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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

GUIDA
CEI 31-35/A
Data Pubblicazione Edizione
2001-01 Seconda
Classificazione Fascicolo
31-35/A 5926
Titolo
Costruzioni elettriche potenzialmente esplosive per la presenza di gas
Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30)
Classificazione dei luoghi pericolosi
Esempi di applicazione
Title
Electrical apparatus for explosive atmospheres
Guide for classification of hazardous areas

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Il presente fascicolo presenta dieci esempi pratici di classificazione di aree pericolose, sulla base delle
valutazioni delle caratteristiche di un ambiente, riportate nella Guida CEI 31-35, seconda edizione.

DESCRITTORI
Atmosfera esplosiva; Gas ; Aree pericolose;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali (UTE) CEI EN 60079-10:1996-10; CEI 31-35:2001-01;
Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 31-35/A Pubblicazione Guida Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 2001-3-1 Ambito validità Nazionale


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. 5024:1999-01

Comitato Tecnico 31-Materiali antideflagranti


Approvata dal Presidente del CEI in Data 2000-12-12
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 762 Chiusa in data 2000-10-15

Gruppo Abb. 2 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)

© CEI - Milano 2001. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

AP PEND I CE
GD ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE 1

Esempio GD-1 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER COMPONENTI
E/O APPARECCHIATURE PRESENTI NEGLI IMPIANTI DI TRASPORTO E
DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE 2

Esempio GD-2 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN IMPIANTO DI


RICEZIONE E PRIMA RIDUZIONE DI GAS NATURALE DA 75 × 105 PA
A 24 × 105 PA (DA 75 BAR A 24 BAR ) 9

Esempio GD-3 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN IMPIANTO DI
RIDUZIONE FINALE DI GAS NATURALE - IMPIANTO INTERRATO 23

Esempio GD-4 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN IMPIANTO DI
RIDUZIONE FINALE DI GAS NATURALE – IMPIANTO IN ARMADIO 40

Esempio GD-5 CLASSIFICAZIONE


DI UN LUOGO ALL’APERTO DOVE SI FORMA UNA POZZA DI BENZINA
FUORIUSCITA DAL SUO SISTEMA DI CONTENIMENTO A TEMPERATURA AMBIENTE ED
INFERIORE ALLA SUA TEMPERATURA DI EBOLLIZIONE 59

Esempio GD-6 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN LOCALE
DOVE È INSTALLATO UN IMPIANTO DI PREPARAZIONE INCHIOSTRI E
RIEMPIMENTO DEI CONTENITORI 73

Esempio GD–7 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN IMPIANTO DI
DISTRIBUZIONE DI BENZINA PER AUTOTRAZIONE, DOTATO DI SISTEMA DI
RECUPERO DEI VAPORI 85

Esempio GD-8 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN IMPIANTO DI
DISTRIBUZIONE DI GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO (GPL) PER AUTOTRAZIONE 117

Esempio GD-9 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UNA CENTRALE DI
PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA CON GENERATORI RAFFREDDATI IN IDROGENO
INSTALLATI IN AMBIENTE CHIUSO (SALA MACCHINE) 127

Esempio GD-10 CLASSIFICAZIONE


DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER ALCUNE CENTRALI
TERMICHE ALIMENTATE A GAS NATURALE 146

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GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL
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Pagina iv
APPENDICE
GD ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI
ESPLOSIONE
Premessa
Nella presente appendice si riportano alcuni esempi che si basano su dati specifi-
ci; i loro contenuti non sono destinati ad essere applicati in modo acritico, ma
devono essere correlati alla situazione reale che si presenta caso per caso.
Il tecnico preposto alla classificazione dei luoghi deve valutarne, l’applicabilità al
caso reale ed il rispetto della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30), in base ai fat-
tori che li condizionano.
Gli esempi già contenuti nella prima edizione della guida sono stati modificati
per adeguarli alla presente edizione.
Si fa presente che, nel presente fascicolo, i riferimenti, quando presenti, agli arti-
coli 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - GA - GB e GC, si riferiscono agli articoli della Guida
CEI 31-35, seconda edizione, che deve essere utilizzata congiuntamente a questo
fascicolo.

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Esempio GD-1 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER
COMPONENTI E/O APPARECCHIATURE PRESENTI NEGLI IMPIANTI DI
TRASPORTO E DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE

Premessa
L’esempio ha lo scopo di definire le zone pericolose determinate da componenti
e/o apparecchiature presenti negli impianti di trasporto e distribuzione del gas
naturale.
Nell’esempio i componenti e/o apparecchiature sono ubicati all’aperto e le emis-
sioni strutturali sono risultate trascurabili ai fini della classificazione dei luoghi;
vengono pertanto trattate SE valutate solo come emissioni di secondo grado per
anomalia o guasto del componente
Al punto GD-1.8. è riportato un elenco dei componenti e/o apparecchiature pre-
senti negli impianti di trasporto e distribuzione del gas naturale, con le dimensio-
ni dei fori di guasto ragionevolmente prevedibili, per i quali sono state eseguite
le valutazioni e i calcoli.
I risultati sono riassunti nelle Tabelle A, B e C, dove sono indicati i dati di calcolo
e le estensioni delle zone 2 per le diverse pressioni di esercizio degli impianti.
A titolo di esempio viene di seguito presentato il procedimento di calcolo relativo
ad una flangia in un impianto con pressione relativa di esercizio di 1,5 bar (pres-
sione assoluta = 2,513 × 105 Pa), i cui risultati sono riassunti nella posizione A7
della Tabella A.

GD-1.1 Caratteristiche del gas infiammabile


n denominazione: gas naturale
n densità relativa all'aria: 0,595
n densità rgas (Ta=20 °C e Pa=101325 Pa): 1,2047·0,595 =0,719 kg/m3
n volume occupato da un kgmol: 22,414 m3
n massa molare (M): 16,34 kg/kmol
n rapporto tra i calori specifici (g): 1,31
n limite inferiore di esplodibilità
in volume (LEL% vol.): 3,93 %
3
n limite inferiore di esplodibilità LEL (kg/m ) =
= 0,416·10-3 ·M·LEL% = 0,416·10-3·16,340 ·3,93 = 0,0267 kg/m3
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n temperatura minima di accensione: 482 °C
n classe di temperatura: T1
n temperatura assoluta di efflusso (T): 293 K (20 °C)

GD-1.2 Caratteristiche della sorgente di emissione SE di gas naturale


Nell’esempio la SE è costituita da una flangia RF con guarnizione in fibra com-
pressa, in un impianto con pressione relativa di 1,5 bar (pressione assoluta =
2,513 × 105 Pa) installata all’aperto.
Le emissioni strutturali dalla flangia in funzionamento normale sono considerate
trascurabili.

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Per la valutazione della portata di emissione in caso di guasto, viene considerato
un foro di sezione di 2,5 mm2.
n SE: flangia
n grado di emissione: secondo
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50%

GD-1.3 Caratteristiche della ventilazione


Il luogo è all’aperto con libera circolazione dell’aria e pratica assenza di impedi-
menti che potrebbero ridurre l’efficacia della miscelazione nel volume interessato
dalle emissioni di gas.

