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CHIMICA BASE

Scienza ampia che si occupa dello studio delle sostanze a partire dagli elementi che li compongono,
valutandone la struttura, la composizione molecolare, le proprietà e le trasformazioni che possono incorrere.
L’etimologia deriva da un termine arabo che indica legare, fondere insieme, ma altre teorie indicano una
origine cinese che significa “succo per fare l’oro”.
La chimica nasce già in antichità coi filosofi greci che intuiscono la presenza di un’unità base nella struttura
della materia: atomo.
Spesso in passato chi si occupava di chimica era allontanato perché ritenuto pericoloso, specialmente in certi
contesti religiosi.
Con l’affermazione in europa dei principi dell’illuminismo(XVIIIsec.) si sviluppa il metodo razionale e
scientifico. Lavoisier approcciò la nomenclatura chimica abbattendo l’idea del flogisto: una sostanza
sconosciuta sprigionata dalla combustione della materia.
Il principio di Lavoisier corrisponde alla legge di conservazione della massa e rappresenta la base della
chimica moderna: nulla si crea né si distrugge, ma si trasforma(quantità in gioco prima e dopo una reazione
devono essere uguali).

Il metodo scientifico è il risultato della curiosità e quindi delle domande che ne scaturiscono e delle risposte
che riusciamo a fornire attraverso conoscenze già note, ipotesi e verifiche sperimentali. Il risultato ottenuto
dovrà essere pubblicato per permettere ai posteri di poter continuare l’investigazione.
Affinché tutto ciò possa essere sviluppato è necessario disporre di un linguaggio comune, per tale ragione si
utilizzano la tavola periodica e il Sistema Internazionale per esprimere le grandezze misurabili(estensive se
dipendono dalle dimensioni e si possono sommare o sottrarre: massa, volume, lunghezza, area; intensive se
non dipendono da dimensioni e non possono essere sommate o sottratte: temperatura, densità, peso
specifico, molarità...).
Le misure fondamentali sono:
lunghezza(m): distanza tra due punti; il metro corrisponde alla distanza che percorre la luce nel vuoto
in 1/299792458s;
massa: quantità di materia, cioè tendenza ad opporsi a variazione del proprio stato di quiete o moto;
kg;
tempo(s);
corrente elettrica(A);
temperatura(K=°C+273.15°C): indica agitazione delle particelle che costituiscono un corpo; acqua
distillata a livello del mare bolle a 100°C e fonde a 0°C; °F=°C*1,8+32. Temperatura indica uno stato
termico ma non rappresenta il calore, che è un'energia e viene espresso in Joule;
quantità di sostanza(mole: mol);
intensità luminosa(candela: cd).
Dalle unità fondamentali si possono ottenere quelle derivate(m2:...); tra queste ricordiamo il volume che si
misura in m3 sebbene alcune volte si utilizzi il l(perchè 1l=1dm3) e il peso(forza= m*a; varia in base
all’accelerazione; N) che spesso viene confuso con la massa; la densità è il rapporto tra massa e
volume(g/cm3).
Multipli e sottomultipli si utilizzano per grandezze troppo grandi o piccole, anche in scrittura esponenziale.

Le caratteristiche di uno strumento, necessario per rilevare grandezze sono:


-portata: massimo valore che può misurare lo strumento
-sensibilità: il più piccolo valore che lo strumento può distinguere(sensibilità righello=1mm quindi non potremo
dire di aver misurato 2,15cm perché sovrastima la sensibilità dello strumento stesso). La sensibilità ci indica
anche l'incertezza cioè l'errore minimo(sensibilità = 1mm, errore =+- 1mm; misura= 2cm +- 0.1cm).
Nel segnare una misura prendiamo in considerazione solo le cifre significative: numeri diversi da 0; 0 compresi
fra due cifre significative; 0 a destra di una cifra decimale diversa da 0(in base a sensibilità). Sommando due
misure con sensibilità differenti, dovrò considerare le cifre decimali fino a quella relativa alla sensibilità minore.
Nel caso di una moltiplicazione si effettua stesso ragionamento, ma sul numero di cifre significative. Nel caso
la moltiplicazione sia tra una misura e un numero, considero cifre significative della misura(arrotondando).
SOSTANZE E MISCELE, LA MATERIA
Ogni sostanza ha proprietà fisiche(possiamo misurarle senza cambiare l’identità della sostanza; colore,
durezza...) e chimiche(descrivono il modo in cui una sostanza reagisce per formarne un’altra;
infiammabilità...).
La materia si propone in stato di aggregazione solido(volume e forma propria; incomprimibile; alta densità),
liquido(volume proprio ma non forma; incomprimibile; media densità), aeriforme(né volume né forma propria;
comprimibile; bassa densità). Esiste anche un altro stato: plasma(gas ionizzato).
La materia può passare da uno stato all’altro: fusione(solido-liquido); congelamento(liquido-solido);
evaporazione(liquido-gas); condensazione(gas-liquido); brinamento(gas-solido); sublimazione(solido-gas).

