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LA CHIMICA di base IN 30 PAGINE


Questo testo stato scritto e pensato come strumento di ripasso per i corsi di Chimica di Ingegneria del primo
anno. Anzi, lho scritto per il mio ripasso di Chimica, ma perch non condividerlo con tutti?
Ci tengo a dire che non sostituisce il corso di Chimica e se non avete studiato non vi fornir tutte le nozioni
necessarie per superare l esame (poi se ce la fate lo stesso meglio per voi). Non escludo la presenza di errori di
ortografia e concettuali. Se ne trovate e volete segnalarmeli, il mio indirizzo email sarcy_91@hotmail.it
Lintero documento stato creato dalle slide fornite nel corso del prof. Gerbaldi.

Spero sar uno strumento utile per molti di voi. Imbocca al lupo!

Fabiano Sarcinella

Sommario
NOMENCLATURA DEI COMPOSTI INORGANICI ................................................................................................... 2
LA MATERIA CHE VEDIAMO............................................................................................................................... 2
MOLI&CO ........................................................................................................................................................ 3
LA STRUTTURA DELLATOMO: OSSERVAZIONI CHE CONDUSSERO AL MODELLO NUCLEARE ATOMICO ................... 3
LA STRUTTURA DELLATOMO: LATOMO QUANTISTICO E LA SUA STRUTTURA ELETTRONICA ................................ 5
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA DEGLI ELEMENTI ............................................................................................. 6
TAVOLA PERIODICA (TP) E PERIODICIT CHIMICHE ............................................................................................. 7
QUANDO CAMBIA IL N.O., BILANCIAMENTO DELLE REDOX ................................................................................. 7
IL LEGAME CHI MICO (I): LE SOSTANZE COME PRODOTTO DELLE INTERAZIONI TRA ATOMI.................................... 8
IL LEGAME CHIMICO (II): TEORIA DEL LEGAME DI VALENZA, TEORIA VSEPR, TEORIA DEGLI ORBITALI MOLECOLARI
..................................................................................................................................................................... 10
LO STATO GASSOSO E LE LEGGI DEI GAS .......................................................................................................... 12
LO STATO SOLIDO E LO STATO LIQUIDO ........................................................................................................... 14
SOLUZIONI E PROPRIET COLLIGATIVE ............................................................................................................ 17
LEQUILIBRIO CHIMICO ................................................................................................................................... 19
LA CHIMICA IN SOLUZIONE ACQUOSA (I): ACIDI E BASI, PH E TITOLAZIONI ......................................................... 20
LA CHIMICA IN SOLUZIONE ACQUOSA (II): EQUILIBRI DI SOLUBILIT, K
PS
............................................................ 22
TERMOCHIMICA E TERMODINAMICA............................................................................................................... 22
CINETICA CHIMICA ......................................................................................................................................... 23
ELETTROCHIMICA ........................................................................................................................................... 25
LA CHIMICA ORGANICA................................................................................................................................... 26





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NOMENCLATURA DEI COMPOSTI INORGANICI
I Gruppi nella TP
Gruppo 1: metalli Alcalini
Gruppo 2: metalli Alcalino-Terrosi
Gruppi 3-12: metalli di Transizione
Gruppo 13,14,15: nome dellelemento con Z pi basso
Gruppo 16: Calcogeni
Gruppo 17: Alogeni
Gruppo 18: Gas Nobili
Elettronegativit
capacit relativa di un atomo di attrarre gli elettroni condivisi in un legame con un altro atomo; generalmente
inversa al raggio atomico: aumenta.

Numeri di ossidazione
Metalli Alcalini: +1
Metalli Alcalino-Terrosi: +2
Gruppo 3 e 13: +3
Gruppo 4: 4, (Ti +3, +4)
Alogeni: (Cl,Br: +-1,+3,+5,+7; I: +-1,+5,+7; F: -1)
H: +1 (-1 idruri)
O: -2 (-1 perossidi; superossidi; +2 in OF
2
)
C: +2,+4
N: +1,+2,+-3,+4,+5;
Fe: +2,+3
Cu: +1,+2

I Composti
Metallo + Ossigeno: Ossido basico
NMetallo + Ossigeno: Ossido acido (o Anidride)
Ossido basico + H
2
O: Idrossido (Gruppo OH)
Ossido acido +H
2
O: Ossiacido (o Acido)
Alogeni(-1) (o S (-2)) + H: Idracido
Metallo + H(-1): Idruro (salino)
NMetallo + H(-1): Idruro (colvalente) (PH
3
: fosfina; NH
3
ammoniaca; AsH
3
Arsina; CH
4
metano)
Acido + Base: Sale (Metallo + Ione acido; NM: idrico -> uro, oso -> ito, ico -> ato; M: -oso, -ico)

Cr e Mn hanno un comportamento anfotero: basici a bassi n.o., acidi a alti n.o.
LA MATERIA CHE VEDIAMO
Sistema: parte sottoposta allo studio
Equilibrio: sistema nel quale le propriet macroscopiche e microscopiche sono costanti
Fase: parte di un sistema separata del resto da superfici limitanti
Sostanza elementare: sostanza costituita da atomi dello stesso elemento
Numero atomico Z: # di protoni di un atomo
Numero di massa A: # protoni + neutroni
Isotopo: atomi di un dato elemento aventi uguale Z ma diverso A (quindi diversa massa)
Molecola: unit fondamentale delle sostanze, sistema costituito da uno o pi atomi
Ione: atomo o molecola con carica
Materiale: corpo costituito da una o pi sostanze
Miscela: sistema costituito da una sola fase e pi sostanze
Miscuglio: insieme di 2 o pi sostanze che mantengono le loro caratteristiche originarie
Sistema omogeneo: sistema costituito da una sola fase
Sistema eterogeneo: sistema costituito da 2 o pi fasi
Sistema puro: costituito da una singola sostanza

Un passaggio di stato avviene a T costante finch non completamente compiuto

Metodi di separazione fisici: filtrazione, centrifugazione
3

Metodi di separazione chimico-fisici: cromatografia, cristallizzazione frazionata, distillazione

Reazione chimica: trasformazione della sostanze che comportano un cambiamento a livello di atomi e molecole

Grandezza estensiva: dipende dalle dimensioni (es. volume, massa....)
Grandezza intensiva: non dipende dalle dimensioni (es. temperatura, pressione)

Energia: capacit di un corpo di compiere un lavoro e trasferire calore; cinetica: associata al movimento dei corpi;
potenziale: posseduta dai corpi in virt della loro posizione

Calorimetro: strumento che misura la quantit di calore (slide 64)
MOLI&CO
Isomeri: sostanze aventi medesima composizione atomica ma natura e propriet chimiche differenti
Massa atomica: massa di un elemento relativa allatomo di
12
C
uma: 1/12 della massa del
12
C
Massa molecolare: somma della masse atomiche che compaiono nella molecola

Legge di Lavoisier: in una reazione chimica la somma delle masse dei prodotti formatisi uguale alla somma delle
masse delle sostanze che hanno reagito

Numero di Avogadro: 6.022 x 10
23
[particelle/mol], il numero di atomi contenute in 12g di
12
C
Mole: quantit di sostanza che contiene un numero di particelle elementari uguali al numero di Avogadro
#moli = massa del campione (g)/massa molare (g/mol)

Coefficiente stechiometrico: numero di moli di una sostanza che reagisce o viene prodotta in una reazione
LA STRUTTURA DELLATOMO: OSSERVAZIONI CHE CONDUSSERO AL MODELLO NUCLEARE
ATOMICO
Legge di Lavoisier: (vedi Lez 3)

Legge di Proust (delle proporzioni semplici o definite): gli elementi si combinano tra loro secondo rapporti in
massa definiti e costanti esprimibili da numeri piccoli e interi

Legge di Dalton (o delle proporzioni multiple): quando due elementi si combinano per formare diversi composti,
le masse di un elemento che si combinano con una data massa dellaltro, stanno tra loro in rapporti che si
possono esprimere con numeri interi

Teoria atomica di Dalton:
- materia formata da atomi, piccolissimi, indivisibili e indistruttibili
- atomi di uno stesso elemento sono identici
- composti si formano dalla combinazione di atomi differenti
- le reazioni chimiche consistono nel trasferimento di atomi tra composti
Problemi della teoria di Dalton: latomo indivisibile non spiegava lesistenza di particelle subatomiche cariche
elettricamente

Faraday: scopr che la carica elettrica era una propriet essenziale della materia (per non scopr e
-
)

Thomson: scopr gli elettroni attraverso lesperimento coi tubi catodici: il tubo di vetro contiene gas rarefatto,
tra anodo e catodo si applica una DDP di 10.000 V, si formano i raggi catodici che dal catodo fluivano verso
lanodo.
4

Raggi catodici: erano identici indipendentemente dal metallo con cui era fatto il catodo: sono costituiti da
particelle cariche negativamente che si manifestano quando urtano le particelle di gas nel tubo, scoperti gli
elettroni

Cade il modello atomico di Dalton: latomo divisibile

Millikan determin la carica dellelettrone (-1.602 x 10
-19
C) e la sua massa (9.109 x 10
-28
g) attraverso
lesperimento delle goccioline dolio fatte cadere in un campo elettrico, notando la diversa velocit di caduta
variando lintensit del campo

Data lesistenza degli elettroni (-) doveva esistere una particella (+). Con un esperimento simile a quello di
Thomson si scoprirono i protoni, particella cariche positivamente, con massa ca. 1800 volte maggiore di quella
delle
-


Modello atomico di Thomson: sfera di materia diffusa di carica positiva in cui sono dispersi gli elettroni
(similitudine con panettone)

Bequerel scopr la radioattivit: not che un pezzo di uranio produceva la sua immagine su una lastra fotografica
in assenza di luce

Rutherford classific le radiazioni:
- raggi alfa (): emissioni di nuclei (privi di elettroni) di elio
- raggi beta (): emissione di elettroni veloci (p
+
si trasforma in e
-
)
- raggi gamma (): radiazioni elettromagnetiche a grande energia

Rutherford scopr che latomo ha nucleo (esperimento lamina doro bombardata con particelle alfa)

Modello atomico di Rutherford: latomo composto da un nucleo ove vi concertata carica positiva e massa,
mentre gli elettroni occupano lo spazio vuoto attorno al nucleo e vi intorno come pianeti; in #elettroni bilancia la
carica del nucleo (similitudine con sistema solare)

Rutherford non spiegava il neutrone

Chadwick bombard una lamina di berillio con particelle alfa notando lemissione di particelle che non erano
deviate da campi magnetici: dovevano quindi essere neutre. Scopr il neutrone

Si giunse al modello di Rutherford + neutrone (nel nucleo) ma, perch lelettrone non collassava sul nucleo? Si
determin che a livello atomico le leggi della meccanica classica non erano pi valide, e vennero sostituite da
quelle della meccanica quantistica. Una delle conseguenze fondamentali di questa meccanica che i sistemi
legati (cio quelli composti da due o pi particelle che non possono allontanarsi oltre un certo limite o, per essere
pi rigorosi, quelli in cui le interazioni danno luogo a stati con energia negativa) possono esistere solo per valori
discreti di energia

Planck attraverso lesperimento del corpo nero dimostr che gli atomi di un corpo a elevata T emettevano solo
certe quantit di energia multiple di una quantit minima. Si giunse alla conclusione che lenergia fosse
quantizzata

Come si determin lenergia caratteristica dei vari livelli atomici?
Attraverso leffetto fotoelettrico: lemissione di elettroni da una superfice metallica quandessa viene irradiata
da una luce monocromatica (frequenza opportuna) di sufficiente energia.
Einstein consider lirraggiamento luminoso come un fascio di particelle (e non di onde) dette fotoni, i quali
urtando il metallo cedevano la propria energia ad un elettrone. Se questa energia era sufficiente, lelettrone
veniva emesso dallatomo

5

Eccitando determinati materiali con una fiamma, essi colorano la fiamma. Questa colorazione dovuta
allemissione degli elettroni eccitati sotto leffetto della fiamma; colorazioni differenti corrispondono a frequenze
di energia diverse. Scomponendo questa luce emessa attraverso un prisma si nota uno spettro di emissione
discontinuo, nel quale, le fasce corrispondono ai livelli energetici caratteristici dellatomo.
(spettro di assorbimento: luce bianca che irraggia vapori della sostanza, oltre c un prisma che scompone la luce
bianca alla quale mancheranno alcune fasce che risulteranno nere perch assorbite dalle
-
)

Ci fece concludere che ogni atomo emette ed assorbe solo determinate quantit di energia (fotoni)
caratterizzata da una specifica frequenza; ci comporta che, dato che lemissione data dagli elettroni, essi
possiedono valori di energia ben definiti

Non esistendo livelli energetici inferiori, lelettrone non pu collassare sul nucleo
Latomo dunque un sistema quantizzato, non possono esistere elettroni con energia intermedia tra quella di
due livelli adiacenti.

