una specie

Tutto fa parte di un’evoluzione, le cellule animali hanno origine dall’evoluzione di alcuni protisti coloniali.
La terra ha avuto origine circa 4,5 miliardi di anni fa, circa 4 miliardi di anni fa possiamo collocare le più antiche
rocce e organismi fotosintetici ma solo 1 miliardo di anni i primi organismi pluricellulari.
L’uomo è l’ultima specie creatasi(ultimi 10min dell’ultimo giorno del mese; ultimi 5s per storia documentata), ed
è l’unico degli ominidi sopravvissuto.
Per collocarci meglio è indispensabile dividere l’età della terra in ere, divise in periodi ed epoche.
Le ere si distinguono in precambriana (compaiono le prime cellule con il nucleo), paleozoico, mesozoico, e
cenozoico, che corrispondono a dei cambiamenti: il nucleo si raffredda e diventa solido; nascono organismi
unicellulari e i primi organismi pluricellulari; emerge la Pangea(continente unico circondata da Panthalassa,
unico oceano) grazie al raffreddamento e condensazione dell’acqua; le piante si adattano all’ambiente extra
acquatico colonizzando terraferma e generando l’ossigeno. Tra il paleozoico e il mesozoico la Pangea inizia a
separarsi dando origine a due continenti diversi; intorno al giurassico emergono i primi dinosauri; iniziano gli
spostamenti delle placche portando a evoluzione differenti delle specie(fossili ritrovati in zone dove le specie
non sono originarie); si passa all’epoca delle glaciazioni e poi l’era cenozoico quaternaria ancora in corso.
Nella scuola primaria le ere vengono definite in:
-arcaica: formazione dell’atmosfera e prime forme di vita acquatiche
-primaria: comparsa di invertebrati, pesci, anfibi(punto di collegamento tra le specie acquatiche e terrestri in
quanto l’evoluzione genetica ha portato alla costituzione di una membrana che conserva e protegge l’uovo
amniotico in luoghi anche terrestri)
-secondaria: comparsa dei rettili tra cui i dinosauri e i mammiferi
-terziaria: formazione dei continenti di oggi, appaiono i grandi mammiferi e i primi ominidi
-quaternaria: evoluzione degli ominidi fino all’Homo sapiens.

Cinque estinzioni di massa(Big5; scomparsa per almeno ¾ della popolazione di alcune specie), nel corso
dell’evoluzione della terra, hanno portato al mondo come è oggi. Ogni evento non è istantaneo ma accade in
periodi estesi (50mila-2.76mln di anni); il più importante è stato il terzo evento(250mln di anni fa) in cui sono
scomparse circa il 95% di tutte le specie a causa di un impatto con un meteorite. Evento simile si è riproposto
circa 65 mln di anni fa durante il cretaceo, causando la scomparsa del 70% delle specie presenti sulla terra e
di tutti i dinosauri non volatili.
Le ragioni che portano alla scomparsa delle specie vengono spiegati nel modello press/pulse(pressione/colpo)
che evidenzia un peggioramento delle condizioni di vita di quelle specie:
-pressione: ossia il cambiamento ambientale che porta ad un indebolimento significativo
-colpo: ossia un evento catastrofico che segna la scomparsa della specie
Ad esempio, i dinosauri vivevano un momento di carenza di cibo(vegetazione e prede), a cui si aggiunse
l’impatto con il meteorite che cambia le condizioni climatiche. L’impatto violento generò pulviscolo
nell’atmosfera che oscurò la superficie terrestre dai raggi solari, portando diminuzione della vegetazione che
indebolì le specie erbivore e quindi ad una mancanza di prede per i dinosauri carnivori(estinzione dinosauri).
Ciò evidenzia l’importanza degli organismi autotrofi e dell’equilibrio ambientale (inquinamento; aumento della
temperatura terrestre e altri eventi attuali spingono a un’altra estinzione di massa creando ambienti inospitali).
Attualmente le specie più presenti sulla terra sono gli insetti, seguiti dai mammiferi.

LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ANIMALI


Aiuta a comprendere di quali specie si parla, per ordinarle in base a caratteristiche condivise e per studiare
come sono correlate in base alla filogenesi, ma vista la complessità(pipistrello può sembrare uccello ma è un
mammifero) per i bambini si possono classificare in base a criteri diversi (numero di zampe).
Aristotele fu tra i primi a classificare la varietà dei viventi mediante la “Scala Naturae” che poneva alla base gli
esseri inanimati, poi le piante, poi gli animali e in cima alla scala gli esseri umani. Si riteneva non vi fossero
cambiamenti o mutamenti tra le specie (principio di fissità; specie generate da divinità).
Aristotele divide comunque l’universo in quattro regni: inanimato; delle piante (organismi che si riproducono
ma non si muovono; falso); animale(si riproducono e si muovono); umano(unico con intelletto). Divide inoltre
le specie anche in base al colore del sangue: Enaima (sangue rosso) e Anaima (senza sangue rosso).
Migliore la distinzione di Plinio il Vecchio che distingue gli animali in base all’ambiente in cui vivono: terrestri,
acquatici e volatili.
Con l’illuminismo John Ray individua criteri oggettivi, definendo specie un insieme di individui con una serie di
caratteristiche simili, da cui possiamo partire nella classificazione.
LINNEO definisce la specie come un insieme di animali in grado di riprodursi generando una prole a sua volta
feconda e fece una classificazione sistematica attraverso la nomenclatura binomia (nome e cognome).
Divise la natura in due grandi regni: regno animale e regno vegetale, quest’ultimo includeva sia organismi
autotrofi (come le piante) che eterotrofi (funghi), così come sia Eucarioti che Procarioti.
Linneo è quindi riuscito a classificare gli animali in sei classi: vermi, insetti(INVERTEBRATI per Lamarck);
pesci, rettili, mammiferi(VERTEBRATI per Lamarck).
Linneo ha creato un modello gerarchico: più specie (animali in grado di riprodursi e generare prole feconda)
danno origine ad un genere, più generi formano una famiglia, più famiglie danno luogo agli ordini (carnivori,
onnivori, erbivori.), raccolti a loro volta in classi (mammiferi, rettili, anfibi, insetti), più classi danno origine ad un
phylum e più phylum generano un regno. Il regno degli animali è la categoria sistematica più grande possibile.
(Homo Sapiens: regno animale- phylum dei cordati perchè vertebrati-classe mammiferi-ordine primati
placentati-famiglia ominidi-genere Homo-specie Sapiens Sapiens)

La classificazione binomia è caratterizzata da due nomi, scritti in latino che indicano rispettivamente il genere
(sostantivo con iniziale maiuscola) e specie (aggettivo con iniziale minuscola).

Linneo distinse il concetto di “specie morfologica” ossia tutti gli organismi di aspetto uguale tra loro e diverso
da quello di altri specie: cane, lupo e volpe appartengono a stessa famiglia; cane e lupo anche stesso genere
ma il cane è una specie diversa perchè possiede certe peculiarità, perciò, si individua la nomenclatura di
“Canis familiaris”, dove il primo termine indica il genere il secondo la caratteristica di questo animale di stare
con l’uomo e la famiglia.
Altro esempio: Leone, Tigre e Leopardo appartengono allo stesso genere ma sono specie differenti.
Così come cavalla e asino appartengono a stesso genere ma specie diverse(prole non feconda).
La famiglia degli ominidi comprende tutti i primari del passato capaci di camminare eretti, l’homo sapiens è
l’unico sopravvissuto.

Un’altra classificazione che possiamo ottenere dall’evoluzione delle teorie è quella di Mayer, dall’osservazione
di una popolazione di lucertole distribuita in tutta la California, caratterizzata da confini geografici marcati da
montagne e bacini di acqua che impedivano il contatto tra le specie. La loro migrazione da Nord verso Sud ha
creato gruppi di popolazioni dello stesso ceppo interfecondi(stessa specie), ma che hanno sviluppato
caratteristiche peculiari in funzione dell’area geografica generando specie molto differenti.
Mayer definisce quindi la specie biologica come gruppi di popolazioni naturali realmente o potenzialmente
interfecondi e riproduttivamente isolati da altri gruppi analoghi.
Da ciò si deduce che esistono delle barriere riproduttive che mantengono le differenze genetiche tra le specie:
tra questi ricordiamo l’habitat che abitano; il periodo di riproduzione; i comportamenti riproduttivi; differenze
negli organi di riproduzione; l’embrione non vitale, ibrido non fecondo o prole con bassa vitalità.

