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Nomenclatura:
• Sorgente o pozzo: sistema in grado di fornire o prendere una grande quantità di calore senza
alcun cambiamento (grandezze di stato costanti)
• Fluido frigorigeno: fluido che circola all'interno della macchina a ciclo inverso.
La macchina frigorifera
Lo scopo principale del ciclo inverso è la realizzazione di una macchina frigorifera. Come si
vedrà di seguito è possibile utilizzare il ciclo inverso anche per riscaldare, ma la sua funzione
importante è la realizzazione di un ambiente a temperatura inferiore a quella ambiente.
Per raffreddare un corpo, che chiamiamo sistema, è necessario porlo a contatto con un altro
corpo, che chiamiamo pozzo, che si trovi ad una temperatura inferiore affinché il calore esca dal
sistema e passi al corpo più freddo.
Se si utilizza come pozzo un liquido che si trova
in condizioni di liquido saturo a temperatura
inferiore a quella ambiente, è possibile cedere
calore ad esso senza che cambi la sua
temperatura e pressione. Questo succede finché
non è completato il cambiamento di fase.
L'ambiente raffreddato viene chiamato cella
frigorifera.
Per operare ciclicamente è necessario riportare il vapore che è stato prodotto alle condizioni
iniziali sottraendogli il calore che ha acquisito facendolo condensare utilizzando un pozzo che
sia diverso dalla cella. E' opportuno utilizzare come pozzo l'ambiente esterno che può
comportarsi come serbatoio-pozzo. Per fare ciò è necessario portare il vapore ad una temperatura
superiore a quella ambiente comprimendolo ad una pressione opportuna. A questo punto si cede
calore all'ambiente facendo condensare il vapore. Il processo di condensazione è un processo
isobaro ed isotermo per cui è necessario, dopo la condensazione, riportare il liquido alla
pressione ed alla temperatura adatti a raffreddare la cella frigorifera. Questo si ottiene
sottoponendo il liquido ad un processo chiamato laminazione che provoca una riduzione della
temperatura e della pressione provocando l'evaporazione di una parte del liquido in un sistema
isolando con un elevato attrito.
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LA MACCHINA A CICLO INVERSO
Il ciclo inverso
Il ciclo inverso è costituito dalle seguenti
trasformazioni:
4-1 evaporazione: il fluido frigorigeno passa
dallo stato liquido a quello di vapore sottraendo
calore alla cella frigorifera, la sorgente;
1-2 compressione: il vapore viene compresso
fino ad una pressione che porta il vapore a
temperatura superiore al pozzo;
2 -3 condensazione: il fluido frigorigeno cede calore, prima raffreddandosi, quindi
condensando;
3 - 4 laminazione: il fluido passa attraverso un condotto o una sezione che provoca un forte
attrito . Si ha la trasformazione di pressione in calore che fa evaporare un'aliquota di fluido.
La valvola di laminazione, termodinamicamente, è un sistema isolato. Per le sue, relativamente,
piccole dimensioni scambia poco calore, percentualmente trascurabile; non scambia lavoro
perché non è predisposto a questo. L'aumentare della percentuale di vapore, aumento del titolo,
porta il sistema ad una temperatura inferiore.
Il calore di evaporazione, QB, passa dalla sorgente, cella frigorifera, al fluido alla temperatura
inferiore; il calore di condensazione, QA, passa dal fluido al pozzo alla temperatura superiore.
Quando si vuole utilizzare il ciclo inverso come frigorifero si utilizza come sorgente la cella
frigorifera e come pozzo l'ambiente
esterno.
Quando si vuole utilizzare il ciclo
inverso per riscaldare si utilizza il
volume da riscaldare come pozzo e
l'ambiente come sorgente. In questo
caso il ciclo inverso si chiama
pompa di calore.
Per qualificare un ciclo inverso,
nelle due applicazioni, viene
utilizzato il parametro coefficiente
di effetto utile (chiamato anche COP =coefficient of performance) pari al rapporto tra in calore
utilizzato il lavoro fornito al sistema:
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QB QA
COPfrigorifero = e COPpompa di calore =
Lc Lc
La relazione tra il COPfr e il COPpdc viene fornita dal bilancio espresso dal primo principio:
QA QB
QA − QB = L → − = 1 → COPpdc = COPfr + 1
L L
Quando l’utilizzazione del ciclo inverso è finalizzata al recupero di calore dalla sorgente fredda,
calore non utilizzabile, ad una temperatura più elevata si parla di trasformatori di calore.
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Macchine ad assorbimento
Premessa
Le macchine ad assorbimento permettono di produrre potenza frigorifera utilizzando come
energia motrice sorgenti di calore. Questo tipo di macchina è stato brevettato nel 1859 e nel
periodo che va dal 1860 al 1875 ha avuto una diffusione superiore alle macchine frigorifere a
compressione. Agli inizi del '900 si ebbe la prevalenza delle macchine a compressione sia per la
diffusione dell'energia elettrica sia per i miglioramenti tecnologici e produttivi dei compressori.
La possibilità di utilizzare calore, anche di scarto, invece dell'elettricità, il funzionamento
silenzioso ed affidabile dovuto alla quasi assenza di organi in movimento rendono conveniente
l'utilizzo di tale tipo di macchine in numerose applicazioni.
