Norma Italiana
CEI 64-13
Data Pubblicazione Edizione
1998-02 Prima
Classificazione Fascicolo
64-13 3667 R
Titolo
Guida alla Norma CEI 64-4 "Impianti elettrici in locali adibiti ad uso medico"
Title
Electrical installations in locations used for medical practice – Installation criteria
GUIDA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Guida tratta principalmente delle condizioni di sicurezza delle installazioni elettriche nei LO-
CALI ADIBITI AD USO MEDICO usati, nelle condizioni ambientali specificate nella Norma CEI 64-4, da
personale adeguatamente istruito sull’uso corretto e sui pericoli connessi a tali uso. Essa ha lo scopo di
spiegare le prescrizioni di sicurezza in maggior dettaglio e di illustrare gli interventi periodici per garantire
che gli impianti elettrici siano efficienti. La numerazione, i titoli ed i riferimenti (salvo le figure le tabelle
e dove diversamente indicato) sono relativi alla Norma CEI 64-4 (1990): sono riportati solo gli articoli per
i quali vengono forniti chiarimenti. Questa Guida è diretta non solo alla realizzazione dell’impianto elettri-
co, ma anche al suo uso e mantenimento. In particolare il personale medico deve prestare notevole at-
tenzione in quanto gli impianti sono realizzati anche sulla base delle destinazioni d’uso locali e pertanto
non tutte le attività mediche possono essere svolte in tutti i locali.
La presente Guida costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Guida pari numero ed edizione (Fascicolo 2403 G).
DESCRITTORI
impianti elettrici; locali adibiti ad uso medico; caratteristiche elettriche; contatti indiretti; pericoli di
incendio; pericoli di esplosione; verifiche; messa a terra;
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 64-13 Pubblicazione Guida Carattere Doc.
Comitato Tecnico 64-Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
Approvata dal Presidente del CEI in Data 1994-9-28
in Data
CDU
LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)
CAPITOLO
1 GENERALITÀ 1
SEZIONE
1 OGGETTO E SCOPO DELLA GUIDA 1
1.1.01 Oggetto e scopo della Norma ........................................................................................................................................ 1
SEZIONE
2 DEFINIZIONI 2
1.2.01 Locali adibiti ad uso medico ........................................................................................................................................... 2
1.2.02 Gruppo di locali ....................................................................................................................................................................... 2
1.2.03 Camere di degenza ................................................................................................................................................................ 2
1.2.12 Ambulatori medici di tipo B ............................................................................................................................................ 2
1.2.13¸1.2.15 Egualizzazione del potenziale ........................................................................................................................................ 3
1.2.16 Apparecchio elettromedicale ed apparecchio per uso estetico ............................................................. 3
CAPITOLO
2 CARATTERISTICHE ELETTRICHE PARTICOLARI 3
2.1.01 Valori massimi di caduta di tensione ........................................................................................................................ 3
2.1.02 Prescrizioni aggiuntive per locali di anestesia ................................................................................................... 3
CAPITOLO
3 PROVVEDIMENTI PROTETTIVI PARTICOLARI 4
SEZIONE
1 PROVVEDIMENTI PARTICOLARI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 4
3.1.01 Sistemi di protezione contro i contatti indiretti ................................................................................................. 4
2.1.04 Dimensionamento degli impianti di terra nelle officine elettriche e negli impianti
utilizzatori a tensione nominale > 1000 V ............................................................................................................. 6
SEZIONE
2 APPLICAZIONE DEI SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
NEI DIVERSI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO 6
3.2.01 Protezione contro i contatti indiretti nelle camere di degenza
e negli ambulatori medici di tipo B ........................................................................................................................... 6
3.2.02 Protezione contro i contatti indiretti nei locali per esami di fisio-patologia,
nei locali per idroterapia, nei locali di terapia fisica, compresi i locali
per fisio-massoterapia, per scopi terapeutici,
estetici (di cui in 1.2.01 della presente Guida) ecc.,
nei locali per radiologia e negli ambulatori medici di tipo A ................................................................. 6
3.2.03 Protezione contro i contatti indiretti nei locali per chirurgia,
nei locali per sorveglianza o per terapia intensiva e nei locali per anestesia ............................. 7
SEZIONE
3 ESECUZIONI PARTICOLARI DELLA EGUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE 8
3.3.01 Generalità ...................................................................................................................................................................................... 8
3.3.02 Egualizzazione del potenziale nelle camere di degenza,
negli ambulatori medici di tipo A e negli ambulatori medici di tipo B .......................................... 8
3.3.03 Egualizzazione del potenziale nei locali per chirurgia
e nei locali adibiti ad uso medico definiti da 1.2.05 a 1.2.10 .................................................................. 9
SEZIONE
4 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI INCENDIO 11
3.4.01 Generalità .................................................................................................................................................................................... 11
3.4.02 Provvedimenti particolari contro l’incendio
nei locali in cui si effettuano somministrazioni di ossigeno .................................................................. 11
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SEZIONE
5 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI ESPLOSIONE 12
3.5.01 Generalità .................................................................................................................................................................................... 12
3.5.02 Disposizioni e caratteristiche degli apparecchi
e degli impianti nei locali di anestesia e di chirurgia ................................................................................. 13
3.5.03 Eliminazione delle cariche elettrostatiche ............................................................................................................ 13
CAPITOLO
4 ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA 14
CAPITOLO
5 VERIFICHE 15
5.1.01 Verifiche iniziali ...................................................................................................................................................................... 15
5.2.01 Verifiche periodiche ............................................................................................................................................................ 16
Tab. I Applicazione degli articoli della Norma CEI 64-4 in funzione del tipo di locale
ad uso medico e/o dell’attività ivi svolta .............................................................................................................. 17
Tab. II Registro delle verifiche periodiche mensili, semestrali ed annuali ................................................... 19
Tab. II bis Registro delle verifiche periodiche semestrali .................................................................................................. 20
Tab. III Registro delle verifiche periodiche biennali ....................................................................................................... 21
Tab. IV Registro delle verifiche periodiche biennali ....................................................................................................... 22
Tab. V Registro delle verifiche periodiche quadriennali ............................................................................................ 23
Fig. 1 Esempio di quadro elettrico per locali di chirurgia e similari ............................................................... 24
Fig. 2 Locali (indicati con *) nei quali si deve prevedere l’alimentazione
con trasformatore d’isolamento ................................................................................................................................... 25
Fig. 3 Esempio di principio dell’alimentazione nei locali per chirurgia e similari ................................ 26
