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Citeroni
RADIOPROTEZIONE: Disciplina che si occupa della protezione dell’uomo e dell’ambiente dagli effetti dannosi delle
radiazioni ionizzanti.
Ha l’obiettivo di preservare lo stato di salute delle persone, riducendo i rischi da radiazioni (ionizzanti) nella
realizzazione di attività che siano giustificate dai benefici che ne derivano. Inoltre, provvede alla tutela
dell’ambiente. È una materia soggetta a continuo aggiornamento in base a risultati scientifici e progresso
tecnologico.
Ci sono diversi enti/istituzioni di carattere tecnico-scientifico che fanno studi, ricerche e valutazioni, producendo
documenti che si trovano alla base delle normative che i vari stati percepiscono/attuano.
VARI MINISTERI:
∙ Imprese e del Made in Italy
∙ Ambiente e Sicurezza Energetica
∙ Salute
∙ Lavoro e Politiche Sociali
∙ Infrastrutture e Trasporti
∙ Interno
ALTRI ENTI:
- ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione): Autorità di regolamentazione
competente in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione. Svolge sia funzioni autorizzative sia funzioni
ispettive.
- ISS (Istituto Superiore di Sanità).
- INL (Ispettorato Nazionale del lavoro).
- INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro).
- ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile).
- Protezione Civile.
A livello LOCALE:
o ASL (Aziende Sanitarie Locali): Organo di vigilanza per i luoghi di lavoro e per la protezione della popolazione. In
più, in via esclusiva, vigilanza per le esposizioni mediche.
o ITL (Ispettorati Territoriali del Lavoro): Controllo dell’applicazione della normativa relativa al lavoro. Sono la parte
locale dell’INL.
o VV.FF. (Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco).
o ARPA (Agenzie Regionali di Protezione Ambientale): Vigilanza in presenza di sorgenti naturali di radiazioni e
monitoraggio della radioattività ambientale soprattutto intorno alle ex centrali nucleari. Intervengono anche nelle
situazioni di emergenza in cui ci potrebbe essere un significativo aumento dell’esposizione della popolazione.
o USMAF (Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera).
o Autorità Portuale (Capitaneria di Porto).
LA NORMATIVA
L’obiettivo è la riduzione del rischio ad un livello che può essere considerato accettabile in radioprotezione solo
dose 0 porta a rischio 0 quindi il rischio si può solo ridurre e non eliminare.
La normativa comprende leggi, raccomandazioni o linee guida.
EVOLUZIONE NORMATIVA:
I. DPR n.185/1964: Prima norma in materia di radioprotezione (in altri paesi uscita molto più tardi).
II. D.Lgs. n.230/1995: È stato necessario aggiornare quella precedente perché sono state emanate le direttive
EURATOM.
III. D.Lgs. n.187/2000: Attuazione di una direttiva EURATOM del 1997 in materia di esposizione medica.
IV. D.Lgs. n.101/2020: Norma attualmente in vigore, aggiornata a gennaio 2023. Ha abrogato i due D.Lgs. precedenti
ed è stato riportato tutto in questo testo unico. Attuazione di un’altra direttiva EURATOM del 2013. Questa norma
si occupa di: esposizioni lavorative, mediche e della popolazione / emergenze nucleari / sorgenti naturali di
radiazioni.
Variazione di pratica: In caso di variazione di una pratica l’esercente deve darne sempre comunicazione (Es. motivi
per fare variazione: acquisizione di ulteriori/dimissione parziale di sorgenti di radiazioni).
Cessazione di pratica [Art. 53]: Chi vuole cessare l’attività deve darne comunicazione 30gg prima della cessazione.
In caso di pratica con materie/sorgenti radioattive, l’esercente dopo la cessazione deve mandare un’ulteriore
relazione che descrive i rifiuti prodotti durante la pratica e durante le attività di cessazione, in quanto ci deve
essere una non rilevanza radiologica. (Es. motivi per fare cessazione: chiusura reparto/azienda o cessazione di
attività in quel reparto/azienda).