Un altro modo per classificare è legato agli alberi filogenetici ossia diagrammi che fanno risalire le specie a
origini comuni in base alla sequenza del DNA. L’albero presenta un nodo in funzione della differenziazione del
DNA, quindi sono nodi di divergenza che portano allo sviluppo della specie piuttosto che un’altra.
Il DNA è la catena costituita da proteine caratterizzate da uno zucchero legato ad una base azotata e un
gruppo fosforo essenzialmente ripetuta a lungo nella catena. C’è una proteina all’interno definita citocromo che
si distingue in ogni specie: il citocromo dell’uomo si differenza da quello delle scimmie per 2 amminoacidi, 11
da quello di un’anatra e 51 dal lievito.

Un ulteriore metodo di classificazione è l’anatomia comparata, che fa riferimento agli arti tipici degli animali
(radiografia) che se hanno origine comuni vengono detti omologhi, se non hanno origine comuni ma hanno
funzione simile e somiglianza vengono detti analoghi. Il braccio di uomo, la zampa di gatto, l’ala di pipistrello
sono strutture omologhe perché hanno elementi con origini comuni(ossa) poi declinate nell’utilizzo differente.

Confrontando gli embrioni di pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi, si nota che gli embrioni dei vertebrati
hanno fessure branchiali che, poi si sviluppano in branchie o polmoni, sottoscrivono una comune origine.
Passaggio fondamentale dell’evoluzione si trova nella simmetria corporea: quelle più primitive hanno una
simmetria radiale ossia il loro corpo può essere “sezionato” simmetricamente da più piani; altre invece
presentano una simmetria bilaterale (uomo) che evidenzia uno sviluppo degli organi di senso a livello cefalico.
Un altro elemento di classificazione è la presenza del celoma(pseudocelomati come uomo; se no acelomati),
ossia una cavità corporea colma di liquido che si trova tra il tubo digerente e la parete corporea e che permette
movimenti più liberi; una sistemazione e sviluppo degli organi più complessa; un mantenimento della
temperatura corporea; deposito di grasso e, negli animali privi di scheletro, sostegno idrostatico.

Noi faremo riferimento alla classificazione dei regni di Whittaker (1969) che distingue: monera, protista,
piante, funghi e animali.

TEORIA DELL’EVOLUZIONE
Prende in considerazione l’evolversi delle specie viventi sulla terra attraverso le diverse interpretazioni che si
sono succedute nel tempo. Le prime interpretazioni si basavano sulla filosofia a partire dagli antichi greci
(fissismo: specie viventi e sistema terra sono fissi; tutto era nato creato da Dio come lo si percepiva), solo con
il metodo scientifico ossia la possibilità di supportare le teorie con osservazioni e sperimentazioni, si parla di
teoria dell’evoluzione(sempre soggetta ad osservazioni per confermare o smentire).

Aristotele definiva le specie viventi su una scala gerarchica alla cui cima vi è l’uomo. Tutte le specie sono state
create da Dio e sono rimaste sempre tali.
Con l’illuminismo(700-800) i primi scienziati iniziano a fare osservazioni: Smith scopre che a parità di
profondità negli scavi erano rinvenibili degli oggetti (fossili) che riconducevano ad una stessa condizione
dell’ambiente, portando a barcollare l’idea di fissismo e a prendere piede quello di evoluzione.
Prima gli scienziati e il fissismo consideravano i fossili come sassi di forma strana, organismi imperfetti scartati
al momento della creazione o animali morti durante il diluvio universale. A fronte di queste ipotesi se ne apriva
un’altra: i fossili erano specie estinte su cui condurre studi. Queste considerazioni portano alla nascita della
paleontologia(studio viventi passato) e della stratigrafia(studio strati di rocce sedimentarie per calcolarne età).
I fossili sono resti di organismi del passato che hanno resistito agli agenti esterni(organismi decompositori) e ci
permettono una documentazione certa per ricostruire la storia e l’ambiente di una specie.
Uno dei primi ad occuparsi dei fossili è stato Cuvier con la sua teoria delle catastrofi: la terra era stata
periodicamente oggetto di estinzioni di massa che hanno portato la formazione di strati di rocce fossili diversi.
Cuvier, tuttavia non abbandona la teoria creazionista, in quanto una mano divina sostituiva le specie estinte.
Queste considerazioni non giustificano la presenza di fossili come forme intermedie tra due diversi gruppi di
organismi(Archaeopteryx è un intermedio tra uccello e rettile).
Altre teorie vennero mosse da Erasmus Darwin e Leclerc. Quest’ultimo ipotizzò che gli organismi presenti
sulla terra sono una degenerazione che si verifica nelle proli rispetto alle creature iniziali perfette
(collegamento con fissismo, ma avvengono dei cambiamenti; introduce concetto di biodiversità).
Erasmus Darwin(nonno di Charles) introduce la modifica degli organismi viventi attraverso l’ereditarietà dei
caratteri acquisiti. Questa teoria venne captata da Lamarck che introdusse una graduale modificazione degli
organismi viventi a causa delle condizioni ambientali: legge dell’uso e del non uso, secondo cui un organo si
sviluppa se più utilizzato, diventando un carattere trasmissibile; altrimenti regredisce. Collo giraffe).
Charles Darwin, nasce in una famiglia molto sensibile alle scienze naturalistiche, nel 1831 viaggia nell’oceano
Atlantico, Pacifico e Indiano. Durante questo viaggio, Darwin conduce delle osservazioni interessanti su flora e
fauna delle Galapagos, scoprendo circa 14 specie diverse per caratteristiche di fringuelli che mantenevano
però qualcosa di simile alla specie nel continente sudamericano(osservò anche riproduzione insetti, etc). Per
rispondere alla questione di come avvengono tali diversificazioni, Darwin ipotizzò che il fenomeno della
selezione artificiale(allevatori scelgono esemplari migliori da far riprodurre) avvenisse anche in natura. Egli lo
definisce selezione naturale ossia fenomeno in grado di favorire il passaggio generazionale di alcuni caratteri
penalizzandone altri. I motivi per cui in natura alcuni caratteri venissero premiati a discapito di altri vennero
suggeriti dalla lettura del saggio di Malthus in cui studiava le cause della povertà nell’Europa di fine 700 e
ipotizzava che:
-la popolazione cresceva molto più velocemente delle risorse
-le risorse non erano più sufficienti per tutti
-questo innesca la lotta alla sopravvivenza dove ognuno prova a prevalere sull’altro
Darwin arriva alla formulazione della teoria per cui esiste una lotta alla sopravvivenza in ambito naturale che
porta ad una competizione per le risorse (cibo, spazio, sesso, ecc.) e innesca un processo di selezione
naturale per cui alcune specie prevalgono su altre.
Innanzitutto, ogni popolazione produce nuovi nati in numero molto maggiore rispetto a quanto sarà la
popolazione adulta, ma le risorse limitate non consentono a tutti di sopravvivere. Alcuni esemplari della
popolazione avranno caratteri diversi che gli permetteranno maggiori possibilità di sopravvivenza(fringuelli con
becco più robusto hanno maggior possibilità di accaparrarsi le risorse alimentari, riproducendosi
maggiormente e creando prole più adatta, portando alla scomparsa delle specie con becco meno robusto). Nel
1859 Darwin pubblica le sue osservazioni e dà il via alla teoria evoluzionistica, basata su 5 cardini:
1. Evoluzione: non esiste il fissismo
2.Discendenza comune: tutti gli esseri viventi hanno un antenato
3.Moltiplicazione delle specie: le specie danno origine ad altre specie
4.Gradualità evoluzione: le popolazioni mutano gradualmente
5.Selezione naturale: varianti favorite diventano più frequenti nella popolazione
Per provare questa teoria viene usato il caso della Bistun betularia, una farfalla di colore molto chiaro che dal
1845 venne riscoperta di color scuro, a causa della fuliggine rilasciata dalle industrie che rendeva difficile a
quelle chiare la mimetizzazione(scure si riproducono di più). Ad oggi si sta verificando il fenomeno contrario.
Questo conferma come il carattere più adatto alla sopravvivenza nell’ambiente primeggia sugli altri caratteri.
La teoria evoluzionistica introduce anche il concetto di Unitarietà(comune origine delle specie) e
Diversità(adattamenti che l’organismo realizza per sopravvivere nell’ambiente; fondamentale per evoluzione).
Ogni specie ha una capacità riproduttiva superiore rispetto alle reali possibilità di sopravvivenza per tutti gli
individui nati(pianta senape produce 700mila semi, ma pochi germogliano). In questa competizione chi ha la
capacità di adattarsi all’ambiente circostante sopravvive(non il più forte… esempio farfalle bianche e nere;
valido anche per piante).
Essendo la sopravvivenza delle specie legata alle condizioni ambientali, se queste cambiano allora cambiano
anche gli equilibri.