Fig. 4a Esempio di nodo equipotenziale per le masse estranee negli ambulatori medici
(tipo A e B) .................................................................................................................................................................. 27
Fig. 4b Esempio di nodo equipotenziale e di nodi intermedi ................................................................................ 28
Fig. 5 Esempio di anello equipotenziale per ambulatori medici (tipo A e B) ......................................... 29
Fig. 6 Esempio di collegamento di masse estranee al nodo equipotenziale ............................................ 30
Fig. 7 Esempio di sezione minima del conduttore PE ............................................................................................... 30
Fig. 7.1a Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale ................................................... 31
Fig. 7.1b Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale con l’interposizione
di un nodo intermedio ....................................................................................................................................................... 31
Fig. 7.2 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra nodo equipotenziale e presa di
alimentazione di un apparecchio elettromedicale con cavo di alimentazione separabile 32
Fig. 7.3 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra apparecchio
senza cavo di alimentazione e nodo equipotenziale .................................................................................. 33
Fig. 7.4 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra nodo equipotenziale
e presa di alimentazione di un apparecchio elettromedicale con cavo di alimentazione
non separabile ......................................................................................................................................................................... 34
Fig. 7.5 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra apparecchio elettromedicale
e nodo equipotenziale ....................................................................................................................................................... 35
Fig. 7.6 Misura della resistenza di isolamento del pavimento ................................................................................. 36
Fig. 8 Esempio di realizzazione di nodi intermedi ...................................................................................................... 37
Fig. 9 ............................................................................................................................................................................................................ 38
Fig. 10 Esempio di collegamento al nodo equipotenziale di un apparecchio elettromedicale ..... 39
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APPE N DIC E
A INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PER CORRENTI PULSANTI UNIDIREZIONALI 40
Fig. A1 Circuito di principio di un “alimentatore a commutazione” .................................................................. 40
Fig. A2 Circuito raddrizzatore ad onda intera con capacità e corrente
di guasto pulsante unidirezionale lg ........................................................................................................................ 40
Fig. A3 Forma d’onda della corrente differenziale di guasto utilizzata convenzionalmente
per la verifica del comportamento degli interruttori di tipo A ............................................................. 41
APPE N DIC E
B ESEMPIO DI COLLEGAMENTO DI UN IMPIANTO DI TERRA 42
APPE N DIC E
C INFORMAZIONI TRATTE DALLA PRESENTE GUIDA RIGUARDANTI LA DIREZIONE SANITARIA,
IL PERSONALE MEDICO ED IL RESPONSABILE SANITARIO 43
Tab. A1 Locali di chirurgia, sorveglianza o terapia intensiva, anestesia e assimilabili ........................... 51
Tab. A2 Locali di idroterapia, terapia fisica, radiologia, fisiopatologia ed assimilabili ........................... 52
Tab. A3 Ambulatori di tipo A ........................................................................................................................................................... 52
Tab. A4 Ambulatori di tipo B, degenze .................................................................................................................................... 53
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1 GENERALITÀ
CAPITOLO
L’applicazione della Norma deve essere estesa a tutti i locali in cui si svolge una
pratica medica ed eventualmente ai locali contigui e va coordinata con la Norma
CEI 64-8 (1992) (in particolare si deve tener presente la Sez. 751 che cita, fra gli
esempi di luoghi a maggior rischio in caso di incendio, gli ambienti destinati ai
degenti negli Ospedali) integrata dalle altre Norme CEI pertinenti per alcuni loca-
li particolari.
È da tener presente inoltre che la Norma in oggetto va applicata tenendo conto
della Norma generale degli apparecchi elettromedicali (Norma CEI 62-5 (1991)) e
delle Norme particolari relative agli apparecchi elettromedicali e con il rispetto
delle pratiche operative (verifiche, limitazioni e/o uso di alcuni apparecchi in
specifiche zone ecc.) perché la sicurezza dipende non solo dalle misure di prote-
zione applicate all’impianto, ma anche dalle misure di protezione applicate agli
apparecchi elettromedicali e dal loro corretto impiego.
Questa Guida è diretta non solo alla realizzazione dell’impianto elettrico, ma an-
che al suo uso e mantenimento. In particolare il personale medico deve prestare
notevole attenzione in quanto gli impianti sono realizzati anche sulla base delle
destinazioni d’uso locali e pertanto non tutte le attività mediche possono essere
svolte in tutti i locali.
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1.2.13¸1.2.15 Egualizzazione del potenziale
Lo scopo è quello di limitare le differenze di potenziale tra i vari elementi del si-
stema elettrico (masse) e delle strutture (masse estranee) che, secondo la Norma
CEI 64-8 (1992) art. 23.2 e 23.3, sono così definite:
Massa
Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in
tensione in condizioni ordinarie ma che può andare in tensione in condizione di
guasto.
Massa estranea
Parte conduttrice non facente parte dell’impianto elettrico, in grado di introdurre
un potenziale, generalmente un potenziale di terra.
La riduzione della resistenza dei collegamenti equipotenziali può non essere suf-
ficiente se non si pone la dovuta cura anche alla affidabilità delle giunzioni.
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3 PROVVEDIMENTI PROTETTIVI PARTICOLARI
CAPITOLO
Le prescrizioni che seguono sono riepilogate in Tab. I, suddivise per locali secon-
do le definizioni di cui alla Sez. 2 del Cap. 1.
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Si applicano, inoltre, le seguenti restrizioni:
1) tensione nominale non superiore a 230 V (nei sistemi trifase per tensione no-
minale si intende la tensione concatenata);
2) impiego di una apparecchiatura di controllo permanente della resistenza di
isolamento con le caratteristiche indicate dalla Norma CEI 64-8 (1992);
Nota Per gli apparecchi di illuminazione scialitica a 24 V alimentati da trasformatore di sicurezza se-
parato dall’apparecchio stesso, per garantire la continuità d’esercizio, occorre installare un di-
spositivo per il controllo permanente della resistenza di isolamento del circuito a 24 V con carat-
teristiche analoghe a quelle previste per i dispositivi di controllo per circuiti separati a 230 V.
Il dispositivo di controllo può essere omesso se il trasformatore di sicurezza alimenta un solo ap-
parecchio di illuminazione scialitica e se la distanza tra trasformatore ed apparecchio di illumi-
nazione è ridotta (non superiore a 3 m) in quanto si può considerare improbabile in queste con-
dizioni un guasto a terra.
3) separazione dei conduttori del circuito isolato da tutti gli altri in tutto il per-
corso (ad esempio tubi differenti, cassette di derivazione con setto interno,
cavo con guaina ecc.) anche per il quadro elettrico ove sono posti gli interrut-
tori e nel quale deve esserci la separazione dell’impianto a valle del seconda-
rio del trasformatore dagli altri circuiti. (v. Fig. 1)
4) impiego di trasformatore di isolamento preferibilmente con presa centrale
sull’avvolgimento secondario.
Lo schermo metallico tra gli avvolgimenti ha il fine di ridurre le correnti di di-
spersione del primario e di migliorare la separazione tra gli avvolgimenti;
5) i cavi dell’impianto elettrico devono essere di tipo multipolare con guaina.
Non sono ammessi cavi non avvolti a spirale.
Inoltre, si consiglia di prevedere collegamenti non troppo lunghi per ridurre
le correnti capacitive (ad es. un trasformatore di isolamento per ogni locale
per chirurgia o locali annessi).
