⋅ Secondo la tipologia: possono essere gas o vapori (CO, CO2, SOx, NOx, VOC, O3, Radon),
inquinanti biologici quali microrganismi (muffe, funghi, batteri, virus, protozoi, ..), inquinanti
organici di origine animale o vegetale (polline, spore, ..), fumo da tabacco o particolato fibroso,
polvere. Le quantità di inquinanti sono di solito espresse in ppm (parti per milione), mg/m³,
34 Il riferimento è, ovviamente, agli impianti di condizionamento a tutt’aria con ricircolo parziale o totale.
IMPIANTI TECNICI – VOLUME 1° 97
µg/m³, Bq/m³. I valori tollerati variano molto da paese a paese e molto spesso i dati di
riferimento sono mancanti.
⋅ Secondo gli effetti provocati: si hanno vari tipi di effetti sull’organismo umano. Più
comunemente si hanno effetti sensoriali come odori, effetti fisiologici come il mal di testa o
l’affaticamento o la nausea, effetti biologici come irritazioni alle mucose o agli occhi o anche
reazioni allergiche, effetti mutanti e quindi carcinogeni.
indicare questa misura con TVOC (Total VOC). Si hanno discordanze nei risultati e nei dati raccolti in
questi ultimi anni.
7.2.4 IL RADON
Il Radon è un gas radioattivo che emette particelle alfa molto energetiche e che deriva dalla catena
di decadimento dell’Uranio 235 e Uranio 238. E’ presente nelle rocce (specialmente di origine
vulcanica) e in genere nei materiali da costruzione, è pesante e pertanto si mantiene basso negli
ambienti. La sua pericolosità nasce dalla stazionamento nelle vie respiratorie e quindi al
bombardamento localizzato che può portare al cancro ai polmoni e alla gola.
Il trasporto del radon avviene per diffusione molecolare (legge di Fick) e per convezione (legge di
Darcy). La concentrazione media di radon nelle abitazioni italiane (secondo una ricerca CNR-ENEA
del 1994) è di 77 Bq/m³. Si possono avere concentrazioni più elevate, anche oltre i 400 Bq/m³ che è
considerato il valore di soglia oltre il quale si ha una effettiva pericolosità ed occorre procedere ad
interventi cautelativi. Studi recenti tendono ad abbassare tale limite a 200 Bq/m³.
La ventilazione degli ambienti pone poi problemi non semplici nell’uniformità della distribuzione
dell’aria negli ambienti e della variabilità delle condizioni interne con il tempo, come, ad esempio, in una
scuola che ha la maggiore esigenza nelle ore della mattinata e non nel pomeriggio.
Purtroppo in Italia non abbiamo un quadro di riferimento normativo che suggerisca le soluzioni
migliori da adottare e/o gli standard da assicurare. La L. 10/91 e il suo regolamento di esecuzione DPR
412/93 vedono la ventilazione solo dal punto di vista energetico e di riduzione dei consumi. Lo stesso
dicasi per la L. 626/94 e per la norma UNI-CIG 7129 che vedono la ventilazione degli ambienti dal
punto di vista della sicurezza per le installazioni alimentate a gas. La raccolta più aggiornata è in Italia
data dalla UNI-CTI 10339 “Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la
richiesta dell’offerta, l’ordine, la fornitura”.
Le metodologie risolutive del problema del controllo della qualità dell’aria sono essenzialmente
tre:
1. Approccio prescrittivo : si prescrivono le portate d’aria minima o massima per persona (o
per m² di superficie) in base alla categoria e alla destinazione d’uso dell’edificio. Un esempio è
dato dalla norma UNI-CTI 10339.
2. Approccio prestazionale: si fissano i limiti di concentrazione degli inquinanti e pertanto le
portate di aria esterna debbono garantire tali limiti. Questa metodologia richiede la
conoscenza degli inquinanti e delle sorgenti.
3. Approccio olfattivo: si tratta di limitare le concentrazioni di inquinanti in modo da ridurre la
percezione olfattiva degli stessi. Questo metodo, basato su studi effettuati inizialmente da O.
Fanger, è indicato nella norma CEN prENV 1752 ed è in discussione in Italia. L’applicazione
del metodo richiede la stima del carico inquinante sensoriale totale (dovuto alle persone, ai
materiali dell’edificio e degli impianti di climatizzazione) e la determinazione della portata
d’aria sufficiente a contenere la percentuale di persone insoddisfatte dalla percezione dell’aria
al di sotto di una certa soglia.
