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Sensazione umana agli eventi termici

Introduzione
Nell'affrontare le problematiche inerenti al benessere termico negli ambienti civili necessario tenere conto
di tutti i parametri che concorrono a influenzare il rapporto corpo umano-ambiente esterno.
In effetti la sensazione umana di benessere termico non dipende esclusivamente dalla temperatura
ambientale, ma anche da altri cinque fattori non meno importanti:
velocit dell' aria, umidit, energia termica radiante, attivit fisica svolta, caratteristiche di isolamento termico
del vestiario indossato.
Le mutue variazioni di questi parametri e le eventuali disomogeneit degli stessi, internamente all'ambiente
occupato, possono dar luogo a una serie di sensazioni spiacevoli che qui vengono genericamente indicate
come discomfort termico.
Prima di affrontare direttamente l'influenza dei parametri citati sul corpo umano, ovvero quell'insieme di
fattori che sono genericamente definiti con il termine "microclima", nel seguito si riportano i meccanismi
dell'organismo umano che intervengono nei processi di termosensibilit.
Sistema di termoregolazione del corpo umano
Il centro della termoregolazione corporea localizzato in una struttura nervosa chiamata ipotalamo, anche
se le strutture che partecipano in varia misura all'omeostasi termica dell'organismo possono essere diverse.
Prima per di proseguire nello studio dei meccanismi della termoregolazione bene ricordare che i
valori di temperatura si differenziano, in modo anche notevole, nelle diverse parti del corpo. quindi
possibile distinguere:
a) la temperatura interna, che, in condizioni fisiche normali, si considera pari a 36,7 C con una variazione di
pochi decimi di grado. Essa, rilevabile per via rettale, differisce da quella misurata oralmente di circa 0,4 C.
b) la temperatura cutanea, che diversa nei vari distretti della superficie epidermica;
c) la temperatura epidermica media, che si ottiene attraverso una relazione che integra i contributi delle varie
aree periferiche del corpo umano con i relativi valori di temperatura.
Il sistema di termoregolazione dell'organismo umano interviene ogniqualvolta cambiano in modo significativo
le condizioni esterne e quando, di conseguenza, attraverso i processi di trasmissione dell'energia termica, si
modifica la temperatura interna.
Le variazioni di temperatura vengono recepite da apposite strutture, dette recettori periferici, che inviano
segnali di tipo bioelettrico al sistema centrale in coincidenza con un aumento o una diminuzione della
temperatura del distretto interessato. I recettori periferici sono divisi in relazione al tipo di informazioni che
devono inviare: vi sono recettori sensibili al caldo e recettori sensibili al freddo.
La sensibilit alle variazioni termiche estremamente elevata: i recettori sensibili al caldo reagiscono a
variazioni di temperatura nell'ordine di +0,001 C/s, mentre quelli sensibili al freddo hanno tempi di reazione
pi lunghi, nell'ordine di 0,004 C/s. Le informazioni dei recettori attraverso le vie nervose di conduzione
raggiungono i centri del cervello localizzati nella struttura dell'ipotalamo che funge, facendo un
paragone con un sistema elettrico, da termostato dell' organismo.
A questo organo affidato il compito di elaborare i segnali provenienti dai recettori periferici e quindi di dare
successivamente il via alle reazioni termoequilibratrici, che sono fondamentalmente di due tipi: di
compensazione all'innalzamento della temperatura e di compensazione all'abbassamento della temperatura.

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Reazioni di compensazione all'innalzamento della temperatura interna


Quando la temperatura interna tende a innalzarsi, il meccanismo di termoregolazione interviene inizialmente
attraverso una vasodilatazione dei capillari cutanei. In questo modo viene aumentata la circolazione
sanguigna periferica con conseguente incremento della temperatura epidermica media; successivamente,
viene favorito uno scambio termico dal corpo all'ambiente attraverso i meccanismi di trasmissione
energetica legati all'irraggiamento e alla convezione.
Se la quantit di energia dissipata mediante questo processo non sufficiente al mantenimento del valore
costante della temperatura interna, entra in funzione il meccanismo della sudorazione. La regolazione della
perdita di calore per evaporazione ottenuta con la secrezione di acqua da parte delle ghiandole
sudoripare. Esse possono produrre giornalmente da 2 a 3 litri di acqua con variazioni notevoli da soggetto a
soggetto.
L'acqua prodotta dalle ghiandole sudoripare presenti nella cute evaporando sottrae calore alla stessa
superficie epidermica attuando un processo di trasporto di energia termica verso l'esterno.
Reazioni di compensazione all'abbassamento della temperatura interna
Se la temperatura interna tende ad abbassarsi in relazione alle variazioni ambientati, inizialmente vengono
attivati processi opposti a quelli visti prima. Infatti, si osserva un fenomeno periferico di vasocostrizione con
diminuzione della dispersione superficiale di energia termica e limitazione della circolazione sanguigna.
L'effetto sortito da questi due meccanismi un rapido abbassamento della temperatura epidermica. Cos
facendo l'organismo cerca di limitare lo scambio termico verso l'esterno a scapito della temperatura cutanea.
Anche in questo caso, se tale meccanismo non risulta sufficiente a mantenere costante la temperatura
interna, l'organismo umano reagisce aumentando l'attivit motoria involontaria, fenomeno che si manifesta
attraverso tremori e brividi. In questo modo viene raddoppiata la produzione interna di calore con
conseguente aumento del metabolismo di 5-6 volte rispetto al valore di riposo.
Equilibrio termico dell'organismo umano
Come si gi osservato, l'organismo umano cerca di mantenere costante la temperatura interna anche se
variano le condizioni esterne. A tal fine i meccanismi di termoregolazione cercano di compensare le energie
perdute o acquisite attraverso un bilanciamento di energie termiche, che pu essere rappresentato
analiticamente attraverso la seguente equazione semplificata:
M = + S + L + C + K + R + Wr E (1.1)
dove:
M = potenza termica associata al metabolismo;
S = energia termica accumulata o ceduta dal corpo;
L = potenza meccanica scambiata con l'esterno;
C = potenza termica scambiata per convezione;
K = potenza termica scambiata per conduzione;
R = potenza termica scambiata per irraggiamento;
Wr = potenza termica scambiata attraverso la respirazione;
E = potenza termica scambiata per evaporazione.
I doppi segni indicano che l'energia pu essere positiva o negativa a seconda che sia entrante o uscente dal
corpo umano.