Dati ambientali
n luogo all’aperto
n temperatura ambiente (Ta): 40 °C (313 K)
n pressione atmosferica (Pa): 101325 Pa (1,013 bar)
n velocità del vento (w): 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona, in quanto la velocità
di 0,5 m/s in pratica è presente sempre
n fattore di efficacia della ventilazione (f): 1

GD-1.4 Calcolo della portata di emissione applicando le formule GB.4.1.1 e


GB.4.1.2
Con la formula GB.4.1.1. si è verificato se il flusso è sonico o subsonico:

g
1, 013 æ 2 ö g -1
£ç ÷ = 0, 4 £ 0, 54
2, 513 è g + 1ø

è rispettata la condizione, quindi si ha flusso sonico j = 1


Con la formula GB.4.1.2. si è calcolata la portata di emissione:

0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 51325 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 2, 5 × 10 × ê1, 31 × ç ÷ ú × = 8, 69 × 10 -4 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5

ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø

dove:

g +1
b= = 7,45
g -1
Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.3.1. in
quanto, nelle condizioni con flusso sonico, la velocità di uscita u0 del gas è
>10 m/s.

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-1
d z = 16,5(251325 × 10 -5 ) × 16,34 -0, 4 æ
3,93ö
× (2,5 × 10 -6 ) × 1,5 = 0,52 m
0,5 0,5

è 100 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 0,6 m.

GD-1.5 Valutazione del grado e disponibilità della ventilazione


Per definire il grado della ventilazione è stata calcolata prima la minima portata
volumetrica di aria di ventilazione (dV/dt)min con la formula [2.2.a].

8,69 × 10 -4 313
(dV/dt )min = Qamin = × = 695 × 10 -4 m3 /s
0,5 × 0,0267 293

A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:
L0 = 2 · 0,6 = 1,2 m
Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0
con la formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 416 s -1
L0 1, 2

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e


[2.2.i]:

f × (dV/dt )min 1 × 695 × 10 -4


Vz = = = 0,17 m3
C0 0,416

- f k × LEL%vol -1 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 7, 8 s
C0 X0 0, 416 50

Il volume ipotetico di atmosfera esplosiva Vz non è trascurabile (0,17 m3), ma li-


mitato dall’effetto della ventilazione; l’ambiente è aperto per cui il grado della
ventilazione in relazione all’emissione è MEDIO e la disponibilità della ventilazio-
ne è BUONA.

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GD-1.6 Classificazione del luogo pericoloso
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “medio”;
n la disponibilità della ventilazione è “buona”;

il luogo pericoloso è zona 2.

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio d'intervento per eli-


minare la perdita e il tempo di persistenza al cessare dell’emissione t, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.

GD-1.7 Determinazione dell’estensione della zona


Nota la distanza dz, per definire l’estensione della zona pericolosa, trattandosi di
una flangia la cui direzione di emissione non è nota, si è assunta una forma sferi-
ca riferita alla SE, come nell’esempio n. 4 dell’Appendice C della Norma
CEI EN 60079-10 (par.2.2.2.), avente raggio corrispondente alla quota a pari a
0,6 m, vedere la Fig. GD-1-1.

Fig. GD-1.1 Zona pericolosa originata dalla emissione di secondo grado di una connessione a
flangia facente parte di un impianto di trasporto e distribuzione gas naturale con pres-
sione relativa di esercizio di 1,5 bar (pressione assoluta = 2,513 × 105 Pa)

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GD-1.8 Elenco esemplificativo delle SE
Viene di seguito riportata una descrizione dei principali componenti e/o apparec-
chiature presenti negli impianti di trasporto e distribuzione del gas naturale con
le dimensioni dei relativi fori di guasto ragionevolmente prevedibili, considerati
SE con emissione di secondo grado.
a) Flange di tipo RF (raised face), conformi alle norme ANSI B 16.5 e MSS-SP44
con guarnizione ad anello ondulato metallico con inserto in grafite oppure
del tipo spirometallico.
Per tali connessioni si considera un foro di guasto di 0,25 mm2.
b) Flange di tipo RF (raised face), conformi alle norme ANSI B 16.5 e MSS-SP44 con
guarnizione in fibra compressa (ad esempio tipo Reinz, Donit, Permanite ecc.).
Per tali connessioni si considera un foro di guasto di 2,5 mm2.
c) Flange conformi alle norme UNI 2285 o alle norme ANSI B 16.5 con guarni-
zione in fibra aramidica.
Per tali connessioni si considera un foro di guasto di 0,25 mm2.
d) Flange di tipo RJ (ring-joint) conformi alle norme ANSI B 16.5 e MSS-SP44
con guarnizione in anello metallico toroidale oppure giunzioni filettate ma-
schio-femmina tra tubo e manicotto (vedere GB-3.1.a).
Per tali connessioni si considera un foro di guasto di 0,1 mm2 .
e) Chiusure rapide per trappole, filtri gas e scarichi da punti di linea, con guarni-
zioni O-ring.
Per tali connessioni si considera un foro di guasto di 0,25 mm 2 .
f) Spurghi impurità tramite valvole di intercettazione munite di tappo filettato.
Per tali apparecchiature si considera un foro di guasto di 0,25 mm 2 .
g) Prese manometriche e stacchi per strumentazione muniti di tappi .
Per tali apparecchiature si considera un foro di guasto di 0,25 mm 2 .
h) Connessioni di piccolo diametro (es.: raccordi per strumentazione ).
Per tali apparecchiature si considera un foro di guasto di 0,25 mm 2 .
i) Valvole di intercettazione con corpo flangiato e/o saldato conformi alle nor-
me API 6D e ANSI B 16.34 dei tipi riportati nei punti seguenti.
i1) Valvole con tenuta sullo stelo con premitreccia.
Per tali valvole si considera un foro di guasto di 2,5 mm2;
i2) Valvole con tenuta sullo stelo a grasso.
Per tali valvole si considera un foro di guasto di 0,25 mm2;
i3) Valvole con tenuta sullo stelo ad O-ring.
Per tali valvole si considera un foro di guasto di 0,25 mm2 .
l) Valvole di regolazione (riduttori) con pilota ed autoregolatrici.
Per tali valvole si considera un foro di guasto di 0,25 mm2.
m) Valvole di regolazione a globo con tenuta sullo stelo ad O-ring o teflon e con
posizionatore pneumatico di comando.
Per tali valvole si considera un foro di guasto di 2,5 mm2 .

