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Introduzione
Nell'affrontare le problematiche inerenti al benessere termico negli ambienti civili necessario tenere conto
di tutti i parametri che concorrono a influenzare il rapporto corpo umano-ambiente esterno.
In effetti la sensazione umana di benessere termico non dipende esclusivamente dalla temperatura
ambientale, ma anche da altri cinque fattori non meno importanti:
velocit dell' aria, umidit, energia termica radiante, attivit fisica svolta, caratteristiche di isolamento termico
del vestiario indossato.
Le mutue variazioni di questi parametri e le eventuali disomogeneit degli stessi, internamente all'ambiente
occupato, possono dar luogo a una serie di sensazioni spiacevoli che qui vengono genericamente indicate
come discomfort termico.
Prima di affrontare direttamente l'influenza dei parametri citati sul corpo umano, ovvero quell'insieme di
fattori che sono genericamente definiti con il termine "microclima", nel seguito si riportano i meccanismi
dell'organismo umano che intervengono nei processi di termosensibilit.
Sistema di termoregolazione del corpo umano
Il centro della termoregolazione corporea localizzato in una struttura nervosa chiamata ipotalamo, anche
se le strutture che partecipano in varia misura all'omeostasi termica dell'organismo possono essere diverse.
Prima per di proseguire nello studio dei meccanismi della termoregolazione bene ricordare che i
valori di temperatura si differenziano, in modo anche notevole, nelle diverse parti del corpo. quindi
possibile distinguere:
a) la temperatura interna, che, in condizioni fisiche normali, si considera pari a 36,7 C con una variazione di
pochi decimi di grado. Essa, rilevabile per via rettale, differisce da quella misurata oralmente di circa 0,4 C.
b) la temperatura cutanea, che diversa nei vari distretti della superficie epidermica;
c) la temperatura epidermica media, che si ottiene attraverso una relazione che integra i contributi delle varie
aree periferiche del corpo umano con i relativi valori di temperatura.
Il sistema di termoregolazione dell'organismo umano interviene ogniqualvolta cambiano in modo significativo
le condizioni esterne e quando, di conseguenza, attraverso i processi di trasmissione dell'energia termica, si
modifica la temperatura interna.
Le variazioni di temperatura vengono recepite da apposite strutture, dette recettori periferici, che inviano
segnali di tipo bioelettrico al sistema centrale in coincidenza con un aumento o una diminuzione della
temperatura del distretto interessato. I recettori periferici sono divisi in relazione al tipo di informazioni che
devono inviare: vi sono recettori sensibili al caldo e recettori sensibili al freddo.
La sensibilit alle variazioni termiche estremamente elevata: i recettori sensibili al caldo reagiscono a
variazioni di temperatura nell'ordine di +0,001 C/s, mentre quelli sensibili al freddo hanno tempi di reazione
pi lunghi, nell'ordine di 0,004 C/s. Le informazioni dei recettori attraverso le vie nervose di conduzione
raggiungono i centri del cervello localizzati nella struttura dell'ipotalamo che funge, facendo un
paragone con un sistema elettrico, da termostato dell' organismo.
A questo organo affidato il compito di elaborare i segnali provenienti dai recettori periferici e quindi di dare
successivamente il via alle reazioni termoequilibratrici, che sono fondamentalmente di due tipi: di
compensazione all'innalzamento della temperatura e di compensazione all'abbassamento della temperatura.
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Gli scambi termici sono legati alla superficie corporea, quindi per non sottostare a questo parametro
individuale qui si parler di scambi termici riferiti a l m2 di superficie. Per calcolare lo scambio termico
globale di un particolare soggetto necessario moltiplicare i singoli valori per la superficie corporea totale
ottenibile dalla relazione di Du Bois: Sc = 0,202 mO,425 hO,725 (1.2) dove:
Sc = superficie corporea totale, in m2;
m = massa del soggetto, in kg;
h = altezza del soggetto, in m.
Nel seguito si analizzano singolarmente i diversi parametri che intervengono nell'equazione del bilancio
termico umano.
Metabolismo (M)
Con il termine metabolismo si intende !'insieme dei processi chimico-fisici atti alla trasformazione degli
alimenti ingeriti in energia termica. In particolare questi processi sono dovuti all' ossidoriduzione di glucidi,
lipidi, protidi mediante l'ossigeno respirato.