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Gli scambi termici sono legati alla superficie corporea, quindi per non sottostare a questo parametro
individuale qui si parler di scambi termici riferiti a l m2 di superficie. Per calcolare lo scambio termico
globale di un particolare soggetto necessario moltiplicare i singoli valori per la superficie corporea totale
ottenibile dalla relazione di Du Bois: Sc = 0,202 mO,425 hO,725 (1.2) dove:
Sc = superficie corporea totale, in m2;
m = massa del soggetto, in kg;
h = altezza del soggetto, in m.
Nel seguito si analizzano singolarmente i diversi parametri che intervengono nell'equazione del bilancio
termico umano.
Metabolismo (M)
Con il termine metabolismo si intende !'insieme dei processi chimico-fisici atti alla trasformazione degli
alimenti ingeriti in energia termica. In particolare questi processi sono dovuti all' ossidoriduzione di glucidi,
lipidi, protidi mediante l'ossigeno respirato.
L'energia derivante da tali trasformazioni chimiche viene in gran parte ceduta all'ambiente esterno sotto
forma di energia meccanica e calore. A questo riguardo si possono distinguere due componenti legate al
metabolismo:
MI = metabolismo basale, ovvero il dispendio energetico del soggetto a riposo, devoluto unicamente
al.mantenimento delle funzioni vitali;
M2 = dispendio energetico legato all'attivit svolta.
Il valore di MI si aggira intorno ai 45 W/m2, mentre quello di M2 pu variare da O a450 W/m2. L'unit di
misura del metabolismo pi spesso utilizzata il met, a cui corrisponde il valore del dispendio energetico di
un soggetto seduto a riposo (1 met = 50 kcal/h m2 = 58,15 W/m2).

Vengono riportati alcuni valori relativi al dispendio energetico per diversi tipi di attivit.
Energia termica accumulata o ceduta (S)
Questa grandezza rappresenta l'energia termica scambiata tra il corpo umano e l'ambiente nell'unit di
tempo; viene misurata in funzione di un intervallo temporale verificando la potenza termica media persa o
acquisita durante tale intervallo. Valori di metabolismo in rela zione alle diverse attivit svolte.
Attivit svolta Dispendio energetico (W/m2)
Riposo
- coricato 47
- seduto 58
- in piedi 70
Cammino
- in piano (38 km/h) 100300
- in salita (1,53 km/h) 130400
Lavoro d'ufficio
- scrivere a macchina 65
-archiviazione 70
- disegnare 70e100

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Conduzione di veicoli
- auto in traffico leggero 60
- auto in traffico caotico 100
- autocarro pesante 150
Industria metalmeccanica
- attivit leggere 100150
- carpenteria 200300
- fonderia 150220
- attivit pesanti 200350
Affinch si creino le condizioni di omeotermia (equilibrio termico) questa quantit deve essere nulla (S = 0);
si dovrebbero quindi verificare sostanziali differenze di temperatura del corpo nell'intervallo temporale di
osservazione del fenomeno.
Il verificarsi di questa condizione legato all'isolamento termico creato dal vestiario.

Indumento Icli (clo)


Slip in cotone 0,010
Calze
- leggere 0,004
- pesanti 0,030
Sottoveste 0,130
Maglia in cotone 0,090
Camicia
-maniche corte 0,190
-maniche lunghe 0,280
Gonna
-leggera 0,150
-pesante 0,220
Pantaloni
-leggeri 0,260
-pesanti 0,440
Giacca
-leggera 0,350
-pesante 0,490
Scarpe leggere 0,006
1 clo =0,155 m2 K/W.
Valori di isolamento termico del vestiario.
Vestiario Icli (clo)
Nessuno. 0,0
Tenuta tropicale (slip, camicia a collo aperto a maniche
corte, calzoncini, calze leggere, sandali). 0,3
Tenuta estiva (slip, camicia a collo aperto a maniche

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corte, calzoncini, calze leggere, scarpe). 0,5


Tenuta da lavoro leggera (indumenti intimi leggeri,
camicia a maniche lunghe, pantaloni, calze di lana,
scarpe).
0,7
Tenuta invernale per ambienti chiusi (indumenti intimi
leggeri, camicia, a maniche lunghe, pullover, pantaloni,
calze di lana, scarpe).
1,0
Tenuta invernale per ambienti chiusi (indumenti intimi
pesanti, camicia a maniche lunghe, giacca con gilet,
pantaloni, calze di lana, scarpe.
1,5
Tenuta invernale per esterni (indumenti intimi pesanti,
camicia a maniche lunghe, giacca con gilet, pantaloni,
calze di lana, scarpe, cappotto).
1,8
1 clo = 0,155m2 K/W
Valori di rendimento meccanico in relazione alle diverse attivit svolte.
Attivit svolta Rendimento% meccanico
Spalare con il busto piegato 3
Spalare con il busto eretto 6
Avvitare con il cacciavite 5
Sollevare pesi 9
Salire le scale 20
Spingere un carrello 24
Pedalare in bicicletta 25
Per una persona vestita in condizione di omeotermia l'equazione del bilancio termico
diventa: M = + L + C + Kcl + R + Wr E (1.3)
dove:
Kcl = potenza termica scambiata attraverso la conduzione del vestiario.
Lavoro meccanico esterno (L)
L'energia termica associata al lavoro esterno pu essere positiva o negativa a seconda che il lavoro venga
compiuto verso l'esterno contrastando una forza, come avviene nel caso della forza gravitazionale, oppure
sul soggetto, sfruttando quindi le forze esterne.
Un esempio di lavoro positivo si ha nel sollevare un oggetto da terra, elevando in questo modo l'energia
potenziale dell' oggetto stesso, mentre riabbassando l'oggetto si ha l'equivalente negativo.
Il lavoro totale nell'unit di tempo rappresentato dalla sommatoria dei contributi negativi e di quelli positivi.
Il rendimento del lavoro meccanico svolto dal corpo umano, inteso come rapporto tra la potenza meccanica
erogata e il dispendio energetico realizzato, molto basso (tabella 1.4). Basti pensare che nel caso di una
bicicletta da camera per ottenere un aumento di l0 W/m2 il metabolismo deve aumentare di 50 W/m2.

