Sei sulla pagina 1di 17

LA VIGILANZA IN MATERIA DI RADIOPROTEZIONE

Citeroni
RADIOPROTEZIONE: Disciplina che si occupa della protezione dell’uomo e dell’ambiente dagli effetti dannosi delle
radiazioni ionizzanti.

Ha l’obiettivo di preservare lo stato di salute delle persone, riducendo i rischi da radiazioni (ionizzanti) nella
realizzazione di attività che siano giustificate dai benefici che ne derivano. Inoltre, provvede alla tutela
dell’ambiente. È una materia soggetta a continuo aggiornamento in base a risultati scientifici e progresso
tecnologico.

Ci sono diversi enti/istituzioni di carattere tecnico-scientifico che fanno studi, ricerche e valutazioni, producendo
documenti che si trovano alla base delle normative che i vari stati percepiscono/attuano.

Tra le ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI ci sono:


‣ IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica): Fa parte dell’ONU ed è stata istituita per promuovere e
controllare lo sviluppo delle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare.
‣ UNSCEAR (Comitato Scientifico delle Nazioni Unite per lo Studio degli Effetti delle Radiazioni Ionizzanti): Istituito
dall’ONU per valutare gli effetti e l’esposizione a R.I. Governi e organizzazioni si basano su queste valutazioni e
stabilire misure di prevenzione e protezione.
‣ WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità).
‣ ICRP (Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica): È indipendente ed è l’organismo più importante
in materia di radioprotezione. È un insieme di scienziati che elaborano raccomandazioni e linee guida, prese poi da
altri organismi per essere messe alla base della normativa.
‣ EURATOM (Comunità Europea dell’Energia Atomica): È l’organismo il più importante a livello europeo ed è stato
istituito a seguito della formazione dell’UE per l’uso pacifico dell’energia nucleare. Può emanare (come l’UE) 3
cose: regolamenti, direttive e raccomandazioni  Regolamento: direttamente attuativo/in vigore e non serve che
sia recepito. Gli stati devono rispettare subito ciò che dice. / Direttive: devono essere recepite dai singoli stati
membri, i quali decidono come applicarle. / Raccomandazioni: indicazione/consiglio e lo stato può decidere se
adeguarsi e recepirla o meno.

In campo NAZIONALE invece troviamo…

VARI MINISTERI:
∙ Imprese e del Made in Italy
∙ Ambiente e Sicurezza Energetica
∙ Salute
∙ Lavoro e Politiche Sociali
∙ Infrastrutture e Trasporti
∙ Interno

ALTRI ENTI:
- ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione): Autorità di regolamentazione
competente in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione. Svolge sia funzioni autorizzative sia funzioni
ispettive.
- ISS (Istituto Superiore di Sanità).
- INL (Ispettorato Nazionale del lavoro).
- INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro).
- ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile).
- Protezione Civile.
A livello LOCALE:
o ASL (Aziende Sanitarie Locali): Organo di vigilanza per i luoghi di lavoro e per la protezione della popolazione. In
più, in via esclusiva, vigilanza per le esposizioni mediche.
o ITL (Ispettorati Territoriali del Lavoro): Controllo dell’applicazione della normativa relativa al lavoro. Sono la parte
locale dell’INL.
o VV.FF. (Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco).
o ARPA (Agenzie Regionali di Protezione Ambientale): Vigilanza in presenza di sorgenti naturali di radiazioni e
monitoraggio della radioattività ambientale soprattutto intorno alle ex centrali nucleari. Intervengono anche nelle
situazioni di emergenza in cui ci potrebbe essere un significativo aumento dell’esposizione della popolazione.
o USMAF (Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera).
o Autorità Portuale (Capitaneria di Porto).

LA NORMATIVA
L’obiettivo è la riduzione del rischio ad un livello che può essere considerato accettabile  in radioprotezione solo
dose 0 porta a rischio 0 quindi il rischio si può solo ridurre e non eliminare.
La normativa comprende leggi, raccomandazioni o linee guida.

EVOLUZIONE NORMATIVA:
I. DPR n.185/1964: Prima norma in materia di radioprotezione (in altri paesi uscita molto più tardi).
II. D.Lgs. n.230/1995: È stato necessario aggiornare quella precedente perché sono state emanate le direttive
EURATOM.
III. D.Lgs. n.187/2000: Attuazione di una direttiva EURATOM del 1997 in materia di esposizione medica.
IV. D.Lgs. n.101/2020: Norma attualmente in vigore, aggiornata a gennaio 2023. Ha abrogato i due D.Lgs. precedenti
ed è stato riportato tutto in questo testo unico. Attuazione di un’altra direttiva EURATOM del 2013. Questa norma
si occupa di: esposizioni lavorative, mediche e della popolazione / emergenze nucleari / sorgenti naturali di
radiazioni.

TITOLO I – Art.1  PRINCIPI del sistema di radioprotezione:


1. Giustificazione: Le pratiche che comportano l’esposizione alle radiazioni devono apportare più benefici che
svantaggi (Es.: esposizione medica come lastra).
2. Ottimizzazione: Rappresenta il cosiddetto principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable). L’esposizione/la
dose individuale deve essere mantenuta al minimo ragionevolmente ottenibile tenendo conto delle conoscenze
tecniche e dei fattori economici e sociali.
3. Limitazione delle dosi: La normativa ha previsto dei limiti per l’esposizione pianificata dei lavoratori e del pubblico.
Questi 3 devono essere applicati in sequenza (prima uno poi quello dopo).

TITOLO II – Art.7  DEFINIZIONI:


∙ Radiazioni ionizzanti: Particelle/onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda non superiore a 100 nanometri o
con frequenza non inferiore a 3x1015 Hz, in grado di produrre ioni, direttamente o indirettamente, interagendo con
la materia.
∙ Sorgente di radiazioni ionizzanti: Qualsiasi fonte che può provocare un’esposizione, attraverso l’emissione di
radiazioni ionizzanti o la presenza di materiali radioattivi.
Può essere: Naturale  di origine terrestre come radon, uranio oppure di origine cosmica (radiazioni cosmiche) /
Artificiale  generatori di radiazioni/macchine radiogene (dispositivi capaci di generare raggi X, neutroni, elettroni
o altre particelle cariche) oppure sorgenti radioattive (incorporano sostanze radioattive con lo scopo di utilizzarne
la radioattività). La sorgente radioattiva non emette radiazioni (Es.: TAC) ma è radioattiva di per sé (Es.: radon). Fra
le sorgenti radioattive si distinguono:
o Sorgente sigillata: racchiusa in un involucro/capsula/contenitore che non consente la dispersione all’esterno. In
questo caso tutta la sorgente, compreso il contenitore, è considerata radioattiva.
o Sorgente NON sigillata: sorgente che non ha i requisiti per essere considerata sigillata.
∙ Sostanza radioattiva: Sostanza contenente uno o più radionuclidi di cui, ai fini della radioprotezione, non si può
trascurare l’attività o la concentrazione.  Sinonimo di Materia radioattiva: sostanza o insieme di sostanze
radioattive contemporaneamente presenti.
∙ Materiale radioattivo: Materiale che incorpora sostanza radioattive (Es.: ferro che proviene da centrale nucleare).
TITOLO VI – Artt. 36-45  Regime giuridico per IMPORTAZIONE, PRODUZIONE, COMMERCIO, TRASPORTO E
DETENZIONE delle sorgenti di radiazioni ionizzanti:
 Trasporto di materie radioattive [Art. 43]: Deve essere autorizzato dal Ministero delle Imprese di concerto con altri
ministeri (Infrastrutture e Trasporti, Interno) e con l’ISIN. L’autorizzazione è rilasciata a seguito di un’istruttoria
tecnica fatta dal richiedente (Es.: titolare azienda) che deve avere dei requisiti specifici (Es.: fedina penale pulita,
idoneità finanziaria, garanzie a livello assicurativo…).
 Smarrimento, perdita, furto, ritrovamento e uso non autorizzato di sorgenti di R.I. [Art. 45]: In questi casi il
detentore (soggetto titolare dell’autorizzazione) deve dare immediata comunicazione agli enti che fanno vigilanza
(ASL, ARPA, VVFF, Autorità di pubblica sicurezza [commissariato di polizia o se non c’è il sindaco], ISIN, a volte
anche USMAF e capitaneria di porto).
Se invece una persona qualsiasi ritrova materiale o apparecchiature che possono far presumere la presenza di
radioattività, deve darne comunicazione alla più vicina autorità di pubblica sicurezza.