L'energia derivante da tali trasformazioni chimiche viene in gran parte ceduta all'ambiente esterno sotto
forma di energia meccanica e calore. A questo riguardo si possono distinguere due componenti legate al
metabolismo:
MI = metabolismo basale, ovvero il dispendio energetico del soggetto a riposo, devoluto unicamente
al.mantenimento delle funzioni vitali;
M2 = dispendio energetico legato all'attivit svolta.
Il valore di MI si aggira intorno ai 45 W/m2, mentre quello di M2 pu variare da O a450 W/m2. L'unit di
misura del metabolismo pi spesso utilizzata il met, a cui corrisponde il valore del dispendio energetico di
un soggetto seduto a riposo (1 met = 50 kcal/h m2 = 58,15 W/m2).
Vengono riportati alcuni valori relativi al dispendio energetico per diversi tipi di attivit.
Energia termica accumulata o ceduta (S)
Questa grandezza rappresenta l'energia termica scambiata tra il corpo umano e l'ambiente nell'unit di
tempo; viene misurata in funzione di un intervallo temporale verificando la potenza termica media persa o
acquisita durante tale intervallo. Valori di metabolismo in rela zione alle diverse attivit svolte.
Attivit svolta Dispendio energetico (W/m2)
Riposo
- coricato 47
- seduto 58
- in piedi 70
Cammino
- in piano (38 km/h) 100300
- in salita (1,53 km/h) 130400
Lavoro d'ufficio
- scrivere a macchina 65
-archiviazione 70
- disegnare 70e100
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Conduzione di veicoli
- auto in traffico leggero 60
- auto in traffico caotico 100
- autocarro pesante 150
Industria metalmeccanica
- attivit leggere 100150
- carpenteria 200300
- fonderia 150220
- attivit pesanti 200350
Affinch si creino le condizioni di omeotermia (equilibrio termico) questa quantit deve essere nulla (S = 0);
si dovrebbero quindi verificare sostanziali differenze di temperatura del corpo nell'intervallo temporale di
osservazione del fenomeno.
Il verificarsi di questa condizione legato all'isolamento termico creato dal vestiario.
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La differenza tra le due potenze viene dissipata attraverso una cessione di energia termica all'ambiente
esterno.
Potenza termica scambiata per convezione (C)
Lo scambio di energia termica per convezione avviene attraverso l'intera superficie corporea a contatto con
l'aria dell'ambiente, quindi sia attraverso quella ricoperta dal vestiario, sia attraverso l'epidermide
direttamente a contatto con l'aria.
Essendo la temperatura del corpo umano differente da quella dell'aria dell'ambiente, l'aria in prossimit della
persona risulta riscaldata. A causa della differente densit di quest' aria riscaldata rispetto a quella
ambientale si verifica un effetto di convezione libera in cui l'aria calda tende a salire rimpiazzata da altra aria
fresca.
Nel caso in cui si abbia aria in movimento forzata da condizioni esterne (ad esempio un ventilatore), si parla
di convezione forzata.
In generale per gli ambienti termici moderati difficile differenziare tra le condizioni di convezione libera e
convezione forzata, ma si pu affermare che si osserva pi di frequente la condizione di convezione libera
per valori di velocit relativa all'aria inferiori a 0,1 m/s
Potenza termica scambiata per conduzione (K)
Lo scambio di energia termica avviene attraverso il contatto del corpo umano con oggetti solidi di differente
temperatura, come sedie, oggetti manipolati, terreno ecc.
Naturalmente si deve differenziare tra contatto che avviene direttamente attraverso l'epidermide e contatto
mediato dagli indumenti.
Nel secondo caso necessario tenere conto della resistenza termica del vestiario.
Sempre in caso di scambio termico per conduzione attraverso il vestiario si deve supporre che tutta
l'evaporazione dei liquidi a livello epidermico venga trasportata dagli indumenti a contatto con l'aria
dell'ambiente; questo entro certi termini valido, in particolar modo negli ambienti termici moderati dove la
produzione di sudore bassa.
