La produzione di IV gamma è costituita da prodotti freschi, lavorati e confezionati in
vaschette e buste di piccole dimensioni, pronti per essere direttamente consumati. CICLO DI LAVORAZIONE La prima fase di lavorazione dei prodotti di IV gamma prevede la mondatura, il taglio o lo sminuzzamento, seguito dall’operazioni di prelavaggio e lavaggio. L’operatore preleva il prodotto e provvede ad effettuare manualmente le operazioni di monda. Gli scarti vengono fatti cadere sul nastro inferiore, che li conduce ai contenitori di raccolta previsti per lo smaltimento. Il prodotto lavorato viene depositato dall’operatore sul nastro superiore, che lo trasporta verso la successiva macchina in linea per la fase di taglio. Il taglio avviene in macchinari differenziati in base al prodotto: 1) Taglierina per julienne 2) Taglierina per prodotti in foglia e prodotti di forma ovale Il prodotto viene convogliato in una vasca di prelavaggio, dove avviene una prima pulitura, poi tramite un nastro trasportatore arriva alla fase di disinfezione. In base al DM n. 3746 del 20 giugno 2014 i prodotti di IV gamma devono essere sottoposti ad almeno due cicli di lavaggio. Ciascuna vasca di lavaggio è costituita da una vasca in acciaio inox. Durante il lavaggio viene insufflata dell’aria che causa delle turbolenze (barbottaggio). Ciò permette di eliminare tutte le tracce terrose ed i corpi estranei senza shock violenti. Sono preferibili vasche con riciclo dell’acqua di lavaggio dotate di sistemi di filtraggio autopulenti incorporati. L’asciugatura può avvenire mediante centrifughe. Il ciclo di lavorazione standard ha una durata di circa 1 minuto. In alternativa, l’asciugatura può avvenire mediante il tunnel di asciugatura. Il ciclo è suddiviso in due fasi: 1)Deumidificazione; 2)Raffreddamento. L’ultimo passaggio è la pesatura/dosaggio e confezionamento. La pesatura o il dosaggio è un processo automatico effettuato con apposita macchina e il successivo confezionamento, effettuato anche questo in modo automatico con macchinari diversificati in base al tipo di confezione. I macchinari utilizzati sono: 1) Dosatrice multi-testa 2) Confezionatrice verticale ASPETTI LOCALIZZATIVI Per valutare l'idoneità di un sito all'inserimento di uno stabilimento per la lavorazione dei prodotti di IV gamma, si devono esaminare i seguenti aspetti: • Vicinanza di terreni agricoli produttivi vocati all'orticoltura • Possibilità di approvvigionamento della materia prima con caratteristiche qualitative e quantitative costanti per tutto l'arco dell'anno. • Facoltà di accesso a strade e vie di comunicazione. • Disponibilità idrica • Disponibilità energetica • Possibilità di smaltimento dei sottoprodotti di lavorazione PROGETTAZIONE L'impostazione del progetto di un fabbricato prende avvio dalla definizione delle tipologie dei prodotti che devono essere lavorati e dal tipo di lavorazioni da effettuare, in maniera da definire preventivamente i cicli di lavorazione, i flussi di materiale e delle unità operative. Il fabbricato sarà articolato nei seguenti spazi: 1) Area di ricezione della materia prima e di spedizione del prodotto finito: Il piazzale esterno, a servizio degli automezzi per lo scarico della materia prima e per il carico del prodotto finito, deve avere dimensioni tali da consentire un'agevole manovrabilità dei mezzi di trasporto, mentre il fronte di carico e scarico dovrà avere uno sviluppo in funzione del numero di automezzi su cui operare contemporaneamente. Piazzale esterno in misura pari a 5-10 volte la superficie coperta, con un fronte di carico avente una lunghezza minima di un metro ogni 30-50 m2 di superficie coperta, da realizzare ad una quota elevata di 1.20-1.50 m. Al fine di evitare conflitti nel flusso, è opportuno studiare percorsi separati per i prodotti in entrata e quelli in uscita. 