7.4 IL METODO DECIPOL
Ala 4° Conferenza Internazionale sulla Indoor Air Quality and Climate, Berlino 1987, Ole Fanger ha
presentato una relazione su “The solution to the Sick Building Mistery” La soluzione che Fanger ha
presentato è divenuta un metodo oggettivo per valutare l’IAQ mediante la percezione sensoriale.
L’unità di misura introdotta per la percezione sensoriale fu il decipol in analogia al decibel utilizzato in
Acustica e al lumen per l’illuminotecnica.
Prima del metodo proposto da Fanger e da P. Bluyssen le misure chimiche e fisiche non erano
state capaci di spiegare le lamentele che si avevano per la scarsa qualità dell’aria. I sensi dell’uomo
sembrano essere superiori agli strumenti, anche i più evoluti, soprattutto per la percezione degli odori di
effluenti presenti nell’aria. Il naso dell’uomo presenta una sensibilità enormemente grande nella
discriminazione di alcune sostanze chimiche. Da ciò nasce l’esigenza di valutare l’inquinamento dell’aria
interna mediante valutazione sensoriale.
S m3
G= ( ) [94]
µi − µo h
Gµi
Gµο
35 Il dato 0.032% in Vol. di CO2 si riferisce alla composizione dell’aria standard (siti non inquinati). Per tener conto della
reale situazione delle aree urbane, si assume un valore leggermente superiore e pari a 0.035% in Vol.
IMPIANTI TECNICI – VOLUME 1° 101
3
mCO
µi = 0.1 % in Vol. = 1000 ppm =1000 10 -6 2
ma3. St .
Allora, per la [94], si ha, supponendo un’attività di 1 Met :
S 17 10−3 ma3. St . / h L/s
G= = = 26 = 7.2
µi − µo (1000 − 350) 10 −6
pers. pers.
Figura 34: Portata di aria esterna al variare dell’attività fisica e della % di CO2
Il calore per unità di volume ambiente V per una portata di 26 m³/h/persona, con aria esterna a
0 °C ed aria interna a 20 °C, indicando con X il numero di persone per unità di area di pavimento
(indice di affollamento) è allora:
W ma3 / h pers. 1 m 2 kg 3 J 1
q 3 = 26 X 2 3 1.29 3 10 (20 − 0) (°C )
mV pers. m 3 mV ma kg °C 3600
s
h
ovvero semplificando:
IMPIANTI TECNICI – VOLUME 1° 102
W pers.
q 3 = 62 X 2 [96]
mV m
Gli indici di affollamento più usuali sono:
0.06 Abitazioni
X = 0.2 Uffici
0.8 Scuole
Per cui la [96] fornisce:
4 W/m 3 Abitazioni
q ≅ 12 W/m 3 Uffici [97]
50 3
W/m Scuole
Assumendo un carico termico di riferimento : q* = 20 W / m 3 si ha il seguente rapporto:
20 % Abitazioni
q
f = * ≅ 60 % Uffici
q 250 %
Scuole
Il carico termico di ventilazione è particolarmente gravoso nel settore terziario.
⋅ Diffuso malessere
⋅ Cefalee e sonnolenza
⋅ Indebolimento dell’attenzione
La sintomaticità non è facilmente correlata alle cause. Spesso l’insieme di questi sintomi viene
definito come Sindrome da edificio malato.
IMPIANTI TECNICI – VOLUME 1° 105
⋅ Pp = Numero di occupanti
Fanger definisce olf l’inquinamento per bioeffluenti prodotto da una persona standard in
condizioni di comfort termico. Egli definisce decipol l’inquinamento prodotto da una persona standard
(olf) ventilato con una portata di 10 L/s di aria non inquinata.
7.9 Le Correlazioni Sperimentali Ppd - Decipol
Fanger ha trovato la correlazione sperimentale che lega la percentuale di insoddisfatti al valore
della portata dell’aria di ventilazione, come raffigurato nella Figura 37, data dalla seguente equazione:
PD = 395 exp ( −1.83 q 0.25) [99]
valida per q≥ 0.332 L/s e;
PD = 100 per q < 0.332 L / s [100]
Le misurano legano la sensazione olfattiva alle sorgenti inquinanti provenienti dai materiali, dal
sistema di ventilazione e dall’attività degli occupanti. Per l’espressione di un giudizio Fanger ha
predisposto un apposito questionario composto da una domanda con cinque possibilità di risposta:
Senti un qualsiasi odore? Si No
Se Si quale delle seguenti voci esprime la tua sensazione:
1. Piacevole
2. Neutrale
3. Non piacevole
4. Molto spiacevole
5. Non sopportabile
Elaborando i risultati del questionario si sono trovate le correlazioni sperimentali fra la
percentuale di insoddisfatti, PPD, e la qualità dell’aria espressa in decipol, come raffigurato in Figura 39.