TITOLO VII – Artt. 46-61  Regime AUTORIZZATORIO:


 Definizione di pratica (IMPORTANTE per esame): Attività umana che può aumentare l’esposizione di singole
persone alle radiazioni provenienti da una sorgente di radiazioni ed è gestita come una situazione di esposizione
pianificata.
 Notifica di pratica [Art. 46]: È la comunicazione agli enti preposti in un modo certo che si intende avviare quel tipo
di attività e va fatta prima che le sorgenti di radiazioni entrino nell’attività. La notifica va fatta a VVFF, ASL, ITL e
ARPA almeno 30gg prima per tutte le attività di carattere NON medico (Es.: ENEA vuole mettere acceleratore
lineare per ricerca) MENTRE per attività medica la notifica va fatta almeno 10gg prima, perché si presume che ci
sia urgenza. La notifica deve essere fatta dal Legale Rappresentante dell’azienda (colui che ha il potere di spesa che
in questo caso si chiama ESERCENTE e corrisponde al DDL. Vale anche se non ha dipendenti).

Allegato IX  MODALITÀ per effettuare la comunicazione preventiva di pratica (notifica):


Si descrive l’attività/descrizione della pratica, si inseriscono vari dati (indirizzi, generalità del richiedente ecc.) e si
allega una relazione redatta dall’Esperto di Radioprotezione (ER) [DA RICORDARE]. Se è a carattere medico, oltre
alla relazione dell’ER, viene richiesta anche una relazione da parte del Responsabile dell’impianto radiologico. La
notifica si inoltra con PEC (data certa) e una copia deve essere conservata presso la sede di svolgimento della
pratica per almeno 5 anni.

 Variazione di pratica: In caso di variazione di una pratica l’esercente deve darne sempre comunicazione (Es. motivi
per fare variazione: acquisizione di ulteriori/dimissione parziale di sorgenti di radiazioni).
 Cessazione di pratica [Art. 53]: Chi vuole cessare l’attività deve darne comunicazione 30gg prima della cessazione.
In caso di pratica con materie/sorgenti radioattive, l’esercente dopo la cessazione deve mandare un’ulteriore
relazione che descrive i rifiuti prodotti durante la pratica e durante le attività di cessazione, in quanto ci deve
essere una non rilevanza radiologica. (Es. motivi per fare cessazione: chiusura reparto/azienda o cessazione di
attività in quel reparto/azienda).
 Nulla osta all’impiego di sorgenti di radiazioni [Art. 50]: È un’autorizzazione preventiva (Es.: sorgenti con radiazioni
sopra un certo livello). richiesta per qualsiasi attività comportante la detenzione e la manipolazione di materie
radioattive o il trattamento di rifiuti radioattivi. Il nulla osta è richiesto anche per l’utilizzazione di macchine
radiogene che hanno un’energia massima delle particelle accelerate sopra i 200 KeV (chiloelettronvolt).
È richiesto anche per: Impiego di acceleratori di radiazioni / Somministrazione intenzionale di materie radioattive a
persone o animali per terapie, diagnosi o ricerca / Impiego di acceleratori e di apparati a raggi X per esposizione di
persone a fini di terapia medica / Impiego di sorgenti di radiazioni “mobili” (sorgente che può essere trasportata).
Il nulla osta si DIVIDE IN:
‣ Nulla osta di categoria A  rischio maggiore. Rilasciato dal Ministero delle Imprese, di concerto con altri Ministeri
(Ambiente, Interno, Lavoro, Salute), acquisito il parere dell’ISIN e sentita la Regione.
‣ Nulla osta di categoria B  rischio più basso. Se l’attività è a scopo medico/medico-veterinario/ricerca scientifica
presso strutture sanitarie. Rilasciato dalla Regione e in particolare, ove non vi sia una specifica normativa (Es.: nel
Lazio è disciplinato da una legge regionale, la quale stabilisce che lo può rilasciare l’ASL), viene rilasciato dal
prefetto della provincia dove ha la sede operativa il soggetto che lo richiede.
[La categoria viene decisa sulla base di ciò che c’è scritto nell’allegato XIV].
RIFIUTI RADIOATTIVI

Rifiuto radioattivo: Secondo l’ISIN è un qualsiasi materiale radioattivo in forma gassosa, liquida o solida, per il
quale non è previsto nessun riciclo o utilizzo ulteriore.

Attività disciplinate dal D.Lgs. 101/2020: Allontanamento dei rifiuti / Attività di raccolta e trasporto / Spedizioni,
importazioni ed esportazioni / Deposito e smaltimento. (Tutte soggette ad autorizzazione).

DIFFERENZA tra:
o Allontanamento: Si può allontanare un rifiuto che rispetta i livelli di non rilevanza radiologica solo se proviene da
un’attività soggetta a notifica o autorizzazione.
o Smaltimento: È il deposito di rifiuti in un impianto autorizzato per il loro confinamento definitivo e permanente,
senza l’intenzione di rimuoverli ulteriormente.
o Smaltimento nell’ambiente: Immissione pianificata nell’ambiente di rifiuti che rispettano i livelli di radioattività
previsti per l’allontanamento.

ESPOSIZIONI MEDICHE [Titolo XIII]


Riguardano l’utilizzo di radiazioni ionizzanti in radiodiagnostica (diagnosi con macchina che emette radiazioni) o in
radioterapia (terapia con radiazioni ionizzanti – Es.: terapie con sostanze radioattive chiamati radioisotopi) per
mezzo di sorgenti interne (somministrazione di radioisotopo) o esterne al paziente stesso.
Le esposizioni mediche sono la seconda causa di esposizione a R.I. per la popolazione (rappresentano circa il 20%.
La prima causa sono le sorgenti naturali di radiazioni).

D.Lgs. 201/2020 - TITOLO XIII  Si APPLICA a/per:


- Pazienti nell’ambito della rispettiva diagnosi o trattamento medico.
- Esposizione professionale dei lavoratori (sottoposti a sorveglianza sanitaria).
- Esposizione di persone nell’ambito di screening sanitari (Es.: screening mammografico).
- Persone sane o pazienti che decidono di aderire a programmi di ricerca medica.
- Persone che possono assistere altre persone esposte ad esposizioni mediche
- Esposizioni di persone nell’ambito di procedure medico-legali (Es.: ricerca di materiale occulto all’interno del corpo
umano come negli aeroporti con i trafficanti di droga)
Per questo tipo di attività ci sono una serie di FIGURE CHE HANNO DELLE RESPONSABILITÀ:
 Esercente (corrisponde al DDL/titolare dell’impresa)
 Responsabile dell’Impianto Radiologico (RIR)
 Medico specialista
 Specialista in Fisica Medica (SFM)
 Esperto di Radioprotezione (ER)
 Tecnico di Radiologia Medica (TSRM)

