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IDROLOGIA FISICA LEZIONE 03

CENNI DI METEOROLOGIA
In questa lezione e nella prossima vi fornirò degli elementi di meteorologia che poi saranno utili per comprendere
la dinamica delle precipitazioni. Partiamo dall’etimologia della parola meteorologia, che viene dal greco
meteoros, cioè “elevato”.
In passato, la meteorologia studiava fenomeni come le meteore e i meteoriti, studiava tutto quello che aveva a
che vedere con quello che succede al di sopra della superficie terrestre.
Oggi il concetto è cambiato, si è focalizzato sul tempo atmosferico e gli eventi che avvengono nell’atmosfera
terrestre.
Occorre fare un distinguo tra meteorologia e climatologia, cioè tra tempo atmosferico e clima, o anche tra weather
e climate. Per tempo atmosferico si intende qualcosa che cambia da ora ad ora, da giorno a giorno. Un fenomeno
che avviene in atmosfera con dinamica veloce. Per clima invece si intende il tempo medio, cioè delle
caratteristiche meteorologiche di un determinato posto che sono state osservate su un orizzonte temporale
molto più ampio (decadi). Il clima ha caratteristiche medie, di un determinato sito, mentre il tempo atmosferico
è quello che si verifica localmente in una finestra temporale di ora o di giorno.
Chiaramente noi ci focalizziamo sul tempo atmosferico.
Occorre ricordare che l’atmosfera è un fluido che risente della gravità, è quindi stratificato e più denso verso la
superficie rispetto alla parte esterna.
L’andamento della temperatura e della pressione in funzione della quota (valutata rispetto alla superficie). Si
osserva che la pressione ha un andamento lineare, idrostatico della pressione in atmosfera. Per quanto riguarda
la temperatura abbiamo visto che, a seconda degli strati che andiamo a considerare; la temperatura può
decrescere o crescere in funzione della quota.
Quindi sono stati identificati diversi strati, dalla stratosfera alla mesosfera, alla troposfera, alla termosfera fino
all’esosfera.
All’interno dell’atmosfera, essendo un fluido, possiamo considerare le equazioni di conservazione della massa e
dalla quantità di moto e dell’energia.
Le variabili di interesse sono temperatura, pressione, densità, funzioni di x, y, z e t. La scrittura delle equazioni
di conservazione ci permette di esprimere la variabilità in funzione dello spazio e del tempo.

FENOMENI ATMOSFERICI

I fenomeni principali che avvengono in atmosfera possono essere suddivisi in 3 categorie:


- Ridistribuzione del calore in orizzontale ed in verticale, quindi attraverso dei movimenti dell’aria in senso
verticale/orizzontale.
- Processi secondari innescati da processi di redistribuzione del calore; funzione della prima categoria e
che annoverano l’evaporazione, la condensazione, la formazione delle nubi, la precipitazione e fenomeni
ad essa associati, come i fronti meteorologici o i cicloni tropicali ed extra, e i temporali. Queste sono
manifestazioni particolari di questi processi che sono, sostanzialmente innescati da redistribuzione del
calore.
- Processi legati all’elettricità atmosferica, come i fulmini e gli sprite. I fulmini sono dei fenomeni elettrici
che vedono una propagazione dalle nubi alla superficie terrestre, mentre gli sprite sono delle
manifestazioni che vanno da nubi a spazio.
Cercheremo di focalizzarci sulle prime due tipologie, che ci interessano per lo studio delle precipitazioni.
RIDISTRIBUZIONE DEL CALORE E MACROCIRCOLAZIONE