Principio di funzionamento
Si considerino due recipienti, come
disegnato in figura 1a, uno contenente una
sostanza pura l'altro una miscela costituita
dalla stessa sostanza e da un altro
componente con cui forma una soluzione.
Il vapore della sostanza pura nel recipiente
che contiene la soluzione ha una tensione di vapore minore di quella che si realizza nel recipiente
che contiene la sola sostanza pura, a parità di temperatura.
Se i due recipienti vengono messi in comunicazione (fig. b) la soluzione comincia ad assorbire il
vapore della sostanza pura che, allo stesso tempo, evapora dal recipiente che contiene la sola
sostanza pura. In quest'ultimo, a causa dell'ebollizione, si ha una riduzione della temperatura del
liquido per la sottrazione del calore di vaporizzazione con produzione di effetto frigorifero.
La soluzione, per contro, subisce un innalzamento di temperatura dovuto al calore di
condensazione ed al calore di diluizione della soluzione. L'aumento della diluizione della
soluzione, insieme all'aumento di temperatura, riduce le capacità assorbenti per l'aumento della
tensione di vapore fino ad annullarla.
La sostanza pura svolge la funzione di refrigerante, mentre la soluzione, ottenuta con l'aggiunta
di una sostanza con bassa tensione di vapore, svolge la funzione di assorbente.
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nell'evaporatore.
Per far evaporare il refrigerante dalla soluzione diluita, è necessario portare quest'ultima ad una
temperatura maggiore di quella necessaria a far evaporare il refrigerante puro. Per effettuare
questa fase, detta di rigenerazione, la soluzione diluita viene prelevata dall'assorbitore ed inviata
nel generatore. In questo
componente viene fornita
alla soluzione diluita
l'energia termica necessaria
a far evaporare il refrige-
rante (fig. a).Poiché nel
generatore il vapore del
refrigerante è a pressione
maggiore dell'assorbitore,
la soluzione diluita deve essere inviata con l'aiuto di una pompa che compensi la differenza di
pressione tra i due componenti.
La soluzione concentrata che viene prodotta nel generatore viene inviata nell'assorbitore
mediante una valvola di laminazione per compensare la differenza di pressione esistente tra
generatore ed assorbitore.
Osservando il collegamento tra il generatore e l'assorbitore, si nota il passaggio di soluzione
concentrata calda che viene travasato nell'assorbitore e il travaso di soluzione diluita nel
generatore.
Inserendo uno scambiatore di calore tra i due flussi è possibile ridurre la temperatura della
soluzione concentrata che entra nell'assorbitore,
con aumento delle capacità assorbenti, e
aumentare la temperatura della soluzione diluita
che entra nel generatore riducendo l'ammontare
del calore da fornire al sistema.
Per asportare il calore necessario a condensare il
liquido frigorigeno ed il calore che si sviluppa
nell'assorbitore è necessario realizzare appositi circuiti di raffreddamento.
La maggior parte del calore che si sviluppa nell'assorbitore è il calore di condensazione del
fluido frigorigeno; circa la stessa quantità deve essere estratta dal condensatore. Considerando la
differenza di pressione che è presente nei due componenti si conclude che la temperatura che si
realizza nel condensatore sarà maggiore della temperatura che si realizza nell'assorbitore.
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Il circuito di raffreddamento può essere, quindi, uno solo con ingresso nell'assorbitore ed uscita
dal condensatore. Il vapore di refrigerante viene inviato in un condensatore (fig. 2b) quindi
immesso nell'evaporatore, dopo aver adeguato la sua pressione attraversando una valvola di
laminazione, chiudendo il ciclo. Lo schema della macchina ad assorbimento è riportato in
figura.
La coppia assorbente-refrigerante
La prima caratteristica che deve avere la coppia di sostanze da impiegare in macchine ad
assorbimento è l'affinità che permette alla soluzione di assorbire il refrigerante. Il fluido
assorbente dovrebbe essere non volatile affinché al generatore si abbia la separazione del solo
fluido frigorigeno. I fluidi dovrebbero essere solubili almeno nel campo delle temperature
operative della macchina in maniera tale che non si incorra nella cristallizzazione che comporta
la fermata della macchina. Sarebbe desiderabile, inoltre, che le pressioni di lavoro non siano
molto diverse dalla pressione atmosferica in maniera da evitare di avere una parte dell'impianto
sottovuoto oppure a pressione elevata. Come per ogni tipo di macchina refrigerante, il fluido
frigorigeno dovrebbe avere un calore di vaporizzazione alto e un calore specifico basso; i fluidi,
inoltre, dovrebbero essere stabili, per non richiedere la loro sostituzione dopo un certo periodo di
tempo ed, infine, poco corrosivi, non infiammabili e scarsamente tossici. Le coppie impiegate
comunemente nelle macchine ad assorbimento sono acqua-bromuro di litio (H2O-LiBr), e
ammoniaca-acqua (NH3-H2O).
Nella coppia H2O-LiBr il refrigerante è l'acqua: questo comporta l'impossibilità a scendere sotto
0°C. Il bromuro di litio è limitatamente solubile così da comportare il pericolo di
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