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atmosferico
Il termine “inquinamento” indica un degrado dell’ambiente per
immissione di
• sostanze (rifiuti, sottoprodotti di attività produttive ecc.);
• effetti (calore, rumore, vibrazioni ecc.)
che ne alterino le caratteristiche fisico-chimiche o biologiche.
Gli Stati membri hanno di regola due anni di tempo per adeguare le loro
normative alle direttive.
Ozono - O3
Forma allotropica dell’ossigeno, gassoso (p. e. –112 °C), è instabile (può
esplodere allo stato liquido) e molto più reattivo dell’ossigeno O2.
I suoi effetti sono molto diversi a seconda della sua “collocazione”
nell’atmosfera:
• al suolo: è irritante (occhi, apparato respiratorio); partecipa alla
formazione dello smog (da smoke e fog);
• nella stratosfera: assorbe le radiazioni UV di alta energia (200-300 nm di
lunghezza d’onda).
E’ quindi evidente che la sua presenza in stratosfera è indispensabile per la
vita sul pianeta, mentre al suolo è dannoso per la salute.
Si produce per mezzo di scariche elettriche (15-25 kV a 50-500 Hz) su ossigeno
o aria. La resa non è molto elevata. L’ozono puro, ottenuto raffreddando la
miscela di gas a – 120 °C, viene stabilizzato adsorbendolo su gel di silice.
• forma ozonuri (instabili) con composti insaturi; gli ozonuri trattati con
riducenti formano aldeidi e chetoni, mentre con ossidanti formano acidi
carbossilici; queste proprietà possono essere sfruttate sia per produrre
aldeidi e chetoni che, soprattutto, per determinare la posizione del
doppio legame nei composti insaturi sconosciuti.
L’ozono nell’atmosfera
• Nella stratosfera (tra i 15 e i 60 km di quota) si forma per azione della luce
UV di alta energia (λ < 180 nm) su O2. La quantità complessiva in
condizioni normali rimane pressoché costante perché assorbe UV
trasformandosi in O2 e O atomico, che si ricombinano formando ancora
ozono.
O3 + hν <=========> O2 + O
b) ciclo dei composti del cloro (da CFC) (quota compresa tra 30 e 50 km):
Cl + O3 ———› ClO + O2
ClO + O ———› Cl + O2
AMBIENTE DI LAVORO
(ACGIH-USA : Associazione degli Igienisti Industriali Americani)
• 200 µg/m3 TLV-Ceiling concentrazione da non superarsi neppure per
brevissimi periodi, 15' o di meno
• 100 µg/m3 TLV-TWA concentrazione media sulle 8 ore lavorative (valore
proposto)
• 400 µg/m3 TLV- STEL concentrazione consentita per non più di 15' in 8 ore
lavorative (valore proposto)
• TLV – Threshold Limit Value (valore limite di soglia): livello fissato in base
alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecnologie
disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la
salute umana o per l’ambiente nel suo complesso, che deve essere
raggiunto entro un limite prestabilito e che non deve essere
successivamente superato.
Gli NOx partecipano con SO2 alla formazione delle piogge acide e svolgono un
ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico.
Come si evince dal grafico soprastante circa la metà proviene dal traffico
automobilistico (i motori diesel ne producono di più di quelli a benzina), il
rimanente è dovuto per lo più a insediamenti industriali (produzione di energia
e combustioni industriali in genere).
La concentrazione naturale di NO è in genere compresa tra 0,2 e 10 µg/m3. In
aria inquinata si possono superare i 900 µg/m3 .
Dato che per formazioni non continuative degli NOx (ad esempio, in una cucina
per effetto dell’uso dei fornelli a gas) la loro concentrazione diminuisce
abbastanza rapidamente, i maggiori problemi si hanno quando la produzione di
questi inquinanti è protratta nel tempo. In questo caso i danni per la salute
derivano sia dall’azione tossica diretta del diossido di azoto sia dalla serie di
reazioni che portano alla formazione dello smog fotochimico.
Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro la maggiore esposizione agli NOx si
verifica durante le saldature ad arco elettrico e in molti impianti chimici (ad
esempio, nell’industria galvanica) in cui si utilizza l’acido nitrico.
I limiti di sicurezza per NO2 sono 5,6 mg/m3 (TLV-TWA) e 9,4 mg/m3 (TLV-STEL),
mentre per NO è raccomandato un TLV-TWA di 31 mg/m3.
Effetti degli NOx sulla salute
NO2 esplica un’azione irritante che contribuisce all’insorgenza di vari tipi di
affezioni polmonari. Anche a basse concentrazioni l’esposizione prolungata
deprime le difese polmonari. L’OMS indica come limite orario 200 µg/m3 e
come limite per la media annuale 40 µg/m3.
Effetti sull’ambiente
Entrano nel meccanismo di formazione dello smog fotochimico.
In Italia non esiste una legislazione specifica relativa al radon negli edifici
residenziali. L’Euratom (Comunità europea dell’energia atomica – 1957) nel
1990 ha proposto come limite oltre il quale intervenire una concentrazione di
400 Bq/m3 per gli edifici esistenti e di 200 Bq/m3 per quelli in progettazione.
In Italia si è in ritardo anche per gli ambienti di lavoro. Dal 2001 l’Euratom ha
fissato in 500 Bq/m3 il limite oltre il quale intervenire.
Per gli ambienti di lavoro il TLV per la dose assorbita equivalente è di 20 mSv
(media annuale calcolata su 5 anni) e di 50 mSv (in un solo anno).
I danni dovuti alle fibre inalate sono invece ben conosciuti fino dagli anni ‘60
del ‘900. Le fibre più pericolose sono quelle che arrivano più in profondità,
fino agli alveoli polmonari. Le più piccole possono insediarsi anche nella
pleura, la membrana che riveste i polmoni, o entrare nel circolo sanguigno. I
problemi più seri si hanno proprio a carico della pleura e dei polmoni, con
l’insorgenza di malattie molto gravi come l’asbestosi, il mesotelioma e il
tumore del polmone.
In ogni caso, non fosse altro che per un sano principio di cautela, è
necessario invertire la tendenza all’aumento delle emissioni di gas serra e
del rilascio di calore di scarto nell’ambiente e fare fronte al progressivo
esaurimento delle risorse naturali e al deterioramento dell’ambiente che già
ora è evidente.