Modello atomico di Bohr (revisione di quello Rutherford, ancora limiti):
- elettrone persiste su orbite circolari attorno al nucleo
- queste orbite sono caratterizzate da valori di energia fissi (n) e immutabili
- un elettrone che persiste su unorbita non emette energia
- lelettrone che passa da unorbita pi interna (<E) ad una pi esterna (>E) assorbe energia, viceversa la
emette sotto forma di fotone
- lenergia del fotone (emesso o assorbito) corrisponde al E tra le due orbite

I numeri quantici
Numero quantico principale (1 <n< 7): indica il livello energetico associato al raggio dellorbita dellelettrone (<n,
<r)
n = 1: stato fondamentale; n > 1: stati eccitati

Limiti del modello atomico di Bohr:
- era adatto solo allatomo di H
- in realt non esistono orbite fisse
- non spiegava gli spettri in presenza di un campo magnetico
- non spiegava perch lelettrone non collassava sul nucleo

Sommerfeld estese il modello atomico di Borh:
- per ogni livello n sono possibili pi orbite, anche ellittiche
- ogni livello n si divide in sottolivelli caratterizzati dal numero quantico orbitale (secondario) (0 < l < n-1)
legato al momento angolare dellelettrone
- unorbita ha orientazioni fisse determinate dal numero quantico magnetico (-l < m < +l)

Goudsmit e Uhlenbeck introdussero un ultimo numero quantico detto numero quantico di spin (+1/2, -1/2)

Il principio di esclusione di Pauli spiega perch gli e
-
non si dispongono tutti nel livello energetico pi basso: 2
elettroni di uno stesso atomo non possono avere tutti e quattro i numeri quantici uguali.

Nonostante tutto, il modello Bohr Sommerfeld presentava ancora dei limiti:
- non spiegava quando un elettrone saltasse da unorbita ad unaltra
- per quanto tempo un elettrone persiste in unorbita
- debolezza strutturale dovuta ad un mescolamento di fisica classica e quantistica
LA STRUTTURA DELLATOMO: LATOMO QUANTISTICO E LA SUA STRUTTURA ELETTRONICA
Louis De Broglie ipotizza che non solo la luce, ma anche la materia potesse avere un comportamento dualistico
onda/particella

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Davisson e Germer evidenziarono tale comportamento dualistico dellelettrone attraverso un esperimento: un
fascio di elettroni fatti incidere su un sottile foglio di Al davano luogo ad una figura di diffrazione
Questo effetto ondulatorio caratteristico della materia osservabile solo a livello subatomico

Principio di indeterminazione di Heisemberg: impossibile conoscere simultaneamente la posizione esatta e
lesatta quantit di moto di una particella sub-atomica. Quanto maggiore sar la precisione con cui determiniamo
la posizione dellelettrone, tanto minore sar la precisione con la quale determiniamo la sua velocit, e viceversa

La teoria di Bohr non rispetta il principio di Heisemberg

Dato che lelettrone in un atomo pu assumere solo determinati valori di energia, Schrodinger associ
allelettrone in movimento una funzione donda, che corrisponde alla variazione periodica della densit di
probabilit di trovare lelettrone in un certo punto dello spazio

Quindi perch lelettrone non collassa? Perch sta su unorbita a energia quantizzata, percorrendola non perde la
sua energia intrinseca e quindi non collassa. Inoltre in un atomo lo stato fondamentale deve corrispondere ad uno
stato a distanza finita dal nucleo: non essendoci stati a energia inferiore, lelettrone non pu cadere sul nucleo

Il quadrato della funzione donda rappresenta la densit di probabilit
Gli elettroni si muovono in modo casuale allinterno di uno spazio definito orbitale, che la soluzione alleq di
Schrodinger, ed caratterizzato dai numeri quantici

Orbitali atomici (nei grafici si riporta la probabilit sulle ordinate e il raggio sulle ascisse)
- tipo s (l=0): orbitale sferico, simmetria sferica, densit elettronica dipendente dal raggio (tra 2 sfere 0,
superfici nodali)
- tipo p (l=1): tre orbitali lobati (m = -1, 0, +1), simmetria rispetto ad un asse per ciascuno, densit
elettronica dipendente dalla direzione (vicino al nucleo 0, piani nodali)
- tipo d (l=2): cinque orbitali (m = -2, -1, 0, +1, +2), densit elettronica dipende sia dalla distanza dal nucleo
sia dallorientazione nello spazio dellorbitale
Gli orbitali con lo stesso numero quantico n, possiedono uguale energia e vengono detti orbitali degeneri
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA DEGLI ELEMENTI
Elementi con configurazioni elettroniche esterne analoghe vengono incolonnati gli uni sotto gli altri nella TP

In un atomo polielettronico, orbitali con stesso n presentano energie diverse (s<p<d<f), ci dovuto alla
differente schermatura nei confronti del nucleo

Una maggiore carica nucleare (+, Z
eff
), aumenta le attrazioni nucleo elettrone abbassando lenergia
dellorbitale

Schermatura: un elettrone addizionale nello stesso orbitale ne aumenta lenergia a causa delle repulsioni
interelettroniche; un elettrone addizionale nei livelli pi interni fornisce una maggior schermatura a quelli
presenti nei livelli pi esterni

Principio della minima energia: ogni elettrone occupa lorbitale disponibile a pi bassa energia
Principio dellAUFBAU: la configurazione elettronica di ogni elemento pu essere costruita partendo da quella
pi semplice dellidrogeno, aggiungendo un elettrone negli orbitali ad energia via via crescente, nel rispetto del
principio di esclusione e quello della minima energia, e secondo il seguente ordine (slide 13)
Regola di Hund: due o pi elettroni che occupano un insieme di orbitali degeneri, si distribuiscono nel maggior
numero di orbitali possibile, disponendosi a spin parallelo (solo dopo che tutti gli orbitali degeneri sono stati
occupati da 1e
-
, il successivo si accoppia al preesistente a spin opposto)

Configurazione di ioni: per anioni si usa AUFBAU; per cationi, dalla configurazione fondamentale si tolgono e
-
da
quelli in orbitali a n maggiore, e a parit di n, l maggiore
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TAVOLA PERIODICA (TP) E PERIODICIT CHIMICHE
Mendeleev ordin gli elementi secondo il peso atomico ma la TP mostrava delle anomalie: questo perch in
natura esistono gli isotopi! Mosely corresse la TP di Mendeleev dimostrando che le propriet chimiche degli
elementi erano una funzione periodica del numero atomico

7 Periodi (), 18 Gruppi ()

Propriet fisiche e chimiche variano con gradualit lungo un periodo; sono simili lungo un gruppo (perch gli
elementi hanno simili configurazioni elettroniche dei gusci esterni)

Gli elementi del blocco s (1,2 Gruppo) e p (da 13 a 18 gruppo) presentano lungo un gruppo configurazioni
elettroniche identiche

Nei gruppi 1,2 e dal 13 al 18, il numero del gruppo uguale al # di elettroni di valenza del guscio esterno (per i
gruppo da 13 al 18 si sottrae 10)

Dalla lettura della TP si possono estrarre tre tipologie di elettroni:
- interni: quelli apparteneti alla configurazione elettorinca del gas nobile che precede lelemento
- esterni: quelli nel livello energetico pi alto
valenza: quelli che intervengono nella formazione di legami
3 propriet dellatomo sono periodiche dipendenti dalla configurazione elettronica:
- raggio atomico: diminuisce lungo un periodo (), la Z
eff
predomina; aumenta lungo un gruppo (),
allaumentare del numero quantico n, aumenta la distanza degli e
-
dal nucleo. Gli elementi di transizione
non presentano notevoli variazioni di raggio atomico a causa dellazione schermante
- energia di ionizzazione (>0): energia necessaria a strappare completamente ad un atomo neutro in fase
gass un e
-
, trasformandolo cosi in un catione. La sua periodicit (ovviamente) inversa a quella del raggio
atomico: aumenta lungo un periodo (),la Z
eff
predomina trattenendo maggiormente gli e
-
, diminuisce
lungo un gruppo (), e
-
pi lontani dal nucleo e quindi meno energia per strapparli
- affinit elettronica (<0): variazione di energia che accompagna lacquisto, in un orbitale esterno, di un e
-

da parte di un atomo neutro isolato in fase gass, trasformandolo cos in un anione. Misura la tendenza di
un atomo ad attrarre un e
-
. Aumenta lungo un periodo (), diminuisce lungo un gruppo (). (non
dipende da raggio atomico e carica nucleare)
I gas nobili, avendo configurazione elettronica completa, oppure gli elementi con pochi e
-
nel guscio esterno
come i gruppi 1,2, hanno bassa AE. Gli alogeni hanno alta AE perch vogliono raggiungere la configurazione del
gas nobile che li segue.
Elementi gruppi 16, 17: cedono elettroni con difficolt ma li attraggono fortemente; nei composti tendono a
formare ioni negativi: comportamento non metallico
Elementi gruppo 1 hanno basse EI e AE lievemente negative
Elementi gruppo 2 hanno bassa EI e AE positiva; nella formazione di composti tendono a cedere elettroni
formando ioni positivi: comportamento metallico
Comportamento metallico: diminuisce lungo un periodo (), aumenta lungo un gruppo ()
Comportamento acido: aumenta lungo un periodo (), diminuisce lungo un gruppo ()
QUANDO CAMBIA IL N.O., BILANCIAMENTO DELLE REDOX
Ossidazione: un elemento chimico si ossida quando, durante una reazione, il suo n.o. aumenta; lelemento che si
ossida chiamato elemento riducente
Riduzione: un elemento chimico si riduce quando, durante una reazione, il suo n.o. diminuisce; lelemento che si
riduce chiamato elemento ossidante
In una reazione di ossidoriduzione vi un trasferimento di elettroni
Dismutazione: redox in cui uno stesso elemento si ossida e si riduce

