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2015-2016
Prof. Alberto Milazzo
L’ambiente operativo
L’AMBIENTE OPERATIVO
1. Introduzione
Nel presente capitolo verranno affrontati gli aspetti fondamentali inerenti
l’ambiente operativo, in inglese denominato “Environment”. Per ambiente
operativo si intende l’insieme di tutte le sollecitazioni ambientali alle quali un
velivolo deve essere in grado di far fronte durante la sua vita operativa e che ne
influenzano le prestazioni complessive. Basti pensare come, nel settore
specificatamente aeronautico, condizioni atmosferiche caratterizzate da pioggia o
grandine possano condizionare il progetto strutturale di un velivolo nonché la
scelta dei materiali, o come le variazioni di pressione densità e temperatura alle
quali un velivolo va incontro ne influenzino le prestazioni aerodinamiche,
strutturali e propulsive. Altri esempi di sollecitazioni ambientali, relativi in questo
caso al segmento spaziale, sono la collisione con meteoriti, l’accentuazione di
fenomeni termici (al rientro nell’atmosfera), la presenza di raggi cosmici e del
vento solare. Da questi brevi cenni appare quindi evidente come una conoscenza
accurata dell’ambiente nel quale si troverà ad operare un velivolo possa
consentire di individuare quali caratteristiche esso debba avere per operare al
meglio e nella massima sicurezza in quell’Environment.
2. L’Atmosfera terrestre
I velivoli appartenenti al settore aeronautico si trovano ad operare nell’atmosfera
terrestre; una caratterizzazione dell’atmosfera terrestre risulta dunque necessaria
per individuare quali possono essere gli aspetti che influenzano le prestazioni di
un velivolo.
L’atmosfera terrestre è un involucro di gas che circonda la terra. Quest’involucro
è molto sottile infatti, se si considera solo la parte più densa che giunge sino a
circa 60 km al di sopra della superficie terrestre, si ha uno spessore che è pari a
solo un centesimo del raggio terrestre all'equatore, che è di 6.378 km. In realtà,
non si può definire un vero e proprio limite superiore dell'atmosfera, ma solo una
regione di transizione in cui essa si confonde con lo spazio interplanetario. la
composizione chimica e le caratteristiche fisiche dell'atmosfera variano in
funzione della quota. La composizione dell'atmosfera tra il suolo e 10-12 km può
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3. Pressione Atmosferica
L’atmosfera terrestre esercita su una qualsiasi superficie immersa in essa una
pressione. Più in dettaglio la pressione atmosferica è definita come il peso
esercitato sull'unità di superficie dalla colonna d'aria al di sopra del punto che si
considera. Al livello del mare, si assume come pressione normale il valore di
1,033 kg/cm², equivalente al peso di una colonna di mercurio alta 760 mm e
agente su un cm² di superficie. La pressione
atmosferica viene generalmente misurata in millimetri
di mercurio o millibar. Un millibar (mb) è un
millesimo di bar. Un bar è la pressione esercitata da
750,06 mm di mercurio (mmHg) alla temperatura di
0°C (760 mm di mercurio corrispondono a 1.013
millibar). Appare evidente che la pressione atmosferica
dipende dalla densità della massa d’aria in quel punto;
la pressione atmosferica dipenderà quindi dalla quota
ma anche dalla posizione e dal periodo dell’anno
considerato. In realtà il parametro che influenza
maggiormente il valore della pressione atmosferica è
rappresentato dalla quota. Nella tabella di seguito
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4. La temperatura Atmosferica
La distribuzione della temperatura nell'atmosfera è dovuta all'irraggiamento
solare. Il 30% della radiazione solare viene riflesso e diffuso nello spazio esterno
dalle nubi; il restante viene assorbito dall'aria e dalla superficie terrestre.
