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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

SPERIMENTALE
CEI 81-4
Data Pubblicazione Edizione
1996-12 Prima
Classificazione Fascicolo
81-4 2924
Titolo
Protezione delle strutture contro i fulmini
Valutazione del rischio dovuto al fulmine

Title
Lightning protection of structures
Assessment of the risk of damage due to lightning

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Il contenuto della presente Norma sperimentale fornisce una integrazione alla Norma CEI 81-1 per con-
sentire una completa e corretta valutazione del rischio dovuto ai fulmini che colpiscono una struttura di-
rettamente ed indirettamente, permettendo in questo modo la scelta ottimale delle misure di protezione
contro i fulmini da adottare per una specifica struttura.

DESCRITTORI
Fulmini; Protezione delle strutture contro i fulmini; Valutazione del rischio;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali (UTE) CEI 81-1:1995-11;
Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 81-4 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc. Sperimentale
Stato Edizione In vigore Data validità 1997-2-1 Ambito validità Nazionale
Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 81-Protezione contro i fulmini


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1996-12-3
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C.631 Chiusa in data 1996-5-15

Gruppo Abb. 2 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)

© CEI - Milano 1996. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

PREMESSA 1

INTRODUZIONE 1

CAPITOLO
1 GENERALITÀ 2
1.1 Oggetto e scopo ....................................................................................................................................................................... 2
1.2 Termini e definizioni ............................................................................................................................................................. 2

CAPITOLO
2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2
2.1 Espressione generale ............................................................................................................................................................ 2
2.2 Tipi di rischio ............................................................................................................................................................................. 2
2.3 Componenti di rischio ......................................................................................................................................................... 4
2.4 Frequenza di danno .............................................................................................................................................................. 4
2.5 Frequenza di fulminazione ............................................................................................................................................... 5
2.6 Probabilità di danno .............................................................................................................................................................. 6
2.7 Danno medio ............................................................................................................................................................................ 11
CAPITOLO
3 PROCEDURA PER LA SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE 15
3.1 Generalità .................................................................................................................................................................................... 15
3.2 Struttura protetta (R ≤ Ra) ................................................................................................................................................ 16
3.3 Struttura da proteggere (R > Ra) ................................................................................................................................. 17
3.4 Misure di protezione.......................................................................................................................................... 18
A PP ENDI CE
A DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO 21
A.1 Dati iniziali per il progetto ............................................................................................................................................. 21
A.2 Dati di progetto ...................................................................................................................................................................... 22
A.3 Progetto di massima dell’LPS ........................................................................................................................................ 22
A PP ENDI CE
B ESEMPIO APPLICATIVO 23
B.1 Dati .................................................................................................................................................................................................. 23
B.2 Valutazione del rischio di tipo 1 ................................................................................................................................ 24
B.3 Valutazione del rischio di tipo 4 ................................................................................................................................ 28

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PREMESSA

La valutazione del rischio cui è soggetta una struttura a causa del fulmine è trattata
nel documento IEC 1662, pubblicato nel 1994 come Rapporto Tecnico di tipo 2.
Pertanto, non ha lo status di Norma Internazionale, ma viene proposto quale Proget-
to di una Norma futura, in applicazione sperimentale per un periodo di tre anni, al
fine di consentire la raccolta di informazioni e di proposte migliorative che solo
l’esperienza e l’uso pratico possono fornire.
Tuttavia costituisce l’unico documento esistente in materia in ambito internazio-
nale e può, pertanto, essere considerato come lo stato dell’arte.
Questa Norma sperimentale ripropone il documento IEC 1662, emendandolo in con-
formità alla Norma Cenelec ENV 61024-1 pubblicata nel 1994 e recepita dalla Norma
CEI 81-1 (1995) ed integrandolo con quanto l’esperienza fatta in Italia suggeriva.

INTRODUZIONE

La valutazione del rischio, dovuto ai fulmini diretti e indiretti che interessano una strut-
tura, consente al progettista di stabilire se la protezione della struttura sia necessaria e,
in caso affermativo, di individuare le misure di protezione più idonee da adottare.
Un fulmine può provocare danni a seconda delle caratteristiche della struttura e,
tra queste, le più importanti sono:
n tipo di costruzione;
n contenuto e destinazione;
n servizi entranti nella struttura;
n misure per limitare il rischio.
Inoltre, il danno può essere limitato ad una parte della struttura o si può estende-
re all’intera struttura e può coinvolgere anche strutture circostanti o l’ambiente.
I danni causati dai fulmini comportano rischi di diverso tipo:
n perdita di vite umane;
n perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali;
n perdita di un patrimonio culturale insostituibile;
n perdite economiche.
Se si verifica uno dei primi tre tipi di rischio, la decisione di adottare misure di
protezione deve essere presa dal progettista confrontando, per ogni tipo di rischio, il ri-
schio R dovuto al fulmine con il rischio Ra massimo tollerabile (indicato nell’art. F.3 del-
la Norma CEI 81-1).
Se il rischio è solo economico la decisione di adottare misure di protezione può
essere presa dal progettista sulla base di una convenienza puramente economica,
confrontando il costo annuale delle eventuali misure di protezione con il costo
annuale delle probabili perdite dovute alla fulminazione.
Il Cap. III di questa Norma sperimentale indica le procedure per la scelta delle
più idonee misure di protezione e fornisce una linea-guida, con i dati essenziali
iniziali, per un corretto approccio alla scelta delle misure di protezione.
Si suggerisce di accedere a tali informazioni, prima di iniziare la valutazione del
rischio (Cap. II).
La documentazione di progetto (progetto di massima), relativa alla valutazione del ri-
schio effettuata con questa Norma sperimentale, è indicata nell’Appendice A.

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1 GENERALITÀ
CAPITOLO

1.1 Oggetto e scopo


Oggetto di questa Norma sperimentale è di permettere di valutare il rischio R di
una struttura dovuto ai fulmini diretti e indiretti (Cap. II) e di consentire, una vol-
ta fissato un valore limite del rischio Ra, di scegliere le misure di protezione più
appropriate per ciascuna struttura (Cap. III).
Questa Norma sperimentale è applicabile a tutti i tipi di struttura (ordinarie e
non) previste dalla Norma CEI 81-1 (1995).
Nota Per strutture ordinarie di caratteristiche tipiche (CEI 81-1, art. G.2) è possibile adottare la
procedura semplificata prevista nell’appendice G della stessa norma.
Tale procedura può portare alla scelta di LPS con livello di protezione più elevato di quello
definibile con questa Norma sperimentale.

1.2 Termini e definizioni


I termini e le definizioni previsti in questa Norma sperimentale sono quelli della
Norma CEI 81-1 (1995).

2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO


CAPITOLO

2.1 Espressione generale


Il rischio relativo ad una struttura può essere valutato mediante la seguente rela-
zione:

R = (1 – e–F) δ

essendo:
F la frequenza di danno, che rappresenta il numero medio annuo di fulmini
che provocano danni alla struttura e al suo contenuto;
δ un fattore che tiene conto dell’ammontare medio del danno che può veri-
ficarsi come conseguenza di una fulminazione.
Nell’ipotesi che F<<1, la precedente relazione può essere semplificata in:

R=Fδ

2.2 Tipi di rischio


Vengono presi in considerazione i seguenti tipi di rischio:
n perdita di vite umane (rischio di tipo 1);
n perdita inaccettabile di servizio pubblico (rischio di tipo 2);
n perdita di patrimonio culturale insostituibile (rischio di tipo 3);
n perdite economiche (rischio di tipo 4).
In una struttura possono verificarsi uno o più tipi di rischio, a ciascuno dei quali
possono concorrere una o più componenti.