Qui si applicano solo i principi di GIUSTIFICAZIONE e OTTIMIZZAZIONE (NON Limitazione). Oltre ad essi si devono
attuare i programmi di garanzia della qualità.
 Principio di giustificazione  Le esposizioni mediche devono essere sufficientemente efficaci rispetto al danno alla
persona che ne potrebbe derivare. Quindi il rapporto rischio-beneficio deve essere favorevole ovvero deve essere
prodotto il minor danno a parità di beneficio.
Ogni nuova pratica connessa ad esposizioni mediche deve essere preliminarmente giustificata, tenendo conto
dell’esposizione dei lavoratori, della popolazione e del singolo individuo e, ovviamente, le pratiche mediche non
giustificate sono vietate. Le pratiche già esistenti possono essere riviste quando ci sono nuove evidenze
scientifiche o nuove linee guida.
Il medico prescrivente è il medico di famiglia o uno specialista ed essi, per evitare esposizioni non necessarie,
solitamente si avvalgono di esami e diagnosi effettuati precedentemente. In ogni caso, questo tipo di esposizioni
sono vietate per minore e donne in gravidanza.
 Principio di ottimizzazione  Le dosi devono essere tenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile tenendo
conto di fattori economici e sociali. Si applica solo ad attività radiodiagnostiche e non radioterapiche. Questo
principio:
‣ Per il singolo paziente significa minimizzare le dosi non inficiando al beneficio diagnostico o terapeutico.
‣ Per l’intero sistema significa massimizzare i vantaggi riducendo al minimo i costi.
Per applicarlo bisogna fare attenzione: alla scelta delle attrezzature / alla produzione di un’informazione
diagnostica appropriata o un certo risultato terapeutico / agli aspetti pratici delle procedure / ai programmi di
garanzia della qualità / all’esame e alla valutazione delle dosi o delle attività somministrate al paziente.
Per le esposizioni a carattere radiodiagnostico si deve tener conto dei Livelli Diagnostici di Riferimento (LDR)
secondo le indicazioni presenti nell’Allegato XXVI. Essi sono dei parametri che correlano il rischio radiologico per
una data pratica con lo stato dell’arte relativo all’evoluzione tecnologica, introducendo il “livello massimo di rischio
consentito”. Sono quindi delle grandezze misurabili e vanno intesi soltanto come degli strumenti di lavoro per
ottimizzare le prestazioni  ATTENZIONE! NON sono misure di dose e non sono utilizzati al di fuori dei programmi
di garanzia della qualità. (sono misurabili ma non si riferiscono alle dosi). [possibile domanda d’esame!!!]
Per le esposizioni a carattere radioterapeutico bisogna tenere la dose più bassa possibile per gli organi NON
bersaglio.
Strumenti metodologici per l’applicazione del principio di ottimizzazione:
∙ Le apparecchiature devono essere munite di un dispositivo che informi sui parametri che permettano la
valutazione della dose al paziente.
∙ Obbligo di verifica dei criteri di accettabilità delle attrezzature radiologiche.
∙ Obbligo di attuazione dei programmi di garanzia della qualità.
∙ Definizione e controllo dei LDR.

Procedure Radiologiche [Art. 161]


Le linee guida sono state stilate dal Ministero della Salute e pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Esse riportano, tra
l’altro, delle raccomandazioni ai medici prescriventi e ai Responsabili degli Impianti Radiologici. Il RIR, nell’ambito
del programma di garanzia della qualità, provvede a adottare dei protocolli scritti di riferimento per ogni
attrezzatura. Sia l’Esercente sia il RIR sono tenuti a garantire che nelle procedure inerenti alla radioterapia e le
attività di medicina nucleare in vivo (uso di radioisotopi) lo specialista si avvalga dello Specialista in Fisica Medica
(SFM). Inoltre, il RIR è tenuto alla verifica dei LDR e, se c’è il superamento costante di questi livelli, deve segnalarlo
all’Esercente, il quale dovrà mettere in atto delle misure correttive. I risultati e gli interventi correttivi vanno
annotati su un apposito registro.

Responsabilità

 Responsabile dell’Impianto Radiologico (RIR)


L’Esercente è tenuto alla nomina di un RIR, il quale deve essere:
 Un medico specializzato in radiologia / radioterapia / medicina nucleare.
 Un medico chirurgo che svolge attività complementari (Es.: dentista utilizza apparecchio radiografico).
 Di norma il RIR non può essere l’Esercente  gli viene permesso solo quando è abilitato a svolgere l’indagine
clinica.
Il RIR è un referente verso l’Esercente per l’espletamento di tutte le attività riportate nel D.Lgs.
Si OCCUPA di: Organizzare il reparto (incarichi e responsabilità) / Scegliere le attrezzature / Gestire la formazione /
Mettere in atto il principio di ottimizzazione delle pratiche radiologiche (insieme allo specialista) / Predisporre e
attuare un programma di garanzia della qualità / Esprimere il giudizio sulla qualità della prestazione radiologica.
Per fare ciò DEVE: Segnalare all’Esercente la necessità di adottare interventi correttivi / Valutare l’opportunità di
mettere fuori servizio le apparecchiature non più idonee / Registrare i dati relativi ai programmi e ai controlli sulle
apparecchiature.

 Medico specialista
Le esposizioni mediche sono effettuate sotto la sua responsabilità su richiesta giustificata/motivata del medico
richiedente. Allo specialista SPETTA: La scelta delle tecniche idonee ad ottenere il miglior rapporto beneficio-
detrimento(danno) / L’eventuale utilizzo di tecniche alternative rispetto alla richiesta del medico richiedente che
non comportino un’esposizione a R.I. / La valutazione clinica del risultato (referto). La procedura totale o parte di
essa può essere delegata (Es.: normalmente l’indagine radiografica è delegata al TSRM o all’infermiere) sempre
sotto la responsabilità dello specialista.
 Specialista in fisica medica (SFM)
È laureato in fisica con una specializzazione in fisica medica o sanitaria. Sostanzialmente si occupa di fornire al
medico specialista o al RIR il supporto per le misure e le valutazioni necessarie per l’ottimizzazione delle pratiche
radiologiche. Allo SFM SPETTA: Redigere insieme al RIR le misure da mettere in atto per attuare il programma di
garanzia della qualità / Effettuare in via esclusiva le prove di accettazione (controlli quando si installa
apparecchiatura) e le prove di stato (funzionamento nel tempo) / Misurare biennalmente il rispetto dei LDR /
Valutare le dosi per ogni esposizione radiologica.

 Esperto di Radioprotezione (ER)


Se abilitato prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 101/2020 può svolgere i controlli di qualità e può essere
coinvolto nella formazione del personale. Anche in questo caso, infatti, è presente la formazione (nell’ambito
dell’ECM [Educazione Continua in Medicina]).

 Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM)


Colui CHE: Esegue l’indagine radiografica / Assiste il paziente / Dota di presidi radioprotezionistici / Sorveglia e
verifica le attrezzature / Se incaricato dal RIR e da FSM svolge i controlli di qualità.

Programma di Garanzia della Qualità  Tutte le azioni programmate e sistematiche che intendono accertare il
corretto funzionamento di un impianto o di un sistema. Il controllo di qualità è una parte di questo programma e
serve per mantenere o migliorare la qualità. Lo possono effettuare SFM/ER/TSRM.
Tutto va a finire nel cosiddetto Manuale di Qualità, che deve riportare:
 Nella PRIMA parte: informazioni generali sull’organizzazione del lavoro.
 Nella SECONDA parte: dati tecnici e risultati dei controlli di qualità.

Sintesi del Titolo XIII


L’Esercente nomina il RIR, il quale si avvale dello SFM e degli eventuali incaricati per l’esecuzione dei controlli di
qualità.
Il RIR provvede a realizzare e mettere in atto: Programmi di garanzia della qualità / Prove di accettazione e di
corretto funzionamento / Protocolli di esecuzione delle prove  Al fine di esprimere il giudizio di idoneità all’uso
clinico delle attrezzature (dice se apparecchiatura è idonea per ciò che deve fare).
Inoltre, il RIR verifica che ci siano avvisi per le donne in gravidanza, in quanto vi sono dei pericoli per il
nascituro/lattante in caso di somministrazione di radiofarmaci.
I vari attori del processo devono registrare le indagini e i trattamenti con radiazioni ionizzanti singolarmente, su un
supporto informatico.

ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI [Titolo XI]


I DDL, i dirigenti e i preposti devono attuare misure di protezione e di sicurezza previste nel TITOLO XI del D.Lgs.
101/2020  OBBLIGHI del DDL: Prima dell’inizio dell’attività deve acquisire dall’ER una relazione scritta con
valutazioni e indicazioni su radioprotezioni, perciò deve fornire all’ER i vari dati. Tale relazione, che deve avere
data certa, costituisce la valutazione del rischio da R.I. per il DVR ai sensi del D.Lgs. 81/08.

Cos’è la Sorveglianza Fisica? Sono tutte quelle cose che fa l’ER:


Misure, valutazioni, esami, provvedimenti, dispositivi adottati al fine di garantire la protezione sanitaria dei
lavoratori e della popolazione. Essa si attua quando le attività svolte comportano la classificazione degli ambienti
di lavoro in una o più zone controllate o sorvegliate, ovvero comportano la classificazione degli addetti come
lavoratori esposti.