In un processo endotermico il sistema assorbe calore per passare ad una temperatura più alta,
trasformandosi di stato in stato; il processo opposto in cui rilascia calore e scende di temperatura si dice
processo esotermico.

Esistono delle sostanze pure che hanno una composizione fissa e non possono essere separati con metodi
fisici; hanno caratteristiche proprie e possono essere gli elementi stessi(O,C,H...) o i composti. La
trasformazione tra elementi e composti si ottiene attraverso delle reazioni chimiche(H20).
La materia però è caratterizzata anche da miscele, ovvero l’unione di più elementi e composti tra loro. Queste
possono essere omogenee(soluzione composta da un soluto minore e un solvente maggiore; componenti
indistinguibili; acqua e ossigeno, acqua e zucchero) o eterogenee(componenti facilmente riconoscibili detti
fasi e distinguibili grazie a superfici di separazione; acqua e sabbia, acqua e olio).
Le miscele omogenee possono essere fatte anche tra sostanze solide, come l'ottone(rame, zinco)o il
bronzo(rame, stagno).
Miscugli eterogenei particolari sono invece la schiuma(gas in liquido, come panna montata che incorpora aria);
nebbia(aria e acqua); fumo(polveri e gas); emulsione(liquidi immiscibili sbattuti energicamente).
Esistono anche i colloidi(albume, gelatina, budino) che non si riconoscono a causa delle dimensioni ridotte.

Tutti i prodotti miscibili tra loro hanno un limite oltre cui non possono andare: saturazione
La solubilità è la quantità massima di soluto che si può sciogliere in una determinata quantità di solvente ad
una certa temperatura).
Le soluzioni con piccole quantità di soluto si dicono diluite, con elevata quantità sono concentrate
(concentrazione è il rapporto tra solvente e soluto disciolto). La concentrazione di una soluzione si esprime
tramite %m/m(della soluzione proposta rispetto a 100 parti di massa del soluto avremo tot parti di solvente)
oppure %m/V(massa/volume) o ancora %V/V(volume/volume).

Le miscele possono essere separate tra loro attraverso diverse tecniche:


-filtrazione: grazie alla differenza di dimensioni delle particelle separa i miscugli eterogenei(un componente
solida e una liquida o comunque tale da superare porosità del filtro) attraverso dei filtri
-decantazione: lasciando riposare il miscuglio si separano grazie alla differenza di densità
-cristallizzazione: coi passaggi di stato sfrutta la diversa solubilità nei solventi
-distillazione: sfrutta la diversa volatilità(volatilità è maggiore se evapora a basse temperature). Liquido con
maggiore volatilità della soluzione raggiunge lo stato gassoso(grazie al calore) che scorre poi in un tubo
refrigerante in cui condensa e viene raccolto in un recipiente.
-estrazione: tratta i componenti con trasformazioni fisiche per separarli
-imbuto separatore: per separare liquidi di diversa densità(liquido più pesante passa per primo)
-estrazione: permette di estrarre d un miscuglio il principio attivo(te, camomilla)
-centrifugazione: grazie alla differenza di densità separa i miscugli eterogenei(favorisce deposizione del
particolato sfruttando la forza centripeta)
-cromatografia: per diversa adsorbibilità separa i miscugli omogenei(un colore corre lungo un supporto,
trascinato da un solvente, a diverse velocità)
ATOMO
Secondo la teoria atomica, l’atomo è il costituente base della materia. Ogni atomo si combina tra loro creando
le molecole.
La teoria di Dalton poggia su 5 punti:
-materia costituita da atomi;
-atomi indivisibili(errato)
-atomi puri sono identici tra loro(H = O; tuttavia noi sappiamo che esistono anche isotopi ovvero atomi con
uguale numero atomico ma diverso numero di massa, quindi uguale numero di protoni ma neutroni in più)
-atomi di elementi diversi hanno caratteristiche masse differenti
-atomi di elementi diversi combinati tra loro formano atomi composti(sostanze più complesse)

1904 Thompson propone un modello atomico in cui fa riferimento anche alla particelle subatomiche. Ipotizza
atomo come una sfera carica positivamente con all’interno elettroni negativi uniformemente distribuiti che
ne annullano la carica.