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La differenza tra le due potenze viene dissipata attraverso una cessione di energia termica all'ambiente
esterno.
Potenza termica scambiata per convezione (C)
Lo scambio di energia termica per convezione avviene attraverso l'intera superficie corporea a contatto con
l'aria dell'ambiente, quindi sia attraverso quella ricoperta dal vestiario, sia attraverso l'epidermide
direttamente a contatto con l'aria.
Essendo la temperatura del corpo umano differente da quella dell'aria dell'ambiente, l'aria in prossimit della
persona risulta riscaldata. A causa della differente densit di quest' aria riscaldata rispetto a quella
ambientale si verifica un effetto di convezione libera in cui l'aria calda tende a salire rimpiazzata da altra aria
fresca.
Nel caso in cui si abbia aria in movimento forzata da condizioni esterne (ad esempio un ventilatore), si parla
di convezione forzata.
In generale per gli ambienti termici moderati difficile differenziare tra le condizioni di convezione libera e
convezione forzata, ma si pu affermare che si osserva pi di frequente la condizione di convezione libera
per valori di velocit relativa all'aria inferiori a 0,1 m/s
Potenza termica scambiata per conduzione (K)
Lo scambio di energia termica avviene attraverso il contatto del corpo umano con oggetti solidi di differente
temperatura, come sedie, oggetti manipolati, terreno ecc.
Naturalmente si deve differenziare tra contatto che avviene direttamente attraverso l'epidermide e contatto
mediato dagli indumenti.
Nel secondo caso necessario tenere conto della resistenza termica del vestiario.
Sempre in caso di scambio termico per conduzione attraverso il vestiario si deve supporre che tutta
l'evaporazione dei liquidi a livello epidermico venga trasportata dagli indumenti a contatto con l'aria
dell'ambiente; questo entro certi termini valido, in particolar modo negli ambienti termici moderati dove la
produzione di sudore bassa.
In presenza di attivit fisica con pi alto dispendio energetico aumenta lo scambio d'aria tra i vestiti e la pelle
e di conseguenza diminuisce l'isolamento termico del vestiario stesso.

Potenza termica scambiata per irraggiamento .(R)


Lo scambio termico per irraggiamento avviene tra la superficie del corpo umano e le superfici circostanti
(pareti, finestre, radiatori ecc.), Esso legato alle dimensioni delle superfici e al.loro "potere emissivo",
fattore che caratterizza tutti i corpi fisici.
Il potere di emissione della pelle molto vicino a 1, mentre quello dei vestiti di circa 0,95, per cui viene
calcolato un fattore di emissione medio di circa 0,97.
In tale senso si parla di temperatura media di irraggiamento tr, definita come la temperatura delle superfici
interne di un ambiente ideale dove lo scambio termico per irraggiamento lo stesso che il soggetto avrebbe
se si trovasse in un ambiente reale. Questo supponendo che la temperatura delle superfici sia uniforme e
che il loropotere di assorbimento sia unitario.
In ambienti moderati si ha una cessione di potenza termica per radiazione dal corpo all'ambiente circostante
perch la temperatura di alcune superfici molto bassa (come quella dei vetri), mentre il fenomeno contrario

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avviene in alcuni ambienti a condizioni termiche severe (come nelle industrie metallurgiche) dove, a causa
della vicinanza a metalli incandescenti, si ha un assorbimento di energia radiante.
Scambio di potenza termica attraverso l'aria respirata (Wr)
Attraverso la respirazione si ha una cessione di calore all'ambiente esterno perch la temperatura dell'aria
inspirata normalmente pi bassa di quella espirata. A ci si aggiunge uno scambio per evaporazione
dovuto al contenuto acquoso dell' aria espirata. La quantit di calore scambiato in condizioni termiche
normali molto modesta e diventa significativa solo nel caso di notevoli differenze tra la temperatura dell'aria
espirata (assunta a 34 C) e la temperatura esterna. Nel caso di una persona che corre, con un metabolismo
pari a 7 met e una temperatura esterna di l0 C, si ha una cessione di 25 W/m2. . In abmienti termicamente
moderati, a 20 C, la cessione di potenza termica pu aggirarsi tra i 2 e i 5 W/m2, quindi pu essere
trascurata nei calcoli.
Perdita di calore per evaporazione (E)
La perdita di calore per evaporazione rappresenta il meccanismo pi efficiente per dissipare l'energia
termica accumulata e mantenere le condizioni di equilibrio termico interno.
Tale processo dovuto al fatto che il liquido presente sull'epidermide, evaporando, sottrae calore alla
superficie stessa. Nel corpo umano esso avviene a tre livelli distinti:
l) evaporazione dell' acqua prodotta attraverso la secrezione delle ghiandole sudoripare (Es);
2) diffusione dell'acqua contenuta nei vari organi attraverso i tessuti cutanei (Et);
3) evaporazione dell' acqua a livello polmonare attraverso gli alveoli (Er).
Nel seguito si analizzano in modo differenziato i tre diversi aspetti.
l) Es. Si tratta del meccanismo pi efficace, in breve tempo riesce a compensare notevoli sbalzi della
temperatura interna. L'ammontare di questa evaporazione varia notevolmente in relazione all'attivit svolta
dal soggetto e alla capacit di produzione delle sue ghiandole sudoripare. Una persona acclimatata arriva a
produrre anche l litro di liquido all'ora con un massimo di circa 5 litro durante l'intero periodo lavorativo. Se
tutto il sudore disponibile evapora, si ottiene una dissipazione di calore di circa 675 W che, rapportato alla
superficie dell'epidermide, equivale a 375 W/m2. Una sudorazione eccessiva in distretti epidermici gi
bagnati dal sudore non apporta ulteriore dissipazione di calore perch solo il liquido che evapora porta con
s una certa quantit di calore. In ambienti termici moderati (uffici, abitazioni), la sudorazione un
meccanismo poco attivato dall'organismo e incide per il 25% della perdita di calore totale.
2) Et. L'evaporazione dei liquidi attraverso i tessuti non un fattore dipendente unicamente dal corpo
umano; essa legata strettamente al tipo di vestiario indossato e alle condizioni termoigrometriche esterne.
Infatti, se l'ambiente gi saturo di vapore, l'ulteriore evaporazione dei liquidi non permessa. La
condizione termoigrometrica che permette l'evaporazione del sudore si ha quando la temperatura
dell'epidermide superiore alla "temperatura di rugiada" dell'ambiente, intendendo con tale espressione la
temperatura alla quale l'aria dell'ambiente diventa satura di vapor d'acqua. Se la temperatura dell'aria
superiore a quella cutanea si ha: il fenomeno inverso, con condensazione del vapor d'acqua sull'epidermide.
La quantit di calore dissipata attraverso questo meccanismo sicuramente pi modesta rispetto a quella
dissipata con la sudorazione. Per fissare le idee basti pensare che in ambiente normale (t = 23 C e 50% di
umidit relativa), con una temperatura superficiale dell'epidermide ts = 33 C e una pressione di vapore di
1400 Pa, si ha una perdita di calore di 11,2 W/m2.

