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TERMODINAMICA

( Sintesi )

1) ORIGINE

La termodinamica è un ramo della fisica Le prime applicazioni furono costruite per


che si sviluppò nel Settecento, durante la Ri- motorizzare le pompe che rimuovevano l'ac-
voluzione Industriale, in seguito alla scoperta qua dalle miniere. Le macchine a vapore si
dell'equivalenza tra il calore e il lavoro (espe- diffusero poi n vari settori, dall'estrazione del-
rienza di Joule). Si può affermare che fu que- le materie prime, alla lavorazione (es. macina-
sta scoperta a dare avvio alla Rivoluzione In- zione) e al trasporto (treni a vapore).
dustriale.
Oggi la termodinamica si occupa dello stu-
La termodinamica nasce dal desiderio e
dio e della progettazione di moltissimi tipi di
dalla necessità di sostituire la forza umana
macchine, dai motori per trasporto (maritti-
con la potenza delle macchine a vapore, sia
mo, terrestre, aeronautico e missilistico) fino
per migliorare le condizioni di lavoro sia per
ai frigoriferi e condizionatori casalinghi e in-
aumentare la produzione.
dustriali.
Il calore e la pressione del vapore produco-
no forza e movimento, cioè lavoro e potenza.

Termodinamica significa letteralmente: “calore e forza”


La termodinamica si occupa di tutti i “sistemi” nei quali intervengono trasforma-
zioni tra il calore (energia cinetica molecolare, disordinata) e il lavoro (energia ci-
netica visibile, ordinata). Il calore normalmente è prodotto mediante combustione
o reazione nucleare

La termodinamica si basa su due principi.

 Il primo principio rappresenta un bilancio energetico, tra il calore e il lavoro scambiati dal si-
stema e la sua energia interna. Ciò che “entra” deve essere uguale a ciò che esce se il sistema
non varia la sua energia interna; oppure la differenza tra ciò che entra e ciò che esce va a va-
ria l'energia interna del sistema.

 Il secondo principio, invece, rappresenta la constatazione della legge naturale per cui il la-
voro può trasformarsi interamente in calore, mentre il calore non può trasformarsi intera-
mente in lavoro.

In altre parole, il calore fra tutte le forme di “alta qualità”, e si possono trasformare com-
energia è quella più “degradata”, la meno tra- pletamente in altre forme, senza “scarti”.
sformabile in altre forme. Inoltre, più bassa è E' utile ricordare che il calore è la più po-
la temperatura di una certa quantità di calore, vera forma di energia e che tutte le altre for-
meno esso è convertibile. me, nel trasformarsi, producono spontanea-
Al contrario l'energia cinetica, chimica, mente calore (calore utilizzato o calore di
elettrica e nucleare, invece, sono energie di scarto).

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1) SISTEMA TERMODINAMICO

E' uno spazio realmente o idealmente separato dall'ambiente esterno (chiamato


“universo”) mediante una superficie, che può essere reale o virtuale, deformabile o
indeformabile, permeabile o impermeabile al calore. Dentro questo spazio avvengo-
no trasformazioni (nella densità, nella pressione, nella temperatura ...) di un mezzo
materiale (.... gas, liquido o vapore) le quali comportano uno scambio di calore e di
lavoro con l'ambiente esterno

Se il contorno è rigido, non c'è scambio di Si considerano per esempio adiabatiche


lavoro, perché la forza dovuta alla pressione tutte le trasformazioni che avvengono in tem-
interna non riesce a produrre spostamento pi rapidissimi, perché il calore non ha il tem-
della superficie su cui agisce: L = Forza · Spo- po di attraversare la superficie che divide il
stamento. In questo tipo di trasformazione sistema dall'ambiente: l'espansione del gas
non c'è variazione di volume del fluido; la tra- nello sparo dentro un'arma da fuoco, l'ascen-
sformazione si chiama ISOCORA (che, dal sione dell'aria calda nell'atmosfera causata dal
greco, significa “uguale volume” ). riscaldamento del terreno, etc
Se, invece, il contorno non lascia passare il Infine se la trasformazione avviene con
calore, la trasformazione si chiama ADIABA- scambio di calore e lavoro mentre la tempera-
TICA (ancora dal greco: ἀ = non | διά = at- tura del fluido rimane costante, si ha una tra-
traverso | βάινω = cammino : il calore cioè sformazione ISOTERMA. Il corpo umano,
non passa attraverso il contorno). per esempio, è un sistema a temperatura co-
stante.