L'atmosfera ha anche un'azione selettiva sulle radiazioni solari. L'aria è infatti
trasparente alla radiazioni dello spettro visibile, da 400 a 700 nm, e alle radiazioni
delle cosiddette finestre radio, radioonde di lunghezza d'onda compresa tra alcuni
millimetri e alcune decine metri. L'assorbimento dei raggi ultravioletti (lunghezza
d'onda inferiore a quella del visibile) avviene nell'alta atmosfera e vi provoca un
tipico riscaldamento. La radiazione infrarossa (lunghezza d'onda superiore a
quella del visibile), fortemente calorifica, viene invece assorbita nella zona più
bassa dell'atmosfera dall'anidride carbonica e dal vapore acqueo presenti vicino
alla superficie terrestre. Queste due sostanze si comportano come il tetto di vetro
di una serra e favoriscono l'immagazzinamento di calore in prossimità del suolo.
Questo effetto, noto come "effetto serra", contribuisce notevolmente a
determinare la temperatura diurna sulla superficie terrestre, che risulta in media di
circa 20 °C, mentre senza di esso dovrebbe essere di circa -23 °C. La trasmissione
del calore tra suolo e atmosfera avviene per moti convettivi verticali. La
temperatura dell'aria è variabile fortemente con l'altezza; fino a una quota di 10-
12 km diminuisce regolarmente di 0,5-0,7 °C ogni 100 m sino a raggiungere -55
°C circa; da 12 km a 50 km aumenta sino a raggiungere 0 °C circa. Da questo
punto la temperatura riprende nuovamente a diminuire sino a giungere a valori
tra -70 e -100 °C a 80-90 km di quota. Ha allora inizio un rapido aumento che
raggiunge negli strati atmosferici più alti i 1.000-2.000 °C circa. Data però
l'estrema rarefazione delle molecole a queste altezze, il termine temperatura non
ha riferimento alcuno con sensazioni fisiologiche, me è correlato unicamente
all'energia di agitazione termica delle singole molecole. Il modo in cui varia la
temperatura con l'altezza viene usato per definire i diversi strati dell'atmosfera
stessa.
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5. Elettricità Atmosferica
L'atmosfera è sede di un campo elettrico, cioé è una zona di spazio dove si
risente l'azione di forze elettriche. Tale campo è prodotto dalle cariche elettriche
negative accumulate sulla Terra e dalle cariche, costituite soprattutto da ioni
positivi, presenti nell'aria. La struttura del campo elettrico atmosferico è soggetta
a notevoli e brusche variazioni per effetto delle perturbazioni atmosferiche. La
capacità dell'aria di poter condurre la corrente elettrica varia poi notevolmente
con l'altezza. Tale conducibilità è bassa in prossimità del suolo, ma aumenta
rapidamente con l'altezza per effetto della ionizzazione dell'aria prodotta dalle
radiazioni cosmiche. Negli strati superiori è addirittura presente una zona in cui i
gas sono ionizzati e che quindi ha un'altissima conducibilità elettrica.
6. Suddivisione dell’Atmosfera
Come visto precedentemente, la maggior parte delle caratteristiche
chimico fisiche dell’atmosfera dipendono dalla quota. Per questo
motivo si è deciso di suddividere l’atmosfera in regioni
concentriche. La suddivisione più comunemente adoperata e quella
basata sull’andamento della temperatura con la quota. Di seguito
vengono descritti i diversi strati che compongono l’atmosfera e
viene fornita una schematizzazione dei diversi strati.