Nulla osta all’impiego di sorgenti di radiazioni [Art. 50]: È un’autorizzazione preventiva (Es.: sorgenti con radiazioni
sopra un certo livello). richiesta per qualsiasi attività comportante la detenzione e la manipolazione di materie
radioattive o il trattamento di rifiuti radioattivi. Il nulla osta è richiesto anche per l’utilizzazione di macchine
radiogene che hanno un’energia massima delle particelle accelerate sopra i 200 KeV (chiloelettronvolt).
È richiesto anche per: Impiego di acceleratori di radiazioni / Somministrazione intenzionale di materie radioattive a
persone o animali per terapie, diagnosi o ricerca / Impiego di acceleratori e di apparati a raggi X per esposizione di
persone a fini di terapia medica / Impiego di sorgenti di radiazioni “mobili” (sorgente che può essere trasportata).
Il nulla osta si DIVIDE IN:
‣ Nulla osta di categoria A rischio maggiore. Rilasciato dal Ministero delle Imprese, di concerto con altri Ministeri
(Ambiente, Interno, Lavoro, Salute), acquisito il parere dell’ISIN e sentita la Regione.
‣ Nulla osta di categoria B rischio più basso. Se l’attività è a scopo medico/medico-veterinario/ricerca scientifica
presso strutture sanitarie. Rilasciato dalla Regione e in particolare, ove non vi sia una specifica normativa (Es.: nel
Lazio è disciplinato da una legge regionale, la quale stabilisce che lo può rilasciare l’ASL), viene rilasciato dal
prefetto della provincia dove ha la sede operativa il soggetto che lo richiede.
[La categoria viene decisa sulla base di ciò che c’è scritto nell’allegato XIV].
RIFIUTI RADIOATTIVI
Rifiuto radioattivo: Secondo l’ISIN è un qualsiasi materiale radioattivo in forma gassosa, liquida o solida, per il
quale non è previsto nessun riciclo o utilizzo ulteriore.
Attività disciplinate dal D.Lgs. 101/2020: Allontanamento dei rifiuti / Attività di raccolta e trasporto / Spedizioni,
importazioni ed esportazioni / Deposito e smaltimento. (Tutte soggette ad autorizzazione).
DIFFERENZA tra:
o Allontanamento: Si può allontanare un rifiuto che rispetta i livelli di non rilevanza radiologica solo se proviene da
un’attività soggetta a notifica o autorizzazione.
o Smaltimento: È il deposito di rifiuti in un impianto autorizzato per il loro confinamento definitivo e permanente,
senza l’intenzione di rimuoverli ulteriormente.
o Smaltimento nell’ambiente: Immissione pianificata nell’ambiente di rifiuti che rispettano i livelli di radioattività
previsti per l’allontanamento.
Qui si applicano solo i principi di GIUSTIFICAZIONE e OTTIMIZZAZIONE (NON Limitazione). Oltre ad essi si devono
attuare i programmi di garanzia della qualità.
Principio di giustificazione Le esposizioni mediche devono essere sufficientemente efficaci rispetto al danno alla
persona che ne potrebbe derivare. Quindi il rapporto rischio-beneficio deve essere favorevole ovvero deve essere
prodotto il minor danno a parità di beneficio.
Ogni nuova pratica connessa ad esposizioni mediche deve essere preliminarmente giustificata, tenendo conto
dell’esposizione dei lavoratori, della popolazione e del singolo individuo e, ovviamente, le pratiche mediche non
giustificate sono vietate. Le pratiche già esistenti possono essere riviste quando ci sono nuove evidenze
scientifiche o nuove linee guida.
Il medico prescrivente è il medico di famiglia o uno specialista ed essi, per evitare esposizioni non necessarie,
solitamente si avvalgono di esami e diagnosi effettuati precedentemente. In ogni caso, questo tipo di esposizioni
sono vietate per minore e donne in gravidanza.
Principio di ottimizzazione Le dosi devono essere tenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile tenendo
conto di fattori economici e sociali. Si applica solo ad attività radiodiagnostiche e non radioterapiche. Questo
principio:
‣ Per il singolo paziente significa minimizzare le dosi non inficiando al beneficio diagnostico o terapeutico.
