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06/2011
SOMMARIO
Questo documento ha lo scopo di illustrare i requisiti dei
locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 in relazione alle
tipologie di apparecchiature elettromedicali che vi
vengono utilizzate. Essendo la normativa internazionale
in fase di evoluzione, sono inoltre delineati gli sviluppi
normativi in atto.
Associazione professionale
Italiana Ambiente e Sicurezza
I contenuti dei documenti tecnici operativi sono redatti con la massima cautela e
attenzione, ma rappresentano solo il punto di vista dell’Associazione. Essendo
destinati alla divulgazione tra i Soci, si è privilegiato il linguaggio pratico e di facile
comprensione piuttosto che l’uso esasperato di termini tecnici o giuridici, più esatti ma
non generalmente noti. Si raccomanda pertanto di considerarli come un contributo alla
conoscenza di ognuno e non come affermazioni/dichiarazioni erga omnes.
INDICE
0. Premessa ............................................................................................................................... 3
0. Premessa
Con il termine “locali ad uso medico” si intendono tutti quei locali dove si effettuano
trattamenti sanitari.
La normativa definisce le caratteristiche che devono avere gli impianti elettrici di questi
locali, al fine di non creare pericoli per il paziente soggetto all’applicazione di apparecchi
elettromedicali. Le prescrizioni variano secondo il tipo di apparecchiatura elettromedicale che è
utilizzata.
2. Riferimenti normativi
-‐ Norma CEI 64-8
-‐ Norma CEI 62-5
-‐ D.Lgs. 81/08 modificato dal D.Lgs. 106/09
3. Termini e definizioni
-‐ Apparecchio EM (apparecchio elettromedicale): apparecchio elettrico, munito di non
più di una connessione a una particolare rete di alimentazione, destinato alla diagnosi,
al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, che
entra in contatto fisico o elettrico con il paziente e/o trasferisce energia verso o dal
paziente e/o rileva un determinato trasferimento di energia verso/o dal paziente. (Norme
CEI 62-5 2^ ed. 1991, §2.2.15, e CEI 64-8, §710.2.3).
-‐ Locale ad uso medico: qualsiasi locale destinato a scopi diagnostici, terapeutici,
chirurgici, di sorveglianza o di riabilitazione dei pazienti, inclusi i trattamenti estetici (CEI
64-8 § 710).
-‐ Parte Applicata: parte di un Apparecchio EM che nell’uso normale viene necessaria-
mente in contatto fisico con il Paziente affinché l’Apparecchio EM possa svolgere la sua
funzione (Norme CEI 62-5, § 3.8, e CEI 64-8, § 710.2.4).
4. Evoluzione normativa
La parte 7, sezione 710 “Impianti elettrici in locali ad uso medico” della Norma CEI 64-8,
in vigore dal 01/09/2001, ha sostituito la Norma nazionale CEI 64-4 la cui prima edizione risaliva
al 1973.
I tre tipi di locali (gruppo 0, gruppo 1 e gruppo 2) - e non più i dieci tipi della Norma CEI
64-4 - per i quali la nuova Norma stabilisce tipologie distinte di impianti elettrici, sono definiti
nella CEI 64-8 come sotto riportato e sono caratterizzati in base alle Parti Applicate, il cui tipo,
insieme al tipo di rischio per il Paziente (microshock o macroshock), determina la scelta
progettuale per uno specifico tipo di impianto elettrico:
● Locale di gruppo 0: “locale ad uso medico nel quale non si utilizzano Apparecchi EM con
Parti Applicate e ove la mancanza di alimentazione non comporta pericolo per la vita”
(CEI 64-8 § 710.2.5).
● Locale di gruppo1: “locale ad uso medico nel quale le Parti Applicate sono destinate ad
essere utilizzate nel modo seguente:
- esternamente,
- invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca, e
ove la mancanza di alimentazione non comporta pericolo per la vita” (CEI 64-8 §
710.2.6).
