Norma Italiana
SPERIMENTALE
CEI 81-4
Data Pubblicazione Edizione
1996-12 Prima
Classificazione Fascicolo
81-4 2924
Titolo
Protezione delle strutture contro i fulmini
Valutazione del rischio dovuto al fulmine
Title
Lightning protection of structures
Assessment of the risk of damage due to lightning
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Il contenuto della presente Norma sperimentale fornisce una integrazione alla Norma CEI 81-1 per con-
sentire una completa e corretta valutazione del rischio dovuto ai fulmini che colpiscono una struttura di-
rettamente ed indirettamente, permettendo in questo modo la scelta ottimale delle misure di protezione
contro i fulmini da adottare per una specifica struttura.
DESCRITTORI
Fulmini; Protezione delle strutture contro i fulmini; Valutazione del rischio;
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 81-4 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc. Sperimentale
Stato Edizione In vigore Data validità 1997-2-1 Ambito validità Nazionale
Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna
CDU
LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)
PREMESSA 1
INTRODUZIONE 1
CAPITOLO
1 GENERALITÀ 2
1.1 Oggetto e scopo ....................................................................................................................................................................... 2
1.2 Termini e definizioni ............................................................................................................................................................. 2
CAPITOLO
2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO 2
2.1 Espressione generale ............................................................................................................................................................ 2
2.2 Tipi di rischio ............................................................................................................................................................................. 2
2.3 Componenti di rischio ......................................................................................................................................................... 4
2.4 Frequenza di danno .............................................................................................................................................................. 4
2.5 Frequenza di fulminazione ............................................................................................................................................... 5
2.6 Probabilità di danno .............................................................................................................................................................. 6
2.7 Danno medio ............................................................................................................................................................................ 11
CAPITOLO
3 PROCEDURA PER LA SCELTA DELLE MISURE DI PROTEZIONE 15
3.1 Generalità .................................................................................................................................................................................... 15
3.2 Struttura protetta (R ≤ Ra) ................................................................................................................................................ 16
3.3 Struttura da proteggere (R > Ra) ................................................................................................................................. 17
3.4 Misure di protezione.......................................................................................................................................... 18
A PP ENDI CE
A DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO 21
A.1 Dati iniziali per il progetto ............................................................................................................................................. 21
A.2 Dati di progetto ...................................................................................................................................................................... 22
A.3 Progetto di massima dell’LPS ........................................................................................................................................ 22
A PP ENDI CE
B ESEMPIO APPLICATIVO 23
B.1 Dati .................................................................................................................................................................................................. 23
B.2 Valutazione del rischio di tipo 1 ................................................................................................................................ 24
B.3 Valutazione del rischio di tipo 4 ................................................................................................................................ 28
NORMA TECNICA
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PREMESSA
La valutazione del rischio cui è soggetta una struttura a causa del fulmine è trattata
nel documento IEC 1662, pubblicato nel 1994 come Rapporto Tecnico di tipo 2.
Pertanto, non ha lo status di Norma Internazionale, ma viene proposto quale Proget-
to di una Norma futura, in applicazione sperimentale per un periodo di tre anni, al
fine di consentire la raccolta di informazioni e di proposte migliorative che solo
l’esperienza e l’uso pratico possono fornire.
Tuttavia costituisce l’unico documento esistente in materia in ambito internazio-
nale e può, pertanto, essere considerato come lo stato dell’arte.
Questa Norma sperimentale ripropone il documento IEC 1662, emendandolo in con-
formità alla Norma Cenelec ENV 61024-1 pubblicata nel 1994 e recepita dalla Norma
CEI 81-1 (1995) ed integrandolo con quanto l’esperienza fatta in Italia suggeriva.
INTRODUZIONE
La valutazione del rischio, dovuto ai fulmini diretti e indiretti che interessano una strut-
tura, consente al progettista di stabilire se la protezione della struttura sia necessaria e,
in caso affermativo, di individuare le misure di protezione più idonee da adottare.
Un fulmine può provocare danni a seconda delle caratteristiche della struttura e,
tra queste, le più importanti sono:
n tipo di costruzione;
n contenuto e destinazione;
n servizi entranti nella struttura;
n misure per limitare il rischio.
Inoltre, il danno può essere limitato ad una parte della struttura o si può estende-
re all’intera struttura e può coinvolgere anche strutture circostanti o l’ambiente.
I danni causati dai fulmini comportano rischi di diverso tipo:
n perdita di vite umane;
n perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali;
n perdita di un patrimonio culturale insostituibile;
n perdite economiche.
Se si verifica uno dei primi tre tipi di rischio, la decisione di adottare misure di
protezione deve essere presa dal progettista confrontando, per ogni tipo di rischio, il ri-
schio R dovuto al fulmine con il rischio Ra massimo tollerabile (indicato nell’art. F.3 del-
la Norma CEI 81-1).