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In particolare:
n i fulmini intercettati direttamente dalla struttura possono generare:
n tensioni di contatto e di passo all’esterno della struttura: componente H;
n incendi all’interno della struttura: componente A;
n sovratensioni sugli impianti interni ed esterni: componente D.
n i fulmini a terra generano sovratensioni sugli impianti esterni o perché col-
piscono direttamente le linee entranti nella struttura o le strutture da cui esse
provengono, o per accoppiamento induttivo o resistivo.
Queste sovratensioni trasmesse dalle linee esterne alla struttura possono provocare:
n incendi all’interno della struttura: componente C;
n sovratensioni sugli impianti interni: componente G.
n i fulmini a terra in prossimità della struttura possono generare per ac-
coppiamento induttivo:
n sovratensioni sugli impianti interni: componente M.
Ogni componente contribuisce al rischio considerato con un peso relativo più o
meno grande in dipendenza delle caratteristiche della struttura.
Per ciascun tipo di rischio il valore di R è dato dalla somma delle componenti
che concorrono a determinarlo, come riportato in Tab. 1.

Tab. 1 Componenti di rischio

Tipi di rischio Componenti di rischio


per fulminazione diretta per fulminazione indiretta
(1)
H A D M G C(2)
tipo 1 X X X(3) X(3) X(3) X
tipo 2 — X X X X X
tipo 3 — X — — — X
tipo 4 X(4) X X X X X
(1) Per strutture contenenti impianti interni sensibili.
(2) Per linee di energia.
(3) Per ospedali e per strutture con rischio di esplosione.
(4) Per strutture ad uso agricolo (perdite di animali).

Per ciascun tipo di rischio il suo valore R può essere calcolato:


n con riferimento al tipo di fulminazione:

R = R d + Ri

essendo:
Rd = H + A + D il rischio imputabile alla fulminazione diretta
Ri = M + C + G il rischio imputabile alla fulminazione indiretta
n con riferimento alle diverse cause di rischio:

R = Rt+Rf+Ro

essendo:
Rt = H il rischio imputabile alle tensioni di contatto e di passo
Rf = A + C il rischio imputabile all’incendio
Ro = D + M + G il rischio imputabile alle sovratensioni sugli impianti interni.

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2.3 Componenti di rischio
Ogni componente di rischio è data dal prodotto della relativa frequenza di danno
per il danno medio corrispondente:

H = F t δt A = F a δf D = F d δo
M = F m δo C = F c δf G = F g δo

essendo:
F la frequenza di danno
δ il danno medio relativo alle varie componenti di rischio.

2.4 Frequenza di danno


La frequenza di danno F è data dal prodotto della frequenza di fulminazione N
(definita come il probabile numero annuo di fulmini che può interessare la strut-
tura) per la probabilità P che un fulmine provochi danno alla struttura stessa:

F=NP

Indicato con:
n Nt il numero medio annuo di fulmini a terra per km2 (densità annua di ful-
mini a terra)
n Nd il numero medio annuo di fulminazioni dirette della struttura
n Nm il numero medio annuo di fulmini a terra in prossimità della struttura,
che la influenzano per accoppiamento induttivo
n Nc il numero medio annuo di fulminazioni dirette di una linea esterna
n Ng il numero medio annuo di fulminazioni indirette di una linea esterna
n Pt la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
tensione di contatto e di passo pericolosa
n Pd la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
sovratensione pericolosa per gli impianti interni
n Pa la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
scarica pericolosa
n Pm la probabilità che un fulmine a terra in prossimità della struttura provo-
chi, per accoppiamento induttivo, una sovratensione pericolosa per gli
impianti interni
n Pc la probabilità che una fulminazione diretta della linea esterna provochi
una scarica pericolosa
n Pg la probabilità che un fulmine a terra in prossimità di una linea esterna
provochi una sovratensione pericolosa per gli impianti interni
n Pf la probabilità che una scarica pericolosa inneschi un incendio
le frequenze di danno sono date da:

Ft = N d P t Fa = N d Pa P f Fd = N d P d
n n
Fm = N m P m Fc = Pf Σk = 1 N ck P ck F g = Σ k = 1 N gk P gk

essendo:
n il numero delle linee esterne entranti nella struttura.
Nota Linee aventi lo stesso percorso devono essere considerate come un’unica linea.

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2.5 Frequenza di fulminazione
I valori delle frequenze di fulminazione Nd, Nm, Nc e Ng possono essere calcolati
come prodotto della densità annua di fulmini a terra Nt per le relative aree di rac-
colta Ad, Am, Ac e Ag (espresse in km2):

Nd = N t Ad Nc = N t Ac
Nm = N t Am Ng = N t Ag

Nota Per la determinazione delle aree di raccolta, una precisione del ±5% è ritenuta adeguata.

2.5.1 Individuazione della struttura da proteggere


Per il calcolo dell’area di raccolta è necessario individuare le dimensioni della
struttura da proteggere S che può essere anche solo una parte di una costruzione C
(Norma CEI 81-1, art. 1.2.2.2).
Le dimensioni della struttura S sono quelle della costruzione C nei seguenti casi:
n la struttura S è una costruzione C isolata da altre costruzioni adiacenti per la
presenza di spazi d’aria;
n la struttura S è una parte di una costruzione C a rischio di esplosione;
n la struttura S è una parte orizzontale della costruzione C.
Se la struttura S è una parte verticale di una costruzione C senza rischio di esplo-
sione, le sue dimensioni all’interno di C sono definite dalla presenza di comparti-
mentazioni antincendio non inferiori a REI 120.
Nel caso di strutture con impianti interni essenziali, il trasferimento di sovraten-
sioni da C in S attraverso i circuiti comuni deve essere impedito con idonee misu-
re di protezione (limitatori di sovratensione, trasformatori di isolamento, ecc...., posti
al confine della struttura S).
Nota Un impianto interno è essenziale in relazione al tipo di rischio considerato.
Per il rischio di tipo 4 (perdite economiche) tutti gli impianti interni sono essenziali.

2.5.2 Area di raccolta Ad


L’area di raccolta Ad può essere valutata come indicato nella Norma CEI 81-1,
Appendice G, art. G.3.1, ad eccezione della Nota 2 che non si applica.

2.5.3 Area di raccolta Am


È l’area che circonda una struttura dove un fulmine a terra causa un campo ma-
gnetico che può influenzare gli impianti interni alla struttura.
Si estende fino alla linea posta alla distanza di 500 m dal bordo della struttura.
L’area di raccolta Am si calcola come la differenza fra l’area racchiusa da questa
linea e l’area di raccolta Ad della struttura.
Nota Si assume Am = 0 se Am < 0.

2.5.4 Area di raccolta Ac


Quest’area è definita dalla lunghezza della linea e dalla distanza da essa a cui un
fulmine può ancora essere deviato sulla linea stessa.
Tale distanza dipende dalle caratteristiche geometriche della linea e, per linee in
cavo interrato, dalla resistività ρ del suolo.
L’area di raccolta Ac può essere calcolata come riportato in Tab. 2.
Nota Altri metodi di calcolo sono allo studio.

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2.5.5 Area di raccolta Ag
Quest’area è definita dalla lunghezza della linea e dalla distanza a cui un fulmine
può ancora indurre sulla linea una sovratensione pericolosa per gli impianti in-
terni alla struttura.
Tale distanza dipende dalle caratteristiche della linea e, per linee in cavo interra-
to, dalla resistività ρ del suolo.
L’area di raccolta Ag può essere calcolata come riportato in Tab. 2.
Nota Altri metodi di calcolo sono allo studio.