● Locale di gruppo 2: “locale ad uso medico nel quale le Parti Applicate sono destinate ad
essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il
Paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza di alimentazione può
comportare pericolo per la vita”. (CEI 64-8 § 710.2.7 ).
Ad esempio, un Apparecchio per sollevamento Pazienti con alimentazione a batteria, è
classificabile come Apparecchio EM ad alimentazione interna con la Parte Applicata, costituita
dall’imbragatura del Paziente, di tipo B.
Un altro esempio può essere costituito da un Testa-letto: si tratta di un Apparecchio EM
installato permanentemente: le Parti Applicate di tipo B sono costituite dalla maschera
dell’ossigeno collegabile al Paziente, dal pulsante chiamata infermieri, dal pulsante comando
luci e da altre parti che possono venire a contatto con il Paziente e che completano il gruppo
Testa-letto.
Un ulteriore esempio è costituito dall’Ecografo: le Parti Applicate, di tipo BF o CF, sono
costituite dalle sonde a ultrasuoni di tipo esterno o di tipo invasivo, posizionabili entro una parte
del corpo del Paziente come la sonda esofagea, la sonda vaginale, la sonda endo-rettale, ecc.
Tutti i tipi di Apparecchi EM sopra richiamati devono essere fatti funzionare in un locale
a uso medico che abbia caratteristiche almeno di gruppo 1.
Anche la nuova definizione di Apparecchio EM nella 3^ edizione 2007 della Norma CEI
62-5 “Apparecchi EM: Prescrizioni generali relative alla sicurezza fondamentale e alle
prestazioni essenziali “ fa riferimento ora alle Parti Applicate:
“Apparecchio EM: Apparecchio elettrico dotato di una
Parte Applicata che trasferisce energia, destinato alla
diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza verso il o dal
Paziente, o rileva tale trasferimento di energia verso il o
dal Paziente e che è:
a) dotato di non più di una connessione ad una
particolare alimentazione di rete; e
b) previsto dal suo Fabbricante per essere impiegato:
1) nella diagnosi, trattamento o monitoraggio di un
Paziente; oppure
2) per compensare, lenire una malattia, le lesioni o
menomazioni ” .
(CEI 64-8, § 710.2.3, CEI 62-5, 3^ ed. 2007 § 3.63).
A questa definizione bisogna sempre riferirsi, quando si hanno dubbi, per stabilire se un
Apparecchio è un elettromedicale, e se di conseguenza deve essere collegato a un determinato
tipo di Impianto, nell’ottica del corretto utilizzo degli Apparecchi EM.
La Norma sugli impianti non fa distinzione fra Apparecchio alimentato da rete, installato
permanentemente o mobile, o alimentato da batteria (sorgente elettrica interna). Ciò che decide
in quale gruppo di locale debba essere fatto funzionare un Apparecchio EM è principalmente il
tipo di Parte Applicata. L’eccezione potrebbe essere l’utilizzo nel locale in questione, ad es. in
un locale di degenza, di Apparecchi EM alimentati unicamente a batteria. Quest’unicità di
utilizzo è però molto improbabile che si realizzi e si mantenga, in quanto solo pochi Apparecchi
EM sono alimentati esclusivamente a batteria, come i termometri elettrici, alcuni modelli di
saturimetri portatili, gli apparecchi per sollevamento Paziente. Nella realtà, la maggioranza degli
Apparecchi EM, come ad es. gli elettrocardiografi, i monitor multiparametrici e le pompe
d’infusione vengono fatti funzionare normalmente, collegati alla rete pur essendo dotati di
batterie per il funzionamento in emergenza.
Una nuova definizione, introdotta nella norma Impianti, è quella di “Zona paziente”
definita come: “Volume in cui può avvenire un contatto intenzionale o non intenzionale tra il
Paziente e parti dell’Apparecchio EM o di un Sistema EM o tra il Paziente e altre persone che
tocchino parti dell’Apparecchio EM o del Sistema EM” (CEI 64-8 § 710.2.8 e CEI 62-5 § 3.79).