In presenza di attivit fisica con pi alto dispendio energetico aumenta lo scambio d'aria tra i vestiti e la pelle
e di conseguenza diminuisce l'isolamento termico del vestiario stesso.
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avviene in alcuni ambienti a condizioni termiche severe (come nelle industrie metallurgiche) dove, a causa
della vicinanza a metalli incandescenti, si ha un assorbimento di energia radiante.
Scambio di potenza termica attraverso l'aria respirata (Wr)
Attraverso la respirazione si ha una cessione di calore all'ambiente esterno perch la temperatura dell'aria
inspirata normalmente pi bassa di quella espirata. A ci si aggiunge uno scambio per evaporazione
dovuto al contenuto acquoso dell' aria espirata. La quantit di calore scambiato in condizioni termiche
normali molto modesta e diventa significativa solo nel caso di notevoli differenze tra la temperatura dell'aria
espirata (assunta a 34 C) e la temperatura esterna. Nel caso di una persona che corre, con un metabolismo
pari a 7 met e una temperatura esterna di l0 C, si ha una cessione di 25 W/m2. . In abmienti termicamente
moderati, a 20 C, la cessione di potenza termica pu aggirarsi tra i 2 e i 5 W/m2, quindi pu essere
trascurata nei calcoli.
Perdita di calore per evaporazione (E)
La perdita di calore per evaporazione rappresenta il meccanismo pi efficiente per dissipare l'energia
termica accumulata e mantenere le condizioni di equilibrio termico interno.
Tale processo dovuto al fatto che il liquido presente sull'epidermide, evaporando, sottrae calore alla
superficie stessa. Nel corpo umano esso avviene a tre livelli distinti:
l) evaporazione dell' acqua prodotta attraverso la secrezione delle ghiandole sudoripare (Es);
2) diffusione dell'acqua contenuta nei vari organi attraverso i tessuti cutanei (Et);
3) evaporazione dell' acqua a livello polmonare attraverso gli alveoli (Er).
Nel seguito si analizzano in modo differenziato i tre diversi aspetti.
l) Es. Si tratta del meccanismo pi efficace, in breve tempo riesce a compensare notevoli sbalzi della
temperatura interna. L'ammontare di questa evaporazione varia notevolmente in relazione all'attivit svolta
dal soggetto e alla capacit di produzione delle sue ghiandole sudoripare. Una persona acclimatata arriva a
produrre anche l litro di liquido all'ora con un massimo di circa 5 litro durante l'intero periodo lavorativo. Se
tutto il sudore disponibile evapora, si ottiene una dissipazione di calore di circa 675 W che, rapportato alla
superficie dell'epidermide, equivale a 375 W/m2. Una sudorazione eccessiva in distretti epidermici gi
bagnati dal sudore non apporta ulteriore dissipazione di calore perch solo il liquido che evapora porta con
s una certa quantit di calore. In ambienti termici moderati (uffici, abitazioni), la sudorazione un
meccanismo poco attivato dall'organismo e incide per il 25% della perdita di calore totale.
2) Et. L'evaporazione dei liquidi attraverso i tessuti non un fattore dipendente unicamente dal corpo
umano; essa legata strettamente al tipo di vestiario indossato e alle condizioni termoigrometriche esterne.
Infatti, se l'ambiente gi saturo di vapore, l'ulteriore evaporazione dei liquidi non permessa. La
condizione termoigrometrica che permette l'evaporazione del sudore si ha quando la temperatura
dell'epidermide superiore alla "temperatura di rugiada" dell'ambiente, intendendo con tale espressione la
temperatura alla quale l'aria dell'ambiente diventa satura di vapor d'acqua. Se la temperatura dell'aria
superiore a quella cutanea si ha: il fenomeno inverso, con condensazione del vapor d'acqua sull'epidermide.
La quantit di calore dissipata attraverso questo meccanismo sicuramente pi modesta rispetto a quella
dissipata con la sudorazione. Per fissare le idee basti pensare che in ambiente normale (t = 23 C e 50% di
umidit relativa), con una temperatura superficiale dell'epidermide ts = 33 C e una pressione di vapore di
1400 Pa, si ha una perdita di calore di 11,2 W/m2.
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3) Er. Questa perdita di calore legata direttamente alla differenza di umidit tra l'aria presente nei polmoni
e quella presente nell'ambiente. Fra i tre meccanismi legati all'evaporazione, quest'ultimo quello che ha
meno efficacia nella dissipazione calorica.