Tab. 2 Valori delle aree di raccolta Ac e Ag

Aree di raccolta
Tipo di linea fulminazione diretta della linea fulminazione indiretta della linea
Ac (km2) Ag (km2)

Aerea 6 h L 10 –6 2000 L 10–6

Cavo interrato 2 ρ L 10 – 6 2 ρ L 10–6

essendo:
h l’altezza (m) dei conduttori di linea sul suolo;
ρ la resistività del suolo (Ωm) nel quale il cavo è interrato;
L la lunghezza (m) della linea, a partire dalla struttura considerata fino al
primo nodo della rete, con un valore massimo di 1000 m.
Note: 1 Se il valore di L non è noto si può assumere L = 1000 m.
2 Per ρ > 500 Ω m si può assumere ρ = 500 Ω m.
3 Nel caso di linea a tensione nominale maggiore di 1000 V, con trasformatore all’arrivo li-
nea, i valori di Ac e Ag vanno moltiplicati per 0,25 nel caso di linee aeree e per 0,05 nel caso
di linee in cavo interrato.
4 Per linee il cui percorso si svolga tutto all’interno di aree urbane ad alta densità edili-
zia, si può assumere Ac = Ag = 0.
Nel caso di una linea proveniente, direttamente senza diramazioni, da un’altra
struttura di altezza h′ (ad esempio linea interna ad un immobile per attività pro-
duttive), l’area di raccolta Ac deve essere incrementata dall’area di raccolta A′d
della struttura da cui proviene, tenendo presente che:
n per il calcolo di Ac, la lunghezza (m) della linea da considerare deve essere
assunta pari a L′ = L - 3h′
n per il calcolo di A′d possono essere assunte per semplicità le dimensioni massi-
me della struttura supponendola isolata (coefficiente ambientale C = 1).

2.6 Probabilità di danno


La probabilità che il fulmine possa causare danno dipende da svariati fattori fra
cui le caratteristiche del terreno all’esterno della struttura, le caratteristiche della
struttura, le caratteristiche degli impianti interni ed esterni e le misure di protezio-
ne eventualmente esistenti o adottate.

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Le probabilità relative alle varie componenti di rischio (art. 2.4) sono valutabili
con la relazione:

P=kp

essendo:
P la probabilità relativa alla struttura protetta
p la probabilità relativa alla struttura non protetta
k il fattore di riduzione relativo alle misure di protezione adottate.
Note: 1 Le misure di protezione si considerano adottate se sono rispondenti alla regola d’arte.
In particolare le misure di protezione antincendio dovranno essere conformi alle pre-
scrizioni dei Vigili del Fuoco.
2 In assenza di misure di protezione: k = 1.
Le probabilità da considerare sono:
n la probabilità Pt che una fulminazione diretta provochi una tensione di con-
tatto e di passo pericolosa (art. 2.6.1);
n le probabilità Pa, Pd, Pm, Pc e Pg che una fulminazione provochi una scarica
o una sovratensione pericolose (art. 2.6.2);
n la probabilità Pf che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplo-
sione (art. 2.6.3).

2.6.1 Probabilità che un fulmine provochi una tensione di contatto e di passo


pericolosa
Si considerano unicamente le tensioni di contatto e di passo all’esterno della
struttura conseguenti alla fulminazione diretta, ritenendosi trascurabile la proba-
bilità di danno negli altri casi (all’interno della struttura, dovuta alla fulminazione
indiretta).
La probabilità di danno dovuta alle tensioni di contatto e di passo Pt è data da:

Pt = k 1 p t

essendo:
pt dipendente dalla resistività superficiale del suolo, fino a 5 m all’esterno
della struttura
k1 dipendente dalle caratteristiche dell’eventuale LPS installato.
I valori di pt e di k1 sono riportati nelle Tab. 3 e 8.

Tab. 3 Valori di pt dovuti alle tensioni di contatto e di passo per effetto di fulmini diretti

Resistività superficiale del suolo


pt
(kΩ m)
< 0,5 (vegetale, cemento) 10–2
0,5 ÷ 5 (marmo, ecc.) 10–3
5 ÷ 50 (ghiaia, ecc.) 10–4
> 50 (asfalto, ecc.) 10–5

Nota Se è presente più di un tipo di superficie si dovrà assumere il valore più elevato di pt.

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2.6.2 Probabilità che un fulmine provochi una scarica od una sovratensione pericolosa
La probabilità che si verifichi una sovratensione pericolosa o una scarica perico-
losa è una probabilità composta da probabilità parziali che dipendono dalle ca-
ratteristiche della struttura, degli impianti interni e degli impianti esterni.
Indicando con:
ps la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche della struttura (Tab. 5)
pi la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche degli impianti inter-
ni (Tab. 6)
pe la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche degli impianti ester-
ni (Tab. 7)
le relazioni fra le probabilità Pa, Pd, Pm, Pc, Pg, le probabilità parziali ps, pi, pe e
i fattori di riduzione k sono riportate nel seguito e riassunte in Tab. 4.
Nota Ai fini della presente Norma una sovratensione è ritenuta pericolosa se eccede i livelli di
tenuta indicati dalla Pubblicazione IEC 664 per le apparecchiature di energia e della
Pubblicazione ITU-T K21 per i terminali di telecomunicazione.

Tab. 4 Relazione fra probabilità di una scarica o di una sovratensione pericolosa e probabili-
tà parziali
Fulminazione
indiretta
Effetto
diretta sulla struttura in prossimità in prossimità sulla linea
della struttura della linea
Scarica pericolosa Pa = k1 ps + k5 pe — — Pc = k5 pe
Sovratensione pericolosa Pd = k1 k2 k3 ps pi + k4 k5 pe Pm = k1 k2 k3 ps pi Pg = k2 k3 k4 k5 pe —

Nota Si assume che i corpi metallici esterni siano collegati a terra nel punto di ingresso nella
struttura e, pertanto, la probabilità di scarica è nulla.

2.6.2.1 Probabilità Pa che un fulmine diretto sulla struttura provochi una scarica pericolosa
La probabilità Pa è espressa da:

Pa = 1 – (1 – k1 ps) (1 – k5 pe)

ovvero, nell’ipotesi di ps pe << 1, da:

Pa = k 1 p s + k 5 p e (Tab. 5, 7 e 8)

Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti esterni, per il calcolo di Pa deve essere assunto
il valore di k5 pe più elevato.

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2.6.2.2 Probabilità Pd che un fulmine diretto sulla struttura provochi una sovratensione
pericolosa
La probabilità Pd è espressa da:

Pd = 1 – (1 – k1 k2 k3 ps pi) (1 – k4 k5 pe)

ovvero, nell’ipotesi di ps pi pe << 1, da:

Pd = k 1 k2 k 3 ps p i + k4 k5 p e (Tab. 5, 6, 7 e 8)

Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti esterni o più impianti interni, per il calcolo di
Pd devono essere assunti rispettivamente i più elevati valori di k4 k5 pe e di k2 k3 pi.

2.6.2.3 Probabilità Pm che un fulmine al suolo in prossimità della struttura provochi una
sovratensione pericolosa
La probabilità Pm è espressa da:

Pm = k 1 k2 k 3 ps p i (Tab. 5, 6 e 8)

Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti interni sensibili, per il calcolo di Pm deve essere
assunto il valore di k2 k3 pi più elevato.

2.6.2.4 Probabilità Pc che un fulmine sulla linea provochi una scarica pericolosa
La probabilità Pc è espressa da:

Pc= k5 pe (Tab. 7 e 8)

2.6.2.5 Probabilità Pg che un fulmine in prossimità della linea induca una sovratensione
pericolosa
La probabilità Pg è espressa da:

Pg = k 2 k3 k4 k5 pe (Tab. 7 e 8)

Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti interni, per il calcolo di Pg deve essere assunto
il valore di k2 k3 più elevato.

