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11- Normativa di riferimento e limiti di

esposizione

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Riferimenti normativi più importanti
Fondamentalmente il legislatore si occupa di normare due ambiti:
quello generale e quello lavorativo.
In ambito generale la normativa di riferimento è la seguente:
1- Legge quadro 36/2001: “Legge quadro sulla protezione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
2- Decreto Presidente Consiglio dei Ministri (DPCM) 8 luglio
2003, G.U. n. 199: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di
attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della
popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300
GHz”.
3- Decreto Presidente Consiglio dei Ministri (DPCM) 8 luglio
2003, G.U. n. 200: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di
attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della
popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla
frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”. 2
Riferimenti normativi più importanti
Sempre in ambito generale:
4- Raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 12
luglio 1999 per le situazioni non normate dai due DPCM 8 luglio
2003.

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Riferimenti normativi più importanti
In ambito lavorativo, per i lavoratori esposti per ragioni
professionali la normativa di riferimento (da applicare al posto di
quella generale) è la seguente:
4- D.Lgs. 81/2008 (integrato dal D.Lgs. 106/09): “Testo Unico in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Il
D.Lgs. recepisce la direttiva europea 2004/40/CE (e le sue modifiche
contenute nella direttiva europea 2008/46/CE) sulle prescrizioni
minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori
ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici).

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Legge quadro 36/2001
La legge ha per oggetto gli impianti, i sistemi e le
apparecchiature per usi civili, militari e delle forze di polizia che
possono comportare l'esposizione a campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetico con frequenze comprese tra 0 Hz e 300
GHz.
Sono esclusi dalla regolamentazione della legge tutti i casi in cui vi è
esposizione volontaria per scopi diagnostici e terapeutici.
La legge:
- Fornisce il quadro delle competenze di Stato, Regioni, Provincie e
Comuni in termini di regolamentazione e controllo.
- Istituisce il comitato interministeriale per la prevenzione e la
riduzione dell'inquinamento e.m. .
- Prevede la necessità di piani di risanamento per le situazioni che
non rispettano i limiti di esposizione
- Istituisce un sistema sanzionatorio per chi superi i limiti di
esposizione. 5
Legge quadro 36/2001
Nell'insieme delle competenze dello Stato c'è la determinazione dei
limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità.

-Il limite di esposizione è il valore di campo elettrico, magnetico ed


elettromagnetico definito ai fini di tutela della salute da effetti acuti,
che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione
della popolazione e dei lavoratori.
- Il valore di attenzione è il valore di campo che non deve essere
superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a
permanenze prolungate; costituisce misura di cautela ai fini della
protezione da possibili effetti a lungo temine e deve essere raggiunto
nei tempi e nei modi previsti dalla legge.
- Gli obiettivi di qualità sono
1) criteri localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni e
incentivazioni per l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, indicati
dalle leggi regionali.
2) valori dei campi definiti dallo Stato ai fini della progressiva
minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi. 6
Legge quadro 36/2001
La legge stabilisce che i limiti di esposizione, i valori di attenzione e
gli obiettivi di qualità siano stabiliti con Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri (DPCM).

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DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 199
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri fissa i limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la
protezione dagli effetti a breve termine della popolazione dalle
esposizioni a campi elettromagnetici generati da sorgenti fisse con
frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz.

I limiti fissati dalla legge non si applicano ai lavoratori esposti per


motivi professionali oppure per esposizioni a scopo diagnostico o
terapeutico.

I limiti e le modalità di applicazione del decreto, per gli impianti radar


e per gli impianti che per la loro tipologia di funzionamento
determinano esposizioni pulsate, sono stabilite con successivo
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'art. 4,
comma 2, lettera a), della legge 22 febbraio 2001, n. 36 (non ancora
emanato).

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DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 199
A tutela dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300
GHz, generati da sorgenti non riconducibili ai sistemi fissi delle
telecomunicazioni e radiotelevisivi, si applica l'insieme completo
delle restrizioni stabilite nella raccomandazione del Consiglio
dell'Unione europea del 12 luglio 1999 (quindi le linee guida
ICNIRP).

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DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 199
Art. 3. Limiti di esposizione e valori di attenzione (comma 1)

1. Nel caso di esposizione a impianti che generano campi elettrici,


magnetici ed elettromagnetici con frequenza compresa tra 100 kHz e
300 GHz, non devono essere superati i limiti di esposizione di cui
alla tabella 1 dell'allegato B, intesi come valori efficaci.

I valori di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo devono essere


mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo
10
umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti.
DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 199
Art. 3. Limiti di esposizione e valori di attenzione (comma 2)

2. A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a


lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi
generati alle suddette frequenze all'interno di edifici adibiti a
permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze
esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi,
terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari, si assumono i valori di
attenzione indicati nella tabella 2 all'allegato B.