Per chiarire questo aspetto occorre mostrare la mappa delle temperature alle diverse latitudini. Abbiamo visto
che dell’energia irradiata dal sole, che arriva in corrispondenza della superficie esterna della terra, la costante
solare cioè, ne abbiamo determinato la componente ortogonale alla superficie e abbiamo visto che è funzione
della latitudine, ma anche della declinazione solare e dell’angolo ora. C’è una notevole differenza della quantità
di energia che arriva sulla superficie terrestre. Abbiamo una stratificazione della temperatura nella mappa. Colori
+ caldi = temperatura maggiore, e viceversa per i colori freddi. La ridistribuzione del calore vede le latitudini
minori avere un’energia maggiore rispetto alle latitudini maggiori. Questa figura tiene conto del fatto che
abbiamo una diversa quantità di calore alle diverse latitudini e questo squilibrio attiva una serie di processi che
tendono a redistribuire il calore, si raggiunge un equilibrio termico, se ne è alla costante ricerca.
Ora consideriamo l’emisfero boreale. Le frecce in figura sono la macrocircolazione atmosferica che dovrebbe
avvenire nell’emisfero se la terra fosse in rotazione su se stessa, sull’asse terrestre. La redistribuzione del calore
porta ad una movimentazione dell’aria in atmosfera, con direzione e versi che vengono indicati in figura.
In cosa consiste? Quello che succede è questo: la convezione termica, cioè quando un fluido a contatto con una
superficie ha temperatura maggiore si riscalda, aumenta la temperatura per conduzione. Focus sull’equatore.
Succede che l’aria che si trova in atmosfera, a contatto con la superficie, si riscalda e si espande, diminuisce la
sua densità e in seguito alla spinta di Archimede, sale verso gli strati più alti, che sono + freddi e meno densi.
L’aria a contatto con la superficie si riscalda, si espande e tende a raffreddarsi e a portarsi in equilibrio con
l’ambiente circostante. Arrivato qui ad un certo punto, piega, cosa succede: avviene in corrispondenza del limite
esterno della troposfera (tropopausa). Qui abbiamo inversione termica, la temperatura diminuisce con la quota,
il nostro gas per potersi raffreddare e tendere all’equilibrio con l’ambiente non ha possibilità di spostarsi verso
l’esterno, quindi si sposta verso i poli. L’operazione di redistribuzione del calore porta l’aria dalla superficie
dell’equatore prima a spostarsi verticalmente e poi a spostarsi in maniera parallela alla tropopausa, verso i poli,
dove si raffredda e per questo scende, diventa + densa. Qui torna all’equatore. Il circolo che l’aria effettua per
potersi mettere in equilibrio è quello in figura. Denominata macrocircolazione atmosferica o Cella di Hadley.
In atmosfera si può ritenere che sia valida la legge dei gas perfetti pV=RT. Quello che succede in corrispondenza
della superficie è che un aumento della temperatura porta ad un aumento di P*V, il gas tende a spostarsi verso
l’alto aumentando il suo volume, espandendosi, diventa meno denso e diminuisce la pressione.
Nella troposfera abbiamo un gradiente termico negativo che vede una diminuzione della T rispetto alla quota.
Quanto vale il gradiente? Va da 4 a 10 °C/km. Perché varia? Perché è funzione della atmosfera e della presenza
di vapore acqueo. Possiamo avere una variabilità del gradiente come in figura.
Quindi la macrocircolazione atmosferica, la redistribuzione del calore vede l’aria calda all’equatore dirigersi ai
poli e l’aria fredda dei poli tornare all’equatore. Vedete che l’equatore è a bassa pressione e ai poli c’è alta
pressione, si parla di pressione in corrispondenza della superficie. Siccome all’equatore abbiamo movimento
dell’aria verso l’alto, quindi l’aria che si riscalda va verso l’alto, si riscalda, si espande, diminuisce pressione, per
questo si parla di bassa pressione. Viceversa, ai poli.
Pressione, unità di misura, espressa in N/m^2, ma anche in atm, mmHg, Pa.

