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Chimica anno 2 riassunto

CHIMICA GENERALE (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo)

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ELEMENTI DI CHIMICA
Cos’è la chimica? E’ la scienza che studia le sostanze naturali e artificiali sia dal punto di vista della
composizione e della struttura sia da quello delle trasformazioni che portano alla loro formazione. E’ quindi la
scienza che studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la preparazione, la capacità e il modo di
reagire delle sostanze naturali e artificiali del regno inorganico e organico.
Studia le proprietà, la composizione, l’identificazione, la capacità e il modo di reagire delle sostanze.
La Chimica è attorno a noi, nei processi naturali come la fotosintesi, la formazione della ruggine, la
fermentazione dell’uva, la lievitazione del pane, la combustione
La Chimica è in noi nel concepimento, crescita, morte, memoria, pensiero, l'esperienza, emozioni, ......
Tutto è Chimica, ma a vari gradi di complessità
La Chimica è il nostro vivere quotidiano

1 SISTEMA INTERNAZIONALE D UNITA’ DI MISURA


Le grandezze che si possono misurare sono dette grandezza fisiche, secondo il SI ci sono sette grandezze
fondamentali che possono misurarsi una indipendentemente dall’altra: lunghezza, massa (kg), tempo..
Dalla fondamentali derivano le grandezze dirette. Ogni grandezza fondamentale ha una sua unità di misura la
cui combinazione fornisce le unità di misura delle grandezze derivate.

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2 GRANDE ESTENSIVE E INTENSIVE


Le grandezze estensive come lunghezza, volume e massa dipendono dalle dimensioni del campione, varia
quindi se varia la grandezza di tale campione.
massa—> unità di misura è il kg
volume—> litro
lunghezza—> metro
Le grandezze intensive come densità, peso specifico, temperatura di ebollizione e temperatura di fusione non
dipendono dalle dimensioni del campione.
La massa e il peso sono due cose differenti,
massa è la misura della resistenza che un corpo oppone alla variazione del suo stato di quiete e di moto
peso di un corpo sulla terra, misurato in Newton è una forza ed è pari alla forza con cui la sua massa viene
attratta dalla Terra. (ha la componente legata alla forza di gravita 9.8)
P= m•g
p—> peso del corpo
m—> massa del corpo
g—> accelerazione di gravità (9,8 m/s alla seconda)
Se andassi a pesare una palla da bowling con una massa di 4kg è pari a 39n, se facessi lo stesso esperimento
sulla luna la stessa palla avrebbe un peso di circa 6.
La densità (kg•m alla seconda) di un corpo è il rapporto fra la sua mamma e il su volume d=m/V
Il peso specifico N•m alla seconda) di un copro è il rapporto fra il suo peso e il suo volume, ovvero corrisponde al
prodotto della densità per l’accelerazione di gravità
La densità di un solido è maggiore rispetto a quella di un liquido che generalmente è a sua volta maggiore di
quella di un gas, ma esiste un’importante eccezione, l’acqua e cioè il ghiaccio (solido) che galleggia sull’acqua
(liquida) perché la sua densità è minore di quella dell’acqua.

3 LA MATERIA e le sue caratteristiche; gli stati fisici in cui la materia si può trovare sono:
-solido, ha volume e forma proprio, sono incomprimibili. Gli atomi si trovano in posizioni ordinate nello spazio, le
particelle non si muovono ma oscillano e vibrano intorno a posizioni fisse ben precise
-liquido, non ha una forma propria ma ha un volume proprio, esso acquista la forma del contenitore in cui si
trova, le particelle non sono disposte in posizione ordinata e si muovono in continuazione
-aeriforme (gas), non ha né volume né forma propria, è comprimibile e le particelle sono libere di muoversi in
tutto lo spazio a disposizione con un moto totalmente disordinato.
Si definisce fase quella parte di materia

4 SISTEMI OMOGENEI ED ETEROGENEI


Si dice fase una porzione di materia fisicamente distinguibile e delimitata che ha proprietà intensive uniformi.
Quando un sistema è costituito da una sola fase si dice che è omogeneo, eterogeneo invece è costituito a due
o più fasi al suo interno (marmo è formato da più sostanze, più solidi)

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5 SOSTANZE PURE
-un sistema formato da una singola sostanza si dice puro—> le sostanze pure hanno caratteristiche e
composizioni costanti
-un sistema formato da più sostanza pure è un miscuglio—> i miscugli hanno composizione chimica variabile.

6 MISCUGLI OMOGENEI ED ETEROGENEI


Una soluzione è un miscuglio di due o più sostanze fisicamente omogenee, il componente più abbondante della
soluzione si chiama solvente, gli altri elementi si chiamano soluti, elemento che si è sciolto cioè.
La soluzione è un sistema fatto da un miscuglio e tale è fisicamente omogeneo (sale che si scioglie nell’acqua,
l’acqua è il solvente, mentre il sale è il soluto).
I miscugli eterogenei possono presentare aspetti anche molto diversi al variare dello stato di aggregazione delle
fasi che lo costituiscono (schiuma, nebbia, fumo, emulsione sono esempi di muscoli eterogenei in fasi diverse
(panna è un sistema gas-liquido)
I colloidi sono materiali che costituiscono una classe di materiali che ha caratteristiche intermedie tra quelle dei
miscugli omogenei ed eterogenei. Una dispersione colloidale si distingue da una soluzione per l’effetto Tyndall,
un raggio luminoso viene deviato dalle grandi particelle della fase dispersa favorendo una luminosità diffusa.
-Se la fase disperdente, liquida o gassosa prevale su quella solida si ha un sol
-Se prevale la fase solida sulla disperdente si ha un gel
SISTEMA OMOGENEO—> è costituito da una sola fase
sostanza: acqua pura, oro, cloruro puro
miscuglio: acqua di rubinetto, sale marino
SISTEMA ETEROGENEO—> è costituito da due o più fasi
sostanza: acqua pura e ghiaccio
miscuglio: acqua, sabbia, latte, fumo

7 I PASSAGGI DI STATO
I passaggi di stato implicano la trasformazione della materia da uno stato fisico all’altro per variazioni di
temperatura e pressione.
A parità di massa nel passaggio di un materiale dallo stato liquido allo stato aeriforme il volume aumenta e la
densità diminuisce.
Nel passaggio allo stato solido la densità aumenta, ad eccezione del ghiaccio perché meno denso dell’acqua.
I vari passaggi di stato sono:
. Condensazione; stato gassoso, di vapore —> stato liquido
. Brinamento; stato gassoso —> stato solido
. Evaporazione; stato liquido —> stato gassoso
. Solidificazione; stato liquido —> stato solido
. Fusione; stato solido —> stato liquido
. Sublimazione; stato solido —> stato gassoso, vapore
Questi passaggi di stato dipendono dalla variazione della temperatura mantenendo invece costante la
pressione, inoltre in essi le particelle hanno un diverso grado di libertà.
A parità di massa nel passaggio di un materiale dallo stato liquido a quello aeriforme, il volume aumenta e la
densità diminuisce.

Ogni sostanza pura ha una “curva di riscaldamento” e temperatura di fusione e di ebollizione caratteristiche in
funzione della pressione e cui avviene il passaggio di stato.

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Il calore che non forniamo serve semplicemente per effettuare il processo di trasformazione.

. Alla temperatura di fusione coesistono la fase liquida e la fase solida.


. Alla temperatura di ebollizione la fase liquida e la fase vapore coesistono, e la tensione di vapore è uguale alla
pressione esterna.

La tensione di vapore di un liquido, ad una data temperatura; è la pressione che esercita un vapore in equilibrio
con il proprio liquido puro, ed è tanto più alta quanto maggiore è la temperatura.

La temperatura di ebollizione di un liquido; è la temperatura a cui la tensione di vapore uguaglia la pressione


esterna: maggiore è la pressione, più difficile è l’ebollizione del liquido.

Un aumento della pressione produce un innalzamento della temperatura di ebollizione.


Durante il passaggio di stato, la temperatura rimane costante anche se si continua a fornire (o a sottrarre)
calore.

Il calore scambiato durante un passaggio di stato si chiama calore latente.


. Il calore latente di fusione è la quantità di energia necessaria per fondere completamente 1 kg di sostanza
pura alla temperatura di fusione.
. Il calore latente di vaporizzazione è la quantità di energia necessaria per far evaporare completamente un
liquido.

Fanno eccezione quei solidi, come la naftalina e lo iodo, le cui forze di coesione sono così deboli, che passano
dallo stato solido direttamente a quello aeriforme (sublimazione).

I PRINCIPALI METODI DI SEPARAZIONE DI MISCUGLI E SOSTANZE


La filtrazione è il metodo per separare, per mezzo di filtri, i materiali solidi da un miscuglio liquido o gassoso.

La centrifugazione è il metodo per separare miscugli eterogenei di liquidi e\o solidi aventi densità diversa.

L’estrazione è il metodo per separare i componenti di un miscuglio per mezzo di un solvente.


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La cromatografia è il metodo per separare i componenti di un miscuglio che si spostano con velocità diverse
su un supporto (fase fissa) trascinati da un solvente.

La distillazione si base invece sulla diversa volatilità (evaporazione) dei componenti di miscele liquide. Minore è
la temperatura di evaporazione, maggiore è la volatilità.

9 ATOMO
È la più piccola particella elementare che rimane inalterata in una reazione chimica.
All’interno è costituito in due modi distinti:
. Nucleo; la parte centrale dell’atomo costituito dai nucleoni (raggio = 10 A). Esso è sostituito da neutroni e
-4

protoni.
. Elettroni; costituiscono la parte esterna dell’atomo, quella implicata nelle reazioni chimiche (nube elettronica).

L’atomo è una particella neutra. Ma le sue particelle componenti hanno una qualche carica elettrica (e), ma la
loro somma complessiva è 0.
Protone —> +1
Neutrone —> 0
Elettroni —> -1

Quasi tutta la massa dell’atomo è concentrata nel nucleo.


Raggio atomo: 1 A
Raggio nucleo: 10 A-4

1 A = 10 m
-10

Un esempio per identificare il rapporto fra le due grandezze può essere dato da una pallina da tennis in uno
stadio di calcio.

Parametri atomici
Sono parametri numerici che servono ad identificare un atomo:
. Numero atomico (Z); indica il numero dei protoni presenti nel nucleo
. Numero di massa (A); indica la somma del numero dei protoni e dei neutroni presenti nel nucleo
. Numero di elettroni; nell’atomo neutro il numero degli elettroni è uguale a quello dei protoni.