CONFRONTO TRA DARWIN E LAMARCK


Lamarck diceva che le specie rafforzano le proprie caratteristiche in funzione dell’ambiente e poi vengono
trasmesse per ereditarietà. Per Darwin esistono condizioni ambientali in cui le specie devono adattarsi, perciò,
una parte della popolazione presenta delle caratteristiche idonee alla sopravvivenza, altre no. Le prime hanno
più possibilità di accoppiarsi tra loro, sopravvivendo, mentre le altre diminuiranno e/o scompariranno.
L’unica specie vivente in cui la selezione naturale non agisce è la specie umana che grazie all’intelletto riesce
a modificare la sua evoluzione senza sopraffare gli esseri più deboli.
Nel tempo, quindi, si verifica un’evoluzione da una specie A a una specie B, che hanno un antenato comune
ma presentano caratteri diversi. Può capitare che da una specie se ne generino anche più(speciazione).
L’accoppiamento tra individui di specie diversa viene impedito dall’ isolamento prezigotico.
Esso può essere dovuto: all’habitat (due specie occupano habitat diversi); al tempo (due specie si riproducono
in periodi diversi); al comportamento (due specie hanno modalità di corteggiamento diverse); alla
composizione meccanica (apparati sessuali non compatibili) e ai gameti (nonostante avviene l’accoppiamento,
i gameti delle due specie non danno origine allo zigote).

Evoluzione biologica dell’uomo: abbiamo un antenato comune alle scimmie, da cui sono nate due linee di
evoluzione: una che ha portato a quella dello scimpanzé, l’altra invece è quella dell'Australopithecus(Lucy)
che, con diverse forme, ha dato origine a diverse specie fino alla specie Homo. Delle diverse forme conosciute
(Homo Habilis usa strumenti, homo erectus cammina e scopre il fuoco, Homo di Neanderthal sviluppa
comunità, Homo sapiens, Homo sapiens sapiens piede con arco plantare e calcagno pronunciato; colonna
eretta che scarica peso su gambe).
Il primo Homo Sapiens è stato rinvenuto a Cro-Magnon nel 1868 e sappiamo abbia convissuto per circa
10.000 anni con l’uomo di Neanderthal, rispetto a quest’ultimo ha cranio più rotondo, un cervello più
voluminoso e scheletro più gracile. I primi territori in cui hanno vissuto gli ominidi sono quelli dell’africa
orientale, tuttavia, ci furono delle migrazioni verso l’Asia, l’Australia e l’America.

La moderna biologia molecolare conferma la teoria dell’evoluzione, attraverso il confronto del DNA.

CARATTERISTICHE GENERALI DEGLI ANIMALI


Gli ANIMALI hanno una complessità nella struttura cellulare che li rende organismi eucarioti pluricellulari
(formati da moltissime cellule dotate di nucleo) ed eterotrofi ossia per sopravvivere devono far riferimento a
composti organici precedentemente sintetizzati da altri organismi.
Non sono quindi in grado di generare da soli l’energia necessaria alla sopravvivenza come fanno invece gli
organismi autotrofi; come le piante che generano energia per la loro sopravvivenza dall’energia solare.
Sono caratterizzati da processi di riproduzione complessi e da una simmetria radiale o bilaterale(più evoluti).
Il regno animale si può suddividere in due gruppi:
- Vertebrati (dotati di una struttura ossea interna) si distinguono tra sangue caldo e sangue freddo
- Invertebrati (non hanno uno scheletro interno, sia osseo che cartilagineo)
Il 95 % degli animali è costituito da invertebrati, solo il 5% da vertebrati.

Gli INVERTEBRATI devono questo nome all’assenza di una struttura scheletrica interna(endoscheletro),
tuttavia, alcune famiglie sono dotate di strutture rigide come l’esoscheletro(artropodi) ossia una struttura
coriacea che difende gli organismi anche dagli agenti atmosferici, il dermascheletro (scheletro cutaneo fatto di
aculei; riccio di mare) o la conchiglia.
Si distinguono in diverse famiglie: poriferi, celenterati,
anellidi, artropodi, echinodermi.
Un corpo a sacco senza tentacoli ci indirizza verso i
poriferi, con i tentacoli verso i celenterati. Se non vi è un
corpo a sacco bisogna valutare la presenza o meno di
simmetria a stella(echinodermi) oppure di
zampe(artropodi: aracnidi, insetti, crostacei, miriapodi).
L’assenza di zampe ci indirizza verso gli anellidi(corpo a
segmento) o molluschi(corpo molle).
Spugne, cnidari e vermi piatti sono le specie più semplici.
L’evoluzione parte dai celomati ancestrali e si concretizza
in quello che definiamo CELOMA ossia una cavità tra il
canale alimentare e la parete corporea. Dai molluschi
quindi le specie divengono più complesse proprio grazie
alla presenza di questo elemento.
-Poriferi: struttura più semplice come le spugne. Sono in grado di vivere esclusivamente in acqua, dotati di un
corpo poroso grazie al quale filtrano l’acqua trattenendo gli organismi che funzionano da alimentazione.
L’acqua filtrata viene espulsa attraverso l’osculo.
-Celenterati o Cnidari: specie acquatiche caratterizzati da una forma a sacco con una struttura centrale
circondata da tentacoli per movimento, difesa, alimentazione (medusa, corallo e anemone). Sono a simmetria
radiale e sono caratterizzati da due stadi di vita: polipo(non polpo) e medusa.
Il polipo ha una struttura dalla quale si distaccano particelle medusoidi che danno vita alle meduse, queste nel
loro ciclo di vita rilasciano le cellule riproduttive in acqua, dove il genere maschile e femminile si incontrano e
danno vita alla larva che da il via alla nuova generazione di polipo (si alternano un polipo e una medusa).
Anche i coralli sono piccoli polipi hanno uno scheletro esterno fatto da carbonato di calcio, vivono in colonie
dette barriere coralline. Sono molto sensibili alle condizioni ambientali, vivono solo in acque pulite.
-Platelminti: sono famiglie più complesse, vermi piatti (Tenia ossia il verme solitario; entra nell’organismo
umano dalla carne infetta)con corpo piuttosto semplice ma che presentano una cavità gastro-vascolare.
Hanno una simmetria sia ventrale che dorsale e a questa tipologia appartengono alcuni organismi
caratterizzati da un unico foro di nutrizione (bocca) mentre per l’espulsione usa dei “tubi”.
-Nematodi: vermi non segmentati, lisci, hanno una cavità interna e presentano un tubo digerente completo.
Vivono in diversi ambienti con condizioni diverse; si parla di specie parassite.
-Anellidi: caratterizzati da una successione di segmenti(metameri) che uniscono il corpo. Si distinguono in:
oligocheti(poche setole; con sistema circolatorio) come i lombrichi; i policheti (molte setole per muoversi in
ambienti marini e catturare prede) e gli irudinei sono le sanguisughe.
-Molluschi: corpo molle all’interno di una struttura rigida. Il corpo è caratterizzato da un piede che permette di
muoversi e aderire alla superficie; la massa viscerale al cui interno vi sono gli organi interni (cuore, ghiandola
digestiva, sistema circolatorio; più evoluti) e il mantello che protegge la massa viscerale. Comprendono 3
classi:
bivalvi (vongole, cozze,ostriche): parte molle racchiusa tra due valve;
gasteropodi(chiocce e lumache): molluschi a conchiglia spiralata
cefalopodi(polpi, seppie, calamari): agili e veloci, vivono in acqua e sono dotati di inchiostro nero per
difendersi e di tentacoli(evoluzione piede). Il polpo è un cefalopode, noto anche come piovra, presenta
un esoscheletro sotto forma di cartilagine interna, è un animale territoriale.
-Artropodi: hanno un esoscheletro leggero di chitina che conferisce resistenza e rigidità; zampe articolate.
Molto adattabili; riproduzione sessuata. In questa famiglia è presente l’apparato respiratorio, sotto forma di
branchie o trachea e polmoni.
Si classificano in: insetti (formiche, farfalle, mosche; trachee ); crostacei (gamberi e aragoste; branchie);
miriapodi (millepiedi); aracnidi (ragni, acari e scorpioni; polmoni a libretto).
Gli artropodi hanno una sotto-classificazione più complessa:
-Limuli: animali più antichi conosciuti sulla terra, specie caratterizzate da una vita acquatica
-Aracnidi: specie terrestri con dimensioni variegate; carnivori con forme di approvvigionamento anche
piuttosto elaborata. Hanno il corpo diviso in due parti: cefalotorace(cranio), addome; 8 zampe articolate
e due appendici per l’alimentazione.
-Crostacei: vivono in mare, robusto esoscheletro e 10 zampe: 2 pinze, le altre per la locomozione.
-Miriapodi: testa con antenne(sensori), un tronco e molte paia di zampe. Carnivori che in base al
numero di arti possono essere distinti in: diplopodi(4 per segmento); chilopodi(2 per segmento).
-Insetti: artropodi più numerosi e diffusi, hanno 6 zampe, alcuni anche ali. Si caratterizzano per cicli di
vita metamorfiche da larve ad insetti. Si distinguono in: ditteri (no zampe); se hanno zampe articolate
invece parliamo di diverse specie suddivise in base a occhi composti o semplici e così via.
Il corpo è diviso in tre parti: testa (con occhi, antenne e bocca); torace (unisce testa e addome; con 6
zampe e spesso 4 ali); addome che contiene gli organi interni. Sono dotati di una simmetria bilaterale.
Le farfalle sono i primi insetti in grado di volare. Il loro ciclo vitale si basa sulla metamorfosi:
trasformazione che subiscono durante lo sviluppo postembrionale per giungere allo stadio definitivo
detto di immagine.
I giovani insetti che escono dalle uova si distinguono in: eterometaboli (simili all’immagine) o
olometaboli (diversi dall’immagine). Per i primi si parla stadio di neanide(giovanile), ninfa e infine
immagine(cavalletta); per gli olometaboli si parla di larva, pupa e infine immagine (formiche).
La farfalla nasce come bruco e si nutre di foglie, produce un bozzolo di seta attorno a sé stesso, il
bozzolo si ingrandisce e diventa crisalide dove avviene la metamorfosi ed il bruco diventa farfalla.
Tra gli insetti si trovano ancora gli odonati(libellule); gli emitteri(cimici o insetti che camminano su
acqua); i coleotteri(scarabei, cervi volanti, maggiolini e le coccinelle); i lepidotteri(farfalle e falene); i
ditteri(mosche, zanzare, moscerini della frutta, pappataci); gli imenotteri(formiche, api e vespe).
Questi ultimi hanno una struttura sociale molto complessa in caste: formiche lavoratrici, formiche
soldato, formiche nutrici e la regina.
Le api si distinguono in api maschie(per riproduzione con regina; muoiono dopo fecondazione) e api
femmine(api operaie, api nutrici e api ventilatrici). Nel momento in cui l’ape regina riceve il seme dai
fuchi, li trattiene e ne depone uno per cella. Tre giorni dopo nasce larva e viene curata e nutrita dalle
api nutrici, la cella viene chiusa con la cera. Dal dodicesimo giorno si parla di pupa che inizia a
muoversi e dopo sette giorni fora la cella e diviene ape.
-Echinodermi: acquatici(stella marina; ricci di mare); simmetria radiale e scheletro superficiale. Si spostano
attraverso tentacoli con pedicelli, ossia strutture a ventosa, con cui aderisce alle superfici.