GD-1.9 Tabelle riassuntive


Nelle Tabelle sotto riportate sono riassunti i dati finali elaborati relativi ai seguenti casi:
n tabella A: foro di guasto di 2,5 mm2 con pressioni variabili da 15000 kPa a
2 kPa relativi (da 150 bar a 20 mbar).
n tabella B: foro di guasto di 0,25 mm2 con pressioni variabili da 15000 kPa a
2 kPa relativi (da 150 bar a 20 mbar);
n tabella C: foro di guasto di 0,1 mm2 con pressioni variabili da 15000 kPa a
2 kPa relativi (da 150 bar a 20 mbar);

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Tab. A Dati relativi alla Zona 2 con fori di guasto da 2,5 mm2

Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t

[bar] [Pa] [kg/s] [m] [m] [m3] [s]


A1 150 15101325 0,052250 4,00 4,5 75,24 58,3
A2 100 10101325 0,034950 3,27 3,5 39,14 45,3
A3 75 7601325 0,026300 2,84 3,0 25,25 38,8
A4 24 2501325 0,008654 1,63 2,0 5,54 25,9
A5 12 1301325 0,004502 1,18 1,5 2,16 19,4
A6 5 601325 0,002080 0,80 1,0 0,67 12,9
A7 1,5 251325 0,000869 0,52 0,6 0,17 7,8
A8 0,5 151325 0,000503 0,40 0,5 0,08 6,5
A9 0,02 105325 0,000104 0,33 0,4 0,02 6,5

Tab. B Dati relativi alla Zona 2 con fori di guasto da 0,25 mm2

Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t

[bar] [Pa] [kg/s] [m] [m] [m3] [s]


B1 150 15101325 0,005225 1,27 1,5 2,51 19,4
B2 100 10101325 0,003495 1,04 1,5 1,68 19,4
B3 75 7601325 0,002630 0,90 1,0 0,84 12,9
B4 24 2501325 0,000865 0,52 0,6 0,17 7,8
B5 12 1301325 0,000450 0,37 0,5 0,0720 6,5
B6 5 601325 0,000208 0,25 0,3 0,0200 3,9
B7 1,5 251325 0,000087 0,16 0,2 0,0056 2,6
B8 0,5 151325 0,000050 0,13 0,2 0,0032 2,6
B9 0,02 103325 0,000015 0,10 Trascur. 0,0007* 2,6

Tab. C Dati relativi alla Zona 2 con fori di guasto di 0,1 mm2

Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t

[bar] [Pa] [kg/s] [m] [m] [m3] [s]


C1 150 15101325 0,00209 0,80 1,0 0,6688 12,9
C2 100 10101325 0,001398 0,65 0,7 0,3132 9,1
C3 75 7601325 0,001052 0,57 0,6 0,2020 7,8
C4 24 2501325 0,000346 0,33 0,5 0,0498 5,8
C5 12 1301325 0,00018 0,24 0,3 0,0173 3,9
C6 5 601325 8.32E-05 0,16 0,2 0,0053 2,6
C7 1,5 251325 3.48E-05 0,10 Trascur. 0,0022* 2,6
C8 0,5 151325 2.01E-05 0,08 Trascur. 0,0006* 1,3
C9 0,02 103325 4.15E-06 0,07 Trascur. 0,0001* 1,3

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Legenda
Prel = pressione relativa
Pr = pressione assoluta
Qg = portata di emissione
Vz = volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva
t = tempo di persistenza
dz = distanza pericolosa calcolata con la formula GB.5.3.1. in quanto la
velocità media di uscita già alla pressione di 0,02 bar è maggiore di
10 m/s
a = distanza pericolosa assunta
* Con tale condizioni di ventilazione (fattore di efficacia f=1) il Vz calcolato può essere
considerato di estensione trascurabile pertanto il grado di ventilazione è “ALTO”; dalla
Tab. B1 si evince pertanto che il luogo è Zona 2 NE, quindi luogo non pericoloso; con al-
tre condizioni di ventilazione (f >1) gli stessi potrebbero generare luoghi pericolosi di
zona 2

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Esempio GD-2 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN
IMPIANTO DI RICEZIONE E PRIMA RIDUZIONE DI GAS NATURALE DA
75 × 105 PA A 24 × 105 PA (DA 75 BAR A 24 BAR )

Premessa
L’esempio elaborato ha lo scopo di definire la classificazione dei luoghi pericolo-
si in un impianto di ricezione e prima riduzione di gas naturale da 75 × 105 Pa a
24 × 105 Pa (da 75 bar a 24 bar) ubicata in aperta campagna e costituita da un edi-
ficio comprendente i seguenti locali e parti di impianto interessati da zone peri-
colose:
n locale di riduzione e misura;
n luogo all’aperto dove sono ubicati gli sfiati delle valvole di sicurezza.
Nota Il locale contenente la caldaia per il preriscaldo del gas non è stato considerato in questo esem-
pio in quanto può essere classificato applicando il metodo utilizzato nell’esempio GD-10 (Cen-
trali termiche).
Le zone pericolose risultanti sono riportate nella Fig. GD-2-1.

GD-2.1 Caratteristiche del gas infiammabile


n denominazione: gas naturale
n densità relativa all'aria: 0,595
n densità rgas (Ta=20 °C e Pa=101325 Pa): 1,2047 0,595 =0,719 kg/m3
n volume occupato da un kgmol: 22,414 m3
n massa molare (M): 16,34 kg/kmol
n rapporto tra i calori specifici (g): 1,31
n limite inferiore di esplodibilità
in volume (LEL% vol.): 3,93 %
n limite inferiore di esplodibilità LEL (kg/m3) =
= 0,416·10-3 ·M·LEL% = 0,416·10-3·16,340·3,93 = 0,0267 kg/m3
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n temperatura minima di accensione: 482 °C
n classe di temperatura: T1
n temperatura assoluta di efflusso (T): 293 K (20 °C)

GD-2.2 Classificazione nel locale di riduzione e misura

GD-2.2.1 Caratteristiche del locale e dell’impianto


Il locale contiene le apparecchiature per la riduzione della pressione e per la mi-
sura delle quantità di gas ed ha le seguenti dimensioni: a = 6 m, b = 4,4 m, h = da
4,65 a 4,2 m (tetto spiovente), pertanto il volume Va è di 117 m3.
La superficie di ventilazione libera totale (SA) è 7,2 m2, data dalla somma delle
seguenti aperture di ventilazione:
n n° 2 da 1,44 m2 (1,8 0,8 m), realizzate su una parete lunga, sulla parte alta
del locale a partire da un’altezza di 3,05 m dal pavimento (A 1);
n n° 1 da 0,96 m2 (1,2 0,8 m) e n°1 da 1,44 m2, realizzate sulla parete opposta,
sulla parte alta del locale a partire da un’altezza di 3,05 m dal pavimento (A3);
n n° 4 (2+2) da 0,48 m2 (1,2 0,4), realizzate sulla parte inferiore delle due pa-
reti lunghe a partire da un’altezza di 0,3 m dal pavimento (A 2 + A4).

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La distanza verticale minima tra la mezzeria delle aperture di ventilazione a livel-
lo alto e quelle a livello basso (L) è di 2,95 m.
La linea di riduzione del gas è realizzata secondo le vigenti disposizioni di legge
(Norme UNI CIG e DM 24-11-1984) ed ha una pressione massima di esercizio di
75 bar relativi a monte e di 24 bar relativi a valle.
Nel caso riportato in esempio viene considerata una cabina con tubazione di uscita
DN 100; l’orifizio della valvola di sicurezza è stato scelto secondo i criteri riportati
sul DM 24-11-84 con una tubazione di ingresso DN 15 e una tubazione di sfiato
all’atmosfera DN 25; il terminale di sfiato si trova ad un’altezza di 6,5 m dal suolo.

GD-2.2.2 Caratteristiche della ventilazione del locale


n luogo: interno
n ventilazione: naturale
n velocità dell’aria all’interno: 0,1 m/s
n fattore di efficacia (f): 2
n disponibilità della ventilazione: buona
n temperatura interna (Ta): 293 K (20°C)
n pressione atmosferica (Pa): 101325 Pa

Per valutare la ventilazione del locale è stata applicata la formula prevista al pun-
to GB.6.2.3 per la ventilazione naturale dovuta alla spinta del vento.

