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Corso di formazione

Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro

FORMAZIONE SPECIFICA – RISCHIO MEDIO

Modulo 3.3 - RISCHI FISICI: CAMPI


ELETTROMAGNETICI

Novembre 2020 - www.univpm.it


CAMPI ELETTROMAGNETICI 2

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro


ambiente, ma sono invisibili all’occhio umano. Essi sono
attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali
(quale ad esempio può essere il campo elettrico generato da
un fulmine).

Oltre alle sorgenti naturali, lo spettro elettromagnetico


include anche i campi generati dalle sorgenti create
dall’uomo, come ad esempio: impianti realizzati per
trasmettere informazioni attraverso la propagazione di onde
elettromagnetiche (impianti radio-TV e per telefonia
mobile), impianti utilizzati per il trasporto e la
trasformazione dell’energia elettrica dalle centrali di
produzione fino all’utilizzatore in ambiente urbano
(elettrodotti), apparati per applicazioni biomedicali,
impianti per lavorazioni industriali, nonché tutti quei
dispositivi il cui funzionamento è subordinato a
un’alimentazione di rete elettrica (elettrodomestici).

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Un campo elettromagnetico, è caratterizzato dalla presenza


contemporanea di un campo elettrico ed un campo
magnetico variabili e mutuamente dipendenti.
Una Radiazione Elettromagnetica è una Propagazione nello
spazio dell'energia associata ai campi elettrici e magnetici,
variabili nel tempo, generati da cariche e correnti oscillanti,
strettamente intercorrelati fra di loro.
Con il termine Radiazioni Non Ionizzanti (NIR) si indica
genericamente quella parte dello spettro elettromagnetico il
cui meccanismo primario di interazione con la materia non è
quello della ionizzazione.
Lo spettro elettromagnetico viene infatti tradizionalmente
diviso in una sezione ionizzante, comprendente raggi X e
gamma, dotati di energia sufficiente per ionizzare
direttamente atomi e molecole, e in una non ionizzante.

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L'INTERAZIONE CON LE NIR NON PROVOCA


UN DANNO DIRETTAMENTE SULLA
CELLULA, MA REALIZZA MODIFICAZIONI
TERMICHE, MECCANICHE E BIOELETTRICHE

Le NIR vengono suddivise, in funzione


della frequenza, in una sezione ottica
(300 GHz - 3x104 THz) e in una non ottica
(0 Hz – 300 GHz).
La prima include le radiazioni
ultraviolette, la luce visibile e la
radiazione infrarossa.
La seconda, oggetto della presente
sezione, “campi elettromagnetici”
(CEM), comprende le microonde (MW), le
radiofrequenze (RF), i campi elettrici e
magnetici a frequenza estremamente
bassa (ELF), fino ai campi elettrici e
magnetici statici.
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I meccanismi di interazione dei campi elettromagnetici con la materia


biologica accertati si traducono sostanzialmente in due effetti
fondamentali: induzione di correnti nei tessuti elettricamente stimolabili,
e cessione di energia con rialzo termico. Tali effetti sono definiti effetti
diretti in quanto risultato di un’interazione diretta dei campi con il corpo
umano. Alle frequenze più basse e fino a circa 1 MHz, prevale l’induzione
di correnti elettriche nei tessuti elettricamente stimolabili, come nervi e
muscoli. Con l’aumentare della frequenza diventa sempre più significativa
la cessione di energia nei tessuti attraverso il rapido movimento
oscillatorio di ioni e molecole di acqua, con lo sviluppo di calore e
riscaldamento. A frequenze superiori a circa 10 MHz, quest’ultimo effetto
è l’unico a permanere, e al di sopra di 10 GHz, l’assorbimento è
esclusivamente a carico della cute.
Gli effetti diretti si manifestano al di sopra di specifiche soglie di
induzione: l'attuale quadro delle conoscenze consente di disporre di una
base logico-scientifica per la definizione di valori limite di esposizione che
ne prevengano l'insorgenza in soggetti che non abbiano controindicazioni
specifiche all'esposizione.