10 ELEMENTI
Sostanze elementari o Elementi
Sono costituite da atomi aventi tutti lo stesso numero atomico Z.
Ciascun elemento ha un nome e un simbolo chimico (Idrogeno H, elio He, Ossigeno O, Azoto N, Ferro Fe, ecc.).
Gli elementi sono elencati nel SISTEMA PERIODICO DEGLI ELEMENTI (tavola periodica) in ordine di numero
atomico crescente.
Gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali.

Esistono atomi dello stesso elemento (stesso Z) che hanno diverso numero di massa (a) —> Isotopi
Gli isotopi di uno stesso elemento hanno uguali proprietà chimiche.
Ugual numero di protoni e di elettroni ma diverso numero di neutroni.

Atomi instabili: decadimenti radioattivi


I chimici hanno scoperto molte sostanze radioattive e le hanno usate per scopi benefici.
Marie Curie; la prima donna insignita del premio Nobel (ne ha vinti 2); uno per la Fisica e uno per la Chimica.

11 MOLECOLE
La caratteristica più interessante degli atomi è la capacità di combinarsi (dare legami) con altri atomi per formare
aggregati atomici, cioè le molecole.
Ogni molecola ha proprietà specifiche e un’identità ben precisa che rappresentano il “valore aggiunto” che la
molecola ha rispetto all’insieme dei singoli aromi componenti.
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C’è un riciclaggio naturale degli atomi compongono le molecole. Ogni nostro respiro prende e rimette in ciclo
atomi già riciclati da altri; la nostra pelle si rinnova ogni mese, il nostro fegato ogni sei settimane.

Atomi

Molecole

La molecola è il più piccolo costrutto di una qualsiasi sostanza che ha composizione e proprietà chimiche uguali
a quelle dea sostanza a cui appartiene.
Le dimensioni delle molecole:
L’unità adatta per misurare le dimensioni delle molecole è il nanometro cioè la miliardesima parte del metro.
1nm=10 alla meno 9 m
La molecola d’acqua H2o ha un diametro di 0,2 nm, in una goccia d’acqua ci sono circa 10 alla 21 molecole.
Gli atomi che compongono le molecole sono ancora più piccoli.
Tutto ciò che ci circonda è costituito da un numero enorme di atomi e molecole.
Esistono molecole formate da atomi dello stesso tipo come le molecole diatomiche.
Le molecole sono dei composti formate da atomi diversi.
Altre molecole sono formate anche da più di due atomi dello stesso tipo.
Ogni molecola è identificata d aut nome, è sinteticamente rappresentata da una formula che indica da quali e
quanti atomi è costituita ( H2O acqua H,H—> O) e ha una sua forma.
Le proprietà di una molecola non dipendono dalla sua composizione, struttura e forma.
La materia non è costituita soltanto da atomi e molecole: molte sostanze sono costituite da particelle cariche
elettricamente—> ioni che si dividono in positivi e negativi.

12 PROPRIETA’ DELLA MATERIA


Gli ioni carichi positivamente (Na+) si chiamano cationi, gli ioni carichi negativamente anioni (CI-)
I composti ionici sono formati da catoni e anioni.

13 LA MASSA ATOMICA
L e masse atomiche e le masse molecolari oggi si possono calcolare sperimentalmente utilizzando lo
spettrometro di massa (si mette della massa al suo interno ed esso la calcola)
La massa atomica di un elemento è la massa relativa rispetto all’atomo di 12C
L’unita di massa atomica (u o dalton) è uguale a 1/12 della massa dell’atomo 12C
La massa atomica relativa MA di un elemento è la sua massa espressa in unità u, quindi relativamente alla
massa dell’atomo di carbonio; la massa molecolare relativa, MM o peso molecolare è la somma delle masse

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atomiche che compaiono nella molecola.


Per i composti ionici la massa molecolare relativa si calcola allo stesso modo ma prende il nome di peso
formula.

14 LA MOLE
Il valore dell’unità di massa atomica, 1u_ 1,661• 10 alla -24g è estremamente piccolo per essere misurato con gli
strumenti a noi conosciuti, è stato perciò necessario trovare una grandezza che mettesse in relazione gli atomi e
le molecole con le grandezze misurabili con le bilance, questa grandezza è la mole.
Mol è quella quantità di sostanza che contiene un numero di particelle elementari uguali al numero di atomi
contenuti in 12gr di carbonato 12
La massa di una mole di un elemento o compito p uguale alla sua massa atomica o massa molecolare espressa
in grammi.
La massa molare M che si misura in g/mol è la massa di una mole.
1 mole di acqua= al peso molecolare che posso calcolare utilizzando la massa molare = 18,2 gr
Avogrado si pose il problema di quante particelle elementari fossero contenute in una mole e lo risolse tramite il
rapporto: massa molare/massa atomica= 6,022•10 alla 23 particelle/mol
Il risultato fra rapporto è noto numero o costante di Avogrado.
Una mole di sostanza contiene sempre 6,022•10 alla 23 particelle (atomi, molecole o ioni)
N= m (massa del campione g)/M (massa molare g/mol)

15 SISTEMA PERIODICO degli elementi

Memdeleev ordino i 63 elementi noti in base alla massa atomica crescente e costruì la prima tavola periodica
degli elementi . La moderna tavola ordine gli elementi in base al numero atomico crescente e li organizza come
aveva proposto Mendeleev in gruppi e periodi.
Le proprietà chimiche e fisiche degli elementi sono una funzione periodica del loro numero atomico.
Gli elettroni del livello più esterno son detti elettroni di valenza.
Gli elementi della moderna sono 118.
La posizione di ogni elemento sulla tavola dipende dal suo numero atomico—> Z
La tavola periodica è divisa in righe orizzontali e colonne verticali. Le righe orizzontali formano 7 periodi ognuno
dei quali indica il livello energetico a cui si trovano gli elettroni di valenza degli elementi che li compongono. Gli
elementi che chiudono i periodi sono i gas nobili, chiamati cos’ per la scarsa reattività dovuta alla loro
configurazione elettronica stabile.
Gli elementi verticali formano i gruppi. Fra il gruppo II e III vi sono gli elementi di transizione.
In fondo alla tavola periodica ci sono due file di 14 elementi metallici costituenti le serie dei lantanidi e attinidi.
La parte più in basso raccoglie una serie di elementi naturali (fino all’uranio), da li in poi vi sono quelli artificiali.
L’ultimo gruppo a destra è occupato da una serie di elementi che lo stesso Mendeleev aveva notato come
scarsamente reattivi (Non reagivano, inerti).
I gas nobili sono gli ultimi a dx, sono gas non reattivi, in mezzo vi sono gli elementi di transizione.
Il numero atomico è crescente da sx a dx. Tutti gli elementi verticali hanno gli stessi elettroni di valenza, ciò
significa che andando dall’altro verso il basso cambio elemento, ma andando a capo quello che non cambia
andando verticalmente è il numero degli elettroni di valenza, coloro che stanno alla base della reattività chimica.
La struttura di Lewis permette di rappresentare la struttura elettronica dello stato di valenza degli elementi dei
gruppi principali.
Le proprietà degli eletti variano con regolarità lungo la tavola in base alla variazione periodica della

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configurazione elettronica. Sono proprietà periodiche il raggio atomico, l’affinità elettronica e l’elettronegatività,
l’energia di prima ionizzazione

16 LE PROPRIETA’ PERIODICHE
Il raggio atomico è definito convenzionalmente la metà della distanza inter-nucleare tra due atomi dello stesso
elemento, legati in modo covalente. Il raggio aumenta lungo un gruppo e diminuisce lungo un periodo.
L’energia di prima ionizzazione (kJ/mol) è l’energia necessaria per rimuovere un elettrone da un atomo isolato.
Tale energia aumento lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
L’affinità elettronica è l’energia che si libera quando un atomo in fase gassosa cattura un elettrone, essa
aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
L’elettronegatività di un elemento misura la sua tendenza ad attrarre gli elettroni di legame da un altro elemento;
aumenta lungo un periodo e diminuisce lungo un gruppo.
A seconda delle proprietà fisiche e chimiche gli elementi si possono suddividere in metalli, non metalli e
semimetalli.
I metalli sono più di 80 e occupano la parte sx della tavola; gli elementi metallici sono solidi, duri, lucenti,
malleabili, duttili e conducono calore ed elettricità.
Le proprietà chimiche dei metalli dipendono dalla loro tendenza a perdere elettroni diventando ioni positivi, le
proprietà fisiche dipendono dal tipo di legame tra gli atomi.

17 METALLI, NON METALLI E SEMIMETALLI

I non metalli occupano la parte destra della tavola, le proprietà chimiche dei non metalli dipendono dalla loro
capacità di accettare elettroni diventando ioni negativi.
Gli elettroni del gruppo VII sono detti alogeni
I semimetalli presentano sia comportamento metallico che non metallico; si trovano lungo il confine che separa i
metalli e i non.
I più importanti elementi per il funzionamento dell’organismo umano sono ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto e
calcio.

18 ENERGIA DI LEGAME
Nonostante l’enorme numero di combinazioni possibili fra atomi non tutte sono realizzabili: un composto si forma
solo se la sua energia potenziale è minore dei singoli atomi che la costituiscono. Soltanto se due atomi liberano
energia durante il processo di formazione del composto si forma il legame chimico.
L’energia di legame kj/mol è la quantità di energia che è necessaria per fornire ad una mole di sostanza per
rompere il suo legame fra i suoi atomi.
Tanto maggiore è l’energia di legame tanto più è stabile il composto, tanto più è forte il legame che si è
instaurato tra gli atomi.