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3) Er. Questa perdita di calore legata direttamente alla differenza di umidit tra l'aria presente nei polmoni
e quella presente nell'ambiente. Fra i tre meccanismi legati all'evaporazione, quest'ultimo quello che ha
meno efficacia nella dissipazione calorica.

Condizioni di benessere termico


DefInizione di benessere termico
Quando si parla di condizioni di benessere termico ci si riferisce alle problematiche relative al microclima in
ambienti civili.
In questo senso la prima condizione che deve essere verificata l'equazione del bilancio termico e, in
particolare, l'equazione 2.3, per la quale la quantit di energia termica S accumulata o ceduta dall'
organismo umano nulla.
Si pu definire il benessere termico come uno stato mentale per cui un soggetto esprime soddisfazione nei
confronti delle condizioni microclimatiche che lo circondano. I parametri di cui occorre tenere conto nell'
analisi delle condizioni di benessere termico sono legati:
1) all'attivit fisica svolta dal soggetto;
2.) alle caratteristiche di isolamento termico del vestiario;
3) ai parametri microclimatici dell'ambiente esterno al soggetto.
Le ricerche in questo campo sono sempre state volte alla determinazione di una scala di, valori che potesse
indicare un criterio di valutazione oggettivo delle condizioni microclimatiche esistenti in relazione al tipo di
attivit fisica svolta. necessario per considerare che anche quando le condizioni microclimatiche possono
considerarsi ottimali, esiste comunque una certa percentuale di persone insoddisfatte.
Differenze soggettive
Visto che la sensazione umana rispetto ai parametri termici non la stessa per tutti, necessario analizzare
qual la massima percentuale di persone che ritengono confortevoli una serie di condizioni microclimatiche
ambientali. Questo tipo di prove si fonda sulla variazione di un parametro termoigrometrico mantenendo
costanti gli altri.
In particolare interessante constatare qual il valore di temperatura considerato ottimale da un certo
numero di soggetti posti in ambienti a condizioni microclimatiche controllate. La variazione dei risultati,
ottenuti dai vari gruppi di sperimentatori nel mondo contenuta.
Variazioni in relazione alle abitudini di abbigliamento
Analizzando qual la temperatura ritenuta confortevole da un certo numero di soggetti stato modificato il
loro abbigliamento per verificare la differenza di sensazione tra le varie persone a parit di isolamento
termico del vestiario.
La deviazione standard per soggetti che indossano abiti leggeri di circa 1 C, mentre per abiti pi pesanti
tale valore sale a circa 1,4 C. Questo vuol dire che la sensazione umana ai fattori termici non viene alterata
dalla presenza del vestiario.
Variazioni negli stessi soggetti a distanza di tempo
I test eseguiti per verificare la sensibilit termica dell'essere umano possono considerarsi riproducibili. Infatti
la ripetitivit dei vari test eseguiti sugli stessi individui a distanza di alcuni giorni ha fornito come risultato una
deviazione standard di 0,6 C; ci significa che la sensazione umana agli eventi termoigrometrici si pu
considerare sufficientemente costante in funzione del tempo.

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Variazioni in relazione all'et