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Oltre agli effetti diretti, esistono effetti indiretti che possono avere gravi
ricadute sulla salute e sicurezza e pertanto vanno prevenuti. E' da tener
presente che nella maggior parte dei casi il rispetto dei livelli di azione
prescritti per i lavoratori dall'attuale normativa non garantisce la prevenzione
degli effetti indiretti, che vanno presi in esame in maniera specifica, facendo
riferimento in primo luogo al rispetto dei valori limite espositivi prescritti per
la popolazione generale e per i luoghi aperti al pubblico.
Alcuni effetti indiretti sono:
• interferenze con attrezzature e altri dispositivi medici elettronici;
• interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati attivi, ad
esempio stimolatori cardiaci o defibrillatori;
• interferenze con dispositivi medici portati sul corpo, ad esempio pompe
insuliniche;
• interferenze con dispositivi impiantati passivi, ad esempio protesi articolari,
chiodi, fili o piastre di metallo;
• effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing e body art;
• innesco involontario di detonatori;
• innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;

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In primo luogo bisogna considerare che la normativa intende prevenire sia gli
effetti biofisici di tipo DIRETTO che gli effetti di tipo INDIRETTO.
Gli EFFETTI INDIRETTI insorgono tipicamente a livelli espositivi molto inferiori
ai Livelli di Azione fissati dalla normativa per prevenire gli effetti diretti e
possono avere gravi ricadute sulla salute (cfr. soggetti particolarmente
sensibili) e sulla sicurezza (cfr. rischio esplosioni ed incendi)
Gli effetti INDIRETTI SI PREVENGONO verificando in primo luogo se
nell’ambiente di lavoro sono rispettati i livelli di riferimento per la
popolazione generale prescritti dalla Raccomandazione 1999/519/CE e
recepiti dalla Legge Quadro Campi Elettromagnetici 36/2001. Le aree in cui si
riscontra il superamento dei livelli di riferimento per la popolazione generale
dovranno essere opportunamente segnalati e l’accesso dovrà essere interdetto
ai soggetti con controindicazioni specifiche all’esposizione.

Il confronto con i Valori di Azione e con Valori Limite di Esposizione fissati dal
TU 81/08 è da effettuarsi solo per i lavoratori esposti per motivi
professionali a CEM, che non dovranno avere controindicazioni specifiche
all’esposizione a CEM.

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In sede di valutazione del rischio in primo luogo si individuano le aree in cui vengono
superati i livelli di riferimento per la POPOLAZIONE GENERALE, di cui alla
raccomandazione 1999/519/CE. Tali aree andranno delimitate per prevenire l'accesso
accidentale ai soggetti sensibili (v. Tabella tratta da Guida non vincolante di buone
prassi per l’attuazione della direttiva 2013/35/UE relativa ai Campi Elettromagnetici
Volume 1). I soggetti sensibili non sono infatti tutelati dal rispetto dei valori di azione
per i lavoratori di cui al D.lgs 159/2016.

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 Individuazione dei Lavoratori Esposti per Motivi Professionali a CEM ossia quei
lavoratori che usano giornalmente fonti di emissione di campi elettromagnetici.

In un ambiente di lavoro ove vi siano sorgenti di interesse protezionistico, è in prima


battuta da verificare nell’ambito della valutazione dei rischi, quali siano i lavoratori
professionalmente esposti a CEM, per i quali saranno valevoli i livelli di azione
contenuti nel D.lgvo 81/08, e quali lavoratori siano da considerarsi “popolazione
generale”.

 Individuazione delle Sorgenti di rischio CEM (si fa un censimento dei luoghi e delle
attrezzature di lavoro; alcune sono definite conformi a priori e non necessitano di
valutazione del rischio).

La norma CEI EN 50499 contiene due tabelle: la prima comprende tutti i luoghi e le
attrezzature di lavoro conformi a priori, mentre la seconda un elenco non esaustivo
delle attrezzature per le quali è necessario procedere alla valutazione ulteriore.

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Estratto di Tab. 1 della norma CEI EN 50499: Luoghi di lavoro e apparecchiature conformi a priori

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Estratto di Tab. 2 della norma CEI EN 50499: apparecchiature suscettibili di necessitare di ulteriore
valutazione

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Una volta individuate le sorgenti e le aree ove si riscontra un campo disperso superiore ai
livelli di riferimento valevoli per la popolazione generale si provvede ad una
“zonizzazione” mediante la definizione delle seguenti Zone:
Zona 0: è la zona in cui i livelli di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico
rispettano i limiti per la popolazione generale, oppure in cui tutte le sorgenti presenti
sono conformi a priori. A questa zona può accedere chiunque, compresi i soggetti con
controindicazioni alle esposizioni, quali i portatori di protesi metalliche o di dispositivi
elettronici impiantati, le donne in gravidanza e i minori.
Zona 1: è la zona in cui è possibile che vengano superati i livelli di riferimento per la
popolazione, ma in cui sono sicuramente rispettati i limiti occupazionali. L’accesso a
questa zona deve essere consentito ai soli addetti alla lavorazione specifica in essa
effettuata, previo accertamento di idoneità espositiva specifica a CEM da parte del
Medico Competente; questi devono essere opportunamente formati ed informati.
L’accesso deve invece essere precluso a tutti gli altri lavoratori, agli individui della
popolazione ed in particolare ai soggetti con controindicazioni.
Zona 2: è la zona in cui i livelli di esposizione possono superare i valori limite
occupazionali. L’accesso a questa zona deve di regola essere interdetto a chiunque, a
meno che non siano attuate specifiche misure di tutela atte a prevenire il superamento
dei VLE per i lavoratori addetti a specifiche attività all'interno della Zona 2.

