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AGOSTO 2008
TESTO ITALIANO
UNI © UNI
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Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com
PREMESSA
La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della
Commissione Tecnica UNI
Protezione attiva contro gli incendi
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INDICE
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 1
3 TERMINI E DEFINIZIONI 1
6 CARATTERISTICHE FUNZIONALI 7
6.1 Generalità...................................................................................................................................................... 7
6.2 Impianti elettrici .......................................................................................................................................... 7
6.3 Drenaggi ........................................................................................................................................................ 7
6.4 Riscaldamento ............................................................................................................................................ 8
6.5 Sistema di scarico dei fumi .................................................................................................................. 8
6.6 Fissaggio ....................................................................................................................................................... 8
figura 3 Esempi di sistema di fissaggio ................................................................................................................. 9
6.7 Estintore ...................................................................................................................................................... 10
BIBLIOGRAFIA 12
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in
altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e
sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o
revisioni apportate a dette pubblicazioni, valgono unicamente se introdotte nella presente
norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione
della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
UNI 10779 Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione,
installazione ed esercizio
UNI EN 12845 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler -
Progettazione, installazione e manutenzione
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.
3.1 intercapedine antincendio ad uso esclusivo1): Vano di distacco con funzione di aerazione
e/o scarico di prodotti della combustione di larghezza trasversale non minore di 0,60 m;
con funzione di passaggio di persone di larghezza trasversale non minore di 0,90 m.
Longitudinalmente è delimitata dai muri perimetrali (con o senza aperture) appartenenti al
fabbricato servito e da terrapieno e/o da muri di altro fabbricato, aventi pari resistenza al
fuoco.
Superiormente è confinante con "spazio scoperto" ed ha aperture di aerazione di
superficie netta non minore di 60% della superficie in pianta dell’intercapedine.
3.2 larghezza di passaggio utile: Distanza tra interno ringhiera e parete o interno altra
ringhiera, oppure tra parete e parete2).
3.3 locale fuori terra: Locale il cui piano di calpestio o piano di installazione del gruppo di
pompaggio è a quota non minore di quella del piano di riferimento.
3.4 locale interrato: Locale che non rientra nella definizione di cui al punto 3.3.
3.5 locale per le unità di pompaggio: Vano tecnico destinato ad ospitare esclusivamente
l’unità di pompaggio e i relativi componenti.
Nota I locali per le unità di pompaggio sono di seguito denominati "locali".
1) Definizione tratta dal Decreto del Ministero dell’Interno 30 novembre 1983 "Termini, definizioni generali e simboli grafici di
prevenzione incendi".
2) Definizione tratta dalla UNI 10803:1999, punto 2.3.12.
3.6 percorso protetto3): Percorso caratterizzato da una adeguata protezione contro gli effetti
di un incendio che può svilupparsi nella restante parte dell’edificio. Esso può essere
costituito da un corridoio protetto, da una scala protetta o da una scala esterna.
3.7 piano di riferimento: Piano della strada o piano da cui avviene il naturale deflusso
dell’acqua meteorica.
3.8 spazio di lavoro: Spazio libero per consentire gli interventi sulle unità di pompaggio
attraversato esclusivamente dai collegamenti a servizio dell’unità di pompaggio.
3.9 spazio scoperto4): Spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente, anche se
delimitato su tutti i lati, superficie minima in pianta (metri quadrati) non inferiore a quella
calcolata moltiplicando per tre l'altezza in metri della parete più bassa che lo delimita.
3.10 unità di pompaggio: Complesso comprendente una pompa con relativo motore, sistema
di accoppiamento ed eventuale basamento.
4.1 Ubicazione
I locali devono essere fuori terra o interrati e in ordine di preferenza, di tipo:
- separato (isolato);
- in adiacenza;
- entro l’edificio protetto dall’impianto servito.
L’ubicazione del locale deve essere tale da assicurare, in caso di incendio, il facile
accesso al locale da parte delle squadre di soccorso.
3) Definizione tratta dal Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 "Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione
dell’emergenza nei luoghi di lavoro".