1911 Rutherford elabora un modello atomico nucleare, colpendo una sottile lamina d’oro attraverso un
fascio di particelle alfa per rilevare poi il comportamento attraverso schermo rilevatore. Se l’atomo fosse stato
uniformemente carico le particelle sarebbero dovute rimbalzare sulla lamina(comportamento unico), ma in
realtà la maggior parte la attraversavano. Se ne conclude che le particelle riuscivano a passare nello spazio
vuoto lasciato tra le orbite degli elettroni distanti dal nucleo e il nucleo stesso; alcune radiazioni che
casualmente intercettavano il nucleo erano deviate o riflesse. Introduce quindi l’idea di un atomo
essenzialmente vuoto, in cui nel nucleo si trova la maggior parte della massa(protoni), mentre gli elettroni,
distribuiti esternamente al nucleo rendeno l’atomo stesso permeabile alle particelle.

Secondo l’atomo di Bohr il nucleo(protoni) rappresenta la parte più densa dell’atomo, ma gli elettroni esterni
sono posizionati a distanze prestabilite su delle orbite misurabili, definendole come aree in cui elettroni
possono trovarsi rispetto al nucleo, caratterizzate dal numero quantico principale(massa atomica su tavola
periodica). Per il principio energetico l’atomo tende ad occupare il livello quantico con contenuto energetico
minore(stato fondamentale), tuttavia esistono casi in cui l'elettrone può spostarsi a livelli superiori finché
sottoposto a determinate sollecitazioni(stato eccitato).

Quindi in realtà gli atomi sono costituiti a loro volta da particelle subatomiche che ne costituiscono le
proprietà fondamentali: protoni(carica positiva), elettroni(carica negativa uguale a quella di protoni e massa
molto più piccola), neutroni(massa analoga a protoni ma privi di carica). All’interno del nucleo si trovano
protoni e neutroni(detti anche nucleoni), mentre gli elettroni esterni al nucleo ruotano attorno allo stesso, su un
orbitale(in realtà è regione di spazio con 90% di possibilità di trovare elettrone secondo teorie più moderne).
Un atomo per essere tale deve essere elettricamente neutro, quindi se c’è una carica positiva ce n’è una
negativa.

DISPOSIZIONE DEGLI ELETTRONI


Se nel nucleo troviamo i protoni, al suo esterno si trova un numero
uguale di elettroni.
In ogni orbita possono starci al massimo due elettroni, seguendo
l’ordine dall’orbitale con più basso contenuto energetico.
Dal numero atomico(Z; pedice sx; tav periodica) ricaviamo il numero
di protoni e quindi di elettroni di un atomo. Il numero di massa(A; apice
sx) ci indica invece la somma di protoni e neutroni.
All’interno di ogni quadretto possiamo quindi rappresentare due
elettroni: il primo con una freccia verso l’alto(ruota su sé stesso in
senso orario), il secondo verso il basso(senso antiorario).
Secondo la regola di Hund gli elettroni si distribuiscono in modo da occupare prima il maggior numero di
orbitali(prima tutte frecce su, poi giù per ogni orbita).
L’idrogeno(H) ha 1 elettrone e si indica con 1s1(configurazione elettronica totale dell’elemento);
Il litio(Li) ha 3 elettroni e si indica con 1s22s1 (disegnare tutto il livello anche se parte resta vuoto)
Gli elementi appartenenti allo stesso gruppo(verticale) hanno lo stesso numero di elettroni nell’orbita più
esterna, indipendentemente dal livello(H e Li) e si comportano tutti alla stessa materia: l'idrogeno si lega con
l’ossigeno creando H2O; così il litio(stesso gruppo di idrogeno)si lega con l’ossigeno creando Li2O.

Un’altra forma di rappresentazione è la configurazione di Lewis, ovvero immaginiamo un quadrato attorno


all’elemento, sopra il quale disegneremo i nostri elettroni presenti nell’orbita più esterna:

Il Li nella sua orbita più esterna ha 1 elettrone(2s1); il neon


8(2s22p6). Gli otto elettroni presenti nell’orbita più esterna(guscio
di valenza) del Neon gli permettono di raggiungere la stabilità e
introducono la regola dell’ottetto.
Il gruppo di appartenenza ci indica già quanti saranno gli elettroni
di valenza(quelli + esterni; gruppo1-1elettrone; gruppo2-2...).
Gli elementi chimici tendono, prendendo o cedendo elettroni(crea legami chimici), a raggiungere questa
configurazione(per avere stabilità elettronica). Prendono gli elettroni(6 e 7 gruppo) per raggiungere
configurazione del gas nobile più vicino, ma gli elementi più distanti dai gas nobili(1, 2 e 3 gruppo) dovrebbero
prenderne troppi con relativo dispendio energetico, così li cedono. Quando ciò accade gli atomi acquisiscono
una carica(positiva se cede elettrone, negativa se lo prende) diventando uno ione.
Più le orbite aumentano più si distanziano dal nucleo, aumentando la dimensione dell’atomo(raggio). Il nucleo
esercita quindi una forza di attrazione minore sull’elettrone esterno, che verrà ceduto più facilmente.