‣ Per l’intero sistema significa massimizzare i vantaggi riducendo al minimo i costi.
Per applicarlo bisogna fare attenzione: alla scelta delle attrezzature / alla produzione di un’informazione
diagnostica appropriata o un certo risultato terapeutico / agli aspetti pratici delle procedure / ai programmi di
garanzia della qualità / all’esame e alla valutazione delle dosi o delle attività somministrate al paziente.
Per le esposizioni a carattere radiodiagnostico si deve tener conto dei Livelli Diagnostici di Riferimento (LDR)
secondo le indicazioni presenti nell’Allegato XXVI. Essi sono dei parametri che correlano il rischio radiologico per
una data pratica con lo stato dell’arte relativo all’evoluzione tecnologica, introducendo il “livello massimo di rischio
consentito”. Sono quindi delle grandezze misurabili e vanno intesi soltanto come degli strumenti di lavoro per
ottimizzare le prestazioni ATTENZIONE! NON sono misure di dose e non sono utilizzati al di fuori dei programmi
di garanzia della qualità. (sono misurabili ma non si riferiscono alle dosi). [possibile domanda d’esame!!!]
Per le esposizioni a carattere radioterapeutico bisogna tenere la dose più bassa possibile per gli organi NON
bersaglio.
Strumenti metodologici per l’applicazione del principio di ottimizzazione:
∙ Le apparecchiature devono essere munite di un dispositivo che informi sui parametri che permettano la
valutazione della dose al paziente.
∙ Obbligo di verifica dei criteri di accettabilità delle attrezzature radiologiche.
∙ Obbligo di attuazione dei programmi di garanzia della qualità.
∙ Definizione e controllo dei LDR.
Responsabilità
Medico specialista
Le esposizioni mediche sono effettuate sotto la sua responsabilità su richiesta giustificata/motivata del medico
richiedente. Allo specialista SPETTA: La scelta delle tecniche idonee ad ottenere il miglior rapporto beneficio-
detrimento(danno) / L’eventuale utilizzo di tecniche alternative rispetto alla richiesta del medico richiedente che
non comportino un’esposizione a R.I. / La valutazione clinica del risultato (referto). La procedura totale o parte di
essa può essere delegata (Es.: normalmente l’indagine radiografica è delegata al TSRM o all’infermiere) sempre
sotto la responsabilità dello specialista.
Specialista in fisica medica (SFM)
È laureato in fisica con una specializzazione in fisica medica o sanitaria. Sostanzialmente si occupa di fornire al
medico specialista o al RIR il supporto per le misure e le valutazioni necessarie per l’ottimizzazione delle pratiche
radiologiche. Allo SFM SPETTA: Redigere insieme al RIR le misure da mettere in atto per attuare il programma di
garanzia della qualità / Effettuare in via esclusiva le prove di accettazione (controlli quando si installa
apparecchiatura) e le prove di stato (funzionamento nel tempo) / Misurare biennalmente il rispetto dei LDR /
Valutare le dosi per ogni esposizione radiologica.
Programma di Garanzia della Qualità Tutte le azioni programmate e sistematiche che intendono accertare il
corretto funzionamento di un impianto o di un sistema. Il controllo di qualità è una parte di questo programma e
serve per mantenere o migliorare la qualità. Lo possono effettuare SFM/ER/TSRM.
Tutto va a finire nel cosiddetto Manuale di Qualità, che deve riportare:
Nella PRIMA parte: informazioni generali sull’organizzazione del lavoro.
Nella SECONDA parte: dati tecnici e risultati dei controlli di qualità.
Lavoratore esposto: qualunque lavoratore dipendente o autonomo sottoposto ad un’esposizione sul lavoro
derivante da pratiche e che può ricevere dosi superiori a uno dei limiti fissati per l’esposizione degli individui della
popolazione.
Sono classificati LAVORATORI ESPOSTI se suscettibili di superare uno di questi valori [domanda d’esame]:
‣ 1 mSv di Dose Efficace.
‣ 15 mSv di Dose Equivalente per il cristallino.
‣ 50 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e caviglie).
Se al di sotto di questi valori non è classificato come esposto.