Chi è l’Esperto di Radioprotezione? [Art. 128 - Titolo XI]


È quella persona che ha la formazione e l’esperienza necessarie per garantire la sorveglianza fisica effettuando
valutazioni e misurazioni o assicurando il corretto utilizzo e funzionamento dei dispositivi di protezione. Per
diventare ER bisogna essere iscritti in un elenco nazionale dopo aver superato un esame di stato e sono previsti 4
gradi di abilitazione in funzione di quello che l’esperto deve/può svolgere (I, II, III sanitario, III).
A seguito della relazione dell’ER il DDL:
- Provvede a delimitare e segnalare gli ambienti di lavoro classificati.
- Provvede affinché i lavoratori siano classificati.
- Provvede ad esporre delle segnalazioni che indichino le sorgenti di radiazioni e i tipi di rischio.
- Predispone norme interne di radioprotezione che devono essere sempre consultabili.
- Fornisce ai lavoratori i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione.
- Informa i lavoratori sui rischi specifici a cui sono esposti nell’ambito della formazione.
- Provvede affinché i lavoratori osservino le norme interne e usino i mezzi di dosimetria e di protezione.
- Fornisce ai lavoratori i risultati delle valutazioni dosimetriche e assicura l’accesso alla documentazione di
sorveglianza fisica che li riguardano.

Principali Grandezze ed Unità Dosimetriche

 Dose Assorbita (D)


È la principale grandezza di radioprotezione ed è definita come l’energia assorbita per unità di massa.
D = dE / dm  unità di misura: Gray (Gy).
Non ci dice quanto è pericolosa la radiazione quindi sono state introdotte altre grandezze, come:

 Dose Equivalente (H)


Indica la diversa pericolosità delle radiazioni ed è la dose assorbita in un tessuto/organo ponderata in base al tipo
e alla qualità della radiazione (fattore di ponderazione wR).
HT,R = wR x DT,R  unità di misura: Sievert (Sv) [1Sv = 1Gy, si usa semplicemente per differenziare H da D].
DT,R è la dose assorbita media nell’organo o tessuto T, dovuta alla radiazione R.
Il fattore di ponderazione cambia in base alla radiazione:
∙ Fotoni (raggi X e gamma) ed Elettroni: 1
∙ Protoni: 2
∙ Neutroni: da 2,5 a 20
∙ Particelle alfa: 20
Ciò significa che i raggi X sono molto meno pericolosi delle particelle alfa.

 Dose Equivalente Totale (HT)


Quando il campo di radiazioni è composto da tipi ed energie con valori diversi di w R la dose equivalente totale è
espressa come la sommatoria delle dosi equivalenti.
HT,R = Σ wR x DT,R

 Dose Efficace (E)


Indica la diversa risposta degli organi/tessuti del corpo umano, i quali rispondono in maniera differente se investiti
dalle radiazioni. È definita come la somma delle dosi equivalenti ponderate nei tessuti ed organi del corpo causate
da irradiazioni interne ed esterne.
E = Σ WT x HT  unità di misura: Sievert (Sv).
WT è il fattore di ponderazione per organi e tessuti (Es.: W T midollo osseo 0,12 – WT vescica 0,04  significa che il
midollo osseo darà conseguenze peggiori / è più sensibile).

Lavoratore esposto: qualunque lavoratore dipendente o autonomo sottoposto ad un’esposizione sul lavoro
derivante da pratiche e che può ricevere dosi superiori a uno dei limiti fissati per l’esposizione degli individui della
popolazione.
Sono classificati LAVORATORI ESPOSTI se suscettibili di superare uno di questi valori [domanda d’esame]:
‣ 1 mSv di Dose Efficace.
‣ 15 mSv di Dose Equivalente per il cristallino.
‣ 50 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e caviglie).
Se al di sotto di questi valori non è classificato come esposto.

Una volta stabilito che può essere classificato, si discriminano due CATEGORIE DI CLASSIFICAZIONE in base a dei
valori (che NON sono dei limiti ma solo dei valori utili per la classificazione):
 Categoria A  Suscettibili di un’esposizione in un anno solare superiore a:
o 6 mSv di Dose Efficace per il corpo intero.

o 15 mSv di Dose Equivalente per il cristallino.

o 150 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e caviglie).

 Categoria B  Qui vengono classificati i lavoratori NON classificati in categoria A. Quindi quelli suscettibili di
un’esposizione in un anno solare:
o Compresa tra 1 mSv e 6 mSv di Dose Efficace per il corpo intero.

o Superiore a 15 mSv di Dose Equivalente per il cristallino.

o Compresa tra 50 mSv e 150 mSv di Dose Equivalente per la pelle e per le estremità (mani, avambracci, piedi e

caviglie).

I LIMITI DI DOSE invece sono (sempre per esposizione annuale) [sicuramente domanda d’esame]:

Classificazione delle aree di lavoro


Sulla base della relazione dell’ER gli ambienti di lavoro possono essere CLASSIFICATI IN ZONE:
 Zona Controllata (Z.C.)  zona in cui vengono superati i valori previsti per la classificazione dei lavoratori esposti in
categoria A.
 Zona Sorvegliata (Z.S.)  zona in cui vengono superati i limiti di dose fissati per gli individui della popolazione ma
che non debba essere classificata come Z.C.

All’ingresso delle zone devono essere affissi dei cartelli in maniera visibile e l’accesso deve essere regolamentato
da procedure scritte. Es.: Uno dei cartelli è “pericolo di radiazioni ionizzanti”  cartello a norma UNI 361-2015
(ma anche il D.Lgs. 81/08 riporta tutte le caratteristiche che devono avere i cartelli).

Obblighi dei lavoratori [Art. 118]


I LAVORATORI:
a) Contribuiscono all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
b) Osservano le disposizioni impartite dal DDL o dai suoi incaricati.
c) Usano i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosimetrica forniti dal DDL.
d) Segnalano immediatamente la mancanza o l’insufficienza o il mancato funzionamento dei dispositivi suddetti,
nonché le eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza.
e) Si astengono dal compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che
possono compromettere la protezione e la sicurezza propria o di altri lavoratori.
f) Si sottopongono alla sorveglianza sanitaria.
g) Partecipano ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal DDL.
Disposizioni per le lavoratrici madri
Il D.Lgs. 151/2001 stabilisce che le donne gestanti, le quali hanno l’obbligo di notificare al DDL il proprio stato di
gestazione, non possono svolgere attività in zona classificate o che possano esporre il nascituro ad esposizione
superiore ad 1 mSv. Inoltre, è vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di
contaminazione.
Sorveglianza sanitaria
Anche per la radioprotezione il DDL provvede ad organizzare la sorveglianza sanitaria mediante uno o più medici
AUTORIZZATI che devono essere iscritti in un elenco nazionale come gli ER (quindi qui non si chiama medico
competente, è una qualifica a parte). Ad esso devono essere assicurati i mezzi necessari per lo svolgimento
dell’attività di sorveglianza, tra cui l’accesso a documentazione e a varie informazioni, al fine di poter esprimere il
giudizio di idoneità dei lavoratori.
Il DDL sottopone il lavoratore a visita medica PREVENTIVA (prima di esporlo a R.I.) e poi a visite mediche
PERIODICHE:
‣ Se classificato in categoria A  di norma ogni 6 mesi.
‣ Se classificato in categoria A  almeno ogni 12 mesi.
‣ Ogni volta che cambia destinazione lavorativa o aumenta il rischio.

Documentazione di Radioprotezione
È composta da 3 DOCUMENTI e si divide in:

 Documentazione di SORVEGLIANZA FISICA redatta/ad uso e consumo dell’ER:


1) Registro di radioprotezione: L’ER qui raccoglie tutta la documentazione relativa alla sorveglianza fisica.
2) Scheda personale dosimetrica: Documento intestato al singolo lavoratore che riporta le varie valutazioni
dosimetriche effettuate nel tempo (risultati dei dosimetri applicati sui lavoratori).
- Questa documentazione deve essere conservata presso la sede di lavoro o la sede legale.
I registri devono essere conservati per almeno 5 anni dopo la cessazione dell’attività.
Le schede dosimetriche devono essere trasmesse dall’ER al medico autorizzato entro 6 mesi dalla cessazione del
rapporto di lavoro.