Le specie chimiche che non hanno necessità di combinarsi con altre sostanze per raggiungere la stabilità(gas
nobili) hanno l’orbita piena(He; 2 elettroni; 1s2; orbita piena; livello energetico diverso da orbita)
Negli elementi dal 2° gruppo in poi avviene il fenomeno dell'ibridazione in cui: promuovendo un elettrone
dall’orbita più passa ad una leggermente più alta, acquisisce una capacità maggiore di combinarsi con altri
elementi per completare la propria configurazione elettronica(livello energetico esterno completo; stabile).

Ovviamente si disegnano in nero, senza


evidenziarli.

Dalla configurazione elettronica, alla


configurazione di Lewis alla
rappresentazione atomica

Noi ci occuperemo dei primi 3 periodi(orizzontale) della tavola periodica che si definiscono di tipo A, perché poi
ci sono parti meno citate detti elementi di transizione: lantanidi, attinidi e area centrale arancione chiaro.

ISOTOPI
Atomi con uguale numero atomico(basso sx) ma diverso numero di massa(alto sx), quindi uguale numero di
protoni ma neutroni in più.
Oltre agli isotopi del carbonio 126C (6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni)
13
6C (6 protoni, 7 neutrone e 6 elettroni)
14
6C (6 protoni, 8 neutroni e 6 elettroni)
ricordiamo anche l’idrogeno: 11H idrogeno 1 protone, 0 neutroni e 1 elettrone(per bilanciare carica positiva),
2
1H deuterio 1 protone, 1 neutrone e 1 elettrone, raro
3
1H trizio 1 protone, 2 neutroni e 1 elettrone, artificiale e instabile
Gli isotopi non sono presenti sulla tavola periodica.
L’unità di base della massa atomica(uma) è 1/12 della massa di carbonio 12. Quella indicata sulla tavola
periodica è la media ponderata rispetto alla diffusione dei diversi isotopi in natura
TAVOLA PERIODICA
Presenta elementi distribuiti in funzione del loro numero atomico(numero protoni nel nucleo), partendo dal più
basso. Prevede la distinzione in periodi(orizzontalo) e gruppi(verticali).
Si distingue in aree ben precise rispetto alla “linea diagonale”(parte dal Boro B) in metalli a sinistra(duttili e
malleabili; conduttori di calore corrente; solidi. Eccezione è H che non rappresenta nessuna delle
caratteristiche ma possiede solo un protone; altra eccezione è il mercurio Hg che è liquido ma è un metallo) e
non metalli a destra(l’opposto dei metalli).
L’ultimo gruppo è quello dei gas nobili che non reagiscono tra loro nè con altri elementi perchè hanno la
configurazione ad ottetto completa(no necessità acquistare o cedere elettroni).
Sostanze della stessa natura, salvo poche eccezioni, non si legano fra loro. Normalmente quindi le reazioni
avvengono tra metalli e non metalli.

Le proprietà che caratterizzano la tavola periodica sono:


-raggio atomico scendendo nello stesso gruppo l’atomo ha un raggio atomico maggiore, dato che possiede
un’orbita in più; spostandoci a destra nel periodo invece diminuisce perché la polarizzazione tra nucleo e gusci
esterni e la loro capacità di attrazione compatta gli elettroni. Quando l’atomo si trasforma in ione perde
l‘elettrone nel guscio più esterno diventando più piccolo o guadagna un elettrone diventando più
grande(raggio ionico).
-energia di ionizzazione è l’energia necessaria a estrarre un elettrone da un atomo neutro
-affinità elettronica è l’energia emessa da un atomo neutro per addizionare un elettrone
-elettronegatività è la tendenza di un atomo ad acquistare elettroni(elementi più in alto a destra, escludendo
gas nobili, sono più elettronegativi; meno elettronegativi in basso a sinistra). L’elettronegatività del F è più forte
di quella del Cl perchè il primo possiede un’orbita in meno e quindi meno schermatura nei confronti di altri
elettroni esterni.
-carattere metallico conducibilità, duttilità, malleabilità