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- Temperatura del bulbo secco naturalmente ventilato (tb.s.): ricavabile con una sonda costituita da un
sensore esposto all'aria ma protetto dall'eventuale energia radiante ambientale. molto usato come indice
nelle misure di stress calorico.
- Umidit relativa (UR): espressa come valore percentuale, rappresenta il rapporto tra la pressione parziale
del vapor d'acqua e quella di saturazione. Non compare direttamente negli indici ambientali perch
un'informazione gi contenuta nel vapore di temperatura del bulbo umido.
Quando si conoscono due indici tra quelli citati, possibile ricavare gli altri due dal
diagramma psicrometrico.
- Velocit dell'aria (v): di solito ricavata attraverso un anemometro a filo caldo oppure con sonde pi
sofisticate a seconda dell'entit della grandezza da misurare.
Per bassi valori di velocit dell'aria sempre difficile distinguere se si tratta di un vero e proprio flusso d'aria
oppure di un movimento d'aria provocato da un fattore convettivo.
b) Indici analitici
- Temperatura media radiante (tr): la temperatura superficiale di un ambiente virtuale nel quale le superfici
hanno un potere assorbente unitario e la loro temperatura superficiale uniforme; inoltre il soggetto
presente in tale ambiente scambia un valore di potenza termica uguale a quello scambiato in un ambiente
reale.
- Temperatura operativa (to): si tratta della temperatura superficiale di un ambiente virtuale nel quale le
superfici hanno un potere assorbente unitario e la loro temperatura superficiale uniforme; inoltre il soggetto
presente in questo ambiente scambia un valore di potenza termica per convezione e radiazione (R + C)
uguale a quello scambiato in un ambiente reale. Questo indice si ottiene come media dei singoli contributi
energetici pesati per i rispettivi coefficienti di trasferimento.
- Indice di stress calorico (HSI): esprime il rapporto tra la potenza termica ceduta attraverso i processi
evaporativi per raggiungere le condizioni di equilibrio termico
(Ereq) e la perdita attuale di tale energia (Emax).
c) Indici empirici
- Temperatura effettiva (ET): sviluppata nel 1923 da Houghten e Yaglou per l'ASHRAE, combina gli effetti
della temperatura del bulbo umido e quelli ricavati dal bulbo secco con la velocit dell' aria.
- Temperatura del globo nero (t g) viene usata come indice unico. ricavata da un'unica sonda a forma
sferica di colore nero opaco; ha lo scopo di combinare gli effetti fisici della temperatura del bulbo umido,
della velocit dell' aria e dello scambio termico per radiazione che avviene sulla sua superficie. Normalmente
questo tipo di sonda viene usato per ottenere il valore della temperatura media radiante da utilizzare in indici
pi complessi.
- Temperatura effettiva corretta (CET): la diretta evoluzione dell'indice ET in cui per viene sostituita la
temperatura ricavata dal termometro a bulbo umido con quella ricavata dal globotermometro, principalmente
per correggere gli effetti derivanti da sorgenti con alta energia radiante.
- WBGT (Wet-Bulb Globe Termometer): correla i parametri pesati provenienti da tre tipi di sonde diverse,
ovvero la temperatura a bulbo umido, la temperatura a bulbo secco naturalmente ventilato e quella del
globotermometro. unindice pi usato per misurare le condizioni di stress calorico.
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- PMV (Predicted Mean Value): sviluppato da Fanger, esprime in un valore un giudizio sulle condizioni di
benessere termico dell'ambiente correlando velocit dell'aria, temperatura a bulbo umido, temperatura a
bulbo secco, temperatura media radiante, resistenza termica del vestiario, attivit svolta.
Valutazione del benessere termico negli ambienti civili
Si analizzano ora i criteri pi diffusi per la valutazione del benessere termoigrometrico.