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PREVENZIONE E PROTEZIONE

Modifica Della Sorgente


 In alcuni casi può essere possibile ri-progettare o modificare la sorgente per ridurre il
campo che essa produce.
 Sono ormai già da alcuni anni disponibili sul mercato numerosi macchinari,
tradizionalmente ad alta emissione CEM, che presentano livelli di esposizione
compatibili con i livelli di azione prescritti dalla normativa attuale.
 Le informazioni fornite dal produttore ai sensi delle nuove norme di prodotto
rappresentano preziosi strumenti per la riduzione ed il controllo del rischio da
esposizione a campi elettromagnetici, facilitando e guidando le fasi di:
- Adeguamento del parco macchine
- Collaudo/accettazione nuovi macchinari
- Regolare manutenzione del parco macchine
- Controllo del rischio residuo

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PREVENZIONE E PROTEZIONE

Accesso
 Talvolta sono necessarie barriere
fisiche per limitare l’accesso ad
aree dove il campo è elevato, aree
che devono essere
opportunamente segnalate.
 L’accesso a tali aree sarà
consentito solo a personale
autorizzato, previa valutazione
dell’assenza di controindicazioni
fisiche all’esposizione

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PREVENZIONE E PROTEZIONE

Protezione Personale
E’ relativamente semplice schermare i campi elettrici, ma è difficile ottenere
una protezione efficace dai campi magnetici. L’efficacia dei dispositivi di
protezione dipende dalla frequenza di campo e pertanto i dispositivi di
protezione adatti per una gamma di frequenza difficilmente sono adatti per
altre gamme.
Quindi la scelta dei DPI dipenderà dalla situazione specifica e dal tipo di rischi
che si vogliono evitare.

Esistono:
 Tute conduttrici efficaci per i campi elettrici.
 Adatti guanti isolanti possono essere usati per ridurre le correnti di contatto
 DPI oculari per proteggere gli occhi dai campi ad alta frequenza
 Calzature isolanti

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PREVENZIONE E PROTEZIONE – REGOLE GENERALI

 Osservare le procedure di lavoro predisposte dal datore di lavoro


 Utilizzare i dispositivi di sicurezza adottati e conservarli in buono stato
 Utilizzare materiali schermanti ed assorbenti attorno alla sorgente per
ridurre alla fonte le possibili emissioni
 Verificare che le connessioni elettriche e di trasmissione dei segnali collegate
alle apparecchiature emittenti siano in buone condizioni d'uso
 Durante l'attività lavorativa mantenersi alla maggiore distanza possibile dal
dispositivo emittente, soprattutto con il corpo, facendo uso ad esempio di
attrezzi più lunghi o di lenti di ingrandimento

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PREVENZIONE E PROTEZIONE– REGOLE GENERALI

 Non trascurare le perdite elettromagnetiche provenienti dalle cattive


connessioni di guide d'onda o dalla mancanza di involucri schermanti o dai
cattivi collegamenti a terra delle stesse
 Non sostare senza motivo nei pressi di un dispositivo elettrico con
caratteristiche di potenziali emettitori
 Non transitare frequentemente e/o senza motivo attraverso ambienti in cui
sia segnalata presenza di emissioni di campi elettromagnetici, quando si
possono scegliere percorsi alternativi.
 Nell'organizzazione del lavoro scegliere postazioni di lavoro a lunga
permanenza sufficientemente lontane dalle potenziali sorgenti di campo

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SORVEGLIANZA SANITARIA

• La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma


una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico
competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente
sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei
rischi trasmessi dal datore di lavoro.
• Nel caso in cui un lavoratore segnali effetti indesiderati o inattesi
sulla salute, ivi compresi effetti sensoriali, il datore di lavoro
garantisce che siano forniti al lavoratore o ai lavoratori interessati un
controllo medico e, se necessario, una sorveglianza sanitaria
appropriati.
• Nel caso in cui la sorveglianza sanitaria riveli in un lavoratore
un'alterazione apprezzabile dello stato di salute correlata ai rischi
lavorativi il medico competente ne informa il lavoratore e, nel
rispetto del segreto professionale, il datore di lavoro, che provvede
a:
• a) sottoporre a revisione la valutazione dei rischi;
• b) sottoporre a revisione le misure predisposte per eliminare o
ridurre i rischi;
• c) tenere conto del parere del medico competente nell'attuazione
delle misure necessarie per eliminare o ridurre il rischio.
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