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ELEMENTI DI CHIMICA
Cos’è la chimica? E’ la scienza che studia le sostanze naturali e artificiali sia dal punto di vista della
composizione e della struttura sia da quello delle trasformazioni che portano alla loro formazione. E’ quindi la
scienza che studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la preparazione, la capacità e il modo di
reagire delle sostanze naturali e artificiali del regno inorganico e organico.
Studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la capacità e il modo di reagire delle sostanze.
La Chimica è attorno a noi, nei processi naturali come la fotosintesi, la formazione della ruggine, la
fermentazione dell’uva, la lievitazione del pane, la combustione
La Chimica è in noi nel concepimento, crescita, morte, memoria, pensiero, l'esperienza, emozioni, ......
Tutto è Chimica, ma a vari gradi di complessità
La Chimica è il nostro vivere quotidiano
3 LA MATERIA e le sue caratteristiche; gli stati fisici in cui la materia si può trovare sono:
-solido, ha volume e forma proprio, sono incomprimibili. Gli atomi si trovano in posizioni ordinate nello spazio, le
particelle non si muovono ma oscillano e vibrano intorno a posizioni fisse ben precise
-liquido, non ha una forma propria ma ha un volume proprio, esso acquista la forma del contenitore in cui si
trova, le particelle non sono disposte in posizione ordinata e si muovono in continuazione
-aeriforme (gas), non ha né volume né forma propria, è comprimibile e le particelle sono libere di muoversi in
tutto lo spazio a disposizione con un moto totalmente disordinato.
Si definisce fase quella parte di materia
5 SOSTANZE PURE
-un sistema formato da una singola sostanza si dice puro—> le sostanze pure hanno caratteristiche e
composizioni costanti
-un sistema formato da più sostanza pure è un miscuglio—> i miscugli hanno composizione chimica variabile.
7 I PASSAGGI DI STATO
I passaggi di stato implicano la trasformazione della materia da uno stato fisico all’altro per variazioni di
temperatura e pressione.
A parità di massa nel passaggio di un materiale dallo stato liquido allo stato aeriforme il volume aumenta e la
densità diminuisce.
Nel passaggio allo stato solido la densità aumenta, ad eccezione del ghiaccio perché meno denso dell’acqua.
I vari passaggi di stato sono:
. Condensazione; stato gassoso, di vapore —> stato liquido
. Brinamento; stato gassoso —> stato solido
. Evaporazione; stato liquido —> stato gassoso
. Solidificazione; stato liquido —> stato solido
. Fusione; stato solido —> stato liquido
. Sublimazione; stato solido —> stato gassoso, vapore
Questi passaggi di stato dipendono dalla variazione della temperatura mantenendo invece costante la
pressione, inoltre in essi le particelle hanno un diverso grado di libertà.
A parità di massa nel passaggio di un materiale dallo stato liquido a quello aeriforme, il volume aumenta e la
densità diminuisce.
Ogni sostanza pura ha una “curva di riscaldamento” e temperatura di fusione e di ebollizione caratteristiche in
funzione della pressione e cui avviene il passaggio di stato.
Il calore che non forniamo serve semplicemente per effettuare il processo di trasformazione.
La tensione di vapore di un liquido, ad una data temperatura; è la pressione che esercita un vapore in equilibrio
con il proprio liquido puro, ed è tanto più alta quanto maggiore è la temperatura.
Fanno eccezione quei solidi, come la naftalina e lo iodo, le cui forze di coesione sono così deboli, che passano
dallo stato solido direttamente a quello aeriforme (sublimazione).
La centrifugazione è il metodo per separare miscugli eterogenei di liquidi e\o solidi aventi densità diversa.
La cromatografia è il metodo per separare i componenti di un miscuglio che si spostano con velocità diverse
su un supporto (fase fissa) trascinati da un solvente.
La distillazione si base invece sulla diversa volatilità (evaporazione) dei componenti di miscele liquide. Minore è
la temperatura di evaporazione, maggiore è la volatilità.
9 ATOMO
È la più piccola particella elementare che rimane inalterata in una reazione chimica.
All’interno è costituito in due modi distinti:
. Nucleo; la parte centrale dell’atomo costituito dai nucleoni (raggio = 10 A). Esso è sostituito da neutroni e
-4
protoni.
. Elettroni; costituiscono la parte esterna dell’atomo, quella implicata nelle reazioni chimiche (nube elettronica).
L’atomo è una particella neutra. Ma le sue particelle componenti hanno una qualche carica elettrica (e), ma la
loro somma complessiva è 0.
Protone —> +1
Neutrone —> 0
Elettroni —> -1
1 A = 10 m
-10
Un esempio per identificare il rapporto fra le due grandezze può essere dato da una pallina da tennis in uno
stadio di calcio.
Parametri atomici
Sono parametri numerici che servono ad identificare un atomo:
. Numero atomico (Z); indica il numero dei protoni presenti nel nucleo
. Numero di massa (A); indica la somma del numero dei protoni e dei neutroni presenti nel nucleo
. Numero di elettroni; nell’atomo neutro il numero degli elettroni è uguale a quello dei protoni.
10 ELEMENTI
Sostanze elementari o Elementi
Sono costituite da atomi aventi tutti lo stesso numero atomico Z.
Ciascun elemento ha un nome e un simbolo chimico (Idrogeno H, elio He, Ossigeno O, Azoto N, Ferro Fe, ecc.).
Gli elementi sono elencati nel SISTEMA PERIODICO DEGLI ELEMENTI (tavola periodica) in ordine di numero
atomico crescente.
Gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali.
Esistono atomi dello stesso elemento (stesso Z) che hanno diverso numero di massa (a) —> Isotopi
Gli isotopi di uno stesso elemento hanno uguali proprietà chimiche.
Ugual numero di protoni e di elettroni ma diverso numero di neutroni.
11 MOLECOLE
La caratteristica più interessante degli atomi è la capacità di combinarsi (dare legami) con altri atomi per formare
aggregati atomici, cioè le molecole.
Ogni molecola ha proprietà specifiche e un’identità ben precisa che rappresentano il “valore aggiunto” che la
molecola ha rispetto all’insieme dei singoli aromi componenti.
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C’è un riciclaggio naturale degli atomi compongono le molecole. Ogni nostro respiro prende e rimette in ciclo
atomi già riciclati da altri; la nostra pelle si rinnova ogni mese, il nostro fegato ogni sei settimane.
Atomi
Molecole
La molecola è il più piccolo costrutto di una qualsiasi sostanza che ha composizione e proprietà chimiche uguali
a quelle dea sostanza a cui appartiene.
Le dimensioni delle molecole:
L’unità adatta per misurare le dimensioni delle molecole è il nanometro cioè la miliardesima parte del metro.
1nm=10 alla meno 9 m
La molecola d’acqua H2o ha un diametro di 0,2 nm, in una goccia d’acqua ci sono circa 10 alla 21 molecole.
Gli atomi che compongono le molecole sono ancora più piccoli.
Tutto ciò che ci circonda è costituito da un numero enorme di atomi e molecole.
Esistono molecole formate da atomi dello stesso tipo come le molecole diatomiche.
Le molecole sono dei composti formate da atomi diversi.
Altre molecole sono formate anche da più di due atomi dello stesso tipo.
Ogni molecola è identificata d aut nome, è sinteticamente rappresentata da una formula che indica da quali e
quanti atomi è costituita ( H2O acqua H,H—> O) e ha una sua forma.
Le proprietà di una molecola non dipendono dalla sua composizione, struttura e forma.
La materia non è costituita soltanto da atomi e molecole: molte sostanze sono costituite da particelle cariche
elettricamente—> ioni che si dividono in positivi e negativi.
