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L’Inquinamento ambientale

Prof.ssa Paglianiti Serena


L’Inquinamento atmosferico

Prof.ssa Paglianiti Serena


Inquinamento atmosferico
Presenza di “impurezze” nell’aria che ne alterano la composizione.
Inquinamento atmosferico

INQUINAMENTO
ATMOSFERICO

PARTICELLE DERIVA DA

FENOMENI ATTIVITA’
GASSOSE SOLIDE
NATURALI ANTROPICA

LIQUIDE
1. Le polveri sottili
Le polveri sottili, note anche come PM (Particulate Matter), sono particelle di materia
(solide e liquide) sospese nell’aria di dimensioni inferiori ai 10 μm (PM10). Hanno effetti
negativi sia sull’ambiente che sulla salute umana.
Le polveri sottili si classificano in base alla dimensione,
composizione e provenienza.
Si originano da fenomeni naturali e a causa dell’attività
umana:
➔ Combustione del carbon fossile e del petrolio
● scarichi di automobili
● attività industriali
● impianti di riscaldamento
1. Gli effetti delle polveri sottili
La loro presenza nell’atmosfera porta a una diminuzione della
temperatura, detta oscuramento globale.

A seconda della grandezza, una volta inalate


queste particelle si accumulano nei bronchi, negli
alveoli polmonari o nel sangue, provocando vari
danni all’organismo.
2. I gas serra
Se nell’atmosfera non ci fossero i gas serra, di cui il vapore acqueo
rappresenta il componente principale, la superficie del nostro pianeta
sarebbe troppo fredda per la vita.

L’insieme dei gas serra ostacola


l’allontanamento dalla superficie
terrestre di una parte delle radiazioni
infrarosse emesse dal suolo
riscaldato dal Sole e intrappola il
calore in prossimità della superficie.
Si parla per questo di effetto serra.
Il bilancio termico della Terra
Di tutte le radiazioni solari che arrivano ai confini dell’atmosfera, solo il 49% circa riesce ad
attraversarla.
Il 31% viene riflessa di nuovo nello spazio
(nuvole, pulviscolo, vapore acqueo)

Il 20% viene assorbita dall’atmosfera (gas


atmosferici O3, acqua, CO2)

il 49% arriva sulla superficie della Terra

ENERGIA TERMICA
radiazioni ad onde lunghe
dà il maggiore contributo al riscaldamento
dell’atmosfera.
2. I gas serra
La maggior parte dei gas serra ha un’origine naturale, ma esistono anche gas
serra di origine antropica (generata dall’uomo).

Vapore acqueo
CO2
Metano
Ossidi di azoto
Questi gas sono presenti per natura nell’atmosfera in concentrazioni limitate. Le fonti
antropiche ne hanno tuttavia aumentato significativamente la presenza. L’equilibrio
tra i livelli di diossido di carbonio, vapore acqueo e ossidi di azoto dipende da processi
naturali di riciclaggio di sostanze come il carbonio, l’azoto e l’acqua.
2. I gas serra
Negli ultimi due secoli l’immissione di CO2 è aumentata enormemente a causa
dei processi di combustione dovuti alle attività umane.

CAUSE:

➔ Combustione di carbone, petrolio e gas


naturale
➔ Disboscamenti (meno CO2 riutilizzata)

ALTRI GAS SERRA:


- Ossidi di azoto (N2O): (Processi
microbiologici nel sottosuolo, agricoltura
-> fertilizzanti azotati)
- metano (CH4): discariche, digestione del
bestiame, uso di fertilizzanti organici,
risaie
2. Gli effetti dei gas serra
L’aumento dei gas serra nell’atmosfera porta innumerevoli conseguenze negative sul
nostro pianeta:
1. Aumento della temperatura terrestre riscaldamento globale o global warming

Conseguenza del riscaldamento globale

a. Scioglimento dei ghiacciai delle calotte polari e innalzamento del livello del mare
b. Cambiamenti climatici (tropicalizzazione del clima)
c. Ondate di calore, periodi di siccità e aumento delle zone desertiche
d. Aumento dei fenomeni naturali estremi come alluvioni, tempeste, uragani e incendi.
Obiettivo: ridurre le emissioni di gas serra
Per contrastare i cambiamenti climatici occorre ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera:
➔ Rivedere le fonti energetiche da sfruttare
➔ Modificare gli stili di vita di tutti i cittadini

Grazie ad accordi come il Protocollo di Kyoto

(2005) e la Conferenza sul Clima di Parigi (2015), i

governi si impegnano a mettere in atto strategie per ridurre

le emissioni e contenere l’innalzamento della temperatura

globale.
3. Le piogge acide
Il fenomeno delle piogge acide è dovuto alla formazione in atmosfera di
sostanze come l’acido solforico (H2SO4) e l’acido nitrico (HNO3).