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Procedimento per bilanciamento di una redox:
I. Calcolo e attribuzione dei n.o. di tutte le specie
II. Individuazione delle specie che si ossidano (n.o. aumentato) e di quelle che si riducono (n.o. diminuito)
III. Scrivere le semireazioni di ossidazione e di riduzione includendo gli e
-
scambiati
IV. Calcolo del n (variazione del n.o.) delle specie che si ossidano e di quelle che si riducono
V. Bilancio di carica: bilanciare il numero di e
-
scambiati tra reazione di ossidazione e riduzione (mcm)
VI. Eventuale bilancio di massa
VII. Eventuale bilancio di H e O
IL LEGAME CHIMICO (I): LE SOSTANZE COME PRODOTTO DELLE INTERAZIONI TRA ATOMI
Il tipo di legame determina la reattivit chimica di un composto
Esistono due grandi specie di tipologie di legame, suddivise a loro volta come segue:
- LEGAMI INTRA MOLECOLARI: sono i legami che si instaurano tra gli atomi per dar luogo alla formazione
di molecole, sono legami forti e a loro volta si dividono in:
- legame ionico
- legame covalente: il quale a sua volta pu essere puro, polare, dativo
- legame metallico
- LEGAME INTER MOLECOLARI: sono i legami che si instaurano tra le molecole di un composto, sono
legami deboli e si hanno allo stato liquido e solido della materia, e sono
- legame idrogeno
- forze di van der Waals (attrazione dipolo-dipolo e forze di dispersione di London)
Un composto si forma se la sua energia finale minore di quella iniziale dei singoli elementi (processo spontaneo
E
finale
< E
iniziale
)
Lenergia di legame la qt. di energia che bisogna fornire a una mole di un composto per rompere i legami che
tiene insieme e suoi elementi e ottenere atomi neutri
Gli elettroni di legame sono gli elettroni che partecipano alla formazione di un legame (guscio + esterno)
Regola dellottetto: un atomo stabile quando raggiunge la configurazione elettronica esterna di un gas nobile,
ovvero con 8e
-
nello strato di valenza
Eccezioni alla regola dellottetto:
- molecole elettrondeficenti: molecole gassose contenenti alcuni elementi dei gruppi 2 e 13 in cui latomo
centrale ha meno di 8e
-
(es.: BF
3
, BeCl
2
)
- radicali liberi: molecole che contengono un numero dispari di elettroni. In tal modo rimane un e
-
spaiato
(molecole molto reattive)
- gusci di valenza espansi: molecole con pi di 8e
-
attorno allatomo centrale perch esso ha orbitali d vuoi
e s e p pieni. Tipico dei non metalli dal 3 periodo in gi.
Gli elementi si combinano principalmente in 3 modi generali: tramite il trasferimento di elettroni tra elementi
(composti ionici); tramite la condivisione di e
-
tra gli elementi (composti covalenti); immersione in un
mare di elettroni degli atomi degli elementi (composti metallici)
Forze intra molecolari
Il legame ionico
sono interazioni di natura elettrostatica (non intervengono gli orbitali) tra atomi di elementi, dei quali il primo ha
una forte propensione a cedere e
-
mentre il secondo ad acquistarli (elem. con alta AE (NM) e bassa EI (M),
Elettronegativit >2); formano aggregati solidi di struttura ordinata
Lenergia reticolare (E
r
) lenergia rilasciata quando un solido ionico si forma dai suoi ioni, ed una misura della
stabilit del reticolo che essi formano; essa inoltre influenza T fusione, durezza e solubilit
Le principali caratteristiche dei composti ionici sono: molto stabili, alti punti di fusione, solidi a T ambiente,
isolanti allo stato solido, buoni conduttori in soluzione o allo stato fuso
Il legame covalente
si forma tra elementi che hanno valori non troppo di versi di AE e EI, i quali mettono in condivisione gli e
-
di
valenza fino al raggiungimento dellottetto; generalmente si genera tra non metalli e porta alla formazione di
molecole; esso un legame direzionale, pi forte del legame ionico perch in questo vi il coinvolgimento degli
9

orbitali, e pi ampia la zona di sovrapposizione, maggiore sar la forza di legame. Il legame si forma se lo stato
finale ha energia pi bassa dello stato iniziale
Lenergia di legame (BE, >0) lenergia necessaria per rompere un legame: essa aumenta allaumentare delle
coppie condivise, diminuisce allaumentare del raggio atomico e delle coppie solitarie
Il legame covalente pu essere singolo (una coppia condivisa), doppio (due coppie condivise), triplo (tre coppie
condivise) (BE: singolo < doppio < triplo)
La lunghezza di legame: la distanza tra i nuclei degli atomi coinvolti nel legame (L: singolo < doppio < triplo)
Le principali caratteristiche dei composti covalenti sono: teneri, bassi punti di fusione ed ebollizione, T ambiente
sono liquidi o gas
Eccezione: i composti solidi a struttura aperta sono composti covalenti ma presentano elevata durezza e T
ebollizione e fusione (es. diamante, quarzo)
Elettronegativit: la forza con cui un atomo (legato) attrae a se la coppia di e
-
condivisi
Il legame covalente pu essere di tre tipi:
- legame covalente puro: si instaura tra atomi dello stesso tipo
- legame covalente polare: si instaura tra atomi di natura diversa nel quale entrambi condividono dei
propri e
-
per instaurare il legame. Il termine polare denota il fatto che la differenza di elettronegativit
tra i 2 atomi fa si che il pi elettronegativo attiri a se maggiormente gli e
-
condivisi, portando dalla sua
parte una maggior carica negativa, delocalizzando cio la carica e facendo si che la molecola nel suo
insieme abbia un polo positivo (localizzato sullatomo meno elettronegativo, carica parziale
+
) e un polo
negativo (localizzato sullatomo pi elettronegativo, carica parziale
-
)
- legame covalente dativo (o di coordinazione): si instaura quando la coppia di e
-
fornita da uno solo dei
due atomi che partecipano al legame. Si dice donatore latomo che fornisce gli elettroni mentre si dice
accettore quello che li riceve. Si forma principalmente tra ioni positivi dei metalli di transizione e
molecole (o ioni positivi) del blocco p
La presenza di legami covalenti polari in una molecola fanno si che si formi un dipolo elettrico, il quale ha una
tendenza a orientarsi in un determinato modo se sottoposto allinfluenza di un campo elettrico. Questa tendenza
chiamata momento dipolare.
Un legame covalente polare assume un carattere ionico dato il parziale trasferimento di cariche. Questo carattere
ionico si pu calcolare (in %) attraverso la seguente formula: (

) (dove X
i
indica
lelettronegativit degli elementi). Se I% > 60%, il legame si considera tipicamente ionico.
La polarit di una molecola dipende dalla Elett e dalla geometria della molecola.
Quando in una molecola o ione poliatomico solo presenti legami multipli. possibile scrivere pi formule di
struttura: la mescolanza di tutte le strutture possibili chiamato ibrido di risonanza
Come scegliere la miglior struttura di risonanza:
- sono preferibili le strutture col maggior numero di legami
- a parit di numero di legami, sono preferibili le cariche formali pi piccole (in valore assoluto)
- non sono desiderabili cariche formali uguali su atomi adiacenti
- cariche formali negative sono preferibili su atomi pi elettronegativi
carica formale = e
-
di valenza (e
-
di valenza non condivisi + e
-
valenza condivisi)
Il legame metallico
Nel legame metallico tutti gli atomi metallici forniscono i loro e
-
di valenza per formare un mare di e
-

delocalizzato sullintero metallo; gli ioni metallici sono quindi immersi in questo mare di elettroni secondo una
disposizione ordinata. Un solido metallico tenuto insieme dallattrazione tra ioni metallici e e
-

Le principali caratteristiche dei composti metallici sono: conducibilit elettrica e termica, lucentezza, duttilit e
malleabilit
Osservando la TP si pu osservare:
- Metallo + Metallo = legame metallico
- Non Metallo + Non Metallo = legame covalente
- Metallo + Non Metallo = legame ionico
Forze inter molecolari
10

Tali forze sono delle forze di tipo attrattivo e determinano lo stato di aggregazione di un composto (forti: soldio,
medie: liquido, deboli: gas; rimangono comunque pi deboli delle forze intra molecolari)
Possono essere forze di van der Waals:
- interazione dipolo dipolo: avvengono tra i dipoli permanenti delle molecole polari, che tendono a
orientarsi con lestremit positiva di un dipolo verso quella negativa e viceversa
- interazioni dipolo permanente dipolo indotto: avvengono in una miscela di molecole polari e apolari,
ove i gusci elettronici delle molecole apolari si deformano a causa della vicinanza con i dipoli
permanenti, creando un dipolo indotto (deformazione temporanea)
- interazione dipolo istantaneo dipolo indotto (o forze di dispersione di London): avvengono tra
molecole apolari, nelle quali per per un istante la nuvola elettronica di un atomo pu addensarsi
maggiormente da un lato formando un dipolo istantaneo, il quale influenzer la molecola apolare
adiacente creando in essa un dipolo indotto
oppure possono essere legame idrogeno: si stabilisce tra un atomo di idrogeno, legato ad un elemento molto
elettronegativo, e un elemento molto elettronegativo di unaltra molecola. Questo accade perch la parziale
carica positiva
+
dellidrogeno attrae un altro atomo elettronegativo caratterizzato da forte carica negativa
parziale
-
(il legame a idrogeno anche intra molecolare)
IL LEGAME CHIMICO (II): TEORIA DEL LEGAME DI VALENZA, TEORIA VSEPR, TEORIA DEGLI
ORBITALI MOLECOLARI
La teoria VB (Valence Bond) o dei legami di valenza
La teoria VB descrive il legame covalente come una sovrapposizione degli orbitali atomici che ospitano i 2e
-

spaiati da condividere; le funzioni donda dei due orbitali si sommano per dare una nuova funzione donda che
descrive un nuovo orbitale appartenente a entrambi gli atomi e ospita 2e
-
a spin anti parallelo
La sovrapposizione degli orbitali di tipo p, genera 2 tipi di legame di differente intensit:
- legame (covalente singolo): generato dalla sovrapposizione di 2 orbitali p di segno uguale lungo la
congiungente dei 2 nuclei (solitamente si considerano i p
x
), ha una notevole intensit in quanto la
sovrapposizione tra i 2 lobi alta. Non ha una struttura rigida, permette la rotazione
- legame (covalente doppio o triplo): generato dalla sovrapposizione di 2 orbitali p disposti in modo
parallelo (solitamente si considerano p
y
e p
z
), la sovrapposizione scarsa e quindi hanno meno intensit
rispetto ai legami . Inoltre la presenza dei legami impedisce la libera rotazione lungo lasse di legame
Legame covalente singolo: 1 legame
Legame covalente doppio: 1 legame + 1 legame
Legame covalente triplo: 1 legame + 2 legami
La formazione di legami stabilizza la molecola al punto che, in alcuni casi, un atomo pu assumere configurazioni
elettroniche meno stabili che tuttavia gli consentono di formare un maggior numero di legami: questo fenomeno
chiamato promozione elettronica, e il carbonio ne un esempio

Ibridazione degli orbitali
Per formare legame, gli atomi possono ricombinare gli orbitali atomici (s,p,d) per formare un ugual numero di
orbitali atomici detti orbitali ibridi. Libridazione interessa gli orbitali di valenza con energie simili. I nuovi orbitali
hanno stessa forma ed energia e si orientano in modo da interferire il meno possibile fra di loro, massimizzando
la reciproca distanza. Gli orbitali ibridi sono costituiti da 2 lobi di dimensione diversa e segno opposto, dei quali il
pi grande viene usato nei legami
Tipo di ibridazione:
- ibridazione sp: nascono dalla cambinazione di 1 orbitale s + 1 orbitale p, e danno origine a 2 orbitali sp (e
2 orbitali p rimangono invariati) che si dispongono a 180 luno dallaltro, geometria lineare della
molecola
11

- ibridazione sp
2
: nascono dalla cambinazione di 1 orbitale s + 2 orbitale p, e danno origine a 3 orbitali sp
(e 1 orbitale p rimane invariato) che si dispongono a 120 luno dallaltro, geometria trigonale planare
della molecola
- ibridazione sp
3
: nascono dalla cambinazione di 1 orbitale s + 3 orbitale p, e danno origine a 4 orbitali sp
che si dispongono a 109.5 luno dallaltro, geometria tetraedrica della molecola
TEORIA VSEPR La geometria delle molecole: i doppietti di e
-
di valenza, essendo carichi negativamente, si
respingono, tendendo a disporsi il pi lontano possibile gli uni dagli altri, in modo da rendere minima la forza
repulsiva e pi stabile lintera molecola. Inoltre i doppietti di e
-
spaiati, esercitano una maggior forza repulsiva,
occupando un volume maggiore
Nella teoria VSEPR la geometria di una molecole dipende dal numero sterico
NS = numero di legami + numero di coppie solitarie, con numero di legami si intende il numero di atomi legati,
ossia un legame singolo tra 2 atomi calcolato come 1, un legame triplo sempre calcolato come 1


Geometria in base al NS:
- NS = 2: 2 legami e 0 doppietti solitari, geometria lineare, angoli 180, es CO
2