 Documentazione di SORVEGLIANZA SANITARIA redatta/ad uso e consumo del MEDICO AUTORIZZATO:


3) Documento Sanitario Personale (DoSP): Dove vengono riportate tutte le indicazioni e le valutazioni del medico
autorizzato.
- Il medico autorizzato deve consegnare il DoSP e la scheda dosimetrica all’INAIL entro 9 mesi dalla cessazione del
rapporto di lavoro (l’INAIL li conserva per almeno 30 anni).

RADON
Per parlare del radon bisogna prima affrontare la Radioattività.
La sua scoperta avvenne alla fine del 1800 ad opera dei fisici H. Becquerel e i coniugi Curie (tutti e 3 Nobel per la
fisica all’inizio del ‘900). Scoprirono che alcuni minerali contenenti uranio avevano la capacità di influenzare le
lastre fotografiche. Per questa proprietà alcuni elementi come l’uranio, il radio o il polonio venero nominati attivi e
il fenomeno di emissione spontanea di particelle venne chiamato radioattività (è quel fenomeno secondo cui
alcuni nuclei stabili si trasformano emettendo particelle  trasformazione = decadimento). Si possono
trasformare in altri elementi o rimangono lo stesso elemento con uno stato energetico inferiore. Con questa
trasformazione emettono energia sottoforma di particelle alfa e beta o di radiazioni elettromagnetiche gamma
(comunemente chiamate “fotoni”).

Potere di PENETRAZIONE delle radiazioni (foglio di carta / corpo / metallo):


- Neutroni: Attraversano tutti e 3 perché altamente energetici.
- Particelle Alfa: Bloccate dal foglio di carta anche se altamente energetiche.
- Particelle Beta: Attraversano il foglio e vengono bloccate dal corpo umano.
- Raggi Gamma o X: Attraversano il foglio e il corpo umano e in alcuni casi il metallo (in particolare i raggi gamma).
[Non confondere le più penetranti con le più energetiche  i raggi alfa vengono fermati da un foglio di carta ma
tra tutte sono le più energetiche e scaricano tutta l’energia al primo ostacolo che trovano].
Il radon è un gas che viene generato di continuo da materiali contenenti uranio o torio i quali, decadendo, si
trasformano prima in radio e poi in radon. Quest’ultimo ha una serie di caratteristiche: è inodore, è incolore,
appartiene alla famiglia dei gas nobili (non reagiscono con nessun altro elemento) e ha la particolarità di essere
radioattivo. In particolare, ci sono 3 RADIOISOTOPI:
I. Uranio-238 (U-238 / 238U) nel processo di decadimento emette una serie di radiazioni fino ad arrivare al “genitore”
del radon che è il  Radio-226 (Ra-226) a sua volta decadendo genera il  RADON-222 (Rn-222) è il più
importante dal punto di vista epidemiologico e quello che solitamente si trova in giro.
II. Uranio-235 (U-235)  Radio-223 (Ra-223)  RADON-219 (Rn-219).
III. Torio-232 (Th-232)  Radio-224 (Ra-224)  RADON-220 (Rn-220).

Il radon-222 decadendo genera elementi radioattivi, detti “figli”: il polonio 218 (Po-218) e il polonio 214 (Po-214).
Questi, a differenza del radon (che è un gas nobile), sono elementi solidi (corpuscolari) ovvero delle particelle che
si attaccano al particolato atmosferico e, se inalate, vanno a finire nei polmoni ed emettono radiazioni alfa.
Quest’ultime in campo aperto verrebbero fermate da un foglio di carta ma nei polmoni fanno un danno
inestimabile perché sono altamente energetiche, quindi in grado di rompere la catena di DNA, aumentando di
fatto la probabilità di contrarre tumori.
Quindi il radon è universalmente riconosciuto come un fattore di rischio sanitario rilevante ed è stato classificato
dalla IARC nel gruppo 1 (sicuramente cancerogeno). È, infatti, la seconda causa di morte per tumore al polmone
dopo il fumo di sigaretta e i fumatori con esposizione al radon hanno una probabilità di contrarre il tumore dalle 5
alle 20 volte maggiore. Ma per le sue proprietà (incolore, inodore, non porta subito a morte) c’è una bassa
percezione del rischio da parte della popolazione.

La concentrazione di radon varia in base alla quantità di uranio contenuto dalle rocce del sottosuolo e in base alla
quantità di gas endogeni (in particolare CO2) che lo trasportano verso l’alto/la superficie.
In ambiente aperto, a differenzia degli ambienti chiusi, il radon si diluisce e non desta preoccupazione.
COME ENTRA negli ambienti chiusi?
 Con fratture del terreno o scavi effettuati per installare tubazioni. Poi, in mancanza di ventilazione, tende a
ristagnare nella parte bassa degli edifici generando figli.
 Può trovarsi nei piani superiori degli edifici se i materiali da costruzione sono di origine vulcanica e lo contengono
(Es.: mattoni di tufo).

COME SI MISURA il radon? In 2 modi:


∙ Con rilevatori Attivi  Necessitano di corrente per funzionare (Es.: camera a ionizzazione / rilevatore a
scintillazione / monitor portatile).
∙ Con rilevatori Passivi  Non necessitano di corrente per funzionare. (Es.: canestro a carbone / dosimetri a tracce /
camera ad elettrete). Secondo la normativa si devono usare questi per fare le misurazioni su base annua perché
sono economici, non necessitano di alimentazione, sono di piccole dimensioni, ci danno un valore medio durante
tutto il periodo di esposizione (la strumentazione attiva invece dà un valore istantaneo).

Il dosimetro più utilizzato è quello a tracce nucleari ed è formato da un contenitore chiamato camera di diffusione
dove entra l’aria. Al suo interno c’è l’elemento sensibile chiamato CR-39 (pezzetto di “plastica” in
PoliAllilDiglicolCarbonato – PADC) dove i figli del radon vanno a depositarsi (le particelle alfa emesse dai figli vanno
a incidere sull’elemento sensibile) e si avrà la misura di concentrazione del radon.

CONCENTRAZIONE MEDIA di radon:


Mondiale ‣ 40 Bq/m3
Europea 59 Bq/m3
Nazionale (Italia) 70 Bq/m3  la più alta in Europa
Lazio 120 Bq/m3  la più alta in Italia

LA NORMATIVA
Il radon, come tutte le altre sorgenti di R.I., è normato dal D.Lgs. 101/2020, nel quale è previsto un capitolo
specifico  Titolo IV “Sorgenti naturali di R.I. – Capo I “Esposizione al radon”.
Le disposizioni del decreto SI APPLICANO:
∙ All’esposizione dei lavoratori o di individui della popolazione al radon in ambienti chiusi.

DEFINIZIONI:
∙ Radon: L’isotopo 222 del radon (Rn-222) e ove espressamente previsto i suoi prodotti di decadimento (“figli” visti
in precedenza).
∙ Attività (A): L'attività di una determinata quantità di un radionuclide in uno stato particolare di energia in un
momento determinato.
dN  è il numero atteso di transizioni nucleari spontanee.
A = dN / dT dT  è l’intervallo di tempo.
Unità di misura  Bq [Becquerel] (1 Bq = 1 decadimento in 1 secondo).
∙ Concentrazione di attività: Grandezza che esprime l’attività di un dato radionuclide nell’unità di volume e si misura
in Bq/m3.
∙ Livello di riferimento (NON è un limite): La concentrazione di attività (o il livello di dose) al di sopra della quale non
è appropriato consentire le esposizioni anche se non è un limite che non può essere superato. Al di sopra del
livello di riferimento si mettono in atto le:
∙ Misure correttive: La rimozione di una sorgente, la riduzione dell’entità della sorgente o l’interruzione delle vie di
esposizione ovvero l’interruzione dell’impatto al fine di evitare e ridurre le dosi

PNR
Il Piano Nazionale d’azione per il Radon concernente i rischi di lungo termine dovuti all’esposizione al radon è
stato approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). Oggi ancora non è stato adottato
ma quando sarà adottato dovrà basarsi sul principio di ottimizzazione e INDIVIDUARE:
‣ Strategie e criteri per prevenire e ridurre i rischi a lungo termine dovuti all’esposizione al radon in abitazioni,
edifici pubblici o luoghi di lavoro, per qualsiasi fonte di radon (suolo, materiali di costruzione, acqua).
‣ I criteri per la classificazione delle zone in cui si prevede che la concentrazione di radon superi il livello di
riferimento in un numero significativo di edifici.
‣ Le regole tecniche e i criteri di realizzazione delle misure per prevenire l’ingresso del radon in edifici di nuova
costruzione nonché gli interventi di ristrutturazione su edifici esistenti che coinvolgono l’attacco a terra.
‣ Gli indicatori di efficacia delle azioni pianificate (misure di verifica degli interventi di mitigazione).