19 LA REGOLA DELL’OTTETTO
Il motivo della stabilità dei gas nobili risiede nel fatto che la loro configurazione elettronica presenta otto elettroni
(due nel caso dell’elio) nello strato di valenza che è quindi completo.
Alla struttura con 8 elettori nello strato esterno corrisponde quindi una particolare stabilità

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20 IL LEGAME
Un atomo raggiunge il massimo della stabilità cedendo o condividendo elettroni con un altro
atomo in modo da raggiungere l’ottetto nella sua configurazione elettronica esterna, simile a
quella del gas nobile nella posizione più vicina nella tavola periodica.
Quando due atomi A e B uguali o diversi si dicono legati?
Due atomi sono legati tra loro se la distanza inter-nucleare è inferiore alla somma dei rispettivi
raggi atomici.
Perché due atomi si legano tra loro?
Un legame chimico si forma se il sistema guadagna stabilità
Ci sono due modelli principali di legame chimico
—>legame ionico
—>legame covalente
La formazione del legame è una conseguenza della tendenza degli atomi a raggiungere l’ottetto, ciò può essere
realizzato in due modi:
-cedere/acquistare elettroni, legame ionico
-mettere in comune elettroni, legame covalente

21 IL LEGAME COVALENTE
Esso si forma quando due atomi mettono in comune una coppia di elettroni. Se i due atomi
sono identici il legame è covalente puro.
Si forma attraverso la compartecipazione di coppie di elettroni da parte di due atomi A e B uguali o diversi.
Condividendo una o più coppie di elettroni gli atomi raggiungono l’ottetto.
Il legame tra gli atomi possono essere rappresentati con la simbologia di Lewis oppure con dei trattini.
Gli elettroni sono messi in compartecipazione per raggiungere l’ottetto e appartengono in contemporanea a
entrambi gli atomi che li condividono.
Caratteristiche: -ordine di legame (numero di coppie di elettroni condivise (massimo tre))
-lunghezza di legame (distanza media che intercorre fra i due nuclei di due atomi uniti da
un legame covalente. Essa aumenta all’aumentare delle dimensioni atomiche e al
diminuire della forza di legame)
- energia di legame (energia necessaria a rompere il legame, che occorre quindi a separare
i due atomi allo stato gassoso. L’energia di legame aumenta cin l’aumentare dell’ordine di
legame).
L’ordine di legame—> identifica il numero di coppie elettroniche condivise tra i due atomi, al massimo posso
essere tre, singolo, doppio o triplo legame.
La lunghezza di legame è la distanza che vi è tra i nuclei di due atomi uniti da un legame covalente, la
lunghezza aumenta all’aumentare delle dimensioni atomiche e al diminuire della forza di legame.
L’energia di legame è l’energia che occorre per separare i due atomi allo stato gassoso, aumenta con
l’aumentare dell’ordine di legame.
Polarità di legame—> è causata dalla distribuzione asimmetrica della coppia di legame che si trova più vicina
all’atomo elettronegativo. Gli elettroni non si trovano più al centro

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L’elettronegatività è la tendenza che ha un atomo ad attrarre verso di se un doppietto di legame.


Due atomi uguali quindi formano necessariamente un legame covalente—> legame apolare
Il doppietto non è al centro quando gli atomi sono diversi tra loro—> legame polare (sono più numerosi)
Gli elettroni non si trovano nel legame covalente al centro di due atomi ma sono spostati più verso l’atomo a
maggiore elettronegatività su cui si forma una parziale carica negativa (delta -). L’altro atomo acquisisce una
parziale carica positiva (delta +). La molecola prende il nome di dipolo

Polarità di legame
In base alla polarità si distinguono due tipi di legame covalente quindi:
-legame covalente apolare tra due atomi uguali; gli elettroni sono localizzati al centro del sistema, assenza di
cariche parziali
-polare tra due atomi diversi; gli elettroni do legame sono spostati verso l’atomo più elettronegativo, presenza di
cariche parziali.
Una molecola è polare se ha legami polari e una geometria che non annulli i vettori (momento dipolare u)
La polarità di legame è causata dalla distribuzione asimmetrica della coppia di legame che si trova più vicina
all’atomo più elettronegativo.
Tanto maggiore è l’elettronegativa fra due atomi tanto più è polarizzato il legame che li unisce.

22 IL LEGAME IONICO
Se la differenza di elettronegatività fra glia atomi diventa molto più grande (> 60%), l’atomo più elettronegativo
strappa l’elettrone all’altro atomo, assumendo su di sé l’intera carica negativa, mentre l’atomo che ha perso
l’elettrone acquisisce una carica positiva.
L’atomo più elettronegativo diventa uno ione negativo l’altro uno ione positivo.
Gli ioni si attraggono per forza elettrostatica formando un legame ionico.
Il legame ionico si forma quando la differenza di elettronegatività tra due atomi è >1,9
Una volta che si è formato lo ione negativo assume la configurazione del gas nobile successivo, mentre lo ione
positivo assume quella del del gas nobile che lo precede nella tavola periodica.
Il legame ionico è creato dall’attrazione elettrostatica (coulombiana) tra anioni e cationi

F F
+—> <— -
il legame ionico non è direzionale; non esistono molecole discrete; gli ioni si dispongono con regolarità nello
spazio formando reticoli cristallini.
Gli ioni in un composto ionico sono disposti secondo uno schema preciso e possono creare un reticolo
cristallino.
Dalla posizione sulla tavola si deduce che:
-gli elementi metallici a sx della tavola tendono a cedere elettroni diventando ioni positivi
-i non metalli a dx tendono ad acquisire elettroni trasformandosi in ioni negativi.
La formula dei composti ionici indica il rapporto di combinazione tra ioni positivi e negativi ma non rappresenta la
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molecola di un composto perché nei cristalli non si distinguono unità molecolari.


I composti ionici (proprietà):
-solidi a t ambiente
-punti di fusione elevati
-solidi abbastanza duri (durezza p la resistenza alla penetrazione da parte di una punta) ma fragili (fragilità è la
facilità alla frattura per via meccanica)
-isolanti elettrici da solidi, conduttori da fusi
I composti hanno alti punti di fusione, sono solidi a t ambiente e sono conduttori di elettricità sia allo stato fuso
che in soluzione; nei compisti fusi o in soluzione acquosa gli ioni diventano liveri di muoversi e capaci di
condurre corrente elettrica.

Temperatura di fusione
I punti di fusione dipendono dalla carica degli ioni e dalla distanza degli ioni nel reticolo (energia reticolare).

23 IL LEGAME METALLICO
Gli atomi metallici possono mettere in comune gli elettroni di valenza che vengono condivisi tra più nuclei

Il legame metallico è dato dall’attrazione fra gli ioni metallici positivi e gli elettroni mobili che li circondano, più
forte è il legame metallico più saranno numerosi gli elettroni mobili.
la mobilità degli elettroni più eterni dà l proprietà metalliche come lucentezza, conducibilità termica elettrica,
malleabilità, duttilità.
composti solidi, flessibili, malleabili e duttili: si ha regolarità ma non rigidezza nella disposizione dei cationi
metallici che scorrono l’un accanto all’altro tramite gli elettroni senza respingersi.
alte t di fusione e altissime t di ebollizione: si necessita di alte energie per separare ogni catione metallico e i
suoi elettroni da tutti gli altri.
conducono elettricità e calore: grazie alla mobilità degli elettroni.

24 LA TAVOLA PERIODICA E I LEGAMI TRA GLI ELEMENTI


Osservando la tavola si nota che:
1 i metalli formano tra loro legami metallici
2 i non metalli formano tra loro legami covalenti puri
3 se gli atomi di non metalli sono uguali il legame sarà covalente puro, se diversi sarà covalente polare
4 i metalli e non formano fra loro legami ionici
5 il carattere comico cresce all’aumentare della differenza di elettronegativi fra gli atomi del composto

25 LA FORZA DELLA MOLECOLA


I moderni mezzi di indagine hanno evidenziato che in una molecola gli atomi sono disposti in rapporti geometrici

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particolari che danno alle sostanze le loro proprietà.


A definire la geometria è l’angolo di legame, cioè l’angolo che si crea dagli assi congiungenti i nuclei degli atomi
che si legano

26 LA TEORIA VSPER
Valence Shell Electron-Pair Repulsion, detta teoria della repulsione delle coppie di elettroni del guscio di
valenza. Principi della teoria:
- la disposizione degli atomi in una molecola varia in base al n. totale di coppie elettroniche di valenza che
circondando l’atomo centrale
• le coppie elettroniche avendo lo stesso segno si respingono e si pongono alla maggior distanza possibile tra
loro.
In base al n. di coppie intorno all’atomo:
-due coppie danno un geometria lineare con angoli di 180
-tre coppie danno un assetto triangolare equilatero con angoli di 120
-quattro coppie danno un assetto tetraedrico, con angoli di 109,5
Le coppie di elettroni liberi hanno un comportamento analogo a quello delle coppie condivise, ma la repulsione
tra coppie elettroniche libere è maggiore di quella tra le coppie elettroniche condivise. Nel caso di coppie
elettroniche libere la forma della molecola tiene conto anche del doppiato elettroniche. I legami covalenti doppi o
triplo valgono come un legame singolo ai fini della geometria molecolare

27 GLI IBRIDI DI RISONANZA


Esperimenti hanno fatto emergere i limiti della teoria di Lewis, essa non dà ragione della geometria delle
molecole e di quali e quanti elettroni sono realmente presenti nella zona che vi è tra i nuclei dei due atomi.
Quando una molecola ha legami semplici e legami doppi, una forma la descrive correttamente

ozono

questa rappresentazione corretta della molecola si ha usando due forme limite


quindi la molecola reale è un ibrido delle due forme.
Un ibrido di risonanza è una molecola dove la struttura tela è intermedia tra due o più possibili strutture di Lewis.

28 MOLECOLE POLARI E APOLARI


La polarità dipende dalla geometria della molecola, in base ad essa ke polarità dei legami si possono annullare a
vicenda o sommarsi.
Dipolo: sistema con due poli elettrici con carica q uguale ma segno opposto, separati da una distanza d.

Dipolo elettrico ha un momento dipolare u, u= q (carica dei due poli) •D (distanza)


Una molecola è polare se la somma dei momenti dipolari di tutti i suoi legami è diversa da 0.
La polarità delle molecole determina la solubilità della sostanza nei vari solventi, quest’ultimi sciolgono le
sostanze con polarità simile, solventi polari sciolgono sostanze polari e solventi apolari solubilizzano sostanze
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apolari.

29 LE FORZE INTERMOLECOLARI
Sono interazioni attrattive che si creano tra le molecole e che determinano lo stato fisico di una sostanza
forze intermolecolari:

Forze di dispersione di London


In un atomo o in una molecola apolare, la distribuzione della nuvola elettronica è simmetrica rispetto ai nuclei e i
baricentri delle cariche negative e positive coincidono.
A causa del movimento degli elettroni può succedere che momentaneamente la distribuzione della nuvola sia
asimmetrica rispetto ai nuclei e addensata da un lato, ciò porta alla formazione di un dipolo temporale o
istantaneo.