( )
0,5
Q aw = cs × A aw × w Dc p

dove:
A = sezione libera di ingresso o di uscita dell’aria, [m2];
Qa = quantità di aria dovuta alla ventilazione, [m3/s];

Qaw = quantità di aria dovuta alla spinta del vento, [m3/s];


Cs = coefficiente di scarico di un’apertura = 0,65;
Dcp = coefficiente di pressione dell’aria di ingresso = 0,9, in quanto la direzio-
ne prevalente del vento è perpendicolare al piano delle aperture di en-
trata dell’aria e l’edificio non è schermato da altri edifici o strutture es-
sendo ubicato in aperta campagna;
w = velocità del vento= 0,5 m/s;
Aaw è stato ricavato come segue:

1 1 1
= +
(A1 + A 2 ) (A 3 + A 4 )
2 2 2
A aw

dove:
A1 = 1,44 ×2 = 2,88 m2
A2 = 0,48 ×2 = 0,96 m2
A3 = 0,96 + 1,44 = 2,40 m2
A4 = 0,48 ×2 = 0,96 m2

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0.5
æ 1 ö
A aw =ç ÷ = 2,53 m2
è 0,156 ø

pertanto:

Q aw = 0,65 × 2,53 × 0,5 × (0,9) = 0,7796 m 3 /s


0,5

Non è stato eseguito il calcolo della portata d’aria per effetto camino in quanto
trascurabile rispetto a Qaw; pertanto Qa = Qaw.
Conosciuta la portata di aria Qa per definire il numero dei ricambi di aria dell’in-
tero ambiente è stata applicata la formula [2.2.e2]

Q a 0, 7796
Ca = = = 0, 0067 s -1
Va 117

GD-2.2.3 Caratteristiche delle sorgenti di emissione (SE)


All’interno del locale sono installate flange, valvole, connessioni e drenaggi che
possono emettere continuamente quantità molto limitate di gas naturale (emissio-
ni strutturali) ed una quantità maggiore in occasione di guasti; esse sono pertanto
state considerate SE con gradi di emissione continuo e secondo.
Con riferimento a quanto indicato nel paragrafo 2.3. “Procedimento di classifica-
zione dei luoghi pericolosi”, sono state considerate contemporanee le emissioni
di grado continuo; non sono state considerate contemporanee le emissioni di se-
condo grado, ma è stata presa in esame una sorgente di emissione che è comun-
que rappresentativa di tutte le altre.

GD-2.2.4 Emissioni di grado continuo (strutturali)


Ai fini della valutazione delle emissioni strutturali delle apparecchiature e dei
componenti presenti all’interno del locale di riduzione e misura, è stato fatto rife-
rimento alla Tabella GB.3.2-1 ed alla Tabella GB.3.2-2 e, a titolo di esempio, sono
state considerate:
n n. 10 valvole di intercettazione
manuali e/o automatiche: Qg = (5,6 ×10 -7) × 10 = 5,6 ×10 -6 kg/s;
n n. 100 connessioni a flangia: Qg = (1,9 ×10 -8) × 100 = 1,9 ×10 -6 kg/s;
n n. 5 drenaggi e/o prese
campione: Qg = (5,6 ×10 -8) × 5 = 2,8 ×10 -7 kg/s.
La sostanza è una sola (gas naturale), quindi è stato possibile sommare tutte le
portate delle emissioni strutturali. Ne è risultata una portata complessiva
S(dG/dt)max = SQg di 7,78 ×10 -6 kg/s.
n SE : componenti vari
n grado di emissione : continuo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,25
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50%

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Valutazione del grado della ventilazione in relazione alle emissioni di grado con-
tinuo
E’ stata calcolata dapprima, per la sorgente di emissione più significativa, la mini-
ma portata volumetrica di aria di ventilazione (dV/dt)min con la formula [2.2.a]:

(dG/dt)max Ta 5,6 × 10 -7 293


(dV/dt)min = Qamin = × = × = 7,85 × 10 -5 m3 /s
k × LEL 293 0,25 × 0,0267 293

Per stabilire il grado di ventilazione relativo alle emissione continue in ambiente


chiuso, conosciuta la quantità di aria dovuta alla ventilazione e la portata com-
plessiva di emissione si calcola la concentrazione media Xm% nell’atmosfera del
volume totale dell’ambiente Va.
Per le emissioni di grado continuo, il periodo transitorio iniziale può essere tra-
scurato, quindi il valore di Xm% sarà assunto pari alla concentrazione percentuale
media a regime Xr% ottenuto con la formula [2.2.p]

SQ g 7,78 × 10 -6
X m % = SX r % = × 100 = × 100 = 1,388 × 10 -3 %
Q a ×rgas 0,7796 × 0,719

si verifica poi se la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell’at-


mosfera del volume totale dell’ambiente Va rispetta la condizione [2.2.n]

k × LEL %vol
Xm% £
f

Xm% = SXr% = 1,388 × 10 -3 < 0, 49125%

Siccome la concentrazione media rispetta la condizione [2.2.n], per definire il gra-


do della ventilazione è ragionevole considerare V0 < Va e C0 > Ca: pertanto C0
può essere calcolato con lo stesso criterio utilizzato per gli ambienti aperti

Estensione della zona 0


Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.1.2. in
quanto la velocità di uscita u0 del gas è <10 m/s.

0 , 55
æ 42300 × 5, 6 × 10 -7 × 2 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × 1 = 0, 08 m
è 100 ø

76 × x m %

dove k z = 0, 9 × e M × LEL %
= 0, 9 , essendo kz <1 si assume kz = 1

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Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 0,2 m.
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:

L 0 = 2 × 0, 2 = 0, 4 m

Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0


con la formula [2.2.m]:

w 0,1
C0 = = = 0,25 s -1
L 0 0, 4

quindi è stato calcolato il volume Vz con la formula [2.2.d]

f × (dV/dt) min 2 × 7,85 × 10 -5


Vz = = = 0,00062 m3
C0 0,25

Il volume Vz è di estensione trascurabile e quindi il grado di ventilazione è ALTO.


La disponibilità della ventilazione è considerata BUONA in quanto presente con
continuità.

Determinazione del tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di grado continuo;
n il grado di ventilazione è ALTO;
n la disponibilità della ventilazione è BUONA;

il luogo è zona 0 NE - Luogo non pericoloso.

GD-2.2.5 Emissioni di secondo grado


Tutte le emissioni di secondo grado all’interno del locale di riduzione e misura
sono state considerate rappresentate dal guasto di una valvola di regolazione-ri-
duzione pilotata (riduttore) con pressione relativa di 75 × 105 (75 bar ), pressione
assoluta = 76,013 × 105 Pa .
Per la valutazione della portata di emissione in caso di guasto viene considerato
un foro di sezione 0,25 mm2.
n SE : riduttore
n grado di emissione : secondo
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50%

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Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo
grado
Con la formula GB.4.1.2. si è calcolata la portata di emissione:

0,5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
76,013 × 105 -3
Qg = 1 × 0,8 × 0,25 × 10 × ê1,31 × ç ÷ ú × 0,5 = 2,63 × 10 kg/s
êë è 1,31 + 1ø úû æ 293 ö
ç 8314 × ÷
è 16,34 ø

dove:
g+1
b = ------------ = 7, 45
gÐ1

E’ stata poi calcolata la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min con
la formula (B.1) della Norma CEI EN 60079-10.