Se il rischio è solo economico la decisione di adottare misure di protezione può
essere presa dal progettista sulla base di una convenienza puramente economica,
confrontando il costo annuale delle eventuali misure di protezione con il costo
annuale delle probabili perdite dovute alla fulminazione.
Il Cap. III di questa Norma sperimentale indica le procedure per la scelta delle
più idonee misure di protezione e fornisce una linea-guida, con i dati essenziali
iniziali, per un corretto approccio alla scelta delle misure di protezione.
Si suggerisce di accedere a tali informazioni, prima di iniziare la valutazione del
rischio (Cap. II).
La documentazione di progetto (progetto di massima), relativa alla valutazione del ri-
schio effettuata con questa Norma sperimentale, è indicata nell’Appendice A.
R = (1 – e–F) δ
essendo:
F la frequenza di danno, che rappresenta il numero medio annuo di fulmini
che provocano danni alla struttura e al suo contenuto;
δ un fattore che tiene conto dell’ammontare medio del danno che può veri-
ficarsi come conseguenza di una fulminazione.
Nell’ipotesi che F<<1, la precedente relazione può essere semplificata in:
R=Fδ
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In particolare:
n i fulmini intercettati direttamente dalla struttura possono generare:
n tensioni di contatto e di passo all’esterno della struttura: componente H;
n incendi all’interno della struttura: componente A;
n sovratensioni sugli impianti interni ed esterni: componente D.
n i fulmini a terra generano sovratensioni sugli impianti esterni o perché col-
piscono direttamente le linee entranti nella struttura o le strutture da cui esse
provengono, o per accoppiamento induttivo o resistivo.
Queste sovratensioni trasmesse dalle linee esterne alla struttura possono provocare:
n incendi all’interno della struttura: componente C;
n sovratensioni sugli impianti interni: componente G.
n i fulmini a terra in prossimità della struttura possono generare per ac-
coppiamento induttivo:
n sovratensioni sugli impianti interni: componente M.
Ogni componente contribuisce al rischio considerato con un peso relativo più o
meno grande in dipendenza delle caratteristiche della struttura.
Per ciascun tipo di rischio il valore di R è dato dalla somma delle componenti
che concorrono a determinarlo, come riportato in Tab. 1.
R = R d + Ri
essendo:
Rd = H + A + D il rischio imputabile alla fulminazione diretta
Ri = M + C + G il rischio imputabile alla fulminazione indiretta
n con riferimento alle diverse cause di rischio:
R = Rt+Rf+Ro
essendo:
Rt = H il rischio imputabile alle tensioni di contatto e di passo
Rf = A + C il rischio imputabile all’incendio
Ro = D + M + G il rischio imputabile alle sovratensioni sugli impianti interni.
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2.3 Componenti di rischio
Ogni componente di rischio è data dal prodotto della relativa frequenza di danno
per il danno medio corrispondente:
H = F t δt A = F a δf D = F d δo
M = F m δo C = F c δf G = F g δo
essendo:
F la frequenza di danno
δ il danno medio relativo alle varie componenti di rischio.
F=NP
Indicato con:
n Nt il numero medio annuo di fulmini a terra per km2 (densità annua di ful-
mini a terra)
n Nd il numero medio annuo di fulminazioni dirette della struttura
n Nm il numero medio annuo di fulmini a terra in prossimità della struttura,
che la influenzano per accoppiamento induttivo
n Nc il numero medio annuo di fulminazioni dirette di una linea esterna
n Ng il numero medio annuo di fulminazioni indirette di una linea esterna
n Pt la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
tensione di contatto e di passo pericolosa
n Pd la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
sovratensione pericolosa per gli impianti interni
n Pa la probabilità che una fulminazione diretta della struttura provochi una
scarica pericolosa
n Pm la probabilità che un fulmine a terra in prossimità della struttura provo-
chi, per accoppiamento induttivo, una sovratensione pericolosa per gli
impianti interni
n Pc la probabilità che una fulminazione diretta della linea esterna provochi
una scarica pericolosa
n Pg la probabilità che un fulmine a terra in prossimità di una linea esterna
provochi una sovratensione pericolosa per gli impianti interni
n Pf la probabilità che una scarica pericolosa inneschi un incendio
le frequenze di danno sono date da:
Ft = N d P t Fa = N d Pa P f Fd = N d P d
n n
Fm = N m P m Fc = Pf Σk = 1 N ck P ck F g = Σ k = 1 N gk P gk
essendo:
n il numero delle linee esterne entranti nella struttura.
Nota Linee aventi lo stesso percorso devono essere considerate come un’unica linea.
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2.5 Frequenza di fulminazione
I valori delle frequenze di fulminazione Nd, Nm, Nc e Ng possono essere calcolati
come prodotto della densità annua di fulmini a terra Nt per le relative aree di rac-
colta Ad, Am, Ac e Ag (espresse in km2):
Nd = N t Ad Nc = N t Ac
Nm = N t Am Ng = N t Ag
Nota Per la determinazione delle aree di raccolta, una precisione del ±5% è ritenuta adeguata.