LEGAMI FORTI
Un legame può essere:
-ionico: quando un elemento cede completamente l’elettrone a causa della differenza di
elettronegatività(maggiore o uguale a 1,7). Rappresenta la forza di attrazione elettrostatica tra ioni di carica
opposta che forma una struttura cristallina molto stabile. Non avendo più numero protoni=numero di elettroni i
due elementi non sono più atomi, ma ioni( H+F-; catione+, anione-; cambiano dimensioni).
Questi legami sono responsabili della conducibilità delle soluzioni acquose a causa della differenza di
potenziale generata da una batteria gli ioni vengono attratti dal polo opposto dando luogo al passaggio della
corrente.
-covalente: trattiene elemento vicino per condividere elettrone ma non riesce a strapparlo. Può essere a sua
volta definito eteropolare o polare(forze non si pareggiano nell’attrazione tra i due atomi; 0,5-1,7) o
omopolare o apolare(forze si pareggiano nell’attrazione tra i due atomi; <0,5).
Alcuni elementi possono legarsi tra loro creando molecole biatomiche(O2: O=O ; N2: N ≡ N...) con un legame
apolare e gli elettroni distribuiti simmetricamente tra i due.
-metallico: aggregato geometricamente ordinato di cationi immersi in una nube di elettroni. La corrente sfrutta
la mobilità degli elettroni all’interno della struttura per muoversi

L’unione di atomi metallici con non metalli formano legami ionici; atomi di non metalli con differenza di
elettronegatività elevata formano legami covalenti polari; atomi di non metalli con differenza di elettronegatività
bassa formano legami covalenti apolari; atomi di metalli fra loro formano legami metallici.

Il numero di ossidazione ci indica quanti elementi possono essere strappati o ceduti: nel caso dell’idrogeno
può assumere + o - 1 in base agli elementi con cui si relazione: se con elementi più elettronegativi(in grado di
strappare elettrone) sarà +1, altrimenti -1
Proviamo a combinare i metalli coi non metalli:
-Al Fluoro manca un solo elettrone per raggiungere la configurazione elettronica del Neon;
l’Idrogeno è ben disponibile a cederlo per raggiungere la configurazione elettronica dell’Elio.
Condividendo gli elettroni non solo si realizza il legame, ma vengono soddisfatte entrambe le
richieste degli elementi.
Questi due elementi danno origine a nuova molecola: acido(inizia per H) fluoridrico(idrico
perché non ha ossigeno).
-Se consideriamo il Sodio e il Cloro avremo che il Sodio andrà a cedere il suo elettrone formando NA+Cl-
questo in base alla differenza di elettronegatività che concede la forza sufficiente per strapparlo.

Nell’acqua(H2O, per ogni ossigeno ci sono due idrogeni) perchè per raggiungere la
configurazione ad ottetto O ha bisogno di due elettroni e quindi serve un H in più. A causa di
fenomeni di polarizzazione(ossigeno molto più elettronegativo di H) gli elettroni scambiati tra
legami di H e O sono molto più prossimi all’ossigeno, quindi H si carica debolmente in
maniera negativa, mentre O si carica debolmente in maniera positiva.
Queste differenze di cariche permettono delle interazioni fra molecole d’acqua(legame a
ponte di idrogeno) che forniscono caratteristiche specifiche: temperatura di ebollizione perché il calore rompe il
legami; se abbassiamo la temperatura i legami diventano rigidi impedendo avvicinamento ed
espandendosi(ghiacciando acqua aumenta volume); ghiaccio galleggia perchè non contiene sali e perché ha
minore densità(d=m/V; dovuto ad espansione dei legami e quindi all’aumento del volume).
Le molecole di acqua allo stato gassoso sono più libere di muoversi, passando allo stato liquido diventa più
ordinata e allo stato solido ulteriormente. Questo perchè più la temperatura diminuisce più le interazioni
elettrostatiche, anche fra molecole di acqua diverse(H attratto da O), diventano veri e propri legami a ponte di
idrogeno(legami deboli; ossigeno non sarà mai vicino a un altro ossigeno; nè H vicino ad altro H; acqua
occupa volume maggiore perché compattandosi potrebbero trovarsi vicini). Questo non può accadere nelle
sostanze apolari(passando da stato aeriforme a liquido a solido si compattano e il volume diminuisce)
La struttura dell’acqua è legata alla sua configurazione elettronica: ossigeno ha due coppie di elettroni non
impegnate con altre particelle e altri due elettroni liberi di legarsi per formare quello che sarebbe la sua
configurazione migliore(ottetto). L’idrogeno è invece caratterizzato di un elettrone libero; per completare la
configurazione elettronica dell’ossigeno mi serviranno quindi due atomi di idrogeno: H2O. L’angolo che si
formerà tra i due atomi di H sarà di circa 104° a causa della repulsione esercitata dalle coppie di elettroni già
presenti sull’ossigeno(struttura non lineare). Inoltre essendo l'elettronegatività dell'ossigeno maggiore di quella
dell'idrogeno(differenza maggiore di 0,4), gli elettroni dell’H saranno maggiormente attratti dall’O, per cui si
indicherà O- H+. La risultante sarà che l’acqua è polare(risultante delle forze non è 0 perché ci sono due di H
che danno 2 elettroni). SIMILE SCIOGLIE SIMILE quindi sostanze polari ne sciolgono solo altre polari e
sostanze apolari ne sciolgono altre apolari(anidride carbonica non si scioglie in acqua).
Il pentano(composta da 5 elementi di carbonio; idrocarburo), apolare, non si scioglie in acqua; il cloruro di
sodio che è polare sì.

