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Il comfort termico e inquinamento indoor

Comfort termico
Noi produciamo calore in quanto siamo una specie omeoterma e dobbiamo produrre o dissipare
calore in quantità tale da rimane in equilibrio termico con l’ambiente. In condizioni di equilibro
termico si potrà scrivere: M = L + Q
M è la potenza generata dall’attività metabolica [W].
L è la potenza meccanica scambiata tra corpo umano e ambiente [W].
Q è la potenza termica (quantità di calore) scambiata tra corpo umano e ambiente [W] e si
considera positiva se ceduta all’ambiente. Q è la parte più importante.

Si può definire anche il rendimento meccanico dell’uomo o di conversione dell’energia metabolica


in lavoro dato da: η=L / M Il rendimento può assumere valori compresi tra 0,20 e 0,25. Per il
principio della termodinamica il calore passa spontaneamente da un corpo più caldo ad uno più
freddo.

Le modalità di trasmissione del calore sono:


• Conduzione: quando il trasporto di energia avviene per contatto tra due corpi solidi a
diversa temperatura senza movimento di massa.
• Convenzione: si ha quando il trasporto di energia avviene con spostamento di massa.
• Irraggiamento: quando il trasporto di energia avviene sotto forma di radiazione
elettromagnetiche. Es. esposizione al sole.

Sensazione di equilibrio termico.


In condizione di equilibrio termico con l’ambiente, l’equazione è:
S= M - L - Ed - Esw - Ere - P - R - C-Ck= 0
S>0 (Temperatura alta 37°)
• Vasodilatazione;
• Sudorazione;
• Diminuzione dell’attitudine all’attività fisica, cioè riduzione di M ed assunzione di posizioni
corporee per aumentare la superficie di scambio termico.
S<0 (Temperatura bassa 34°)
• Vasocostrizione
• Aumento della tensione muscolare;
• Brividi e battito di denti, cioè un aumento di M ed assunzione di posizioni corporee per
diminuire la superficie la superficie di scambio termico

L’inquinamento indoor
Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici,
chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata
qualità.

Le fonti principali di inquinamento all’interno di un edificio sono:


• i materiali da costruzione, rivestimento e arredo;
• l’inquinamento atmosferico esterno;
• gli impianti di condizionamento (riscaldamento, raffrescamento, ventilazione)
• la cottura dei cibi;
• i prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi, etc…);
• le apparecchiature elettriche;
• l’uomo e gli animali che vivono nell’ambiente.
Nell’ambito dell’inquinamento fisico, una delle cause più importanti è l’elettrosmog ovvero
l’inquinamento generato dalla propagazione delle onde elettromagnetiche e dall’energia elettrica.
Il campo magnetico è una perturbazione dello spazio generata dalla circolazione di corrente
elettrica. Esso quindi si genera quando viene acceso un apparecchio elettrico.
Il campo elettrico è una perturbazione dello spazio generata dalla presenza di cariche elettriche.
Esso quindi si genera quando vi è un conduttore con una certa tensione, indipendentemente dal
passaggio di corrente.

Campo Magnetico + Campo Elettronico = Campo Elettromagnetico

Le fonti di campi magnetici ed elettrici all’interno degli edifici agroindustriali possono essere
interne, tra le quali ad esempio:
• Impianti elettrici
• Macchinari
• Apparecchi di illuminazione
• Corpi scaldanti elettrici
• Computer, Reti LAN e WI-FI

Oppure esterne tra le quali:


• Elettrodotti e linee elettriche ferroviarie
• Impianti di trasmissione radio, televisione e telefonia
• Cabine di trasformazione

La normativa italiana sui luoghi di lavoro riguardante l’elettrosmog è regolata dal Capo IV del
Titolo VIII del DLgs.81/2008.

Limite di esposizione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato


come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve
essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori.

Valore di attenzione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato


come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei
luoghi adibiti a permanenze prolungate. Costituisce misura di cautela ai fini della protezione da
possibili effetti a lungo termine e deve essere raggiunto nei tempi e nei modi previsti dalla legge.