- NS = 3:
- 3 legami e 0 doppietti solitari, geometria trigonale planare, angoli 120, es BCl
3
, H
2
CO
- 2 legami e 1 doppietto solitario, geometria angolata planare, angolo <120, SO
2

- NS = 4:
- 4 legami, 0 doppietti solitari, geometria tetraedrica, angoli 109,5, es CH
4

- 3 legami, 1 doppietto solitario, geometria piramidale di derivazione tetraedrica, angoli di 107,
es NH
3

- 2 legami, 2 doppietti solitari, geometria angolata di derivazione tetraedrica, angoli 104,5,
es H
2
O
La teoria VB tuttavia non fornisce informazioni dirette sulle energie di legame, sulle propriet magnetiche e sugli
stati eccitati della molecola
TEORIA MO, orbitali molecolari
Secondo la teoria MO, nel legame tra gli atomi non prendono parte solo gli e
-
di valenza, bens tutti gli e
-

costituenti gli atomi della molecola i quali vengono ridistribuiti su nuovi livelli energetici detti orbitali
molecolari. La teoria MO prevede che quando 2 atomi si legano, tutti i loro orbitali atomici (AO) di valenza si
combinano per dare altrettanti orbitali molecolari (MO) (met di legame, met di antilegame, v.d.), le cui
superfici inglobano tutti i nuclei della molecola
Gli OM si ottengono attraverso un metodo di approssimazione chiamato LCAO (Linear Combination of Atomic
Orbitals), il quale ottiene le funzioni donda degli MO tramite la combinazione lineare delle funzioni donda degli
AO
Le funzioni donda di 2 AO si possono combinare per:
- somma (interferenza costruttiva, gli AO si sovrappongono in fase (++ o --)): lMO che si ottiene detto di
orbitale di legame , ha energia inferiore di quelli di partenza e ha un maggior addensamento
elettronico internucleare
- differenza (interferenza distruttiva, gli AO si sovrappongono in fase opposta (+-)): lMO che si ottiene
detto di orbitale di NON legame *, ha energia superiore di quelli di partenza e ha un annullamento
elettronico internucleare
- nel caso in cui si abbia sovrapposizione con simmetria diversa dallasse di legame di 2 AO, si forma un
orbitale di non legame
NB
, nel quale si genere sia uninterferenza costruttiva, sia distruttiva le quali si
annullano a vicenda lasciando inalterata lenergia dellorbitale, che rimane uguale a quella dei 2 AO

12

Lenergia dellorbitale correlata ai nodi: +Nodi = -Stabilit = +Energia
Criteri per la formazione di MO:
- si possono legare solo orbitali con energie simili
- le superfici degli orbitali devono sovrapporsi il pi possibile
- si possono combinare solo orbitali con la stessa simmetria (orbitali con simmetria diversa = orbitali di non
legame)
Come per gli AO, anche per gli MO vale il principio della minima energia, quindi si riempiranno gli orbitali da
quello a energia minore a quelli ad energia via via crescente, e per quanto detto sopra quindi in ordine crescente:
MO di legame, AO, MO di antilegame. Si definisce ordine di legame la met della differenza tra gli e
-
negli MO di
legame e gli e
-
negli MO di non legame.
Un legame si forma se il #e
-
di legame maggiore del #e
-
di non legame



Anche negli MO ci sono i legami e , determinati con gli stessi criteri che per gli AO

Lultimo MO contenente elettroni detto HOMO (Highest Occupied MO)
Il primo MO vuot detto LUMO (Lower Unoccupied MO)
La teoria MO spiega anche perch alcuno mol ecole non si formano (= numero di e
-
di legame e antilegame)
LO STATO GASSOSO E LE LEGGI DEI GAS
Nello stato di aggregazione gassoso le molecole sono lontane luna dallaltra, si muovono velocemente e
occupano tutto lo spazio a loro disposizione
Caratteristiche principali dei gas:
- facilmente comprimibili
- esercitano pressione uniforme sul recipiente
- occupano tutto il volume
- no forma, no volume proprio
- bassa densit
- interazione inter molecolari deboli
- si mescolano completamente con altri gas
A 25C e 1atm gli elementi allo stato gassoso sono: H, N, O, F, Cl, He, Ne, Ar, Kr, Xe, Rn
La densit una grandezza fisica definita come il rapporto tra la massa e il volume occupato
La pressione una grandezza fisica definita come il rapporto tra la forza alla superficie e la superficie

13

Si definisce gas perfetto (o ideale) un gas descritto come un insieme di particelle puntiformi tra le quali non vi
alcun tipo di interazione (attrazione o repulsione, urti completamente elastici)
I gas reali possono approssimare un gas perfetto in condizioni di rarefazione, alta T e bassa P e in tali condizioni,
tutti i gas hanno medesimo comportamento fisico indifferentemente dalla loro natura chimica
Un gas perfetto soddisfa le leggi dei gas perfetti:
- legge di Boyle: PV = k a T e n costanti
- legge di Charles: V/T = k a P e n costanti
- legge di Gay-Lussac: P/T = k a V e n costanti
- principio di Avogadro V/n = k T e P costanti
Legge di Boyle (o delle isoterme): il volume di una q.t fissa di gas ad una data temperatura, inversamente
proporzionale alla pressione esercitata dal gas
Ci significa che aumentando la pressione, il volume diminuir; viceversa diminuendo la pressione, il volume
aumenter. A T e n costanti, il prodotto tra il valore della P e il valore del V costante
Questo significa che, essendo noto il prodotto di P e V nella condizioni 1, il prodotto di P e V nelle condizioni 2
sar uguale, e quindi possiamo scrivere P
1
V
1
= P
2
V
2

Legge di Charles (o delle isobare): il volume di una quantit fissa di gas a pressione costante, diminuisce al
diminuire della temperatura
Significa che il volume direttamente proporzionale alla temperatura, a pressione costante: aumentando la
temperatura, il volume aumenter; viceversa diminuendo la temperatura, il volume diminuir.
Questo significa che, essendo noto il rapporto di V e T nella condizioni 1, il rapporto di V e T nelle condizioni 2 sar
uguale, e quindi possiamo scrivere V
1
/T
1
= V
2
/T
2

Legge di Gay-Lussac (o delle isocore): la pressione di una quantit fissa di gas, mantenuta a volume costante,
decresce al diminuire della temperatura
Significa che la pressione direttamente proporzionale alla temperatura, a volume costante: aumentando la
temperatura, aumenter la pressione; viceversa diminuendo la temperatura, diminuir la pressione
Questo significa che, essendo noto il rapporto di P e T nella condizioni 1, il rapporto di P e T nelle condizioni 2 sar
uguale, e quindi possiamo scrivere P
1
/T
1
= P
2
/T
2
Principio di Avogadro: alle stesse condizioni di temperatura e pressione, volumi uguali di gas diversi
contengono lo stesso numero di particelle
Il volume di una mole di gas chiamato volume molare e a 0 e 1atm vale 22,4 L/mol
Combinando le 4 leggi sopra enunciate si arriv ad enunciare l equazione di stato dei gas ideali: PV = nRT, dove R
la costante universale dei gas e ha valori differenti a seconde delle unit di misura utilizzate:

(NTP): condizioni normali, ovvero a 0C e 1atm (STP): condizioni standard, ovvero 25C e 1atm
Legge delle pressioni parziali di Dalton
Lesperimento:
2 recipienti contenenti gas
a P nota e collegati tra loro
ma separati da una
valvola; riemp il 1 di olio
in modo da svuotarlo del
tutto verso il 2,
consentendo il passaggio
del gas aprendo la valvola.
Risultato, la pressione nel
2 recipiente risultava
uguale alla somma delle
14

pressioni parziali dei 2 gas
La formula: P
tot
= P
1
+ P
2
+ + P
n
Si arriv anche a dire che la in una miscela di gas, la pressione parziale di un gas uguale alla sua frazione molare
per la pressione totale: P
i
= X
i
P
tot
(eguagliando P
i
/P
tot
alla stessa scrivendo P con la legge dei gas)
Legge di Henry (solubilit dei gas nei liquidi): a temperatura costante, la concentrazione (c) di un gas disciolto in
un liquido direttamente proporzionale alla sua pressione parziale. c = kP
i

Cos leffusione gassosa? il movimento diffusivo di un gas attraverso una sottile apertura, da un recipiente ad
un altro in cui la pressione pi bassa
Grahm scopr che le molecole dei gas pi leggere effondevano pi velocemente di quelle di gas con molecole pi
pesanti perch le prime hanno velocit maggiore, quindi urti con le pareti maggiori e quindi maggiori possibilit di
passare attraverso lapertura
Tramite la diffusione gassosa i gas si mescolano tra loro per occupare lo spazio a disposizione in maniera da
rendere la loro pressione parziale uniforme
La dissociazione gassosa il processo tramite il quale sostanza gassose si dissociano in altre sostanze gassose per
effetto del riscaldamento (es.: PCl
5
(g) PCl
3
(g) + Cl
2
(g))
Si definisce grado di dissociazione () il rapporto tra il numero di moli di sostanza dissociata e il numero di moli
iniziali della stessa sostanza. una quantit sempre compresa (o uguale) tra 0 e 1.
In questi casi la legge dei gas va corretta con un termine che la moltiplica detto fattore di vant Hoff pari a
[1+(-1)] dove il grado di dissociazione della specie e numero di molecole in cui una molecola si dissocia,
PV = [1+(-1)]nRT
La differenza tra un gas ideale e uno reale che il gas reale composto da particelle con volume proprio tra le
quali avvengono urti anelastici a causa delle interazioni tra di esse. In un gas reale, la dimensione finita delle
particelle riduce il volume effettivo a disposizione del gas e le interazioni tra le particelle fanno si che la pressione
in un gas reale, alle medesime condizioni, sia inferiore di quella di un gas ideale.
LO STATO SOLIDO E LO STATO LIQUIDO
Lo stato di aggregazione della materia una conseguenza diretta dellintensit delle forze inter molecolari

Solidi Liquidi
- forze coesive alte - forze coesive deboli
- forte impacchettamento - forte impacchettamento
- disposizione spaziale irregolare - disposizione spaziale irregolare
- mobilit molto bassa - mobilit alta

LO STATO SOLIDO
Allo stato solido le particelle occupano posizioni fisse in reticoli cristallini
Criterio principale di classificazione dei solidi basato sul tipo di legame che unisce le molecole, si possono
individuare 4 tipi di solidi: ionici, reticolari, molecolari, metallici
Si pu fare anche una classificazione i solidi anche in base alla loro struttura, e si distinguono solidi cristallini o
amorfi

Solidi cristallini
I solidi cristallini sono caratterizzati da una distribuzione regolare delle particelle nello spazio che sono disposte
in un reticolo tridimensionale. Lunit base del reticolo chiamata cella elementare e ha la caratteristica di
avere un volume minimo possibile e angoli pi prossimi ai 90, inoltre si cerca di far si che abbia le stesse
propriet simmetriche del cristallo macroscopico. Esse viene scelta in modo che ciascuno atomo (o ione) che si
trovi al suo interno sia circondato dal medesimo intorno. In un reticolo cristallino la cella elementare si ripete in
tutti il cristallo senza lasciare lacune.
Le strutture cristalline possono essere ricondotte a 7 celle elementari fondamentali:
- cubica (NaCl, Cu)
- tetragonale
- rombica
15

- trigonale
- esagonale (grafite, quarzo)
- monoclina
- triclina

Brevis dimostr che vi sono in tutto 14 possibili distribuzioni spaziali degli atomi nei 7 sistemi cristallografici
distinguibili in questo modo:
- primitivo o semplice
- a facce centrate
- a corpo centrato
- a base centrata