Tab. 5 Valori della probabilità parziale di danno ps


Tipologia costruttiva ps
Mattoni, muratura, legno o materiali non conduttori 0,8
Pilastri in cemento armato o metallici spaziati di d ≥ 20 m 0,2
Pilastri in cemento armato o metallici spaziati di 20 > d ≥ 10 m 0,1
Pilastri in cemento armato o metallici spaziati di 10 > d ≥ 6 m 0,08
Pilastri in cemento armato o metallici spaziati di 6>d≥ 3m 0,05
Facciata metallica, o cemento armato, con finestre di superficie superiore al 20% della facciata 0,01
Facciata metallica, o cemento armato, con finestre di superficie inferiore al 20% della facciata 0,005

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Tab. 6 Valori della probabilità parziale pi

Tipo di condutture interne (1) pi


Condutture non schermate 1
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (2) S ≤ 5 mm2 0,5
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (2) 5 < S ≤ 10 mm2 0,1
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (2)
S > 10 mm 2 0,02
Condutture in fibra ottica senza conduttori metallici 0
(1) Se sono presenti diversi tipi di conduttura, si deve assumere per pi il valore più elevato.
(2) Schermo o canale metallico di sezione S (mm2) collegato a terra ad entrambe le estremità.

Tab. 7 Valori della probabilità parziale pe

Tipo di condutture esterne pe


Condutture non schermate 0,8
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (1)
S ≤ 5 mm 2 0,4
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (1)
5 < S ≤ 10 mm2 0,08
Condutture in cavo schermato o in canale metallico continuo (1) S > 10 mm2 0,02
Condutture in fibra ottica senza conduttori metallici 0
(1) Schermo o canale metallico di sezione S (mm2) collegato a terra ad entrambe le estremità.

Tab. 8 Valori del fattore k

Misure di protezione k
k1 = 1–E
Istallazione di un LPS
k5 = 0,01
Trasformatori di isolamento sulle apparechiature interne k2 = 0,1
SPD all’ingresso delle apparecchiature k3 = 0,01
Trasformatore di isolamento all’arrivo linea k4 = 0,1
SPD all’arrivo linea k5 = 0,01
E = efficienza dell’LPS.

2.6.3 Probabilità che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplosione


La probabilità che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplosione Pf
dipende dalle caratteristiche dei materiali impiegati per la costruzione della strut-
tura e dalla quantità e tipo dei materiali in essa contenuti.
I valori di Pf sono riportati in Tab. 9.

Tab. 9 Valori della probabilità Pf che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplosione

Caratteristiche della struttura e/o del suo contenuto Pf


Rischio di esplosione 1
Rischio di incendio elevato 10–2
Rischio di incendio ordinario 10–3
Rischio di incendio ridotto 10–4
Rischio di incendio nullo 0

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2.7 Danno medio
Il danno medio δ che può verificarsi per effetto di un fulmine che provochi dan-
no alla struttura (o al suo contenuto) dipende da:
n numero di persone e tempo di permanenza nel luogo pericoloso;
n tipo ed importanza del servizio svolto al pubblico;
n valore dei beni coinvolti nel danno.
Il danno medio varia in relazione al tipo di rischio considerato e, per ogni tipo di
rischio, in dipendenza della causa (tensione di contatto e di passo, incendio,
sovratensioni) che lo ha provocato.
Nel seguito vengono indicati i seguenti danni medi tipici:
δt danno medio dovuto alle tensioni di contatto e di passo
δf danno medio dovuto all’incendio o esplosione
δo danno medio dovuto alle sovratensioni sugli impianti interni

2.7.1 Rischio di tipo 1: perdita di vite umane


I valori di δt, δf, e δo possono essere valutati con l’espressione approssimata
n t
δ = ----- ⋅ ------------- (numero relativo di vittime)
n′ 8760

essendo:
n il numero di vittime;
n′ il numero massimo prevedibile di persone nella struttura;
t il tempo annuale di presenza delle persone nel luogo pericoloso, in ore.
Se la valutazione di n, n′ e t risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i
valori di δ riportati in Tab. 10.

Tab. 10 Rischio di tipo 1: perdita di vite umane.


Valori tipici del danno medio δ per vari tipi di strutture
Danno medio tipico

Tipo di struttura da incendio da tensioni da sovratensioni


di contatto e di passo sugli impianti interni
δf δt δo
Alberghi

Immobili ad uso civile 0,1
Ospedali 0,0002
Immobili per attività produttive 0,05 0,05
Immobili ad uso ufficio
0,04
Prigioni
Immobili per attività commerciali
0,01
Scuole 0,03
Edifici agricoli

Locali di pubblico spettacolo
Musei
0,005
Chiese
Strutture provvisorie e particolari
Strutture metalliche all’aperto —

Note: 1 Nel caso non siano presenti persone in numero elevato o per un elevato periodo di
tempo all’esterno e in prossimità della struttura stessa, si assume δ t = 0.
2 Nel caso di uso promiscuo della struttura il valore di δ f deve essere valutato come me-
dia pesata per metro quadrato dei singoli valori di δ f .

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Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio, i valori di δf di
Tab. 10 vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11.

Tab. 11 Coefficiente di riduzione kf in presenza di misure di protezione per ridurre le conse-


guenze dell’incendio

Gruppo Misure di protezione kf


a Estintori 0,9
b Idranti 0,8
c Vie di fuga 0,7
d Impianti di segnalazione manuali 0,7
” ” automatici (*) 0,6
e Impianti di estinzione ad intervento manuale 0,7
” ” ” automatico 0,5
f Compartimenti antincendio 500 < S ≤ 2000 m2 0,7
“ “ S ≤ 500 m2 0,6
g Tempo intervento VVF (t < 10 min) 0,5
(*) Solo se protetti contro le sovratensioni.

Note: 1 Se sono presenti più misure di protezione, il valore di kf è il prodotto dei singoli kf relativi.
2 Nelle strutture con rischio di esplosione è sempre kf = 1.
3 Le misure appartenenti allo stesso gruppo sono in alternativa.
Nelle strutture in cui la perdita di vite umane possa essere aggravata dalla parti-
colare pericolosità della struttura, i valori di δf vanno moltiplicati per il fattore r
riportato in Tab. 12.
Nelle strutture con rischio di esplosione il valore di δo deve essere moltiplicato
per 100.

Tab. 12 Rischio di tipo 1: perdita di vite umane.


Fattore di incremento r del danno medio δf in presenza di pericoli particolari

Fattore di incremento
Pericolo
r
Panico ridotto 2
Difficoltà di sfollamento 5
Panico 10
Esplosione 100
Contaminazione 200

Nota Nel caso di strutture esposte a pericoli di vario tipo, il valore del fattore di incremento r è
quello relativo al pericolo più grave.
Esempi di tipi di strutture con rischio aumentato sono riportati in Tab. 13.

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Tab. 13 Rischio di tipo 1: perdita di vite umane
Tipiche strutture con pericoli particolari

Tipo di pericolo
Tipo di struttura Panico Difficoltà di
Panico Esplosione Contaminazione
ridotto sfollamento
Alberghi (>100 posti letto) X
Locali pubblico spettacolo (>250 posti) X
Immobili per attività commerciale (>1500 m2) X
Musei (>1500 m2) X
Alberghi (≤100 posti letto) X
Scuole X
Locali pubblico spettacolo (≤250 posti) X
Musei (≤1500 m2) X
Chiese X
Immobili per attività produttive X
Immobili ad uso civile X
Immobili per attività commerciale (<1500 m2) X
Edifici agricoli X
Prigioni X
Ospedali X
Immobili ad uso ufficio X
Edifici di notevole altezza (h>60 m) X
Raffinerie X
Depositi e fabbriche di munizioni X
Depositi e fabbriche di carburanti X
Impianti chimici X
Laboratori e impianti nucleari X
Laboratori e impianti biochimici X

2.7.2 Rischio di tipo 2: perdita inaccettabile di servizio pubblico


I valori di δf e δo possono essere valutati con l’espressione approssimata:

n t
δ = ------ ⋅ ------------- (ammontare relativo delle possibili perdite)
n u 8760

essendo:
n il numero medio di utenti non serviti;
t il tempo annuale di perdita di servizio in ore;
nu il numero totale di utenti serviti.
Se la valutazione di n, nu e t risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i
valori di δ riportati in Tab. 14.