Bisogna riferirsi a questa definizione anche quando si deve prendere in considerazione il
tipo di Impianto elettrico, poiché le prescrizioni della Norma CEI 64-8 §710 valgono e sono
quindi da applicare, solo per Apparecchi che sono o possono venire a trovarsi nella Zona
paziente. Si tratta di un’indubbia semplificazione impiantistica.
5. Il periodo iniziale
La norma sugli Impianti elettrici nei locali a uso medico ha dettato nuove prescrizioni
impiantistiche, semplificando prescrizioni analoghe presenti nella vecchia Norma CEI 64-4.
Essa deve essere applicata agli Impianti elettrici delle strutture sanitarie. Nell’edizione 2001
della Norma CEI 64-8, per tener conto del periodo finale di validità della Norma CEI 64-4 e
inizio di validità della CEI 64-8/710, era riportata, alla fine del § 710, la seguente frase:
“ Gli impianti già realizzati o in corso di realizzazione secondo la Norma CEI 64-4 sono
ritenuti egualmente idonei agli effetti della sicurezza”.
Con la variante V1 della Norma CEI 64-8/710, (6^ ed. 2007) la frase di cui sopra è stata
abrogata e la nuova Norma deve intendersi pienamente applicabile ai nuovi e ai vecchi impianti.
Tale abrogazione recepisce coerentemente il nuovo approccio alla prevenzione ed in
particolare alla valutazione dei rischi, degli impianti vecchi e nuovi, contenuto nel recente
D.Lgs. 81/08, modificato dal D.Lgs. 106/09 “Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro”.
La conseguenza immediata è che i locali a uso medico con impianti di tipo ordinario
(locali di gruppo 0) non sono ammessi se in essi si utilizzano Apparecchi EM, come ad es. Letti
elettrici, Ecografi, Monitor multiparametrici, Elettrocardiografi, Apparecchi per sollevamento
Pazienti, Apparecchi portatili di radiologia, Pompe per nutrimento enterale, Apparecchi per
aerosol, Aspiratori, o Apparecchi testa-letto.
Gli Apparecchi EM con Parti Applicate devono essere fatti funzionare in locali a uso
medico classificabili almeno come locali di gruppo 1. La Norma CEI 64-8 al §710 prescrive per
detti locali un impianto elettrico con le seguenti caratteristiche principali:
● interruttore differenziale di tipo A con corrente differenziale nominale non superiore a
30mA (CEI 64-8/710 , § 710.413.1.3)
Il datore di lavoro di una struttura pubblica o di uno Studio medico privato, detenendo la
proprietà giuridica delle attrezzature mediche e dei relativi impianti, deve programmare e far
effettuare da un tecnico tali attività periodiche di verifica.
Il D.Lgs. 81/08 modificato dal D.Lgs. 106/09 all’art. 71 comma 8 lettera c) afferma che gli
interventi di controllo relativi alle attrezzature di lavoro “sono volti ad assicurare il buono stato di
conservazione e l’efficienza ai fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro e devono essere
effettuati da persona competente”.
Al riguardo l’ISPESL, recentemente confluita nell’INAIL, il 29 Giugno 2010, ad una
richiesta da parte dell’ANTEV (Associazione Nazionale Tecnici Verificatori) di parere tecnico in
merito alle competenze tecnico-professionali del verificatore preposto ai controlli di sicurezza su
Apparecchi, Impianti e ambienti in locali ad uso medico, ha ritenuto corretta l’identificazione dei
requisiti tecnico-professionali necessari per l’espletamento delle attività di “tecnico verificatore di
Apparecchi e Impianti nei locali ad uso medico” sulla base, ad esempio, del sistema di
qualificazione evidenziato nel regolamento dell’Antev, accessibile a tutti (v. www. Antev.net,
pagina iniziale ciccando su “ultim’ora”).