Anche l'et non influenza in modo significativo i risultati. Infatti la differenza in C tra la temperatura ritenuta
confortevole da soggetti con et media di 21 anni si discosta dal valore ritenuto confortevole da soggetti con
et media di 84 anni solo di 0,2 C.
Nonostante nelle persone anziane il metabolismo sia inferiore, la temperatura ritenuta confortevole la
stessa. Questo dovuto principalmente alla minore dissipazione di calore per evaporazione.
Comparazione tra le condizioni di temperatura ritenute confortevoli da gruppi di persone di sesso differente.
I soggetti sono stati studiati nelle seguenti condizioni:
abbigliamento leggero (0,6 clo), UR 50%, velocit dell'aria < 0,1 m/s,
temperatura di irraggiamento uguale a quella dell'aria, attivit sedentaria.
Studio Sesso Tem peratura iptare (feCr ) Nuemro di soggetti
Nevis e altri Maschi 25,4 488
Fanger mmine Fe 25,8 488
Fanger e Lagkilde Maschi 25,0 32
mmine Fe 25,1 32
Pur essendo simili le preferenze per il livello di temperatura ottimale, rimane differente la sensazione al caldo
e al freddo tra soggetti giovani e soggetti anziani. Infatti gli ambienti occupati da persone anziane sono
mediamente pi caldi rispetto a quelli occupati da persone giovani, soprattutto a causa della diversa attivit
fisica svolta.
Variazioni in relazione a diversi climi e abitudini
Un altro fattore importante nelle differenze soggettive alle condizioni microclimatiche legato alle diverse
"abitudini" ambientati, nel senso che soggetti esposti per lungo tempo a particolari condizioni microclimatiche
si adattano a esse modificando cos il loro modo di sentire le variazioni dei parametri termoigrometrici.
Anche in tale caso le variazioni della temperatura ritenuta confortevole non sono eccessive. In effetti non
esistono grosse differenze nell'indicare una temperatura ideale di benessere; ci sono per notevoli divari
nella resistenza individuale alle variazioni dei diversi parametri microclimatici nei differenti tipi di clima e
diverse abitudini nel tipo di abbigliamento indossato.
Variazioni in relazione al genere
Eseguendo il test su un identico numero di soggetti maschi e femmine si ha come risultato una differenza
minima nella sensazione di benessere. Infatti in termini di C le differenze sono nell'ordine di 0,4 C (tabella
1.5). Anche se la temperatura di benessere indicata dai soggetti di sesso diverso quasi identica, non sono
identiche le temperature cutanee medie e la perdita di calore per evaporazione. Infatti questi due parametri
nelle donne sono pi bassi rispetto a quelli degli uomini e vengono equilibrati da un metabolismo
leggermente inferiore.
Variazioni in relazione ai diversi momenti della giornata
La temperatura ritenuta confortevole pu variare durante la giornata. Le variazioni sono comunque minime,
nell'ordine di 0,2 C.

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Criteri di valutazione del benessere termico globale


Condizioni climatiche degli ambienti civili
Per valutare correttamente le condizioni microclimatiche di un ambiente bisogna tenere conto, da un lato,
dell'equilibrio termico del corpo umano e, dall'altro, dei parametri termoigrometrici ambientali. Va tenuto
presente che durante il periodo invernale, per soggetti acclimatati con attivit
sedentaria, lo scambio termico con l'irraggiamento esterno pu essere cos
sintetizzato:
- potenza termica scambiata per irraggiamento 40%
- potenza termica scambiata per convezione 25 30%
- potenza termica scambiata attraverso evaporazione 2025%
- potenza termica scambiata per condu zione trascurabile.
Sotto questo profilo un criterio di valutazione deve prendere in esame le seguenti variabili microclimatiche
dell' ambiente:
- temperatura dell' aria;
- umidit relativa;
- velocit dell' aria;
- temperatura media radiante.
Per quanto riguarda i soggetti presenti in quel particolare ambiente i parametri da considerare sono:
- attivit svolta;
- isolamento termico del vestiario indossato.
Un indice di valutazione che correli sia i parametri oggettivi ambientali sia quelli soggettivi legati alle persone
presenti nell'ambiente e che esprima la bont di quest'ultimo, dal punto di vista microclimatico, molto
difficile da sviluppare e comunque non soddisferebbe tutte le possibili condizioni richieste.
Indici termoigrometrici
Si possono distinguere tre diverse classi di indici termoigrometrici ambientali:
a) indici diretti, ottenibili direttamente dai diversi tipi di sonde di misura;
b) indici analitici, normalmente basati sull'analisi del bilancio termico umano dello scambio termico con
l'ambiente;
c) indici empirici, basati sulla correlazione tra alcuni parametri ambientali e la sensazione umana a tali
condizioni.
Gli indici diretti e quelli analitici possono essere utilizzati senza limitazione, mentre quelli empirici, essendo
ricavati attraverso test su un certo numero di persone, spesso sono limitati entro particolari valori dei
parametri stessi.
a) Indici diretti
- Temperatura del bulbo umido (tb.u.): ottenuta con un termometro a bulbo
umidificato. Si tratta dell'indice pi semplice e pratico per determinare se un ambiente freddo o caldo, a
patto che l'ambiente in questione abbia condizioni normali con un'umidit che si aggira tra il 40 e il 60%.
- Temperatura del punto di rugiada: un indice diretto dell'umidit ambientale. la
temperatura alla quale l'aria presente nell' ambiente (a pressione Pa) viene saturata dal vapor d'acqua
(100% di umidit relativa).