Interazione dipolo istantaneo. dipolo indotto


Ogni polo istantaneo crea un campo elettronico che a sua volta porta un dipolo indotto nelle molecole circostanti.
I dipolo indotti che si creano attraggono elettrostaticamente il polo + con il polo - creando la forza di dispersione
di London
una nuova grandezza fisica:
Polarizzabilità: capacità di assumere un momento dipolare indotto da un campo elettrico esterno, una
polarizzabilità più elevata porta ad un’interazione più forte.
Una molecola è tanto più polverizzabile quanti più elettroni ha.
L’intensità delle forze di london aumenta all’aumentare delle dimensioni delle molecole e del peso molecolare.
Le forze di london sono importanti nella formazione della membrana cellulare poiché tengono unite le code
polari dei fosfolipidi nel bilayer lipidico.
I fosfolipidi sono molecole organiche che hanno una testa polare e una coda polare, le code si attraggono
fortemente grazie alle forze di London dando vita ad una struttura supermolecolare stabile ovvero la membrana
biologica, un aggregato ordinato di molecole che restano insieme grazie a forze di legame secondario.
Forza di orientazione di Keesom
Le molecole polari (con due poli, uno + e un -, quindi aventi un dipolo u) creano intorno a loro deboli campo
elettrici che fanno sentire la loro attrazione su altre molecole polari vicine, così avviene un’attrazione
elettrostatica tra i poli opposti di due molecole, è detta interazione dipolo-dipolo o forza di Keesom.
Le molecole polari si avvicinano e dispongono i loro poli di carica opposta l’uno di fronte all’altro, così si ottiene
una configurazione di alta stabilità che rende minima l’energia potenziale del sistema.
Molecole più pesanti hanno t di ebollizione e fusione più alte di molecole meno pesanti (es. I2, PM=254, Te= 184
gradi; Cl2, PM= 71, Te= -34).
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Molecole più polari hanno t di ebollizione e fusione più alte di molecole meno polari.

Legame a idrogeno
E’ una particolare interazione dipolo-dipolo che si crea tra molecole dove un atomo di idrogeno è legato
covalentemente con un atomo di piccole dimensioni e fortemente elettronegativo (F. O, N)
Le molecole che hanno legame a idrogeno hanno t di ebollizione e fusione elevate rispetto la loro massa
molecolare.
Tale legame è l’interazione intermolecolare principale che tiene unite le molecole d’acqua.
Il legame a idrogeno è direzionale ovvero porta ad una geometria lineare intorno all’atomo di H (le altre
interazioni non sono direzionali)

Nelle proteine i legami idrogeno che si formano tra gli atomi di idrogeno legati all’azoto e gli atomi di ossigeno
legati al carbonio sono responsabili della struttura elicoidale

Il legame a idrogeno è implicato nel riconoscimento molecolare. La capacità del DNA di replicassi e produrre una
sua copia identica si deve al riconoscimento molecolare che vi è tra le basi nucleiche tramite i legami a idrogeno.
L’adenina si lega alla timida tramite due legami a idrogeno, la guaina si lega alla citosina tramite tre legami a
idrogeno.
Nella replicazione, un filamento di dna ne genia un altro uguale grazie al riconoscimento selettivo tra le basi. I
legami che si creano tra le catene proteiche formate da amminoacidi apportano la struttura finale delle proteine
che possono essere considerate aggregati supramolecolari.
solubilizzazione di sostanze polari in acqua: NH3 (ammoniaca) e CH3CH2OH sono solubili in acqua perché
creano con essa forti legami a idrogeno.

Ghiaccio: ha una struttura cristallina dove gli atomi di ossigeno prendono una disposizione esagonale, per
questo i fiocchi di neve si creano da un cristallino di ghiaccio e crescono secondo assi esagonali; esso ha una
densità < rispetto l’acqua, in esso ci sono spazi vuoti che ne diminuiscono la densità.

30 LEGAMI A CONFRONTO
La forza di legame è legata all’energia necessaria per allontanare particelle legate tra loro, la scala di energia dei
legami atomici è diversa da quella delle forze intermolecolari.

31 STATI FISICI E PASSAGGI DI STATO

Modello di gas ideale o gas perfetto


Un gas ideale ha particelle (atomi o molecole) che hanno proprietà quali:
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1 il volume delle particelle è trascurabile rispetto al volume che occupa il sistema gassoso
2 le particelle sono in costante movimento: le collisioni con le pareti del recipiente son dovute alla pressione
esercitata dal gas
3 le interazioni tra le particelle, o fra le particelle e la superficie del recipiente sono nulle
4 l’energia cinetica medi di un insieme di particelle è proporzionale alla t del gas

Stato gassoso
Lo stato di un gas è dato da tre variabili fisiche:
• volume, unità di misura 1m(alla terza)= 10(3) L
1 dm(3)= 1L
1 cm (3)= 10 (-3) L
• pressione, unità di misura 1atm= 101325 Pa
1 atm= 760 Torr (mmHg)
1 atm= 1,013 bar= 1013 mbar
• temperatura, unità di misura= K= gradi C+ 273
Equazione di stato: relazione matematica che lega le variabili termodinamiche V, P, T e descrive lo stato perfetto
di un gas. P•V= n• R•T
Energia chimica delle particelle: l’energia cinetica media delle particelle è proporzionale alla temperatura
Ec= 1/2 mv (2)= 3/2 KT (K= costante di Boltzmann= 1,38•10 (-23) jK (-1)

P•V= n•R•T
grandezza fisica unità di misura
P (pressione) atm Pa
V (volume) dm (3) m (3)
n (n. moli) mol mol
T (temperatura) K K
R (costante gas) 0,0821 8,314
dm (3)•atm•mol(-1)•K(-1) j•mol(-1)•K(-1)

Stato liquido
I liquidi hanno caratteristiche dei solidi e dei gas. le particelle che li formano sono vicine tra loro, trattenute da
forze attrattive (forze di coesione) date dai legame secondari che ne impediscono la dispersione ( come avviene
nei gas). Le molecole nei liquidi si possono muovere continuamente nella massa liquida, restando molto vicine.
Esse sono molto mobili e incomprimibili. I liquidi hanno parametri fisici come:
• viscosità: la fluidità consente agli strati del liquido di scorrere l’uno sull’altro dando la tipica mobilità dei liquidi.
E’ possibile valutarla quantitativamente misurando il tempo impiegato da un volume di un liquido per fluire
tramite un tubo sottile. Per descrivere la resistenza al moto di un liquido si fa infatti riferimento alla sua
viscosità, che è l’inverso della fluidità.
Il tempo che un V di un fluido impiega per passare tramite un tubo capillare dipende dal raggio capillare, dalla
pressione sul fluido e dalla lunghezza del capillare
t=η • 8•l•V/ r(4)•π •P (η è il coefficiente di viscosità, caratteristico per ogni liquido)
La viscosità di un liquido diminuisce all’aumentare della temperatura.
Essa si misura in Pa•s
- Tensione superficiale: I liquidi non avendo una forma stabile assumono la forma sferica, la proprietà che
consente loro di creare forme sferiche è la tensione superficiale. Una molecola nel liquido è circondata da altre
molecole, le forze attrattive esercitate sulla molecola si bilanciano poiché vengono da ogni direzione. Una

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molecola sulla superficie del liquido è attratta dalle molecole che sono sotto o al suo lato.
data questa attrazione verso l’interno, il liquido tende ad assumere una forma che minimizza la superficie
esposta che tende ad essere in ogni punto ortogonale alla risultante delle forze attrattive che agiscono verso
l’interno.

Le molecole superficiali del liquido si comportano come una membrana elastica.


La tensione superficiale(γ) ha le dimensione di una costante elastica (forza/l) e si misura in N/m o dyn/cm
La tensione diminuisce all’aumentare della T perché l’agitazione termica delle molecole rallenta i legami
intermolecolari. Inoltre la presenza di tensioattivi diminuisce la tensione superficiale.

Capillarità: un effetto imputabile alla tensione superficiale avviene con l’innalzamento di un liquido in un tubo
capillare; in un tubo di raggio r la forza che tende a far salire il liquido nel tubo è data dalla tensione superficiale
per la circonferenza del tubo. (2πr)

L’innalzamento capillare h è maggiore quanto più piccolo è il r del capillare

Il mercurio si comporta in modo opposto rispetto l’acqua perché le sue interazioni con la superficie del vetro
(forze adesive) sono meno forti di quella tra aromi di mercurio (forze coesive). L’acqua ha un innalzamento
capillare perché le forze di adesione al vetro prevalgono su quelle di coesione; mentre le forza di coesione tra gli
atomi di mercurio prevalgono su quelle di adesione al vetro e si ha un abbassamento capillare.

• tensione di vapore: le molecole del liquido come nei gas si muovono con una velocità che dipende dalla
temperatura; molecole abbastanza veloci possono lasciare la superficie del liquido passando tramite la
evaporazione allo stato gassoso; se il volume dopo avviene è delimitato dopo un certo tempo la fase gassosa
assume una pressione costante e il vapore che si è formato è detto saturo, la pressione esercitata da
quest’ultimo sul liquido è detta tensione di vapore o pressione di valore del liquido ad una data t. La tensione
è quindi la pressione esercitata dalle molecole che evaporano da un liquido quando la velocità di
evaporazione e di condensazione sono uguali.
Un liquido bolle quando la tensione eguaglia la pressione atmosferica.
I liquidi con un’alta tensione di vapore sono detti volatili (più la pressione è alta più il liquido è volatile)

Stato solido
Nei solidi le forze attrattive tra le particelle sono prevalenti rispetto alla loro energia cinetica, I solidi hanno infatti
una forza e volume propri, sono incomprimibili e hanno una struttura cristallina, quelli che non hanno
quest’ultima sono detti amorfi.
I cristalli ionici si formano data l’attrazione fra ioni con carica opposta (fragili, hanno alta t di fusione, conducono
elettricità allo stato fuso e in soluzione acquosa)

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I cristalli covalenti si formano grazie a una rete tridimensionale di legami covalenti tra gli atomi (duri, t di fusione
alta, non condono elettricità e non sono solubili in acqua)
I cristalli molecolari apolari hanno molecole apolari tenute insieme da forze di Van der Waals (solidi a basse t,
solubili in solventi apolari e non in acqua)
I cristalli metallici hanno atomi legati con legame metallico (duttili, malleabili, conducono elettricità e calore), le
leghe sono soluzioni di più metalli allo stato solido.
Cristalli con la medesima composizione chimica possono avere strutture cristalline diverse; forme diverse di uno
stesso elemento che si differenziano a casa del modo in cui gli atomi sono legati sono detti allotropi.
es. Carbonio ha due forme allotropiche:
-grafite con reticolo esagonale
-diamante con reticolo cubico
questi son i due stati cristallini del carbonio; nel diamante ogni atomo di C è legato a altri quattro atomi di un
reticolo tridimensionale; nella grafite gli atomo di C formano strati a nido d’ape ove ogni atomo di C è legato ad
altri tre. A causa di queste diverse strutture la grafite ha proprietà lubrificanti e conducibilità elettrica, mentre il
diamante è duro e conduce calore.

Diagrammi di stato: raccolgono le coppie P/T alle quali sussiste un equilibrio tra diverse fasi:
-negli spazi: comminazioni p e t alle quali è stabile una data fase
-sulle curve: alle quali due fasi sono in equilibrio
-punto triplo: alla quale tre fasi sono in equilibrio
-punto critico: valori di t e p sopra alle quali la fase liquida della materia smette di esistere.