Una volta stabilito che può essere classificato, si discriminano due CATEGORIE DI CLASSIFICAZIONE in base a dei
valori (che NON sono dei limiti ma solo dei valori utili per la classificazione):
Categoria A Suscettibili di un’esposizione in un anno solare superiore a:
o 6 mSv di Dose Efficace per il corpo intero.
o 150 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e caviglie).
Categoria B Qui vengono classificati i lavoratori NON classificati in categoria A. Quindi quelli suscettibili di
un’esposizione in un anno solare:
o Compresa tra 1 mSv e 6 mSv di Dose Efficace per il corpo intero.
o Compresa tra 50 mSv e 150 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e
caviglie).
I LIMITI DI DOSE invece sono (sempre per esposizione annuale) [sicuramente domanda d’esame]:
All’ingresso delle zone devono essere affissi dei cartelli in maniera visibile e l’accesso deve essere regolamentato
da procedure scritte. Es.: Uno dei cartelli è “pericolo di radiazioni ionizzanti” cartello a norma UNI 361-2015
(ma anche il D.Lgs. 81/08 riporta tutte le caratteristiche che devono avere i cartelli).
Documentazione di Radioprotezione
È composta da 3 DOCUMENTI e si divide in:
RADON
Per parlare del radon bisogna prima affrontare la Radioattività.
La sua scoperta avvenne alla fine del 1800 ad opera dei fisici H. Becquerel e i coniugi Curie (tutti e 3 Nobel per la
fisica all’inizio del ‘900). Scoprirono che alcuni minerali contenenti uranio avevano la capacità di influenzare le
lastre fotografiche. Per questa proprietà alcuni elementi come l’uranio, il radio o il polonio venero nominati attivi e
il fenomeno di emissione spontanea di particelle venne chiamato radioattività (è quel fenomeno secondo cui
alcuni nuclei stabili si trasformano emettendo particelle trasformazione = decadimento). Si possono
trasformare in altri elementi o rimangono lo stesso elemento con uno stato energetico inferiore. Con questa
trasformazione emettono energia sottoforma di particelle alfa e beta o di radiazioni elettromagnetiche gamma
(comunemente chiamate “fotoni”).
Il radon-222 decadendo genera elementi radioattivi, detti “figli”: il polonio 218 (Po-218) e il polonio 214 (Po-214).
Questi, a differenza del radon (che è un gas nobile), sono elementi solidi (corpuscolari) ovvero delle particelle che
si attaccano al particolato atmosferico e, se inalate, vanno a finire nei polmoni ed emettono radiazioni alfa.
Quest’ultime in campo aperto verrebbero fermate da un foglio di carta ma nei polmoni fanno un danno
inestimabile perché sono altamente energetiche, quindi in grado di rompere la catena di DNA, aumentando di
fatto la probabilità di contrarre tumori.
Quindi il radon è universalmente riconosciuto come un fattore di rischio sanitario rilevante ed è stato classificato
dalla IARC nel gruppo 1 (sicuramente cancerogeno). È, infatti, la seconda causa di morte per tumore al polmone
dopo il fumo di sigaretta e i fumatori con esposizione al radon hanno una probabilità di contrarre il tumore dalle 5
alle 20 volte maggiore. Ma per le sue proprietà (incolore, inodore, non porta subito a morte) c’è una bassa
percezione del rischio da parte della popolazione.
La concentrazione di radon varia in base alla quantità di uranio contenuto dalle rocce del sottosuolo e in base alla
quantità di gas endogeni (in particolare CO2) che lo trasportano verso l’alto/la superficie.
In ambiente aperto, a differenzia degli ambienti chiusi, il radon si diluisce e non desta preoccupazione.
COME ENTRA negli ambienti chiusi?
Con fratture del terreno o scavi effettuati per installare tubazioni. Poi, in mancanza di ventilazione, tende a
ristagnare nella parte bassa degli edifici generando figli.
Può trovarsi nei piani superiori degli edifici se i materiali da costruzione sono di origine vulcanica e lo contengono
(Es.: mattoni di tufo).