I VERTEBRATI hanno tutti una simmetria bilaterale(sinistra e destra). Gli organi per l’elaborazione dei sensi
sono collocati nella parte del cranio permettendo un’evoluzione importante. La riproduzione è sessuata(tramite
gameti) e genera prole simile ai generatori, non uguale(crossing over). Si distinguono in ovipari(embrione
cresce nell’uovo, esce pronto per la vita), ovovipari(uova maturano nel corpo materno e poi espulso come
viviparo; vipere, squali bianchi...), vivipari(sviluppo e nutrimento dentro corpo materno; mammiferi, i cuccioli
necessitano cure).

Appartenenti al phylum dei cordati hanno:


- Notocorda: dalla testa alla coda, organismi
semplici la mantengono, più complessi la
sostituiscono con la colonna vertebrale
- Cordone nervoso-dorsale: va a formare il
midollo spinale e l’encefalo
- Fessure branchiali e faringee:
costituiranno branchie o polmoni
- Cordone post-anale: rappresenta la coda
e non è rimasta per tutti i vertebrati(uomo)

Si distinguono in eterotermi(più semplici;


pesci, anfibi e rettili) incapaci di mantenere la temperatura corporea, che quindi corrisponde a quella
dell’ambiente, e omeotermi(uccelli e mammiferi), capaci di mantenere una costante temperatura corporea.
I vertebrati si riconoscono, oltre a ciò, in funzione della loro mascella: se è presente si distinguono pesci,
anfibi, rettili, uccelli e mammiferi(ordine segue il processo di evoluzione); se non è presente sono agnati.
La vita nasce da un brodo primordiale e si sviluppa in acqua, i pesci sono i primi vertebrati complessi, non
presentano polmoni o arti specializzati e sono eterotermi; passando agli anfibi si osserva un’evoluzione che
consiste nella capacità di respirare l’ossigeno dall’aria ma mantengono un contatto con l’acqua in quanto le
uova non riescono a sopravvivere sulla terra; la chiave di volta si osserva nel passaggio da anfibi e rettili che
sviluppano l’uovo amniotico ossia un uovo con guscio rigido che permette il passaggio degli elementi gassosi
(O2-CO2) ma impedisce il passaggio delle sostanze liquide(disidratazione); avvenuta la fecondazione,
l’embrione si sviluppa nel sacco amniotico contenuto nel tuorlo e protetto dal guscio.
Gli uccelli rappresentano l’evoluzione di sistemi e apparati fino a una specializzazione che porta ai mammiferi.
I cinque caratteri che distinguono i vari vertebrati tra loro e dai cordati invertebrati sono: presenza di vertebre;
evoluzione della mascella; comparsa dei polmoni; presenza di arti articolati; comparsa di un uovo amniotico.

PESCI: Forma affusolata e presenza di scaglie che ricoprono la pelle. Hanno delle pinne caratteristiche (pinne
pettorali, dorsale, caudale, anale, pelvica), un vescica natatoria(salire o scendere di livello, percepire i suoni) e
un celoma(area vuota tra il tubo digerente e il corpo esterno che permette movimenti). Hanno un sistema
nervoso dorsale e una linea laterale fatta di sensori che gli permettono di orientarsi nel nuoto. Utilizzano le
branchie per respirare (entra acqua tramite bocca e circolazione sanguigna assorbe ossigeno; le branchie
espellono CO2).
Riproduzione sessuata, sono per lo più ovipari; nelle prime fasi di vita si chiamano avannotti. A seconda delle
condizioni dell’habitat il colore e le sue caratteristiche possono cambiare.
ANFIBI: capaci di vivere sia in ambiente acquatico che terrestre (salamandre, tritoni, rane e rospi). Durante le
fasi embrionali devono vivere in ambiente acquatico e solo con la formazione adulta possono spostarsi sulla
terra(girini respirano l’ossigeno attraverso le branchie e non hanno zampe, la rana perde questa possibilità e
guadagna l’ambiente terrestre). Si riproducono attraverso deposizione di uova gelatinose che nutrono i girini.
RETTILI: completano evoluzione degli anfibi, ossia lo spostamento totale della vita sulla terra ferma. Sono
eterotermi e ovipari, hanno un corpo ricoperto di squame, respirano con i polmoni, la fecondazione è interna
attraverso l’uovo amniotico; piccoli autonomi. Non tutti vivono sulla terra ferma, si pensi alle tartarughe marine
che passano la maggior parte della loro vita in acqua ma depongono le uova sotto la sabbia.
I rettili si possono distinguere in: cheloni (tartarughe e testuggini), loricati (alligatori) e squamati (sauri con
zampe: sono lucertole, ramarri, gechi; ofidi senza zampe: bisce).
particolarità dei serpenti è che sono periodicamente sottoposti alla muta(cambio pelle) e sono capaci di
separare mandibola, mascella e anche le costole per inghiottire prede molto più grandi di loro.
UCCELLI: sono ovipari, sono omeotermi, hanno polmoni ben sviluppati, gli arti anteriori si sono modificati in ali
per permettere il volo(4 arti), l’ossatura è cava in modo da ridurre il peso e permettere il volo(molti hanno perso
questa caratteristica: pinguini e struzzi).
Rivestiti di penne(diverso da piume): composte da calamo(unisce penna al corpo), rachide, e barba(lamine
flessibili). Al di sotto delle penne c’è un sottostrato(piumaggio, grasso...) che permette di mantenere la
temperatura corporea (sotto le penne dei pinguini strato di grasso). Molti uccelli migrano verso zone più calde.
Pare che gli uccelli si siano evoluti da rettili preistorici predatori.
MAMMIFERI: sono i vertebrati più complessi con caratteristiche proprie molto diverse dagli altri vertebrati.
Corpo rivestito di peli, endotermi, vivipari, hanno mammelle per allattare. Tra i mammiferi si riconoscono:
monotremi (ovipari che allattano la prole: echidna e ornitorinco), marsupiali (prole completa lo sviluppo in
una sacca esterna al corpo della madre: canguro e koala) e placentati (embrione si sviluppa nell’utero dove
viene nutrito e ossigenato attraverso la placenta, collegata all’organismo della madre dal cordone ombelicale).
Tutti respirano attraverso i polmoni, hanno doppia circolazione sanguigna (trasporta sostanze per metabolismo
delle cellule e depura il sangue; circolazioni si incontrano nel cuore), hanno tutti i sensi sviluppati, si muovono
grazie agli arti, sono quasi tutti onnivori.
IL CORPO UMANO
Il corpo si divide in tre sezioni: piano sagittale mediano (destra e sinistra), piano frontale (anteriore e
posteriore) e piano trasversale (superiore e inferiore).
Nel corpo umano si trovano delle cavità, permesse dalla struttura scheletrica, che garantiscono la
conservazione e protezione di organi: cavità toracica(cuore, polmoni, esofago); cavità addominopelvica
(stomaco, fegato, intestino tenue e crasso, pancreas, milza, colon).
L’organismo umano è fatto da organi, costituiti da tessuti caratterizzati da un’origine comune che deriva dal
livello cellulare. Le cellule sono costituite da membrane e organuli, ognuno di questi raccoglie molecole
costituite da atomi.
Organizzazione gerarchica del corpo umano è costituita quindi da livelli: CHIMICO(atomi e molecole);
CELLULARE(unità base dei viventi); TISSUTALE(gruppi di cellule simili e matrice che le circonda); DI
ORGANO(più tessuti); DI SISTEMA(organi con funzioni comuni); DI ORGANISMO(insieme organi o apparati).