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2.5.5 Area di raccolta Ag
Quest’area è definita dalla lunghezza della linea e dalla distanza a cui un fulmine
può ancora indurre sulla linea una sovratensione pericolosa per gli impianti in-
terni alla struttura.
Tale distanza dipende dalle caratteristiche della linea e, per linee in cavo interra-
to, dalla resistività ρ del suolo.
L’area di raccolta Ag può essere calcolata come riportato in Tab. 2.
Nota Altri metodi di calcolo sono allo studio.
Aree di raccolta
Tipo di linea fulminazione diretta della linea fulminazione indiretta della linea
Ac (km2) Ag (km2)
essendo:
h l’altezza (m) dei conduttori di linea sul suolo;
ρ la resistività del suolo (Ωm) nel quale il cavo è interrato;
L la lunghezza (m) della linea, a partire dalla struttura considerata fino al
primo nodo della rete, con un valore massimo di 1000 m.
Note: 1 Se il valore di L non è noto si può assumere L = 1000 m.
2 Per ρ > 500 Ω m si può assumere ρ = 500 Ω m.
3 Nel caso di linea a tensione nominale maggiore di 1000 V, con trasformatore all’arrivo li-
nea, i valori di Ac e Ag vanno moltiplicati per 0,25 nel caso di linee aeree e per 0,05 nel caso
di linee in cavo interrato.
4 Per linee il cui percorso si svolga tutto all’interno di aree urbane ad alta densità edili-
zia, si può assumere Ac = Ag = 0.
Nel caso di una linea proveniente, direttamente senza diramazioni, da un’altra
struttura di altezza h′ (ad esempio linea interna ad un immobile per attività pro-
duttive), l’area di raccolta Ac deve essere incrementata dall’area di raccolta A′d
della struttura da cui proviene, tenendo presente che:
n per il calcolo di Ac, la lunghezza (m) della linea da considerare deve essere
assunta pari a L′ = L - 3h′
n per il calcolo di A′d possono essere assunte per semplicità le dimensioni massi-
me della struttura supponendola isolata (coefficiente ambientale C = 1).
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Le probabilità relative alle varie componenti di rischio (art. 2.4) sono valutabili
con la relazione:
P=kp
essendo:
P la probabilità relativa alla struttura protetta
p la probabilità relativa alla struttura non protetta
k il fattore di riduzione relativo alle misure di protezione adottate.
Note: 1 Le misure di protezione si considerano adottate se sono rispondenti alla regola d’arte.
In particolare le misure di protezione antincendio dovranno essere conformi alle pre-
scrizioni dei Vigili del Fuoco.
2 In assenza di misure di protezione: k = 1.
Le probabilità da considerare sono:
n la probabilità Pt che una fulminazione diretta provochi una tensione di con-
tatto e di passo pericolosa (art. 2.6.1);
n le probabilità Pa, Pd, Pm, Pc e Pg che una fulminazione provochi una scarica
o una sovratensione pericolose (art. 2.6.2);
n la probabilità Pf che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplo-
sione (art. 2.6.3).
Pt = k 1 p t
essendo:
pt dipendente dalla resistività superficiale del suolo, fino a 5 m all’esterno
della struttura
k1 dipendente dalle caratteristiche dell’eventuale LPS installato.
I valori di pt e di k1 sono riportati nelle Tab. 3 e 8.
Tab. 3 Valori di pt dovuti alle tensioni di contatto e di passo per effetto di fulmini diretti
Nota Se è presente più di un tipo di superficie si dovrà assumere il valore più elevato di pt.
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2.6.2 Probabilità che un fulmine provochi una scarica od una sovratensione pericolosa
La probabilità che si verifichi una sovratensione pericolosa o una scarica perico-
losa è una probabilità composta da probabilità parziali che dipendono dalle ca-
ratteristiche della struttura, degli impianti interni e degli impianti esterni.
Indicando con:
ps la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche della struttura (Tab. 5)
pi la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche degli impianti inter-
ni (Tab. 6)
pe la probabilità parziale dipendente dalle caratteristiche degli impianti ester-
ni (Tab. 7)
le relazioni fra le probabilità Pa, Pd, Pm, Pc, Pg, le probabilità parziali ps, pi, pe e
i fattori di riduzione k sono riportate nel seguito e riassunte in Tab. 4.
Nota Ai fini della presente Norma una sovratensione è ritenuta pericolosa se eccede i livelli di
tenuta indicati dalla Pubblicazione IEC 664 per le apparecchiature di energia e della
Pubblicazione ITU-T K21 per i terminali di telecomunicazione.