La formazione di questi acidi in atmosfera altera il pH dell’acqua piovana:


nelle zone inquinate si possono raggiungere valori di pH pari a 3.

Le piogge acide sono causate dall’attività umana:


soprattutto a causa della combustione del carbonio e dei derivati del
petrolio
● gli scarichi dei veicoli,
● le centrali termoelettriche
● impianti di riscaldamento.
3. Le piogge acide
Ossidi di azoto e di zolfo
+
aria umida

Acido solforico e nitrico


3. Effetti delle piogge acide
L’acidità delle precipitazioni determina:
- danni ai raccolti e alle foreste;
- acidificazione delle acque
di fiumi e laghi; i pesci,
quando l'acqua viene
inquinata, non potendo
respirare si ammalano e
finiscono per morire.
- ha un forte potere
corrosivo sulle rocce e
sugli edifici e monumenti.
4. Il buco dell’ozono
Assottigliamento dello strato di ozono
sull’Antartide.

A partire dalla seconda metà del Novecento, lo strato si è


progressivamente assottigliato anche per cause antropiche a causa
del rilascio nell'atmosfera di alcune sostanze inquinanti prodotte
dall'uomo. In particolar modo dai gas clorofluorocarburi (CFC)
utilizzati nelle bombolette spray e negli impianti refrigeranti.

Nel 1987 venne siglato il protocollo di


Montreal è un accordo globale volto a
proteggere lo strato di ozono
stratosferico terrestre eliminando
gradualmente le sostanze chimiche che
lo riducono.
La fascia di ozono
La fascia di ozono si trova nell'atmosfera terrestre a circa 30
chilometri di altezza. Lo spessore della fascia di ozono è in un
equilibrio dinamico costante perché si forma continuamente nuovo
ozono grazie a una reazione chimica tra l'ossigeno e le radiazioni
solari.

Nelle zone equatoriali avviene la maggiore produzione di ozono


perché queste regioni sono più esposte all'irraggiamento solare.
Tuttavia, la fascia di ozono ha uno spessore maggiore sui poli
rispetto all'equatore per effetto dei venti stratosferici che
concentrano le molecole d'ozono sopra le zone polari.
Lo spessore della fascia di ozono
Lo spessore della fascia di ozono varia periodicamente in modo naturale in base alle stagioni e al ciclo solare.
L'attività solare modifica ciclicamente la quantità di ozono nell'atmosfera. Lo spessore tende ad aumentare nelle
stagioni più calde perché l'irraggiamento solare è più diretto. Le radiazioni solari aumentano la produzione di ozono.
Viceversa, lo spessore si riduce nei mesi freddi.

L’assottigliamento dello strato dell’ozono inizia ad agosto e


prosegue fino ad ottobre, per poi iniziare a chiudersi a fine
anno. Tra metà settembre e metà ottobre raggiunge la sua
massima estensione.

Perché l'ozono si assottiglia più velocemente ai poli? Nelle zone


polari la fascia d'ozono è più spessa. Tuttavia, è proprio in queste
zone che l'ozono si riduce a una velocità maggiore. Questo accade perché le zone polari sono meno esposte all'irraggiamento
solare. Quindi, si verificano minori reazioni fotochimiche tra le molecole d'ozono e le radiazioni solari. Inoltre, il freddo facilita
la degradazione dell'ozono. Sopra ai poli terrestri c'è una minore produzione di ozono che non riesce a compensare la
distruzione dell'ozono causata dalle sostanze inquinanti (cfc) rilasciate nell'atmosfera dalle attività umane.
4. Gli effetti del buco dell’ozono
Lo strato dell'ozono protegge gli organismi viventi dai raggi solari UV
più energetici. Se lo strato si riduce, le radiazioni che veicolano una
maggiore quantità di energia possono raggiungere la crosta terrestre,
mettendo a rischio la salute umana e l'esistenza stessa della vita sul
nostro pianeta.

a. Le radiazioni elettromagnetiche troppo forti incidono sulla vita delle cellule, creando dei melanomi
sull'epidermide e tumori della pelle.
b. Possono spezzare la catena del codice genetico o modificare le molecole del DNA e RNA degli organismi
viventi.
c. Un'altra conseguenza dei raggi UV-B sulla salute umana sono i danni irreversibili sulla retina dell'occhio
fino alla cecità.

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