Il dosimetro più utilizzato è quello a tracce nucleari ed è formato da un contenitore chiamato camera di diffusione
dove entra l’aria. Al suo interno c’è l’elemento sensibile chiamato CR-39 (pezzetto di “plastica” in
PoliAllilDiglicolCarbonato – PADC) dove i figli del radon vanno a depositarsi (le particelle alfa emesse dai figli vanno
a incidere sull’elemento sensibile) e si avrà la misura di concentrazione del radon.
LA NORMATIVA
Il radon, come tutte le altre sorgenti di R.I., è normato dal D.Lgs. 101/2020, nel quale è previsto un capitolo
specifico Titolo IV “Sorgenti naturali di R.I. – Capo I “Esposizione al radon”.
Le disposizioni del decreto SI APPLICANO:
∙ All’esposizione dei lavoratori o di individui della popolazione al radon in ambienti chiusi.
DEFINIZIONI:
∙ Radon: L’isotopo 222 del radon (Rn-222) e ove espressamente previsto i suoi prodotti di decadimento (“figli” visti
in precedenza).
∙ Attività (A): L'attività di una determinata quantità di un radionuclide in uno stato particolare di energia in un
momento determinato.
dN è il numero atteso di transizioni nucleari spontanee.
A = dN / dT dT è l’intervallo di tempo.
Unità di misura Bq [Becquerel] (1 Bq = 1 decadimento in 1 secondo).
∙ Concentrazione di attività: Grandezza che esprime l’attività di un dato radionuclide nell’unità di volume e si misura
in Bq/m3.
∙ Livello di riferimento (NON è un limite): La concentrazione di attività (o il livello di dose) al di sopra della quale non
è appropriato consentire le esposizioni anche se non è un limite che non può essere superato. Al di sopra del
livello di riferimento si mettono in atto le:
∙ Misure correttive: La rimozione di una sorgente, la riduzione dell’entità della sorgente o l’interruzione delle vie di
esposizione ovvero l’interruzione dell’impatto al fine di evitare e ridurre le dosi
PNR
Il Piano Nazionale d’azione per il Radon concernente i rischi di lungo termine dovuti all’esposizione al radon è
stato approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). Oggi ancora non è stato adottato
ma quando sarà adottato dovrà basarsi sul principio di ottimizzazione e INDIVIDUARE:
‣ Strategie e criteri per prevenire e ridurre i rischi a lungo termine dovuti all’esposizione al radon in abitazioni,
edifici pubblici o luoghi di lavoro, per qualsiasi fonte di radon (suolo, materiali di costruzione, acqua).
‣ I criteri per la classificazione delle zone in cui si prevede che la concentrazione di radon superi il livello di
riferimento in un numero significativo di edifici.
‣ Le regole tecniche e i criteri di realizzazione delle misure per prevenire l’ingresso del radon in edifici di nuova
costruzione nonché gli interventi di ristrutturazione su edifici esistenti che coinvolgono l’attacco a terra.
‣ Gli indicatori di efficacia delle azioni pianificate (misure di verifica degli interventi di mitigazione).
Il PNR dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e aggiornato con cadenza almeno decennale.
Una volta pubblicato, le Regioni hanno 24 mesi di tempo per:
- Individuare le aree in cui si stima che la concentrazione di radon superi il livello di riferimento in un numero
significativo di edifici.
- Definire le priorità d’intervento per i programmi specifici di misurazione al fine della riduzione dei livelli di
concentrazione al di sotto dei livelli di riferimento e prevedere le modalità attuative e i tempi di realizzazione.
L’elenco delle aree deve essere pubblicato in GU e aggiornato ogni volta che si fanno nuove indagini o si aggiorna il
PNR.
Nell’attesa dell’individuazione delle aree prioritarie le Regioni devono effettuare delle misurazioni e acquisire dei
dati per individuare le aree prioritarie nelle quali la stima di edifici dove la concentrazione di radon supera i 300
Bq/m3 sia ≥ 15% degli edifici totali.
A differenza degli ambienti di lavoro (dove le misure vanno fatte nel piano interrato) le misure vanno fatte anche al
piano terra perché normalmente nell’interrato o nel seminterrato non si abita.