LEGAMI DEBOLI
Il più importante è il legame a ponte di idrogeno, che si genera come attrazione elettrostatica(interazioni di
Van der Waals) tra H di una molecola di acqua e O di un’altra molecola. Sono legami intermolecolari che
generano forze importanti

NOMENCLATURA TRADIZIONALE CHIMICA INORGANICA


Un metallo(M) che reagisce con l’ossigeno forma un ossido(MO), mentre
un non metallo(X) forma un anidride(XO). Un ossido che reagisce con
l’acqua forma un idrossido(M(OH)); un anidride forma un acido(HXO).
Un acido reagisce con un idrossido formando un sale più acqua.
Un idrossido avrà sempre un pH(valore di acidità di una soluzione
acquosa; peso dell'idrogeno) superiore a 7(basico; 7.1-14); un acido
invece avrà un pH acido(0-6.9).
Per scrivere un composto chimico si scrive prima l’elemento del metallo e poi gli altri; il numero di ossidazione
del metallo diventa l’indice del non metallo e viceversa; se gli indici hanno un comune divisore si semplifica.
Ovviamente bisogna ricordare quali sono i numeri di ossidazione da considerare: per gli elementi del primo
gruppo sarà 1; per quelli del secondo 2; per quelli del terzo 3; il carbonio del quarto gruppo avrà 4 e 2; l’azoto
e il fosforo del quinto gruppo 3 e 5; nel sesto gruppo l’ossigeno ha -2 mentre lo zolfo 4 e 6; nel settimo gruppo
il fluoro ha sempre -1, gli altri 1, 3, 5 e 7.

Facciamo qualche esempio:


KI + OII(n di ossidazione) ➝ K2O(1 non si scrive)
Dal momento che abbiamo un metallo che reagisce con l’ossigeno avremo l’ossido di potassio

HgI + OII ➝ Hg2O HgII + OII ➝ Hg2O2;= HgO


Nel primo caso avremo ossido mercuroso(numero di ossidazione del mercurio più basso), nel secondo ossido
mercurico(o ossido di mercurio perchè s’è semplificato; n.o. più alto del mercurio).

NIII + OII ➝ N2O3 anidride nitrosa NV + OII ➝ N2O5 anidride nitrica


IV II
S O ➝ S2O4 = SO2 anidride solforosa(num di ossidazione minore) SVIOII ➝ SO3 anidride solforica

In presenza di quattro numeri di ossidazione si procede come segue:


ClIOII ➝ Cl2O anidride ipoclorosa
ClIIIOII ➝ Cl2O3 anidride clorosa
V II
Cl O ➝ Cl2O5 anidride clorica
VII II
Cl O ➝ Cl2O7 anidride perclorica

Da ossidi e anidridi, reagendo con l’acqua si passa a idrossidi e acidi


NaI(OH)I ➝ Na(OH) idrossido di sodio
MgII(OH)I ➝ Mg(OH)2 idrossido di magnesio
AlIII(OH)I ➝ Al(OH)3 idrossido di alluminio
SO2 + H2O ➝ H2SO3 acido solforoso(perché da anidride solforosa; pendici derivano da somma elementi)
SO3 + H2O ➝ H2SO4 acido solforoso(perchè da anidride solforica)
HNO3 ➝ H+1N?O-23 somma algebrica tra i num di ossidazione deve dare 0 quindi H+1N+5O -6(da -2*3) così
ricaviamo quello di N, che essendo il più alto il composto sarà acido nitrico
F2O + H2O➝ HFO acido ipofluoroso(anomalia che si forma a causa di sbilanciamento num ossidazione)

Esistono acidi ossigenati(ossiacidi) e acidi non ossigenati, in cui il primo elemento è l’idrogeno e il secondo un
non metallo:
HISII ➝ H2S acido solfidrico HF acido fluoridrico
HCl acido cloridrico
HCN acido cianidrico