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- Temperatura del bulbo secco naturalmente ventilato (tb.s.): ricavabile con una sonda costituita da un
sensore esposto all'aria ma protetto dall'eventuale energia radiante ambientale. molto usato come indice
nelle misure di stress calorico.
- Umidit relativa (UR): espressa come valore percentuale, rappresenta il rapporto tra la pressione parziale
del vapor d'acqua e quella di saturazione. Non compare direttamente negli indici ambientali perch
un'informazione gi contenuta nel vapore di temperatura del bulbo umido.
Quando si conoscono due indici tra quelli citati, possibile ricavare gli altri due dal
diagramma psicrometrico.
- Velocit dell'aria (v): di solito ricavata attraverso un anemometro a filo caldo oppure con sonde pi
sofisticate a seconda dell'entit della grandezza da misurare.
Per bassi valori di velocit dell'aria sempre difficile distinguere se si tratta di un vero e proprio flusso d'aria
oppure di un movimento d'aria provocato da un fattore convettivo.
b) Indici analitici
- Temperatura media radiante (tr): la temperatura superficiale di un ambiente virtuale nel quale le superfici
hanno un potere assorbente unitario e la loro temperatura superficiale uniforme; inoltre il soggetto
presente in tale ambiente scambia un valore di potenza termica uguale a quello scambiato in un ambiente
reale.
- Temperatura operativa (to): si tratta della temperatura superficiale di un ambiente virtuale nel quale le
superfici hanno un potere assorbente unitario e la loro temperatura superficiale uniforme; inoltre il soggetto
presente in questo ambiente scambia un valore di potenza termica per convezione e radiazione (R + C)
uguale a quello scambiato in un ambiente reale. Questo indice si ottiene come media dei singoli contributi
energetici pesati per i rispettivi coefficienti di trasferimento.
- Indice di stress calorico (HSI): esprime il rapporto tra la potenza termica ceduta attraverso i processi
evaporativi per raggiungere le condizioni di equilibrio termico
(Ereq) e la perdita attuale di tale energia (Emax).
c) Indici empirici
- Temperatura effettiva (ET): sviluppata nel 1923 da Houghten e Yaglou per l'ASHRAE, combina gli effetti
della temperatura del bulbo umido e quelli ricavati dal bulbo secco con la velocit dell' aria.
- Temperatura del globo nero (t g) viene usata come indice unico. ricavata da un'unica sonda a forma
sferica di colore nero opaco; ha lo scopo di combinare gli effetti fisici della temperatura del bulbo umido,
della velocit dell' aria e dello scambio termico per radiazione che avviene sulla sua superficie. Normalmente
questo tipo di sonda viene usato per ottenere il valore della temperatura media radiante da utilizzare in indici
pi complessi.
- Temperatura effettiva corretta (CET): la diretta evoluzione dell'indice ET in cui per viene sostituita la
temperatura ricavata dal termometro a bulbo umido con quella ricavata dal globotermometro, principalmente
per correggere gli effetti derivanti da sorgenti con alta energia radiante.
- WBGT (Wet-Bulb Globe Termometer): correla i parametri pesati provenienti da tre tipi di sonde diverse,
ovvero la temperatura a bulbo umido, la temperatura a bulbo secco naturalmente ventilato e quella del
globotermometro. unindice pi usato per misurare le condizioni di stress calorico.

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- PMV (Predicted Mean Value): sviluppato da Fanger, esprime in un valore un giudizio sulle condizioni di
benessere termico dell'ambiente correlando velocit dell'aria, temperatura a bulbo umido, temperatura a
bulbo secco, temperatura media radiante, resistenza termica del vestiario, attivit svolta.
Valutazione del benessere termico negli ambienti civili
Si analizzano ora i criteri pi diffusi per la valutazione del benessere termoigrometrico.
Indice ET
L'indice ET stato il primo a essere proposto per la valutazione del benessere termico. La ricerca risale al
1923 e fu promossa dalla ASHRAE (American Society of Heating, Refrigeration and Air-Conditioning
Engineers). L'indice ET veniva ricavato dal confronto tra due situazioni: una di laboratorio e una reale. Si
supponeva per che, in ambienti con diverse combinazioni dei parametri termoigrometrici ma con identico
valore di ET, le reazioni sul benessere termico dei soggetti presenti fossero le stesse. Il metodo applicabile
solo a soggetti con attivit sedentaria e vestiario leggero. Questo indice correla tre parametri
termoigrometrici: temperatura del bulbo secco, temperatura del bulbo umido, velocit dell' aria. La scelta di
rilevare questi tre parametri deriva principalmente dalla semplicit del loro rilievo e dai costi
contenuti delle sonde da utilizzare.
Per ricavare il valore di ET sufficiente tracciare un segmento che congiunga il valore rilevato di
temperatura del bulbo secco con il valore di temperatura del bulbo umido e, in relazione al valore di velocit
dell' aria, leggere il valore di temperatura effettiva. Il valore di ET consigliato nel periodo invernale di 19,5
C, per il periodo estivo di 22 C. Le principali limitazioni dell'indice ET sono la sopravalutazione
dell'influenza dell'umidit dell' aria alle basse temperature, la sottovalutazione di tale parametro alle alte
temperature, la sottovalutazione dell' influenza della velocit dell' aria soprattutto in ambienti caldi e
umidi. Per tenere conto dell'influenza di eventuali sorgenti termiche radianti la temperatura del bulbo umido
venne successivamente sostituita con la temperatura media radiante ottenuta dal globotermometro, e l'indice
che ne risult fu chiamato CET (Corrected Effective Temperature).
Studi sul comfort termico svolti dalla Kansas State University
L'istituto per le ricerche ambientali dell'Universit del Kansas ha svolto per conto della ASHRAE numerose
ricerche per quanto riguarda il benessere termoigrometrico del corpo umano su un campione significativo di
1600 studenti, correlando statisticamente i seguenti parametri: sensazione di benessere, temperatura,
umidit, sesso, tempo di esposizione.
Gruppi di 10 studenti (5 maschi e 5 femmine) erano esposti a diverse condizioni termiche ambientali ottenute
miscelando i differenti parametri termoigrometrici. Le variazioni dei singoli parametri erano contenute per
riprodurre correttamente le condizioni di persone ,con attivit sedentaria: la temperatura a bulbo umido
veniva fatta variare tra 15,6 e 37,6 C con incrementi di 1,1 C, l'umidit relativa veniva fatta variare dal 15
all'85% con un incremento del 10% a volta, la temperatura media radiante era identica a quella a bulbo
umido e la velocit dell' aria inferiore a 0,17 m/s.
Dopo un periodo che andava da 30 min a 3 h i soggetti esprimevano la loro sensazione dividendo i giudizi
raccolti in 7 categorie cos riassunte:
7 = caldo;
6 = tiepido;
5 = leggermente tiepido;
4 = confortevole;