2,63 × 10-3 293


(dV/dt )min = Qamin = × = 0,177m3 /s
0,5 × 0,0267 293

Negli ambienti chiusi, dal momento iniziale dell’emissione di gas, si ha un anda-


mento esponenziale della sua concentrazione media, in ragione del volume a di-
sposizione della miscela aria-gas (Va).
La concentrazione media a regime Xr può essere ricavata con la formula [2.2.p]

Qg 2,63 × 10 -3
Xr % = × 100 = × 100 = 0, 469 %
Q a × rgas 0,7796 × 0,719

Il valore della concentrazione media Xm% sarà assunto pari a Xr%.


Considerando la contemporaneità delle emissioni si avrà:

Xm% = SXr% + Xte% = 1,369 × 10 -3 + 0, 469 = 0, 47%

si verifica poi se la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell’at-


mosfera del volume totale dell’ambiente Va rispetta la condizione [2.2.n],

k × LEL%vol
Xm% £
f

0, 47 % £ 0, 49125 %

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Siccome la concentrazione media rispetta la condizione [2.2.n], per definire il gra-
do della ventilazione è ragionevole considerare V0 < Va e C0 > Ca: pertanto C0
può essere calcolato con lo stesso criterio utilizzato per gli ambienti aperti

Estensione della zona 2


Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.3.2. in
quanto, nelle condizioni con flusso sonico, la velocità di uscita u0 del gas è
>10 m/s.

-1
d z = 16,5(7601325 × 10 æ 3,93ö × 2,5 × 10 -7 0,5 × 1,5 × 1,57 = 1,41 m
)
-5 0,5
× 16,34 -0, 4
è 100 ø ( )

76 × x m %

k z = 0, 9 × e M × LEL %
= 1, 57

Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 1,5 m.
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:

L 0 = 2 × 1,5 = 3 m

Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0


con la formula [2.2.m]:

w 0,1
C0 = = = 0,0333 s -1
L0 3

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e


[2.2.i].

f × (dV/dt) min 2 × 0,197


Vz = = = 11,8 m3
C0 0,0333

- f LEL%vol × k -2 3,93 × 0,5


t= ln = ln = 130 s
C0 X0 0,05 50

Considerato che il volume Vz non è trascurabile e la concentrazione media Xm%


rispetta la condizione [2.2.n], il grado della ventilazione è MEDIO.

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La disponibilità della ventilazione è considerata BUONA in quanto presente con
continuità.

Determinazione del tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado di ventilazione è MEDIO;
n la disponibilità della ventilazione è BUONA;

il luogo pericoloso è zona 2.

Determinazione dell’estensione della zona


Nota la distanza dz per definire l’estensione della zona pericolosa, trattandosi di un
riduttore la cui direzione di emissione non è nota , si è assunta una forma sferica,
come nell’esempio n° 4 dell’appendice C della della Norma CEI EN 60079-10
(par. 2.2.2.), avente raggio corrispondente alla quota a assunta pari a 1,5 m, vedere
fig. GD- 2-1.
Per la componentistica installata sulla sezione a 24 bar, la distanza pericolosa dz
è stata calcolata utilizzando la formula GB.5.1.2. in quanto la velocità di uscita u0
del gas è <10 m/s.

-1
d z = 16,5(2501325 × 10 -5 ) × 16,34 -0, 4 æ
3,93ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1,5 × 1,08 = 0,56 m
0,5 0,5

è 100 ø

76× x m %

k z = 0,9 × e M× LEL% = 1,08

si assume conservativamente una quota a pari a 1 m, vedere fig. GD- 2-1.


A favore della sicurezza, vista la distribuzione topografica della componentisti-
ca all’interno del locale, si considera zona 2 tutto l’ambiente.

Procedimento in presenza di aperture interessate da zone pericolose


Le aperture presenti nel locale sono interessate dalle zone pericolose generate
dalle SE all’interno del locale.
Per l’estensione della zona all’esterno delle aperture, di tipo A e comunicanti con
ambiente all’aperto, si applica la “regola del filo teso”, in quanto sono soddisfatte
le condizioni prescritte al punto 2.3.2.1, vedere fig. GD- 2-1.

GD-2.3 Classificazione relativa allo sfiato della valvola di sicurezza ubicato


all’aperto
I criteri che influenzano e determinano l’estensione e il tipo di zona attorno agli
sfiati delle valvole di sicurezza in ambienti all’aperto, sono molto diversi e varia-
no da caso a caso.
La classificazione che segue può essere applicata solo agli impianti che presenta-
no tutte le caratteristiche specificate in questo esempio.
Per altri casi specifici sono necessarie valutazioni che possono essere difformi an-
che nella metodologia di approccio alla classificazione.

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GD-2.3.1 Caratteristiche delle sorgenti di emissione (SE) di gas naturale
All’interno del locale dell’impianto di riduzione è installata una valvola di sicurezza dotata
di sfiato convogliato all’esterno (vedere Figura GD-2.1); tale sfiato è stato considerato SE.
Le valvole di sicurezza possono:
a) avere emissioni strutturali continue con portata Qg = 2,8 × 10-7 kg/s;
inoltre,
b) avere emissioni significative dalle tenute in funzionamento normale, che va-
riano in relazione all’intervallo di manutenzione, considerate pertanto emis-
sioni di primo grado;
inoltre,
c) avere emissioni dovute all’apertura della valvola per funzionamento anormale
dell’impianto, considerate di secondo grado.

GD-2.3.2 Emissioni di grado continuo (strutturali)


Queste emissioni, avvenendo all’aperto ed in alto, lontano da cause d’innesco,
sono ritenute trascurabili ai fini della classificazione dei luoghi pericolosi.

GD-2.3.3 Emissioni di primo grado


Per l’emissione di primo grado, è stata assunta un’area del foro di guasto di
0,75 mm2, come riportato al punto c.3) di GB.3.1 considerando che la pressione
relativa di esercizio è di 24 bar.
n SE valvola di sicurezza (PSV)
n grado di emissione : primo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,25
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50 %

Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di primo grado


Con la formula GB.4.1.2. si è calcolata la portata di emissione:

0,5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
25,013 × 105 -3
Qg = 1 × 0,8 × 0,75 × 10 × ê1,31 × ç ÷ ú × 0,5 = 2,97 × 10 kg/s
êë è 2,31ø úû æ 293 ö
ç 8314 × ÷
è 16,34 ø

dove:
g +1
b= = 7, 45
g -1

Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.3.1. in


quanto con una pressione a monte di 24 bar si è nelle condizioni con flusso soni-
co e pertanto la velocità di uscita u0 del gas è >10 m/s.

-1
dz = 16, 5 × (2501325 × 10 æ 3, 93 ö
)
-5 0 , 5
× (0, 75 × 10 -6 )
-0 , 4 0, 5
× 16, 34 × 1, 5 = 0, 9 m
è 100 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 1 m.