13 LA MASSA ATOMICA
L e masse atomiche e le masse molecolari oggi si possono calcolare sperimentalmente utilizzando lo
spettrometro di massa (si mette della massa al suo interno ed esso la calcola)
La massa atomica di un elemento è la massa relativa rispetto all’atomo di 12C
L’unita di massa atomica (u o dalton) è uguale a 1/12 della massa dell’atomo 12C
La massa atomica relativa MA di un elemento è la sua massa espressa in unità u, quindi relativamente alla
massa dell’atomo di carbonio; la massa molecolare relativa, MM o peso molecolare è la somma delle masse
14 LA MOLE
Il valore dell’unità di massa atomica, 1u_ 1,661• 10 alla -24g è estremamente piccolo per essere misurato con gli
strumenti a noi conosciuti, è stato perciò necessario trovare una grandezza che mettesse in relazione gli atomi e
le molecole con le grandezze misurabili con le bilance, questa grandezza è la mole.
Mol è quella quantità di sostanza che contiene un numero di particelle elementari uguali al numero di atomi
contenuti in 12gr di carbonato 12
La massa di una mole di un elemento o compito p uguale alla sua massa atomica o massa molecolare espressa
in grammi.
La massa molare M che si misura in g/mol è la massa di una mole.
1 mole di acqua= al peso molecolare che posso calcolare utilizzando la massa molare = 18,2 gr
Avogrado si pose il problema di quante particelle elementari fossero contenute in una mole e lo risolse tramite il
rapporto: massa molare/massa atomica= 6,022•10 alla 23 particelle/mol
Il risultato fra rapporto è noto numero o costante di Avogrado.
Una mole di sostanza contiene sempre 6,022•10 alla 23 particelle (atomi, molecole o ioni)
N= m (massa del campione g)/M (massa molare g/mol)
Memdeleev ordino i 63 elementi noti in base alla massa atomica crescente e costruì la prima tavola periodica
degli elementi . La moderna tavola ordine gli elementi in base al numero atomico crescente e li organizza come
aveva proposto Mendeleev in gruppi e periodi.
Le proprietà chimiche e fisiche degli elementi sono una funzione periodica del loro numero atomico.
Gli elettroni del livello più esterno son detti elettroni di valenza.
Gli elementi della moderna sono 118.
La posizione di ogni elemento sulla tavola dipende dal suo numero atomico—> Z
La tavola periodica è divisa in righe orizzontali e colonne verticali. Le righe orizzontali formano 7 periodi ognuno
dei quali indica il livello energetico a cui si trovano gli elettroni di valenza degli elementi che li compongono. Gli
elementi che chiudono i periodi sono i gas nobili, chiamati cos’ per la scarsa reattività dovuta alla loro
configurazione elettronica stabile.
Gli elementi verticali formano i gruppi. Fra il gruppo II e III vi sono gli elementi di transizione.
In fondo alla tavola periodica ci sono due file di 14 elementi metallici costituenti le serie dei lantanidi e attinidi.
La parte più in basso raccoglie una serie di elementi naturali (fino all’uranio), da li in poi vi sono quelli artificiali.
L’ultimo gruppo a destra è occupato da una serie di elementi che lo stesso Mendeleev aveva notato come
scarsamente reattivi (Non reagivano, inerti).
I gas nobili sono gli ultimi a dx, sono gas non reattivi, in mezzo vi sono gli elementi di transizione.
Il numero atomico è crescente da sx a dx. Tutti gli elementi verticali hanno gli stessi elettroni di valenza, ciò
significa che andando dall’altro verso il basso cambio elemento, ma andando a capo quello che non cambia
andando verticalmente è il numero degli elettroni di valenza, coloro che stanno alla base della reattività chimica.
La struttura di Lewis permette di rappresentare la struttura elettronica dello stato di valenza degli elementi dei
gruppi principali.
Le proprietà degli eletti variano con regolarità lungo la tavola in base alla variazione periodica della
configurazione elettronica. Sono proprietà periodiche il raggio atomico, l’affinità elettronica e l’elettronegatività,
l’energia di prima ionizzazione
16 LE PROPRIETA’ PERIODICHE
Il raggio atomico è definito convenzionalmente la metà della distanza inter-nucleare tra due atomi dello stesso
elemento, legati in modo covalente. Il raggio aumenta lungo un gruppo e diminuisce lungo un periodo.
L’energia di prima ionizzazione (kJ/mol) è l’energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo isolato.
Tale energia aumento lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
L’affinità elettronica è l’energia che si libera quando un atomo in fase gassosa cattura un elettrone, essa
aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
L’elettronegatività di un elemento misura la sua tendenza ad attrarre gli elettroni di legame da un altro elemento;
aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
A seconda delle proprietà fisiche e chimiche gli elementi si possono suddividere in metalli, non metalli e
semimetalli.
I metalli sono più di 80 e occupano la parte sx della tavola; gli elementi metallici sono solidi, duri, lucenti,
malleabili, duttili e conducono calore ed elettricità.
Le proprietà chimiche dei metalli dipendono dalla loro tendenza a perdere elettroni diventando ioni positivi, le
proprietà fisiche dipendono dal tipo di legame tra gli atomi.
I non metalli occupano la parte destra della tavola, le proprietà chimiche dei non metalli dipendono dalla loro
capacità di accettare elettroni diventando ioni negativi.
Gli elettroni del gruppo VII sono detti alogeni
I semimetalli presentano sia comportamento metallico che non metallico; si trovano lungo il confine che separa i
metalli e i non.
I più importanti elementi per il funzionamento dell’organismo umano sono ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto e
calcio.
18 ENERGIA DI LEGAME
Nonostante l’enorme numero di combinazioni possibili fra atomi non tutte sono realizzabili: un composto si forma
solo se la sua energia potenziale è minore dei singoli atomi che la costituiscono. Soltanto se due atomi liberano
energia durante il processo di formazione del composto si forma il legame chimico.
L’energia di legame kj/mol è la quantità di energia che è necessaria per fornire ad una mole di sostanza per
rompere il suo legame fra i suoi atomi.
Tanto maggiore è l’energia di legame tanto più è stabile il composto, tanto più è forte il legame che si è
instaurato tra gli atomi.
19 LA REGOLA DELL’OTTETTO
Il motivo della stabilità dei gas nobili risiede nel fatto che la loro configurazione elettronica presenta otto elettroni
(due nel caso dell’elio) nello strato di valenza che è quindi completo.
Alla struttura con 8 elettori nello strato esterno corrisponde quindi una particolare stabilità
20 IL LEGAME
Un atomo raggiunge il massimo della stabilità cedendo o condividendo elettroni con un altro
atomo in modo da raggiungere l’ottetto nella sua configurazione elettronica esterna, simile a
quella del gas nobile nella posizione più vicina nella tavola periodica.
Quando due atomi A e B uguali o diversi si dicono legati?
Due atomi sono legati tra loro se la distanza inter-nucleare è inferiore alla somma dei rispettivi
raggi atomici.
Perché due atomi si legano tra loro?
Un legame chimico si forma se il sistema guadagna stabilità
Ci sono due modelli principali di legame chimico
—>legame ionico
—>legame covalente
La formazione del legame è una conseguenza della tendenza degli atomi a raggiungere l’ottetto, ciò può essere
realizzato in due modi:
-cedere/acquistare elettroni, legame ionico
-mettere in comune elettroni, legame covalente
21 IL LEGAME COVALENTE
Esso si forma quando due atomi mettono in comune una coppia di elettroni. Se i due atomi
sono identici il legame è covalente puro.
Si forma attraverso la compartecipazione di coppie di elettroni da parte di due atomi A e B uguali o diversi.
Condividendo una o più coppie di elettroni gli atomi raggiungono l’ottetto.
Il legame tra gli atomi possono essere rappresentati con la simbologia di Lewis oppure con dei trattini.