Esistono elementi che non reagiscono sempre allo stesso modo:


CIIO monossido di carbonio(C con num di ossidazione II si comporta come un metallo e non forma anidride)

CIVO2 diossido di carbonio/anidride carbonica CO2+H2O➝H2CO3 acido carbonico(da anidride carbonica)

Si e P possono formare diversi acidi in funzioni delle molecole d’acqua con le quali le anidridi reagiscono:
-anidride + 1H2O acido meta-
-anidride + 2H2O acido piro-
-anidride + 3H2O acido orto-
SiO (non in grado di formare acido al num di ossidzione più basso)
SiO2 + 1H2O➝ H2SiO3 acido metasilicico SiO2 + 2H2O➝ H2SiO3 acido ortosilicico(eccezione)
P2O3+ 1H2O➝ HPO2 acido metafosforoso P2O5+ 2H2O➝HPO3 acido pirofosforico
NOMENCLATURA IUPAC
HgII + OII ➝ Hg2O2;= HgO ossido di mercurio
AlIII + OII ➝ Al2O3 triossido di dialluminio
NIII + OII ➝ N2O3 triossido di diazoto NV + OII ➝ N2O5 pentossido di diazoto
ClIOII ➝ Cl2O ossido di dicloro ClIIIOII ➝ Cl2O3 triossido di dicloro
ClVOII ➝ Cl2O5 pentossido di dicloro ClVIIOII ➝ Cl2O7 eptaossido di dicloro

NaI(OH)I ➝ Na(OH) idrossido di sodio


MgII(OH)I ➝ Mg(OH)2 diidrossido di magnesio
AlIII(OH)I ➝ Al(OH)3 triidrossido di alluminio
SO2 + H2O ➝ H2SO3 acido triossosolforico SO3 + H2O ➝ H2SO4 acido tetraossosolforico
I II
H S ➝ H2S solfuro di idrogeno
HCl cloruro di idrogeno
DISSOCIARE I LEGAMI IN ACQUA
In acqua i legami ionici(differenza di elettronegatività>1,7) si dissociano completamente.
Se andassimo a dissociare in acqua degli idrossidi otterremo:
NaI(OH)-I + H2O➝ Na+ + (OH)-
Li(OH) + H2O➝ Li+ + (OH)-
MgII(OH)-I2 + H2O➝ Mg2+ + 2(OH)-
Al(OH)3 + H2O➝ Al3+ + 3(OH)-
Si forma sempre un composto OH- ; mentre se andiamo a dissociare degli acidi otterremo H+:
HNO2 + H2O➝ H+ + NO2-
HNO3 + H2O➝ H+ + NO3-
HCl + H2O➝ H+ + Cl-
H2SO4 + H2O➝ 2H+ + SO42-
Negli acidi può avvenire una dissociazione più blanda, per gli acidi deboli:
CH3COOH ⇄ CH3COO- + H+: acido acetico
La reazione con gli acidi forti sarà molto più veloce e istantanea

ACIDO(non metalli) + BASE(metalli) = SALE + ACQUA


acido cloridrico + idrossido di sodio
HCl + Na(OH)
L’acido dovrà dissociarsi in H+ + Cl- mentre la base in Na+ + OH-
Il sale avrà una formula generale: MXO(metallo-anione proveniente da dissociazione acido), per cui
Na+Cl- + H2O cloruro di sodio

idrossido di sodio + acido nitroso NaOH + HNO2 ➝ Na+OH- + H+NO2- ➝ Na+(NO2)-(questi diventano pendici incrociandosi)
la nomenclatura è dettata dall’acido: se l’acido di partenza termina in -idrico quello del sale sarà -uro; da -oso
a -ito; da -ico a -ato.
Na(NO2) + H2O nitrito di sodio

idrossido di sodio + acido nitrico


NaOH + HNO3 ➝ Na+OH- + H+NO3- ➝Na+(NO3)-➝ Na(NO3) + H2O nitrato di sodio

idrossido di sodio + acido solforico (bilanciata)