La corrente di primo guasto verso terra, ad impianto ultimato, non deve supe-
rare 2 mA, esclusi gli apparecchi; con apparecchi collegati e/o funzionanti la
resistenza di isolamento dell’impianto deve essere non inferiore a 50 kW.
Per mantenere l’isolamento del circuito, nessun punto del secondario deve
essere connesso a terra: deve essere solo inserito il circuito di controllo
dell’isolamento con resistenza interna tale da far circolare verso terra una cor-
rente non superiore a 1 mA.
L’apparecchio di controllo deve essere inserito nel circuito in modo tale che
non sia possibile alimentare il trasformatore di isolamento senza mettere in
funzione tale dispositivo di controllo.
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2.1.4 Dimensionamento degli impianti di terra nelle officine elettriche e negli
impianti utilizzatori a tensione nominale > 1000 V
Gli impianti di terra nelle officine elettriche e negli impianti utilizzatori con tensio-
ne nominale > 1000 V, all’atto della loro costruzione, devono essere dimensionati
in modo che, con la corrente di terra di cui in 2.1.03, non si verifichino in nessun
punto, sia all’interno che all’esterno dell’officina elettrica o dell’impianto utilizzato-
re, tensioni di contatto e di passo superiori ai valori indicati nella tabella.
3.2.06 Protezione contro i contatti indiretti nei locali per esami di fisio-patologia,
nei locali per idroterapia, nei locali di terapia fisica, compresi i locali
per fisio-massoterapia, per scopi terapeutici,
estetici (di cui in 1.2.01 della presente Guida) ecc.,
nei locali per radiologia e negli ambulatori medici di tipo A
Si consiglia il (provvedimento b) in quanto è difficile utilizzare solo apparecchi di
classe II (provvedimento d).
In presenza di particolari esigenze medico-organizzative che richiedono la conti-
nuità di esercizio, su indicazione della Direzione Sanitaria si può utilmente adot-
tare (il provvedimento e) (trasformatore di isolamento ecc.).
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3.2.07 Protezione contro i contatti indiretti nei locali per chirurgia,
nei locali per sorveglianza o per terapia intensiva e nei locali per anestesia
La Norma CEI 64-4 (1990) prescrive il (provvedimento protettivo e).
Tutte le apparecchiature elettriche di potenza inferiore a 5 kVA e poste ad una al-
tezza inferiore a 2,5 m del piano di calpestio devono essere collegate al trasfor-
matore di isolamento.
Le esclusioni indicate nella Norma (comma b dell’art. 3.2.03) permettono di non
gravare il trasformatore di isolamento con apparecchiature che non sono a portata
di mano, o, che, per la loro potenza o perché ad uso radiologico, è bene che non
siano alimentate dal trasformatore di isolamento (si ricorda che questi trasformatori
hanno un limite di potenza di 7,5 kVA per contenere la corrente di dispersione).
Per ogni presa a spina vi deve essere una protezione contro le sovracorrenti per
limitare la messa fuori servizio alla singola presa interessata dal guasto.
A volte l’impiego di fusibili semplifica i problemi di selettività; nei circuiti bipolari
è comunque sufficiente la protezione di un solo conduttore.
Si consiglia di installare il dispositivo di protezione direttamente vicino alla presa.
È da evitare nel modo più assoluto l’utilizzo di prese multiple, adattatori o pro-
lunghe.
Le prese a spina accessibili (costruite secondo le Norme CEI 23-5 e 23-16) devo-
no essere tutte alimentate dal circuito isolato: eventuali prese per grosse utenze,
maggiori o eguali a 5 kVA o per apparecchi radiologici dovrebbero essere del
tipo per uso industriale secondo la Norma CEI 23-12, in modo da garantire la non
intercambiabilità delle prese a spina.
Il trasformatore, in ogni caso, non deve avere una potenza superiore a 7,5 kVA.
Se le esigenze mediche richiedono potenze superiori, deve essere installato un
altro trasformatore di isolamento.
Apparecchi elettromedicali di maggior potenza e che danno luogo a correnti di
spunto elevate (ad esempio tutti gli apparecchi radiologici anche se portatili)
possono essere alimentati da sorgenti diverse dal trasformatore di isolamento, al
fine di evitare sovraccarichi allo stesso e conseguenti possibili interventi dei di-
spositivi di protezione.
Nel caso di gruppi di locali si consiglia di sezionare gli impianti dei vari locali
con appositi interruttori per permettere maggior continuità di esercizio e facilità
di controllo e di manutenzione.
L’apparecchio di controllo e di misura dell’isolamento può essere posto nel qua-
dro elettrico, ma uno o più ripetitori con la segnalazione acustica/ottica ed il pul-
sante di controllo devono essere posti nei locali di maggiore uso, in cui si presu-
me la stabile presenza di operatori.
Un esempio di locali che devono essere dotati di trasformatore di isolamento è
indicato in Fig. 2.
Un esempio di schema di principio dell’alimentazione nei locali di chirurgia e si-
milari è indicato in Fig. 3.
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3 ESECUZIONI PARTICOLARI DELLA EGUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE
S E Z I O N E
3.3.01 Generalità
La Norma CEI 64-4 (1990) prevede due metodologie per realizzare l’egualizzazio-
ne del potenziale. La prima, descritta nell’art. 3.3.02, limita l’egualizzazione locale
alle masse estranee e ammette, oltre al nodo, l’anello equipotenziale. La seconda,
descritta nell’art. 3.3.03, prevede provvedimenti più severi (solo il nodo equipo-
tenziale, a cui si collegano tutti i conduttori di protezione e i conduttori equipo-
tenziali di masse e masse estranee ad altezza minore di 2,5 m).
L’adozione della 2a soluzione (nodo) è a favore della sicurezza del paziente.
L’egualizzazione del potenziale permette di ridurre al minimo il passaggio di cor-
renti pericolose attraverso il corpo umano, qualora questo venga in contatto con
masse e/o masse estranee: lo scopo è ottenuto con un collegamento di bassa re-
sistenza tra le varie masse/masse estranee.
Per il paziente il pericolo di contatto con elementi posti al di sopra di 2,5 m dal
piano di calpestio è considerato improbabile e, pertanto, non vi è l’obbligo di
egualizzazione del potenziale per tali masse/masse estranee.
È necessario controllare con attenzione che l’altezza suddetta sia effettiva in qua-
lunque condizione d’uso: ad esempio la lampada scialitica è appesa al soffitto
(altezza oltre 2,5 m), ma nel normale uso si trova ad un’altezza inferiore e pertan-
to, devono essere applicate le regole di questa Sezione.
In ogni caso le masse (ad esempio quelle degli apparecchi di illuminazione) de-
vono essere comunque connesse all’impianto di terra secondo le prescrizioni del-
la Norma CEI 64-8 (1992).
In particolare, devono essere collegate al nodo equipotenziale o all’anello:
n le tubazioni metalliche presenti nel locale (acqua calda/fredda, scarichi, ossi-
geno, gas medicali, condizionamento, ecc); in questo caso è sufficiente che il
collegamento sia effettuato in un solo punto, meglio se all’ingresso del locale.
n le parti metalliche come telai e montanti (escluse le parti mobili su di esse
montate quali le ante di porte e finestre), il basamento del tavolo operatorio
fisso, ecc, se fissati alla struttura.