Tab. 4 Relazione fra probabilità di una scarica o di una sovratensione pericolosa e probabili-
tà parziali
Fulminazione
indiretta
Effetto
diretta sulla struttura in prossimità in prossimità sulla linea
della struttura della linea
Scarica pericolosa Pa = k1 ps + k5 pe — — Pc = k5 pe
Sovratensione pericolosa Pd = k1 k2 k3 ps pi + k4 k5 pe Pm = k1 k2 k3 ps pi Pg = k2 k3 k4 k5 pe —
Nota Si assume che i corpi metallici esterni siano collegati a terra nel punto di ingresso nella
struttura e, pertanto, la probabilità di scarica è nulla.
2.6.2.1 Probabilità Pa che un fulmine diretto sulla struttura provochi una scarica pericolosa
La probabilità Pa è espressa da:
Pa = 1 – (1 – k1 ps) (1 – k5 pe)
Pa = k 1 p s + k 5 p e (Tab. 5, 7 e 8)
Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti esterni, per il calcolo di Pa deve essere assunto
il valore di k5 pe più elevato.
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2.6.2.2 Probabilità Pd che un fulmine diretto sulla struttura provochi una sovratensione
pericolosa
La probabilità Pd è espressa da:
Pd = 1 – (1 – k1 k2 k3 ps pi) (1 – k4 k5 pe)
Pd = k 1 k2 k 3 ps p i + k4 k5 p e (Tab. 5, 6, 7 e 8)
Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti esterni o più impianti interni, per il calcolo di
Pd devono essere assunti rispettivamente i più elevati valori di k4 k5 pe e di k2 k3 pi.
2.6.2.3 Probabilità Pm che un fulmine al suolo in prossimità della struttura provochi una
sovratensione pericolosa
La probabilità Pm è espressa da:
Pm = k 1 k2 k 3 ps p i (Tab. 5, 6 e 8)
Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti interni sensibili, per il calcolo di Pm deve essere
assunto il valore di k2 k3 pi più elevato.
2.6.2.4 Probabilità Pc che un fulmine sulla linea provochi una scarica pericolosa
La probabilità Pc è espressa da:
Pc= k5 pe (Tab. 7 e 8)
2.6.2.5 Probabilità Pg che un fulmine in prossimità della linea induca una sovratensione
pericolosa
La probabilità Pg è espressa da:
Pg = k 2 k3 k4 k5 pe (Tab. 7 e 8)
Nota Nel caso in cui siano presenti più impianti interni, per il calcolo di Pg deve essere assunto
il valore di k2 k3 più elevato.
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Tab. 6 Valori della probabilità parziale pi
Misure di protezione k
k1 = 1–E
Istallazione di un LPS
k5 = 0,01
Trasformatori di isolamento sulle apparechiature interne k2 = 0,1
SPD all’ingresso delle apparecchiature k3 = 0,01
Trasformatore di isolamento all’arrivo linea k4 = 0,1
SPD all’arrivo linea k5 = 0,01
E = efficienza dell’LPS.
Tab. 9 Valori della probabilità Pf che una scarica pericolosa inneschi un incendio o un’esplosione
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2.7 Danno medio
Il danno medio δ che può verificarsi per effetto di un fulmine che provochi dan-
no alla struttura (o al suo contenuto) dipende da:
n numero di persone e tempo di permanenza nel luogo pericoloso;
n tipo ed importanza del servizio svolto al pubblico;
n valore dei beni coinvolti nel danno.
Il danno medio varia in relazione al tipo di rischio considerato e, per ogni tipo di
rischio, in dipendenza della causa (tensione di contatto e di passo, incendio,
sovratensioni) che lo ha provocato.
Nel seguito vengono indicati i seguenti danni medi tipici:
δt danno medio dovuto alle tensioni di contatto e di passo
δf danno medio dovuto all’incendio o esplosione
δo danno medio dovuto alle sovratensioni sugli impianti interni
essendo:
n il numero di vittime;
n′ il numero massimo prevedibile di persone nella struttura;
t il tempo annuale di presenza delle persone nel luogo pericoloso, in ore.
Se la valutazione di n, n′ e t risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i
valori di δ riportati in Tab. 10.
Note: 1 Nel caso non siano presenti persone in numero elevato o per un elevato periodo di
tempo all’esterno e in prossimità della struttura stessa, si assume δ t = 0.
2 Nel caso di uso promiscuo della struttura il valore di δ f deve essere valutato come me-
dia pesata per metro quadrato dei singoli valori di δ f .
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Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio, i valori di δf di
Tab. 10 vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11.
Note: 1 Se sono presenti più misure di protezione, il valore di kf è il prodotto dei singoli kf relativi.
2 Nelle strutture con rischio di esplosione è sempre kf = 1.
3 Le misure appartenenti allo stesso gruppo sono in alternativa.
Nelle strutture in cui la perdita di vite umane possa essere aggravata dalla parti-
colare pericolosità della struttura, i valori di δf vanno moltiplicati per il fattore r
riportato in Tab. 12.