Gli elettroni sono messi in compartecipazione per raggiungere l’ottetto e appartengono in contemporanea a
entrambi gli atomi che li condividono.
Caratteristiche: -ordine di legame (numero di coppie di elettroni condivise (massimo tre))
-lunghezza di legame (distanza media che intercorre fra i due nuclei di due atomi uniti da
un legame covalente. Essa aumenta all’aumentare delle dimensioni atomiche e al
diminuire della forza di legame)
- energia di legame (energia necessaria a rompere il legame, che occorre quindi a separare
i due atomi allo stato gassoso. L’energia di legame aumenta cin l’aumentare dell’ordine di
legame).
L’ordine di legame—> identifica il numero di coppie elettroniche condivise tra i due atomi, al massimo posso
essere tre, singolo, doppio o triplo legame.
La lunghezza di legame è la distanza che vi è tra i nuclei di due atomi uniti da un legame covalente, la
lunghezza aumenta all’aumentare delle dimensioni atomiche e al diminuire della forza di legame.
L’energia di legame è l’energia che occorre per separare i due atomi allo stato gassoso, aumenta con
l’aumentare dell’ordine di legame.
Polarità di legame—> è causata dalla distribuzione asimmetrica della coppia di legame che si trova più vicina
all’atomo elettronegativo. Gli elettroni non si trovano più al centro
Polarità di legame
In base alla polarità si distinguono due tipi di legame covalente quindi:
-legame covalente apolare tra due atomi uguali; gli elettroni sono localizzati al centro del sistema, assenza di
cariche parziali
-polare tra due atomi diversi; gli elettroni do legame sono spostati verso l’atomo più elettronegativo, presenza di
cariche parziali.
Una molecola è polare se ha legami polari e una geometria che non annulli i vettori (momento dipolare u)
La polarità di legame è causata dalla distribuzione asimmetrica della coppia di legame che si trova più vicina
all’atomo più elettronegativo.
Tanto maggiore è l’elettronegativa fra due atomi tanto più è polarizzato il legame che li unisce.
22 IL LEGAME IONICO
Se la differenza di elettronegatività fra glia atomi diventa molto più grande (> 60%), l’atomo più elettronegativo
strappa l’elettrone all’altro atomo, assumendo su di sé l’intera carica negativa, mentre l’atomo che ha perso
l’elettrone acquisisce una carica positiva.
L’atomo più elettronegativo diventa uno ione negativo l’altro uno ione positivo.
Gli ioni si attraggono per forza elettrostatica formando un legame ionico.
Il legame ionico si forma quando la differenza di elettronegatività tra due atomi è >1,9
Una volta che si è formato lo ione negativo assume la configurazione del gas nobile successivo, mentre lo ione
positivo assume quella del del gas nobile che lo precede nella tavola periodica.
Il legame ionico è creato dall’attrazione elettrostatica (coulombiana) tra anioni e cationi
F F
+—> <— -
il legame ionico non è direzionale; non esistono molecole discrete; gli ioni si dispongono con regolarità nello
spazio formando reticoli cristallini.
Gli ioni in un composto ionico sono disposti secondo uno schema preciso e possono creare un reticolo
cristallino.
Dalla posizione sulla tavola si deduce che:
-gli elementi metallici a sx della tavola tendono a cedere elettroni diventando ioni positivi
-i non metalli a dx tendono ad acquisire elettroni trasformandosi in ioni negativi.
La formula dei composti ionici indica il rapporto di combinazione tra ioni positivi e negativi ma non rappresenta la
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Temperatura di fusione
I punti di fusione dipendono dalla carica degli ioni e dalla distanza degli ioni nel reticolo (energia reticolare).
23 IL LEGAME METALLICO
Gli atomi metallici possono mettere in comune gli elettroni di valenza che vengono condivisi tra più nuclei
Il legame metallico è dato dall’attrazione fra gli ioni metallici positivi e gli elettroni mobili che li circondano, più
forte è il legame metallico più saranno numerosi gli elettroni mobili.
la mobilità degli elettroni più eterni dà l proprietà metalliche come lucentezza, conducibilità termica elettrica,
malleabilità, duttilità.
composti solidi, flessibili, malleabili e duttili: si ha regolarità ma non rigidezza nella disposizione dei cationi
metallici che scorrono l’un accanto all’altro tramite gli elettroni senza respingersi.
alte t di fusione e altissime t di ebollizione: si necessita di alte energie per separare ogni catione metallico e i
suoi elettroni da tutti gli altri.
conducono elettricità e calore: grazie alla mobilità degli elettroni.
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26 LA TEORIA VSPER
Valence Shell Electron-Pair Repulsion, detta teoria della repulsione delle coppie di elettroni del guscio di
valenza. Principi della teoria:
- la disposizione degli atomi in una molecola varia in base al n. totale di coppie elettroniche di valenza che
circondando l’atomo centrale
• le coppie elettroniche avendo lo stesso segno si respingono e si pongono alla maggior distanza possibile tra
loro.
In base al n. di coppie intorno all’atomo:
-due coppie danno un geometria lineare con angoli di 180
-tre coppie danno un assetto triangolare equilatero con angoli di 120
-quattro coppie danno un assetto tetraedrico, con angoli di 109,5
Le coppie di elettroni liberi hanno un comportamento analogo a quello delle coppie condivise, ma la repulsione
tra coppie elettroniche libere è maggiore di quella tra le coppie elettroniche condivise. Nel caso di coppie
elettroniche libere la forma della molecola tiene conto anche del doppiato elettroniche. I legami covalenti doppi o
triplo valgono come un legame singolo ai fini della geometria molecolare
ozono
apolari.
29 LE FORZE INTERMOLECOLARI
Sono interazioni attrattive che si creano tra le molecole e che determinano lo stato fisico di una sostanza
forze intermolecolari:
Molecole più polari hanno t di ebollizione e fusione più alte di molecole meno polari.
Legame a idrogeno
E’ una particolare interazione dipolo-dipolo che si crea tra molecole dove un atomo di idrogeno è legato
covalentemente con un atomo di piccole dimensioni e fortemente elettronegativo (F. O, N)
Le molecole che hanno legame a idrogeno hanno t di ebollizione e fusione elevate rispetto la loro massa
molecolare.
Tale legame è l’interazione intermolecolare principale che tiene unite le molecole d’acqua.
Il legame a idrogeno è direzionale ovvero porta ad una geometria lineare intorno all’atomo di H (le altre
interazioni non sono direzionali)
Nelle proteine i legami idrogeno che si formano tra gli atomi di idrogeno legati all’azoto e gli atomi di ossigeno
legati al carbonio sono responsabili della struttura elicoidale
Il legame a idrogeno è implicato nel riconoscimento molecolare. La capacità del DNA di replicassi e produrre una
sua copia identica si deve al riconoscimento molecolare che vi è tra le basi nucleiche tramite i legami a idrogeno.
L’adenina si lega alla timida tramite due legami a idrogeno, la guaina si lega alla citosina tramite tre legami a
idrogeno.
Nella replicazione, un filamento di dna ne genia un altro uguale grazie al riconoscimento selettivo tra le basi. I
legami che si creano tra le catene proteiche formate da amminoacidi apportano la struttura finale delle proteine
che possono essere considerate aggregati supramolecolari.
solubilizzazione di sostanze polari in acqua: NH3 (ammoniaca) e CH3CH2OH sono solubili in acqua perché
creano con essa forti legami a idrogeno.
Ghiaccio: ha una struttura cristallina dove gli atomi di ossigeno prendono una disposizione esagonale, per
questo i fiocchi di neve si creano da un cristallino di ghiaccio e crescono secondo assi esagonali; esso ha una
densità < rispetto l’acqua, in esso ci sono spazi vuoti che ne diminuiscono la densità.