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La sezione dei conduttori e la connessione singola permettono di ottenere bassi
valori della resistenza del conduttore e della giunzione (non superiore a 0,15 W).
I conduttori che confluiscono nel nodo devono essere identificati ad entrambe le
estremità per semplificare le operazioni di verifica.
Non è ammessa la connessione in cascata (ponticello tra masse estranee) ad ec-
cezione di un solo caso:
n tubazioni metalliche, nel qual caso si consiglia una connessione utilizzando
conduttori di sezione di almeno 6 mm2 e installando sulle tubazioni appositi
collari dotati di vite per connettere il conduttore con capocorda a compressio-
ne. (v. Fig. 6).
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La rete può essere, inoltre, utile quando si può ipotizzare che attraverso il pavimento possa in-
trodursi un potenziale zero (pavimento a bassa resistenza di isolamento direttamente comuni-
cante con il terreno, senza ferri del calcestruzzo).
In questi casi, installando la rete collegata al nodo equipotenziale, in caso di guasto a terra il
pavimento assume lo stesso potenziale di tutte le altre masse e masse estranee, riducendo così le
eventuali tensioni di contatto.
2.5) le strutture ed i ferri di armatura del fabbricato (sempre che ciò sia possibile:
nel caso di fabbricati nuovi dovrebbe essere previsto tale collegamento già
durante la fase di esecuzione delle opere civili);
2.6) i morsetti di equipotenzialità degli apparecchi di cui all’art. 18 e) della Nor-
ma CEI 62-5 (1991) il cui estratto è qui riportato:
Se l’apparecchio è munito di un mezzo per la connessione di un conduttore
equipotenziale, questa connessione deve essere conforme alle prescrizioni se-
guenti:
n essere facilmente accessibile;
n essere impedita una disconnessione accidentale in uso normale;
n il conduttore può essere staccato senza l’uso di un utensile;
n il cavo di alimentazione non deve incorporare un conduttore equipoten-
ziale;
n i mezzi di connessione devono essere contrassegnati con il simbolo 9,
Tab. D1.
Per la misura della resistenza e del suo valore massimo rimangono valide le pre-
scrizioni dell’art. 3.3.02 della presente guida.
Qualora nel locale siano installate apparecchiature elettriche (non elettromedica-
li) che non possono essere connesse al nodo equipotenziale (ad esempio un ap-
parecchio telefonico), queste devono essere poste in posizione tale che non pos-
sano venire in contatto con il paziente, sia direttamente che tramite un’altra
persona.
Per identificare le masse estranee che possono introdurre il potenziale di terra in
quanto connesse alla struttura e che quindi devono essere connesse al nodo
equipotenziale onde evitare per assurdo di collegare ad esso anche piccole parti
metalliche (quali i cardini di una porta in legno), si può procedere nel seguente
modo (Fig. 9):
n nell’articolo 710.413.1.6.04 del documento IEC 64 (Sec) 563 è definito il valo-
re di 0,05 mA che può essere assunto quale valore di corrente non pericolosa
in caso di microshock;
n si considera la massima tensione di guasto che può permanere per un tempo
indefinito, in c.a. uguale a 25 V.
In questo caso se la resistenza verso terra della parte metallica supera il valore di
0,5 mW, la stessa può non essere considerata massa estranea e quindi non essere
connessa al nodo collettore equipotenziale.
La misura della resistenza deve essere eseguita con un megaohmetro in grado di
fornire la tensione di 500 V in c.c.
Sono accettabili collegamenti anche non intenzionali al nodo equipotenziale con
resistenza minore o eguale a 0,15 W purché realizzati in modo documentato e con
caratteristiche equivalenti a quelle richieste per il conduttore di equipotenzialità.
Un esempio di collegamento al nodo equipotenziale di un apparecchio elettro-
medicale è indicato in Fig. 10.
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4 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI INCENDIO
S E Z I O N E
3.4.01 Generalità
La totalità dei locali adibiti ad uso medico ubicati in strutture come ospedali,
strutture assistenziali ecc., sono da considerare a maggior rischio in caso di in-
cendio. Con questa dizione la Sez. 751 della Norma CEI 64-8 (1992) indica gli
ambienti che, per una molteplicità di parametri, possono presentare, in caso di
incendio, un rischio maggiore di quello che presentano gli ambienti ordinari.
L’Allegato A (751.03.1) della Sez. 751 della Norma CEI 64-8 (1992), infatti, elenca,
a titolo esemplificativo, ambienti che rientrano tra quelli da considerare a mag-
gior rischio in caso di incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’eleva-
to tempo di sfollamento in caso di incendio, tra cui ambienti destinati ai degenti
negli ospedali (omissis).
Nota Dalle statistiche del Ministero dell’Interno si può dedurre che gli incendi per cause elettriche
sono dell’ordine del 25%.
Il rispetto della Norma CEI 64-8 (1992) e, in particolare, della Sez. 751 dedicata
agli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, è ritenuto sufficiente a garan-
tire la protezione contro i rischi di incendio attribuibili all’impianto elettrico.
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5 PROTEZIONE CONTRO I PERICOLI DI ESPLOSIONE
S E Z I O N E
3.5.01 Generalità
Attualmente gli anestetici o analgesici (ad esempio ciclopropano, cloruro di vinile
o etere etilico) che possono formare miscele esplosive con l’aria (o meglio con
l’ossigeno) e con il protossido d’azoto non sono abitualmente usati anche se non
esplicitamente vietati.
Nel caso, quindi, che le anestesie o analgesie siano effettuate con sostanze di cui
sopra, si può avere pericolo di esplosione.
Occorre, allora, adottare una serie di misure protettive riguardanti la realizzazio-
ne degli impianti (impianto elettrico e sistema di ventilazione), la scelta degli ap-
parecchi elettromedicali ed il comportamento degli operatori.
Il criterio scelto per l’esecuzione degli impianti elettrici ripercorre quello generale
della Norma CEI 64-2 (1990) per i luoghi che presentano pericolo di esplosione
nelle condizioni di cui sopra: per ogni sostanza (o gruppo di sostanze) sono pre-
visti quantitativi minimi ma significativi al di sopra dei quali si determinano dei
luoghi di classe 1 (pericolo di esplosione). Se i quantitativi presenti sono inferiori
a quelli minimi ma significativi ai fini dell’esplosione si presume un rischio ridot-
to di esplosione (classe 3).
Gli impianti elettrici e gli apparecchi elettromedicali dovranno, quindi, avere dei
requisiti minimi adatti alla classificazione dei luoghi.