Nelle strutture con rischio di esplosione il valore di δo deve essere moltiplicato
per 100.
Fattore di incremento
Pericolo
r
Panico ridotto 2
Difficoltà di sfollamento 5
Panico 10
Esplosione 100
Contaminazione 200
Nota Nel caso di strutture esposte a pericoli di vario tipo, il valore del fattore di incremento r è
quello relativo al pericolo più grave.
Esempi di tipi di strutture con rischio aumentato sono riportati in Tab. 13.
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Tab. 13 Rischio di tipo 1: perdita di vite umane
Tipiche strutture con pericoli particolari
Tipo di pericolo
Tipo di struttura Panico Difficoltà di
Panico Esplosione Contaminazione
ridotto sfollamento
Alberghi (>100 posti letto) X
Locali pubblico spettacolo (>250 posti) X
Immobili per attività commerciale (>1500 m2) X
Musei (>1500 m2) X
Alberghi (≤100 posti letto) X
Scuole X
Locali pubblico spettacolo (≤250 posti) X
Musei (≤1500 m2) X
Chiese X
Immobili per attività produttive X
Immobili ad uso civile X
Immobili per attività commerciale (<1500 m2) X
Edifici agricoli X
Prigioni X
Ospedali X
Immobili ad uso ufficio X
Edifici di notevole altezza (h>60 m) X
Raffinerie X
Depositi e fabbriche di munizioni X
Depositi e fabbriche di carburanti X
Impianti chimici X
Laboratori e impianti nucleari X
Laboratori e impianti biochimici X
n t
δ = ------ ⋅ ------------- (ammontare relativo delle possibili perdite)
n u 8760
essendo:
n il numero medio di utenti non serviti;
t il tempo annuale di perdita di servizio in ore;
nu il numero totale di utenti serviti.
Se la valutazione di n, nu e t risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i
valori di δ riportati in Tab. 14.
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Tab. 14 Rischio di tipo 2: perdita inaccettabile di servizio pubblico.
Valori tipici del danno medio δ per vari tipi di servizi
essendo:
ci il valore del capitale assicurato delle possibili perdite di beni, in moneta
corrente
ct il valore del capitale assicurato di tutti i beni presenti nella struttura, in
moneta corrente.
Se la valutazione di ci e ct risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i va-
lori di δ riportati in Tab. 15.
essendo:
cm il valore medio delle possibili perdite, in moneta corrente, per la causa di
rischio considerata
cv il valore totale della struttura e delle attività ad essa relative, in moneta corrente.
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Se la valutazione di cm e cv risulta incerta o difficoltosa possono essere usati i va-
lori di δ riportati in Tab. 16.
Nota Nel caso di uso promiscuo della struttura i valori di δ f e δ o devono essere valutati come
media pesata per metro quadrato dei singoli valori di δ.
Se sono presenti misure per limitare le conseguenze dell’incendio, i valori di δf di
Tab. 16 vanno moltiplicati per il coefficiente di riduzione kf riportato in Tab. 11,
assumendo per le vie di fuga kf = 1.
Per strutture con rischio di esplosione i valori di δf e di δo di Tab. 16 vanno mol-
tiplicati per il fattore r riportato in Tab. 12.
3.1 Generalità
Per ogni struttura il progettista dell’LPS deve decidere se la protezione è necessa-
ria o no.
A tal fine è necessario conoscere i dati per la valutazione del rischio, ed in parti-
colare:
n frequenza di fulminazione;
n tipo di rischio ed entità del danno;
n probabilità di danno.
elencati nelle Tab. 17, 18 e 19.
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Tab. 17 Dati per la valutazione della frequenza di fulminazione
Dati Riferimenti
Località della struttura (valore di Nt) CEI 81-3
Ubicazione della struttura CEI 81-1, art. G.3.1
Dimensioni della struttura CEI 81-1, art. G.3.1
Dimensioni e localizzazione delle strutture vicine CEI 81-1, Tab. G.1
Valore della resistività superficiale del suolo Tab. 3
Numero e tipo di impianti esterni (linee di energia e di telecomunicazione) Tab. 7
Tab. 18 Dati per la valutazione del tipo di rischio e dell’entità del danno
Dati Riferimenti
Destinazione della struttura Tab. 10 - 13 - 14 - 15 e 16
Tipi di rischio Tab. 1
Numero di persone e tempo di presenza nel luogo pericoloso art. 2.7.1
Valore del capitale assicurato del patrimonio culturale insostituibile art. 2.7.3
Valore medio della prevedibile perdita economica art. 2.7.4
Presenza di pericoli particolari Tab. 12
Presenza abituale di persone all’esterno della struttura Tab. 10
Misure adottate per limitare la propagazione dell’incendio Tab. 11
Valore del rischio tollerabile (Ra) CEI 81-1, Tab. F.1
Dati Riferimenti
Tipo di rivestimento superficiale del terreno Tab. 3
Tipo di costruzione Tab. 5
Tipo di impianti interni alla struttura Tab. 6
Tipo di impianti esterni Tab. 7
Caratteristiche e contenuto della struttura Tab. 9
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3.3 Struttura da proteggere (R > Ra)
Se risulta R > Ra la struttura deve essere protetta contro i fulmini.