30 LEGAMI A CONFRONTO
La forza di legame è legata all’energia necessaria per allontanare particelle legate tra loro, la scala di energia dei
legami atomici è diversa da quella delle forze intermolecolari.
1 il volume delle particelle è trascurabile rispetto al volume che occupa il sistema gassoso
2 le particelle sono in costante movimento: le collisioni con le pareti del recipiente son dovute alla pressione
esercitata dal gas
3 le interazioni tra le particelle, o fra le particelle e la superficie del recipiente sono nulle
4 l’energia cinetica medi di un insieme di particelle è proporzionale alla t del gas
Stato gassoso
Lo stato di un gas è dato da tre variabili fisiche:
• volume, unità di misura 1m(alla terza)= 10(3) L
1 dm(3)= 1L
1 cm (3)= 10 (-3) L
• pressione, unità di misura 1atm= 101325 Pa
1 atm= 760 Torr (mmHg)
1 atm= 1,013 bar= 1013 mbar
• temperatura, unità di misura= K= gradi C+ 273
Equazione di stato: relazione matematica che lega le variabili termodinamiche V, P, T e descrive lo stato perfetto
di un gas. P•V= n• R•T
Energia chimica delle particelle: l’energia cinetica media delle particelle è proporzionale alla temperatura
Ec= 1/2 mv (2)= 3/2 KT (K= costante di Boltzmann= 1,38•10 (-23) jK (-1)
P•V= n•R•T
grandezza fisica unità di misura
P (pressione) atm Pa
V (volume) dm (3) m (3)
n (n. moli) mol mol
T (temperatura) K K
R (costante gas) 0,0821 8,314
dm (3)•atm•mol(-1)•K(-1) j•mol(-1)•K(-1)
Stato liquido
I liquidi hanno caratteristiche dei solidi e dei gas. le particelle che li formano sono vicine tra loro, trattenute da
forze attrattive (forze di coesione) date dai legame secondari che ne impediscono la dispersione ( come avviene
nei gas). Le molecole nei liquidi si possono muovere continuamente nella massa liquida, restando molto vicine.
Esse sono molto mobili e incomprimibili. I liquidi hanno parametri fisici come:
• viscosità: la fluidità consente agli strati del liquido di scorrere l’uno sull’altro dando la tipica mobilità dei liquidi.
E’ possibile valutarla quantitativamente misurando il tempo impiegato da un volume di un liquido per fluire
tramite un tubo sottile. Per descrivere la resistenza al moto di un liquido si fa infatti riferimento alla sua
viscosità, che è l’inverso della fluidità.
Il tempo che un V di un fluido impiega per passare tramite un tubo capillare dipende dal raggio capillare, dalla
pressione sul fluido e dalla lunghezza del capillare
t=η • 8•l•V/ r(4)•π •P (η è il coefficiente di viscosità, caratteristico per ogni liquido)
La viscosità di un liquido diminuisce all’aumentare della temperatura.
Essa si misura in Pa•s
- Tensione superficiale: I liquidi non avendo una forma stabile assumono la forma sferica, la proprietà che
consente loro di creare forme sferiche è la tensione superficiale. Una molecola nel liquido è circondata da altre
molecole, le forze attrattive esercitate sulla molecola si bilanciano poiché vengono da ogni direzione. Una
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molecola sulla superficie del liquido è attratta dalle molecole che sono sotto o al suo lato.
data questa attrazione verso l’interno, il liquido tende ad assumere una forma che minimizza la superficie
esposta che tende ad essere in ogni punto ortogonale alla risultante delle forze attrattive che agiscono verso
l’interno.
Capillarità: un effetto imputabile alla tensione superficiale avviene con l’innalzamento di un liquido in un tubo
capillare; in un tubo di raggio r la forza che tende a far salire il liquido nel tubo è data dalla tensione superficiale
per la circonferenza del tubo. (2πr)
Il mercurio si comporta in modo opposto rispetto l’acqua perché le sue interazioni con la superficie del vetro
(forze adesive) sono meno forti di quella tra aromi di mercurio (forze coesive). L’acqua ha un innalzamento
capillare perché le forze di adesione al vetro prevalgono su quelle di coesione; mentre le forza di coesione tra gli
atomi di mercurio prevalgono su quelle di adesione al vetro e si ha un abbassamento capillare.
• tensione di vapore: le molecole del liquido come nei gas si muovono con una velocità che dipende dalla
temperatura; molecole abbastanza veloci possono lasciare la superficie del liquido passando tramite la
evaporazione allo stato gassoso; se il volume dopo avviene è delimitato dopo un certo tempo la fase gassosa
assume una pressione costante e il vapore che si è formato è detto saturo, la pressione esercitata da
quest’ultimo sul liquido è detta tensione di vapore o pressione di valore del liquido ad una data t. La tensione
è quindi la pressione esercitata dalle molecole che evaporano da un liquido quando la velocità di
evaporazione e di condensazione sono uguali.
Un liquido bolle quando la tensione eguaglia la pressione atmosferica.
I liquidi con un’alta tensione di vapore sono detti volatili (più la pressione è alta più il liquido è volatile)
Stato solido
Nei solidi le forze attrattive tra le particelle sono prevalenti rispetto alla loro energia cinetica, I solidi hanno infatti
una forza e volume propri, sono incomprimibili e hanno una struttura cristallina, quelli che non hanno
quest’ultima sono detti amorfi.
I cristalli ionici si formano data l’attrazione fra ioni con carica opposta (fragili, hanno alta t di fusione, conducono
elettricità allo stato fuso e in soluzione acquosa)
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I cristalli covalenti si formano grazie a una rete tridimensionale di legami covalenti tra gli atomi (duri, t di fusione
alta, non condono elettricità e non sono solubili in acqua)
I cristalli molecolari apolari hanno molecole apolari tenute insieme da forze di Van der Waals (solidi a basse t,
solubili in solventi apolari e non in acqua)
I cristalli metallici hanno atomi legati con legame metallico (duttili, malleabili, conducono elettricità e calore), le
leghe sono soluzioni di più metalli allo stato solido.
Cristalli con la medesima composizione chimica possono avere strutture cristalline diverse; forme diverse di uno
stesso elemento che si differenziano a casa del modo in cui gli atomi sono legati sono detti allotropi.
es. Carbonio ha due forme allotropiche:
-grafite con reticolo esagonale
-diamante con reticolo cubico
questi son i due stati cristallini del carbonio; nel diamante ogni atomo di C è legato a altri quattro atomi di un
reticolo tridimensionale; nella grafite gli atomo di C formano strati a nido d’ape ove ogni atomo di C è legato ad
altri tre. A causa di queste diverse strutture la grafite ha proprietà lubrificanti e conducibilità elettrica, mentre il
diamante è duro e conduce calore.
Diagrammi di stato: raccolgono le coppie P/T alle quali sussiste un equilibrio tra diverse fasi:
-negli spazi: comminazioni p e t alle quali è stabile una data fase
-sulle curve: alle quali due fasi sono in equilibrio
-punto triplo: alla quale tre fasi sono in equilibrio
-punto critico: valori di t e p sopra alle quali la fase liquida della materia smette di esistere.
32 LE SOLUZIONI
Soluzione è un sistema omogeneo formato da più di una sostanza (componenti):
-solvente, componente presente in maggiore quantità
-soluti, componenti presenti in quantità minore rispetto al solvente
Le soluzioni possono presentarsi allo stato solido, liquido o gassoso
Caratterizzazione di una soluzione:
-qualitativa, indicare i componenti di cui è formata la soluzione
-quantitativa, indicare le concentrazioni dei componenti di cui è formata la soluzione
La formazione di una soluzione ha sempre un cambiamento del contenuto energetico causato dalla rottura
(energia acquista) e alla formazione (energia liberata) di legami; il sistema tende alla minor energia potenziale
possibile.