Il numero di coordinazione il numero di atomi o ioni legati allatomo centrale (tutti i composti ionici binari
formati da metalli alcalini e da un alogeno, ad eccezione del Cs, hanno una struttura simile a quella del cloruro di
sodio con numero di coordinazione 6)
La struttura dei solidi pu essere derivata dal modello di impaccamento degli atomi, considerandoli come sfere
rigide che sono poste a contatto. Le 2 strutture compatte sono quella cubica a facce centrate e quella esagonale
(n.c. = 12, 74% occupato del V totale)


I tipi di impaccamento principali:
- cubico compatto (molti piani cristallini densamente popolati): metalli molto malleabili (Au, Ag)
- esagonale compatto o cubico a corpo centrato (pochi piani densamente popolati): metalli duri e fragili
(Mo, W)
- tetraedrico
%fattore di impaccamento = =




Solidi amorfi
Lo stato amorfo corrisponde ad una condizione termodinamica di liquido sottoraffreddato
I solidi amorfi possono esistere in due fasi distinte, quella gommosa e quella vetrosa
In un solido amorfo, la disposizione degli atomi come la disposizione degli atomi di un liquido in un
determinato istante
Principali caratteristiche: non fondono a T definite ma in certi intervalli di T, si fratturano in frammenti di
svariate dimensioni

Solidi ionici
Principali caratteristiche:
- rigidit e durezza, ma facile sfaldabilit
- punti di fusione elevati
- cattiva conducibilit elettrica
- buona conducibilit allo stato fuso o in soluzione

Solidi metallici
Principali caratteristiche:
- elevata conducibilit elettrica e termica
- effetto fotoelettrico
- malleabilit e duttilit

Solidi molecolari
Sono costituiti da molecole tenute insieme da forze di van der Waals o da legami a idrogeno
Principali caratteristiche:
- consistenza tenera
Volume totale sfere nel cubo
Volume totale cubo
16

- bassi punti di fusione
- bassi punti di ebollizione
- cattiva conducibilit elettrica
un esempio di solido molecolare il ghiaccio secco

Solidi covalenti
Sono solidi costituiti da atomi tenuti insieme da forti legami covalenti
Principali caratteristiche:
- consistenza dura
- alti punti di fusione
- alti punti di ebollizione
- cattiva conducibilit termica
un esempio di solido covalente il diamante o la grafite o ancora il quarzo

Le leghe
Il termine lega si usa per quei materiali nei quali le aggiunti di altri elementi hanno lo scopo di modificarne,
migliorandole, alcune particolari propriet. La maggio parte delle leghe presenta una struttura omogenea

Lallotropia e il polimorfismo la propriet di alcune sostanze di esistere in diverse forme. Lallotropia si riferisce
alla struttura tra atomi di uno stesso tipo, il polimorfismo si pu riferire pi genericamente ai composti
Esempio di un allotropo il Carbonio (grafite, diamante, fullerene)
LO STATO LIQUIDO
Nello stato liquido le particelle interagiscono tra di loro come in un solido ma senza un particolare ordine nella
disposizione spaziale. In questo stato le forze inter molecolari (sono deboli) non sono abbastanza elevate da
trattenere le molecole in un reticolo cristallino: in un liquido infatti le molecole scorrono le une sulle altre senza
separarsi. Per questo motivo i liquidi sono incomprimibili, presentano un volume proprio ma si adattano alla
forma del recipiente che li contiene
Anche i liquidi hanno la capacit di diffondere e con i gas vengono denominati fluidi

Propriet dello stato liquido:
- fluidit: capacit delle molecole di scorrere le une sulle altre
- elasticit: capacit di riacquistare la propria forma una volta terminato leffetto di una forza
- tensione superficiale: tensione che si sviluppa lungo la superficie di separazione e che si oppone
allaumento di superficie
- bagnabilit

Una caratteristica dovuta alla bagnabilit di un fluido la formazione del menisco: il menisco una conca
superficiale che un liquido forma in qualsiasi contenitore; esso maggiormente visibile se il contenitore pi
piccolo. Il menisco concavo si forma quando le forze di adesione (alla superficie del recipiente) sono maggiori
delle forze di coesione (tra le molecole del liquido); il menisco convesso si forma quando le forze di adesione (alla
superficie del recipiente) sono inferiori delle forze di coesione (tra le molecole del liquido)

Concetto di fase (o stato)
La fase una porzione di materia caratterizzata in ogni punto dalle stesse propriet fisiche e chimiche
Le transizioni di fase (o passaggi di stato) sono dei processi di equilibrio fisico in cui una sostanza cambia il
proprio stato di aggregazione, avviene a T costante

Entalpia (H): la quantit di calore necessaria affinch una mole di una sostanza cambi il suo stato di
aggregazione a P cost; ogni passaggio di stato di una determinata sostanza a una determinata P possiede un certo
H

Processo ENDOtermico: un processo che avviene con assorbimento di energia/calore, ovvero necessit di
energia per poter avvenire. Il suo H > 0
17

Processo ESOtermico: un processo che avviene con rilascio di energia/calore, ovvero libera energia mentre
avviene. Il suo H < 0
I passaggi di stato tra 2 fasi hanno H uguale e opposto.. per esempio il H di liquefazione di una sostanza a un
certa P uguale al H di evaporazione

La pressione di vapore di equilibrio di una qualsiasi sostanza una misura della tendenza delle sue molecole a
sfuggire dalla fase liquida e passare in fase vapore a una data T. Se poniamo un liquido allinterno di un recipiente
chiuso in cui abbiamo precedentemente fatto il vuoto, lo spazio non occupato dal liquido viene via via occupato
dal suo vapore. Man mano che levaporazione procede, il vapore che sovrasta la superficie del liquido si fa sempre
pi concentrato e la pressione allinterno aumenta gradualmente finch non viene raggiunto un equilibrio tra
evaporazione e condensazione che sar caratterizzato da una pressione, la pressione di vapore

Una sostanza raggiunge il punto di ebollizione quando la pressione di vapore uguale all a pressione esterna

A determinate condizioni di P e T (elevate) linterfaccia tra la fase liquida e quella vapore scompare: la sostanza
ha densit di un liquido data laltissima P e mantiene la viscosit di un gas. Tali condizioni vengono raggiunte al
punto critico, e la sostanza viene chiamata fluido supercritico

Diagramma di stato (o fase):
lungo ogni tratto che separa una fase da unaltra, convivono
entrambe le fasi
nel punto triplo convivono tutte e 3 le fasi
oltre il punto critico si ha un fluido supercritico
i tratti hanno pendenza positiva
si nota una proporzionalit diretta tra pressione e temperatura
NB: nel diagramma di stato dellH
2
O, il tratto solido liquido ha una
pendenza negativa: ci dovuto al fatto che lH
2
O passando da
liquido a solido aumenta di volume (V negativo, pendenza = dP/dT
= H/ V) contrariamente a quanto succede nelle altre sostanze. Tra
pressione e temperatura, lungo quel tratto, vi una proporzionalit
inversa. (ci si ricordi che un aumento di P corrisponde a una
diminuzione di V)

Ci accade per il principio dellequilibrio mobile di Le Chatelier (vedi equilibri)
SOLUZIONI E PROPRIET COLLIGATIVE
Una soluzione una miscela omogenea di due o pi componenti in ununica fase. Il/i componente disperso
chiamato soluto; il componente disperdente chiamato solvente, e generalmente la sostanza presente in
maggior quantit. In una miscela omogenea ogni porzione della soluzione possiede le stesse propriet chimico
fisiche

Le soluzioni possono essere:
- gassose, sono sempre omogenee in quanto i gas sono miscibili in qualunque proporzione
- liquide, si ottengono sciogliendo in un liquido un gas, solido o altri liquidi
- solide, miscele di pi solidi (leghe)

detta concentrazione la quantit di soluto che si trova disciolta in una data quantit di solvente
Una soluzione si dice soluzione satura quando ad una certa temperatura la quantit di soluto disciolto nel
solvente arrivata alla quantit massima (solubilit, del soluto). In certe condizioni si riescono a raggiungere
situazioni in cui la concentrazione di soluto nel solvente superiore rispetto a quella nella soluzione satura, si
parla in questi casi di soluzione sovrasatura



18

Misura delle concentrazioni:
- %peso* = %W =
()
()
%
- %volume* = %V =
()

%
- %massa/volume* = %w/V =
()

%
- fraz. molare = X

=


adimensionale
- molarit = M

=


mol/L
- molalit = m =


mol/Kg
- normalit = N =




*per convertire ununit massa/massa in ununit massa/volume necessario convertire la massa in volume e
viceversa utilizzando la densit

Per solvatazione si intende linterazione tra soluto e solvente in una soluzione, la quale porta le singole molecole
di soluto disciolto a circondarsi di molecole di solvente, un processo esotermico. Linsieme molecole di
solvente + molecola di soluto si chiama sfera di solvatazione. (in base dello ione disciolto le molecole di solvente
si orienteranno di conseguenza: esempio NaCl in acqua)

La dissoluzione spiega pi nel dettaglio cosa avviene quando sciogliamo un soluto (es NaCl) in un solvente (es
acqua):
- soluto (aggregato) + calore --> soluto (separato), H > 0
- solvente (aggregato) + calore --> solvente (separato), H > 0
- soluto (separato) + solvente (separato) --> soluzione + calore, H < 0

il H(soluzione) = H(solvente) + H(soluto) + H(mescolamento), pu essere a seconda dei valori di H, eso o
endotermico

La solubilit di un solido in H
2
O generalmente aumenta con laumentare della T
La solubilit di un gas in H
2
O generalmente diminuisce con laumentare della T (aumenta volatilit)
La solubilit di un solido o di un liquido in H
2
O non dipende generalmente dalla P essendo questultimi
incomprimibili
La solubilit di un gas in H
2
O aumenta allaumentare della P perch aumentano gli urti tra gas e superficie del
liquido

Propriet colligative delle soluzioni
Una propriet colligativa una propriet che non dipende dalla natura chimica delle soluzioni ma solo dal
numero di particelle distinte (molecole o ioni)

Le pi rilevanti sono (condizioni studiate in presenza di un soluto non volatile):
- abbassamento della tensione di vapore: P
solv
= -X
soluto
P
solv
(i)* (Legge di Rault)**
- innalzamento ebullioscopico: T
eb
= K
eb
m (i)*
- abbassamento crioscopico: T
cr
= K
cr
m (i)*
- pressione osmotica: = MRT (i)*

*nel caso in cui la dissociazione dia # di molecole differente tra inizio e fine si moltiplica le formule sopraindicate
per la i di vant Hoff ricordando che = 1+(-1)
nelle formule sopra elencate M sta per molarit ( una P, si ricava dalla legge dei gas, M = n/V), m sta per
molalit, P la tensione di vapore del solvente puro
**la legge di Rault afferma che nel caso in cui anche il soluti sia volatile, la tensione di vapore P di una soluzione
uguale alla somma delle pressioni parziali.