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Tab. 14 Rischio di tipo 2: perdita inaccettabile di servizio pubblico.
Valori tipici del danno medio δ per vari tipi di servizi

Danno medio tipico


Tipo di servizio da incendio da sovratensioni
δf δo
Distribuzione Gas 0,2 0,02
Distribuzione Acqua 0,1 0,01
Radio-TV 0,08 0,005
Telecomunicazioni 0,06 0,003
Distribuzione Energia Elettrica 0,04 0,001

Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio, i valori di δf


vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11, assu-
mendo per le vie di fuga kf = 1.

2.7.3 Rischio di tipo 3: perdita di patrimonio culturale insostituibile


Il valore di δf può essere valutato con l’espressione approssimata:
ci
δ f = ---- (ammontare relativo delle possibili perdite per rischio)
ct

essendo:
ci il valore del capitale assicurato delle possibili perdite di beni, in moneta
corrente
ct il valore del capitale assicurato di tutti i beni presenti nella struttura, in
moneta corrente.
Se la valutazione di ci e ct risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i va-
lori di δ riportati in Tab. 15.

Tab. 15 Rischio di tipo 3: perdita di patrimonio culturale insostituibile.


Valori tipici del danno medio δ per incendio
Danno medio tipico
Tipo di struttura da incendio
δf
Musei o gallerie 0,5
Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio i valori di δf di
Tab. 15 vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11,
assumendo per le vie di fuga kf = 1.

2.7.4 Rischio di tipo 4: perdite economiche


I valori di δt, δf, e δo possono essere valutati con l’espressione approssimata:
cm
δ = ------- (ammontare relativo delle possibili perdite per rischio)
cv

essendo:
cm il valore medio delle possibili perdite, in moneta corrente, per la causa di
rischio considerata
cv il valore totale della struttura e delle attività ad essa relative, in moneta corrente.

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Se la valutazione di cm e cv risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i va-
lori di δ riportati in Tab. 16.

Tab. 16 Rischio di tipo 4: perdite economiche.


Valori tipici del danno medio δ per vari tipi di strutture
Danno medio tipico

Tipo di struttura da incendio da sovratensioni da tensioni


di contatto e di passo
δf δo δt
Ospedali
Alberghi
0,5 5 · 10–3 —
Immobili per attività produttive
Musei
Immobili ad uso civile —
0,4 10–3
Edifici agricoli 0,01
Immobili ad uso ufficio
0,3 10–3
Scuole
Immobili per attività commerciali
0,2 10–4
Locali di pubblico spettacolo —
Prigioni
Chiese 0,1 10–5
Strutture provvisorie e particolari

Nota Nel caso di uso promiscuo della struttura i valori di δ f e δ o devono essere valutati come
media pesata per metro quadrato dei singoli valori di δ.
Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio, i valori di δf di
Tab. 16 vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11,
assumendo per le vie di fuga kf = 1.
Per strutture con rischio di esplosione i valori di δf e di δo di Tab. 16 vanno mol-
tiplicati per il fattore r riportato in Tab. 12.

3 PROCEDURA PER LA SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE


CAPITOLO

3.1 Generalità
Per ogni struttura il progettista dell’LPS deve decidere se la protezione è necessa-
ria o no.
A tal fine è necessario conoscere i dati per la valutazione del rischio, ed in parti-
colare:
n frequenza di fulminazione;
n tipo di rischio ed entità del danno;
n probabilità di danno.
elencati nelle Tab. 17, 18 e 19.

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Tab. 17 Dati per la valutazione della frequenza di fulminazione

Dati Riferimenti
Località della struttura (valore di Nt) CEI 81-3
Ubicazione della struttura CEI 81-1, art. G.3.1
Dimensioni della struttura CEI 81-1, art. G.3.1
Dimensioni e localizzazione delle strutture vicine CEI 81-1, Tab. G.1
Valore della resistività superficiale del suolo Tab. 3
Numero e tipo di impianti esterni (linee di energia e di telecomunicazione) Tab. 7

Tab. 18 Dati per la valutazione del tipo di rischio e dell’entità del danno

Dati Riferimenti
Destinazione della struttura Tab. 10 - 13 - 14 - 15 e 16
Tipi di rischio Tab. 1
Numero di persone e tempo di presenza nel luogo pericoloso art. 2.7.1
Valore del capitale assicurato del patrimonio culturale insostituibile art. 2.7.3
Valore medio della prevedibile perdita economica art. 2.7.4
Presenza di pericoli particolari Tab. 12
Presenza abituale di persone all’esterno della struttura Tab. 10
Misure adottate per limitare la propagazione dell’incendio Tab. 11
Valore del rischio tollerabile (Ra) CEI 81-1, Tab. F.1

Tab. 19 Dati per la valutazione della probabilità di danno

Dati Riferimenti
Tipo di rivestimento superficiale del terreno Tab. 3
Tipo di costruzione Tab. 5
Tipo di impianti interni alla struttura Tab. 6
Tipo di impianti esterni Tab. 7
Caratteristiche e contenuto della struttura Tab. 9

La procedura per la valutazione del rischio prevede:


n l’individuazione della struttura da proteggere (art. 2.5.1);
n la definizione del tipo di rischio cui è soggetta la struttura a causa del fulmine;
n per ogni tipo di rischio:
n l’individuazione delle componenti che concorrono a formare il rischio
(Tab. 1);
n il calcolo delle componenti di rischio individuate (art. 2.3 e seguenti);
n il calcolo del rischio R (art. 2.2);
n l’individuazione del rischio massimo tollerabile Ra (CEI 81-1, Tab. F.1);
n il confronto fra il rischio R e quello tollerabile Ra;
n l’individuazione del complesso di misure di protezione che rendono R ≤ Ra
per tutti i tipi di rischio cui è soggetta la struttura.

3.2 Struttura protetta (R ≤ Ra)


Se risulta R ≤ Ra la protezione contro i fulmini non è necessaria.

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3.3 Struttura da proteggere (R > Ra)
Se risulta R > Ra la struttura deve essere protetta contro i fulmini.
Possibili misure di protezione sono:
n installazione di un LPS con livello di protezione adeguato (coefficienti k1 e k5).
n installazione di SPD sugli impianti esterni (coefficiente k5);
n predisposizione di misure di protezione (CEI 81-1, art. G.3.3), diverse da
LPS/SPD, per:
n limitare le tensioni di contatto e di passo (probabilità pt);
n limitare lo sviluppo e la propagazione dell’incendio (coefficiente kf):
n limitare le sovratensioni indotte negli impianti interni (coefficienti k2, k3 e k4);
La scelta delle misure di protezione più idonee deve essere fatta dal progettista
tenendo conto sia del contributo che ciascuna componente di rischio dà al ri-
schio complessivo, sia degli aspetti tecnico-economici relativi alle differenti misu-
re di protezione.
A tal fine conviene considerare separatamente il rischio Rd dovuto ai fulmini di-
retti ed il rischio Ri dovuto ai fulmini indiretti.
Possono verificarsi i seguenti casi:

3.3.1 Protezione contro le fulminazioni dirette (Rd > Ra)


Se risulta Rd > Ra la struttura deve essere protetta contro le fulminazioni dirette.
Possibili misure di protezione sono:
n installazione di un LPS di efficienza E tale che sia

R Ra
E ≥ E* = 1 – ------a = 1 – -------------------------
-
Rd H+A+D

Nota Se E > 0,98 è necessario adottare anche altre misure di protezione (Norma CEI 81-1,
art. G.3.3) per la riduzione di una o più delle componenti H, A e D.
n adozione di misure di protezione per la riduzione della componente H (Tab. 3),
A (Tab. 5, 8 e 11) e D (Tab. 6 e 7) ai valori H′, A′ e D′ ed installazione di un
LPS di efficienza E′ tale che sia

Ra Ra
E′ ≥ E∗ = 1 – -------- = 1 – --------------------------------
R′ d H′ + A′ + D′

Nota Se R′d = H′ + A′ + D′ ≤ Ra l’installazione dell’LPS non è necessaria.