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Caratteristiche della ventilazione
n luogo: all'aperto
n disponibilità della ventilazione: buona
n velocità del vento: 0,5 m/s
n fattore di efficacia (f) : 1 (assenza di ostacoli e libera
circolazione dell’aria)
n temperatura ambiente (Ta): 40°C (313 K)
n pressione atmosferica (Pa): 101325 Pa

Valutazione del grado della ventilazione


Si è calcolata innanzi tutto la minima portata volumetrica di aria di ventilazione
(dV/dt)min con la formula (B.1) della Norma CEI EN 60079-10.

2, 97.10 -3 313
(dV/dt)min = Q amin = × = 0, 475 m 3 /s
0, 25 × 0, 0267 293

A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:

L0 = 2 ×1 = 2 m

Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0


con la formula [2.2.m]:

w 0,5
C0 = = = 0,25 s -1
L0 2

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e


[2.2.i].

f × (dV/dt)min 1 × 0, 475
Vz = = = 1,9 m 3
C0 0,25

- f LEL%vol × k -1 3,93 × 0,25


t= ln = ln = 15 s
C0 X0 0,25 50

Il volume Vz non è trascurabile ma limitato dall’effetto della ventilazione;l’am-


biente è aperto per cui il grado della ventilazione in relazione all’emissione è
MEDIO e la disponibilità della ventilazione è BUONA.

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Determinazione del tipo di zona
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di primo grado;
n il grado di ventilazione è MEDIO;
n la disponibilità della ventilazione è BUONA;

il luogo pericoloso è zona 1.

Determinazione dell’estensione della zona


Nota la distanza dz per definire l’estensione della zona pericolosa, trattandosi di
una valvola di sicurezza connessa ad uno sfiato, si è assunta una forma sferica ,
come nell’esempio n° 4 dell’appendice C della della Norma CEI EN 60079-10
(par. 2.2.2.), avente raggio corrispondente alla quota a assunta pari a 1m, vedere
fig. GD- 2-1.

GD-2.3.4 Emissioni di secondo grado


Per l’emissione di secondo grado è stata individuata la sezione di passaggio mas-
sima che risulta essere pari a 0,865 cm2 ( valvola con c = 0,931 ).
Lo scatto della valvola di sicurezza avviene per una pressione pari alla pressione
di valle impianto aumentata del 15% come previsto dal D.M. 24-11-84; nel nostro
caso 27,6 bar .
n SE valvola di sicurezza (PSV)
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50 %

Calcolo della portata di emissione di gas naturale applicando la formula GB.4.1.2.

0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø ûú
0,5
æR T ö
è Mø

dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = 1 (flusso sonico) ;
c = coefficiente di emissione (0,931);
A = foro di emissione = 0,865 x 10-4 m2 ;
Pr = pressione assoluta all'interno della tubazione 28,613 x 10 5 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = (g +1) / (g-1) = 7,45 ;

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da cui:

0,5
-4
é æ 2 ö ù
7,45
28,613 ×10 5
Q g = 1 × 0,931 × 0,865 × 10 ê1,31 ç ÷ ú × = 0, 40 kg/s
è 1,31 + 1ø úû
0,5
êë æ 293 ö
ç 8314 ÷
è 16,34 ø

Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.3.1. in


quanto con una pressione di scatto di 27,6 bar si è nelle condizioni con flusso so-
nico e pertanto la velocità di uscita u0 del gas è >10 m/s.

-1
dz = 16, 5(2861325 × 10 æ 3, 93 ö × 0, 865 × 10 -4 0, 5 × 1, 5 = 10, 2 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )

Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 11 m.

Valutazione del grado della ventilazione


Si è calcolata innanzi tutto la minima portata volumetrica di aria di ventilazione
(dV/dt)min con la formula (B.1) della Norma CEI EN 60079-10.

0, 4 313
(dV/dt)min = Q amin = × = 32 m 3 /s
0, 5 × 0, 0267 293

A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:

L 0 = 2 × 11 = 22 m

Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0


con la formula [2.2.m]:

w 0,5
C0 = = = 0,022 s -1
L0 22

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quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e
[2.2.i].

f × (dV/dt)min 1 × 32
Vz = = = 1454 m 3
C0 0,022

- f LEL%vol × k -1 3,93 × 0,5


t= ln = ln = 147 s
C0 X0 0,022 50

Il volume Vz è grande ma limitato dall’effetto della ventilazione;l’ambiente è


aperto per cui il grado della ventilazione in relazione all’emissione è MEDIO e la
disponibilità della ventilazione è BUONA.

Determinazione del tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado di ventilazione è MEDIO;
n la disponibilità della ventilazione è BUONA;

il luogo pericoloso è zona 2.

Determinazione dell’estensione della zona


Trattandosi di scarico di una valvola di sicurezza connessa ad uno sfiato in condi-
zioni ideali, sotto forma di getto libero ad alta velocità, è stata assunta la forma a
cono rovesciato di altezza pari ad a e con un angolo del vertice di 30°, vedere la
Fig. GD-2-1.

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Fig. GD-2-1 Zone pericolose in un impianto di ricezione e prima riduzione di gas naturale da
75 × 105 Pa a 24 × 105 Pa (da 75 bar a 24 bar )

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Esempio GD-3 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN
IMPIANTO DI RIDUZIONE FINALE DI GAS NATURALE - IMPIANTO
INTERRATO

Premessa
L’impianto di riduzione finale del gas considerato, con pressione massima di
150 kPa (1,5 bar) e portata massima maggiore di 200 m3/h , è costituito da tuba-
zioni, flange, valvole di regolazione, filtri, valvole generiche, prese manometri-
che, etc. L’impianto è progettato, costruito e manutenuto secondo le vigenti nor-
mative di competenza dei comitati UNI-CIG. Le emissioni strutturali, come si
vedrà dai calcoli, risultano essere trascurabili e le Sorgenti di Emissione (SE) sono
solo di secondo grado (emissione che non è prevista durante il funzionamento
normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi peri-
odi). Gli impianti in questione sono installati anche lungo le vie cittadine, piazze
o giardini.

GD-3.1 Caratteristiche del gas infiammabile


n denominazione: gas naturale
n densità relativa all'aria: 0,595
n massa volumica a 20 ºC (rgas): 0,719 kg/m3
n volume occupato da un kgmol: 22,414 m3
n massa molare (M): 16,34 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità (LEL % in volume): 3,93 %
n limite inferiore di esplodibilità LEL (kg/m3): 0,0267 kg/m3
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n temperatura minima di accensione: 482 °C
n classe di temperatura: T1
n temperatura di efflusso: 293 K (20°C)

GD-3.2 Classificazione all'interno del locale interrato


Il locale, che contiene le apparecchiature per la riduzione della pressione ed i re-
lativi accessori, ha mediamente le seguenti dimensioni:
n lunghezza = 5,0 m
n larghezza = 3,0 m
n altezza = 3,0 m

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pertanto il volume Va = 45 m3
La superficie di ventilazione libera totale (SA) è 0,28 m2 data dalla somma delle
seguenti aperture:
n n° 1 ingresso aria da 0,25 m2 situato in basso;
n n°1 uscita aria da 0,03 m2 a filo soffitto.