3. ESEMPI DI SISTEMI TERMODINAMICI

1. Il “motore a scoppio” 1 , detto motore a combustione interna2. I prodotti della combu-


stione tra benzina e ossigeno si espandono nei cilindri muovendo pareti metalliche
mobili (i pistoni) ed altri organi meccanici (biella, albero motore...) E' una trasforma-
zione chiamata POLITROPICA. Il motore riceve calore, in parte lo trasforma in lavoro
e in parte lo emette nell'ambiente, a temperatura più bassa, come scarto.

2. Il gas che esce da una bomboletta spray


Si espande in modo adiabatico ; il fluido che esce non è separato da una superficie
reale che lo divide dall'ambiente. Non c'è scambio di calore perché il gas si espande

(1) Il termine “motore a scoppio” è improprio. Nei cilindri dei motori avviene una semplice combustione, ovvero
una reazione chimica progressiva e controllata tra benzina e ossigeno. Lo scoppio è, invece, una vera e propria
detonazione, una combustione che avviene in modo rapidissimo e violento, simultaneamente in tutta la massa
del combustibile, senza progressione. Questa combustione è pericolosa e può danneggiare gli organi del moto-
re. Si dice comunemente che “il motore batte in testa”: avviene quando il carburante è di scarsa qualità o ha
basso numero di ottano e si avverte come un battito continuo metallico, un ticchettio molto netto. E' pericoloso
perché gli sbalzi di temperatura e pressione possono fondere localmente l'acciaio del motore.
(2) “Combustione interna”: significa che la reazione chimica tra benzina e ossigeno dell'aria avviene internamen-
te, cioè dentro i cilindri, a contatto con le pareti (i pistoni) che vengono poi spinte dalla pressione del gas (pro-
ducendo lavoro e potenza motrice). Si chiamano a “combustione esterna” i motori nei quali la combustione av-
viene in una caldaia separata. Un esempio: il motore della locomotiva a vapore. Concettualmente è simile al
motore d'automobile, però il vapore viene prodotto bruciando carbone nella caldaia e nei cilindri viene im-
messo vapore già in pressione.

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molto rapidamente, ed espandendosi produce lavoro; poiché non riceve calore, que-
sto lavoro è fatto a spese dell'energia interna, che diminuisce: per questo motivo il g-
as in rapida espansione si raffredda. Le bombolette spray sono usate, per esempio, -
nella medicina sportiva per raffreddare le contusioni. Anche una massa d'aria in rapi-
da salita nell'atmosfera è un sistema in espansione, che non scambia calore, e che -
quindi si raffredda. Ad una certa quota il vapore condensa e si forma la nuvola.

3. L'acqua riscaldata dentro una pentola a pressione


La trasformazione è isocora ovvero a volume costante, essendo le pareti della pentola
rigide; esse sono però permeabili al calore. Non c'è scambio di lavoro ma solo di calo-
re.

4. La compressione dell'aria in una pompa da bicicletta o ruota d'automobile


La trasformazione è adiabatica perché è veloce; l'aria dentro la pompa riceve lavoro
di compressione, che riscalda l'aria stessa. Lo stesso avviene quando una ruota sgon-
fia rotola; nel punto di appoggio si comprime e si espande e aumenta la temperatura
interna: se è troppo sgonfia, la temperatura aumenta troppo e la ruota può danneg-
giarsi o esplodere; è il motivo per cui con il ruotino di scorta delle moderne autovet-
ture non si possono superare gli 80 km/h.

5. Una bolla d'aria nell'atmosfera


Sopra i terreni scuri si formano zone d'aria più calda e meno densa, destinata a salire.
Salendo, ad una certa quota (“quota di condensazione”) il vapore condensa e le goc-
cioline diventano visibili: è nata la nuvola. L'aria, dunque, riscaldata sopra una super-
ficie scura (es: campo arato) diminuisce la densità e sale per il principio di Archime-
de. Salendo si espande perché incontra una pressione minore, e si espande in modo
adiabatico, senza scambiare calore con l'aria circostante, perché la salita è veloce.
L'espansione sottrae energia interna e l'aria della bolla si raffredda. Ad una certa quo-
ta la temperatura della bolla è sufficientemente bassa perché il vapore presente con-
densi (come sui vetri di una stanza, che sono più freddi dell'aria ambiente): la bolla è
diventata una nuvola, anche se intorno a lei il cielo è sereno. E' sereno perché l'aria
circostante, che non si è espansa rapidamente, ha una temperatura più alta.