4) Definizione corrispondente al Decreto del Ministero dell’Interno 30 novembre 1983 "Termini, definizioni generali e simboli
grafici di prevenzione incendi" di seguito riportata integralmente
spazio scoperto: Spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente, anche se delimitato su tutti i lati, superficie
minima in pianta (m2) non inferiore a quella calcolata moltiplicando per tre l'altezza in metri della parete più bassa che lo
delimita. La distanza fra le strutture verticali che delimitano lo spazio scoperto deve essere non minore di 3,50 m. Se le
pareti delimitanti lo spazio a cielo libero o grigliato hanno strutture che aggettano o rientrano, detto spazio è considerato
"scoperto" se sono rispettate le condizioni del precedente comma e se il rapporto fra la sporgenza (o rientranza) e la
relativa altezza di impostazione è non maggiore di 1/2. La superficie minima libera deve risultare al netto delle superfici
aggettanti. La minima distanza di 3,50 m deve essere computata fra le pareti più vicine in caso di rientranze, fra parete e
limite esterno della proiezione dell'aggetto in caso di sporgenze, fra i limiti esterni delle proiezioni di aggetti prospicienti.
4.2 Accesso
4.2.1 Generalità
L’accesso al locale deve essere garantito per le persone e per i macchinari e deve essere
agevole per le persone anche in caso di funzionamento dell’impianto antincendio,
assenza di luce, presenza di neve ove previsto, e comunque in presenza di qualunque
fattore che influisca negativamente sull’accessibilità.
L’accesso deve essere segnalato in modo idoneo.
5.2.1 Generalità
Le dimensioni minime dei locali devono essere tali da consentire sia gli interventi di
manutenzione ordinaria sia eventuali interventi di manutenzione straordinaria
assicurando condizioni di sicurezza per il personale.
5.4 Aerazione
5.4.1 Generalità
I locali devono essere aerati naturalmente con aperture permanenti, senza serramenti, di
superficie non minore di 1/100 della superficie in pianta del locale, con un minimo di
0,1 m2, che aprono direttamente su spazio scoperto o intercapedine antincendio.
Tutte le aperture di aerazione devono essere dotate di griglie protettive.
Le aperture possono essere corredate di serrande ad apertura automatica normalmente
chiuse o a gravità.
5.4.2.1 Tipologia
Possono essere installati motori diesel sia con raffreddamento ad aria diretta che a liquido
con radiatore o con scambiatore di calore.
Per motori diesel di potenza complessiva maggiore di 40 kW, installati nei locali interrati
non è ammesso il raffreddamento ad aria diretta.
Per potenza complessiva si intende la somma delle potenze dei motori Diesel presenti nel
locale.
Nel caso in cui non sia possibile rispettare questo tipo di installazione, deve essere
previsto un sistema di estrazione forzata, garantito anche in assenza di alimentazione da
rete elettrica per il tempo di funzionamento previsto per il sistema antincendio, e il cui
avvio sia contemporaneo o preventivo all’avviamento del motore, considerando una
portata di aria non minore di:
Q = 50 u P
dove:
Q è la portata di aria da estrarre in m3/h;
P è la potenza installata in kW.
L’apertura per l’immissione dell’aria deve avere una superficie netta non minore di 0,15 m2.
Durante il funzionamento di estrazione dell’aria, la massima depressione ammissibile nel
locale a porte chiuse non deve essere maggiore di 20 Pa.
Nota Le indicazioni sono riferite ad una differenza di temperatura dell’aria di ingresso e di uscita nel locale di 15 °C.
Dove sussistano condizioni ambientali particolarmente gravose ai fini di una corretta
aerazione, occorre procedere con verifica analitica.
Per il conteggio della superficie dell’apertura dell’ingresso dell’aria, può essere utilizzata
anche la superficie prevista al punto 5.4.1.
figura 2 Esempio di locale per unità di pompaggio raffreddata con scambiatore acqua-acqua
Legenda
1 Griglia immissione aria
2 Serranda (eventuale)
3 Griglia espulsione aria
L’apertura per l’immissione dell’aria deve avere una superficie netta non minore di 0,15 m2.
Durante il funzionamento di estrazione dell’aria, la massima depressione ammissibile nel
locale a porte chiuse non deve essere maggiore di 20 Pa.
Nota Le indicazioni sono riferite ad una differenza di temperatura dell’aria di ingresso e di uscita nel locale di 15 °C.
Dove sussistano condizioni ambientali particolarmente gravose ai fini di una corretta
aerazione, occorre procedere con verifica analitica.