Le linee di riduzione del gas sono realizzate secondo le vigenti disposizioni di


legge (Norme UNI CIG e DM 24-11-1984) ed hanno una pressione relativa massi-
ma di esercizio di 150 kPa (1,5 bar) a monte e di 2,2 kPa (22 mbar) a valle.

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GD-3.2.1 Dati ambientali all’aperto
n località di riferimento: Milano
n temperatura media
delle massime ambiente urbano: 309,5 K (36,4°C) + 2 K
n temperatura di riferimento (Ta): 311,5 K
n velocità minima del vento (w): 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione buona.

GD-3.2.2 Dati ambientali del locale


n luogo: chiuso
n volume del locale (Va): 45 m3
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia (f): 2
n temperatura ambiente (Ta): 298,15 K
n velocità dell’aria, misurata
sperimentalmente a campione: 0,05 m/s

GD-3.2.3 Caratteristiche della ventilazione


La ventilazione del locale è realizzata secondo la norma UNI-CIG 8827 comma
3.1.3.2 “..la ventilazione deve essere realizzata mediante aperture praticate nelle
pareti del locale, parte in alto e parte in basso, possibilmente disposte su pareti
contrapposte e in diagonale. Le aperture devono essere raccordate a dei condotti
sfioranti all’esterno ad altezza diversa (differenza di quota di almeno 2 m), in
modo da realizzare una circolazione naturale d’aria…. La superficie totale di
apertura deve essere pari ad almeno l’1% di quella in pianta del locale (con un
minimo di 400 cm2), suddivisa in basso ed in alto…”.
La differenza di quota nel nostro caso è L = 5 m.
Considerato che la ventilazione avviene in parte per effetto camino ed in parte
per la sola differenza di quota, per calcolare la portata di ventilazione naturale si
applica la formula GB 6.3.3:

æ 2 × (Ti - Te ) × g × L ö
0, 5

÷ = 0, 319 m / s
3
Qat = cs × Aat × ç
è Tie ø

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dove:

1 1 1 1 1
= + = + = 2,98×10-2 m3
Aat 2
( A1 + A3 ) 2
( A2 + A4 ) 2
(0, 25 + 0) 2
(0 + 0, 03) 2

cs = 0,65

A1 = 0,25 m2

A4 = 0,03 m2
Ti = 288,15 K
Te = 273,15 K

g = 9,8 m/s2
L = 5m
Tie = 280,65 K

Qa = Qat
quindi:

Qa 0, 319
Ca = = = 0, 0071
Va 45

che corrispondono a circa 25 ricambi all’ora.


Questi ricambi assicurano che le eventuali atmosfere esplosive non ristagnino
permanentemente all’interno del locale, quindi non sono state previste zone 0.
Le temperature Te e Ti sono valori medi ricavati da rilevazioni effettuate a cam-
pione su impianti; è stato inoltre verificato sperimentalmente che anche in caso
di inversione termica (temperatura interna della cabina < temperatura esterna) è
garantita la ventilazione nella medesima direzione delle condizioni ottimali. Ossia
la direzione è sempre verso il palo di sfiato con apertura a quota 5 m.

GD-3.2.4 Emissioni di grado continuo (strutturali)


Ai fini della valutazione delle emissioni strutturali delle apparecchiature e dei compo-
nenti presenti all’interno del locale di riduzione e misura, è stato fatto riferimento alla
tabella G.B.3.2.1 ed alla tabella G.B.3.2.2 e, a titolo di esempio, sono state considerate:
n n.4 valvole di intercettazione manuali e/o automatiche:

Qg= 5,6 × 10-7 kg/s (per ogni apparecchiatura)


n n.20 connessioni a flangia:

Qg= 1,9 × 10-8 kg/s (per ogni apparecchiatura)


n n.3 drenaggi e/o prese campione:

Qg=5,6 × 10-8 kg/s (per ogni apparecchiatura)

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La sostanza è una sola (gas naturale) e la portata complessiva corrisponde alla
sommatoria delle singole emissioni.

Le caratteristiche delle emissioni sono:


n SE componenti vari
n Grado di emissione: continuo
n Coefficiente di sicurezza (k): 0,25
n Concentrazione iniziale massima di gas (Xo): 50%

Definizione del numero dei ricambi nel volume interessato dall’emissione C0 in


relazione alle emissioni di grado continuo

Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt)min con
la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt )max Ta 2, 79 × 10 -6 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 4, 25 × 10 -4 m 3 / s
k × LEL 293 0, 25 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata di emissione di sostanza infiammabile SQg = 2,79 × 10-6 kg/s;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,25 ( per emissioni di grado continuo e primo );
Ta è la temperatura ambiente = 298,15 K (25°C);

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Si verifica se sia possibile considerare Vo< Va e Co > Ca utilizzando la formula
[2.2.n]:

k × LEL%vol 0, 25 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 2

Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato calcolando l’Xr% di tutte le
emissioni presenti nell’impianto (valvole di intercettazione manuali e/o automati-
che, ecc.).
Trattandosi di emissioni continue è stato trascurato il periodo transitorio iniziale,
per cui è stata considerata solo la concentrazione a regime Xr% calcolata con la
formula [2.2.p]:

Qg 2, 79 × 10 -6
SXr % = × 100 = × 100 = 1, 22 × 10 -3 %
Qa × rgas 0, 319 × 0, 719

Xm%, essendoci più emissioni contemporanee, è calcolato con la formula [2.2.q1]:

Xm% = SXr%
La formula [2.2.n] risulta soddisfatta, quindi si può procedere considerando
Vo < Va e Co > Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.1.2, utilizzando la Qg più rappresentativa, e
successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].

0, 55 0, 55
æ 42300 × Qg × f ö æ 42300 × 5, 6 × 10 -7 × 2 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × kz = ç ÷ × 1, 2 × 1 = 0, 118 m
è M × LEL%vol × w ø è 16, 34 × 3, 93 × 0, 05 ø

76 × X m % 76 ×1, 22 ×10 -3
16, 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e × LEL%vol
M = 0, 9 × e = 0, 901

essendo kz<1 si assume kz=1

L0 = 2 × a + DSE = 2 × 0,2 + 0 = 0,4 m


dove:
a = valore assunto per l’estensione della zona pericolosa nella direzione di
emissione = 0,2 m.
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

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Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della
formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0, 05
C0 = = = 0,125 s -1
L0 0, 4

Dove la velocità dell’aria, misurata sperimentalmente a campione, è assunta


uguale a 0,05 m/s.