È importante sottolineare la seguente successione: cellule, cellule specializzate, tessuti, organi, sistemi o
apparati, organismo. Quando le cellule si riproducono attraverso i processi di meiosi con la spermatogenesi
e l’ovogenesi per generare i gameti che con la fecondazione portano allo zigote, nella fecondazione si genera
la prima cellula fecondata e da essa si sviluppano tutti i tessuti, gli organi ed apparati. Tuttavia, nella fase
iniziale di duplicazione essa origina tre strutture embrionali chiamate: ectoderma, mesoderma ed endoderma.
Questo perché da spermatogenesi si ottiene cellula aploide che feconda quella femminile e si ottiene lo zigote,
ottenendo una cellula in grado di dar luogo all’embrione col patrimonio genetico ricomposto. Dopo una
settimana si passa dallo zigote alla morula e blastocisti grazie alla duplicazione cellulare. Le blastocisti, a
seguito della gastrulazione, vanno a specializzarsi in foglietti embrionali primari: ectoderma (cellule
deputate al sistema nervoso, all’epidermide e i suoi derivati), endoderma (cellule epiteliali deputate al
rivestimento del tubo digerente, del fegato, della vescica ecc.) e secondari: mesoderma (darà luogo a
scheletro, muscolatura, apparato circolatorio, respiratorio ecc.).
Questa distinzione è importante per definire tessuti(insieme di foglietti embrionali), sistemi(più tessuti con la
stessa origine embrionale: sistema nervoso, sistema linfatico, sistema endocrino, sistema scheletrico, sistema
muscolare), apparati(più tessuti con origine embrionale diversa:apparato tegumentario, apparato
cardiovascolare, apparato digerente, apparato respiratorio, apparato urinario, apparato riproduttore).

I TESSUTI
Sono un insieme di cellule specializzate con struttura e funzioni simili. Si distinguono in quattro tipi:
EPITELIALE: composto da cellule di forma regolare, ha la funzione di rivestire, proteggere, produrre secreti e
ricevere stimoli. Presente in diverse parti del corpo(cavità nasale...), ricopre alcuni organi(polmoni, parete
intestinale ecc.). Si compone di derma(ricca di vasi sanguigni); ipoderma(riserve di grasso proteggono da
variazioni di temperatura esterne); epidermide (parte più esterna, barriera meccanica alle condizioni esterne).
CONNETTIVO: si distingue in: tessuto cartilagineo, tessuto osseo, sangue.
Il sangue è costituito per il 55 % dal plasma(acqua, proteine e sostanze di trasporto; sia sostanze nutritive che
di scarto) e dalla parte corpuscolata(globuli rossi, globuli bianchi,piastrine). I globuli rossi(prodotti nel midollo
osseo; forma biconcava) sono responsabili della colorazione rossastra del sangue dovuta alla presenza della
molecola dell’emoglobina, contenente ferro, in grado di complessarsi (legarsi stabilmente) con O2 e CO2
trasportandole nel sangue. Nella parte arteriosa (da cuore a cellule) l’emoglobina sarà ricca di O2, nella parte
venosa(da cellule a cuore) di CO2. I globuli bianchi(leucociti; prodotti nel midollo osseo) servono a difendere
l’organismo da virus e batteri. Le piastrine servono a saturare e coagulare il sangue in una parte lesa.
MUSCOLARE: permette il movimento. esistono tre tipologie di tessuto: striato(muscoli scheletrici e volontari),
cardiaco(aspetto striato ma muscolo involontario), liscio(muscoli involontari; organi interni). Si distingue tra
fibre rosse(resistenza) e bianche(velocità).
NERVOSO: riceve informazioni esterne, elabora e trasmette la risposta agli organi. Costituito da neuroni
(cellule eucariote con un nucleo e dei prolungamenti) in grado di trasmettere gli impulsi nervosi(sensoriali,
motori e interneuroni). Insieme ai neuroni, il tessuto nervoso è formato da cellule della glia che sostengono e
nutrono i neuroni.
ORGANI
Gli organi sono diversi ma tutti lavorano in sinergia al fine di compiere alcune funzioni:
- Funzione di controllo(sistema nervoso, endocrino)
Il sistema nervoso che coordina le varie parti del corpo e conduce gli impulsi nervosi dai recettori dell’encefalo
e dal midollo spinale, a muscoli e ghiandole, in risposta agli stimoli esterni.
Il sistema endocrino che regola la secrezione ormonale.
- Funzione sensoriale (sistema tegumentario, scheletrico e muscolare)
Il sistema tegumentario è formato da: epidermide (parte più esterna che impedisce l’ingresso di patogeni, la
disidratazione e la perdita di sali); derma che ha funzione di sostegno e nutrizione; ipoderma che è un tessuto
connettivo ricco di adipociti e funge da riserva energetica, isolante termico. Fanno parte del sistema
tegumentario anche peli, unghie e ghiandole e vengono detti annessi cutanei.
- Funzione di trasporto(sistema cardiovascolare, linfatico)
Il sistema cardiovascolare(cuore, vasi sanguigni e capillari) trasporta degli elementi nutritivi.
Il sistema linfatico(vasi in cui scorre linfa, linfonodi, organi linfatici primari e secondari) trasporta proteine, lipidi
e liquidi dallo spazio interstiziale dei tessuti al sistema circolatorio (non ha “pompa” come il cuore).
- Il mantenimento dell’organismo(linfonodi, metabolismo)
I linfonodi(elementi del sistema linfatico) sono determinanti per il mantenimento dell'omeostasi, ovvero la
capacità dell’organismo umano di reagire ai cambiamenti dell’ambiente esterno conservando quello
interno(equilibrio dinamico perché risposte sono modulate in funzione dello stimolo ricevuto).
A supporto dell'omeostasi vi è il metabolismo: l’insieme delle reazioni biochimiche che avvengono nelle
cellule e che possono essere di degradazione di sostanze inutilizzate e di sintesi di nuove molecole.
L’omeostasi regola: concentrazione di molecole nutrienti, O2 e CO2, rifiuti, pH (sangue e sudore), acqua, sali
ed elettroliti(membrana fosfolipidica); volume e pressione del sangue; temperatura corporea.
- Funzione riproduttiva
La funzione riproduttiva è svolta dal sistema riproduttivo maschile e femminile. Il primo è formato
da testicoli(produce gameti maschili), pene e ghiandole. Il secondo da ovaie(produce gameti femminili), utero,
vagina e genitali esterni.