17
Interazioni solvente-soluto
il simile scioglie il simile
Per far sì che un solito sia solubile in un solvente occorre che essi abbaino simili interazioni intermolecolari
In una soluzione le molecole di solvente devono circondare le molecole di solito—> Solvatazione
Solventi polari:
-soluti apolari: interazione dipolo-dipolo indotto (forze di Debye)—> deboli
-soluti polari: interazione dipolo-dipolo (forze di Keesom) e/o legame a idrogeno—> forti
soluti ionici: interazione ione-dipolo—> forti
Soluzioni acquose
H2O è il solvente polare per eccellenza, l’interazione fra particella e particella è dovuta al legame ad idrogeno—
> in H2O si solubizzeranno facilmente composti ionici e composti polari che hanno la possibilità di formare
legami ad idrogeno
18
I composti polari come gli acidi in acqua si ionizzano: le molecole dipolari dell’acqua spezzano i legami covalenti
polari della molecola con conseguente formazione di ioni
HCl ⇄ H+ + Cl–
(g) (aq) (aq)
I composti ionici in acqua si dissociano ovvero liberano ioni: le molecole d’acqua separano gli ioni di carica posta
già presenti nel composto
+ -
NaCl (s) ⇄Na (aq) +Cl (aq)
Nella dissociazione e nella ionizzazione gli ioni sono circondati dalle molecole d’acqua orientate in modo che il
polo posticcio sia rivolto verso lo ione negativo e il polo negativo verso lo ione positivo.
Il processo di solvatazione è dovuto alle molecole del solvente che circondano le molecole del soluto.
In h2O il catione e l’anione si circondano di molecole di H2O orientate secondo il dipolo elettrico dell’acqua: si
idratano
Tutti i composti che in soluzione producono ioni per dissociazione o ionizzazione—> elettroliti
Elettrolita: sostanza che rende elettricamente conduttrice la soluzione acquosa ove è disciolto.
-soluzioni con alta conducibilità elettrica contengono soluti detti: elettroliti forti (l’acido cloridrico elettrolita forte
conduce meglio la corrente elettrica della soluzione di acido)
-soluzioni con modesta conducibilità: elettroliti deboli (la soluzione acquosa di acido acetico elettrolita debole
conduce la corrente elettrica)
-soluzioni prive di conducibilità: soluti non elettroliti (una soluzione acquosa di zucchero non elettroliti non
conduce la corrente elettrica)
Non elettroliti: si disciolgono nell’acqua attraverso l’interazione dipolo-dipolo o mediante l’interruzione di legame
a idrogeno
La concentrazione di una soluzione è il rapporto tra la quantità si soluto e la quantità di solvente dove il soluto è
disciolto.
Le misure di concentrazione esprimono il rapporto tra la quantità di soluto e la quantità di solvente o la quantità
di soluzione. Possono essere divise in tre gruppi;
-gruppo peso/peso
-gruppo peso/volume
-gruppo volume/volume
19
3
PERCENTUALE PESO/VOLUME —> Indica i grammi di soluto contenuti in 100 cm di soluzione
3
MOLARITÁ —> Indica il numero di moli di soluto disciolte in 1 dm di soluzione
3 3
GRAMMI AL LITRO (o al dm ) —>Indica i grammi di soluto contenuti in 1 dm di soluzione
3 3
PARTI PER MILIONE (ppm o mg/dm )—>Indica i milligrammi di soluto contenuti in 1 dm di soluzione
Misure di concentrazione volume/volume (si usa sole se sia il solvente che il soluto sono liquidi, è usata ad es
per esprimere la grandezza alcolica delle bevande)
3 3
PERCENTUALE IN VOLUME —> Indica i cm di soluto contenuti in 100 cm di soluzione
33 LE PROPRIETA’ COLLIGATIVE
Effetto del soluto sul solvente—> proprietà colligative
Proprietà colligativa è una proprietà che dipende solo dal numero di particelle di soluto presenti nella soluzione e
non dalla loro natura.
Innalzamento ebullioscopico
Il punto di ebollizione di una soluzione è maggiore di quello del solvente puro perché la soluzione ha una
tensione di vapore minore rispetto a quella del solvente puro.
Abbassamento crioscopico
Il punto di congelamento di una soluzione è minore di quello del solvente puro perché le particelle di soluto
possono impedire alle particelle del solvente di fissarsi al cristallo di solvente puro.
In presenza di elettroliti che per ogni mole liberano più di una mole di particelle occorre utilizzare il coefficiente i
che indica le moli totali di ioni liberati in soluzione da una mole di soluto
Δt eb =keb•m •i
Δt =-k m•i
c c •
20
La pressione osmotica è la pressione idrostatica che si deve esercitare sulla soluzione più concentrata separata
da una meno concentrata (o dal solvente puro) da una membrana semipermeabile perché in essa non entri altro
solvente: equazione di van’t Hoff
π = M•R•T
M= moralità
R= costante universale dei gas
T= temperatura assoluta
Grazie all’osmosi avviene il trasporto dei fluidi nel nostro organismo o il trasferimento della linfa dalle radici alle
foglie nelle piante (le pareti delle cellule animali e vegetali sono membrane semipermeabili)
La solubilità di una sostanza in un solvente è la sua concentrazione nella soluzione satura; essa varia da
sostanza a sostanza e dipende dalla temperatura e natura del solvente; spesso è espressa in grammi di soluto
presenti in 100g di solvente
Tra il soluto disciolto e quello indisciowto si crea un equilibrio detto equilibrio dinamico dovuto al continuo
movimento delle particelle.
Da cosa dipende la solubilità:
1 dalla natura chimica del solvente e del soluto (affinità soluto-solvente)
2 dalla T (la solubilità dei solidi e liquidi nei liquidi aumenta all’aumentare della T, quella dei gas nei liquidi
diminuisce all’aumentare della T)
3 dalla presenza in soluzione di altri soluti (influisce sulla solubilità di un soluto)
dipendenza dalla T
Per la maggior parte delle sostanze solide la solubilità cresce all’aumentare della T
Per tutti i soluti gassosi la solubilità diminuisce all’aumentare della T
21
Reagente limitante
Quando in una reazione le quantità dei reagenti non rispettano il rapporto stechiometrico, vi è:
-un reagente limitante se in quantità inferiore a quella imposta dalla reazione stechiometrica
-reagente in eccesso se in quantità superiore
Fattore limitante di una reazione è il reagente in difetto che limita l’ottenimento dei prodotti
La resa teorica di un prodotto è la massima quantità che può ottenersi da una certa massa di reagente in base
alla stechiometria della reazione.
La resa percentuale è il rapporto percentuale tra la quantità di prodotto ottenuta: resa effettiva e quella massima
ottenibile: resa teorica
22
tipi di reazione
Le reazioni di sintesi producono solo un composto a partire da due o più reagenti e sono del tipo: A+B—>C
Le reazioni di decomposizione si verificano quando un solo reagente si decompone creando due o più prodotti e
sono del tipo: AB—> A+B
Le reazioni di scambio o spostamento avvengono quando un elemento libro più reattivo quindi sostituisce uno
degli elementi presenti nel composto e son del tipo: A+ BC—> AC+B
Questo tipo di reazione comporta un cambiamento del numero di ossidazione e si chiama redox o ossido-
riduzione. La tendenza a reagire cedendo elettroni non è la stessa per tutti gli elementi ed è indicata dalla serie
di reattività.
Le pile sono sistemi elettrochimici che sfruttano una reazione di ossidoriduzione spontanea per ottenere un
passaggio di corrente
Pila Daniell fem= 1,1V ; Pila Zinco-Carbone Leclanchè fem=1,5V; Batteria al piombo fem= 2V; Batteria al litio
fem= 3,6V.