2) Zona di prerefrigerazione, lavorazione e confezionamento del prodotto: Nella zona di preparazione deve essere installato anzitutto l'impianto di prerefrigerazione per i prodotti destinati allo stoccaggio temporaneo nella fase iniziale prima della manipolazione. Le tecniche di prerefrigerazione più comuni sono: ad acqua e sottovuoto. Adiacente alla zona di prerefrigerazione vanno posizionati le linee di lavorazione che possono essere più d’una in funzione delle esigenze produttive aziendali. In questa zona, particolare cura deve essere rivolta ai sistemi di ventilazione e di illuminazione. La temperatura non deve superare i 14°C. Inoltre, vanno scelti i macchinari meno rumorosi. La superficie coperta non deve presentare dislivelli, le eventuali rampe devono avere pendenza massima del 15%. La pavimentazione, di tipo industriale per la resistenza all'usura, deve essere dotata di sistemi di drenaggio per l'allontanamento delle acque dovute ai lavaggi quotidiani, possedendo quindi, analogamente ai rivestimenti delle pareti, caratteristiche di lavabilità al fine di garantire le migliori condizioni igieniche della zona di lavorazione. 3) Celle frigorifere: Le celle frigorifere, con caratteristiche costruttive e impiantistiche analoghe a quelle viste per i caseifici. La temperatura nelle celle non può superare 8°C. 4) Uffici e laboratori: Una possibile soluzione prevede la realizzazione di questa zona su due livelli disponendo gli uffici al piano superiore con affaccio sia verso l’esterno, in corrispondenza delle zone di ricezione, spedizione e pesatura, sia verso l'interno per il controllo della zona di lavorazione. I laboratori, in cui si eseguono tutti i controlli sul prodotto nelle varie fasi di lavorazione, possono essere ubicati al di sotto degli uffici al fine di agevolare le operazioni di campionamento e di analisi. I locali per gli operatori saranno attrezzati con spogliatoio e servizi igienici, possono essere posizionati nella zona sottostante gli uffici. 5) Deposito imballaggi: Sarebbe opportuno che il deposito imballaggio si trovi tra le celle frigorifere e la zona di spedizione. Particolare attenzione deve essere data al dimensionamento degli spazi destinati allo stoccaggio dei materiali da imballaggio, sia per quanto riguarda i contenitori della materia prima in arrivo, sia per gli imballaggi utilizzati per il confezionamento del prodotto finito. 6) Zona di raccolta e stoccaggio dei sottoprodotti: La zona di stoccaggio della biomassa, dotata di dispositivi per il carico degli automezzi, deve essere ubicata all'esterno dell'edificio ed in prossimità della zona di lavorazione per convogliare ad essa tutti gli scarti del ciclo di produzione. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Le aziende di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli freschi danno origine ad un elevato quantitativo di scarti che devono essere gestiti in maniera compatibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Da questo punto di vista la lavorazione in stabilimento risulta vantaggiosa. Infatti, le lavorazioni che si effettuano in azienda consentono di concentrare e selezionare la biomassa e le acque reflue di lavaggio e disinfezione, che altrimenti verrebbero convogliate nelle fognature e nelle discariche per i rifiuti solidi urbani. La preparazione nelle industrie alimentari permette, invece, il controllo accurato dello smaltimento e quindi un eventuale riutilizzo del sottoprodotto, nonché un notevole risparmio idrico ed energetico rispetto allo svolgimento di tali operazioni a livello di singolo nucleo domestico. Le acque di lavaggio degli ortofrutticoli hanno una bassa concentrazione di carico organico e una modesta quantità di inerti (sabbia, limo, argilla) che le rendono idonee, dopo trattamenti di filtrazione, sedimentazione e disinfezione, al riciclo in stabilimento oppure al riutilizzo in agricoltura, soprattutto nel caso in cui l'azienda di trasformazione sia anche direttamente produttrice della materia prima con campi di coltivazione vicini. Per ciò che attiene lo smaltimento e l'utilizzo della biomassa, le soluzioni riguardano l’alimentazione per allevamenti zootecnici, oppure il compostaggio.
Manuale delle procedure ambientali: relative agli scarichi delle acque reflue domestiche o urbane nella pubblica fognatura, sul suolo, in corpo idrico superficiale o in acque marino-costiere