SISTEMA SCHELETRICO
Ha funzione di mantenere la struttura del corpo, dare una forma, proteggere gli organi interni. Insieme ai
muscoli permette il movimento. Composto da 206 ossa legate tra loro dalle articolazioni.
Lo scheletro si può dividere in due parti:
-superiore detto scheletro assile (80 ossa; cranio, colonna vertebrale, gabbia toracica) che protegge il tessuto
nervoso del cervello e del midollo spinale, il cuore e i polmoni;
-inferiore detto scheletro appendicolare (126 ossa; ossa degli arti, scapole, clavicole, bacino).
Le ossa si distinguono sulla base della forma in: piatte(cranio, bacino, coste), lunghe(omero, femore),
brevi(polso, caviglia), irregolari(vertebre, mascella).
Normalmente le ossa hanno due epifisi che sono le estremità e una diafisi che si trova tra le due.
Le ossa principali da conoscere sono: clavicola, costole, sterno, vertebre, colonna vertebrale, bacino, femori,
rotula, tibia e perone, tarso, metatarso, falangi. Altre sono l’omero, il radio, l’ulna, il carpo, il metacarpo e le
falangi (pollice e alluce solo due falangi, le altre dita ne hanno 3: falange, falangina e falangetta).
Le ossa del cranio e del viso sono: osso frontale dall’arcata sopraccigliare fino al termine della fronte, le
ossa parietali ai lati del cranio, le ossa temporali tra l’occhio e sopra l’orecchio (collegate alla mandibola), la
mandibola in cui si innesta l’arcata dentale inferiore, la mascella in cui vi è l’arcata dentale superiore, gli
zigomi, l’osso etmoide (parte superiore del naso), il vomere che divide il naso in setto nasale destro e sinistro.
Le ossa lacrimali davanti agli occhi, l’osso sfenoide che collega l’osso frontale, le due ossa parietali e le ossa
temporali; l’osso occipitale che si connette alla colonna vertebrale, l’osso ioide che non si collega con altre
ossa ma supporta la lingua.
La gabbia toracica è fatta da dodici coppie di costole che trovano spazio tra lo sterno e la colonna vertebrale.
Quest’ultima è fatta da 33 ossa cave(vertebre; solo le prime 24 sono forate) e ad anello che permettono il
passaggio e la protezione del midollo spinale.

Il tessuto delle è composta dall’osso compatto(liscio e duro) ricoperto da una membrana esterna con nervi e
vasi sanguigni, e dall’osso spugnoso(resistente e leggero). All’interno delle ossa vi è il midollo osseo ossia la
sostanza in cui vengono prodotte nuove cellule.
La composizione chimica delle ossa è quella dei sali minerali(calcio, magnesio e ferro; componente
inorganica; danno durezza e resistenza), proteina dell’osseina (parte organica; incrementa elasticità e
resistenza).
Un tessuto più leggero che rientra nella classificazione di tessuto osseo è il tessuto cartilagineo: tipico dello
scheletro del neonato, ma con la crescita si osserva il fenomeno di ossificazione che trasforma la cartilagine in
ossa ad eccezione di alcune parti (naso, orecchie, giunture tra le ossa ecc.). sono fatte di cartilagine
Le articolazioni(punto di incontro tra due ossa), insieme ai legamenti(uniscono due o più ossa) e ai
tendini(collegano ossa ai muscoli) lavorano per il movimento e la postura del corpo.
Le articolazioni possono essere: fisse(come nel cranio), semimobili (come nelle costole) e mobili(a perno
come testa; a cerniera come gomito; a sfera come spalla). All’interno di quelle mobili c’è un liquido (liquido
sinoviale) che lubrifica il movimento contrapposto delle ossa.

I DENTI
Primo passaggio della digestione avviene nella bocca, quando il cibo viene meccanicamente aggredito dalla
masticazione e chimicamente dagli enzimi presenti nella saliva. La masticazione avviene attraverso il
movimento della mascella e della mandibola, dotate di una dentatura. I bambini hanno 20 denti da latte,
successivamente sostituiti dai 32 denti permanenti (16 per arcata). I denti si differenziano per forma e
funzione: 4 incisivi, 2 canini (affilati, per tagliare cibo) e 4 premolari, 6 molari (piatti, per masticare). Ciascun
dente ha: una radice che attraversa la gengiva, una corona che è la parte visibile sopra la gengiva e il
colletto che è lo strato tra corona e radice. La corona è ricoperta dallo smalto, un tessuto osseo che serve a
proteggere la zona della dentina che è dove vengono percepite le sensazioni, per arrivare alla nervatura
presente nella polpa. Nella bocca sono presenti molti batteri e risente del pH del cibo che ingeriamo, alla fine
della masticazione il pH della bocca è acido e questo rappresenta un motivo di corrosione dello smalto e della
dentina, provocando le carie. Necessario lavare bene i denti; il dentifricio ha elementi per eliminare acidità.

IL SISTEMA MUSCOLARE
Permette il movimento, protegge le ossa e gli organi interni, da una forma al corpo e aiuta al mantenimento
della temperatura corporea. I muscoli possono essere: volontari(striati; scheletrici muovere le ossa;mimici per
espressioni), involontari(lisci; controllati dal sistema nervoso autonomo) e cardiaci(involontario ma striato).
I muscoli da ricordare sono: bicipite, deltoide, retto dell’addome, quadricipite, trapezio, tricipite, bicipite
femorale, gemelli. Fondamentale è il diaframma che divide il corpo in parte superiore e inferiore oltre ad
essere un muscolo respiratorio.
Il movimento muscolare avviene quando un segnale arriva alle fasce muscolari dal sistema nervoso; i punti di
giunzione dei filamenti di miosina si attaccano quelli dell’actina e le permettono di muoversi(nel sarcomero);
spostandosi una sopra l’altra generano la contrazione muscolare.
I muscoli possono solo contrarsi, perciò per permettere ad un muscolo di tornare alla sua posizione iniziale vi
dovrà essere la contrazione di un muscolo in opposizione, detto antagonista(lavorano in coppia).
Movimenti resi possibili dai muscoli: flessione(avviciniamo ossa), estensione(allontaniamo ossa), rotazione,
abduzione(allontaniamo arto) e adduzione(avviciniamo arto).
I muscoli per svolgere queste funzioni necessitano di energia che ricavano dalla trasformazione degli alimenti
ingeriti vengono abbattuti dalla digestione in zuccheri(glucosio). Il glucosio in presenza di ossigeno si
ossida per formare anidride carbonica più acqua e fornire energia. C6H12O6 + 6O2 = 6CO2 + 6H2O + energia
Questa reazione è l’opposto di quello che, grazie all’energia prodotta dal sole, l’anidride carbonica e acqua
fanno nelle foglie per produrre glucosio e ossigeno nel processo di fotosintesi.
Nel corpo umano, questo processo di “bruciare” il glucosio in presenza di ossigeno per generare energia e
sostanze di scarto viene detto respirazione cellulare.
L’organismo per sopravvivere ha quindi bisogno di zuccheri provenienti dall’alimentazione, di ossigeno
proveniente dall’inspirazione ed espirare anidride carbonica che viene prodotto come sostanza di scarto dalla
respirazione cellulare. Queste contrazioni del muscolo, avvenendo in presenza di ossigeno, vengono chiamate
contrazioni aerobiche, al contrario sarebbero anaerobiche(con sforzo prolungato l’O2 scarseggia; glucosio
non può ossidarsi sviluppando quindi acido lattico che affatica il muscolo porta ai crampi muscolari).
Il lavoro muscolare genera calore, mantenendo la temperatura interna(dopo esercizio siamo accaldati).

APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
differenziato in base alla complessità dell’organismo: negli invertebrati ha un approccio primitivo con un
sistema aperto dove le sostanze nutrienti circolano in dotti che le conducono all’interno nell’organismo, nel
quale si disperdono senza completare un circuito. Nei vertebrati(mammiferi) la complessità è molto elevata: il
sistema è chiuso ed è gestito da un “motore” che pompa il liquido sanguigno all’interno di arterie (sangue ricco
di O2, dal cuore attraverso polmoni ai vari apparati, organi e tessuti) e vene(ricco CO2, verso il cuore).