Nelle reazioni di doppio scambio i composti si scambiano elementi in forma ionica e son del tipo: AB+CD—>
AD+CB
Le reazioni di precipitazione portano alla formazione di un prodotto insolubile che prende il nome di precipitato.
23
Nelle reazioni di neutralizzazione tra un acido e un idrossido si ha sempre la formazione di molecole d’acqua e
la produzione di un sale
36 ENERGIA E CALORE
La termodinamica, scienza che si occupa di tutti i trasferimenti di energia che riguardano la materia.
La termochimica, ramo della termodinamica si occupa degli scambi di calore durante una trasformazione
chimica.
Sistema= oggetto d’indagine, tutto ciò che lo circonda forma l’ambiente
sistema+ambiente= universo
-aperti: scambiano energia e materia con l’ambiente (compressa in bicchiere è sist. aperto)
-chiusi: scambiano solo energia ma non materia con l’ambiente (contenuto bottiglia chiusa è un sist. chiuso)
-isolati: non scambiano né energia né materia (contenuto thermos sist. isolato)
Calore è il processo di trasferimento di energia termica tra due corpi che hanno T diverse, i corpi non hanno
calore ma solo energia termica.
Le reazioni che avvengono con produzione di cuore (cioè che tradiscono energia dal sistema all’ambiente)—>
esotermiche
Le reazioni che avvengono con assorbimento di calore dall’ambiente—> endotermiche
37 LE REAZIONI DI COMBUSTIONE
Combustione, reazione tra combustibile (contente spesso carbonio e/o idrogeno) e un comburente (contente
atomi ad alta elettronegatività) dove si libera un’alta quantità di energia
La quantità di calore kJ emesso o assorbito da una reazione si constata misurando il cambiamento di T
dell’ambiente esterno
Q= c•m•ΔT
Q= calore
c= calore specifico
m= massa di acqua nel calorimetro
Il calore emesso di misura con il calorimetro
Il potere calorifero esprime la quantità di calore liberato, a pressione costante, della combustione di 1 kg di
combustibile e si misura con la bomba calorimetria
24
Il metabolismo energetico è la serie di reazioni tramite le quali avviene la lenta combustione degli alimenti
nell’organismo.
38 LA CINETICA
Studia il meccanismo con cui avviene una reazione chimica e la velocità con cui procede; si occupa di tutto
quello che vi è tra i reagenti e i prodotti, si domanda quindi in che modo i reagenti si trasformano nei prodotti
CH + 2O → CO + 2H O
4 2 2 2
Per far sì che avvenga una reazione i reagenti si devono urtare, tale urto deve sprigionare energia sufficiente per
innescare la reazione (deve avvenire con un’orientazione favorevole alla reazione). Il momento dell’urto è detto
stato di transazione o complesso attivato.
2NO → N + O
2 2
25
più essa è alta più la reazione è lenta. La velocità di una reazione dipende dal percorso con cui avviene
La natura dei reagenti influisce sulla velocità di reazione nella misura in cui ogni sostanza ha un’attitudine a
Un aumento di T aumenta la velocità di una trasformazione chimica. Quando i reagenti non sono nello stesso
I catalizzatori: sostanze che accelerano una reazione senza entrare a far parte senza quindi consumarsi durante
Il catalizzatore resta inalterato conclusa la reazione e ne serve una quantità minima poiché si ricicla
Enzimi, sono catalizzatori biologici che rendono possibili le reazioni nel metabolismo in ambienti fisiologici
Catalizzatori:
-omogenei se nella stessa fase dei reagenti e prodotti 26
39 L’EQUILIBRIO
Quando le reazioni sono incomplete e sembra che non vadano né avanti né indietro si è di fronte a una
trasformazione reversibile in equilibrio dinamico.
Via via che i reagenti reagiscono si creano i prodotti che poi si decompongono nei reagenti (es. cambiamento
della concentrazione delle specie nel tempo per la reazione tra idrogeno e iodio).
Lo stato di equilibrio chimico vi è quando la velocità della reazione diretta è uguale alla velocità della reazione
inversa.
Sistema in equilibrio quando non cambiano più le sue proprietà macroscopiche osservabili.
L’equilibrio è dinamico perché a livello macroscopico è il risultato di due processi opposti che vanno alla stessa
velocità.
L’equilibrio chimico si ha quando la velocità della reazione diretta reagenti—>prodotti è uguale a quella della
reazione inversa prodotti—>reagenti
L’equilibrio chimico si scrive: reagenti ⇄ prodotti
Tutte le reazioni sono reversibili, la reazione diretta e della inversa avvengono contemporaneamente
determinando uno stato di equilibrio.
2NO N +O
2 2
27
Reazione endotermica
operazione: Aumento della temperatura l’eq. si sposta: a dx
diminuzione della t l’eq. si sposta a sx
40 ACIDI E BASI
Tre definizioni
• Arrhenius 1884
Un acido è una sostanza che disciolta in acqua libera ioni H+
Una base è una sostanza che disciolta in acqua libera ioni OH-
Acidi di Arrhenius:
1 idracidi perché in acqua+ dissociano
− lo ione H+
acido cloridrico: HCl → H + Cl
3) Alcuni ossidi dei non metalli, perché reagiscono con l’acqua dando ossiacidi che dissociano lo ione H+
Triossido di zolfo: SO3 + H2O → H2SO4
H2SO4 → 2H+ + SO42−
Negli acidi l’idrogeno è legato all’elemento con un legame covalente molto polare che in acqua si dissocia grazie
alla capacità dell’acqua di stabilizzare gli ioni
Basi:
1) Idrossidi, perché in acqua dissociano lo ione OH− idrossido di sodio: NaOH → Na+ + OH−; Idrossido di
calcio Ca(OH)2 → Ca2+ + 2OH−; Idrossido di alluminio: Al(OH)3 → Al3+ + 3OH−
2) Ossidi dei metalli, perché reagiscono con l’acqua dando idrossidi che dissociano lo ione OH−Ossido di
potassio K2O + H2O → 2KOH
KOH→K+ +OH−
Ossido di magnesio MgO + H2O → Mg(OH)2
28
-Bronsted-Lowry 1923
Un acido è una sostanza in grado di cedere ioni H+ a una base
Una base è una sostanza in grado di accettare ioni H+ da un acido
Secondo tale teoria un areazione acido-base sta nel trasferimento di un protone da un acido ad una base
H-A + B <—-> A− + H-B+
acido base base coniugata acido coniugato
H2O si comporta da acido quando reagisce con sostanze più basiche di lei
+ -
B+H O=HB +OH
2
Acido cloridrico
Una sostanza per essere un acido deve aere almeno un protone H+ da cedere, per essere una base deve avere
almeno una coppia di elettroni libera per poter accettare il protone
HCl + H2O—->Cl- + H3O+
acido base base con. acido con.
Ammoniaca
Una sostanza per poter essere un acido deve avere almeno un portone H+ da cedere, per essere una base
deve avere almeno una coppia di elettroni libera per poter accettare il protone
+ -
NH + H O NH + OH
3 2 4
base acido acido con. base con.