Possibili misure di protezione sono:
n installazione di un LPS con livello di protezione adeguato (coefficienti k1 e k5).
n installazione di SPD sugli impianti esterni (coefficiente k5);
n predisposizione di misure di protezione (CEI 81-1, art. G.3.3), diverse da
LPS/SPD, per:
n limitare le tensioni di contatto e di passo (probabilità pt);
n limitare lo sviluppo e la propagazione dell’incendio (coefficiente kf):
n limitare le sovratensioni indotte negli impianti interni (coefficienti k2, k3 e k4);
La scelta delle misure di protezione più idonee deve essere fatta dal progettista
tenendo conto sia del contributo che ciascuna componente di rischio dà al ri-
schio complessivo, sia degli aspetti tecnico-economici relativi alle differenti misu-
re di protezione.
A tal fine conviene considerare separatamente il rischio Rd dovuto ai fulmini di-
retti ed il rischio Ri dovuto ai fulmini indiretti.
Possono verificarsi i seguenti casi:
R Ra
E ≥ E* = 1 – ------a = 1 – -------------------------
-
Rd H+A+D
Nota Se E > 0,98 è necessario adottare anche altre misure di protezione (Norma CEI 81-1,
art. G.3.3) per la riduzione di una o più delle componenti H, A e D.
n adozione di misure di protezione per la riduzione della componente H (Tab. 3),
A (Tab. 5, 8 e 11) e D (Tab. 6 e 7) ai valori H′, A′ e D′ ed installazione di un
LPS di efficienza E′ tale che sia
Ra Ra
E′ ≥ E∗ = 1 – -------- = 1 – --------------------------------
R′ d H′ + A′ + D′
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3.3.3 Protezione in casi particolari (Rd ≤ Ra e Ri ≤ Ra ma R > Ra)
Se risulta Rd ≤ Ra ed Ri ≤ Ra ma R > Ra la struttura non richiede alcuna specifica
protezione contro le fulminazioni dirette od indirette.
Tuttavia, essendo R > Ra, è necessario adottare misure di protezione per ridurre
una o più componenti di danno o adottare un LPS di livello di protezione IV per
ridurre il rischio a valori R ≤ Ra.
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Tab. 20
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Fig. 1 Diagramma di flusso per la scelta delle misure di protezione per un tipo di rischio
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APPENDICE
A DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO
Con l’applicazione della procedura per la scelta delle misure di protezione indi-
cata in questa Norma Sperimentale, la documentazione del progetto di massima
dell’LPS, prevista al punto I.2 dell’Appendice I della Norma CEI 81-1, deve essere
sostituita con la seguente.
A.1.5 Rischio
n tipi di rischio e valori tollerabili per la struttura
n presenza di impianti interni sensibili.
Nota Se si vuole procedere al calcolo dei fattori di danno δ , senza utilizzare le tabelle, sarà ne-
cessario assumere anche i seguenti dati:
n per il rischio di tipo 1: n numero (n) di persone presenti nella struttura
n numero (n′ ) massimo prevedibile di persone nella struttura.
n tempo (t) annuo di presenza delle persone nella struttura
n per il rischio di tipo 2: n numero (n) di utenti non serviti
n numero totale (nu) di utenti serviti
n tempo annuale (t) di perdita del servizio.
n per il rischio di tipo 3: n valore (ci) del capitale assicurato per le possibili perdite di
beni
n valore (ct) del capitale assicurato per tutti i beni presenti
n per il rischio di tipo 4: n valore (cm) delle possibili perdite economiche
n valore totale (cv) della struttura e delle attività ad essa re-
lative.
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A.2 Dati di progetto
n individuazione delle componenti di rischio
n calcolo delle componenti di rischio
n calcolo del rischio per fulminazione diretta (Rd) ed indiretta (Ri)
n calcolo del rischio per tensioni di contatto e di passo (Rt), per incendio (Rf) e
per sovratensioni (Ro)
n calcolo del rischio complessivo (R)
n analisi dei rischi, per ciascun tipo di rischio
n individuazione delle misure di protezione da adottare
n calcolo del rischio residuo (componenti e rischio complessivo) per ciascun
tipo di rischio
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APPENDICE
B ESEMPIO APPLICATIVO
L’incarico ricevuto dal progettista riguarda la protezione contro i fulmini di un su-
permercato ubicato al piano terra di un edificio alla periferia di Roma.