Un’esplosione può essere innescata da cause inerenti all’impianto elettrico, se co-
esistono le seguenti condizioni:
1) è presente una miscela di gas anestetico infiammabile con aria (o con protos-
sido di azoto);
2) la miscela è in condizioni tali che un fenomeno termico (temperatura eccessi-
va, arco elettrico o scintilla), prodotto dall’impianto elettrico, possa provocar-
ne l’esplosione;
3) si manifesta, in qualche parte dell’impianto elettrico presente nella zona peri-
colosa, un fenomeno termico atto ad innescare l’accensione della miscela.
Le quantità minime previste per alcuni di questi anestetici sono state indicate nel-
la tabella seguente.
I dati sugli anestetici indicati in tabella sono stati ricavati dalla Tab. I della Norma
CEI 64-2 (1990) e sono esemplificativi. Per le sostanze del gruppo F (es. ciclopro-
pano) i quantitativi si intendono riferiti alla temperatura di 20 °C ed alla pressio-
ne atmosferica 1013 · 105 Pa).
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3.5.02 Disposizioni e caratteristiche degli apparecchi e degli impianti
nei locali di anestesia e di chirurgia
Con quantitativi di anestetici inferiori a quanto riportato nella tabella di cui sopra
si ipotizza un rischio ridotto di esplosione. Nei locali di chirurgia e assimilabili la
situazione più frequente che si riscontra è la seguente:
n gli impianti elettrici, per una fascia di 50 cm di altezza dal piano di calpestio,
devono essere AD-FT con grado di protezione almeno IP 44 o grado inferiore
quando previsto dalla Norma CEI 64-2 (1990);
n anche gli apparecchi elettromedicali e relativi accessori, in questa fascia, de-
vono essere idonei per l’impianto AD-FT.
Si riporta per comodità la definizione di impianto AD-FT della Norma CEI 64-2
(1990) art. 1.5.07:
Questo impianto deve soddisfare alle prescrizioni dei Cap. VI, XII.
Nota Questi requisiti sono previsti in presenza di anestetici che, mescolati con l’aria e con protossido
d’azoto, danno luogo a miscele esplosive: il loro uso è, oggi, molto improbabile.
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La misura, da effettuarsi almeno ogni quattro anni in corrente continua, a 500 V
ed i cui valori devono essere registrati sull’apposito registro (Tab. V), deve essere
effettuata con elettrodi di superficie di 20 cm2 (diametro di circa 5 cm se circola-
ri) e di peso 10 N (in pratica, un peso da 1 Kg delle bilance a piatti).
Nota Un pavimento con queste caratteristiche è prescritto solo se sono previsti pericoli di esplosione
per presenza di anestetici.
4 ALIMENTAZIONE DI SICUREZZA
CAPITOLO
Nei locali adibiti ad uso medico l’illuminazione di sicurezza deve essere adatta
alle esigenze di volta in volta espresse dalla Direzione Sanitaria.
Per quanto riguarda i luoghi di ricovero delle batterie stazionarie (quadri elettrici
o locali) occorre fare riferimento alla Norma CEI 64-2 (1990), art. 1.1.02 d):
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5 VERIFICHE
CAPITOLO
GUIDA
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5.1.01.3 Verifica della egualizzazione del potenziale
L’esame a vista consiste nell’accertamento dell’esecuzione del nodo o dell’anello
equipotenziale, secondo le modalità e le caratteristiche costruttive della Norma.
Deve essere inoltre verificato che la resistenza dei singoli conduttori equipoten-
ziali sia non superiore a 0,15 W. La misura deve essere effettuata con metodo
volt-amperometrico, utilizzando una tensione a vuoto (in c.c. o c.a.) da 6 V a 12 V
ed una corrente di circa 10 A tra l’estremo del conduttore equipotenziale collega-
to al nodo (o anello) e l’alveolo di terra delle prese a spina o il morsetto di terra
delle masse o delle masse estranee. (v. Fig. da 7.1 a 7.5)
Nota Si ricorda che negli ambulatori di tipo A, di tipo B e nelle camere di degenza non è obbligato-
rio il collegamento equipotenziale delle masse e degli alveoli di terra delle prese a spina.
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Norma
CEI 64-4
Legenda: si applica l’articolo corrispondente alla colonna
l’articolo corrispondente alla colonna di destra indica un provvedimento
Tab. I
3.1.01 3.2.01 3.2.02 3.2.03 3.3.01 3.3.02 3.3.03 3.4.02 3.5.01 3.5.02 3.5.03 4.1.01
LOCALI ATTIVITÀ
1.2.03 – si effettua ricovero di
Camere di degenza pazienti
1.2.04 – persone o animali vengono
Locali per chirurgia sottoposti a trattamenti
chirurgici o operazioni
funzionalmente connessi
a detti interventi
– vengono effettuati parti
– vengono effettuati
cateterismi cardiaci
– vengono iniettati mezzi
di contrasto
– si applicano pacemakers
– si praticano terapie vascolari
1.2.05 – vengono tenuti sotto sorve-
Locali per sorveglianza glianza pazienti in degenza
o terapia intensiva per il controllo e la stimola-
zione e la sostituzione di
determinate funzioni corpo-
ree mediante apparecchi
elettromedicali
1.2.06 – si collegano i pazienti ad
Locali per fisiopatologia apparecchi elettromedicali
di misure e di controllo
1.2.07 – si trattano i pazienti con acque
Locali per idroterapia curative, fanghi, sabbie, vapori,
inalazioni o con procedimenti
tipici dell’idroterapia
Applicazione degli articoli della Norma CEI 64-4 in funzione del tipo di locale ad uso
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Norma
CEI 64-4
GUIDA
Legenda: si applica l’articolo corrispondente alla colonna
l’articolo corrispondente alla colonna di destra indica un provvedimento
Tab. I
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Provvedimenti Alimentazione
protettivi di sicurezza
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Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Sezione 5
Contatti Contatti indiretti Egualizzazione Rischio di Rischio di
indiretti nei diversi locali del potenziale incendio esplosione
3.1.01 3.2.01 3.2.02 3.2.03 3.3.01 3.3.02 3.3.03 3.4.02 3.5.01 3.5.02 3.5.03 4.1.01
LOCALI ATTIVITÀ
1.2.08 – si applicano provvedimenti
Locali per terapia fisica curativi mediante elettricità,
onde magnetiche, UV, calore,
vibrazioni, ginnastica
medico e/o dell’attività ivi svolta (seguito)
– si praticano dialisi
1.2.09 – si utilizzano a scopo diagno-
Locali per radiologia stico o terapeutico apparecchi
radiologici
1.2.10 – si praticano analgesie o
Locali per anestesia anestesie generali
– le analgesie o anestesie vengo-
no svolte con sostanze atte a
formare miscele esplosive
1.2.11 – si utilizzano apparecchi elettro-
Ambulatori medici medicali con parti applicate
di tipo A senza anestesia generale
1.2.12 – non si utilizzano apparecchi
Ambulatori medici elettromedicali o solo quelli
di tipo B privi di parti applicate
3.4.01 – si usano sostanze sgrassanti
Impiego di ossigeno o disinfettanti infiammabili
– esiste la possibilità di elevate
concentrazioni di ossigeno
4.1.01 – esistono impianti il cui funziona-
Alimentazione di mento è ritenuto strettamente
sicurezza indispensabile per l’incolumità
del paziente
Applicazione degli articoli della Norma CEI 64-4 in funzione del tipo di locale ad uso
Tab. II Registro delle verifiche periodiche mensili, semestrali ed annuali
Nota riportare sul registro l’eventuale valore numerico della grandezza misurata.