Per i luoghi di lavoro le misurazioni devono essere effettuate per almeno 1 anno solare. Un anno di fila o più
periodi di campionamento che sommati fanno un anno (i periodi consigliati sono quello autunnale e quello
estivo). Normalmente si usano più dosimetri e i campionamenti vanno effettuati in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i
locali separati dai luoghi di lavoro (ovviamente in ogni ambiente dove c’è il personale. Non ha senso fare la
misurazione ad es. al bagno).
Cosa fare IN SEGUITO alle misurazioni annuali:
Se concentrazione media < 300 Bq/m3 Il DDL elabora e conserva un documento contenente l’esito che farà
parte del DVR previsto dal D.Lgs. 81/08 (sarà un’appendice). Esso poi ripeterà le misurazioni ogni 8 anni o
ogniqualvolta siano realizzati interventi edilizi che comportano lavori strutturali dell’attacco a terra nonché volti a
migliorare l’isolamento termico dell’edificio.
Se concentrazione media > 300 Bq/m3 Viene superato il livello di riferimento quindi l’esercente deve mettere in
atto delle misure correttive avvalendosi dell’esperto in interventi di risanamento radon entro 2 anni, per poi
effettuare una nuova misurazione (detta “di controllo”).
DOPO la seconda misurazione (di controllo) se la concentrazione è:
‣Sotto i 300 Bq/m3 – L’esercente deve garantire il mantenimento nel tempo delle misure correttive e deve
effettuare una nuova misurazione dopo 4 anni (non dopo 8 anni come visto prima).
‣Sopra i 300 Bq/m3 – L’esercente deve avvalersi dell’esperto di radioprotezione (ER), il quale valuta le Dosi Efficaci
annue dei lavoratori (a che dosi sono esposti durante l’anno, con un calcolo particolare in base alla
concentrazione di radon rilevata, al lavoro effettuato e al tempo di esposizione) e redige una relazione. Se la
dose efficace del lavoratore è inferiore ai 6 mSv/anno l’esercente tiene sotto controllo le dosi efficaci o le
esposizioni dei lavoratori e nel frattempo mette in atto misure correttive per abbassare la concentrazione media.
L’esercente conserva i risultati delle valutazioni (misurazioni dell’ER) per un periodo non inferiore ai 10 anni. Se
invece la dose efficace supera i 6 mSv/anno l’esercente classifica il lavoratore come esposto in categoria A e
adotta la sorveglianza fisica.
[Questa disposizione NON si applica agli ambienti di lavoro in cui vi può essere presenza di pubblico, per il quale
il limite è fissato in 1 mSv/anno].
Ogni volta che si ha un superamento del livello di riferimento l’esercente ha l’obbligo di fare una comunicazione
che contiene la descrizione delle attività e la relazione tecnica del servizio di dosimetria che ha fornito i dosimetri
ed elaborato le misurazioni. Tale comunicazione deve essere fatta entro 1 mese dal rilascio della relazione tecnica
e va fatta a 4 enti: Ministero del Lavoro / ARPA / ASL / ITL.
La comunicazione agli stessi enti va fatta anche dopo le misurazioni di controllo e, in più, bisogna allegare la
relazione dell’esperto in interventi di risanamento radon.
Servizi di dosimetria
Sono quelli che forniscono i dosimetri e sono riconosciuti idonei nell’ambito delle norme di buona tecnica dal
Ministero e abilitati dall’ISIN e dall’INAIL.
I servizi di dosimetria devono trasmettere/inviare obbligatoriamente i risultati delle misurazioni (in qualsiasi
ambiente) ogni 6 mesi alle regioni e all’ISIN (banca dati apposita sul radon chiamata SINRAD).
Azioni correttive
I METODI PIÙ UTILIZZATI per gli ambienti chiusi:
- Aerazione naturale. - Depressurizzazione del suolo.
- Ventilazione. - Pressurizzazione dell’edificio.
- Ventilazione del vespaio (che è l’intercapedine - Sigillatura delle vie di ingresso.
- tra il solaio della casa e il terreno). - Azioni preventive per nuove costruzioni.
Il Titolo XIV del D.Lgs. 101/2020 è dedicato alla preparazione e risposta alle emergenze radiologiche o nucleari.