Per decidere se la protezione è necessaria o no, si deve valutare il rischio.
B.1 Dati
I dati utili sono:
B.1.2 Dati per la valutazione del tipo di rischio e dell’entità del danno
Destinazione della struttura: immobile per grande attività commerciale
Tipo di rischio: perdita di vite umane (rischio di tipo 1)
perdite economiche (rischio di tipo 4)
Numero di persone e tempo di
presenza nel luogo pericoloso: incerto
Valore del prevedibile danno
economico medio (Tab. 16): 8,2 · 10-4 per sovratensioni (media pesata per metro quadrato)
0,28 per incendio (media pesata per metro quadrato)
Presenza di rischi particolari
(Tab. 12): panico
Numero elevato di presenze
all’esterno per un elevato
periodo di tempo: si
Misure adottate per limitare le
conseguenze dell’incendio
(Tab. 11): estintori, idranti, vie di fuga
Valore del rischio tollerabile
(CEI 81-1, Tab. F.1) con
riferimento al rischio di tipo 1: Ra = 10–5
Valore del rischio tollerabile con
riferimento al rischio di tipo 4: Ra = 10–4
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B.1.3 Dati per la valutazione della probabilità di danno
Caratteristiche e contenuto della
struttura: n supermercato (6000 m2) con beni di consumo e merci
immagazzinate con carico d’incendio di 35 kg/m2
n uffici (24000 m2) con mobili e attrezzature d’ufficio
con carico d’incendio di 18 kg/m2
Carico specifico medio
d’incendio: 21,4 kg/m2 (media pesata per metro quadrato)
Rischio di incendio (CEI 81-1,
art. F.2.3): ordinario
Tipo di costruzione: cemento armato e pilastri distanziati di d = 20 m
Tipo di rivestimento superficiale
del terreno: cemento
Tipi di impianti esterni: linea elettrica aerea (h = 8 m)
linea telefonica in fibra ottica senza conduttore
metallico
Tipo di corpi metallici esterni: tubazione idrica metallica, collegata direttamente al
dispersore
tubazione gas metallica, collegata direttamente al
dispersore
Tipo di impianti interni: impianti di energia con condutture non schermate
impianti di segnale con cavi schermati (S < 5 mm2).
Impianti non sensibili alle sovratensioni
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B.2.2 Calcolo delle componenti di rischio
B.2.2.1 Componente H
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ A i = 3,23 ⋅ 10–2 km2 (CEI 81-1, App. G, art. G.3.1)
C = 1 (CEI 81-1, App. G, Tab. G.1)
Nd = N t ⋅ A d = 4 ⋅ 3,23 ⋅ 10–2 ≈1,3 ⋅ 10–1 fulmini/anno
k1 = 1 (senza LPS)
pt = 10–2 (cemento, Tab. 3)
δt = 10–2 (Tab. 10)
B.2.2.2 Componente A
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ A i = 3,23 ⋅ 10–2 km2 (CEI 81-1, App. G, art. G.3.1)
C = 1 (CEI 81-1, App. G, Tab. G.1)
Nd = N t ⋅ A d = 4 ⋅ 3,23 ⋅ 10–2 ≈1,3 ⋅ 10–1 fulmini/anno
Pf = 10–3 (rischio d’incendio ordinario, Tab. 9)
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m, Tab. 5)
k5 · p e = 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore di k5 · pe più elevato: linea di
energia)
δf = 3,8 · 10–2 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,9 ⋅ 0,8 ⋅ 0,7 = 0,5 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
r = 10 (panico, Tab. 12)
B.2.2.3 Componente C
C = Nc ⋅ k5 ⋅ pe ⋅ Pf ⋅ δf ⋅ kf ⋅ r = 7,4 ⋅ 10–6
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ac = 12 ⋅ 10–3 km2 (Tab. 2)
Nc = N t ⋅ A c = 4 ⋅ 12 ⋅ 10–3 = 48 ⋅ 10–3 fulmini/anno
k5 = 1 (senza LPS)
pe = 0,8 (per la linea di energia con condutture non schermate)
Pf = 10–3 (rischio d’incendio ordinario, Tab. 9)
δf = 3,8 · 10–2 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,9 ⋅ 0,8 ⋅ 0,7 = 0,5 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
r = 10 (panico, Tab. 12)
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B.2.3 Calcolo del rischio con riferimento alla probabilità di fulminazione
Rd = H + A = 3,4 ⋅10–5
Ri = C = 7,4 ⋅ 10–6
R = Rd + Ri = 4,1 ⋅10–5
Rt = H = 1,3 ⋅10–5
Rf = A + C = 2,8 ⋅10–5
Ro = 0
R = Rt + Rf + Ro = 4,1 ⋅ 10–5
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B.2.6 Scelta delle misure di protezione
Sono possibili diverse soluzioni.