19

La tensione di vapore si abbassa perch le molecole di solvente interagiscono anche con quelle di soluto, le quali
le trattengono maggiormente, diminuendone levaporazione
Conseguenza diretta dellabbassamento della tensione di vapore linnalzamento della T di ebollizione

Il processo di osmosi e la pressione osmotica
Quando due soluzioni con lo stesso solvente ma a concentrazioni diverse sono separate da una membrana
semipermeabile, le molecole di solvente si spostano dalla soluzione meno concentrata a quella pi concentrata
per cercare di uguagliare le due concentrazioni. Il flusso selettivo di molecole di solvente attraverso una
membrana semimpermeabile chiamato osmosi e la pressione esterna che bisogna applicare per impedire
losmosi chiamata appunto pressione osmotica

Gli elettroliti (in H
2
O)
Gli elettroliti sono specie chimiche che in soluzioni si scindono completamente o parzialmente in ioni ; essi
hanno la capacit di condurre corrente elettrica
Un elettrolita si dissocia se era un composto ionico, si ionizza se era un composto covalente
Maggiore il grado di dissociazione, maggiore sar la capacit di condurre elettricit
Gli elettroliti si classificano come: elettrolita forte (=1) se si ha una dissociazione completa (sali, acidi forti, basi
forti), elettrolita debole (<1) se si ha una dissociazione parziale (acidi e basi deboli), non elettrolita (=0) se non
si dissocia
LEQUILIBRIO CHIMICO
Quando si parla di equilibrio, ci si riferisce sempre a una situazione di equilibrio dinamico, per spiegarlo
utilizzeremo un esempio: quando un liquido raggiunge la sua tensione di vapore e si stabilizza in un equilibrio,
non significa che le particelle allo stato vapore rimarranno tali e al trettanto quelle allo stato liquido bens ci sar
sempre un numero di particelle di vapore che condenseranno in liquido e viceversa, ma questo numero sar
uguale e quindi le propriet macroscopiche del sistema non varieranno
Una reazione allequilibrio ha velocit della reazione diretta = velocit della reazione inversa e G=0, questo si
pu tradurre dicendo che le concentrazioni di reagenti e prodotti allequilibrio non variano pi
Lequilibrio chimico raggiungibile solo in un sistema chiuso, ovvero che non scambia materia con lesterno
Reazioni in cui sono possibili sia la reazione diretta che quella inversa si dicono reversibili

Data una generica reazione aA + bB cC + dD, definiamo costante di equilibrio (a T costante) il valore calcolato
nel seguente modo

[]

[]

[]

[]

dove [ ] la concentrazione molare allequilibrio


Per la reazione inversa la


Se faccio e(aA + bB cC + dD), allora


Mentre la K
eq
di una somma di reazioni uguale al prodotto delle K
eq
delle reazioni sommate

Per reazioni che avvengono in fase gassosa, le concentrazioni possono essere espresse in pressioni parziali
Spazio ai calcoli





Un equilibrio eterogeneo un equilibrio in cui reagenti e prodotti si trovano in fasi diverse. Nellespressione della
K
eq
di un equilibrio eterogeneo si considerano solo le concentrazioni (o pressioni parziali) dei gas e delle
soluzioni perch a T costante la concentrazione di un solido o di un liquido puro costante
20

Significato della K
eq
: conoscendo il suo valore sappiamo qualitativamente se la reazione (alleq) pi spostata
verso i prodotti (valore alto di K
eq
) o i reagenti (valore basso di K
eq
)
Definiamo il quoziente di reazione (Q) allo stesso modo della K
eq
ma al posto delle concentrazioni allequilibrio si
usano quelle note in un determinato istante. In questo modo, conoscendo K
eq
e Q possiamo prevedere in che
direzione andr la nostra reazione. intuitivo dedurre che se: K > Q, la reazione si sposter verso destra
(prodotti); K < Q, la reazioni si sposter verso sinistra (reagenti); K = Q, la reazione allequilibrio

Perturbazione di un equilibrio
Il principio di Le Chatelier: se lo stato di una reazione allequilibrio viene modificato, la reazione si sposter
dallequilibrio e proceder in una direzione o nellaltra fino a raggiungere un nuovo stato di equilibrio
Un equilibrio pu essere turbato in 3 modi: cambiando la T, cambiando la concentrazione di un reagente o di un
prodotto, modificando la pressione (pi in generale, modificando il volume del recipiente)
Aggiungendo prodotti la reazione si sposter verso i reagenti. Sottraendo prodotti la reazione si sposter verso i
prodotti
Nel caso in cui aumentiamo la T di un sistema allequilibrio, la reazione si sposter dalla parte della reazione in cui
non c calore (direzione endotermica)
Nel caso in cui diminuiamo la T di un sistema allequilibrio, la reazione si sposter dalla parte della reazione in cui
c calore (direzione esotermica)
Nel caso in cui aumentiamo la P di una reazione in fase gassosa, la reazione si sposter nella direzione che
comporta un minor numero di molecole
Nel caso in cui diminuiamo la P di una reazione in fase gassosa, la reazione si sposter nella direzione che
comporta un maggior numero di molecole
LA CHIMICA IN SOLUZIONE ACQUOSA (I): ACIDI E BASI, PH E TITOLAZIONI
Acidi e basi, caratteristiche
Acidi
.. producono ioni H
+
in H
2
O
.. fanno virare il tornasole al rosso
.. sono elettroliti in H
2
O
.. neutralizzando soluzioni con OH
-

.. reagiscono con molti metalli generando H
2

.. reagiscono con i carbonati generando CO
2

Basi
.. producono ioni OH
-
in H
2
O
.. fanno virare il tornasole al blu
.. sono elettroliti in H
2
O
.. neutralizzando soluzioni con H
+


Definizione secondo Arrhenius
Gli acidi e le basi sono composti che in soluzione acquosa danno luogo a dissociazione elettrolitica e tutti gli acidi
liberano ioni H
+
, mentre le basi liberano ioni OH
-

Limiti: non spiegava il comportamento di A/B al di fuori delle soluzioni acquose; esistono sostanze che formano
gruppo OH
-
in H
2
O pur non contenendo il gruppi OH

Definizione secondo Bronsted Lowry
Si definisce acido una sostanza in grado di donare ioni H
+
; si definisce base una sostanza in grado di accettare gli
ioni H
+
di un acido
Questa teoria svincola il comportamento acido base dal mezzo acquoso e in pi evidenzia che un acido possa
esistere solo in presenza di una base e viceversa (un acido isolato non cede ioni H
+
)

Tutte le reazioni acido base sono riconducibili a uno scambio di protoni. Acido monoprotici sono in grado di
donare un solo protone (H
+
); acidi poliprotici sono in grado di donare 2 o pi protoni

Secondo Bronsted Lowry dunque un acido una sostanza nella cui molecola vi sia almeno un atomo di H
legato ad un altro atomo molto elettronegativo: solo cos si ha un legame covalente polare dalla cui rottura si
generano ioni H
+
; una base invece una sostanza che ha almeno una coppia di elettroni non impegnati in
legame: in tal modo la coppia former un legame covalente dativo con lo ione H
+

Si definisce sostanza anfotera una sostanza che si comporta da base in presenza di un acido e viceversa
21


Definizione secondo Lewis
Si dice acida una qualsiasi sostanza che accetta un doppietto di elettroni; si dice base una sostanza che possiede
e pu donare un doppietto di elettroini. Tutti gli acidi di B L sono anche acidi di Lewis

(da ora in poi nella nostra trattazione considereremo gli acidi e le basi come acidi e basi di Arrhenius)

Forza di un acido o di una base: la quantit in moli di ioni H
3
O
+
o OH
-
che formano in un solvente. Calcolando la
K si pu dedurre la forza, maggiore K, maggiore la forza (non si tiene conto della [H
2
O])

Riconoscere la forza di un acido o di una base (IMPORTANTE)
Forte Debole
Acido
- acidi alogenidrici (H+alogeno)
- ossiacidi in cui il n di atomi di
O supera di due o pi il n di
protoni ionizzabili (es.: HNO
3
,
H
2
SO
4
, HClO
4
)
- acido alogenidrico HF
- acidi in cui H non legato
allossigeno
- ossiacidi in cui il n di atomi di
O uguale o supera di 1 il n
di protoni ionizzabili
- acidi organici (formula
generale RCOOH)
Base
composti solubili contenenti O
2-
o
OH
-
i cui cationi sono
generalmente quelli dei metalli
attivi:
- M
2
O o MOH (M metallo del 1
gruppo)
- MO o M(OH)
2
(M metallo del
2 gruppo)
molti composti con un atomo di
azoto ricco di elettroni, cio con
un doppietto libero:
- NH
3

- AMMINE (formula RNH
2
o
R
2
NH o R
3
N)
R sta ad indicare una catena di altri composti
Lautoprolisi (autoionizzazione) dellacqua
Lacqua un elettrolita estremamente debole ed quindi possibile ricavarne la costante di equilibrio a una certa
temperatura.
Due molecole dacqua interagiscono tra di loro per dare uno ione ossidrile (OH
-
) e uno ione idronio (H
3
O
+
), e
quindi la K
eq
= K
W
= [H
3
O
+
][OH
-
]; tale costante prende il nome di costante di ionizzazione dellacqua e a 25C vale
1,0 10
-14
M
2
. Lautoprolisi dellacqua un processo endotermico

In acqua pura le concentrazioni di [H
3
O
+
] e [OH
-
] sono uguali (1,0 10
-7
M) e la soluzione viene definita neutra
Una soluzione acida quando [H
3
O
+
] > [OH
-
]
Una soluzione basica quando [H
3
O
+
] < [OH
-
]

Si definisce pH il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione di ioni idronio: pH = -log
10
[H
3
O
+
]
Una sostanza acida se il suo pH < 7, basica se il suo pH > 7, neutra se il suo pH = 7

Equilibri di idrolisi: soluzioni acquose di Sali
Come si forma un sale: acido + base sale + acqua detta reazione di neutralizzazione

Lidrolisi la reazione di scambio protonico che si stabiliscono nella formazione di Sali
acido debole + base forte = idrolisi basica, pH > 7 (per effetto dellequilibrio elettrolitico la soluzione si arricchisce
di ioni ossonio)
acido forte + base debole = idrolisi acida, pH < 7 (per effetto dellequilibrio elettrolitico la soluzione si arricchisce
di ioni idronio)
acido forte + base forte = idrolisi neutra, pH = 7 (sia lanione che il catione non tendono a cedere o sottrarre
protoni alle specie presenti)
acido debole + base debole = idrol isi acida o basica, pH 7
22

LA CHIMICA IN SOLUZIONE ACQUOSA (II): EQUILIBRI DI SOLUBILIT, KPS
Se in una soluzione satura, a T costante, aggiungiamo altro soluto, esso non si scioglier pi depositandoti sul
fondo e creando il precipitato. In presenza di un copro di fondo si stabilisce un equilibrio dinamico

Pi la sostanza un elettrolita forte, pi sar solubile e di conseguenza lequilibrio sar maggiormente spostato
verso destra (prodotti)
Le regole degli equilibri valgono se la solubilit del soluto molto bassa: in questo caso la soluzione si pu
considerare ideale (es.: CaCO
3
(s) Ca
2+
(aq) + (CO
3
)
2-
, K
eq
= K
ps
= [Ca
2+
][(CO
3
)
2-
], detto prodotto di solubilit)
Il quoziente di reazione per le soluzioni detto prodotto ionico (Q
ps
) e confrontandone i valori con K
ps
possiamo
dedurre che:
- se K
ps
> Q
ps
, lequilibrio non ancora raggiunto, la soluzione non satura
- se K
ps
< Q
ps
, lequilibrio oltrepassato, la soluzione sovrassatura
- se K
ps
= Q
ps
, siamo in equilibrio, la soluzione satura

La K
ps
utilizzabile per il confronto delle solubilit tra sali ma attenzione, questo possibile solo se i sali in esame
si dissociano in una stessa quantit di ioni

Effetto della T sulla solubilit
L86% degli elettroliti, allaumentare della temperatura, aumentano la loro solubilit. Eccezione CaCO
3

Effetto dello ione comune sulla solubilit
Se in soluzione presente un corpo estraneo che ha uno ione in comune con la sostanza che vogliamo
disciogliere, la presenza di questo ione estraneo corrisponde a una presenza maggiore di prodotti, e quindi si ha
un abbassamento della solubilit con conseguente precipitazione prematura
TERMOCHIMICA E TERMODINAMICA
Tutte le reazioni sono accompagnate da assorbimento o emissione di energia
Si chiama sistema lo spazio sottoposto ad un particolare studio, distinta da superfici limite; possiamo
riconoscere:
- sistema isolato (ideale): non scambia ne materia ne energia con lambiente, raggiunge sempre lequilibrio
- sistema chiuso: scambia energia ma non materia con lambiente, raggiunge sempre lequilibrio una volta
cessato il flusso di energia
- sistema aperto: scambia energia e materia con lambiente, non raggiunge mai lequilibrio

Le superfici limite sono di 2 tipi: superfici adiabatiche, non permettono scambio di calore; superfici conduttrici,
permettono lo scambio di calore

Chiamando Q il calore possiamo distinguere:
- A + B + Q --> C, reazione endotermica, assorbe calore
- A + B --> C + Q, reazione esotermica, libera calore