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3 = leggermente fresco;
2 = fresco;
1 = freddo.
Dai risultati emerso che persone che svolgono un'attivit sedentaria con abbigliamento leggero (0,6 clo)
esprimono un giudizio di accettabilit per valori di temperatura che variano tra i due limiti di 16,7 e 36,6 C; la
condizione di neutra1it si avuta per un valore di temperatura di 26 C e un'umidit relativa al 50%.
Essendosi rilevata una certa differenza di sensazione ai fattori termoigrometrici tra uomini e donne, sono
stati sviluppati due diversi procedimenti matematici per rappresentare il giudizio sull'ambiente dei soggetti
testati. Questi procedimenti vengono differenziati anche in relazione al tempo di esposizione alle condizioni
termiche ambientali.
Diagramma psicrometrico ASHRAE per il comfort termico
Sulla base degli studi svolti e dell' esperienza di lO anni della norma ANSI-ASHRAE 55-81 stata sviluppata
la recente revisione ANSI-ASHRAE 55-92 (Thermal environmental conditions for human occupancy).
Questa norma si allinea con le pi recenti ISO in materia (7726 e 7730) cercando di definire anche la
metodologia di misura dei parametri termoigrometrici. L'intera normativa, come tutte quelle del settore,
basata su un'accettabilit delle condizioni termoigrometriche ambientali effettuata su base statistica, quindi i
valori raccomandati dei diversi parametri soddisfano in media l' 80% delle persone presenti in quell'
ambiente. La normativa soprattutto incentrata su ambienti chiusi dove si svolgono attivit di tipo leggero e
fondamentalmente sedentario. Nelle considerazioni sul comfort termico un'importanza fondamentale viene
ricoperta dall'isolamento termico del vestiario indossato. La tipologia dei vestiti usati varia sensibilmente con
la stagione presa in considerazione e con le temperature esterne. Un vestiario di tipo estivo possiede,
normalmente, valori di isolamento termico Icl da 0,35 a 0,6 clo, mentre nei mesi invernali si hanno valori da
0,8 a 1,2 clo. L'isolamento termico del vestiario consigliabile per un'attivit di tipo sedentario nelle diverse
condizioni di temperatura operativa rappresentato nella figura 2.2. Se invece si mantiene costante
l'isolamento termico del vestiario e si osserva quale range di temperatura operativa viene ritenuto accettabile
(sempre dall'80% delle persone), si ottengono i risultati riportati nella tabella 2.6. Come si pu notare la
temperatura operativa ottimale pi alta in estate a causa di un minore isolamento termico del vestiario.
Condizioni di temperatura operativa in funzione del vestiario usato. Le altre condizioni termoigrometriche
sono UR = 50% e velocit dell'aria < 0,15 m/s. Stagione Isolamento termico del vestiario (clo)
Temperatura operativa
ottimale
(C)
Campo di temperatura
operativa ritenuto
soddisfacente (C)
Inverno 0,90 22,0 20,023,5
Estate 0,50 24,5 23,026,0
Minimo vestiario 0,05 27,0 26,029,0

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Riportando sul diagramma psicrometrico le condizioni di temperatura operativa ora descritte e tenendo conto
delle diverse condizioni di umidit, si ottengono due zone per le due stagioni che hanno le seguenti
coordinate:
- stagione invernale, da 20 a 23,5 C con UR = 60% e da 20,5 a 24,5 C con 2 C di
temperatura di rugiada;
- stagione estiva, da 22,5 a 26 C con UR = 60% e da 23,5 a 27 C con 2 C di
temperatura di rugiada.
Questa zona di comfort mostrata nella figura 2.3, dove si pu notare come le due zone cos definite si
sovrappongono leggermente tra i 23 e i 24 C. Il campo di umidit relativa mostrato nella figura tiene conto
dei diversi fattori: evaporazione della pelle, irritazione degli occhi, scambi respiratori e altri fenomeni
collegati. Per quanto riguarda la velocit dell'aria, per persone che stanno svolgendo attivit sedentaria,
importante che non vi siano correnti d'aria.
La norma ANSI-ASHRAE 55-92 considera anche l'uniformit distributiva delle grandezze termoigrometriche,
quindi affronta, come nella ISO 7730, il problema del discomfort locale. Le situazioni che fondamentalmente
generano discomfort locale sono le differenze verticali di temperatura, le asimmetrie di temperatura radiante,
la temperatura della pavimentazione e le correnti d'aria. Per quanto riguarda le differenze verticali di
temperatura l'ANSI-ASHRAE 55-92 raccomanda una differenza massima di 3 C fra la temperatura misurata
a 0,1 m e quella rilevata a 1,7 m. Sulle asimmetrie di irraggiamento, dovute a pareti calde e fredde o a
divisori orizzontali, vengono consigliate differenze inferiori ai 5 C per quel che riguarda la direzione verticale
e a 10C per la direzione orizzontale. La temperatura del pavimento, consigliata per persone con una
normale tipologia di calzatura, dovrebbe essere compresa tra i 18 e i 29 C, mentre. per gli ambienti dove si
deve stare scalzi importante non solo la temperatura, ma anche il tipo di materiale utilizzato per la
pavimentazione. Le correnti d'aria diventano un problema di discomfort soprattutto quando la parte esposta
direttamente la pelle. La zona cervicale sicuramente la pi sensibile a questo tipo di inconveniente.
che fisicamente dipende dalla turbolenza dell'aria, dalla temperatura dell'aria e dalla velocit della stessa.

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Criterio di valutazione di Fanger