Ra
E ≥ E*=1 – ------ = 0,70
Rd
H = 2,6 ⋅ 10–6
A = 1,2 ⋅ 10–6
C = 7,4 ⋅ 10–8
R = 3,9 ⋅ 10–6
H = 1,3 ⋅ 10–8
A = 5,1 ⋅ 10–6
C = 7,4 ⋅ 10–8
R = 5,2 ⋅ 10–6
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B.3 Valutazione del rischio di tipo 4
B.3.2.1 Componente A
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ Ai = 3,2 ⋅ 10–2 km2
C = 1
Nd = Nt ⋅Ad = 1,3 ⋅10–1 fulmini/anno
Pf = 10–3 (rischio di incendio ordinario)
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m)
k5 · pe = 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore k5 · pe più elevato: linea di energia)
δf = 0,28 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,8 · 0,9 = 0,72 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
B.3.2.2 Componente D
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ad = C ⋅ Ai = 3,23 ⋅10–2 km2
C = 1
Nd = Nt ⋅Ad = 1,3 ⋅10–1 fulmini/anno
k1 = 1 (senza LPS)
ps = 0,2 (pilastri in cemento armato spaziati di d = 20 m)
k 2 ⋅ k3 ⋅ pi = 1 · 1 · 1 = 1 (assunto il valore di k2 · k3 · pi più elevato: linea di
energia)
k4 ⋅ k5 ⋅ pe = 1 · 1 · 0,8 = 0,8 (assunto il valore di k4 · k5 · pe più elevato: linea
di energia)
δο = 8,2 · 10–4 (media pesata per metro quadrato)
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B.3.2.3 Componente C
C = Pf ⋅ Nc ⋅ k5 ⋅ pe ⋅ δf ⋅ kf = 7,7 ⋅ 10–6
essendo:
Pf = 10–3 (rischio di incendio ordinario, Tab. 9)
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ac = 12 ⋅ 10–3 km2
Nc = Nt ⋅ Ac = 48 · 10–3 fulmini/anno (solo linee di energia)
k5 = 1 (senza LPS)
pe = 0,8 (per la linea di energia con condutture non schermate)
δf = 0,28 (media pesata per metro quadrato)
kf = 0,8 · 0,9 = 0,72 (prodotto dei kf delle singole misure, Tab. 11)
B.3.2.4 Componente G
G = [Ng1 · (k2 · k3) · k4 · k5 · pe1] · δo + [Ng2 · (k2 · k3) · k4 · k5 · pe2] · δo = 1,3 ⋅ 10–3
essendo:
Nt = 4 fulmini/anno km2
Ag1 = 0,5 km2 (per linea di energia)
Ag2 = 1 km2 (per linea di telecomunicazione in fibra ottica)
Ng1 = Nt ⋅ Ag1 = 4 ⋅ 0,5 = 2 fulmini/anno (per linea di energia)
Ng2 = Nt ⋅ Ag2 = 4 ⋅ 1 = 4 fulmini/anno (per linea di telecomunicazione in fibra ottica)
k2 · k 3 = 1 · 1 = 1 (assunto il valore di k2 · k3 più elevato: linea di energia)
k4 = k 5 = 1
pe1 = 0,8 per la linea aerea (conduttura non schemata)
pe2 = 0 per la linea di telecomunicazione (conduttura in fibra ottica)
δo = 8,25 · 10–4 (media pesata per metro quadrato)
Rd = A + D = 1,1 ⋅ 10–4
Ri = C + G = 1,3 ⋅ 10–3
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B.3.3.3 Rischio complessivo
R = Rd + Ri = 1,4 ⋅ 10–3
Rf = A + C = 3 ⋅ 10–5
Ro = D + G = 1,4 ⋅ 10–3
R = Rf + Ro = 1,4 ⋅ 10–3
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Tab. 21a Rischio di tipo 1: componenti di rischio, rischi parziali e rischio complessivo per varie soluzioni
Tab. 21b Rischio di tipo 4: componenti di rischio, rischi parziali e rischio complessivo per varie soluzioni
Fine Documento
protezione A D C G Rd Ri Rf Ro R
1 Senza protezione 2,2 · 10-5 8,9 · 10-5 7,7 · 10-6 1,3 · 10-3 1,1 · 10-4 1,3 · 10-3 3 · 10-5 1,4 · 10-3 1,4 · 10-3
-6 -6 -8 -5 -6 -5 -6 -5
2 LPS di IV livello 1,2 · 10 5 · 10 7,7 · 10 1,3 · 10 6,2 · 10 1,3 · 10 1,2 · 10 1,8 · 10 1,9 · 10-5
3 SPD + asfalto 5,4 · 10-6 2,2 · 10-5 7,7 · 10-8 1,3 · 10-5 2,7 · 10-5 1,3 · 10-5 5,4 · 10-6 3,5 · 10-5 4 · 10-5
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
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Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
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