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1) STATO TERMODINAMICO E PIANO CARTESIANO

Se il fluido è un gas abbastanza rarefatto, la sua situazione termodinamica (detto: “stato ter-
modinamico”) si può rappresentare attraverso un legame (“equazione di stato”) fra tre grandez-
ze: pressione, volume e temperatura.
Per una mole di gas, si ha: pV =RT

R è la costante dei gas perfetti.

Per n moli si ha: pV =nRT

Fissate due variabili, la terza risulta automaticamente determinata. Pertanto lo stato di un gas
si può rappresentare, ad esempio, con le sole p (pressione) e V (volume) in un piano cartesiano
(piano p–V o piano di Clapeyron). Una trasformazione termodinamica viene rappresentata con
una linea che unisce due punti A e B, gli stati iniziale e finale della trasformazione.
Anziché il piano p-V, a volte si usa un piano con altre coordinate termodinamiche, per esem-
pio p-T o T-V
Quando la linea della trasformazione ritorna nel punto di partenza, la trasformazione si dice
CICLICA. Tutte le “macchine” funzionano secondo trasformazioni cicliche (es. si parla di ciclo
Otto, per i motori a benzina, ciclo Diesel per i motori a gasolio, ciclo frigorifero....).

2) TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE

Una trasformazione termodinamica è un processo durante il quale, mediante scambi di


calore e lavoro, un sistema passa da uno stato iniziale A ad uno stato finale B

Ogni stato intermedio è uno stato di equilibrio, cioè uno stato in cui le sue “coordinate termo-
dinamiche” (es. pressione, volume, temperatura) non subiscono variazioni col passare del tem-
po. Le principali trasformazioni termodinamiche sono le seguenti:

ISOBARA : a pressione costante

ISOCORA : a volume costante


Lavoro = 0
ISOTERMA: a temperatura costante

ADIABATICA: senza scambio di


calore (Q = 0)

Sono rappresentate, insieme, nel diagramma


pressione – volume, detto piano di Clapeyron.

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3) CALORE e LAVORO: convenzioni di SEGNO

La termodinamica fu inizialmente sviluppata per macchine “motrici”, cioè per “dispositivi”


che ricevendo calore producevano lavoro. Pertanto il segno fu scelto POSITIVO per il calore en-
trante e POSITIVO per il lavoro uscente.

CALORE POSITIVO : entra


LAVORO POSITIVO : esce

CALORE NEGATIVO : esce


LAVORO NEGATIVO : entra

Il calore si trasmette per conduzione, convezione


o irraggiamento attraverso le pareti, reali o virtuali.
Oppure viene prodotto dentro la macchina mediante
combustione.

Il lavoro si trasmette dall'ambiente al sistema (e viceversa) mediante una forza, che è uguale
alla pressione del fluido moltiplicata per superficie su cui agisce, muovendo le pareti.
Quando il lavoro è positivo la pressione interna (maggiore di quella esterna) spinge la parete
verso l'esterno. Esempio: esplosione di una bomba.
Quando il lavoro è negativo, invece, è l'ambiente esterno che spinge il contorno verso l'interno
del sistema (es. premere lo stantuffo di una pompa da bicicletta).

E' facile calcolare l'espressione del lavoro per una variazione di volume ΔV

L = F . Δs è il lavoro prodotto da una forza che agisca su un'area A che si muove verso
l'esterno per uno spostamento: Δs

Ma la forza che agisce sull'area A è uguale alla pressione per la superficie F = p · A

Quindi: L = p . A . Δs

Però ΔV = A . Δs è il volume generato dallo spostamento Δs della superficie A


In definitiva:
Il lavoro è uguale alla pressione che produce lo sposta-
L= p⋅V mento del contorno moltiplicato per la variazione di volu-
me causata da tale spostamento

4) MACCHINA TERMICA

Macchina termica è qualsiasi sistema termodinamico che funzioni in modo ciclico, ovvero
in modo che il suo fluido (detto “fluido operatore”) ritorni nello stesso stato termodina-
mico ad intervalli di tempo regolari (per. es. nel motore a combustione interna ogni due
giri si ripetono i medesimi stati termodinamici del gas)

Normalmente si tratta di “macchine” vere e proprie, non di sistemi naturali (anche il corpo
umano è una macchina termica, un sistema che assorbe calore dalla combustione del cibo e la tra-
sforma in lavoro, cioè movimento, combinandolo con l'ossigeno della respirazione).