Questo criterio si basa sulla valutazione dell'ambiente attraverso un indice numerico:
il PMV (predicted Mean Value). forse il cr iterio attualmente pi accreditato e parte dalla considerazione
che la sensazione umana per quanto riguarda il benessere termico influenzata dai seguenti sei parametri:
- temperatura dell'aria;
- umidit relativa;
- velocit dell' aria;
- temperatura media radiante;
- attivit svolta;
- resistenza termica del vestiario.
Attraverso gli studi svolti su numerosi soggetti, Franger ha evidenziato come lo stato di benessere sia
direttamente in relazione con la temperatura cutanea media e con la potenza termica ceduta dall' organismo
attraverso la perdita dei liquidi che, come gi discusso precedentemente, principalmente dovuta al
meccanismo della sudorazione.
Questi due parametri sono in relazione con il dispendio energetico dell'organismo che a sua volta legato
all' attivit svolta.
La sensazione di benessere si ottiene se i due parametri stanno entro limiti ben definiti con condizioni ben
precise di attivit fisica svolta:
tc1 < tc < tc2
Es1 < Es < Es2
dove:
tc = temperatura cutanea media;
Es = energia termica ceduta attraverso il meccanismo della sudorazione.
Da queste considerazioni si deduce che a parit di sensazione di benessere termico:
- se aumenta l'attivit fisica svolta, si riduce la temperatura cutanea media
Infatti, se il soggetto svolge attivit sedentaria (l met), la sua temperatura cutanea media pari a 34 C,
mentre svolgendo un'attivit con dispendio energetico di 3 met la temperatura cutanea pari a 31 C;
- la sudorazione per attivit sedentarie praticamente nulla, mentre per il mantenimento di una condizione di
benessere nel caso di attivit fisiche moderate necessario attivare tale meccanismo
Da queste e altre considerazioni Fanger ha sviluppato un procedimento matematico per esprimere una
valutazione sulle condizioni termoigrometriche dell'ambiente. Questo procedimento corretto se si tiene
conto delle seguenti considerazioni: - durante l'intervallo di tempo preso in considerazione il soggetto deve
rimanere in omeotermia senza scambiare calore con l'ambiente esterno; - non deve essere prodotto lavoro
meccanico; - il soggetto deve svolgere un' attivit con basso dispendio energetico che comunque dovrebbe
rimanere costante durante il tempo di analisi; - l'ambiente deve essere termicamente moderato.
In questo senso i parametri termoigrometrici da considerare sono: la temperatura del bulbo secco, la velocit
dell' aria, l'umidit relativa, la temperatura media radiante.

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Indici PMV e PPD


Fanger, come risultato del suo procedimento matematico, ha ottenuto un valore che pu essere utilizzato
per giudicare le condizioni termoigrometriche globali dell' ambiente tenendo conto del tipo di attivit svolta e
dell'isolamento termico del vestiario: il PMV (Predicted Mean Value).
La scala dei valori possibili di PMV limitata a condizioni termiche moderate:
+3 = caldo;
+2 = tiepido;
+1 = leggermente tiepido;
0 = confortevole;
-1 = leggermente fresco;
-2 = fresco;
-3 = freddo.
Come si pu notare il tipo di scala corrisponde a quella sviluppata all'Universit del Kansas con una
variazione relativa di quattro unit.
I limiti di applicabilit del criterio di Fanger possono essere cos riassunti:
- attivit svolta et <1 m M < 4 met;
- isolamento del vestiario 0 clo < Icl < 2 clo;
- temperatura dell'aria 10C < ta < 30C;
- temperatura media radiante 10C < tr < 30C;
- umidit (pressione di vapore) 0 kPa < Pa < 2,7 kPa;
- velocit dell'aria /s <0 m Va < 1m/s;
Essendo il giudizio sul benessere termico dipendente dalla soggettivit delle persone che vivono in quel
particolare ambiente, non tutte risultano soddisfatte anche quando
il voto sull'ambiente considerato corrisponde a condizioni di neutralit (PMV = 0). Il giudizio pu quindi
essere visto come parametro statistico correlando il numero delle persone soddisfatte di un certo ambiente
con il voto espresso dal PMV.
Questo parametro statistico stato chiamato PPD (Predicted Percentage Dissatisfied) e indica la
percentuale di persone insoddisfatte delle condizioni termiche ambientati esistenti.
Una raccomandazione simile a quella americana gi citata (ANSI-ASHRAE 55-92) stata sviluppata in
Europa: la UNI EN ISO 7730 (Ambienti termici moderati. Determinazione degli indici PMV e PPD e
specifica delle condizioni di benessere termico) che suggerisce i criteri di valutazione del comfort termico
negli ambienti termicamente moderati. Per giudicare la bont di un ambiente vengono utilizzati il PMV e il
PPD; di questi indici sono anche suggeriti i limiti di accettabilit in ambienti civili: -0,5 < PMV < + 0,5 cui
corrisponde statisticamente una percentuale di persone insoddisfatte minore del 10%. Come per la
raccomandazione americana anche qui vengono stabiliti i limiti di applicabilit. Nel caso di ambienti riscaldati
nel periodo invernale:
a) la temperatura operativa to deve essere compresa tra 20 e 24 C;
b) la differenza tra il valore di temperatura dell' aria misurata con il termometro a bulbo secco a un livello dal
pavimento di l,l m e quella rilevata a 0,1 m deve essere inferiore a 3 C (queste altezze sono state prese a
riferimento per rappresentare l'altezza della testa di una persona seduta e quella delle sue caviglie);
c) la temperatura superficiale del pavimento deve essere compresa tra 19 e 26 c,

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fatta eccezione per i tipi di riscaldamento a pavimento in cui viene considerata


ottimale una temperatura di 29 C;
d) la velocit dell'aria deve essere inferiore al valore di 0,15 m/s;
e) l'eventuale asimmetria in direzione orizzontale della temperatura radiante dovuta a superfici fredde e
calde (ad esempio finestre, radiatori ecc.) deve essere inferiore a 1O C (la misura viene riferita a una
piccola superficie planare posta a 0,6 m dal pavimento);
f) l'eventuale asimmetria in direzione verticale della temperatura radiante, dovuta in particolare
all'irradiazione del 'Pavimento e del soffitto, deve essere inferiore a 5 c (la misura viene riferita a una piccola
superficie planare parallela ai piani emittenti, posta a 0,6 m dal pavimento).
Per quanto riguarda il periodo estivo:
a) la temperatura operativa to deve essere compresa tra 23 e 26 C;
b) la differenza tra il valore di temperatura dell' aria misurata con il termometro a
bulbo secco a un livello dal pavimento di l, l m e quella rilevata a O, l m deve essere inferiore a 3 C; c) la
velocit dell' aria deve essere inferiore al valore di 0,25 m/s.
Riguardo al tipo di strumentazione per rilevare il PMV possibile utilizzare sia sonde che
contemporaneamente integrano direttamente i valori dei vari parametri, sia sonde costituite da vari
trasduttori specifici per i diversi parametri termoigrometrici. Queste ultime risultano sicuramente pi precise e
versatili rispetto alle prime e sono quindi da preferire.

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