Acidi
1 idracidi
acico cloridrico HCl+H2O—>H3O+ +Cl-
2 ossiacidi
acido nitrico HNO3+ H2O—> H3O+ + No3-
acido carbonico H2CO3+ H2O <—> H3O+ + HCO3-
4 acidi organici
29
Basi di B&L:
1 anioni
Anione fluoruro: F- + H2O <—> OH- + Hf
Anione carbonato CO3 2- + H2O <—> OH- + HCO3-An. idrogenocarbonato HCO3- + H2O <—> OH- + H2CO3
Anione idruro: H- + H2O—> OH- + H2Anione ossido: O2- + H2O—> 2OH-
Le basi di B&L devono avere un doppiato abbastanza disponibile. Le basi più importanti sono i composti azotati
che servano dall’ammoniaca
Autoprotolisi dell’acqua
L’acqua è un composto anfotero, può comportarsi sia da ciao che da base, in H2O si crea sempre l’equilibrio di
autoprotolsi
2 H O H O+ + OH−
2 (l) 3 (aq) (aq)
Questo equilibro è regolato da una costante detta prodotto ionico dell’acqua Kw
+ −
Kw = [H O ]⋅[OH ]
3
Alla T di 25C il prodotto ionico vale 10 (-14) (Kw= 10-14)
In ogni soluzione acquosa sono presenti sia lo ione H3O che lo ione OH- e il prodotto delle loro concentrazioni è
uguale al Kw che a 25C vale 10-14
La Kw come tutte le costanti di equilibrio varia con la T e si chiama prodotto ionico dell’acqua
41 IL PH
Misura il grado d acidità di una sostanza e si definisce come il logaritmo negativo in base 10 della
concentrazione molare degli ioni H+
+ –pH
[H ] = 10
+
pH = –log[H ]
Il pOH misura il grado di basicità di una sostanza e si definisce come il logaritmo negativo in base 10 della
concentrazione molare degli ioni OH-
– –pOH
[OH ] = 10
–
pOH = –log[OH ]
30
Acqua pura, ha pH= 7 perché l’unico equilibrio chimico cui dà luogo è l’autoprotolisi
+ −
2H2O <—> H3O+ + OH- Kw = [H O ]⋅[OH ]
3
Nell’acqua pura la concentrazione degli ioni H3O+ è uguale alla concertazione degli ioni OH-
+ −
[H O ]=[OH ]
3
+2
Kw=[H O ]
3
+ −14 −7 + −7
[H O ]= Kw= 10 =10 M pH=−log[H O ]=−log10 =7
3 3
Soluzioni
Aggiungendo acido o basi le concentrazioni delle specie H3O+ e Oh- variano pur restando costante il loro
prodotto
+ -
Una soluzione con pH<7 ha una concentrazione di H O maggiore di quella di OH . La soluzione si dice acida
3
+ − +
[H O ] > [OH ]Una soluzione con pH=7 ha una concentrazione di H O
3 3
- + −
uguale a quella di OH . La soluzione si dice neutra [H O ] = [OH ]
3
+ -
Una soluzione con pH>7 ha una concentrazione di H O minore di quella di OH . La soluzione si dice basica o
3
+ −
alcalina [H O ] < [OH ]
3
Il oH di una soluzione si misura tramite gli indicatori, ovvero sostanze che assumono colorazioni diverse a
seconda del pH della soluzione in cui si trovano; il punto di passaggio da un colore all’altro è detto punto di
viraggio.
31
-Lewis 1968
Un acido è una sostanza in grado di accettare una coppia di elettroni: accettore
Una base è una sostanza in grado di donare una coppia di elettroni: donatore
Base debole è una base che in soluzione acquosa si dissocia solo parzialmente
s. NH3 è una base debole
NH3 + H2O <—> NH4+ + OH-
+ 2−
Acido nitrico H SO + 2H O → 2H O + SO
2 4 2 3 4
+ −
Acido perclorico HNO + H O → H O + NO
3 2 3 3
+ −
Acido solforico HClO + H O → H O + ClO
4 2 3 4
Basi forti in acqua, le più importanti sono gli idrossidi dei metalli del I e II gruppo:
+ −
Idrossido di litio LiOH—> → Li + OH
+ −
Idrossido di sodio—> NaOH → Na + OH
32
+ −
Idrossido di potassio—> KOH → K + OH
+ −
Idrossido di rubidio—> RbOH → Rb + OH
2+ −
Idross. di magnesio—> Mg(OH) → Mg + 2OH
2
2+ −
Idrossido di calcio —> Ca(OH) → Ca + 2OH
2
2+ −
Idrossido di stronzio—> Sr(OH) → Sr + 2OH
2
2+ −
Idrossido di bario Ba(OH) → Ba + 2OH
2
+ −
HA+H O [H O ] =[A ] < Ca
2 3
− + −
A + H O [HA] = Ca−[A ]
3
La relazione che lega le concertazioni delle specie in una soluzione acquosa di un acido debole è la costante di
dissociazione acida (Ka)
+ −
[H O ]⋅[A ]
Ka = 3
[HA]
+ − − + +
B+H O <—-> HB +OH [OH ] =[HB ] < Cb [B] = Cb−[HB ]
2
La relazione che lega le concentrazioni delle specie in una soluzione acquosa di un acido debole è la costante di
dissociazione basica (Kb)
Kb= OH- • HB+ /[B]
33
43 LE TITOLAZIONI
La neutralizzazione è una relazione fra un acido e una base in quantità stechiometricamente equivalenti che
porta alla formazione di sale e acqua con liberazione di calore.
Essa è alla base della titolazione, ovvero la tecnica che permette di determinare la concentrazione incognita di
una soluzione acida o basica, aggiungendo una soluzione basica o acida a concentrazione nota misurandone il
volume
Riportando in grafico il pH della soluzione in funzione dell’aggiunta di titolante, si ottiene la curva di titolazione
Gli indicatori di pH
Sono degli acidi deboli (in genere organici). Sono sostanze colorate dove il colore della forma acida (HIn) è
diverso dal colore della forma basica (In-)
+ -
HIn + H O <—-> H O + In
2 3
Misura del pH
Cartine al tornasole: carta su cui sono adsorbiti indicatori di pH; varia il proprio colore a seconda del pH della
soluzione (approssimato)
+
pH-metro: è un apparechio che misura elettrochimicamente mediante l’elettrodo a vetro la [H O ] in soluzione
3
(preciso)
44 IDROLISI SALINA
E’ la reazione fra gli ioni del sale disciolto e le molecole d’acqua.
Tutti gli anioni e i cationi provenienti da acidi o da basi forti, quando vengono disciolti in acqua non fanno variare
il pH.
Se il sale contiene un anione che è la base coniugata di un acido debole, forma soluzioni basiche
Se il sale contiene un catione che è l’acido coniugato di una base debole, forma soluzioni acide
+ −
I sali si dissociano in ioni, i quali possono dare luogo a reazioni acido base: MA → M + A
I cationi sono acidi eccetto i cationi dei metalli del primo e secondo gruppo che non danno una reazione acida in
acqua apprezzabile.
Gli anioni sono basici eccetto gli anioni che derivano dagli acidi forti che non danno un’apprezzabile reazione
basica in acqua.
Uno ione metallico in acqua si circonda di 2, 4 o più frequentemente 6 molecole di acqua formando aquoioni, in
questi le molecole di acqua sono legate allo ione metallico con legami covalenti.
Negli aquoioni il legame O-H dell’acqua è debole perché lo ione metallo richiama densità elettronica verso sé.
Per questo gli aquoioni sono acidi di Bronsted-Lowry più forti dell’acqua
3+ 2+ +
[Al(H O) ] + H2O [AlOH(H O) ] +H O
2 6 2 5 3
34
45 EQUILIBRI SIMULTANEI
Gli acidi poliprotici sono quelli che possono subire più di una dissociazione.
Si riconoscono perchè hanno più di un idrogeno acido: H S, H SO , H SO , H PO , H SiO , H C O
2 2 3 2 4 3 4 4 4 2 2 4…
Ad ogni equilibrio di dissociazione corrisponde una Ka, che usualmente vengono ndicate come Ka1 , Ka2 ,
Ka3…
Gli equilibri sono indipendenti, se un specie chimica partecipa a più equilibri la sua concentrazione è la stessa in
ogni espressione della costante.
