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Calcoli stechiometrici

Stechiometria: branca della chimica che studia i rapporti quantitativi tra le sostanze reagenti e
prodotti
Coefficienti indicano i rapporti secondo cui si combinano i reagenti e prodotti
Prendendo di esempio questa reazione:

Il coefficiente 1 davanti al metano e il 2 davanti l’ossigeno specificano che il rapporto di reazione


tra metano e ossigeno deve essere di 1:2: solo in questo modo si potranno ottenere delle molecole di
acqua e diossido di carbonio, che sono a loro volta in rapporto di 2:1
L’equazione di reazione di una qualsiasi trasformazione chimica rende evidenti i rapporti secondo
cui si combinano i reagenti e formano i prodotti
Questo rapporto riguarda reagente e reazione in maniera microscopica, ma ciò è possibile trasporlo
in un livello macroscopico, ma usando il concetto di quantità di materia (moli)

Come si può osservare dall’equazione si può notare che idrogeno e azoto hanno un rapporto
stechiometrico di 3:1: dunque se mettessimo a reagire 3 moli di idrogeno con una mole di azoto,
otterremo due moli di ammoniaca
I coefficienti di una reazione bilanciata indicano sia il numero di molecole delle sostanze
coinvolte, sia le quantità con il loro numero di moli

Dai rapporti molari ai rapporti tra le masse


Il rapporto tra moli delle sostanze non corrisponde al rapporto tra le masse
Ma conoscendo l’equazione chimica si possono fare previsioni: infatti è possibile calcolare,
sapendo la massa molare, sia la massa sia il numero di moli che corrisponde ad una determinata
massa. Ecco come fare:
1) Scrivere e bilanciare l’equazione di reazione del processo
2) Determinare le masse molari delle sostanze coinvolte
3) Calcolare la quantità di sostanza in moli del reagente e/o del prodotto
4) Usare i coefficienti stechiometrici per determinare, con un proporzione, le quantità di
sostanza in moli della sostanza richiesta
5) Trasformare le moli, n, in grammi

Calcoli stechiometrici con molarità e volume molare


Nella pratica in laboratorio ci si può trovare davanti a grandezze non espresse, ma il procedimento
rimane lo stesso

Reagente limitante
Nell’equazione chimica sono specificati i rapporti secondo i quali due elementi si devono
combinare per ottenere una reazione di tutta la loro massa, ma se questi non venissero rispettati?

Se noi facessimo reagire 3 moli di idrogeno, otterremo un eccesso di idrogeno e un difetto di


ossigeno. Ciò che ha limitato la reazione, facendola terminare, è l’ossigeno perché, se ci fosse stato
più ossigeno, la reazione sarebbe continuata
Il reagente limitante è il reagente che si esaurisce per primo durante una reazione chimica e che
limita la quantità di prodotto da essa ottenibile
Resa di reazione
Maggior parte delle reazioni non reagisce fino all’esaurimento dei reagenti, ma si arresta, altre volte
subiscono trasformazioni diverse (esempio: scoppio aria-benzina, le molecole si dovrebbero
trasformarsi in CO2 e H2O, ma avviene una reazione secondaria nella quale viene prodotto
monossido di carbonio al posto del diossido di carbonio) tutte queste sono incomplete
In entrambi i casi si produce una quantità di prodotto inferiore dell’aspettato (resa teorica), quindi la
resa effettiva è minore della resa teoria
La resa teorica è di un prodotto è la quantità massima di quel prodotto che può essere ottenuta da
una certa massa di reagente in base alla stechiometria della reazione
La resa percentuale di un prodotto è il rapporto, espresso in percentuale, tra la quantità di un
prodotto effettivamente ottenuta e quella massima ottenibile
Resa effettiva
x 100
Resa teorica

CAPITOLO 17

“L’ABC” dei trasferimenti energetici


La scienza che studia i trasferimenti energetici è la termodinamica, quella che studia gli scambi di
calore durante reazione chimica è la termochimica
L’universo è l’unione di:
- Sistema: oggetto o corpo che si studia
- Ambiente: tutto ciò che è circostante al sistema
Esempio: se la reazione avviene in una provetta, il sistema è cosa c’è dentro la provetta (reagenti e
prodotti) e l’ambiente è tutto ciò che circonda la provetta
TIPI DI SISTEMI:

- Sistemi aperti: scambiano sia materia sia energia con l’ambiente esterno (tipo corpo umano)
- Sistema chiuso: scambiano solo energia con l’ambiente esterno (tipo bottiglia di plastica)
- Sistema isolato: non scambia né energia né materia con l’ambiente esterno (tipo un thermos)
Le trasformazioni chimiche e fisiche sono accompagnate da un produzione o assorbimento di
calore. I cambiamenti che producono o assorbono energia si verificano nei passaggi di stato
Le reazioni che avvengono con produzione di calore, cioè che trasferiscono energia dal sistema
all’ambiente sono dette esotermiche, mentre quelle che assorbono calore dall’ambiente sono dette
endotermiche
Le reazioni esotermiche portano ad un riscaldamento del sistema e dell’ambiente (tipo combustione
del carbone)
Le reazioni endotermiche sono più rare da trovare, ma un esempio è quella tra idrossido di bario e
nitrato di ammonio che comporta la solidificazione delle gocce di acqua vicine alla provetta e
l’attaccamento al supporto, anche la fotosintesi clorofilliana è endotermica: la CO 2 si combina con
H2O, tutto l’ossigeno non usato viene liberato in atmosfera. Il glucosio è usato come combustibile
dalla stessa pianta
VARIAZIONE ENERGIA CHIMICA DEL SISTEMA NELLE REAZIONI

Anche in questo caso viene applicato il principio di conservazione dell’energia: energia cinetica e
potenziale:
- Energia potenziale → energia chimica
- Energia cinetica → energia termica (causata dal moto delle particelle): l’energia cinetica
media è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta
L’energia termica di un corpo è la somma dell’energia cinetica di tutte le particele (atomi,
molecole o ioni)
L’energia chimica dipende dalla posizione reciproca dei loro atomi in una molecola o delle
molecole rispetto una l’altra. L’energia dei legami dipende dalla posizione delle particelle
elettricamente cariche, nuclei atomici ed elettroni e dunque modificando la posizione → l’energia
chimica varia
Quando si forma una nuova sostanza cambia la posizione reciproca→ varia l’energia potenziale→
varia l’energia chimica

Prendendo d’esempio la reazione di formazione dell’acqua, è necessario allontanare gli atomi:


quindi rompere i legami, così facendo i si aumenta l’energia potenziale (E. chimica) che subirà un
calo nel momento che si andranno a formare i legami a idrogeno
L’energia chimica di un corpo è l’energia potenziale immagazzinata nei legami chimici che
uniscono le sue particelle
ENERGIA CHIMICA SI TRASFORMA IN ENERGIA TERMICA E VICEVERSA
La formazione dell’acqua da molecole d’idrogeno, porta alla diminuzione dell’energia potenziale →
aumento energia termica →aumento temperatura. Se il sistema non è isolato, si ha un trasferimento
di calore dal sistema all’ambiente: reazione esotermiche
In tutte le reazioni esotermiche diminuisce l’energia chimica del sistema e aumenta la sua energia
termica. Il suo risultato è trasformazione energia chimica in calore
Se si volesse ottenere solo gli atomi di idrogeno e ossigeno dall’acqua si osserverebbe che l’energia
potenziale aumenta→ molecole allontanate→ energia termica diminuisce → temperatura si abbassa.
Se il sistema non è isolato si ha una reazione endotermica
In tutte le reazioni endotermiche aumenta l’energia chimica del sistema e diminuisce la sua energia
termica si ha una trasformazione di energia termica in energia chimica
Sono favarite da una temperatura elevata in quanto una molecola può trasferire la sua energia con
un urto e questo, maggiore è la velocità con cui avviene, più aumenta la temperatura
LE REAZIONI DI COMBUSTIONE

La combustione è una reazione tra combustibile e comburente: i primi contengono


carbonio/idrogeno e i secondi hanno atomi ad elevata elettronegatività; ma entrambi sono molto
reattivi, mentre i prodotti sono molto stabili
In una combustione in eccesso di ossigeno, carbonio e idrogeno diventano CO2 e H2O
I metalli possono dare origine a reazioni esotermiche, con la produzione di luce

Come si misura il calore emesso/assorbito da una sostanza?


Con un calorimetro: un contenitore in cui sono inseriti un termometro (∆T acqua), un agitatore
(rende omogenea temperatura acqua), ma per una misurazione più accurata si utilizza un bomba
calorimetrica, nella quale il volume rimane costante.
Da ∆T si può ricavare il calore sviluppato/assorbito con l’espressione Q = m • Cs •∆T
Il potere calorifico rappresenta quanta energia (kJ/g) si può ricavare dalla combustione di un kg di
combustibili. Gli animali ricavano energia dagli alimenti, le proteine svolgono funzione strutturale,
ma in caso di digiuno prolungato, possono essere ossidate per ottenere urea.
La combustione degli alimenti avviene lentamente nell’organismo e, l’insieme di combustioni,
prende il nome di metabolismo energetico
Gli animali usano i grassi come combustibile di riserva perché è il migliore in un rapporto quantità
di energia/peso, mentre le piante utilizzano gli zuccheri esse hanno un metabolismo molto rapido,
ma gli zuccheri hanno una resa energetica inferiore

