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1.

Cosa sono le macchine termiche


Le macchine termiche sono dispositivi che convertono
l'energia termica in energia meccanica. Possono essere
utilizzate in diversi contesti, come nel settore
automobilistico, in quello energetico o in quello della
produzione industriale.
Il principio di funzionamento delle macchine termiche si
basa sulla termodinamica, secondo cui l'energia termica
si trasferisce da una sorgente calda ad una fredda,
attraverso il lavoro.
Una macchina termica può compiere il lavoro quando solleva un pistone, ma
necessariamente, non potendo il pistone sollevarsi all'infinito, bisogna far sì che la
macchina compia un ciclo di trasformazioni termodinamiche che riportino il
sistema nelle condizioni iniziali.
Questo ciclo può essere descritto attraverso quattro fasi: espansione,
raffreddamento, compressione e riscaldamento.
Durante queste trasformazioni il sistema scambia calore e lavoro con l'ambiente
esterno e con le sorgenti di calore.
2. Il rendimento di una macchina termica

Il rendimento di una macchina termica è definito come il rapporto tra l'energia


meccanica prodotta e l'energia termica fornita. In altre parole, è una misura della
loro efficienza nel convertire calore in lavoro.

R=L/Q2
Esso è definito come il rapporto tra il lavoro prodotto dalla macchina e il
calore fornito ad essa.

In generale, il rendimento delle macchine termiche dipende dal tipo di ciclo


termodinamico utilizzato, ovvero dal modo in cui il fluido di lavoro (ad esempio
vapore, gas, liquido) si espande e si comprime all'interno della macchina. I cicli
termodinamici più comuni sono il ciclo di Carnot, il ciclo di Stirling e il ciclo di
Brayton.

Possiamo rappresentare il funzionamento di una


macchina termica con un semplice schema: tutte le
macchine termiche assorbono calore (Q 1) da una
sorgente calda, trasformano una parte di questo
calore in lavoro meccanico (L) e cedono all’ambiente
(o a una sorgente di temperatura più bassa) una
certa quantità di calore residuo inutilizzato (Q2).
Il motore di un’automobile, ad esempio, sviluppa
calore bruciando una miscela di benzina e aria, ne
trasforma una parte in lavoro meccanico che pone in
movimento le ruote dell’auto e rilascia nell’ambiente
una certa quantità di calore inutilizzato attraverso i
gas di scarico.

Poiché in un ciclo la variazione di energia interna è nulla, in base al primo


principio della termodinamica si ha

Q-L=0 ⇨ Q=L

La quantità di calore Q rappresenta la differenza tra il calore assorbito Q 2 e il


calore ceduto Q1, quindi
L=Q=Q2-Q1
dove Q2 e Q1 sono considerate come quantità positive. Il rendimento R può quindi
essere scritto come:
R = L/Q2 = Q2 - Q1 /Q2 = 1 - Q1 /Q2 <1

Il rendimento di una qualsiasi macchina termica è sempre minore di 1.


Qualsiasi macchina termica produrrà sempre una certa quantità calore residuo
Q2 diverso da 0.
Tra le macchine termiche più comuni vi sono le centrali elettriche a combustione,
le turbine a gas e le macchine a vapore. In generale, queste macchine hanno un
rendimento inferiore al 100% a causa dei processi irreversibili che si verificano
durante il ciclo termodinamico. Tuttavia, il rendimento può essere migliorato
attraverso l'adozione di tecniche di recupero del calore o l'utilizzo di fluidi di
lavoro ad alta efficienza.

Per aumentare il rendimento delle macchine termiche, è importante utilizzare


tecnologie avanzate e ottimizzare i processi di combustione e trasferimento
di calore. Inoltre, è possibile utilizzare tecniche di recupero di energia, che
consentono di recuperare parte dell'energia termica dispersa e riutilizzarla per
alimentare la macchina.

Il miglioramento del rendimento delle macchine termiche è quindi fondamentale


per aumentare l'efficienza energetica e ridurre i costi di produzione e l'impatto
ambientale. Dobbiamo continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di
nuove tecnologie per migliorarne l'efficienza e contribuire alla transizione verso
un'economia più sostenibile.

3. Sadi Carnot
Carnot fu il primo a introdurre il concetto di "macchina
termica", ovvero un dispositivo che può convertire il calore
in lavoro meccanico. Egli studiò una macchina termica
ideale, senza attriti o dispersioni di calore per conduzione,
funzionante con un gas perfetto e con un ciclo termico
(che da allora porta il suo nome) costituito da due
trasformazioni isoterme e da due adiabatiche:
Egli quindi approfondì la conversione di calore in lavoro
attraverso un ciclo termodinamico che consisteva in
quattro fasi: compressione isoterma, riscaldamento
isocoro, espansione isoterma e raffreddamento
isocoro.
La sua teoria fu fondamentale per lo sviluppo della
tecnologia delle macchine a vapore, a tal punto che il
ciclo di Carnot è ancora oggi utilizzato come riferimento
per la valutazione delle prestazioni delle macchine
termiche.

Sfortunatamente, Carnot morì prematuramente a causa di una febbre tifoide


all'età di solo 36 anni, ma il suo lavoro ha continuato ad avere un impatto
significativo sulla scienza e la tecnologia moderna.

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