Lentalpia di reazione (H) la differenza tra lentalpia dei prodotti e lentalpia dei reagenti. Se il H > 0 la
reazione sar esotermica, se H < 0 la reazione sar esotermica, se H > 0 la reazione sar endotermica
Il calore energia in transito

Primi principio della termodinamica: lenergia interna (E) una funziona di stato data dalla somma del lavoro (W)
e del calore (Q), che non sono funzioni di stato. E = Q + W, se il lavoro solo meccanico allora W = -PV
Per convenzione tutto ci che entra nel sistema ha segno positivo, tutto ci che esce dal sistema ha segno
negativo. Quindi il calore assorbito dal sistema e il lavoro compiuto sul sistema hanno segno (+), il calore liberato
dal sistema e il lavoro compiuto dal sistema hanno segno (-)

(tutti i processi da noi considerati avvengono a T constante)
a Volume costante, V = 0: E = Q PV = Q, quindi a volume costante E = Q
a Pressione costante, E = Q PV --> Q = E + PV = H, quindi a pressione costante Q = H
in un Gas perfetto a P cost, E = Q PV, legge dei gas PV = nRT --> PV =nRT, ottenendo E = Q nRT
23

(R = 8.314 J/molK)

E = E
finale
E
iniziale
, se E < 0 processo esotermico, se E > 0 processo esotermico

Se lentalpia associata al processo diretto vale H, quella associata al processo inverso varr H

Esistono due modi per calcolare il H:
- si usano i calori standard tabulati di formazione delle sostanze
- si usa la legge di Hess

Il calore di formazione standard di un composto il calore assorbito o rilasciato quando una mole di composto si
forma a partire dai suoi elementi; pu essere usato per calcolare il H di una reazione
Il calore di formazione degli el ementi 0

La legge di Hess afferma che il H di una reazione pu essere calcolato indirettamente sommando i valori di H
delle reazioni in cui la reazione di interesse pu essere scomposta; in questo processo ogni qualvolta si
moltiplica/divide una reazione per un fattore n, anche il H deve corrispondentemente essere moltiplicato/diviso
per n e se invece la reazione viene invertita, il H va cambiato di segno

Il valore di H non sufficiente per prevedere la spontaneit o meno di una reazione

Si introduce lentropia (S) di una reazione una funzione di stato che descrive la distribuzione di energia di un
sistema in un certo stato; mette in relazione il calore con la temperatura


Un sistema ad alta T varia di poco la sua S per una quantit di q che a T molto pi basse pu generare un
cambiamento di stato, con un forte aumento di S
Lentropia aumenta con laumentare della dispersione della distribuzione dellenergia; ogni sistema tende ad
aumentare la sua entropia allinfinito

La grandezza che mette in relazione lentalpia con lentropia chiamata energia libera (G) e vale G = H TS,
con la T espressa in Kelvin (Equazione di Gibbs)
Un sistema quindi tende a evolvere verso uno stato di maggiore stabilit (H < 0) e verso una distribuzione
dellenergia pi dispersa (S > 0), da qui si pu dedurre che:
- se G < 0, la reazione spontanea
- se G > 0, la reazione non spontanea
- se G = 0, la reazione allequilibrio


Lenergia libera di formazione la variazione di energia libera di
Gibbs relativa alla reazione di formazione di una mole del composto
a partire dagli elemente che lo costituiscono in condizioni standard

G = G(prodotti) G(reagenti)


Tipi di reazioni chimiche:
- decomposizione, un reagente forma pi prodotti (AB --> A + B)
- sintesi, pi reagenti danno luogo a un prodotto (A + B --> AB)
- sostituzione, un gruppo di una specie chimica viene sostituira da un altro gruppo ( AB + C --> AC + B)
- metastasi, scambio di due o pi ioni fra elementi e gruppo aventi la stessa valenza+
CINETICA CHIMICA
La cinetica chimica si occupa dello studio della velocit con cui avviene una reazione, essa considera anche gli
intermedi di reazione (stati intermedi di una reazione)
24

]

Affinch una reazione avvenga necessario che le particelle dei composti non solo abbiano sufficiente energia,
ma che si urtino anche secondo una determinata orientazione

I vari intermedi di reazione hanno ciascuno delle velocit caratteristiche, la velocit dell intermedio pi lenta sar
quello a caratterizzare la reazione determinandone la velocit
Gli intermedi sono specie che appaiono in un meccanismo di reazione ma non nella reazione globale bilanciata

Nel corso di una reazione, per ottenere variazioni di concentrazioni uguali, occorrono tempi sempre pi lunghi
Per una generica reazione aA + bB cC + dD, si definisce velocit di reazione:

[]

[]

[]

[]



La legge della cinetica lega la velocit di reazione alla concentrazione molare di uno o pi reagenti ed espressa
dalla seguente espressione: []

[]

, ed sempe > 0
k la costante di velocit specifica, m e n sono coeff non necessariamente uguali ad a e b
Si definisce ordine di reazione rispetto a un certo componente, il valore dellesponente che la concetrazione di
quel componente nella legge della cinetica. Si definisce ordine di reazione complessivo la somma degli esponenti
di tutti i reagenti presenti nellequazione della cinetica

Allequilibrio la velocit di reazione diretta uguale alla velocit di reazione inversa

Una delle condizioni necessarie affinche una reazione avvenga abbiamo detto essere una sufficiente quantit di
energia: lenergia cinetica minima richiesta per la reazione detta energia di attivazione (E
a
)
Maggiore il valore dellenergia di attivazione, minore sar la velocit della reazione
Il complesso attivato corrisponde alla formazione di un composto intermedio che ha contenuto energetico
almeno pari a E
a
; un composto molto instabile quindi si converte rapidamente nei prodotti di reazione

La velocit di reazione aumenta allaumentare della T (energia attivazione si raggiunge pi velocemente)

Si definisce catalisi un processo chimico per mezzo del quale, con laggiunta in una reazione di un catalizzatore, si
aumenta (o se necessario diminuisce) la velocit di reazione. Lazione del catalizzatore puramente di tipo
cinetico e la sua presenza non influisce sui risultati di reazione e ha stesso effetto sia sulla velocit diretta che su
quella inversa, inoltre non influenza lequilibrio chimico della reazione


Si possono distinguere 4 tipi di catalisi:
- catalisi omogenea: catalizzatore + reagenti formano ununica fase
- catalisi eterogenea: catalizzatore + reagenti formano pi di una fase
- catalisi positiva: laggiunta di un catalizzatore porta ad un aumento di velocit
- catalisi negativa: laggiunta di un catalizzatore porta ad una diminuzione di velocit

Un nucleo instabile (solitamente per Z > 83), tende a liberarsi di particelle: questo processo viene detto
decadimento radioattivo (vedi tipo di radiazioni)

Potere penetrante: radiazione (carta) < radiazione (alluminio) < radiazione (piombo)

Emivita di un isotopo radioattivo: definito come il tempo necessario affinch la met degli atomi di un elemento
decadano in un altro elemento
25

ELETTROCHIMICA
Elettrochimica: studio delle reazioni chimiche che producono effetti elettrici e viceversa

In una reazione spontanea (G < 0) lenergia chimica pu essere convertita in enerngia elettrica nelle celle
elettrochimiche. Una reazione non spontanea (G > 0) pu essere forzata ad avvenire trasformando energia
elettrica in energia chimica attraverso il processo di elettrolisi

Conduttori di prima specie: lo spostamento di carica avviene per mezzo del libero muoversi degli elettroini
(metalli e semiconduttori)
Conduttori di seconda specie: lo spostamento di carica avviene per mezzo del moto di ioni (elettroliti)

Nelle reazioni di ossidoriduzione gli elettroni sono trasferiti da una specie allaltra. Una reazione di
ossidoriduzione pu essere condotta con le due semireazioni separate fisicamente e connesse solo da un
conduttore elettrico che permette il trasferimento degli elettroni liberati nella semireazione di ossidazione a
quella di riduzione (gli elettroni si spostano dallossidazione verso la riduzione)

Una reazione elettrochimica di solito una redox

Esistono fondamentalmente 2 tipi di cella elettrochimica:
- cella voltaica (o galvanica): redox spontanea, produce corrente
- cella elettrolitica: redox non spontanea, fornisco corrente per far avvenire la reazione

Qualunque sia il tipo di cella elettrochimica, si definisce anodo lelettrodo della semicella sede della ossidazione
(pu consumarsi), mentre catodo lelettrodo della semicella sede della riduzione (pu accrescere).
Metodo mnemonico per ricordarlo: Anodo e Ossidazione iniziano con unca vocale; Catodo e Riduzione iniziano
con una consonante; CA: Catodo-Accresce, AC: Anodo-Consuma
In una cella voltaica il catodo lelettrodo positivo e lanodo lelettrodo negativo, in una cella elettrolitica vale
il viceversa

In ogni caso per i cationi (ioni +) si muovono sempre verso il catodo e gli anioni (ioni -) si muovono sempre verso
lanodo

Si definisce corrente elettrica o intensit di corrente (I) la quantit di carica che passa nel circuito nellunit di
tempo I = Q/t dove Q la quantit di carica misurata in Culomb [A, Ampere]

Una carica positiva si muove sempre da un potenziale elettrico maggiore a uno minore, la carica negativa fa
esattemente il contrario. In genere si indica prima la reazione di Ossidazione e in seguito quella di Riduzione
nella scrittura
Convenzionalmente si considera un flusso di corrente dal + al
La differenza di potenziale ci che permette alle chariche di muoversi e si misura in Volt [V]

Potenziale standard di riduzione: tutte le possibili semireazioni sono state catalogate secondo un certo criterio
detto potenziale standard, la quota 0 lelettrodo standard di H che ha potenziale di riduzione nullo, esso
stato misurato a STP con concentrazioni 1M; le reazioni sono scritte nel verso della riduzione (tutto tabulato)

Per sapere qual la differenza di potenziale tra 2 semicelle faccio semireazione con potenziale maggiore meno
semicella con potenziale minore. Pi il potenziale di riduzione maggiore (in senso algebrico), maggiore la
reazione ha la tendenza di avvenire nel senso in cui scritta ovvero nel senso della riduzione, viceversa pi il
potenziale di riduzione minore, minore sar la tendenza ad avvenire nel senso della riduzione e per
conseguenza avr tendenza ad avvenire in senso dellossidazione. Accoppiando 2 qualsiasi di queste
semireazione, secondo quanto detto pocansi si distingueranno facilmente gli elettrodi che si ridurranno e
ossideranno

26

Quando ci si trova in sistuazione non standard i valori tabulati andranno a essere modificati dallequazione di
Nerst:


dove:
- Q il quoziente di reazione (scrivendo la reazione nel verso della riduzione)
- R = 8.314 J/Kmol
- F = 96500C
- n = numeri di e
-
scambiati nella reazione
- T temperatura in K

La legge di Faraday invece permette di calcolare la massa (g) di sostanza prodotta agli elettrodi con la formula:
()


dove:
- I = intensit di corrente
- t = tempo in secondi
- m = massa molecolare della sostanza in questione
- n = numeri di e
-
scambiati nella reazione
- F = 96500C
LA CHIMICA ORGANICA
La chimica organica la chimica dei composti del carbonio
Gli idrocarburi sono i pi semplici composti del carbonio con lidrogeno e rappresentano le molecole base della
chimica organica (C
n
H
m
); possono essere suddivisi in 4 gruppi principali:
- alifatici a catena aperta, lineare o ramificata, satura o insatura
- ciclici, composti chiusi ad anello
- aromatici, contengono almeno un anello benzenico
- eterociclici, contengono nellanello atomi diversi dal carbonio

Gli idrocarburi possono essere classificati come segue:
- saturi: caratterizzati da legami C C singoli, vengono chiamati alcani
- insaturi: caratterizzati da legami non semplici, si suddividono a loro volta in:
- alcheni, presentano un legame C = C doppio
- alchini, presentano un legame C C triplo
- areni, presentano uno o pi anelli di tipo benzenico