2NaOH + H2SO4 ➝ Na+OH- + 2H+(SO4)2- ➝ Na+(SO4)2-➝ Na2(SO4) + 2H2O solfato di sodio

acido perclorico + idrossido di magnesio


HClO4 + Mg(OH)2 ➝ H+(ClO4)- +Mg2+ + 2OH- ➝ Mg2+(ClO4)- ➝ Mg(ClO4)2 + H2O perclorato di magnesio
cerchiamo ora di bilanciarla 2HClO4 + Mg(OH)2 ➝ Mg(ClO4)2 + 2H2O
NOMENCLATURA DELLA
CHIMICA ORGANICA
Chimica di composti contenenti
legami carbonio-carbonio.
Il carbonio forma sempre 4
legami covalenti con altri atomi
di carbonio;questi legami sono
forti e stabili come i legami
carbonio-idrogeno.
Per assegnare un nome a tali
composti esistono delle regole:
- vedere quanti C legati in
successione sono presenti per
determinare la
radice(successione più lunga):
1-met; 2-et; 3-prop; 4-but; 5-pet;
6-es...
- osservare il tipo di legame tra i carboni per determinare suffisso: semplice -ano(alcano); doppio
-ene(alchene); triplo -ino(alchino);
- osservare la presenza di gruppi funzionali

La catena più lunga è composta da 7C, quindi sarà un -ept;


essendo legami singoli sarà -ano: -eptano.
Partendo a contare dal gruppo più in basso a destra arriviamo al più
lontano e sono 4(se partendo dall’altra parte avesse dato un num +
basso avremmo usato quello); il gruppo che parte da questo C è
composto da due legami ed è un radicale alchilico : 4 etile. L’ultimo
legame si trova a 3 di distanza ed è un metile.
Unendo il tutto avremo: 4-etil-3-metileptano (in ordine alfabetico)

Cicloesene in nomenclatura IUPAC; benzene in tradizionale

GRUPPI FUNZIONALI: ALCOLI, ALDEIDI, ACIDI

Gli alcoli sono caratterizzati da un gruppo funzionale R -OH e il nome si


definisce secondo la nomenclatura tradizionale -olo; secondo la IUPAC
alcol -ico. (R indica un composto organico)

Gli aldeidi sono caratterizzati da un gruppo funzionale R-C=O e il


nome termina in -ale. Ĥ

I chetoni sono caratterizzati da un gruppo funzionale come aldeidi


ma con R al posto di H e termina in -one.

Gli acidi sono caratterizzati da un gruppo funzionale R-C=O (unione


tra alcoli e aldeidi) e termina in -oico. ÓH
IDROCARBURI
La chimica organica è la chimica della vita che sfrutta pochi elementi, primo fra tutti il carbonio, idrogeno,
ossigeno e altri.
I più importanti sono gli idrocarburi che si distinguono in alifatici(saturi con singoli legami tra carboni: alcani;
insaturi con doppi o tripli legami: alcheni, alchini) e aromatici(strutture cicliche coi doppi legami coniugati che si
spostano). Il benzene è uno di quest’ultimi.
Nel caso in cui un alcano perdesse un H per legarsi ad altre catene si trasforma in alchile(-ile).

GRUPPI FUNZIONALI
Elementi che caratterizzano la catena
idrocarburica che andiamo studiare.
Intendendo con R un atomo di carboni
che prende parte alla struttura dei già
citati idrocarburi, i gruppi funzionali
promuovono la molecola alle famiglie di
alcoli, alogenuri, chetoni, acidi…

Le molecole possono tutte legarsi tra


loro per formare una macromolecola.

I polimeri si formano da una reazione di condensazione(viene espulsa acqua) tra due monomeri grazie
all’intervento di particolari enzimi che li mettono in contatto.

Due molecole di glucosio(carboidrato monosaccaride) reagiscono tra loro formando maltosio(disaccaride)


che procedendo in questo processo formano l’amido. L’enzima amilasi riesce a rompere il legame
Anche la cellulosa è simile all’amido, formata da centinaia di unità di glucosio con una struttura differente
perchè affiancate tra loro.
I lipidi sono insolubili in acqua e solubili in solventi come etere, acetone e idrocarburi. Sono costituiti da atomi
da carbonio, idrogeno, ossigeno. Si distinguono in trigliceridi(esteri ottenuti dalla condensazione del glicerolo
con tre acidi grassi; funzione di riserva energetica; si distinguono in saturi e insaturi), fosfolipidi(uno degli acidi
grassi è costituito da un gruppo fosfato), cere, steroidi.
Le proteine(ottenuti dalla condensazione fra amminoacidi, con la formazione di un legame peptidico) sono
invece macromolecole composte da una catena di amminoacidi(molecole costituite da gruppo amminico,
carbossilico, atomo di H e catena laterale di uno o più atomi; nei sistemi biologici ce ne sono in tutto 20)
ripiegata e aggregata ad altre catene o molecole non proteiche.

ELETTROLITI
Sali che sciogliendosi in acqua(distillata e quindi non conduttrice) permettono il passaggio della corrente
elettrica.
Attraverso degli esperimenti è possibile verificare al cambiare di determinate condizione(immersione elettrodi,
quantità di sale…) il passaggio di corrente diminuisca o aumenti.

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