Cos’è l’EMERGENZA?
Situazione o evento imprevisto e imprevedibile che richiede un’azione tempestiva per mitigare gravi conseguenze
per la salute e sicurezza della popolazione, la qualità della vita o l’ambiente l’ambiente oppure un rischio che
potrebbe dar luogo a tali conseguenze avverse.
Cos’è l’INCIDENTE?
Qualsiasi avvenimento non intenzionale le cui potenziali conseguenze sono significative dal punto di vista della
radioprotezione o della sicurezza nucleare, e possono comportare dosi superiori ai limiti previsti.
Cos’è l’INTERVENTO?
Attività umana necessaria per prevenire o diminuire l’esposizione della popolazione a sorgenti che non fanno
parte di una pratica o che sono fuori controllo per effetto di un incidente, mediante: azioni sulle sorgenti, sulle vie
di esposizione e sugli individui stessi.
In caso di emergenza il personale che si occupa di affrontarla (squadra speciale di intervento) saranno classificati in
categoria A e questo personale sarà visitato/valutato dal medico autorizzato.
In caso di emergenza nella pianificazione e nell’attuazione degli interventi saranno adottate le misure necessarie
per contenere quanto più possibile l’esposizione di queste figure entro determinati livelli (non limiti)
Ricordiamo che non si applica il principio di limitazione delle dosi. L’esposizione al di sopra di questi livelli potrà
essere ammessa per salvare vite umane e il personale naturalmente dovrà essere informato del rischio.
Per quanto riguarda invece i lavoratori del sito che invece non fanno parte delle squadre di emergenza si adottano
tutte le misure idonee affinché essi non incorrano in un’esposizione superiore ai limiti di dose (< 20 mSv/anno).
Chiunque ritrovi una sorgente orfana deve avvisare l’organo di Polizia. Una volta avvisato, il Prefetto predispone un
piano di emergenza specifico per la messa in sicurezza di tale sorgente avvalendosi del Comitato per la
Pianificazione dell’Emergenza Radiologica e Nucleare (in prima battuta partono i vigili del fuoco che hanno un
reparto speciale con strumenti adatti a fare un primo intervento).
Popolazione CHE RISCHIA DI ESSERE interessata dall’emergenza: Qualsiasi gruppo di popolazione per il quale è
stato stabilito un piano di emergenza.
Alla popolazione che rischia vengono fornite informazioni sempre aggiornate sulle misure applicabili nei vari
scenari nonché sul comportamento da adottare. Alcune informazioni più dettagliate sono destinate ad alcune
persone in particolare in base alla loro attività (Es.: sindaco, vigili urbani, protezione civile…).
Popolazione EFFETTIVAMENTE interessata dall’emergenza: Qualsiasi gruppo di popolazione per il quale sono
previste misure specifiche di protezione qualora sopravvenga un caso di emergenza
Alla popolazione effettivamente interessata vengono fornite informazioni immediate su quello che sta accadendo,
sui provvedimenti di protezione sanitaria e sul comportamento. Anche in questo caso le informazioni specifiche
sono destinate ad alcune specifiche persone.
‣ Dose Proiettata:
Dose assorbita ricevuta da un individuo della popolazione su un intervallo di tempo dall’inizio dell’incidente, da
tutte le vie di esposizione, quando non vengono adottati interventi.
‣ Dose Evitabile:
Dose efficace o equivalente che viene evitata all’individuo in un intervallo di tempo dall’inizio dell’emergenza per
effetto dell’adozione di uno specifico intervento. Dproiettata – Devitabile = Deffettiva.
‣ Livello di Interventi:
Valore di dose efficace o equivalente evitabile in relazione al quale si prende in considerazione l’adozione di
adeguati provvedimenti di intervento.
LIVELLI DI INTERVENTO (dose evitabile in mSv) e TIPO DI INTERVENTO:
Dose Evitabile: da alcune unità ad alcune decine di dose efficace Tipo di intervento: riparo al chiuso.
Dose Evitabile: da alcune decine ad alcune centinaia di dose equivalente Tipo di intervento: per la tiroide può
essere la somministrazione di iodio stabile.