Partendo dal cuore, le arterie hanno una sezione che diviene sempre più piccola, permettendo il
mantenimento della portata del liquido sanguigno(rosso), fino a divenire capillari(arrivano ad estremità
periferiche dell’organismo dove scambiano con cellule nutrienti e materiale di scarto). A questo punto per
ritornare al cuore i capillari diventano più grandi trasformandosi in vene ed entrando nel sistema venoso
(sangue bluastro per alta concentrazione di CO2 e poca O2). Si parla di circolazione doppia e completa(un
ciclo ossigena il sangue, l’altro lo distribuisce).

Il cuore è collocato nella gabbia toracica, dietro lo sterno, tra il polmone destro e il polmone sinistro(più
piccolo), leggermente spostato verso la sinistra del corpo. È rivestito da una parete detta pericardio, mentre la
sua parte interna è l’endocardio. È un muscolo involontario striato, batte tra le 72 e le 80 volte al
minuto in un organismo sano.
Il cuore è diviso in due aree non comunicanti:
-un atrio destro che raccoglie il sangue ricco di anidride carbonica; passa al ventricolo destro (se
atrio è aperto, ventricolo è chiuso e viceversa per pompare il sangue ai polmoni.)
Il sangue si avvia agli alveoli polmonari, dove all’altezza dei bronchi avviene lo scambio tra anidride
carbonica e ossigeno(introdotto nei polmoni con respirazione).
-A questo punto il sangue torna al cuore nell’atrio sinistro e attraversa il ventricolo sinistro per
essere pompato nel sistema arterioso e ossigenare i vari tessuti.
Il cuore pulsa, attraverso contrazioni (sistole) e dilatazioni (diastole). Nell’atrio destro le contrazioni spingono il
sangue, in quello sinistro lo accolgono; durante la dilatazione avviene l’opposto.

Le diverse funzioni svolte da questo apparato sono: trasporta O2 dai polmoni ai tessuti e CO2 in senso inverso;
distribuisce i principi nutritivi per la funzione delle cellule; trasporto di sostanze di scarto anche ai reni;
regolazione della temperatura corporea; risposta immunitaria(coagulazione con piastrine; anticorpi e leucociti
nel sangue; circolazione linfatica con linfonodi).

SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico è un network di condotti che attraversa il corpo e che gestisce lo spostamento della linfa
grazie al movimento muscolare(no cuore pompa). Nei condotti le valvole di non ritorno permettono il
drenaggio, ossia acquisire il liquido disperso(dai capillari) per ricondurlo nell’apparato cardiocircolatorio, solo in
un verso: dalla periferia alla gabbia toracica dove i vasi linfatici attraverso la vena succlavia reintroducono la
linfa dispersa nel sistema circolatorio. L’apparato cardiocircolatorio e il sistema linfatico lavorano in sincrono.
Il sistema linfatico attraversa i linfonodi ossia delle ghiandole che, insieme a adenoidi, tonsille, milza ecc.,
fungono da filtri per identificare e generare la risposta immunitaria a presenze estranee(linfa contiene proteine
nutrienti ma anche virus, patogeni ecc.). La risposta immunitaria è dovuta alla presenza delle cellule
immunitarie(macrofagi) che notano e valutano la presenza di agenti patogeni, rilasciano le citochine che,
disperdendosi attraverso i capillari, stimolano una risposta immunitaria(basofili e mastociti rilasciano istamina
che porta a vasodilatazione). Le ferite quindi si gonfiano (infiammazione) per permettere una maggior
irrorazione da parte del sangue e quindi il raggiungimento dei patogeni da parte di tutta la risposta immunitaria
che l’organismo genera. L’antigene permette di identificare un agente patogeno e permette la creazione degli
anticorpi specializzati alla sua rimozione.

I vaccini hanno lo scopo di attivare l’organismo e il sistema immunitario attraverso dei virus e batteri che sono
stati attenuati(resi inabili alla moltiplicazione), inattivati, disgregati, per riconoscere l’agente patogeno e
generare gli anticorpi. In questo modo l’organismo è pronto a combattere il virus non modificato.
Il principio alla base dei vaccini è l’immunità di gregge: più persone vaccinate meno si diffonde malattia.

APPARATO RESPIRATORIO
Diverso in base agli animali considerati: gli insetti più semplici respirano attraverso pori sulla pelle(permettono
di scambiare gas direttamente con l'esterno) e delle trachee; anfibi respirano attraverso fori che permettono il
passaggio dell’ossigeno attraverso un sistema branchiale o pseudo-polmonare, pesci attraverso le branchie
(separano ossigeno in acqua rilasciando anidride carbonica), mammiferi attraverso i polmoni.

L’apparato respiratorio permettere all’organismo di alimentare le cellule e la respirazione cellulare attraverso


l’ossigeno. La respirazione umana avviene in tre fasi:
- Ventilazione: attraverso inspirazione(porta aria dentro l’organismo, nei polmoni) e l’espirazione
- Respirazione esterna: scambio di gas tra aria e sangue(scambio gassoso polmonare). Negli alveoli
polmonari, i capillari del circolo venoso rilasciano l’anidride carbonica e acquisiscono ossigeno(introdotto con
inspirazione) dagli alveoli. Inspiriamo anche azoto, ma questo non si lega a niente.
- Respirazione interna: scambio di gas tra sangue e liquidi interstiziale(scambio cellulare). Ossigeno della
respirazione esterna viene portato alle cellule attraverso la circolazione arteriosa e viene emessa anidride
carbonica.
Successivamente il sangue della circolazione venosa, ricco di CO2, giunge ai polmoni dal ventricolo destro per
arricchirsi di O2 e rientrare in circolazione attraverso l’atrio sinistro.
Lo scambio di gas tra i capillari e gli alveoli è dovuto al principio degli scambi gassosi da zone ad alta(capillari)
pressione a zone a bassa pressione(alveolo).
All’interno dell’apparato circolatorio avviene il trasferimento di O2 e Co2 grazie all’emoglobina, ossia una
sostanza contenente ferro in grado di complessare(creare legame) temporaneamente sia O2 che CO2.
L’emoglobina si può però legare stabilmente con il CO; nocivo perché impedisce all’emoglobina di trasferire
O2(morte per mancanza di ossigeno).
I tempi di inspirazione sono di circa 2s, durante i quali abbiamo la contrazione del diaframma che resta attivo
per circa 3s di espirazione; questi tempi sono gestiti dall’encefalo in maniera involontaria.
La respirazione serve quindi per assumere O2, liberare CO2 e mantenere una omeostasi dell’organismo.

L’apparato respiratorio è costituito da due parti: superiore(naso, bocca, faringe); inferiore(laringe, trachea,
bronchi e polmoni).
Il primo elemento che agisce nella respirazione è il naso(due setti) che filtra, riscalda e umidifica l’aria. Ha
anche un ruolo nella percezione olfattiva(sostanze estranee) e nella modulazione dei suoni.
Dal naso l’aria si dirige verso la faringe che è separata dall’esofago dall’epiglottide, raggiunge la laringe,
attraversa la trachea e si distribuisce tra il bronchi destro e sinistro.
All’interno dei bronchi esiste una successione di capillari respiratori, ossia delle cavità dove l’aria inspirata si
diffonde raggiungendo il bronchiolo e riempiendo gli alveoli polmonari.
I polmoni sono organi spugnosi, protetti dalla cassa toracica, che si contraggono e dilatano.
APPARATO DIGERENTE
Consente di nutrire l’organismo, introducendo il cibo, degradandolo e scindendolo nei componenti base che
vanno ad alimentare, attraverso l’assorbimento, il funzionamento delle cellule.
Lo scarto viene eliminato dal corpo. Il processo digestivo può essere semplificato in:
-ingestione: cibo introdotto dalla bocca e demolito chimicamente e meccanicamente trasformandolo in bolo
-digestione: il bolo raggiunge lo stomaco e viene demolito nel chimo fino ad ottenere sostanze che possono
essere assorbite;
-assorbimento: le molecole dei nutrienti raggiungono le cellule del corpo
-eliminazione: ossia l’espulsione dei prodotti di scarto.
Il canale alimentare è unico(da bocca all'ano) ed è arricchito da ghiandole che intervengono nel processo.
Nella bocca il cibo viene spezzettato e attaccato chimicamente dall’enzima amilasi presente nella saliva; si
forma il bolo. Questo viene introdotto nell’esofago, sorpassa l’epiglottide e viene introdotto nello stomaco.
Alla fine dell’esofago vi è lo sfintere esofageo che impedisce il rigurgito del bolo e dell’acido dello stomaco.
Nello stomaco, il bolo viene digerito attraverso i movimenti dello stomaco, l’acido cloridrico che attiva
l’emissione di pepsina(enzima che attacca le proteine del cibo) e il bolo diviene chimo.
Prima di entrare nell’intestino, il chimo viene attaccato ulteriormente dalla bile prodotta dal fegato, conservata
nella cistifellea e dai succhi pancreatici che estraggono i principi nutrizionali dal chimo e ne riducono l’acidità.
A questo punto si passa nell’intestino tenue dove i nutrienti attraversano le pareti cellulari, vengono a
contatto con i capillari sanguigni ed assorbiti nell’organismo.
L’ultima parte è l’intestino crasso, in cui gli scarti vengono trasportati ed espulsi, avviene anche un’ultima
funzione di assorbimento di acqua e sali. Una parte dell’intestino, importante in giovane età per il controllo
della digestione, è l’appendice; la sua infiammazione è causata da accumulo di rifiuti ed elementi non smaltiti.