FUNZIONE DI STATO
Gli stati fisici dei materiali, come solido, liquido e aeriforme, sono fasi diverse e non vanno confusi
con lo stato termodinamico di un sistema. Le variabili di stato, come pressione, volume e
temperatura, sono funzioni di stato perché la loro variazione dipende solo dagli stati iniziale e
finale, indipendentemente dal percorso. A differenza del lavoro e del calore, che non sono funzioni
di stato, poiché cambiano da trasformazione a trasformazione. La temperatura è una funzione di
stato, mentre il lavoro e il calore possono variare in diverse trasformazioni, come evidenziato in una
reazione chimica esotermica.

PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Durante una trasformazione l’energia può essere trasferita sottoforma di calore, ma l’energia totale
si conserva: questo concetto della conservazione dell’energia totale è talmente importante che ne è
stato creato un principio della termodinamica: esso è stato studiato da diversi scienziati e dunque
ha delle forme leggermente differenti, ma prendendo quella di Clausius viene affermato che:
L’energia può essere convertita da una forma all’altra, ma non può essere né creata né distrutta
Un esempio è il fiammifero che converte l’energia chimica della capocchia in calore e energia
luminosa
Il calore (Q) può essere trasferito e il lavoro (W) sono i modi in cui l’energia può essere scambiata,
energia in transito, ciò che si accumula è l’energia interna (U), definita come:
L’energia interna di un sistema è una grandezza estensiva che corrisponde alla somma dell’energia
cinetica e dell’energia potenziale di tutte le particelle che compongono il sistema
Non possiamo misurare la quantità di energia interna, ma possiamo calcolarne la variazione
(Ei finale – Ei iniziale) e ciò si può attraverso questa formula:

Essa è anche uguale all’energia scambiata tra sistema e ambiente, che è a sua volta identica alla
differenza di energia interna di prodotti e reagenti:

Per convenzione si utilizza uno schema riguardante i segni che l’energia e il lavoro devono avere:

L’ENTALPIA DI REAZIONE
L’equazione termochimica ci rivela quanta energia viene liberata da una reazione, molto
importante nelle reazioni di formazione
Normalmente viene misurata a temperatura di 25 C e 1 atm ed esistono diversi tipi di entalpia:
entalpia di combustione, neutralizzazione, fusione…
Una sostanza è nello standard quando è pura e si trova a una pressione di 1 bar e temperatura di
25C
ENTALPIA DI FORMAZIONE
L’entalpia standard di formazione esprime la variazione di entalpia che accompagna la formazione
di una mole di composto a patire dagli elementi che lo costituiscono, ciascuno nei propri stati
standard
L’entalpia standard di un elemento a 25C e a 1atm è pari a zero
Prendendo l’esempio della formazione del metano: la sua entalpia di formazione è -74.9 kJ/mol:
dunque dalla sintesi di una mole di metano si liberano 74.9 kJ. Gli elementi con ampio valore
negativo sono stabili, il più grande di questo è il Al2O3
L’entalpia standard permette di misurare la variazione di entalpia di reazione senza fare misure
sperimentali attraverso questa formula:

L’ENTROPIA E IL SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA


Una reazione si definisce spontanea quando avviene senza interventi esterni: in questi casi si assiste
ad un aumento del disordine → dispersione di energia e di materia. L’energia si conserva sempre,
ma viene distribuita in modo diverso (tipo la zolletta di zucchero in acqua)
Boltzmann interpreta la dispersione di materia e energia
Può essere spiegato attraverso un paragone con un mazzo di carte: è impossibile far tornare le carte
nell’ordine originario e questa probabilità diminuisce con l’aumentare del numero di carte
La tendenza alla dispersione di materia ed energia è naturale e spontanea poiché gli stati che
presentano una distribuzione casuale e disordinata di materia ed energia sono statisticamente molto
più probabili dei loro stati ordinati. Il mescolamento di sostanze diverse e la diffusione dei gas sono
fenomeni spontanei in quanto conducono a uno stato di disordine molecolare, che è lo stato più
probabile.
Il livello di dispersione dell’energia può essere espresso per mezzo di una grandezza chimata
entropia, indicata con S e si esprime in j/K
Quando ci riferiamo a una mole di sostanza si tratta di entropia molare
Lo stato con maggiore entropia è quello gassoso→ entropia tanto maggiore quanto maggiore è il
moto termico

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