Indice ET
L'indice ET stato il primo a essere proposto per la valutazione del benessere termico. La ricerca risale al
1923 e fu promossa dalla ASHRAE (American Society of Heating, Refrigeration and Air-Conditioning
Engineers). L'indice ET veniva ricavato dal confronto tra due situazioni: una di laboratorio e una reale. Si
supponeva per che, in ambienti con diverse combinazioni dei parametri termoigrometrici ma con identico
valore di ET, le reazioni sul benessere termico dei soggetti presenti fossero le stesse. Il metodo applicabile
solo a soggetti con attivit sedentaria e vestiario leggero. Questo indice correla tre parametri
termoigrometrici: temperatura del bulbo secco, temperatura del bulbo umido, velocit dell' aria. La scelta di
rilevare questi tre parametri deriva principalmente dalla semplicit del loro rilievo e dai costi
contenuti delle sonde da utilizzare.
Per ricavare il valore di ET sufficiente tracciare un segmento che congiunga il valore rilevato di
temperatura del bulbo secco con il valore di temperatura del bulbo umido e, in relazione al valore di velocit
dell' aria, leggere il valore di temperatura effettiva. Il valore di ET consigliato nel periodo invernale di 19,5
C, per il periodo estivo di 22 C. Le principali limitazioni dell'indice ET sono la sopravalutazione
dell'influenza dell'umidit dell' aria alle basse temperature, la sottovalutazione di tale parametro alle alte
temperature, la sottovalutazione dell' influenza della velocit dell' aria soprattutto in ambienti caldi e
umidi. Per tenere conto dell'influenza di eventuali sorgenti termiche radianti la temperatura del bulbo umido
venne successivamente sostituita con la temperatura media radiante ottenuta dal globotermometro, e l'indice
che ne risult fu chiamato CET (Corrected Effective Temperature).
Studi sul comfort termico svolti dalla Kansas State University
L'istituto per le ricerche ambientali dell'Universit del Kansas ha svolto per conto della ASHRAE numerose
ricerche per quanto riguarda il benessere termoigrometrico del corpo umano su un campione significativo di
1600 studenti, correlando statisticamente i seguenti parametri: sensazione di benessere, temperatura,
umidit, sesso, tempo di esposizione.
Gruppi di 10 studenti (5 maschi e 5 femmine) erano esposti a diverse condizioni termiche ambientali ottenute
miscelando i differenti parametri termoigrometrici. Le variazioni dei singoli parametri erano contenute per
riprodurre correttamente le condizioni di persone ,con attivit sedentaria: la temperatura a bulbo umido
veniva fatta variare tra 15,6 e 37,6 C con incrementi di 1,1 C, l'umidit relativa veniva fatta variare dal 15
all'85% con un incremento del 10% a volta, la temperatura media radiante era identica a quella a bulbo
umido e la velocit dell' aria inferiore a 0,17 m/s.
Dopo un periodo che andava da 30 min a 3 h i soggetti esprimevano la loro sensazione dividendo i giudizi
raccolti in 7 categorie cos riassunte:
7 = caldo;
6 = tiepido;
5 = leggermente tiepido;
4 = confortevole;
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3 = leggermente fresco;
2 = fresco;
1 = freddo.
Dai risultati emerso che persone che svolgono un'attivit sedentaria con abbigliamento leggero (0,6 clo)
esprimono un giudizio di accettabilit per valori di temperatura che variano tra i due limiti di 16,7 e 36,6 C; la
condizione di neutra1it si avuta per un valore di temperatura di 26 C e un'umidit relativa al 50%.
Essendosi rilevata una certa differenza di sensazione ai fattori termoigrometrici tra uomini e donne, sono
stati sviluppati due diversi procedimenti matematici per rappresentare il giudizio sull'ambiente dei soggetti
testati. Questi procedimenti vengono differenziati anche in relazione al tempo di esposizione alle condizioni
termiche ambientali.
Diagramma psicrometrico ASHRAE per il comfort termico
Sulla base degli studi svolti e dell' esperienza di lO anni della norma ANSI-ASHRAE 55-81 stata sviluppata
la recente revisione ANSI-ASHRAE 55-92 (Thermal environmental conditions for human occupancy).