Dose Evitabile: da alcune decine ad alcune centinaia di dose efficace Tipo di intervento: evacuazione.
È da considerare sempre giustificata l’adozione di provvedimento di intervento nel caso in cui le dosi proiettate
siano suscettibili di produrre seri effetti deterministici (a tot dose corrisponde tot effetto).
In questo caso la normativa riporta una tabella con valori soglia in base alla dose proiettata al singolo
organo/tessuto in un arco di tempo di 2 giorni (Es.: Corpo intero/Midollo 1, Tiroide 5, Feto 0,1…).
APPARATO SANZIONATORIO
ILLECITI: Sono atti non consentiti da una norma. In ambito giuridico rappresentano atti contrari alle norme del
diritto. Ci sono 3 CATEGORIE di illeciti:
Illecito Penale = Reato.
Illecito Civile
Illecito Amministrativo
La normativa di radioprotezione prevede delle sanzioni di natura sia penale che amministrativa.
Reato
Nel Codice penale è quel fatto dovute ad azioni commesse od omesse dall’uomo che è vietato dall’ordinamento
giuridico.
L’Art. 39 C.P. distingue i reati in base alla pena in:
- Delitto: Se la pena è la reclusione e/o la multa.
- Contravvenzione: Se pena è l’arresto e/o l’ammenda.
Nel D.Lgs 101/2020 gli illeciti penali sono reati contravvenzionali e sono sanzionati con l’arresto o l’ammenda.
Verbale di prescrizione
Per l’estinzione del reato l’organo di PG fa un verbale di prescrizione con il quale impartisce al contravventore una
prescrizione con un periodo di tempo non superiore al tempo tecnicamente necessario e, in ogni caso, non
superiore a 6 mesi. Si può richiedere una sola proroga al massimo per altri 6 mesi, che viene concessa a
discrezione dell’organo di vigilanza.
Entro 30 gg dalla scadenza del termine fissato l’organo deve verificare se la violazione è stata eliminata e quindi se
le prescrizioni sono state adempiute.
Se il contravventore ha adempiuto alla prescrizione viene ammesso al pagamento della sanzione amministrativa
(1/3 del massimo) con un termine di 30 gg per il pagamento. Se paga entro 30 gg la contravvenzione è estinta.
Notizia di reato
Sia se adempie sia se non adempie l’organo di vigilanza deve riferire/relazionare al PM tutte le violazioni/notizie di
reato riscontrate. Quando questa notizia di reato arriva al PM il procedimento viene sospeso finché il PM non avrà
ulteriori notizie dall’organo di PG.
In seguito, se il contravventore adempie e paga la sanzione, l’organo di vigilanza entro 120 gg comunica al PM
l’adempimento e la somma pagata.
Se invece il contravventore non ha adempiuto e/o non ha pagato la sanzione, l’organo di vigilanza ne dà
comunicazione al PM entro 90gg dalla scadenza del termine fissato per la prescrizione e il PM riapre il
procedimento penale.
Illeciti amministrativi
È la violazione di una norma giuridica per cui è prevista una sanzione amministrativa a fronte del pagamento della
quale l’illecito viene estinto (Es.: L’esercente non comunica la relazione tecnica dei risultati delle misure).
Verbale di notifica dell’illecito amministrativo
L’organo di vigilanza notifica gli estremi della violazione all’interessato entro 90 gg dall’illecito.
Entro 60 gg il contravventore deve pagare 1/3 del massimo OPPURE, se più favorevole al contravventore, il doppio
del minimo.
Il pagamento della sanzione amministrativa determina l’estinzione del procedimento mentre il mancato
pagamento comporta che il contravventore sia debitore verso lo stato e gli saranno richiesti da “qualcuno”.
ATTIVITÀ DI VIGILANZA
Le funzioni ispettive in materie di sicurezza nucleare e protezione sanitaria sono attribuite all’ISIN (a livello
nazionale) ma restano ferme le COMPETENZE PER:
Per le Esposizioni Lavorative ASL, ITL.
Per le Esposizioni Mediche ASL.
Per le Sorgenti Naturali ASL, ITL, ARPA.