La correlazione fra la qualità dell’aria e i decipol è la seguente:
Ci = 112[ln( PD − 5.98) −4 [101]
Fanger ha anche classificata la qualità dell’aria in funzione della PPD secondo la Tabella 31:
Quality Level Perceived Air Quality
PD % Decipol
A 10 0.6
B 20 1.4
C 30 2.5
Tabella 31: Qualità dell’aria in funzione della PPD e dei decipol
Fumatori 0% 1 19
Fumatori 20% 2 19 11x10-3
Fumatori 40% 3 19 21x10-3
Fumatori 100% 6 19 53x10-3
Attività non sedentarie
Livello basso (3 Met) 4 50
Livello medio (6 Met) 10 100
Livello alto (10 Met) 20 170
Bambini
3-6 anni (2.7 Met) 1.2 18
14-16 anni (1.2 Met) 1.3 19
Tabella 32: Carico inquinante prodotto dalle persone
Indici di affollamento
Edificio Persone/m2
Uffici 0.07-0.1
Sale Conferenze 0.5
Teatri e auditorium 1.5
Scuole e Asili 0.5
Abitazioni 0.04-0.07
Tabella 33: Indici di affollamento
Inquinamento causato dai Materiali in edifici pubblici
Edificio Olf/m2 (media) Intervallo
Uffici 0.3 0.02-0.95
Scuole 0.3 0.12-0.54
Asili 0.4 0.2-0.74
Teatri 0.5 0.13-1.32
Tabella 34: Inquinamento prodotto da alcuni materiali in edifici pubblici
I dati sono stati desunti dalla seconda pubblicazione di Fanger e suoi collaboratori il cui
frontespizio è riportato in Figura 40.
Finalizzata alla rimozione totale dei contaminanti dal locale. Un fronte d'aria avanza da un lato
all'altro dell'ambiente con moto a stantuffo (plugflow). La concentrazione dei contaminanti varia pertanto
da un minimo nella zona di immissione ad un massimo nella zona di estrazione.
Tipico l’uso di tale sistema nelle sale operatorie. Sono richieste notevoli portate d’aria (dell'ordine
del centinaio di ricambi orari) con una distribuzione uniforme su sezioni estese che possono essere sia
orizzontali che verticali. L'adozione di grandi portate di aria implica da un lato piccole differenze di
temperatura tra aria immessa e aria ambiente, e dall'altro una velocità dell'aria (circa 0,5 m/s) nella zona
occupata dalle persone sicuramente superiore a quelle tradizionali. I due effetti si compensano, per
quanto riguarda il livello di comfort interno. Nel prosieguo si parlerà di distribuzione dell’aria e delle
modalità di selezione dei terminali (bocchette, diffusori, ….).
Gh [L/s] =
S 1 [ g / s] [102]
µ i − µo ε v [ g / L]
Il calcolo della portata secondo il Metodo di Fanger si fa sulla base di una relazione analoga, ma
riscritta in termini di comfort (c =comfort) ossia in funzione di OLF e DECIPOL:
Gc [L/s] = 10
Q 1 [olf ] [103]
Ci − Co ε v [decipol]
ove vale il simbolismo:
⋅ Gc portata di ventilazione (L/s) richiesta per una corretta IAQ;
⋅ εv efficienza di ventilazione.
Con riferimento alla Tabella 31 si può riscrivere la [105] in funzione della massima percezione
olfattiva ammessa, ζlimite:
G
Qc = 10 [106]
ε v (ζ lim − ζ 0 )
ove con ζ0 si indica la percezione olfattiva dell’aria esterna come indicato nella Tabella 35.
7.9.4 Esempio Di Calcolo Secondo Il Metodo Di Fanger
Si esegua una applicazione numerica di quanto sopra esposto per fissare i concetti fondamentali.
Dati :
Ambiente esterno non inquinato (Co =0 decipol)
Ambiente interno di Classe C (PD=30%)
Occupanti : Fumatori 40%
IMPIANTI TECNICI – VOLUME 1° 115
⋅ Le portate di ventilazione calcolate con il Metodo di Fanger sono spesso sensibilmente superiori
a quelle di qualsiasi altro Standard o Norma tecnica finora emessa in USA e in Europa. In
compenso tra le Norme tecniche esistenti c’è molta discordanza nei valori delle portate di
ventilazione prescritte o raccomandate.