3.3.2 Protezione contro le fulminazioni indirette (Rd ≤ Ra e Ri > Ra)


Se risulta Rd ≤ Ra la struttura è protetta contro le fulminazioni dirette.
La struttura deve, però, essere protetta contro le fulminazioni indirette (Ri > Ra).
Possibili misure di protezione sono:
n installazione di SPD sugli impianti esterni, se la struttura non ha impianti in-
terni sensibili.
Nota Se l’adozione di SPD non rende Ri ≤ Ra è necessario installare SPD sulle apparecchiature
e/o trasformatori di isolamento e/o cambiare le caratteristiche dell’impianto esterno (Tab. 7).
n installazione di SPD sugli impianti esterni e sugli impianti interni, se questi ul-
timi sono sensibili.
Nota Se l’adozione di SPD non rende Ri ≤ Ra è necessario installare trasformatori di isolamento
e/o SPD all’ingresso dell’apparecchiatura e/o cambiare le caratteristiche dell’impianto
esterno (Tab. 7) e/o dell’impianto interno (Tab. 6).

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3.3.3 Protezione in casi particolari (Rd ≤ Ra e Ri ≤ Ra ma R > Ra)
Se risulta Rd ≤ Ra ed Ri ≤ Ra ma R > Ra la struttura non richiede alcuna specifica
protezione contro le fulminazioni dirette od indirette.
Tuttavia, essendo R > Ra, è necessario adottare misure di protezione per ridurre
una o più componenti di danno o adottare un LPS di livello di protezione IV per
ridurre il rischio a valori R ≤ Ra.

3.4 Misure di protezione


Le misure di protezione da adottare nei diversi casi degli artt. 3.2 e 3.3 sono sin-
tetizzate in Tab. 20.
La procedura per la scelta delle misure di protezione per ogni tipo di rischio è ri-
portata nel diagramma di flusso di fig. 1.
Per ogni tipo di rischio esistono più misure di protezione che, da sole od in com-
binazione fra loro, rendono R ≤ Ra: fra queste devono essere individuate quelle
che rendono R ≤ Ra per tutti i tipi di rischio.
La soluzione da adottare va scelta fra quest’ultime, tenendo conto degli aspetti
tecnico-economici.

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Tab. 20

SPD e/o Altre misure


Protezione non trasformatore di SPD e/o trasf. di Cambio Cambio
Caso LPS Isolamento
richiesta isolamento su isolamento su Antincendio caratteristiche caratteristiche
impianti esterni del suolo
apparecchiature impianti interni impianti esterni
3.2 R ≤ Ra X — — — — — --- —
3.3.1 Rd >Ra — X X(1) X(2) X(2) X(2) X(2) X(3)
3.3.2 Rd ≤ Ra
— — X — X(3) X(3) X(4) X(3)
Ri > Ra
3.3.3 Rd ≤ Ra
Ri ≤ Ra — X(5) X X X X — —
R > Ra
(1) In alternativa all’LPS.
(2) In alternativa o ad integrazione dell’LPS.
(3) Ad integrazione degli SPD su impianti esterni.
(4) Ad integrazione degli SPD su impianti interni.
(5) Con livello di protezione IV.
Possibili misure di protezione contro la fulminazione

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Fig. 1 Diagramma di flusso per la scelta delle misure di protezione per un tipo di rischio

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APPENDICE
A DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO
Con l’applicazione della procedura per la scelta delle misure di protezione indi-
cata in questa Norma Sperimentale, la documentazione del progetto di massima
dell’LPS, prevista al punto I.2 dell’Appendice I della Norma CEI 81-1, deve essere
sostituita con la seguente.

A.1 Dati iniziali per il progetto


n elenco delle Norme tecniche di riferimento
n individuazione della struttura da proteggere
n tipo della struttura da proteggere (destinazione d’uso).

A.1.1 Caratteristiche della struttura


n ubicazione (località)
n dimensioni
n caratteristiche della zona circostante
n classificazione in base al rischio d’incendio
n misure adottate per limitare le conseguenze dell’incendio
n tipologia costruttiva.

A.1.2 Caratteristiche degli impianti interni


n misure adottate per limitare le sovratensioni.

A.1.3 Caratteristiche degli impianti esterni


n tipo linea, lunghezza e tipo di conduttura (per ogni impianto esterno)
n misure adottate per limitare le sovratensioni trasmesse da ciascuno degli im-
pianti esterni.

A.1.4 Caratteristiche del terreno


n valore della resistività
n valore della resistività superficiale del suolo perimetrale
n tipo del rivestimento superficiale perimetrale.

A.1.5 Rischio
n tipi di rischio e valori tollerabili per la struttura
n presenza di impianti interni sensibili.
Nota Se si vuole procedere al calcolo dei fattori di danno δ , senza utilizzare le tabelle, sarà ne-
cessario assumere anche i seguenti dati:
n per il rischio di tipo 1: n numero (n) di persone presenti nella struttura
n numero (n′ ) massimo prevedibile di persone nella struttura.
n tempo (t) annuo di presenza delle persone nella struttura
n per il rischio di tipo 2: n numero (n) di utenti non serviti
n numero totale (nu) di utenti serviti
n tempo annuale (t) di perdita del servizio.
n per il rischio di tipo 3: n valore (ci) del capitale assicurato per le possibili perdite di
beni
n valore (ct) del capitale assicurato per tutti i beni presenti
n per il rischio di tipo 4: n valore (cm) delle possibili perdite economiche
n valore totale (cv) della struttura e delle attività ad essa re-
lative.

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A.2 Dati di progetto
n individuazione delle componenti di rischio
n calcolo delle componenti di rischio
n calcolo del rischio per fulminazione diretta (Rd) ed indiretta (Ri)
n calcolo del rischio per tensioni di contatto e di passo (Rt), per incendio (Rf) e
per sovratensioni (Ro)
n calcolo del rischio complessivo (R)
n analisi dei rischi, per ciascun tipo di rischio
n individuazione delle misure di protezione da adottare
n calcolo del rischio residuo (componenti e rischio complessivo) per ciascun
tipo di rischio

A.3 Progetto di massima dell’LPS


n parametri caratteristici del fulmine, relativi al livello di protezione adottato
n caratteristiche di massima dell’LPS esterno da realizzare (captatore, calate, dis-
persore), tenendo conto dei parametri che possono influenzare la realizzazio-
ne dell’impianto
n caratteristiche di massima dell’LPS interno da realizzare (rispetto all’LPS esterno)
n caratteristiche di massima dell’LPS interno da realizzare per la protezione con-
tro le sovratensioni sugli impianti esterni (nel caso non sia rischiesta la realiz-
zazione dell’LPS esterno)
Nota Se non è necessario realizzare un LPS (esterno e/o interno) non sono rischieste le docu-
mentazioni di cui ai punti precedenti, che andranno sostituite con una dettagliata descri-
zione delle misure di protezione adottate, diverse da LPS.
n preventivo sommario (su richiesta del committente).

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APPENDICE
B ESEMPIO APPLICATIVO
L’incarico ricevuto dal progettista riguarda la protezione contro i fulmini di un su-
permercato ubicato al piano terra di un edificio alla periferia di Roma.
Per decidere se la protezione è necessaria o no, si deve valutare il rischio.