Propriet degli alcani (C
n
H
2n+2
)
sono composti apolari (poco solubili in acqua) in quanto contengono puramente (o quasi) legami covalenti
disposti simmetricamente. Non danno luogo a reazioni di tipo ionico, mentre possono dar luogo a reazioni
radicaliche. La loro combustione con O
2
una delle reazioni pi importanti

( )



Nomenclatura degli alcani (suffisso ano)
1. La catena principale quella con il maggior numero datomi di carbonio
2. La numerazione della catena deve essere assegnata in modo che il numero di posizione della prima
ramificazione sia il pi piccolo possibile. Tra numero e nome sinserisce un trattino
3. La molteplicit di uno stesso gruppo sostituente sindica con i prefissi di-, tri-, tetra-, ecc. prima
del nome del radicale (nominato in modo analogo alla catena principale, sostituendo il suffisso ano con il, es.
metil, etil, butil); quindi si antepongono tutti i numeri di posizione separati da una virgola
4. I gruppi sostituenti diversi si elencano secondo ordi ne alfabetico, prefissi esclusi
5. In presenza di pi catene principali con lo stesso numero datomi di carbonio, la priorit appartiene quella
con il maggior numero di ramificazioni
27


Esempio

2, 2, 4 trimetilpentano



Nomi (ritenuti) degli alcani: CH
4
= metano; C
2
H
6
= etano; C
3
H
8
= propano; C
4
H
10
= butano;
pent, esa, epta, etc

I cicloalcani sono idrocarburi saturi ciclici (C
n
H
2n
), si aggiunge il prefisso ciclo


Isomeria degli alcani, presenti 4 tipi:
- strutturale: scheletro carbonioso differente
- posizionale: posizione diversa dei gruppi funzionali
- funzionale: diversi gruppi funzionali
- conformazionale: rotazione attorno ad un legame singolo, sfalsata o eclissata
- ottica: presenza di centri chirali

Propriet degli ancheni (C
n
H
2n
)
Sono idrocarburi caratterizzati dalla presenza di un doppio legame C = C, i carboni hanno ibridazione sp
2
; hanno
propriet chimico fisiche simili hai corrpsondenti alcani ma reattivit molto diversa. Una reazione caratteristica
degli alcheni quella di addizione che porta la formazione di composti saturi

Nomenclatura degli alcheni (suffisso ene)
La catena principale quella con il maggior numero datomi di carbonio contenente linsaturazione, non pi lunga
in assoluto. Linsaturazione deve avere il numero pi piccolo. Per il resto, la nomenclatura degli alcheni segue le
regole gi indicate negli alcani. Gruppi alchenilici da ricordare: vinile (CH
2
=CH-),
allile (CH
2
=CH-CH
2
-)
Isomeria degli alcheni
- geometrica: di tipo cis trans, impossibilit di rotazione intorno a un legame doppio
- ottica (chiralit): una molecola chirale se le sue due forme a immagine speculare non sono
sovrapponibili. Le 2 forme speculari di una molecola si chiamano enantiomeri
Un composto con un C ibridato sp
3
con quattro sostituenti diversi tra loro otticamente attivo
La capacit di una sostanza otticamente attiva di far ruotare il piano della luce polarizzata

Propriet degli anchini (C
n
H
2n-2
)
Sono idrocarburi caratterizzati dalla presenza di un triplo legame C C
Nomenclatura degli alchini (suffisso ino)
Per quanto riguarda la nomenclatura degli alchini si fa riferimento al corrispondente alchene di pario numero di
atomi di carbonio, cui si sostituisce la desinenza ene con ino
Alchini con nomi ritenuti sono: etino o acetilene (C
2
H
2
), propino o metilacetilene (C
3
H
4
)
H C C H H C C CH
3


Idrocarburi aromatici (C
n
H
n
)
Gli idrocarburi aromatici hanno un basso rapporto C:H e presentano un odore piacevole; nella loro struttura
presentano dei legami doppi alternati a quelli singoli di lunghezza maggiore
28

Il pi importante il benzene che ha formula bruta C
6
H
6
, ha una struttura esagonale con 3 doppi legami che
vanno a costituire 2 strutture limite di risonanza. Nel benzene i 6e
-
degli orbitali 2p non ibridati formano un
unico orbitale molecolare circolare sopra (e sotto) al piano della molecola.

Perch un composto con n anelli sia aromatico deve presentare 4n + 2 elettroni , ovvero 2n + 1 legami doppi

Alcuni derivati del benzene

Gli idrocarburi condensati aromatici (o idrocarburi policiclici aromatici IPA) sono dei composti organici che si
formano normalmente nel corso della combustione di prodotti organici, e sono degli inquinanti (danni a livello
ematico, immunodepressione, danni al sistema respiratorio, cancro..)

Data lenorme quantit di composti organici, per classificarli si ricorre al seguente artificio: si immagina che
questi composti siano costituiti unendo il RESIDUO di un idrocarburo ad un GRUPPO FUNZIONALE (il quale pu
o meno contenere il C)
Si definisce residuo (R ) un composto immaginario corrispondente ad un idrocarburo al quale stato sottratto
un atomo di H
Si definisce gruppo funzionale una parte della struttura della molecola caratterizzata da specifici elementi e da
specifica struttura, che conferisce al una reattivit tipica e simile a quella di altri composti con stesso gruppo
Gruppi funzionali e classi di composti

Propriet degli alogenuri (R X)
Presentano punti di ebollizione maggiori dei corrispondenti alcani (stesso n C) e aumenta allaumentare del
peso atomico del gruppo funzionale X (per uno stesso R ), mentre per uno stesso X il punto di ebollizione
aumenta di 20 30C per ogni C in pi; sono insolubili in acqua e non formano legami a idrogeno

Nomenclatura degli alogenuri:
Hanno priorit inferiore a legami doppi o tripli mentre maggiore se la catena idrocarburica satura
es.: CH
3
CH
2
Cl il 1 cloroetano I CH = CH CH
2
I il 1,3 diiodioprop 1 ene



29

Propriet degli alcoli e fenoli (R OH)
Si formano* dagli alogenuri per sostituzione del gruppo X con il gruppo OH. Se presentano fino a 4 atomi di C
per atomo di O, sono miscibili in H
2
O e ne alzano il punto di ebollizione (a causa dei legami H). Formano legami a
H. Il gruppo OH fortemente polare quindi la molecola si polarizza. CH
3
OH (metanolo) e CH
3
CH
2
OH (etanolo)
sono i pi semplici. Si chiama fenolo quando il gruppo OH legato ad un anello aromatico. Alcoli hanno leggero
carattere acido, fenoli sono molto acidi
*formazione degli alcoli: CH
3
Br + OH
-
--> CH
3
OH + Br
-


Nomenclatura degli alcoli e fenoli
Si nomina la catena idrocarburica e le si tronca lultima vocale sostituendola col suffisso olo. Il carbonio legato
al gruppo OH ha priorit maggiore quindi dovr avere il numero minore nella catena. La presenza di pi gruppi
OH si riflette sulla nomenclatura con laggiunta dei suffissi di, tri, tetraetc prima del suffisso olo
Un alcool si dice primario se il carbonio a cui legato il gruppo OH forma un altro solo legame, secondario e
terziario di conseguenza. Se il gruppo OH un sostituente viene detto idrossi

Dallossidazione di un alcool primario si ottiene un aldeide , dallossidazione di un alcool secondario si ottiene
un chetone , un alcool terziario non si ossida.

Propriet degli eteri (O)
Sono composti debolmente polari (molecola non lineare) e scarsamente reattivi; non formano legami a idrogeno

Nomenclatura degli eteri
Formula generale ROR oppure ArOR (dove Ar un gruppo aromatico). Il nome viene formato facendo
precedere la parola etere ai nomi dei due R. es.: CH
3
O C
2
H
5
letere metil etilico

Propriet delle aldeidi
Si formano per ossidazione di un alcool primario, sono caratterizzate dalla presenza del gruppo CHO e il gruppo
isolato C = O viene detto gruppo carbonile che polare, non formano legami a H quindi i punti di ebollizione
sono inferiori rispetto ai rispettivi alcoli e acidi carbossilici ma superiori rispetto ai composti apolari con stesso
peso molecolare. Laldeide principale chiamata formaldeide e ha formula HCOH ed un gas. Sono solubili fino
a 5 atomi di C, dopodich la solubilit descresce

Nomenclatura delle aldeidi
La numerazione della catena parte dal carbonio del gruppo CHO. Si da il nome alla catena principale R
sostituendo lultima vocale con il suffisso ale. Se CHO un sostituente viene chiamato formil

Propriet dei chetoni
Si formano per ossidazione di un alcool secondario, sono caratterizzate dalla presenza del gruppo C = O e il
gruppo isolato C = O viene detto gruppo carbonile che gli attribuisce propriet fisiche simili alle aldeidi. Sono
solubili fino a 5 atomi di C, dopodich la solubilit decresce

Nomenclatura dei chetoni
Il gruppo CO si considera parte della catena e deve avere numero pi basso possibile. Si da il nome alla catena
principale sostituendo la vocale dellidrocarburo con il suffisso one
Propriet degli acidi carbossilici
Nella loro struttura hanno il gruppo carbossile il posizione terminale; sono acidi deboli; sono polari quindi
formano legami a H; la loro solubilit comincia a diminuire oltre i 4 atomi di C; hanno punti di ebollizione pi
elevati degli alcoli (a causa dei legami a H) e reagiscono con questi ultimi per formare gli esteri

Nomenclatura degli acidi carbossilici
Si prende come base il nome del corrispondente alcano e si sostituisce lultima vocale con il suffisso oico,
mentre si antepone la parola acido. Gli acidi carbossilici ritenuti sono:
30



Propriet degli esteri (R COO R)
Si ottengono dallesterificazione, ovvero la reazione che avviene tra un acido carbossilico e un alcool, che la
seguente: R COOH + R OH --> R COO R + H
2
O, ovvero lidrogeno dellacido carbossilico viene sostituito dal
residuo dellalcool con formazione di acqua. Hanno un tipico odore di frutta

Nomenclatura degli esteri
Il nome deriva dal radicale alchilico dellalcool seguito dallo ione carbossilato dellacido
es.: CH
3
COOH (acido acetico) + CH
3
CH
2
OH (etanolo) --> CH
3
COOCH
2
CH
3
(etile acetato) + H
2
O

Propriet delle ammine (NH
3
, RNH
2
, R
2
NH, R
3
N)
Sono compositi che derivano da NH
3
per sostituzione di 1, 2 o 3 idrogeni. Sostituzione di un H, ammina primaria,
2 e 3 di conseguenza. NH
4
lammoniaca; sono delle basi deboli. Formano legami ad idrogeno e sono solubili
fino a 5, 6 atomi di carbonio; hanno punti di fusione pi alti rispetto agli alcani ma pi bassi degli alcooli

Nomenclatura delle ammine
Se lammino gruppo un sostituente viene identificato dal prefisso ammino, se il gruppo principale si usa il
suffisso ammina. Ammine importanti: CH
3
NH
2
(metilammina), (CH
3
)
2
NH (dimetilammina), (CH
3
)
3
N
(trimetilammina)

Priorit per la nomenclatura
- Atomi con n.a. maggiore hanno priorit su quelli con n.a. minore (Br > Cl > O > N > C > H)
- I gruppi funzionali hanno priorit seguente:
idrocarburi < alogenuri < alchini < alcheni < ammine < alcoli < chetoni < aldeidi < acidi carbossilici


I polimeri
Un polimero una macromolecola, ovvero una molecola dall'elevato peso molecolare, costituita da un gran
numero di gruppi molecolari (detti unit ripetitive) uguali (negli omopolimeri) o diversi (nei copolimeri), uniti "a
catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di legame covalente
Un polimero costituito da una singola unita ripetitiva chiamato monomero, ed il reagente dal quale si forma il
polimero attraverso la polimerizzazione














- FINE -

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