UMIDITA’ RELATIVA E ACQUA

Elemento fondamentale è acqua, sotto forma liquida/gassosa/solida. Nell’aria l’acqua si trova come vapore
acqueo, forma gassosa. La quantità di vapore acqueo che è presente nell’aria è misurata tramite l’UR. Rapporto
tra densità vapore acqueo contenuto nell’aria e la densità del vapore saturo alla temperatura considerata. UR ci
dice la quantità di vapore acqueo ad una determinata temperatura contenuta nell’aria rispetto alla quantità
massima che può essere contenuta. Quantità massima è funzione della temperatura. Generalmente, all’aumentare
della temperatura, aumenta la quantità max di vapore acqueo che può essere contenuta. Al diminuire della
temperatura diminuisce questa quantità.
Quindi quello che può succedere è che se andiamo a considerare una determinata temperatura (es. 30 gradi) e
nell’aria è contenuta una certa quantità di vapore acqueo, a cui corrisponde una umidità relativa del 50%, se
diminuiamo la temperatura, la stessa quantità di vapore acqueo può portare ad umidità relativa del 100%.
Quindi l’umidità relativa può variare, a parità di vapore acqueo, semplicemente variando la temperatura.
IMPORTANTE, perché aria in atmosfera, spostandosi, può portare il vapore acqueo a saturazione.
Altra cosa importante da tener presente è che pressione esercitata su superficie da massa di aria umida è minore
di quella esercitata sulla stessa superficie da una massa di aria secca di pari volume, perché? Per questione di
pesi molecolari. Una massa d’aria secca esercita una pressione maggiore di una massa d’aria umida.
Grafico di Clausius-Clapeyron descrive la linea di saturazione che suddivide la regione di aria satura da quella di
aria insatura. Su ascisse va la temperatura, su ordinata va l’umidità relativa. Quello che si può fare è: considerando
un punto qualsiasi, descrive un certo volume di aria ad una determinata temperatura e umidità relativa,
supponiamo di diminuire la temperatura di questo volume d’aria. Quello che succede è che aumenta l’umidità.
Se ci spostiamo lungo la linea tratteggiata (linea di raffreddamento adiabatica), cioè raffreddiamo il nostro volume
d’aria, diminuisce temperatura, aumenta umidità relativa sino ad arrivare in corrispondenza della linea di
saturazione. In questo punto, l’umidità relativa è del 100%. Siamo in condizioni sature. Quindi sulle ordinate
abbiamo riportato l’umidità e la linea di saturazione indica dove raggiungiamo l’ur del 100%. Questo grafico ci
permette di caratterizzare lo stato di un determinato volume d’aria in funzione della temperatura e dell’umidità.