I valori di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo devono essere


mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo11
umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti.
DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 199
Art. 4. Obiettivi di qualità

1. Ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai


campi elettromagnetici, i valori di immissione dei campi oggetto del
presente decreto, calcolati o misurati all'aperto nelle aree
intensamente frequentate, non devono superare i valori indicati nella
tabella 3 dell'allegato B. Detti valori devono essere mediati su
un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su
qualsiasi intervallo di sei minuti.

2. Per aree intensamente frequentate si intendono anche superfici


edificate ovvero attrezzate permanentemente per il soddisfacimento12 di
bisogni sociali, sanitari e ricreativi.
DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 200
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri fissa i limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la
protezione dagli effetti a breve termine della popolazione dalle
esposizioni a campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50
Hz) generati dagli elettrodotti.

I limiti fissati dalla legge non si applicano ai lavoratori esposti per


motivi professionali.

Per le esposizioni a campi a frequenze comprese tra 0 e 100 kHz,


generati da sorgenti non riconducibili agli elettrodotti, si applica
l’insieme delle restrizioni stabilite nella raccomandazione del
Consiglio dell’Unione Europea del 12/07/99 (quindi le linee guida
ICNIRP).

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DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 200
Articolo 3 (limiti di esposizione e valori di attenzione)

1. Nel caso di esposizione a campi elettrici e magnetici alla


frequenza di 50 Hz generati da elettrodotti, non deve essere
superato il limite di esposizione di 100 μT per l’induzione
magnetica e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori
efficaci.

2. A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a


lungo termine, eventualmente connessi con l’esposizione ai campi
magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco
per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi
adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si
assume per l’induzione magnetica il valore di attenzione di 10 μT,
da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle
normali condizioni di esercizio.

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DPCM 8 luglio 2003, G.U. n. 200
Articolo 4 (obiettivi di qualità)

1. Nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree


gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di
luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore e nella
progettazione dei nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra
in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel
territorio, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai
campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti alla
frequenza di 50 Hz, è fissato l’obiettivo di qualità di 3 μT per il valore
dell’induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori
nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio.

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Raccomandazione del Consiglio dell'Unione
europea del 12 luglio 1999
Fondamentalmente la raccomandazione recepisce i valori limite base
proposti dall'ICNIRP (si riveda a tal proposito il paragrafo relativo ai
meccanismi di interazione).

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D.Lgs. 81/2008 (integrato dal D.Lgs. 106/09)
Il D.Lgs. ha introdotto specifiche norme di tutela della salute per i
lavoratori esposti a campi elettromagnetici (Titolo VIII "Agenti fisici",
Capo IV).
Fondamentalmente recepisce la direttiva europea 2004/40/CE (e le
sue modifiche contenute nella direttiva europea 2008/46/CE) sulle
prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione
dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi
elettromagnetici).
Il Capo IV determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori
contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai
campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz) durante il lavoro. Le
disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la
sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine
conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti
indotte e dall'assorbimento di energia, e da correnti di contatto.
Il capo non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine
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e i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione.
D.Lgs. 81/2008 (integrato dal D.Lgs. 106/09)
Il decreto legislativo impone che il datore di lavoro valuti e, quando
necessario, misuri o calcoli i livelli dei campi elettromagnetici ai quali
sono esposti i lavoratori.
I livelli non possono superare i valori limite contenuti nell'allegato
XXXVI, lettera A, tabella 1e lettera B, tabella 2 (sono rispettivamente
i valori limite base e derivati ICNIRP per i lavoratori, si riveda a tal
proposito il paragrafo relativo ai meccanismi di interazione).
In nessun caso i lavoratori devono essere esposti a valori superiori ai
valori limite di esposizione. Se i valori limite di esposizione risultano
superati, il datore di lavoro adotta misure immediate per riportare
l'esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione, individua le
cause del superamento dei valori limite di esposizione e adegua di
conseguenza le misure di protezione e prevenzione per evitare un
nuovo superamento.

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D.Lgs. 81/2008 (integrato dal D.Lgs. 106/09)
Allo stato attuale L'entrata in vigore delle disposizioni appartenenti al
Capo IV del Titolo VIII "Agenti fisici" è rinviata al 30 aprile 2012.
Tuttavia tale proroga vale per i valori limite e l'applicazione delle
disposizioni di cui al Capo IV e non significa che fino al 30 aprile
2012 non si debba effettuare la valutazione dei rischi relativi ai campi
elettromagnetici: ogni datore di lavoro deve effettuare una
valutazione dei rischi per tutti i rischi ai quali un lavoratore può
essere esposto durante la propria attività.

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