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Tab. II bis Registro delle verifiche periodiche semestrali
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Tab. III Registro delle verifiche periodiche biennali
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Tab. IV Registro delle verifiche periodiche biennali
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Tab. V Registro delle verifiche periodiche quadriennali
Nota Le misure di tipo B vanno ripetute invertendo la polarità dello strumento
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Fig. 1 Esempio di quadro elettrico per locali di chirurgia e similari
Nota La posizione dei componenti il quadro elettrico è indicativa.
Trasformatore
d’isolamento
Interruttore
generale
Canaletta
Eventuale morsettiera
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Locali (indicati con
Fig. 2
d’isolamento
*) nei quali si deve prevedere l’alimentazione con trasformatore
SALA MEDICI
SALA
REFERTI
*
SALA OPERATORIA
*
PREPARAZIONE
PAZIENTE CAMERA
OSCURA
SALA MEDICI
SALA OPERATORIA
*
PREPARAZIONE
PAZIENTE
CAMBIO STAFF
OPERATORIO
SALA OPERATORIA
*
CHIRURGIA GENERALE
*
TRASFERIMENTO
PAZIENTI
PREPARAZIONE
PAZIENTE
CAPO SALA OP
DEPOSITO
APPARECCHI
DEPOSITO
APPARECCHI
*
RISVEGLIO
*
SALA OPERATORIA
*
PREPARAZIONE
PAZIENTE
DEPOSITO
MATERIALE STERILE
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Fig. 3 Esempio di principio dell’alimentazione nei locali per chirurgia e similari
NOTE DI DIMENSIONAMENTO
1: Si deve tenere conto delle correnti di inserzione
2: L’abbinamento Interruttore automatico/Fusibile permette di ottenere facilmente la selettività
3: Intervento magnetico elevato. Protezione da sovraccarico
3 bis: Si deve tener conto delle correnti di intervento
4: Interruttore bipolare (anche con un solo polo protetto)
5: Si deve tener conto delle correnti di sovraccarico
N.B. L’alimentazione di sicurezza può essere inserita anche a valle del trasformatore di isolamen-
to per alimentare solo alcuni carichi (ad es. apparecchi per illuminazione scialitica)
ALIMENTAZIONE
PREFERENZIALE
ORDINARIA (GR. ELETTROGENO) A)
(RETE)
UTENZE ORDINARIE
UTENZE PREFERENZIALI
1
30 mA 30 mA 30 mA
Id Id Id B) SORGENTE DI
SICUREZZA
by-pass
RX
Variante:
Illuminazione
generale 3 3 bis
(oltre 2,5 m)
Prese per utenze ³ 5 KVA
di tipo industriale
230/230 V 230/230 V
TEMPI DI INTERVENTO
A) < 15 s
4 4 4 4
B) < 0.5 s (meglio < 1ms) 2
230/24 V
2
CI
(eventuale)
Apparecchi per
illuminazione scialitica
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Fig. 4a Esempio di nodo equipotenziale per le masse estranee negli ambulatori medici (tipo
A e B)
Nota Al nodo equipotenziale possono essere collegate le masse anche se non esplicitamente richiesto.
Collegamento
passante
PE PE
PE
Acqua fredda
Acqua calda Nodo
equipotenziale
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Fig. 4b Esempio di nodo equipotenziale e di nodi intermedi
Nodo intermedio
4 mm2
Nodo intermedio
6 mm2
Nodo equipotenziale
6 mm2
GUIDA
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Fig. 5 Esempio di anello equipotenziale per ambulatori medici (tipo A e B)
Collegamento passante
come in Fig. 4a
PE PE
PE
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Fig. 6 Esempio di collegamento di masse estranee al nodo equipotenziale
6 mm2 6 mm2
Acqua Acqua
calda fredda
Fascetta con
copocorda a
compressione
Scarico
6 mm2
6 mm2
Al nodo Morsetto
equipotenziale
Targhetta di
identificazione
Morsetto a compressione
4 mm2
PE
(1)
Al nodo
equipotenziale
220 V c.a.
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Fig. 7.1a Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale
Nodo equipotenziale
Apparecchio
R(W) di misura
Conduttore equipotenziale
Massa
R £ 0,15 W
estranea
Fig. 7.1b Misura della resistenza tra massa estranea e nodo equipotenziale con l’interposizione
di un nodo intermedio
Nodo principale
Apparecchio
R(W) di misura
Nodo intermedio
1
Conduttore equipotenziale
Conduttore equipotenziale
Massa
estranea
R £ 0,15 W
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Fig. 7.2 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra nodo equipotenziale e presa
di alimentazione di un apparecchio elettromedicale con cavo di alimentazione sepa-
rabile
Misura da effettuare solo per R¢ pos. 1-1 (la figura indica i limiti delle resistenze
interne dell’apparecchio elettromedicale (CEI 62-5) la cui misura rientra nell’am-
bito della verifica dell’apparecchio elettromedicale).
Nodo equipotenziale
R(W)
Apparecchio
di misura
Presa di alimentazione
1
Massa
R² £ 0,10 W
Conduttore di protezione
del cavo di alimentazione
separabile R² £ 0,10 W
Apparecchio elettromedicale con
cavo di alimentazione separabile
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Fig. 7.3 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra apparecchio senza cavo di ali-
mentazione e nodo equipotenziale
Per ragioni pratiche di misura si considera anche la resistenza R¢ £ 0,1 W interna
all’apparecchio fra massa e morsetto di terra.
Nodo equipotenziale
Apparecchio
R(W) di misura
Massa
R²¢ £ 0,10 W
GUIDA
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Fig. 7.4 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra nodo equipotenziale e presa
di alimentazione di un apparecchio elettromedicale con cavo di alimentazione non se-
parabile
Misura da effettuare solo per R¢ pos. 1-1. (la figura indica i limiti della resistenza
interna dell’apparecchio elettromedicale (CEI 62-5) la cui misura rientra nell’am-
bito della verifica dell’apparecchio elettromedicale).
Nodo equipotenziale
R(W)
Apparecchio
di misura
Presa di alimentazione
1
GUIDA
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Fig. 7.5 Misura della resistenza del conduttore di protezione tra apparecchio elettromedicale
e nodo equipotenziale
Misura da effettuare solo per R¢ pos. 1-1. (la figura indica i limiti delle resistenze
interne degli apparecchi elettromedicali (CEI 62-5) le cui misure rientrano
nell’ambito della verifica degli apparecchi elettromedicali).