Questa norma si allinea con le pi recenti ISO in materia (7726 e 7730) cercando di definire anche la
metodologia di misura dei parametri termoigrometrici. L'intera normativa, come tutte quelle del settore,
basata su un'accettabilit delle condizioni termoigrometriche ambientali effettuata su base statistica, quindi i
valori raccomandati dei diversi parametri soddisfano in media l' 80% delle persone presenti in quell'
ambiente. La normativa soprattutto incentrata su ambienti chiusi dove si svolgono attivit di tipo leggero e
fondamentalmente sedentario. Nelle considerazioni sul comfort termico un'importanza fondamentale viene
ricoperta dall'isolamento termico del vestiario indossato. La tipologia dei vestiti usati varia sensibilmente con
la stagione presa in considerazione e con le temperature esterne. Un vestiario di tipo estivo possiede,
normalmente, valori di isolamento termico Icl da 0,35 a 0,6 clo, mentre nei mesi invernali si hanno valori da
0,8 a 1,2 clo. L'isolamento termico del vestiario consigliabile per un'attivit di tipo sedentario nelle diverse
condizioni di temperatura operativa rappresentato nella figura 2.2. Se invece si mantiene costante
l'isolamento termico del vestiario e si osserva quale range di temperatura operativa viene ritenuto accettabile
(sempre dall'80% delle persone), si ottengono i risultati riportati nella tabella 2.6. Come si pu notare la
temperatura operativa ottimale pi alta in estate a causa di un minore isolamento termico del vestiario.
Condizioni di temperatura operativa in funzione del vestiario usato. Le altre condizioni termoigrometriche
sono UR = 50% e velocit dell'aria < 0,15 m/s. Stagione Isolamento termico del vestiario (clo)
Temperatura operativa
ottimale
(C)
Campo di temperatura
operativa ritenuto
soddisfacente (C)
Inverno 0,90 22,0 20,023,5
Estate 0,50 24,5 23,026,0
Minimo vestiario 0,05 27,0 26,029,0
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Riportando sul diagramma psicrometrico le condizioni di temperatura operativa ora descritte e tenendo conto
delle diverse condizioni di umidit, si ottengono due zone per le due stagioni che hanno le seguenti
coordinate:
- stagione invernale, da 20 a 23,5 C con UR = 60% e da 20,5 a 24,5 C con 2 C di
temperatura di rugiada;
- stagione estiva, da 22,5 a 26 C con UR = 60% e da 23,5 a 27 C con 2 C di
temperatura di rugiada.
Questa zona di comfort mostrata nella figura 2.3, dove si pu notare come le due zone cos definite si
sovrappongono leggermente tra i 23 e i 24 C. Il campo di umidit relativa mostrato nella figura tiene conto
dei diversi fattori: evaporazione della pelle, irritazione degli occhi, scambi respiratori e altri fenomeni
collegati. Per quanto riguarda la velocit dell'aria, per persone che stanno svolgendo attivit sedentaria,
importante che non vi siano correnti d'aria.
La norma ANSI-ASHRAE 55-92 considera anche l'uniformit distributiva delle grandezze termoigrometriche,
quindi affronta, come nella ISO 7730, il problema del discomfort locale. Le situazioni che fondamentalmente
generano discomfort locale sono le differenze verticali di temperatura, le asimmetrie di temperatura radiante,
la temperatura della pavimentazione e le correnti d'aria. Per quanto riguarda le differenze verticali di
temperatura l'ANSI-ASHRAE 55-92 raccomanda una differenza massima di 3 C fra la temperatura misurata
a 0,1 m e quella rilevata a 1,7 m. Sulle asimmetrie di irraggiamento, dovute a pareti calde e fredde o a
divisori orizzontali, vengono consigliate differenze inferiori ai 5 C per quel che riguarda la direzione verticale
e a 10C per la direzione orizzontale. La temperatura del pavimento, consigliata per persone con una
normale tipologia di calzatura, dovrebbe essere compresa tra i 18 e i 29 C, mentre. per gli ambienti dove si
deve stare scalzi importante non solo la temperatura, ma anche il tipo di materiale utilizzato per la
pavimentazione. Le correnti d'aria diventano un problema di discomfort soprattutto quando la parte esposta
direttamente la pelle. La zona cervicale sicuramente la pi sensibile a questo tipo di inconveniente.
che fisicamente dipende dalla turbolenza dell'aria, dalla temperatura dell'aria e dalla velocit della stessa.
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