IL METABOLISMO
Per sopravvivere l’essere umano necessita di risorse energetiche che alimentano il metabolismo, ossia
l’insieme delle reazioni(anaboliche di sintesi e cataboliche di degradazione) a livello cellulare.
Il metabolismo si distingue in:
-basale(MB): per reazioni minime necessarie alla sopravvivenza: muscoli involontari e respirazione.
Dipende da diversi fattori(sesso, massa corporea, età) e in generale corrisponde al 60% dell’intero dispendio
energetico. Può essere calcolato in maniera molto approssimativa: per l’uomo 1 kcal per ogni kg di massa
corporea per ogni ora(24); per la donna a 0,95 kcal per ogni kg di massa corporea per 24h/gg.
-basale a riposo(MR): riconducibile alla azione dinamico specifica: masticazione, digestione, assorbimento,
trasporto, metabolismo dei nutrienti. Differente in base all’alimentazione: proteine richiedono più lavoro di
grassi e carboidrati. MR = MB + 25%MB
-di lavoro(ML): energia necessaria per lo svolgimento di lavoro muscolare. Per valutarlo occorre considerare:
peso dell’individuo, il costo energetico dell’attività e la sua durata in ore(camminata lenta= 150/230 kcal/ora;
lavoro d’ufficio=125/310 kcal/ora; attività sportiva= 480/625 kcal/ora).

La somma dei tre metabolismi ci fornisce il fabbisogno energetico totale, ovvero l’apporto di energia
necessario a compensare il dispendio energetico di un individuo nelle 24 ore.
In base al bilancio tra calorie introdotte e consumate l’individuo acquisisce peso o meno.
L’assunzione di alimenti fornisce energia, mentre l’attività umana ne determina un consumo. L’energia viene
espressa in: joule(lavoro compiuto dalla forza di 1 Newton per spostare un corpo di 1m lungo linea d’azione);
o kcal,(calore necessario per portare 1kg di acqua distillata da 14,5 °C a 15,5 °C; 1kcal = 4,184kJ).
L’indice di massa corporea(IMC) è il rapporto tra massa e la statura in cm2 e a seconda delle fasce in cui
rientra il soggetto possiamo verificare se sia sottopeso o meno.
Per il metabolismo è fondamentale la dieta e il suo bilanciamento: 12% proteine; 60% carboidrati
(polisaccaridi complessi in maggioranza rispetto a quelli semplici; cereali e legumi> frutta e miele); 25% grassi.
A questi si aggiungono i micronutrienti, come il ferro, necessario per la produzione dell’emoglobina(proteina
presente nei globuli per trasportare l’ossigeno). Esistono alimenti che ne favoriscono l'assorbimento se presi
contestualmente(arance, pomodori, broccoli...) e altri che lo inibiscono(cioccolato, tè, zuccheri...).
IL SISTEMA NERVOSO
Permette di elaborare le informazioni che arrivano al nostro corpo e coordinare le risposte che mette in atto;
gestire le funzioni del corpo e pensare.
Si distingue in: centrale(encefalo con cervello, cervelletto e midollo allungato; midollo spinale);
periferico(nervi) e autonomo(indipendente dalla nostra volontà; simpatico e parasimpatico).

Nell’equilibrio omeostatico(stato di benessere) dell’organismo, a un impulso che genera un segnale nel


sistema simpatico ne corrisponde uno nel parasimpatico. Il sistema nervoso simpatico si attiva in situazioni di
emergenza e stress, determina l’attività di molti organi attraverso il rilascio dell’adrenalina; il sistema nervoso
parasimpatico riassorbe l’adrenalina, con l’ausilio dell’acetilcolina(neurotrasmettitore) riportando l’equilibrio.

I recettori sensoriali ricevono stimoli di diversa natura: meccanocettori(modifiche meccaniche);


chemiocettori(recettori dell’olfatto); fotocettori(luce); termocettori; nocicettori(dolore); osmocettori(pressione
osmotica dei liquidi corporei); barocettori(pressione). Esistono a livello dell’epidermide dei sensori che
permettono di rispondere al tatto; così come nell’occhio ci sono i fotorecettori, che percepiscono la luce.

L’occhio è formato da bulbo oculare, pupilla, cornea, corpo vitreo e nella parte posteriore la fovea, ossia la
parte in cui la radiazione luminosa si concentra e viene percepito lo stimolo. In quest’area si trovano i coni
(riconosce i colori: R, V, B) e bastoncelli (percepire l’intensità luminosa).
L’organo deputato al senso dell’udito è l’orecchio, composto da orecchio: esterno (padiglione auricolare,
condotto uditivo fino al timpano); medio (tre ossa: incudine, martello e staffa risentono della vibrazione della
membrana detta timpano e permettono trasmissione delle onde sonore verso l’orecchio interno); interno (un
liquido viscoso risente delle vibrazioni e le trasporta al cervello attraverso il nervo acustico).
Il naso presenta dei sensori sofisticati in grado di percepire 10.000 odori diversi; contribuisce a percezione del
gusto.
La lingua è dotata di papille gustative distribuite sulla sua superficie, in grado di valutare: dolce, salato, amaro,
aspro e l’umami(sapore di glutammato). Ogni area corrisponde ad una o più di queste sollecitazioni.

APPARATO RIPRODUTTORE
La riproduzione negli esseri umani ha tre caratteristiche: sessuata; vivipari(embrione si sviluppa interamente
nel corpo della madre), la fecondazione interna alle vie genitali femminili, .
La fecondazione comporta la trasformazione di cellule aploidi (ovulo e spermatozoi ognuno con metà del
bagaglio genetico complessivo) in cellule diploide che producono lo zigote.
I processi di formazione di spermatozoi e ovulo vengono chiamati spermatogenesi e oogenesi.
Gli spermatozoi vengono prodotti nei testicoli e portati attraverso l’eiaculazione fuori dal pene. Sono composti
da testa(contiene DNA) con acrosoma(di protezione, per passare attraverso rivestimento ovocita); regione
intermedia; coda(flagello per muoversi).
L’ovulo si forma nelle ovaie. Questo processo è innescato dall’ormone follicolo-stimolante(gestito da ipofisi);
ovulo e follicolo si ingrossano finchè il follicolo scoppia e l’ovulo viene spinto lungo la tube nella parte interna
dell’apparato femminile.
Ormoni principali sono:ormone follicolo-stimolante(inizio ciclo); da 7°gg sostituito da estrogeni e progesterone
(prodotto in ovaie); da 12° a 16°gg fase di ovulazione con produzione ormone luteinizzante(da ipofisi).

Raggiunto l’ovulo e penetrata la membrana cellulare lo spermatozoo rilascia il corredo genetico maschile che
si fonde col nucleo femminile formando lo zigote. L’ovulo fecondato si deposita nell’utero e accresce(se c’è
fecondazione corpo luteo produce progesterone per supportare sviluppo; altrimenti no, ovulo muore e viene
espulso con le mestruazioni). Dallo zigote, con divisione cellulare si arriva alle blastocisti e a specializzazione
dei foglietti tessutali(organi, sistemi e apparati).
Il feto si sviluppa nella placenta (membrana semipermeabile; passaggio sostanze nutritive attraverso
circolazione arteriosa materna e scarto di rifiuti attraverso quella venosa.) e si nutre attraverso il cordone
ombelicale. Alla fine della gravidanza l’ormone dell’ossitocina stimola le contrazioni dei muscoli dell’utero
favorendo il parto. Il primo vagito (pianto) fa uscire il liquido amniotico dai polmoni facciano e permette
l’introduzione dell’aria. Ultimo passaggio è il taglio del cordone ombelicale.

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