Di solito la Ka è molto più grande della Ka che è molto più grande della Ka e così via.
1 2 3
46 LE SOLUZIONI TAMPONE
Un sistema tampone è un sistema che si oppone alla variazione di pH dovuta all’aggiunta di piccole quantità di
acidi o basi forti o alla diluizione della soluzione.
es.
-Aggiungendo 1 goccia (0,05 ml) di HCl 1 M a 100 ml di acqua il pH passa da 7,0 a 3,3.
-Diluendo 10 volte una soluzione di NaOH a pH=12 il pH diventa 11.
-Se si aggiunge 1 mg di NaOH a 1 litro di soluzione di HCl a pH=5,0 il pH diventa 9,2
Nel caso in cui una soluzione debba mantenere costante il suo pH a seguito di perturbazioni esterne deve
contenere un sistema tampone
Le soluzioni tampone contengono una coppia acido-base coniugata dove le concentrazioni di acido e di base,
entrambi non forti sono circa dello stesso ordine di grandezza
Sono soluzioni che resistono al cambiamento del pH per moderate aggiunte di acido o base
47 I COMPOSTI ORGANICI
Un composto organico è un qualsiasi composto del carbonio che almeno in origine è sintetizzato da un essere
vivente. I composti organici contengono soprattutto atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto; altri elementi
presenti in tracce sono zolfo, magnesio e fosforo.
Possono formare lunghe catene grazie alla capacità del carbonio di dare luogo a quattro legami.
A seconda che le coppie di elettroni condivisi siano una, due o tre, si possono formare:
35
Gli idrocarburi sono composti binari formati soltanto da atomi di carbonio e idrogeno.
Gli idrocarburi vengono classificati, secondo la nomenclatura tradizionale, in:
• alifatici quando sono costituiti da catene lineari o ramificate;
• aromatici quando presentano una particolare struttura ciclica.
Gli alcani sono idrocarburi alifatici con formula bruta C H .
n 2n+2
La forma di rappresentazione più semplice utilizza le formule condensate.
Gli isomeri sono i composti che hanno medesima formula bruta, ma che differiscono per:• il modo in cui gli atomi
si legano tra loro, isomeri di struttura);• la disposizione spaziale (stereoisomeri).
All’aumentare del numero di atomi di carbonio, aumenta il numero dei possibili isomeri
Chirali sono quegli oggetti distinguibili dalla loro immagine speculare, sono cioè non sovrapponibili ad essa, un
esempio sono le mani.
La nomenclatura degli alcuni ha la desinenza -ano; i primi quattro termini hanno nomi particolari, poi dalla catena
a 5 atomi di carbonio, il prefisso è numerico
Alcani e cicloalcani sono composti apolari e fungono da solventi per le sostanza apolari (es. i grassi). Sono
insolubili in acqua perché non riescono a formare legami a idrogeno né legami dipolo-dipolo.
2
Gli alcheni sono idrocarburi che presentano almeno un doppio legame nella molecola, ibridazione sp ,
geometria planare e angoli di legame di 120°.
Gli alchini sono idrocarburi con almeno un triplo legame nella molecola, ibridazione sp, geometria lineare e
angoli di legame di 180°.
La nomenclatura degli alcheni è simile a quella degli alcani, con il suffisso -ene.
La nomenclatura degli alchini segue quella degli alcani, con il suffisso -ino.
Il benzene viene rappresentato come ibrido di risonanza di due forme limite che differiscono per la posizione dei
doppi legami.
I gruppi funzionali
Un gruppo funzionale è un atomo o un gruppo di atomi che determina le proprietà chimiche di un composto
organico, permettendone la classificazione.
Il glucosio è un piranoso:
Il fruttosio è un furanoso:
Quando due monosaccaridi si uniscono si ha la formazione di un disaccaride con liberazione di una molecola
d’acqua.
Il legame che si forma prende il nome di legame O- glicosidico.
I principali disaccaridi sono:
• saccarosio (glucosio + fruttosio)
• maltosio (glucosio + glucosio)
• lattosio (galattosio + glucosio). I polisaccaridi sono polimeri dei monosaccaridi; presentano alta
massa molecolare e sono formati, in media, da 100 unità monomeriche.
• il glicogeno, riserva energetica degli organismi animali, ha una struttura molto ramificata ed è costituito da più
di 100 000 unità di glucosio.
• la cellulosa, costituente principale del mondo vegetale, è formata da lunghissime catene lineari di β-D-glucosio,
con massa molecolare media di 500 000 u.
L’amido e la cellulosa differiscono per il tipo di legame glicosidico che formano fra le molecole di glucosio; è per
questo che l’organismo umano riesce a digerire l’amido, ma non la cellulosa.
I polisaccaridi:
• hanno funzione di sostegno;
• hanno funzione di riserva energetica;
• si aggregano alle proteine della superficie cellulare formando le glicoproteine.
I lipidiI lipidi rappresentano, insieme ai carboidrati, una
sorgente di energia per gli organismi animali.
I lipidi sono i costituenti di tutti i tipi di membrane e, come ormoni, vitamine e sali biliari, risultano indispensabili
alla vita.
A seconda del loro stato di aggregazione a temperatura ambiente, i lipidi vengono classificati in:
• grassi (solidi a temperatura ambiente);
• oli (liquidi a temperatura ambiente). I lipidi sono esteri della glicerina e prendono il nome di
trigliceridi.
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I trigliceridi si formano per reazione fra la glicerina e tre molecole di acidi grassi a catena satura e insatura.
Gli amminoacidi, i peptidi e le proteineLe proteine sono catene formate dalle numerose combinazioni degli
amminoacidi.
Si distinguono in:
• peptidi formati da pochi amminoacidi;
• polipeptidi che contengono fino a 50 000 amminoacidi;
• proteine che contengono fino a 80 000 amminoacidi.
Gli amminoacidi presentano nella stessa molecola i gruppi funzionali —COOH e —NH2 a cui è legata una
catena di atomi di carbonio caratteristica.
Gli amminoacidi possono comportarsi come basi, poiché il gruppo —NH è in grado di accettare un protone, ma
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anche come acidi, in quanto il gruppo —COOH può cedere un protone
Le proteine o polipeptidi sono formate da catene di amminoacidi legati fra loro da un legame peptidico —CONH
— che si forma quando il gruppo amminico di una amminoacido lega il gruppo carbossilico di un altro
amminoacido.
La struttura di una proteina dipende dal numero, dal tipo e dalla disposizione degli amminoacidi che la formano.
Le proteine presentano struttura primaria, secondaria, terziaria e quaternaria.
La struttura primaria delle proteine definisce la sequenza degli aminoacidi e determina la forma e la funzionalità
della proteina.
La struttura secondaria riguarda la configurazione tridimensionale della proteina; può essere elicoidale oppure a
foglio ripiegato, ed è dovuta alla presenza di legami a idrogeno tra gli atomi di una stessa catena.
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La struttura terziaria è dovuta al ripiegamento della struttura secondaria in seguito a interazioni di natura
elettrostatica: in questo modo la catena proteica assume la propria forma.
La struttura quaternaria è presente solo nelle proteine complesse formate da più catene proteiche (sub-unità)
legate fra loro grazie a deboli legami elettrostatici, come per esempio l’emoglobina.
Gli enzimi sono particolari proteine che svolgono il ruolo di catalizzatori nelle reazioni metaboliche.
La caratteristica principale degli enzimi è la loro specificità.
Un particolare enzima si lega a un determinato substrato formando il complesso enzima-substrato dal quale poi
si stacca il prodotto di reazione.
BIBLIOG
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www.mondadorieducation.it/risorse/media/primaria/adozionali
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Spazio personale
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