32 LE SOLUZIONI
Soluzione è un sistema omogeneo formato da più di una sostanza (componenti):
-solvente, componente presente in maggiore quantità
-soluti, componenti presenti in quantità minore rispetto al solvente
Le soluzioni possono presentarsi allo stato solido, liquido o gassoso
Caratterizzazione di una soluzione:
-qualitativa, indicare i componenti di cui è formata la soluzione
-quantitativa, indicare le concentrazioni dei componenti di cui è formata la soluzione
La formazione di una soluzione ha sempre un cambiamento del contenuto energetico causato dalla rottura
(energia acquista) e alla formazione (energia liberata) di legami; il sistema tende alla minor energia potenziale
possibile.

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Interazioni solvente-soluto
il simile scioglie il simile
Per far sì che un solito sia solubile in un solvente occorre che essi abbaino simili interazioni intermolecolari
In una soluzione le molecole di solvente devono circondare le molecole di solito—> Solvatazione

Molecole polari e composti ionici sono solubili in solventi polari


Molecole apolari sono solubili in solventi apolari
Il solvente migliore per i metalli è il mercurio
Tipi di interazioni
Solventi apolari:
-soluti apolari: interazione dipolo indotto-dipolo indotto (forze di London)—> forti
-soluti polari: interazione dipolo.dipolo indotto (forze di Debye)—> deboli

Solventi polari:
-soluti apolari: interazione dipolo-dipolo indotto (forze di Debye)—> deboli
-soluti polari: interazione dipolo-dipolo (forze di Keesom) e/o legame a idrogeno—> forti
soluti ionici: interazione ione-dipolo—> forti

Soluzioni acquose
H2O è il solvente polare per eccellenza, l’interazione fra particella e particella è dovuta al legame ad idrogeno—
> in H2O si solubizzeranno facilmente composti ionici e composti polari che hanno la possibilità di formare
legami ad idrogeno

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I composti polari come gli acidi in acqua si ionizzano: le molecole dipolari dell’acqua spezzano i legami covalenti
polari della molecola con conseguente formazione di ioni

HCl ⇄ H+ + Cl–
(g) (aq) (aq)

queste soluzioni conducono elettricità.

I composti ionici in acqua si dissociano ovvero liberano ioni: le molecole d’acqua separano gli ioni di carica posta
già presenti nel composto

+ -
NaCl (s) ⇄Na (aq) +Cl (aq)

queste soluzioni conducono elettricità.

Nella dissociazione e nella ionizzazione gli ioni sono circondati dalle molecole d’acqua orientate in modo che il
polo posticcio sia rivolto verso lo ione negativo e il polo negativo verso lo ione positivo.

Si formano ioni idratati.

Il processo di solvatazione è dovuto alle molecole del solvente che circondano le molecole del soluto.
In h2O il catione e l’anione si circondano di molecole di H2O orientate secondo il dipolo elettrico dell’acqua: si
idratano
Tutti i composti che in soluzione producono ioni per dissociazione o ionizzazione—> elettroliti
Elettrolita: sostanza che rende elettricamente conduttrice la soluzione acquosa ove è disciolto.
-soluzioni con alta conducibilità elettrica contengono soluti detti: elettroliti forti (l’acido cloridrico elettrolita forte
conduce meglio la corrente elettrica della soluzione di acido)
-soluzioni con modesta conducibilità: elettroliti deboli (la soluzione acquosa di acido acetico elettrolita debole
conduce la corrente elettrica)
-soluzioni prive di conducibilità: soluti non elettroliti (una soluzione acquosa di zucchero non elettroliti non
conduce la corrente elettrica)

Non elettroliti: si disciolgono nell’acqua attraverso l’interazione dipolo-dipolo o mediante l’interruzione di legame
a idrogeno

La concentrazione di una soluzione è il rapporto tra la quantità si soluto e la quantità di solvente dove il soluto è
disciolto.
Le misure di concentrazione esprimono il rapporto tra la quantità di soluto e la quantità di solvente o la quantità
di soluzione. Possono essere divise in tre gruppi;
-gruppo peso/peso
-gruppo peso/volume
-gruppo volume/volume

Misure di concentrazione peso/peso


PERCENTUALE IN PESO—>Indica i grammi di soluto contenuti in 100 grammi di soluzione
MOLALITÁ—>Indica il numero di moli di soluto disciolte in 1 kg di solvente
FRAZIONE MOLARE—>Indica il rapporto tra il numero di moli di un componente e il numero di moli totali

Misure di concentrazione peso/volume

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3
PERCENTUALE PESO/VOLUME —> Indica i grammi di soluto contenuti in 100 cm di soluzione
3
MOLARITÁ —> Indica il numero di moli di soluto disciolte in 1 dm di soluzione

3 3
GRAMMI AL LITRO (o al dm ) —>Indica i grammi di soluto contenuti in 1 dm di soluzione
3 3
PARTI PER MILIONE (ppm o mg/dm )—>Indica i milligrammi di soluto contenuti in 1 dm di soluzione

Misure di concentrazione volume/volume (si usa sole se sia il solvente che il soluto sono liquidi, è usata ad es
per esprimere la grandezza alcolica delle bevande)
3 3
PERCENTUALE IN VOLUME —> Indica i cm di soluto contenuti in 100 cm di soluzione

33 LE PROPRIETA’ COLLIGATIVE
Effetto del soluto sul solvente—> proprietà colligative
Proprietà colligativa è una proprietà che dipende solo dal numero di particelle di soluto presenti nella soluzione e
non dalla loro natura.

Innalzamento ebullioscopico
Il punto di ebollizione di una soluzione è maggiore di quello del solvente puro perché la soluzione ha una
tensione di vapore minore rispetto a quella del solvente puro.

Abbassamento crioscopico
Il punto di congelamento di una soluzione è minore di quello del solvente puro perché le particelle di soluto
possono impedire alle particelle del solvente di fissarsi al cristallo di solvente puro.

In presenza di elettroliti che per ogni mole liberano più di una mole di particelle occorre utilizzare il coefficiente i
che indica le moli totali di ioni liberati in soluzione da una mole di soluto
Δt eb =keb•m •i
Δt =-k m•i
c c •

Osmosi e pressione osmotica


L’osmosi è il flusso di un solvente che attraversa una membrana semipermeabile e raggiunge la soluzione più
concentrata

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La pressione osmotica è la pressione idrostatica che si deve esercitare sulla soluzione più concentrata separata
da una meno concentrata (o dal solvente puro) da una membrana semipermeabile perché in essa non entri altro
solvente: equazione di van’t Hoff
π = M•R•T
M= moralità
R= costante universale dei gas
T= temperatura assoluta

Le soluzione che hanno stessa pressione osmotica—> isotoniche


Se due soluzione hanno una pressione osmotica differente—> ipotonica quella a concentrazione minore
ipertonica quella a concentrazione maggiore

Grazie all’osmosi avviene il trasporto dei fluidi nel nostro organismo o il trasferimento della linfa dalle radici alle
foglie nelle piante (le pareti delle cellule animali e vegetali sono membrane semipermeabili)

34 SOLUBILITA’ E SOLUZIONI SATURE


Quando un soluto non si scioglie più in un sovente la soluzione è SATURA e il soluto in eccesso è corpo di
fondo.

La solubilità di una sostanza in un solvente è la sua concentrazione nella soluzione satura; essa varia da
sostanza a sostanza e dipende dalla temperatura e natura del solvente; spesso è espressa in grammi di soluto
presenti in 100g di solvente
Tra il soluto disciolto e quello indisciowto si crea un equilibrio detto equilibrio dinamico dovuto al continuo
movimento delle particelle.
Da cosa dipende la solubilità:
1 dalla natura chimica del solvente e del soluto (affinità soluto-solvente)
2 dalla T (la solubilità dei solidi e liquidi nei liquidi aumenta all’aumentare della T, quella dei gas nei liquidi
diminuisce all’aumentare della T)
3 dalla presenza in soluzione di altri soluti (influisce sulla solubilità di un soluto)
dipendenza dalla T

Per la maggior parte delle sostanze solide la solubilità cresce all’aumentare della T
Per tutti i soluti gassosi la solubilità diminuisce all’aumentare della T

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Per i gas la solubilità dipende anche dalla pressione


35 LE REAZIONI CHIMICHE
Una reazione (o equazione chimica) è una trasformazione di sostanze: reagenti in altre sostanze: prodotti
Secondo la legge di conservazione della materia di Lavoisier durante una reazione il numero di atomi di noi
specie rimane inalterato.
I coefficienti stechiometrici bilanciano le reazioni: sono numeri introdotti per mantenere per ogni specie
l’uguaglianza tra il numero di atomi dei reagenti e dei prodotti: bilanciamento
aA+bB—-> cC+dD
reagenti—> prodotti
a, b, c, d: coefficienti stechiometrici
Bilanciare una reazione vuole dire fare in modo che la massa di ogni elemento all’inizio della reazione sia uguale
alla sua massa alla fine della reazione (legge conservazione della materia)
Per scrivere un’equazione di reazione:
-si stabiliscono i reagenti e i prodotti
-si scrivono le formule dei reagenti e dei prodotti
-si bilancia la reazione mettendo davanti alla molecole i corrispettivi coefficienti stechiometrici fino a raggiungere
l’uguaglianza degli atomi
I coefficienti indicano il rapporto che c’è sia tra le molecole dei composti sia il loro numero di moli.
Qualunque sia la massa dei reagenti, essi reagiscono sempre tra loro nel rapporto molare indica dai rapporti
stechiometrici.
aA+bB—> cC+dD
NaOH+HCl—> NaCl+H2O
N2+O2—>2NO
N2+3H2—>2NH3

Reagente limitante
Quando in una reazione le quantità dei reagenti non rispettano il rapporto stechiometrico, vi è:
-un reagente limitante se in quantità inferiore a quella imposta dalla reazione stechiometrica
-reagente in eccesso se in quantità superiore
Fattore limitante di una reazione è il reagente in difetto che limita l’ottenimento dei prodotti

Resa di una reazione


La maggior parte delle reazioni non procede fino ad esaurirsi ma si ferma una volta che si è consumata una
certa quantità di reagenti

La resa teorica di un prodotto è la massima quantità che può ottenersi da una certa massa di reagente in base
alla stechiometria della reazione.
La resa percentuale è il rapporto percentuale tra la quantità di prodotto ottenuta: resa effettiva e quella massima
ottenibile: resa teorica

R = resa percentuale R = resa effettiva R = resa teorica


P E T

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tipi di reazione

Le reazioni di sintesi producono solo un composto a partire da due o più reagenti e sono del tipo: A+B—>C

Le reazioni di decomposizione si verificano quando un solo reagente si decompone creando due o più prodotti e
sono del tipo: AB—> A+B

Le reazioni di scambio o spostamento avvengono quando un elemento libro più reattivo quindi sostituisce uno
degli elementi presenti nel composto e son del tipo: A+ BC—> AC+B

Questo tipo di reazione comporta un cambiamento del numero di ossidazione e si chiama redox o ossido-
riduzione. La tendenza a reagire cedendo elettroni non è la stessa per tutti gli elementi ed è indicata dalla serie
di reattività.
Le pile sono sistemi elettrochimici che sfruttano una reazione di ossidoriduzione spontanea per ottenere un
passaggio di corrente
Pila Daniell fem= 1,1V ; Pila Zinco-Carbone Leclanchè fem=1,5V; Batteria al piombo fem= 2V; Batteria al litio
fem= 3,6V.