Nodo equipotenziale
Apparecchio
di misura R(W)
Massa
R²¢ £ 0,10 W
Conduttore di protezione R¢ £ 0,15 W
Massa
R²¢ £ 0,10 W
R²¢ £ 0,10 W
Massa
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Fig. 7.6 Misura della resistenza di isolamento del pavimento
MISURA A
10 N
10 N
20 cm2 20 cm2
Megaohmmetro
MISURA B
Nodo equipotenziale
m
1
o
im
in
m
10 N
20 cm2
Megaohmmetro
GUIDA
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Fig. 8 Esempio di realizzazione di nodi intermedi
PE PE
PE PE
Morsetto a compressione
PE PE
PE
GUIDA
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GUIDA
Fig. 9
Nota Applicabile a telai porte, telai finestre, binari, mensole ecc. Le ante delle finestre in ogni caso
non devono essere collegate a terra.
Criterio di individuazione di masse estranee nei locali per chirurgia e assimilati
Apparecchio
elettromedicale
Massa estranea?
Alimentazione
24 V c.c. o c.a.
o 220 V c.a.
PE
GUIDA
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APPENDICE
A INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PER CORRENTI PULSANTI
UNIDIREZIONALI
Esistono apparecchi utilizzatori di Classe I, come per esempio alcuni personal
computers, macchine da scrivere elettroniche, registratori di cassa, apparecchia-
ture elettromedicali, ecc. che incorporano circuiti elettronici che funzionano in
corrente continua e che possono produrre, in caso di guasto a massa, correnti
con componenti continue tali da compromettere il funzionamento dei dispositivi
differenziali posti a protezione dei relativi circuiti d’alimentazione. Per la alimen-
tazione di questi circuiti elettronici sono infatti largamente impiegati “alimentatori
a commutazione” (forse meglio conosciuti come alimentatori switching o switch
mode power supply), che sono direttamente connessi alla rete come mostrati ad
esempio in Fig. A1.
F
Carico
1 2
N 3 4
PE
Come si nota dallo schema di principio di Fig. A1 quando nel filtro o nella sezio-
ne raddrizzatore-controllo avviene un guasto tra fase e conduttore di protezione,
si stabilisce verso quest’ultimo una corrente di guasto che ha la forma della cor-
rente della Fig. A2.
Fig. A2 Circuito raddrizzatore ad onda intera con capacità e corrente di guasto pulsante
unidirezionale lg
ic
ic ig
L ig
N t t
PE
Raddrizzatore ad onda intera con capacit
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protezione contro i contatti indiretti ricorrendo alla protezione per separazione
elettrica o, nell’ambito della protezione per interruzione automatica dell’alimenta-
zione, a dispositivi differenziali di tipo A (Norma CEI 23-18) oppure di tipo B
(Pubblicazione IEC 755).
I differenziali di tipo A sono per definizione adatti a funzionare con “correnti dif-
ferenziali alternate pulsanti unidirezionali, applicate istantaneamente o lentamen-
te crescenti” come indicato nella Fig. A3 ripresa dalla Norma CEI 23-18.
Nessun provvedimento è richiesto invece per la protezione addizionale contro i
contatti diretti.
Fig. A3 Forma d’onda della corrente differenziale di guasto utilizzata convenzionalmente per
la verifica del comportamento degli interruttori di tipo A
³ 150°
£ 6 mA
Applicata istantaneamente
£ 6 mA
Lentamente crescente
GUIDA
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APPENDICE
B ESEMPIO DI COLLEGAMENTO DI UN IMPIANTO DI TERRA
LEGENDA
DA: Dispersore (intenzionale)
DN: Dispersore (di fatto)
CT: Conduttore di terra
GUIDA
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APPENDICE
C INFORMAZIONI TRATTE DALLA PRESENTE GUIDA RIGUARDANTI
LA DIREZIONE SANITARIA, IL PERSONALE MEDICO
ED IL RESPONSABILE SANITARIO
Art. 1.1.01:
“Questa Guida è diretta non solo alla realizzazione dell’impianto elettrico, ma an-
che al suo uso e mantenimento.
In particolare il personale medico deve prestare notevole attenzione in quanto gli
impianti sono realizzati anche sulla base delle destinazioni d’uso dei locali e per-
tanto non tutte le attività mediche possono essere svolte in tutti i locali.”
Art. 1.2.01:
“Il responsabile sanitario deve definire le attività cliniche in maniera tale da poter
permettere una adeguata definizione dei locali ai fini della presente Norma e, di
conseguenza, l’installazione di impianti adatti”.
Art. 2.1.02:
“Il responsabile sanitario deve segnalare al personale in quali locali possono es-
sere utilizzati anestetici infiammabili.”
Art. 3.2.02:
“In presenza di particolari esigenze medico-organizzativo (continuità di esercizio,
problemi di sorveglianza, ecc.) su indicazione della Direzione sanitaria si può
utilmente adottare il (provvedimento e) (trasformatore di isolamento ecc.)
Capitolo 4
Nei locali adibiti ad uso medico l’illuminazione di sicurezza deve essere adatta
alle esigenze di volta in volta espresse dalla Direzione Sanitaria.”
GUIDA
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GUIDA
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1 GENERALITÀ
1.1 Documentazione
Ai sensi dell’articolo 13 del DM 12.9.59 del Ministero del Lavoro e Previdenza So-
ciale, tenuto conto delle leggi 1 marzo 1968 n. 186 e 5 marzo 1990 n. 46 che de-
finiscono i contenuti della regola dell’arte e dell’articolo 269 del DPR 27 aprile
1955 n. 547, fra “i mezzi necessari” che il datore di lavoro deve mettere a disposi-
zione del verificatore per le operazioni di verifica deve essere compresa, come
elemento basilare, una documentazione che preveda almeno:
a) planimetria, vidimata dal Responsabile Sanitario, indicante la destinazione
d’uso degli ambienti ad uso medico in esame;
b) planimetrie indicanti il posizionamento dei nodi equipotenziali con i relativi
collegamenti e destinazioni;
c) documentazione, vidimata dal Responsabile Sanitario, sul tipo, la qualità e la
quantità di sostanze infiammabili utilizzate e di anestetici atti a formare misce-
le esplosive o dichiarazione di non utilizzo di tali sostanze;
d) dichiarazioni o certificazioni di conformità dei trasformatori di isolamento per
uso medicale con descrizione dei dati tecnici e delle Norme di riferimento adot-
tate da cui risulti la rispondenza ai requisiti di sicurezza. Quanto sopra può es-
sere ricavato da cataloghi, istruzioni tecniche, dati tecnici del costruttore;
e) documentazione sulle caratteristiche delle sorgenti e dei circuiti di alimentazio-
ne di sicurezza, secondo quanto specificato nel Cap. 4 della presente Guida;
f) documentazione con le istruzioni del costruttore per l’uso e la manutenzione
delle apparecchiature per l’alimentazione di sicurezza.