B.1 Dati
I dati utili sono:

B.1.1 Dati per la valutazione della frequenza di fulminazione


Località della struttura: Roma
Densità di fulmini a terra per
anno (CEI 81-3): Nt = 4 fulmini/anno km2
Ubicazione della struttura: terreno pianeggiante
Dimensioni della struttura: il supermercato occupa il piano terra di un edificio di
dimensioni 100 m × 60 m e di altezza 18 m
Dimensioni e localizzazione
delle strutture vicine: struttura isolata e non esistono altre costruzioni nel raggio
di 100 m
Resistività del suolo: ρ = 500 Ω m
Impianti esterni: n. 1 linea telefonica in cavo interrato
n. 1 linea elettrica a V > 1000 V aerea di lunghezza
L = 1250 m.
Gli impianti esterni sono in area non urbanizzata

I dati sopraindicati permetteranno la valutazione della frequenza di fulminazione


diretta, una volta individuate le dimensioni della struttura da proteggere.
Poiché il supermercato S è una parte orizzontale della costruzione C, le sue di-
mensioni coincidono con quelle proprie di C (art. 2.5.1)

B.1.2 Dati per la valutazione del tipo di rischio e dell’entità del danno
Destinazione della struttura: immobile per grande attività commerciale
Tipo di rischio: perdita di vite umane (rischio di tipo 1)
perdite economiche (rischio di tipo 4)
Numero di persone e tempo di
presenza nel luogo pericoloso: incerto
Valore del prevedibile danno
economico medio (Tab. 16): 8,2 · 10-4 per sovratensioni (media pesata per metro quadrato)
0,28 per incendio (media pesata per metro quadrato)
Presenza di rischi particolari
(Tab. 12): panico
Numero elevato di presenze
all’esterno per un elevato
periodo di tempo: si
Misure adottate per limitare le
conseguenze dell’incendio
(Tab. 11): estintori, idranti, vie di fuga
Valore del rischio tollerabile
(CEI 81-1, Tab. F.1) con
riferimento al rischio di tipo 1: Ra = 10–5
Valore del rischio tollerabile con
riferimento al rischio di tipo 4: Ra = 10–4

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B.1.3 Dati per la valutazione della probabilità di danno
Caratteristiche e contenuto della
struttura: n supermercato (6000 m2) con beni di consumo e merci
immagazzinate con carico d’incendio di 35 kg/m2
n uffici (24000 m2) con mobili e attrezzature d’ufficio
con carico d’incendio di 18 kg/m2
Carico specifico medio
d’incendio: 21,4 kg/m2 (media pesata per metro quadrato)
Rischio di incendio (CEI 81-1,
art. F.2.3): ordinario
Tipo di costruzione: cemento armato e pilastri distanziati di d = 20 m
Tipo di rivestimento superficiale
del terreno: cemento
Tipi di impianti esterni: linea elettrica aerea (h = 8 m)
linea telefonica in fibra ottica senza conduttore
metallico
Tipo di corpi metallici esterni: tubazione idrica metallica, collegata direttamente al
dispersore
tubazione gas metallica, collegata direttamente al
dispersore
Tipo di impianti interni: impianti di energia con condutture non schermate
impianti di segnale con cavi schermati (S < 5 mm2).
Impianti non sensibili alle sovratensioni

B.2 Valutazione del rischio di tipo 1

B.2.1 Individuazione delle componenti di rischio


Nel supermercato non sono presenti impianti interni sensibili.
Le componenti di rischio da considerare sono pertanto:
n la componente H, dovuta alle tensioni di contatto e di passo all’esterno della
struttura;
n la componente A, dovuta all’incendio per fulminazione diretta della struttura;
n la componente C, dovuta all’incendio all’interno della struttura causato dalla
fulminazione diretta della linea di alimentazione elettrica.
Sono invece da trascurare:
n la componente M, poiché la struttura non ha impianti interni sensibili;
n le componenti D e G, perché da considerare solo nel caso di ospedali o di
strutture con pericolo di esplosione.

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B.2.2 Calcolo delle componenti di rischio

B.2.2.1 Componente H

H = Nd ⋅ k1⋅ pt⋅ δt = 1,3 ⋅ 10–5

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ A i = 3,23 ⋅ 10–2 km2 (CEI 81-1, App. G, art. G.3.1)
C = 1 (CEI 81-1, App. G, Tab. G.1)
Nd = N t ⋅ A d = 4 ⋅ 3,23 ⋅ 10–2 ≈1,3 ⋅ 10–1 fulmini/anno
k1 = 1 (senza LPS)
pt = 10–2 (cemento, Tab. 3)
δt = 10–2 (Tab. 10)

B.2.2.2 Componente A

A = Nd ⋅ Pf ⋅ [1-(1-k1 ⋅ ps) ⋅ (1-k5 ⋅ pe)] ⋅ δf ⋅ kf ⋅ r = 2,1 ⋅ 10–5

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ A i = 3,23 ⋅ 10–2 km2 (CEI 81-1, App. G, art. G.3.1)
C = 1 (CEI 81-1, App. G, Tab. G.1)
Nd = N t ⋅ A d = 4 ⋅ 3,23 ⋅ 10–2 ≈1,3 ⋅ 10–1 fulmini/anno
Pf = 10–3 (rischio d’incendio ordinario, Tab. 9)
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m, Tab. 5)
k5 · p e = 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore di k5 · pe più elevato: linea di
energia)
δf = 3,8 · 10–2 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,9 ⋅ 0,8 ⋅ 0,7 = 0,5 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
r = 10 (panico, Tab. 12)

B.2.2.3 Componente C

C = Nc ⋅ k5 ⋅ pe ⋅ Pf ⋅ δf ⋅ kf ⋅ r = 7,4 ⋅ 10–6

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ac = 12 ⋅ 10–3 km2 (Tab. 2)
Nc = N t ⋅ A c = 4 ⋅ 12 ⋅ 10–3 = 48 ⋅ 10–3 fulmini/anno
k5 = 1 (senza LPS)
pe = 0,8 (per la linea di energia con condutture non schermate)
Pf = 10–3 (rischio d’incendio ordinario, Tab. 9)
δf = 3,8 · 10–2 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,9 ⋅ 0,8 ⋅ 0,7 = 0,5 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
r = 10 (panico, Tab. 12)

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B.2.3 Calcolo del rischio con riferimento alla probabilità di fulminazione

B.2.3.1 Rischio per fulminazione diretta della struttura

Rd = H + A = 3,4 ⋅10–5

B.2.3.2 Rischio per fulminazione indiretta della struttura

Ri = C = 7,4 ⋅ 10–6

B.2.3.3 Rischio complessivo

R = Rd + Ri = 4,1 ⋅10–5

B.2.4 Calcolo del rischio con riferimento alle cause di danno

B.2.4.1 Rischio per tensione di contatto e di passo

Rt = H = 1,3 ⋅10–5

B.2.4.2 Rischio per incendio

Rf = A + C = 2,8 ⋅10–5

B.2.4.3 Rischio per sovratensioni

Ro = 0

B.2.4.4 Rischio complessivo

R = Rt + Rf + Ro = 4,1 ⋅ 10–5

B.2.5 Analisi dei rischi


Il rischio R è maggiore di Ra e, pertanto, occorre installare misure di protezione.
In particolare Rd > Ra e, quindi, potrebbe essere installato un LPS.
A formare il rischio concorrono la componente H per il 31%, la componente A
per il 51% e la componente C per il 18%.

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B.2.6 Scelta delle misure di protezione
Sono possibili diverse soluzioni.

B.2.6.1 Installazione di un LPS di efficienza E


Si suppone di installare un LPS con efficienza:

Ra
E ≥ E*=1 – ------ = 0,70
Rd

e cioè un LPS di livello IV, con efficienza E = 0,8.


In questo caso i nuovi valori delle componenti di rischio diventano:

H = 2,6 ⋅ 10–6
A = 1,2 ⋅ 10–6
C = 7,4 ⋅ 10–8

Il rischio complessivo assume, pertanto, il valore:

R = 3,9 ⋅ 10–6

Essendo R < Ra, la struttura è protetta contro i fulmini.