Nelle reazioni di doppio scambio i composti si scambiano elementi in forma ionica e son del tipo: AB+CD—>
AD+CB

Le reazioni di precipitazione portano alla formazione di un prodotto insolubile che prende il nome di precipitato.

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Nelle reazioni di neutralizzazione tra un acido e un idrossido si ha sempre la formazione di molecole d’acqua e
la produzione di un sale

36 ENERGIA E CALORE
La termodinamica, scienza che si occupa di tutti i trasferimenti di energia che riguardano la materia.
La termochimica, ramo della termodinamica si occupa degli scambi di calore durante una trasformazione
chimica.
Sistema= oggetto d’indagine, tutto ciò che lo circonda forma l’ambiente
sistema+ambiente= universo
-aperti: scambiano energia e materia con l’ambiente (compressa in bicchiere è sist. aperto)
-chiusi: scambiano solo energia ma non materia con l’ambiente (contenuto bottiglia chiusa è un sist. chiuso)
-isolati: non scambiano né energia né materia (contenuto thermos sist. isolato)

Calore è il processo di trasferimento di energia termica tra due corpi che hanno T diverse, i corpi non hanno
calore ma solo energia termica.
Le reazioni che avvengono con produzione di cuore (cioè che tradiscono energia dal sistema all’ambiente)—>
esotermiche
Le reazioni che avvengono con assorbimento di calore dall’ambiente—> endotermiche

37 LE REAZIONI DI COMBUSTIONE
Combustione, reazione tra combustibile (contente spesso carbonio e/o idrogeno) e un comburente (contente
atomi ad alta elettronegatività) dove si libera un’alta quantità di energia
La quantità di calore kJ emesso o assorbito da una reazione si constata misurando il cambiamento di T
dell’ambiente esterno

Q= c•m•ΔT
Q= calore
c= calore specifico
m= massa di acqua nel calorimetro
Il calore emesso di misura con il calorimetro

Il potere calorifero esprime la quantità di calore liberato, a pressione costante, della combustione di 1 kg di
combustibile e si misura con la bomba calorimetria
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Il metabolismo energetico è la serie di reazioni tramite le quali avviene la lenta combustione degli alimenti
nell’organismo.

38 LA CINETICA
Studia il meccanismo con cui avviene una reazione chimica e la velocità con cui procede; si occupa di tutto
quello che vi è tra i reagenti e i prodotti, si domanda quindi in che modo i reagenti si trasformano nei prodotti

CH + 2O → CO + 2H O
4 2 2 2

Per far sì che avvenga una reazione i reagenti si devono urtare, tale urto deve sprigionare energia sufficiente per
innescare la reazione (deve avvenire con un’orientazione favorevole alla reazione). Il momento dell’urto è detto
stato di transazione o complesso attivato.

2NO → N + O
2 2

L’energia minima necessaria per innescare la reazione è l’energia di attivazione Ea,

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più essa è alta più la reazione è lenta. La velocità di una reazione dipende dal percorso con cui avviene

La velocità dipende da:


-natura dei reagenti
-T
-superficie di contatto fra i reagenti
-presenza di catalizzatori

La natura dei reagenti influisce sulla velocità di reazione nella misura in cui ogni sostanza ha un’attitudine a

Un aumento di T aumenta la velocità di una trasformazione chimica. Quando i reagenti non sono nello stesso

I catalizzatori: sostanze che accelerano una reazione senza entrare a far parte senza quindi consumarsi durante

Il catalizzatore resta inalterato conclusa la reazione e ne serve una quantità minima poiché si ricicla

Enzimi, sono catalizzatori biologici che rendono possibili le reazioni nel metabolismo in ambienti fisiologici

Catalizzatori:
-omogenei se nella stessa fase dei reagenti e prodotti 26

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-eterogenei se in una fase diversa dei reagenti e dei prodotti

39 L’EQUILIBRIO
Quando le reazioni sono incomplete e sembra che non vadano né avanti né indietro si è di fronte a una
trasformazione reversibile in equilibrio dinamico.
Via via che i reagenti reagiscono si creano i prodotti che poi si decompongono nei reagenti (es. cambiamento
della concentrazione delle specie nel tempo per la reazione tra idrogeno e iodio).
Lo stato di equilibrio chimico vi è quando la velocità della reazione diretta è uguale alla velocità della reazione
inversa.
Sistema in equilibrio quando non cambiano più le sue proprietà macroscopiche osservabili.
L’equilibrio è dinamico perché a livello macroscopico è il risultato di due processi opposti che vanno alla stessa
velocità.
L’equilibrio chimico si ha quando la velocità della reazione diretta reagenti—>prodotti è uguale a quella della
reazione inversa prodotti—>reagenti
L’equilibrio chimico si scrive: reagenti ⇄ prodotti
Tutte le reazioni sono reversibili, la reazione diretta e della inversa avvengono contemporaneamente
determinando uno stato di equilibrio.

2NO N +O
2 2

Guldberg e Waage nel 1864: legge dell’azione di massa.


In un sistema chimico in equilibrio il rapporto fra il prodotto delle concentrazioni molari dei prodotti e del prodotto
delle concentrazioni molari dei reagenti, ognuna elevata al proprio coefficiente stechiometrico, è costante.
Data la generica reazione aA+bB⇄ cC+dD, il valore di questo rapporto viene chiamato costante di equilibrio

(K ) e viene espressa dalla relazione:


eq
Il valore della costante di equilibrio di una reazione dipende solo dalla T
-se Keq > 1 la reazione è spostata verso i prodotti
-se Keq = 1 la reazione è all’equilibrio
-se Keq < 1 la reazione è spostata verso i reagenti
Lo stato di equilibrio si altera se si modificano la T, la pressione, la concentrazione di reagenti e prodotti.
Le Chatelier: principio dell’equilibrio mobile
Se si modificano i parametri che determinano lo stato di equilibrio di un sistema, esso reagisce in maniera da
opporsi al cambiamento avvenuto.
Si può spostare l’equilibrio verso destra quindi favorire la formazione dei prodotti, o verso sinistra quindi favorire
la formazione dei reagenti, in vari modi:

27

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1 aggiungendo o allontanando reagenti o prodotti


2 cambiando la T
3 cambiando la pressione (solo per sistemi allo stato gassoso)
4 cambiando il volume (“ “)

Se si aggiungono reagenti, l’equilibrio si sposta verso i prodotti


se si aggiunto prodotti, l’equilibrio si sposta verso i reagenti

Se si allontanano i reagenti, l’equilibrio si sposta verso i reagenti


se si allontanano i prodotti, l’equilibrio si sposta verso i prodotti

Effetto della temperatura


Reazione esotermica
operazione: aumento della temperatura l’eq. si sposta: a sx
diminuzione della t l’eq. si sposta: a dx

Reazione endotermica
operazione: Aumento della temperatura l’eq. si sposta: a dx
diminuzione della t l’eq. si sposta a sx

40 ACIDI E BASI
Tre definizioni
• Arrhenius 1884
Un acido è una sostanza che disciolta in acqua libera ioni H+
Una base è una sostanza che disciolta in acqua libera ioni OH-

Acidi di Arrhenius:
1 idracidi perché in acqua+ dissociano
− lo ione H+
acido cloridrico: HCl → H + Cl

2 ossiacidi perché in acqua dissociano lo ione H+


Acido nitrico: HNO3 → H+ + NO3−Acido carbonico: H CO → 2H+ + CO 2−

3) Alcuni ossidi dei non metalli, perché reagiscono con l’acqua dando ossiacidi che dissociano lo ione H+
Triossido di zolfo: SO3 + H2O → H2SO4
H2SO4 → 2H+ + SO42−

4) Acidi organici, perché in acqua dissociano lo ione H+


Acido acetico: CH3COOH → H+ + CH3COO−
Acido formico: HCOOH → H+ + HCOO−

Negli acidi l’idrogeno è legato all’elemento con un legame covalente molto polare che in acqua si dissocia grazie
alla capacità dell’acqua di stabilizzare gli ioni

Basi:
1) Idrossidi, perché in acqua dissociano lo ione OH− idrossido di sodio: NaOH → Na+ + OH−; Idrossido di
calcio Ca(OH)2 → Ca2+ + 2OH−; Idrossido di alluminio: Al(OH)3 → Al3+ + 3OH−

2) Ossidi dei metalli, perché reagiscono con l’acqua dando idrossidi che dissociano lo ione OH−Ossido di
potassio K2O + H2O → 2KOH
KOH→K+ +OH−
Ossido di magnesio MgO + H2O → Mg(OH)2

28

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Mg(OH)2 → Mg2+ + 2OH−

-Bronsted-Lowry 1923
Un acido è una sostanza in grado di cedere ioni H+ a una base
Una base è una sostanza in grado di accettare ioni H+ da un acido
Secondo tale teoria un areazione acido-base sta nel trasferimento di un protone da un acido ad una base
H-A + B <—-> A− + H-B+
acido base base coniugata acido coniugato

L’acido perde uno ione H+ e diventa la corrispondente base coniugata


La base acquista uno ione H+ e diventa il corrispondente acido coniugato

proprietà acido-base dell’acqua


L’acqua è un composto anfotero, ha comportamento sua acido che basico
H2O si comporta da base quando reagisce con sostanze più acide di lei
- +
HA+ H O= A + H O
2 3
acido base base c. acido c.

H2O si comporta da acido quando reagisce con sostanze più basiche di lei
+ -
B+H O=HB +OH
2

Acido cloridrico
Una sostanza per essere un acido deve aere almeno un protone H+ da cedere, per essere una base deve avere
almeno una coppia di elettroni libera per poter accettare il protone
HCl + H2O—->Cl- + H3O+
acido base base con. acido con.

Ammoniaca

Una sostanza per poter essere un acido deve avere almeno un portone H+ da cedere, per essere una base
deve avere almeno una coppia di elettroni libera per poter accettare il protone

+ -
NH + H O NH + OH
3 2 4
base acido acido con. base con.