Tale documentazione deve essere tenuta a disposizione sul posto;
g) documentazione con l’elenco degli apparecchi elettromedicali in uso negli am-
bienti, corredata di dichiarazione di rispondenza alle Norme CEI 62-5 fasc. 1445,
CEI 62 particolari, ove esistenti, Norma CEI fasc. 1276 G) e procedure per la loro
manutenzione e controllo, in relazione alle istruzioni del costruttore.
Tale documentazione deve essere tenuta a disposizione sul posto.
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1.2 Esame dell’impianto
L’esame, finalizzato alla valutazione della sicurezza dell’impianto, deve essere
condotto in maniera da consentire l’emanazione di un parere affidabile da parte
dei verificatori e consiste in un controllo di rispondenza dell’opera realizzata ai
dati di progetto ed alla regola dell’arte. Questa fase della verifica consta di due
fasi: l’esame a vista e l’effettuazione delle prove.
1.2.2 Prove
Per prove si intendono le operazioni e le misure da effettuare per accertare l’effi-
cacia e l’idoneità dell’impianto realizzato. Le misure comportano l’accertamento
di valori con l’impiego di idonei strumenti.
Le verifiche possono essere di due tipi: iniziale (omologazione dell’impianto) o
periodica.
2.1 Omologazione
Per omologazione si intende la procedura tecnico amministrativa con la quale si
verifica la rispondenza dell’impianto ai requisiti tecnici previsti dalla normativa.
GUIDA
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3 ESECUZIONE DELLE VERIFICHE
3.2 Preposto
La verifica dell’impianto deve essere eseguita solo con la collaborazione di una
persona qualificata, designata dal responsabile della struttura sanitaria, esperta
delle caratteristiche dell’impianto, degli ambienti di cura e di lavoro e delle pre-
cauzioni da mettere in atto per salvaguardare la vita dei pazienti e del personale.
Tutte le richieste necessarie alla effettuazione dei controlli devono essere date dal
verificatore direttamente al preposto che stabilirà le forme di intervento.
3.5 Precauzioni
Durante l’esame a vista e le prove, si devono prendere precauzioni per garantire
la sicurezza delle persone e per evitare danni ai beni ed ai componenti elettrici
installati.
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3.7 Modifiche degli impianti
Durante le verifiche occorre accertare che eventuali modifiche effettuate agli im-
pianti siano state riportate sulle documentazioni relative.
4 STRUMENTAZIONE
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Tab. A1 Locali di chirurgia, sorveglianza o terapia intensiva, anestesia e assimilabili
D = esame documentazione
V = esame a vista
P = prove
D V P
Il locale è correttamente individuato in planimetria vidimata dal Responsabi-
*
le Sanitario
È stato indicato in planimetria il posizionamento del nodo equipotenziale
*
con i relativi collegamenti o destinazioni
È stata presentata a cura del Responsabile Sanitario la documentazione sul
tipo, la qualità e la quantità di anestetici atti a formare miscele esplosive o *
dichiarazioni di non utilizzo
È stata presentata la documentazione sulle caratteristiche delle sorgenti e dei
*
circuiti di sicurezza
È stata presentata la dichiarazione o la certificazione del trasformatore di iso-
*
lamento
È corretto l’impiego di interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A per circuiti
*
non protetti da trasformatore di isolamento
Le prese di rete hanno una propria protezione contro le sovracorrenti *
Sono stati esaminati gli schemi elettrici e le planimetrie degli impianti elettrici *
Rispondenza della planimetria del noto equipotenziale *
Ispezionabilità del nodo equipotenziale *
Rispondenza dei cavi e della loro posa a valle e a monte del trasformatore di
*
isolamento
Verifica del posizionamento del dispositivo di controllo permanente della re-
*
sistenza di isolamento
Prova del dispositivo di controllo permanente della resistenza di isolamento
*
dei circuiti derivati dal trasformatore di isolamento
Misura delle correnti di dispersione sul secondario del trasformatore di isola-
*
mento
Protezione propria delle prese di rete *
Non intercambiabilità delle prese di rete *
Misure di resistenza dei collegamenti al nodo equipotenziale *
Intervento degli interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Alimentazione di sicurezza *
Provvedimenti contro le esplosioni in presenza di anestetici infiammabili *
Misura di resistenza di isolamento del pavimento antistatico in presenza di
*
anestetici infiammabili
Controllo della tenuta del registro delle verifiche periodiche *
È stata presentata la documentazione relativa agli apparecchi elettromedicali
*
(CEI 62-5 art. 6.8)
GUIDA
CEI 64-13:1998-02
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Tab. A2 Locali di idroterapia, terapia fisica, radiologia, fisiopatologia ed assimilabili
D = esame documentazione
V = esame a vista
P = prove
D V P
Il locale è correttamente individuato in planimetria vidimata dal Responsabi-
*
le Sanitario
È stato indicato in planimetria il posizionamento del nodo equipotenziale
*
con i relativi collegamenti e destinazioni
È stata presentata la documentazione sugli apparecchi elettromedicali
*
(CEI 62-5 art. 6.8)
È corretto l’impiego di interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Sono stati consegnati gli schemi elettrici e le planimetrie degli impianti elettrici *
Rispondenza della planimetria del nodo equipotenziale *
Ispezionabilità del nodo equipotenziale *
Rispondenza degli schemi elettrici all’impianto in esame *
Misure di resistenza dei collegamenti al nodo equipotenziale *
Intervento degli interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Controllo della tenuta del registro delle verifiche periodiche *
D V P
Il locale è correttamente individuato in planimetria vidimata dal Responsabi-
*
le Sanitario
È stato indicato in planimetria il posizionamento del nodo/anello equipoten-
*
ziale con i relativi collegamenti e destinazioni
È stata presentata la documentazione sugli apparecchi elettromedicali *
È corretto l’impiego di interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Sono stati consegnati gli schemi elettrici e le planimetrie degli impianti elettrici *
Rispondenza della planimetria del nodo/anello equipotenziale *
Ispezionabilità del nodo/anello equipotenziale *
Rispondenza degli schemi elettrici all’impianto in esame *
Misure di resistenza dei collegamenti al nodo/anello equipotenziale *
Intervento degli interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Controllo della tenuta del registro delle verifiche periodiche *
GUIDA
CEI 64-13:1998-02
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Tab. A4 Ambulatori di tipo B, degenze
D = esame documentazione
V = esame a vista
P = prove
D V P
Il locale è correttamente individuato in planimetria vidimata dal Responsabi-
*
le Sanitario
È stato indicato in planimetria il posizionamento del nodo/anello equipoten-
*
ziale con i relativi collegamenti e destinazioni
È corretto l’impiego di interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A in assenza di
*
egualizzazione del potenziale
Sono stati consegnati gli schemi elettrici e le planimetrie degli impianti elettrici *
Rispondenza degli schemi elettrici all’impianto in esame *
Intervento degli interruttori differenziali con IDn £ 0,03 A *
Misure di resistenza dei collegamenti al nodo/anello equipotenziale se presente *
Controllo della tenuta del registro delle verifiche periodiche *
Fine Documento
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
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Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni
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