Inquinamento acustico
Il rumore, sia che provenga dall’esterno dell’edificio, sia che sia prodotto all’interno, costituisce un
serio fattore di disturbo che può incidere negativamente sullo stato di benessere. Il suono si
propaga attraverso l’aria, i corpi solidi e i liquidi e si misura in decibel (dB).

Il riferimento normativo fondamentale in materia di prevenzione dai rischi da rumore è il Decreto


legislativo 81/2008 (Titolo VIII Capo II, artt. da 187 a 198) che ha per oggetto la “Protezione dei
lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro”.

Più specificatamente, l’art. 190 del D.lgs. 81/2008 impone al Datore di Lavoro l’obbligo di
effettuare la valutazione del rumore all’interno della propria azienda, al fine di individuare i
lavoratori esposti al rischio rumore ed attuare adeguati interventi di prevenzione e protezione per
la salute e sicurezza. La valutazione deve essere effettuata con l’ausilio di un fonometro
integratore.
La misurazione consente di valutare il livello di pressione acustica (espressa in Decibel) emessa da
attrezzature e macchinari presenti nei luoghi di lavoro e più specificatamente in corrisponda dei
punti in cui sostano o transitano i lavoratori.

Tale valutazione ha lo scopo di accertare che l’esposizione al rumore rientri entro i limiti di
sicurezza definiti dalla Normativa e in caso contrario che i lavoratori siano dotati di idonei
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per la protezione dell’udito (otoprotettori) e che siano
sottoposti a sorveglianza sanitaria.

Per ridurre i danni provocati da rumore sui luoghi di lavoro, è possibile adottare varie misure di
prevenzione e protezione, tra cui:
• ridurre il rumore alla fonte con l’adozione di attrezzature con bassa emissione di rumore;
• isolare la sorgente sonora utilizzando materiali assorbenti per pareti, muri e soffitti degli
• ambienti di lavoro;
• limitare il tempo di esposizione del lavoratore;
• utilizzare i DPI come cuffie, tappi monouso, tappi auricolari modellati, caschi per il rumore;
• sensibilizzare i dipendenti sull’importanza di proteggere l’udito.

Inquinamento chimico
Alcuni materiali da costruzione, di finitura e di arredo emettono sostanze volatili di origine
chimica che possono risultare nocive.

Gli inquinanti chimici principali sono:


• Ossido di azoto (NOx)
• Monossido di carbonio (CO)
• Ozono (O3)
• Ossido di zolfo (SOx)
• Particolato aerodisperso (PM10, PM2.5)
• Benzene (C6H6)
• Formaldeide
• Composti Organici Volatili (COV)
• Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
• Fumo di Tabacco
• Pesticidi
• Amianto

Le principali fonti di inquinamento chimico sono:


• Sorgenti di natura metabolica: CO2, NH3, odori
• Fornelli a gas: NOX, CO
• Forni a legna e camini: PM10, CO, idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
• Materiali da costruzione: formaldeide
• Riscaldamento a gas: NOX, CO
• Riscaldamento a kerosene: NOX, CO, SO2
• Arredamento: VOC, formaldeide
• Isolante: amianto
• Agenti esterni: CO, ossidi di azoto, particolato aerodisperso.

La riduzione del rischio dovrà essere effettuata sia verificando i livelli di emissione dei materiali
nelle schede tecniche, sia prevedendo una efficace ventilazione naturale.

Inquinamento microbiologico dell’aria


Avviene per la presenza di contaminanti biologici, ovvero una serie di sostanze di origine biologica
che possono incidere negativamente sulla qualità dell’aria. Questi sono presenti nell’aria e spesso
sono invisibili. Tra i contaminanti biologici indoor più comuni troviamo:
• batteri;
• acari;
• allergeni degli animali;
• muffe e Funghi;
• virus;
• pollini.

Spesso la presenza di tali contaminanti è dovuta ad un elevato tasso di umidità relativa dell’aria.
Anche in questo caso il ricorso alla ventilazione naturale è il rimedio più semplice ed efficace.

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