Acidi
1 idracidi
acico cloridrico HCl+H2O—>H3O+ +Cl-

2 ossiacidi
acido nitrico HNO3+ H2O—> H3O+ + No3-
acido carbonico H2CO3+ H2O <—> H3O+ + HCO3-

3 anioni con l’idrogeno


an. idrogeno carbonato HCO3-+ H2O <—-> H3O+ + CH3COO-

4 acidi organici
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acido acetico CH3COOH + H2O <—> H3O+ + CH3COO-


acido formico HCOOH+ H2O <—> H3O+ + HCOO-

3 cationi con l’idrogeno


catione ammonio NH4+ + H2O <—> H3O+ + NH3

Basi di B&L:
1 anioni
Anione fluoruro: F- + H2O <—> OH- + Hf
Anione carbonato CO3 2- + H2O <—> OH- + HCO3-An. idrogenocarbonato HCO3- + H2O <—> OH- + H2CO3
Anione idruro: H- + H2O—> OH- + H2Anione ossido: O2- + H2O—> 2OH-

2 molecole con un doppietto sull’azoto


ammoniaca: NH3 + H2O <—> OH- + Nh4+
metilammina: CH3NH2 + H2O <—> OH- + CH3 NH3+

Le basi di B&L devono avere un doppiato abbastanza disponibile. Le basi più importanti sono i composti azotati
che servano dall’ammoniaca

Autoprotolisi dell’acqua
L’acqua è un composto anfotero, può comportarsi sia da ciao che da base, in H2O si crea sempre l’equilibrio di
autoprotolsi

2 H O H O+ + OH−
2 (l) 3 (aq) (aq)
Questo equilibro è regolato da una costante detta prodotto ionico dell’acqua Kw
+ −
Kw = [H O ]⋅[OH ]
3
Alla T di 25C il prodotto ionico vale 10 (-14) (Kw= 10-14)
In ogni soluzione acquosa sono presenti sia lo ione H3O che lo ione OH- e il prodotto delle loro concentrazioni è
uguale al Kw che a 25C vale 10-14

La Kw come tutte le costanti di equilibrio varia con la T e si chiama prodotto ionico dell’acqua

• Se [H3O+] > 10–7 M l’ambiente è acido;


• Se [H3O+] = 10–7 M l’ambiente è neutro;
• Se [H3O+] < 10–7 M l’ambiente è basico.

41 IL PH
Misura il grado d acidità di una sostanza e si definisce come il logaritmo negativo in base 10 della
concentrazione molare degli ioni H+
+ –pH
[H ] = 10
+
pH = –log[H ]

Il pOH misura il grado di basicità di una sostanza e si definisce come il logaritmo negativo in base 10 della
concentrazione molare degli ioni OH-

– –pOH
[OH ] = 10

pOH = –log[OH ]
30

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Acqua pura, ha pH= 7 perché l’unico equilibrio chimico cui dà luogo è l’autoprotolisi

+ −
2H2O <—> H3O+ + OH- Kw = [H O ]⋅[OH ]
3

Nell’acqua pura la concentrazione degli ioni H3O+ è uguale alla concertazione degli ioni OH-

+ −
[H O ]=[OH ]
3
+2
Kw=[H O ]
3
+ −14 −7 + −7
[H O ]= Kw= 10 =10 M pH=−log[H O ]=−log10 =7
3 3

Soluzioni
Aggiungendo acido o basi le concentrazioni delle specie H3O+ e Oh- variano pur restando costante il loro
prodotto
+ -
Una soluzione con pH<7 ha una concentrazione di H O maggiore di quella di OH . La soluzione si dice acida
3

+ − +
[H O ] > [OH ]Una soluzione con pH=7 ha una concentrazione di H O
3 3

- + −
uguale a quella di OH . La soluzione si dice neutra [H O ] = [OH ]
3

+ -
Una soluzione con pH>7 ha una concentrazione di H O minore di quella di OH . La soluzione si dice basica o
3
+ −
alcalina [H O ] < [OH ]
3

Il oH di una soluzione si misura tramite gli indicatori, ovvero sostanze che assumono colorazioni diverse a
seconda del pH della soluzione in cui si trovano; il punto di passaggio da un colore all’altro è detto punto di
viraggio.

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-Lewis 1968
Un acido è una sostanza in grado di accettare una coppia di elettroni: accettore
Una base è una sostanza in grado di donare una coppia di elettroni: donatore

42 ACIDI FORTI E DEBOLI


Acido forte è un acido che in soluzione acquosa si dissocia completamente
es. HCl è un acido forte
HCl + H2O—> Cl- + H3O+

Acido debole è un acido che in soluzione acquosa si dissocia solo parzialmente


es. HF è un acido debole
HF + H2O <—> F- + H3O+

Base forte è una base che in soluzione acquosa si dissocia completamente


es. NaOH è una base forte perché in acqua è dissociato in Na+ e OH-
NaOH—> Na+ OH-

Base debole è una base che in soluzione acquosa si dissocia solo parzialmente
s. NH3 è una base debole
NH3 + H2O <—> NH4+ + OH-

Acidi forti in acqua, i più importanti sono:


+ −
Acido cloridrico HCl + H O → H O + Cl
2 3
+ −
Acido bromidrico HBr + H O → H O + Br
2 3
+
Acido iodidrico HI+ H 2O → H 3O +NO3

+ 2−
Acido nitrico H SO + 2H O → 2H O + SO
2 4 2 3 4

+ −
Acido perclorico HNO + H O → H O + NO
3 2 3 3

+ −
Acido solforico HClO + H O → H O + ClO
4 2 3 4

Basi forti in acqua, le più importanti sono gli idrossidi dei metalli del I e II gruppo:

+ −
Idrossido di litio LiOH—> → Li + OH
+ −
Idrossido di sodio—> NaOH → Na + OH

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+ −
Idrossido di potassio—> KOH → K + OH
+ −
Idrossido di rubidio—> RbOH → Rb + OH
2+ −
Idross. di magnesio—> Mg(OH) → Mg + 2OH
2
2+ −
Idrossido di calcio —> Ca(OH) → Ca + 2OH
2

2+ −
Idrossido di stronzio—> Sr(OH) → Sr + 2OH
2
2+ −
Idrossido di bario Ba(OH) → Ba + 2OH
2

Acidi deboli in acqua


Se un acido HA è debole la concentrazione dello ione H3O e della base coniugata A- son tra loro uguali e minori
della concentrazione formale dell’acido. La concentrazione della specie indissociata HA non è nulla ma è uguale
alla differenza tra la concentrazione stechiometrica Ca e quella della specie dissociata A-

+ −
HA+H O [H O ] =[A ] < Ca
2 3
− + −
A + H O [HA] = Ca−[A ]
3

La relazione che lega le concertazioni delle specie in una soluzione acquosa di un acido debole è la costante di
dissociazione acida (Ka)
+ −
[H O ]⋅[A ]
Ka = 3

[HA]

Basi deboli in acqua


− +
Se una base B è debole la concentrazione dello ione OH e dell’acido coniugato HB sono tra loro uguali e
minori della concentrazione formale della base. La concentrazione della specie indissociata B non è nulla, ma è
+
uguale alla differenza tra la concentrazione stechiometrica Cb e quella della specie protonata HB .

+ − − + +
B+H O <—-> HB +OH [OH ] =[HB ] < Cb [B] = Cb−[HB ]
2

La relazione che lega le concentrazioni delle specie in una soluzione acquosa di un acido debole è la costante di
dissociazione basica (Kb)
Kb= OH- • HB+ /[B]

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43 LE TITOLAZIONI
La neutralizzazione è una relazione fra un acido e una base in quantità stechiometricamente equivalenti che
porta alla formazione di sale e acqua con liberazione di calore.
Essa è alla base della titolazione, ovvero la tecnica che permette di determinare la concentrazione incognita di
una soluzione acida o basica, aggiungendo una soluzione basica o acida a concentrazione nota misurandone il
volume

Riportando in grafico il pH della soluzione in funzione dell’aggiunta di titolante, si ottiene la curva di titolazione

Gli indicatori di pH
Sono degli acidi deboli (in genere organici). Sono sostanze colorate dove il colore della forma acida (HIn) è
diverso dal colore della forma basica (In-)

+ -
HIn + H O <—-> H O + In
2 3

Misura del pH

Cartine al tornasole: carta su cui sono adsorbiti indicatori di pH; varia il proprio colore a seconda del pH della
soluzione (approssimato)
+
pH-metro: è un apparechio che misura elettrochimicamente mediante l’elettrodo a vetro la [H O ] in soluzione
3
(preciso)

44 IDROLISI SALINA
E’ la reazione fra gli ioni del sale disciolto e le molecole d’acqua.
Tutti gli anioni e i cationi provenienti da acidi o da basi forti, quando vengono disciolti in acqua non fanno variare
il pH.
Se il sale contiene un anione che è la base coniugata di un acido debole, forma soluzioni basiche
Se il sale contiene un catione che è l’acido coniugato di una base debole, forma soluzioni acide

+ −
I sali si dissociano in ioni, i quali possono dare luogo a reazioni acido base: MA → M + A

I cationi sono acidi eccetto i cationi dei metalli del primo e secondo gruppo che non danno una reazione acida in
acqua apprezzabile.

Gli anioni sono basici eccetto gli anioni che derivano dagli acidi forti che non danno un’apprezzabile reazione
basica in acqua.