La troposfera È lo strato in cui si verificano quasi tutti i fenomeni
meteorologici e contiene l'80% della massa gassosa totale e il 99%
del vapore acqueo: l'aria della troposfera è riscaldata dalla superficie
terrestre ed ha una temperatura media globale di 15 °C al livello del
mare, che diminuisce con l'altitudine (in media 0,65 °C ogni 100m di
quota) fino ai circa −60 °C della tropopausa. L'aria degli strati più
bassi, che tende a salire, genera grandi correnti convettive da cui
hanno origine venti equatoriali costanti (gli alisei) e le perturbazioni
atmosferiche. La troposfera ha uno spessore variabile a seconda
della latitudine: ai poli è spessa solamente 8 km mentre raggiunge i
17 km all'equatore. La pressione atmosferica decresce con
l'altitudine secondo una legge in prima approssimazione
esponenziale; oltre i 7-8 km di quota la pressione è tanto bassa che
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7. L’Atmosfera tipo
Da quanto fin qui detto, le caratteristiche di un velivolo dovrebbero dipendere da
una serie di parametri variabili dell’atmosfera che ne determinano le prestazioni.
Di fatto non si può certo pensare di progettare un velivolo tenendo in
considerazione tutte queste variabili ma di contro occorre definire un modello
semplificato dell’atmosfera, ossia l’atmosfera tipo. L'utilizzo di tale ambiente
ideale risulta utile nelle scienze applicate per calcolare e paragonare rendimenti e
prestazioni degli aeromobili, per calibrare gli strumenti di navigazione e di misura,
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pV = nRT (1)
oppure
p RT
= (2)
ρ M
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dp
Ps = Pi + dz (3)
dz
dp
Pidxdy − ( Pi + dz )dxdy − ρ gdxdydz =
0 (4)
dz
dp = − ρgdz (5)
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dp gM
= − dz (6)
p RT
M ρ ρ
= = cos t = (7)
RT p p 0
in cui il pedice 0 fa riferimento a quantità misurate sul livello del mare. A questo
punto la (6) assume la seguente forma:
dp gρ
= − dz = −C0 dz (8)
p p 0
e quindi integrando
p = p 0 e − C0 z (9)
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dT
= −a (10)
dz
p = p0 1 − (11)
T0
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8. L’ambiente meccanico
L’insieme dei carichi agenti su un velivolo, siano essi dovuti alla forza peso, alle
azioni aerodinamiche e propulsive, definiscono quello che prende il nome di
ambiente meccanico. Una prima difficoltà associata allo studio della meccanica di
un velivolo è rappresentata dal fatto che quest’ultimo costituisce un sistema non
vincolato. La seconda complicazione viene introdotta dal fatto che un velivolo è
di fatto un corpo elastico soggetto quindi a deformazioni meccaniche.
L’environment meccanico viene studiato sia da un punto di visto statico che
dinamico; per quanto riguarda inoltre la caratterizzazione della dinamica di un
velivolo viene introdotta la seguente suddivisione tra:
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9. L’Ambiente termico
Durante la sua vita operativa un velivolo viene sottoposto a carichi termici che di
fatto definiscono il cosiddetto ambiente termico.
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10.L’ambiente spaziale
L’ambiente spaziale è una combinazione complessa di molti elementi
indipendenti tra loro, tra cui l’ossigeno atomico, la radiazione particellare
(elettroni e protoni), il vuoto termico, i micrometeoriti, i detriti spaziali e alcune
particelle contaminanti sono i più dannosi. La loro presenza varia con la
posizione spaziale (quota, longitudine e latitudine) e temporale nell’orbita, con le
stagioni e con il livello di attività solare. Esso può causare danni di tipo ottico,
termico e meccanico alle superfici esposte, incidendo in maniera molto seria
soprattutto sulle prestazioni dei sistemi, inclusi il sistema di controllo termico, i
pannelli solari, le antenne e gli strumenti ottici. La richiesta, poi, di un aumento
delle dimensioni, della complessità e della vita operativa della struttura continua
ad aggiungere difficoltà al funzionamento ottimale del complicato sistema di
controllo termico. E' evidente, quindi, come le superfici esterne risultino essere
un parametro critico per la riuscita di missione. Le proprietà termo-ottiche
devono essere mantenute entro i limiti di progetto. La continua ricerca per il
monotoraggio di queste proprietà è particolarmente importante per la nuova
Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove la manutenzione e le riparazioni
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