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Le prime macchine furono inventate per trasformare il calore in lavoro:
sono dette MACCHINE MOTRICI
In seguito furono inventate macchine adatte a trasferire calore da un ambiente a temperatura mi-
nore ad uno a temperatura maggiore, spendendo lavoro:
sono dette MACCHINE FRIGORIFERE

E' utile il seguente schema sul CONCETTO GENERALE DI MACCHINA:

5) ENERGIA INTERNA

Se il fluido è un gas abbastanza rarefatto, le sue molecole sono abbastanza lontane e non inte-
ragiscono mediante attrazione elettrostatica (cariche uguali si respingono, cariche si attraggono).
Quindi non c'è energia potenziale di tipo elettrico. Rimane solo l'energia cinetica delle molecole,
il cui valore medio rappresenta (secondo la teoria cinetica molecolare) la temperatura assoluta
del gas.
Quando questa energia si trasmette (es. per conduzione, cioè urti tra particelle) da un corpo
all'altro o fra diverse parti dello stesso corpo, l'energia viene chiamata CALORE.

Quando invece si considera la quantità di energia presente all'interno della sostanza,


essa viene chiamata ENERGIA INTERNA (simbolo U ). Nel caso di un gas rarefatto,
ovvero di un “gas perfetto”, questa energia interna (per kg di sostanza) dipende solo dal-
la temperatura, cioè solo dall'energia cinetica media delle molecole

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6) TRASFERIMENTI di CALORE - LAVORO

6.a) TRASFORMAZIONE CON SCAMBIO DI CALORE, SENZA LAVORO

“Riscaldare”, cioè fornire calore (Q>0), significa trasferire energia cinetica a ciascuna molecola,
per conduzione, convezione o irraggiamento: aumenta l'energia cinetica media di ogni particella,
cioè aumenta la temperatura. Aumenta l'energia interna, cioè la somma di tutte le energie cineti-
che.
Esempio: pentola a pressione sul fuoco, con il coperchio chiuso
Togliere calore (Q<0), analogamente, significa togliere energia cinetica a ciascuna molecola,
abbassare cioè la temperatura ed quindi anche l'energia interna.
Pertanto se Q > 0 anche la variazione di energia interna è positiva.
Se Q < 0, la variazione di energia interna è negativa.
Il valore e il segno del calore trasferito e della variazione di energia interna sono uguali.
Riassumendo: valori uguali, segni uguali.
Possiamo concludere che:
U =Q
Se non c'è scambio di lavoro, la variazione di energia interna è uguale in valore e segno
al calore scambiato, positivo entrante, negativo uscente

6.b) TRASFORMAZIONE CON SCAMBIO DI LAVORO MA NON DI CALORE

Quando si compie un lavoro sul sistema (L< 0), per esempio si schiaccia il pistone di una pom-
pa da bicicletta in modo rapido (cosicché non c'è passaggio di calore verso l'esterno), si fornisce
energia a ciascuna molecola. L'energia cinetica media di ogni particella, cioè la temperatura, ed
aumenta l'energia interna, che è la somma di tali energie. Il lavoro è negativo, la variazione di
energia interna è positiva. I valori assoluti sono uguali.

Quando il sistema si espande e compie lavoro verso l'esterno (L>0), le sue molecole vedono di-
minuire la propria energia cinetica media, quindi diminuisce la temperatura ed anche l'energia
interna, perché è la somma delle energie cinetiche. Il valore assoluto del lavoro e della variazione
di energia sono uguali.

Riassumendo: valori uguali, segni opposti

Quindi: U =−L

Se non c'è scambio di calore, la variazione di energia interna è uguale in valore e opposta
al lavoro compiuto (positivo) o subìto (negativo) dal sistema.

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7) PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA

Consideriamo il caso in cui avvengano scambio sia di calore sia di lavoro.