Il PNR dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e aggiornato con cadenza almeno decennale.
Una volta pubblicato, le Regioni hanno 24 mesi di tempo per:
- Individuare le aree in cui si stima che la concentrazione di radon superi il livello di riferimento in un numero
significativo di edifici.
- Definire le priorità d’intervento per i programmi specifici di misurazione al fine della riduzione dei livelli di
concentrazione al di sotto dei livelli di riferimento e prevedere le modalità attuative e i tempi di realizzazione.
L’elenco delle aree deve essere pubblicato in GU e aggiornato ogni volta che si fanno nuove indagini o si aggiorna il
PNR.
Nell’attesa dell’individuazione delle aree prioritarie le Regioni devono effettuare delle misurazioni e acquisire dei
dati per individuare le aree prioritarie nelle quali la stima di edifici dove la concentrazione di radon supera i 300
Bq/m3 sia ≥ 15% degli edifici totali.
A differenza degli ambienti di lavoro (dove le misure vanno fatte nel piano interrato) le misure vanno fatte anche al
piano terra perché normalmente nell’interrato o nel seminterrato non si abita.

LIVELLI DI RIFERIMENTO in termini di concentrazione media annua:


Per abitazioni esistenti 300 Bq/m3
Per abitazioni che saranno costruite dal 1° gennaio 2025 200 Bq/m3
 Per i luoghi di lavoro (nella vecchia normativa era di 500) 300 Bq/m3

I livelli di riferimento sono uno strumento per intervenire:


- Come guida per gli interventi di radioprotezione
- Come base per l’informazione.
- Come garanzia per la continuazione delle attività, sia negli ambienti di vita che nei luoghi di lavoro.

Esperto in interventi di risanamento radon


Ulteriore figura introdotta esclusivamente per il radon. Deve avere l’abilitazione professionale per lo svolgimento
di attività di progettazione di opere edili (quindi geometri, ingegneri e architetti) e deve aver partecipato a corsi di
formazione di 60 ore su: progettazione, attuazione, gestione e controllo degli interventi correttivi per la riduzione
della concentrazione di radon negli edifici.

ESPOSIZIONE AL RADON NEI LUOGHI DI LAVORO

CAMPO DI APPLICAZIONE della normativa:


 Luoghi di lavoro sotterranei (completamente sotto il piano stradale)
 Luoghi di lavoro situati in locali semisotterranei (quota di interramento minore del 50%)
 Luoghi di lavoro situati al piano terra ma nelle aree prioritarie individuate dalle regioni.
 Specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificati nel PNR.
 Stabilimenti termali
(Quindi ad oggi si applica a sotterranei, semisotterranei e terme).

Per i luoghi di lavoro le misurazioni devono essere effettuate per almeno 1 anno solare. Un anno di fila o più
periodi di campionamento che sommati fanno un anno (i periodi consigliati sono quello autunnale e quello
estivo). Normalmente si usano più dosimetri e i campionamenti vanno effettuati in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i
locali separati dai luoghi di lavoro (ovviamente in ogni ambiente dove c’è il personale. Non ha senso fare la
misurazione ad es. al bagno).
Cosa fare IN SEGUITO alle misurazioni annuali:
 Se concentrazione media < 300 Bq/m3  Il DDL elabora e conserva un documento contenente l’esito che farà
parte del DVR previsto dal D.Lgs. 81/08 (sarà un’appendice). Esso poi ripeterà le misurazioni ogni 8 anni o
ogniqualvolta siano realizzati interventi edilizi che comportano lavori strutturali dell’attacco a terra nonché volti a
migliorare l’isolamento termico dell’edificio.
 Se concentrazione media > 300 Bq/m3  Viene superato il livello di riferimento quindi l’esercente deve mettere in
atto delle misure correttive avvalendosi dell’esperto in interventi di risanamento radon entro 2 anni, per poi
effettuare una nuova misurazione (detta “di controllo”).
DOPO la seconda misurazione (di controllo) se la concentrazione è:
‣Sotto i 300 Bq/m3 – L’esercente deve garantire il mantenimento nel tempo delle misure correttive e deve
effettuare una nuova misurazione dopo 4 anni (non dopo 8 anni come visto prima).
‣Sopra i 300 Bq/m3 – L’esercente deve avvalersi dell’esperto di radioprotezione (ER), il quale valuta le Dosi Efficaci
annue dei lavoratori (a che dosi sono esposti durante l’anno, con un calcolo particolare in base alla
concentrazione di radon rilevata, al lavoro effettuato e al tempo di esposizione) e redige una relazione. Se la
dose efficace del lavoratore è inferiore ai 6 mSv/anno l’esercente tiene sotto controllo le dosi efficaci o le
esposizioni dei lavoratori e nel frattempo mette in atto misure correttive per abbassare la concentrazione media.
L’esercente conserva i risultati delle valutazioni (misurazioni dell’ER) per un periodo non inferiore ai 10 anni. Se
invece la dose efficace supera i 6 mSv/anno l’esercente classifica il lavoratore come esposto in categoria A e
adotta la sorveglianza fisica.
[Questa disposizione NON si applica agli ambienti di lavoro in cui vi può essere presenza di pubblico, per il quale
il limite è fissato in 1 mSv/anno].

Ogni volta che si ha un superamento del livello di riferimento l’esercente ha l’obbligo di fare una comunicazione
che contiene la descrizione delle attività e la relazione tecnica del servizio di dosimetria che ha fornito i dosimetri
ed elaborato le misurazioni. Tale comunicazione deve essere fatta entro 1 mese dal rilascio della relazione tecnica
e va fatta a 4 enti: Ministero del Lavoro / ARPA / ASL / ITL.
La comunicazione agli stessi enti va fatta anche dopo le misurazioni di controllo e, in più, bisogna allegare la
relazione dell’esperto in interventi di risanamento radon.

ESPOSIZIONE AL RADON NELLE ABITAZIONI


Le regioni promuovono campagne e azioni nelle aree prioritarie per incentivare i proprietari di immobili adibiti ad
uso abitativo ad effettuare le misurazioni delle concentrazioni di radon, avvalendosi di servizi di dosimetria ritenuti
idonei da alcuni enti.
Inoltre, le regioni stesse devono intraprendere specifici programmi di misurazione e provvedere all’adozione di
misure correttive nell’edilizia residenziale pubblica (case popolari). Ma, dato che ancora non è stato adottato il
PNR, non lo fanno.
Anche in questo caso, il periodo di campionamento deve essere di un anno solare ma, a differenza dei luoghi di
lavoro, nelle abitazioni private i campionamenti vanno fatti in almeno un locale di casa, privilegiando quello dove
c’è una più alta occupazione (dove si passa più tempo).
Nel caso in cui le misurazioni diano risultati sopra i 200 Bq/m 3 le regioni promuovono l’adozione di misure
correttive in base al principio di ottimizzazione oppure possono autorizzare a fidarsi delle indicazioni dell’esperto
in interventi di risanamento radon.

Servizi di dosimetria
Sono quelli che forniscono i dosimetri e sono riconosciuti idonei nell’ambito delle norme di buona tecnica dal
Ministero e abilitati dall’ISIN e dall’INAIL.
I servizi di dosimetria devono trasmettere/inviare obbligatoriamente i risultati delle misurazioni (in qualsiasi
ambiente) ogni 6 mesi alle regioni e all’ISIN (banca dati apposita sul radon chiamata SINRAD).