EFFETTO DELLA ROTAZIONE TERRESTRE SUI MOTI ATMOSFERICI

Un’altra cosa importante da tener presente, è la Forza di Coriolis. Per comprendere il movimento dell’aria in
atmosfera occorre menzionare Coriolis. La terra è in movimento attorno al suo asse terrestre e che noi osserviamo
quello che succede in atmosfera da sdr in moto circolare rispetto al sdr inerziale. Andiamo ad osservare il
movimento in atmosfera da un sdr che è in moto circolare attorno all’asse terrestre. Sul moto in atmosfera
intervenga la forza di Coriolis, che è una forza apparente, legata al fatto che noi osserviamo il moto dell’atmosfera
da un sdr che è in moto circolare. Supponiamo di andare a considerare un oggetto che si muove di moto
rettilineo, come indicato dalla freccia in figura. Per esempio, dal centro verso l’esterno. Il moto reale dell’oggetto
è rettilineo, ma se osservato da un sistema di riferimento in moto circolare, l’osservatore non lo vede rettilineo,
ma curvo. All’osservatore il moto di quest’oggetto sembrerà come il moto di un oggetto soggetto ad una forza
trasversale al moto, che fa curvare l’oggetto come in figura. Quindi coriolis è di fatto apparente, dovuta al fatto
che lo stesso osservatore è in moto circolare.
Come la forza di coriolis va ad impattare sul moto che avviene in atmosfera. Supponiamo che la terra in rotazione
attorno al suo asse, in senso antiorario. Supponiamo inoltre di considerare un volume di aria che si sposti
secondo un percorso meridiano, dai poli verso l’equatore. Lo spostamento di questo volume d’aria deve seguire
un meridiano, ma per effetto della rotazione della terra, lo spostamento della massa d’aria non sembrerà
all’osservatore meridiano, ma curvilineo. Risulterà essere in ritardo rispetto a quello che sarebbe lo spostamento
meridiano. Così succede nell’emisfero boreale. Stessa cosa succede nell’emisfero australe.
Nel boreale anticipa lo spostamento se va dal basso verso l’alto (va verso destra), per l’australe va verso sinistra.
Viceversa, valido per lo spostamento dall’alto al basso.
La forza di coriolis e la rotazione terrestre fa sì che la macrocircolazione terrestre, anziché essere un’unica
macrocella, in realtà siano tre macrocelle (H, F, P – hadley, ferrel, polare). I versi della cella H e P sono gli stessi
della macrocella emisferica, mentre la cella F presenta dei versi invertiti e sono dei versi dovuti ai versi indotti
dalle due celle adiacenti. Rispetto alla macrocella emisferica la realtà è più complessa perché la terra si muove.
In base ai versi riportati quello che dobbiamo andare ad osservare in questa figura è che in corrispondenza
dell’equatore abbiamo un sollevamento, e quindi dobbiamo attenderci una bassa pressione in sup. per lo stesso
motivo succeda anche ad alte latitudini. Alle medie lat, tra cella H e F, siccome le masse d’aria tendono a
ridiscendere, abbiamo un’altra pressione al suolo. Al polo abbiamo alta pressione al suolo.
Questo ci aiuta a capire meglio i movimenti orizzontali delle masse d’aria, i movimenti dell’aria nei continenti.
A equatore abbiamo sollevamento aria, si espande e diminuisce la temperatura. Quindi diminuendo t, quello che
accade è che l’umidità relativa diventi satura. Il sollevamento delle masse d’aria porta ad una condensazione e
formazione di precipitazione. In corrispondenza a queste zone, abbiamo vegetazione.

CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA

Introduciamo ora il concetto di massa d’aria e di vento, corrente d’aria.


Per lo studio degli eventi meteo, la distribuzione orizzontale delle pressioni è + importante di quella verticale.
La massa d’aria è porzione di atmosfera con caratteristiche fisiche costanti ed uniformi (temperatura e umidità
relativa).
Le masse d’arie, le loro caratteristiche sono innanzitutto legate anche alla zona di formazione. Si parla di masse
d’aria continentali polari se formate su zone fredde. Per masse d’aria marittime e polari, oceani e zone calde.
Il movimento orizzontale di una massa d’aria viene nominato VENTO. Movimento verticale CORRENTE D’ARIA. Il
distinguo delle masse d’aria serve per comprendere meglio il meccanismo della precipitazione, perché può
avvenire a seguito di uno scontro di masse d’aria con caratteristiche differenti.
Pressioni al suolo: per comprendere il movimento delle masse d’aria e la loro interazione, ci viene utile la CARTA
DELLE PRESSIONI. Per la maggiore va quella delle pressioni a livello medio/mare.
Se costruiamo la mappa delle pressioni a quota superiore, abbiamo situazione differente. Per comprendere lo
spostamento delle masse d’aria non basta considerare il livello medio mare, ma anche le altre quote.
Queste mappe di pressione, denominate CARTE ISOBARICHE, sono indicate con la lettera A e B i centri di ALTA
PRESSIONE e BASSA PRESSIONE. Vengono indicati i centri di alta pressione e bassa pressione. Gli spostamenti
orizzontali delle masse d’aria sono legati a dei gradienti di pressione. Ci spostiamo da un centro di alta pressione
ad un centro di bassa pressione. Vediamo indicati anche i venti.
I centri di bassa pressione vengono denominate AREE CICLONICHE. C’è sollevamento dell’aria, una
condensazione del vapore acqueo. Viceversa, i centri di alta pressione vengono nominati AREE ANTICICLONICHE.

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