B.2.6.2 Senza installazione di LPS


Questa soluzione tende a ridurre il valore del rischio attraverso la riduzione delle
singole componenti, senza installare LPS.
Le misure di protezione sono:
n aumento della resistività superficiale del suolo all’esterno della struttura me-
diante asfaltatura;
n installazione di SPD sulla linea elettrica aerea.
I nuovi valori di pt e di k5 diventano:
pt = 10–5
k5 = 10–2
Le componenti assumono quindi i nuovi valori:

H = 1,3 ⋅ 10–8
A = 5,1 ⋅ 10–6
C = 7,4 ⋅ 10–8

Il rischio complessivo R, pertanto, risulta:

R = 5,2 ⋅ 10–6

Pertanto la condizione R < Ra è soddisfatta e la struttura è protetta contro i fulmini.

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B.3 Valutazione del rischio di tipo 4

B.3.1 Individuazione delle componenti di rischio:


Le componenti di rischio da considerare sono:
n le componenti A e D dovute alla fulminazione diretta della struttura;
n le componenti C e G dovute alla fulminazione indiretta della struttura.
Sono invece da trascurare:
n la componente H, perché da considerare solo per strutture di uso agricolo;
n la componente M, poiché la struttura non ha impianti interni sensibili.

B.3.2 Calcolo delle componenti di rischio


Per questo tipo di rischio non si deve considerare il fattore di incremento r, in
quanto non è presente il rischio di esplosione.

B.3.2.1 Componente A

A = Nd⋅ Pf ⋅ [1 – (1 – k1 ⋅ ps) ⋅ (1 – k5 ⋅ pe)] kf · δf = 2,2 ⋅ 10–5

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ Ai = 3,2 ⋅ 10–2 km2
C = 1
Nd = Nt ⋅Ad = 1,3 ⋅10–1 fulmini/anno
Pf = 10–3 (rischio di incendio ordinario)
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m)
k5 · pe = 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore k5 · pe più elevato: linea di energia)
δf = 0,28 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,8 · 0,9 = 0,72 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)

B.3.2.2 Componente D

D = Nd ⋅ [1 – (1 – k1 k2k3 ps pi) ⋅ (1 – k4 k5 ⋅ pe)] ⋅ δo = 8,9 ⋅ 10–5

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ Ai = 3,23 ⋅10–2 km2
C = 1
Nd = Nt ⋅Ad = 1,3 ⋅10–1 fulmini/anno
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m)
k 2 ⋅ k3 ⋅ pi = 1 · 1 · 1 = 1 (assunto il valore di k2 · k3 · pi più elevato: linea di
energia)
k4 ⋅ k5 ⋅ pe = 1 · 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore di k4 · k5 · pe più elevato: linea
di energia)
δο = 8,2 · 10–4 (media pesata per metro quadrato)

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B.3.2.3 Componente C

C = Pf ⋅ Nc ⋅ k5 ⋅ pe ⋅ δf ⋅ kf = 7,7 ⋅ 10–6

essendo:
Pf = 10–3 (rischio di incendio ordinario, Tab. 9)
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ac = 12 ⋅ 10–3 km2
Nc = Nt ⋅ Ac = 48 · 10–3 fulmini/anno (solo linee di energia)
k5 = 1 (senza LPS)
pe = 0,8 (per la linea di energia con condutture non schermate)
δf = 0,28 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,8 · 0,9 = 0,72 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)

B.3.2.4 Componente G

G = [Ng1 · (k2 · k3) · k4 · k5 · pe1] · δo + [Ng2 · (k2 · k3) · k4 · k5 · pe2] · δo = 1,3 ⋅ 10–3

essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ag1 = 0,5 km2 (per linea di energia)
Ag2 = 1 km2 (per linea di telecomunicazione in fibra ottica)
Ng1 = Nt ⋅ Ag1 = 4 ⋅ 0,5 = 2 fulmini/anno (per linea di energia)
Ng2 = Nt ⋅ Ag2 = 4 ⋅ 1 = 4 fulmini/anno (per linea di telecomunicazione in fibra ottica)
k2 · k 3 = 1 · 1 = 1 (assunto il valore di k2 · k3 più elevato: linea di energia)
k4 = k 5 = 1
pe1 = 0,8 per la linea aerea (conduttura non schemata)
pe2 = 0 per la linea di telecomunicazione (conduttura in fibra ottica)
δo = 8,25 · 10–4 (media pesata per metro quadrato)

B.3.3 Calcolo del rischio con riferimento alla probabilità di fulminazione

B.3.3.1 Rischio per fulminazione diretta della struttura:

Rd = A + D = 1,1 ⋅ 10–4

B.3.3.2 Rischio per fulminazione indiretta della struttura

Ri = C + G = 1,3 ⋅ 10–3

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B.3.3.3 Rischio complessivo

R = Rd + Ri = 1,4 ⋅ 10–3

B.3.4 Calcolo del rischio con riferimento alle cause di danno

B.3.4.1 Rischio per incendio

Rf = A + C = 3 ⋅ 10–5

B.3.4.2 Rischio per sovratensioni

Ro = D + G = 1,4 ⋅ 10–3

B.3.4.3 Rischio complessivo

R = Rf + Ro = 1,4 ⋅ 10–3

B.3.5 Analisi di rischi


Il rischio economico R è superiore a quello tollerato Ra dal committente: è neces-
sario, pertanto, adottare misure di protezione per ridurlo.
Adottando le misure già individuate per la copertura del rischio di tipo 1, anche il
rischio di tipo 4 si riduce ad un valore R < Ra.
Nelle Tab. 21a e 21b sono riassunti i valori delle componenti di rischio, dei rischi
parziali e dei rischi complessivi, relativi alla valutazione di entrambi i tipi di ri-
schio associabili alla struttura.
Le soluzioni 2 e 3 delle tabelle sopracitate, pertanto, soddisfano la condizione
R ≤ Ra per entrambi i tipi di rischio.

B.3.6 Scelta delle misure di protezione


La scelta può essere fatta dal progettista tenendo conto sia della difficoltà di rea-
lizzazione delle singole misure, sia dei relativi costi.

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Tab. 21a Rischio di tipo 1: componenti di rischio, rischi parziali e rischio complessivo per varie soluzioni

Misura di Componenti di rischio Rischi parziali Rischio


Soluzione
protezione H A C Rd Ri Rt Rf R
-5 -5 -6 -5 -6 -5 -5
1 Senza protezione 1,3 · 10 2,1 · 10 7,4 · 10 3,4 · 10 7,4 · 10 1,3 · 10 2,8 · 10 4,1 · 10-5
2 LPS di IV livello 2,6 · 10-6 1,2 · 10-6 7,4 · 10-8 3,8 · 10-6 7,4 · 10-8 2,6 · 10-6 1,2 · 10-6 3,8 · 10-6
3 SPD + asfalto 1,3 · 10-8 5,1 · 10-6 7,4 · 10-8 5,1 · 10-6 7,4 · 10-8 1,3 · 10-8 5,1 · 10-6 5,1 · 10-8

Tab. 21b Rischio di tipo 4: componenti di rischio, rischi parziali e rischio complessivo per varie soluzioni

Misura di Componenti di rischio Rischi parziali Rischio


Soluzione

Fine Documento
protezione A D C G Rd Ri Rf Ro R
1 Senza protezione 2,2 · 10-5 8,9 · 10-5 7,7 · 10-6 1,3 · 10-3 1,1 · 10-4 1,3 · 10-3 3 · 10-5 1,4 · 10-3 1,4 · 10-3
-6 -6 -8 -5 -6 -5 -6 -5
2 LPS di IV livello 1,2 · 10 5 · 10 7,7 · 10 1,3 · 10 6,2 · 10 1,3 · 10 1,2 · 10 1,8 · 10 1,9 · 10-5
3 SPD + asfalto 5,4 · 10-6 2,2 · 10-5 7,7 · 10-8 1,3 · 10-5 2,7 · 10-5 1,3 · 10-5 5,4 · 10-6 3,5 · 10-5 4 · 10-5

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

81 - Protezione contro i fulmini


CEI 81-1
Protezione delle strutture contro i fulmini
CEI 81-3
Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chi-
lometro quadrato dei comuni d’Italia, in ordine alfabetico
Elenco dei comuni

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