Azioni correttive
I METODI PIÙ UTILIZZATI per gli ambienti chiusi:
- Aerazione naturale. - Depressurizzazione del suolo.
- Ventilazione. - Pressurizzazione dell’edificio.
- Ventilazione del vespaio (che è l’intercapedine - Sigillatura delle vie di ingresso.
- tra il solaio della casa e il terreno). - Azioni preventive per nuove costruzioni.

SE C’È VESPAIO sono consigliate 2 azioni:


 Depressurizzazione Passiva: Si fa mediante ventilazione naturale. Si creano nel
vespaio due aperture contrapposte che comportano un passaggio d’aria.
 Ventilazione Attiva: Se non c’è possibilità di creare due aperture si fa una
depressurizzazione forzata tramite aspiratore (aspira aria e radon e la porta fuori).

SE NON C’È VESPAIO si fa la Depressurizzazione Attiva in 2 modi:


1. Si inserisce un tubo nel terreno (condotto di espulsione) al centro dell’edificio, il quale viene
collegato ad un estrattore (pompa di aspirazione) fuori dall’edificio.
2. Si inserisce un pozzetto di raccolta bucato (camera di diffusione che attira l’aria) al centro
dell’edificio e all’estremità superiore del pozzetto si collega il tubo (condotto di espulsione)
che a sua volta sarà collegato all’estrattore (pompa di aspirazione) fuori dall’edificio.

SE NON C’È VESPAIO e NON C’È POSSIBILITÀ di mettere tubatura o pozzetto:


 Depressurizzazione Passiva: Depressurizzazione-diluizione mediante ventilazione naturale.
 Depressurizzazione Attiva: Depressurizzazione forzata tramite aspiratore.

Sistemi di prevenzione per nuovi edifici


Per edifici di nuova costruzione si stanno sperimentando alcune membrane impermeabili al radon che isolano
l’edificio dal suolo. Sono più efficaci, più economiche e più semplici da installare.
Oltre alle pellicole tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere progettati in modo da prevenire e ridurre
quanto più possibile l’infiltrazione di radon negli ambienti.
Le ASL per la tutela della salute affrontano la problematica attraverso prescrizioni o imposizioni di misure
correttive. In particolare, nel rilascio di deroghe per l’utilizzo di locali sotterranei l’ASL Roma 6 richiede oltre alla
misura di gas radon prevista per legge, l’installazione di dosimetri/rilevatori che misurino l’anidride carbonica
(CO2) e l’idrogeno solforato (H2S), i quali dovranno avere un allarme sonoro. Oltre ad essi, richiede anche
l’installazione di un impianto per l’estrazione dell’aria con le bocchette messe più in basso possibile (ma questo si
sta rivedendo perché tale impianto aiuta a ridurre la concentrazione di CO 2 e H2S ma potrebbe aumentare quella
di radon).
Quando è stato introdotto il D.Lgs. 101/2020 è stata trasmessa una nota dove si invitano le amministrazioni
comunali ad effettuare attività di monitoraggio nei locali interessati dalla problematica, dando la precedenza alle
strutture definite sensibili (Es.: asili nidi, scuole…). Contestualmente, tale nota chiede di promuovere campagne di
informazione e sensibilizzazione per la cittadinanza sul rischio radon.
I risultati, infatti, evidenziano che alcune zone (soprattutto quelle vulcaniche dove si trovano i laghi) devono essere
oggetto di misurazioni e monitoraggi continui nonostante le opere di mitigazione messe in atto.

PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE

Il Titolo XIV del D.Lgs. 101/2020 è dedicato alla preparazione e risposta alle emergenze radiologiche o nucleari.

Cos’è l’EMERGENZA?
Situazione o evento imprevisto e imprevedibile che richiede un’azione tempestiva per mitigare gravi conseguenze
per la salute e sicurezza della popolazione, la qualità della vita o l’ambiente l’ambiente oppure un rischio che
potrebbe dar luogo a tali conseguenze avverse.

Cos’è l’INCIDENTE?
Qualsiasi avvenimento non intenzionale le cui potenziali conseguenze sono significative dal punto di vista della
radioprotezione o della sicurezza nucleare, e possono comportare dosi superiori ai limiti previsti.

Cos’è l’INTERVENTO?
Attività umana necessaria per prevenire o diminuire l’esposizione della popolazione a sorgenti che non fanno
parte di una pratica o che sono fuori controllo per effetto di un incidente, mediante: azioni sulle sorgenti, sulle vie
di esposizione e sugli individui stessi.

Le EMERGENZE RADIOLOGICHE possono essere conseguenti a incidenti:


‫־‬ In impianti nucleari italiani (non ci sono più centrali nucleari attive ma ci sono centri di ricerca e centrali in
dismissione) OPPURE in impianti nucleari esteri che possono investire l’Italia.
‫־‬ In installazioni soggette ad autorizzazioni (Es.: struttura ospedaliera che esegue attività con radioisotopi).
‫־‬ In navi a propulsione nucleare (sottomarini nucleari che non ci sono però in Italia).
‫־‬ Nel corso di trasporto di materie radioattive.
‫־‬ Nel caso di rinvenimento di sorgenti orfane.
‫־‬ Eventi derivanti da attività non conosciute/consentite a priori.

Nelle esposizioni di emergenze SI RITROVANO:


 Principio di Giustificazione  Le decisioni di un intervento devono essere giustificate (intervento deve apportare
più benefici che danno).
 Principio di Ottimizzazione  Il tipo, l’ampiezza e la durata delle misure devono essere tenute al livello minimo
ragionevolmente ottenibile.
Anche in caso di emergenza non si può applicare il principio di limitazione delle dosi. Al posto dei limiti di dose
analogamente alle esposizioni mediche ci sono dei livelli di riferimento tabellati che indicano in base all’intervento
che si deve attuare cosa fare.

Inoltre, il decreto dice cosa sono le ESPOSIZIONI POTENZIALI:


Nelle pratiche soggette ad autorizzazione (quelle soggette a nulla osta come impianti nucleari, o quelle più
semplici con utilizzo di radioisotopi) il titolare di questa attività avvalendosi dell’ER deve fare delle valutazioni di
esposizione potenziale dei lavoratori e dell’individuo rappresentativo della popolazione nei possibili casi di
emergenza radiologica.

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA


Per questo tipo di attività oltre a fare il piano di emergenza interna (previsto dall’81/08 a prescindere dalla
radioprotezione) l’esercente deve provvedere a fare un piano di emergenza esterna. Questo piano deve prevedere
l’insieme coordinato delle misure che devono attuare le autorità responsabili in caso di incidente dell’impianto
nucleare che comporti pericolo per la pubblica incolumità.
PIANO NAZIONALE DI EMERGENZA
Misure necessarie per fronteggiare le eventuali conseguenze di incidenti nucleari su tutto il territorio tali da
richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale.
È predisposto dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avvalendosi di un
Comitato composto da rappresentanti di vari ministeri (salute, interno) o di altri enti (ISS, ISIN).
Questo piano è trasmesso a tutti i prefetti (a livello provinciale) affinché in caso di incidenti mettano in atto una
serie di interventi e pianifichino la predisposizione dei relativi strumenti di attuazione.
L’ultimo piano di emergenza radiologica e nucleare è stato redatto il 9 marzo 2022 e reso operativo con un DPCM il
14 marzo 2022 (non importanti date).

Cos’è l’ESPOSIZIONE DI EMERGENZA:


Esposizione giustificata per soccorrere individui in pericolo, prevenire l’esposizione di un grande numero di
persone o per salvare un’installazione che, se fuori controllo, può comportare il superamento dei limiti di dose.

In caso di emergenza il personale che si occupa di affrontarla (squadra speciale di intervento) saranno classificati in
categoria A e questo personale sarà visitato/valutato dal medico autorizzato.
In caso di emergenza nella pianificazione e nell’attuazione degli interventi saranno adottate le misure necessarie
per contenere quanto più possibile l’esposizione di queste figure entro determinati livelli (non limiti) 
Ricordiamo che non si applica il principio di limitazione delle dosi. L’esposizione al di sopra di questi livelli potrà
essere ammessa per salvare vite umane e il personale naturalmente dovrà essere informato del rischio.