6 CARATTERISTICHE FUNZIONALI
6.1 Generalità
I locali devono presentare caratteristiche tali da consentire sia la gestione delle unità di
pompaggio durante la fase di funzionamento dell’impianto antincendio sia la loro
manutenzione.
6.3 Drenaggi
6.3.1 Generalità
Il locale deve essere dotato di un sistema di drenaggio adeguato allo smaltimento degli
eventuali scarichi d’acqua.
Tutti gli scarichi di acqua (provenienti dalle unità di pompaggio e non) devono essere
portati all’esterno del locale.
I pozzetti di drenaggio, ove previsti, devono essere realizzati in modo da minimizzare il
ristagno d’acqua.
Il sistema di drenaggio deve impedire il riflusso e garantire la fuoriuscita dell’acqua anche
in caso di gelo.
I locali devono essere dotati di sistema di rivelazione ed allarme per presenza di acqua a
pavimento da rinviare in luogo costantemente presidiato eventualmente cumulato ad altri
segnali di anomalia.
6.4 Riscaldamento
I locali devono essere dotati di impianto di riscaldamento in grado di evitare il gelo delle
tubazioni antincendio e delle parti installate nel locale e in grado di mantenere condizioni
di temperatura e di umidità soddisfacenti in tutte le stagioni.
In particolare per la temperatura si devono seguire le indicazioni della UNI EN 12845 e si
deve prevedere un sistema adeguato per evitare condizioni di umidità maggiori dell’80%.
Il mantenimento di una temperatura interna di almeno 15 °C è considerato sufficiente a
limitare la presenza di umidità relativa troppo elevata.
6.6 Fissaggio
Al fine di evitare la trasmissione delle vibrazioni alle strutture, l’unità di pompaggio deve
essere idoneamente ancorata o cementata a terra (vedere figura 3). Il fissaggio deve
garantire la tenuta nel tempo ed avere caratteristiche meccaniche tali da sopportare la
vibrazione dell’impianto durante il suo funzionamento. Non sono generalmente ammessi
i tasselli antivibranti per fissare a terra i basamenti delle pompe, a meno di specifica
ingegnerizzazione.
Devono essere attentamente valutati i sistemi di fissaggio in territori con caratteristiche
sismiche.
a)
b)
Devono inoltre essere evitati i carichi sulle flange delle pompe mediante l’installazione di
idonei sostegni.
6.7 Estintore5)
Deve essere installato un estintore di classe di spegnimento almeno 34A144 BC. In
presenza di impianti con potenze elettriche complessive installate maggiori di 40 kW deve
essere previsto anche un estintore a CO2 di classe di spegnimento minima di 113BC.
7.1 Generalità
Le seguenti prescrizioni si applicano ai serbatoi di alimentazione delle unità di pompaggio
azionati da motori a combustione interna.
I serbatoi devono essere saldamente ancorati, in relazione alla tipologia di impianto, e
installati in modo da non essere accidentalmente danneggiati.
7.2 Serbatoi
Il serbatoio del combustibile di alimentazione dei motori deve essere realizzato in modo
da evitare la fuoriuscita di combustibile; ciò vale soprattutto per le stazioni di pompaggio
ubicate direttamente al di sopra della riserva idrica al cui servizio sono collegati, o
qualunque altro flusso d’acqua che potrebbe essere inquinato per la presenza del
combustibile.
Si considera accettabile l’uso di un serbatoio a doppia parete, di un serbatoio dotato di
bacino di raccolta di eventuali spargimenti di capacità uguale al 100% della capacità
geometrica del serbatoio o altre soluzioni equivalenti.
È consentita l’installazione del serbatoio sia all’interno sia all’esterno del locale che ospita
l’unità di pompaggio e comunque nel rispetto della legislazione vigente.
A.1 Generalità
La presente appendice della norma può essere applicata, ai locali esistenti, e previo
accordo fra le parti interessate in caso di "modifica sostanziale" del locale e/o delle unità
di pompaggio.
BIBLIOGRAFIA
Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 "Criteri generali di sicurezza antincendio e per la
gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro"
Decreto Ministero dell’Interno 30 novembre 1983 "Termini, definizioni generali e simboli
grafici di prevenzione incendi
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