Unendo i due casi precedenti, si deduce che l'energia interna varia contemporaneamente sia
per l'assorbimento/cessione di calore, sia per il lavoro compiuto/ricevuto:

In definitiva: U =Q−L
Il principio esprime in sostanza la conservazione dell'energia, nella duplice forma: ordi-
nata (lavoro) e disordinata (calore/energia interna). In altre parole ciò che “entra” meno
ciò che “esce” uguaglia la variazione di energia interna: nulla viene creato e nulla viene
distrutto durante le trasformazioni termodinamiche

8) IL PRIMO PRINCIPIO PER UNA MACCHINA CICLICA (ΔU = 0)

Per la termodinamica una macchina ter- (ciclo Otto), motori a turbina (ciclo Brayton) ,
mica è un dispositivo che converte l'energia a vapore (ciclo Rankine).
termica fornita dall'ambiente esterno (calore)
Distinguiamo la macchina motrice, o mac-
in lavoro. Le macchine termiche sono cicliche,
china termica propriamente detta, dalla mac-
cioè le reazioni che le fanno funzionare ripor-
china frigorifera. Anche questa, però, è una
tano periodicamente i fluidi nelle stesse con-
macchina termica, ma funziona con ciclo in-
dizioni di temperatura e pressione: il ciclo è
verso, in quanto trasferisce calore utilizzando
sono descritto da una LINEA CHIUSA nel
lavoro. Per esempio il frigorifero assorbe ca-
piano p -V.
lore dal cibo a 4° C e lo trasferire all'aria della
Il nome di una macchina termica è gene-
cucina, a 20°C. Poiché il calore in natura non
ralmente quello del ciclo termodinamico as-
passa mai spontaneamente da una ambiente
sociato. il quale, a sua volta, prende il nome
ad uno a temperatura maggiore, la macchina
da colui che l'ha inventato o sviluppato: mo-
deve fornire lavoro e lo fa mediante il com-
tore a gasolio (ciclo Diesel), motore a benzina
pressore, che introduce lavoro meccanico uti-
lizzando energia elettrica.

Comunque sia, poiché un macchina è sempre ciclica, ad ogni ciclo il fluido assume lo stesso
stato termodinamico. Quindi applicando ad un ciclo il primo principio della termodinamica, es-
sendo la variazione di energia interna necessariamente nulla ΔU = 0 (appunto perché il fluido è
nello stesso stato), otteniamo: Q− L=0

cioè Q=L

che è il primo principio applicato alle macchine termiche.


In estrema sintesi:

Ciclo dopo ciclo, il lavoro prodotto uguaglia il calore netto assorbito (macchina motrice),
o il lavoro assorbito uguaglia il calore trasferito, che è la differenza tra quello entrante e
quello uscente (macchina frigorifera).

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MACCHINA MOTRICE

Il lavoro è prodotto sfruttando il gradiente


termico (che significa: differenza di temperatu-
ra) tra una “sorgente” calda e una “sorgente”
fredda. Il calore è trasferito dalla sorgente calda a
quella fredda di solito tramite un fluido.
Il ciclo termodinamico viene percorso in SEN-
SO ORARIO nel piano di Clapeyron. L'area della
curva chiusa che rappresenta il ciclo è il LAVO-
RO prodotto dalla macchina per ogni ciclo.

A destra, per esempio, è illustrato il ciclo Otto


dei motori a benzina per veicoli.
Qp è il calore fornito dalla combustione della
benzina, Qo è il calore che esce con i fumi dallo
scarico e dal raffreddamento mediante il radiatore
dell'acqua.

A è l'area, cioè il lavoro per ogni ciclo.

Il secondo principio della termodinamica vieta che si possa costruire una macchina che scam-
bi calore solo con la sorgente calda QH
In altre parole, non è possibile trasformare completamente in lavoro una data quantità di calo-
re. L'idea di costruire un motore adiabatico, cioè un motore che bruci la benzina e lo trasformi
interamente in lavoro, è IRREALIZZABILE. Se esistesse, sarebbe un motore esternamente freddo.
Al contrario, la maggior parte del calore introdotto con la benzina, circa tre quarti, deve essere
restituito all'ambiente come calore e solo un quarto diventa lavoro. In sostanza ogni cento euro di
benzina introdotti nel serbatoio, 25 diventano spostamento, 75 vengono restituiti all'aria. Il rendi-
mento del motore a combustione interna è molto basso, intorno appunto del 25 %. Il motore Die-
sel riesce ad arrivare al 30 % ma non è molto di più.

Il RENDIMENTO di una macchina motrice è definito come il rapporto tra il lavoro prodotto
(detto lavoro utile) e il calore introdotto:
L
=
QH

Per il primo principio (bilancio energetico): L=Q H −QC

da cui
Q H −Q C cioè
QC
= =1−
QH QH

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