Per quanto riguarda invece i lavoratori del sito che invece non fanno parte delle squadre di emergenza si adottano
tutte le misure idonee affinché essi non incorrano in un’esposizione superiore ai limiti di dose (< 20 mSv/anno).

Cos’è una SORGENTE ORFANA:


È una sorgente radioattiva la cui attività, al momento del suo ritrovamento (orfana perché non si sa chi è il
detentore), è superiore a una certa quantità e che non è sottoposta a controlli da parte delle autorità o perché
non lo è mai stata o perché è stata abbandonata, smarrita, collocata in un luogo errato, sottratta illecitamente al
detentore o comunque trasferita ad un nuovo detentore non autorizzato.

Chiunque ritrovi una sorgente orfana deve avvisare l’organo di Polizia. Una volta avvisato, il Prefetto predispone un
piano di emergenza specifico per la messa in sicurezza di tale sorgente avvalendosi del Comitato per la
Pianificazione dell’Emergenza Radiologica e Nucleare (in prima battuta partono i vigili del fuoco che hanno un
reparto speciale con strumenti adatti a fare un primo intervento).

 Popolazione CHE RISCHIA DI ESSERE interessata dall’emergenza: Qualsiasi gruppo di popolazione per il quale è
stato stabilito un piano di emergenza.
Alla popolazione che rischia vengono fornite informazioni sempre aggiornate sulle misure applicabili nei vari
scenari nonché sul comportamento da adottare. Alcune informazioni più dettagliate sono destinate ad alcune
persone in particolare in base alla loro attività (Es.: sindaco, vigili urbani, protezione civile…).

 Popolazione EFFETTIVAMENTE interessata dall’emergenza: Qualsiasi gruppo di popolazione per il quale sono
previste misure specifiche di protezione qualora sopravvenga un caso di emergenza
Alla popolazione effettivamente interessata vengono fornite informazioni immediate su quello che sta accadendo,
sui provvedimenti di protezione sanitaria e sul comportamento. Anche in questo caso le informazioni specifiche
sono destinate ad alcune specifiche persone.
‣ Dose Proiettata:
Dose assorbita ricevuta da un individuo della popolazione su un intervallo di tempo dall’inizio dell’incidente, da
tutte le vie di esposizione, quando non vengono adottati interventi.

‣ Dose Evitabile:
Dose efficace o equivalente che viene evitata all’individuo in un intervallo di tempo dall’inizio dell’emergenza per
effetto dell’adozione di uno specifico intervento. Dproiettata – Devitabile = Deffettiva.
‣ Livello di Interventi:
Valore di dose efficace o equivalente evitabile in relazione al quale si prende in considerazione l’adozione di
adeguati provvedimenti di intervento.
LIVELLI DI INTERVENTO (dose evitabile in mSv) e TIPO DI INTERVENTO:
 Dose Evitabile: da alcune unità ad alcune decine di dose efficace  Tipo di intervento: riparo al chiuso.
 Dose Evitabile: da alcune decine ad alcune centinaia di dose equivalente  Tipo di intervento: per la tiroide può
essere la somministrazione di iodio stabile.
 Dose Evitabile: da alcune decine ad alcune centinaia di dose efficace  Tipo di intervento: evacuazione.

È da considerare sempre giustificata l’adozione di provvedimento di intervento nel caso in cui le dosi proiettate
siano suscettibili di produrre seri effetti deterministici (a tot dose corrisponde tot effetto).
In questo caso la normativa riporta una tabella con valori soglia in base alla dose proiettata al singolo
organo/tessuto in un arco di tempo di 2 giorni (Es.: Corpo intero/Midollo 1, Tiroide 5, Feto 0,1…).

APPARATO SANZIONATORIO

ILLECITI: Sono atti non consentiti da una norma. In ambito giuridico rappresentano atti contrari alle norme del
diritto. Ci sono 3 CATEGORIE di illeciti:
 Illecito Penale = Reato.
 Illecito Civile
 Illecito Amministrativo
La normativa di radioprotezione prevede delle sanzioni di natura sia penale che amministrativa.

Reato
Nel Codice penale è quel fatto dovute ad azioni commesse od omesse dall’uomo che è vietato dall’ordinamento
giuridico.
L’Art. 39 C.P. distingue i reati in base alla pena in:
- Delitto: Se la pena è la reclusione e/o la multa.
- Contravvenzione: Se pena è l’arresto e/o l’ammenda.
Nel D.Lgs 101/2020 gli illeciti penali sono reati contravvenzionali e sono sanzionati con l’arresto o l’ammenda.

Verbale di prescrizione
Per l’estinzione del reato l’organo di PG fa un verbale di prescrizione con il quale impartisce al contravventore una
prescrizione con un periodo di tempo non superiore al tempo tecnicamente necessario e, in ogni caso, non
superiore a 6 mesi. Si può richiedere una sola proroga al massimo per altri 6 mesi, che viene concessa a
discrezione dell’organo di vigilanza.
Entro 30 gg dalla scadenza del termine fissato l’organo deve verificare se la violazione è stata eliminata e quindi se
le prescrizioni sono state adempiute.
Se il contravventore ha adempiuto alla prescrizione viene ammesso al pagamento della sanzione amministrativa
(1/3 del massimo) con un termine di 30 gg per il pagamento. Se paga entro 30 gg la contravvenzione è estinta.

Notizia di reato
Sia se adempie sia se non adempie l’organo di vigilanza deve riferire/relazionare al PM tutte le violazioni/notizie di
reato riscontrate. Quando questa notizia di reato arriva al PM il procedimento viene sospeso finché il PM non avrà
ulteriori notizie dall’organo di PG.
In seguito, se il contravventore adempie e paga la sanzione, l’organo di vigilanza entro 120 gg comunica al PM
l’adempimento e la somma pagata.
Se invece il contravventore non ha adempiuto e/o non ha pagato la sanzione, l’organo di vigilanza ne dà
comunicazione al PM entro 90gg dalla scadenza del termine fissato per la prescrizione e il PM riapre il
procedimento penale.

Illeciti amministrativi
È la violazione di una norma giuridica per cui è prevista una sanzione amministrativa a fronte del pagamento della
quale l’illecito viene estinto (Es.: L’esercente non comunica la relazione tecnica dei risultati delle misure).
Verbale di notifica dell’illecito amministrativo
L’organo di vigilanza notifica gli estremi della violazione all’interessato entro 90 gg dall’illecito.
Entro 60 gg il contravventore deve pagare 1/3 del massimo OPPURE, se più favorevole al contravventore, il doppio
del minimo.
Il pagamento della sanzione amministrativa determina l’estinzione del procedimento mentre il mancato
pagamento comporta che il contravventore sia debitore verso lo stato e gli saranno richiesti da “qualcuno”.

ATTIVITÀ DI VIGILANZA

Le funzioni ispettive in materie di sicurezza nucleare e protezione sanitaria sono attribuite all’ISIN (a livello
nazionale) ma restano ferme le COMPETENZE PER:
 Per le Esposizioni Lavorative  ASL, ITL.
 Per le Esposizioni Mediche  ASL.
 Per le Sorgenti Naturali  ASL, ITL, ARPA.

La POLIZIA GIUDIZIARIA dovrà:


‫־‬ Pianificare una strategia operativa.
‫־‬ Sviluppare una metodologia di indagine.
‫־‬ Coordinare i propri interventi.
‫־‬ Dialogare con i vigilati.
‫־‬ Giudicare con puntualità, obiettività e serenità.
‫־‬ Essere competente.
Inoltre, a prescindere dall’attività di vigilanza deve avere serietà ed essere autorevole.

Per fare questo vanno intraprese UNA SERIE DI MISURE:


‣ Formazione del personale.
‣ Specializzazione dei ruoli.
‣ Messa in atto un protocollo procedurale.
‣ Analisi della documentazione del vigilato.
‣ Conoscenza del presidio da vigilare.
‣ Pianificazione operativa dell’ispezione.
‣ Identificazione del personale.
‣ Suddivisione dei compiti.
‣ Definizione di un protocollo specifico per la singola ispezione.

Potrebbero piacerti anche