Uno ione metallico in acqua si circonda di 2, 4 o più frequentemente 6 molecole di acqua formando aquoioni, in
questi le molecole di acqua sono legate allo ione metallico con legami covalenti.
Negli aquoioni il legame O-H dell’acqua è debole perché lo ione metallo richiama densità elettronica verso sé.
Per questo gli aquoioni sono acidi di Bronsted-Lowry più forti dell’acqua

3+ 2+ +
[Al(H O) ] + H2O [AlOH(H O) ] +H O
2 6 2 5 3

acido base base coniugata acido coniugato

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Relazione tra Ka e Kb di una coppia acido- base coniugata


Il prodotto tra la Ka di un acido e la Kb della sua base coniugata è uguale al prodotto ionico dell’acqua Kw.
Ka⋅Kb = Kw
Quindi conoscendo Ka è possibile ottenere Kb e viceversa

45 EQUILIBRI SIMULTANEI
Gli acidi poliprotici sono quelli che possono subire più di una dissociazione.
Si riconoscono perchè hanno più di un idrogeno acido: H S, H SO , H SO , H PO , H SiO , H C O
2 2 3 2 4 3 4 4 4 2 2 4…
Ad ogni equilibrio di dissociazione corrisponde una Ka, che usualmente vengono ndicate come Ka1 , Ka2 ,
Ka3…
Gli equilibri sono indipendenti, se un specie chimica partecipa a più equilibri la sua concentrazione è la stessa in
ogni espressione della costante.
Di solito la Ka è molto più grande della Ka che è molto più grande della Ka e così via.
1 2 3

46 LE SOLUZIONI TAMPONE
Un sistema tampone è un sistema che si oppone alla variazione di pH dovuta all’aggiunta di piccole quantità di
acidi o basi forti o alla diluizione della soluzione.
es.
-Aggiungendo 1 goccia (0,05 ml) di HCl 1 M a 100 ml di acqua il pH passa da 7,0 a 3,3.
-Diluendo 10 volte una soluzione di NaOH a pH=12 il pH diventa 11.
-Se si aggiunge 1 mg di NaOH a 1 litro di soluzione di HCl a pH=5,0 il pH diventa 9,2
Nel caso in cui una soluzione debba mantenere costante il suo pH a seguito di perturbazioni esterne deve
contenere un sistema tampone
Le soluzioni tampone contengono una coppia acido-base coniugata dove le concentrazioni di acido e di base,
entrambi non forti sono circa dello stesso ordine di grandezza
Sono soluzioni che resistono al cambiamento del pH per moderate aggiunte di acido o base

Il pH di una soluzione tampone si calcola con la relazione

C a=concentrazione iniziale di acido


Cs = concentrazione del sale disciolto

Intervallo tampone è il range di pH dove una soluzione tampone è efficace


è pH = pKa ±1

Scelta dei componenti di una soluz. tampone:


Una soluzione tampone si prepara scegliendo un acido e la sua base coniugata in modo che il pKa dell’acido sia
compreso nel range pH=pKa±1.
Ad esempio:Per preparare una soluzione tampone efficace a pH=5,1 devo scegliere un acido debole con pKa
compreso tra 4,1 e 6,1 e la sua base coniugata.Potrebbe andare bene scegliere la coppia
CH COOH/CH COONa il cui pKa=4,74, ma non funzionerebbe la coppia NH Cl/NH in cui pKa=9,26
3 3 4 3

47 I COMPOSTI ORGANICI
Un composto organico è un qualsiasi composto del carbonio che almeno in origine è sintetizzato da un essere
vivente. I composti organici contengono soprattutto atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto; altri elementi
presenti in tracce sono zolfo, magnesio e fosforo.
Possono formare lunghe catene grazie alla capacità del carbonio di dare luogo a quattro legami.
A seconda che le coppie di elettroni condivisi siano una, due o tre, si possono formare:

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Gli idrocarburi sono composti binari formati soltanto da atomi di carbonio e idrogeno.
Gli idrocarburi vengono classificati, secondo la nomenclatura tradizionale, in:
• alifatici quando sono costituiti da catene lineari o ramificate;
• aromatici quando presentano una particolare struttura ciclica.
Gli alcani sono idrocarburi alifatici con formula bruta C H .
n 2n+2
La forma di rappresentazione più semplice utilizza le formule condensate.

Gli isomeri sono i composti che hanno medesima formula bruta, ma che differiscono per:• il modo in cui gli atomi
si legano tra loro, isomeri di struttura);• la disposizione spaziale (stereoisomeri).

All’aumentare del numero di atomi di carbonio, aumenta il numero dei possibili isomeri
Chirali sono quegli oggetti distinguibili dalla loro immagine speculare, sono cioè non sovrapponibili ad essa, un
esempio sono le mani.
La nomenclatura degli alcuni ha la desinenza -ano; i primi quattro termini hanno nomi particolari, poi dalla catena
a 5 atomi di carbonio, il prefisso è numerico

I composti che appartengono alla stessa serie omologa presentano:


-proprietà chimiche simili
-proprietà fisiche differenti che dipendono dal peso molecolare e dalla forma della molecola
Il punto di ebollizione aumenta all’aumentare della massa molecolare.
Le catene lineari hanno punti di ebollizione superiori a quelli delle catene ramificate (le forze di London sono più
deboli)
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Alcani e cicloalcani sono composti apolari e fungono da solventi per le sostanza apolari (es. i grassi). Sono
insolubili in acqua perché non riescono a formare legami a idrogeno né legami dipolo-dipolo.
2
Gli alcheni sono idrocarburi che presentano almeno un doppio legame nella molecola, ibridazione sp ,
geometria planare e angoli di legame di 120°.
Gli alchini sono idrocarburi con almeno un triplo legame nella molecola, ibridazione sp, geometria lineare e
angoli di legame di 180°.

La nomenclatura degli alcheni è simile a quella degli alcani, con il suffisso -ene.
La nomenclatura degli alchini segue quella degli alcani, con il suffisso -ino.

Il capostipite degli idrocarburi aromatici è il benzene, C H .


6 6
Tutti gli idrocarburi aromatici presentano doppi legami π delocalizzati nella molecola, che pertanto risulta
particolarmente stabile.

Il benzene viene rappresentato come ibrido di risonanza di due forme limite che differiscono per la posizione dei
doppi legami.

I gruppi funzionali
Un gruppo funzionale è un atomo o un gruppo di atomi che determina le proprietà chimiche di un composto
organico, permettendone la classificazione.

I carboidratiI carboidrati o glucidi sono la sorgente primaria di energia per


gli organismi viventi.
I carboidrati possono essere:
• semplici (monosaccaridi);
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• complessi (polisaccaridi). I monosaccaridi presentano anelli a cinque (furanosi) oppure a sei


(piranosi) atomi di carbonio.

Il glucosio è un piranoso:

Il fruttosio è un furanoso:

Quando due monosaccaridi si uniscono si ha la formazione di un disaccaride con liberazione di una molecola
d’acqua.
Il legame che si forma prende il nome di legame O- glicosidico.
I principali disaccaridi sono:
• saccarosio (glucosio + fruttosio)
• maltosio (glucosio + glucosio)
• lattosio (galattosio + glucosio). I polisaccaridi sono polimeri dei monosaccaridi; presentano alta
massa molecolare e sono formati, in media, da 100 unità monomeriche.

I polisaccaridi più noti del glucosio:


• l’amido, riserva energetica delle piante, è un polimero formato da amilosio, catena pressoché lineare di α-
glucosio, e amilopectina a catena ramificata.

• il glicogeno, riserva energetica degli organismi animali, ha una struttura molto ramificata ed è costituito da più
di 100 000 unità di glucosio.
• la cellulosa, costituente principale del mondo vegetale, è formata da lunghissime catene lineari di β-D-glucosio,
con massa molecolare media di 500 000 u.

L’amido e la cellulosa differiscono per il tipo di legame glicosidico che formano fra le molecole di glucosio; è per
questo che l’organismo umano riesce a digerire l’amido, ma non la cellulosa.
I polisaccaridi:
• hanno funzione di sostegno;
• hanno funzione di riserva energetica;
• si aggregano alle proteine della superficie cellulare formando le glicoproteine.
I lipidiI lipidi rappresentano, insieme ai carboidrati, una
sorgente di energia per gli organismi animali.
I lipidi sono i costituenti di tutti i tipi di membrane e, come ormoni, vitamine e sali biliari, risultano indispensabili
alla vita.
A seconda del loro stato di aggregazione a temperatura ambiente, i lipidi vengono classificati in:
• grassi (solidi a temperatura ambiente);
• oli (liquidi a temperatura ambiente). I lipidi sono esteri della glicerina e prendono il nome di

trigliceridi.
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I trigliceridi si formano per reazione fra la glicerina e tre molecole di acidi grassi a catena satura e insatura.

Gli amminoacidi, i peptidi e le proteineLe proteine sono catene formate dalle numerose combinazioni degli
amminoacidi.
Si distinguono in:
• peptidi formati da pochi amminoacidi;
• polipeptidi che contengono fino a 50 000 amminoacidi;
• proteine che contengono fino a 80 000 amminoacidi.

Gli amminoacidi presentano nella stessa molecola i gruppi funzionali —COOH e —NH2 a cui è legata una
catena di atomi di carbonio caratteristica.

Gli amminoacidi possono comportarsi come basi, poiché il gruppo —NH è in grado di accettare un protone, ma
2
anche come acidi, in quanto il gruppo —COOH può cedere un protone

Le proteine o polipeptidi sono formate da catene di amminoacidi legati fra loro da un legame peptidico —CONH
— che si forma quando il gruppo amminico di una amminoacido lega il gruppo carbossilico di un altro
amminoacido.

La struttura di una proteina dipende dal numero, dal tipo e dalla disposizione degli amminoacidi che la formano.
Le proteine presentano struttura primaria, secondaria, terziaria e quaternaria.

La struttura primaria delle proteine definisce la sequenza degli aminoacidi e determina la forma e la funzionalità
della proteina.
La struttura secondaria riguarda la configurazione tridimensionale della proteina; può essere elicoidale oppure a
foglio ripiegato, ed è dovuta alla presenza di legami a idrogeno tra gli atomi di una stessa catena.

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La struttura terziaria è dovuta al ripiegamento della struttura secondaria in seguito a interazioni di natura
elettrostatica: in questo modo la catena proteica assume la propria forma.
La struttura quaternaria è presente solo nelle proteine complesse formate da più catene proteiche (sub-unità)
legate fra loro grazie a deboli legami elettrostatici, come per esempio l’emoglobina.

Gli enzimi sono particolari proteine che svolgono il ruolo di catalizzatori nelle reazioni metaboliche.
La caratteristica principale degli enzimi è la loro specificità.
Un particolare enzima si lega a un determinato substrato formando il complesso enzima-substrato dal quale poi
si stacca il prodotto di reazione.

Gli acidi nucleici


Gli acidi nucleici sono:
• il DNA o acido desossiribonucleico;
• l’RNA o acido ribonucleico. Gli acidi nucleici sono formati da sub-unità dette nucleotidi. I
nucleotidi sono costituiti da:
• una base azotata;
• uno zucchero pentoso;
• un gruppo fosfato.
Le basi azotate si suddividono in basi puriniche e basi pirimidiniche.

Adenina, guanina, citosina e timina sono le basi azotate del DNA.


Adenina, guanina, citosina e uracile sono le basi azotate dell’RNA.

L’RNA si presenta come un filamento singolo.


Il DNA ha struttura a doppio filamento in cui le due catene sono legate fra loro da legami a idrogeno fra l’adenina
e la timina, e tra la citosina e la guanina.
La doppia elica del DNA contiene le informazioni ereditarie, che vengono trasmesse da una generazione
all’altra.
Il DNA contiene le informazioni in codice per la sintesi delle proteine: a ogni tripletta di basi corrisponde un
particolare amminoacido.
Un gene è il tratto di DNA che codifica per una proteina.

BIBLIOG

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