Valutazione del volume “Vz”


Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico
(Vz).

f × ( dV / dt )min 2 × 4, 25 × 10 -4
Vz = = = 0, 007 m 3
C0 0,125

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le se-
guenti condizioni:
n le emissioni sono di grado continuo;
n il grado di ventilazione è “alto” in quanto il Vz è trascurabile;
n la disponibilità della ventilazione è considerata BUONA in quanto presente
con continuità;

il luogo pericoloso è zona 0 NE


Estensione della zona 0 trascurabile

GD-3.2.5 Emissioni di secondo grado


Tutte le emissioni di secondo grado all’interno del locale sono rappresentate dal
guasto di una flangia con una pressione di 2,5 x 105 Pa assoluti (1,5 bar relativi).
Per la valutazione della portata di emissione in caso di guasto, essendo le flange
accoppiate mediante guarnizioni in fibra aramidica legata con NBR secondo la
Norma DIN 3535 Teil 6 par.2.1 (FA) assimilabile alle guarnizioni avvolte a spirale
di cui al GB 3.1, viene considerato un foro di sezione 0,25 mm 2.
n SE : flange
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (Xo): 50%

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Calcolo della portata di emissione
Per verificare il regime di flusso è stata applicata la formula GB 4.1.1:

g
Pa æ 2 ö g -1 0,403 £ 0,544
£ç ÷
P è g + 1ø

Sostituendo i valori nell’espressione si verifica la condizione, per cui il flusso è


sonico (j = 1).
La portata di emissione è stata calcolata utilizzando la formula GB 4.1.2:

0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø ûú
0, 5
æR× T ö
è Mø

dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 10 5 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = ( k+1)/(k-1) = 7,45 ;
Pa = Pressione atmosferica = 1,013 x 105 Pa

da cui:

0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5

ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø

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Valutazione del grado della ventilazione in relazione alle emissioni di secondo
grado
Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt ) max Ta 8, 71 × 10 -5 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 6, 63 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg [kg/s ]= 8,71×10-5;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,5 ( per emissioni di secondo grado );
Ta è la temperatura ambiente = 298,15 K (25°C);

Si verifica se sia possibile considerare Vo<Va e Co>Ca utilizzando la formula


[2.2.n]:

k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 2

Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato considerando una sola emissio-
ne rappresentativa delle altre.
Dopo il periodo transitorio, a regime, la concentrazione percentuale media “X r%”
nell’ambiente considerato, avente un volume Va, è stata calcolata con la formula
[2.2.p] :

Qg 8, 71 × 10 -5
Xr % = × 100 = × 100 = 3, 8 × 10 -2 %
Qa × rgas 0, 319 × 0, 719

Xm% =Xr%

La formula [2.2.n] risulta soddisfatta e quindi si deve procedere considerando


Vo<Va e Co>Ca.

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Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.3.1 e successivamente si trova la lunghezza
L0 applicando la formula [2.2.l].

-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø

76 × X m % 76 ×3, 8×10 -2
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 0, 94

essendo kz<1 si assume kz=1

-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (0, 25 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5 × 1 = 0,163 m
è 100 ø

L0 = 2 × a + DSE = 2 × 0,2 + 0 = 0,4 m


dove:
a = valore assunto per l’estensione della zona pericolosa nella direzione di
emissione = 0,2 m.
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della


formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0, 05
C0 = = = 0,125 s -1
L0 0, 4

Dove la velocità dell’aria, misurata sperimentalmente a campione, è assunta


uguale a 0,05 m/s.

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Valutazione del volume "Vz" e del tempo di persistenza "t"
Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico
(Vz).

f × ( dV / dt )min 2 × 6, 63 × 10 -3
Vz = = = 0,106 m 3
Co 0,125

Con la formula (B.6) dell'appendice B della norma CEI EN 60079-10 si calcola il


tempo (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale
Xo a k volte il LEL, dopo l'arresto dell'emissione.

- f LEL × k -2 3, 93 × 0, 5
t= ln = ln = 0, 86 min
Co Xo 0,125 50

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le se-
guenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “medio” ;
n la disponibilità della ventilazione è “buona“ ;

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio di intervento per eli-


minare le perdite ed il tempo di persistenza al cessare dell’emissione, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.

il luogo pericoloso è zona 2

Estensione della zona pericolosa


Applicando la guida risulterebbe a = 0,2 m attorno ad ogni sorgente d’emissione
perché viene rispettata la condizione Xm però, a favore della sicurezza, si estende
la zona 2 a tutto l’ambiente.

GD-3.3 Classificazione dei luoghi all'aperto


Facendo riferimento all’Appendice A della Norma CEI EN 60079-10, le aperture
del locale sono state classificate di tipo D essendo provviste di doppio battente
ed apribili solo da personale specializzato con chiave speciale.
La classificazione viene quindi effettuata solo per gli sfiati delle valvole di sfioro
(posizionati a ridosso dello sfiato di aerazione ad un’altezza di 3 m da terra) rite-
nendo trascurabile l'emissione dello sfiato di aerazione sul palo.

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GD-3.3.1 Dati ambientali
n luogo: aperto
n disponibilità della ventilazione: buona
n velocità del vento (w): 0,5 m/s
n fattore di efficacia (f): 1 (assenza di ostacoli)
n temperatura ambiente (Ta): 311,5 K

GD-3.3.2 Emissioni di grado continuo e primo


Le emissioni di grado continuo e primo sono considerate trascurabili.

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GD-3.3.3 Emissioni di secondo grado
Gli sfiati delle valvole di sfioro sono stati considerati significativi al fine della va-
lutazione delle SE. Le perdite in funzionamento normale sono considerate trascu-
rabili.
Per la valutazione della portata di emissione della valvola di sfioro in caso di gua-
sto viene considerata la portata di 3,4×10-3 kg/s (dato rilevabile dalle schede tecni-
che delle ditte costruttrici pari a 17 m3/h).
n SE : sfiato all’atmosfera
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50%

Calcolo della portata di emissione della valvola di sfioro


Il valore è quello fornito dal costruttore:

Qg = 3,4 × 10-3kg/s

A = 9,75 × 10-6 m

Valutazione del grado della ventilazione in relazione alle emissioni di secondo


grado
Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt )max Ta 3, 4 × 10 -3 311, 5
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 2, 7 × 10 -1 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg [kg/s ] = 3,4×10-3;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,5 (per emissioni di secondo grado);
Ta è la temperatura ambiente = 311,5 K.
Essendo all’aperto è possibile considerare Vo< Va e Co> Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nell’ambiente calcolo prima dz con la formula GB.5.3.1
e successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].

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-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5
è 100 ø
-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (9, 75 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5
è 100 ø

quindi:
dz = 1,02 m

L0 = 2 × a + DSE = 2 × 1,3 + 0 = 2,6 m


dove:
a = valore assunto per approssimazione del dz calcolato = 1,3 m
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della


formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0,5
C0 = = = 0,19 s–1
L0 2,6

Valutazione del volume “Vz” e del tempo di persistenza “t”


Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico (Vz).

f × ( dV / dt )min 1 × 2, 7 × 10 -1
Vz = = = 1, 406 m 3
C0 0,19

Con la formula (B.6) dell’appendice B della norma CEI EN 60079-10 si calcola il


tempo (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale
X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto dell’emissione.

- f LEL × k
t= ln = 0, 28 min
C0 X0

Valutazione del grado della ventilazione


Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo (1,4 m3), ma limitato
dall’effetto della ventilazione.

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Il grado della ventilazione in relazione all’emissione, considerando anche il tem-
po di persistenza, è pertanto MEDIO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “medio” ;
n la disponibilità della ventilazione è “buona “ ;

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio di intervento per eli-


minare le perdite ed il tempo di persistenza al cessare dell’emissione, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.
il luogo pericoloso è Zona 2.

Estensione della zona pericolosa


Trattandosi di scarico in condizioni ideali di un gas leggero sotto forma di getto
libero, è stata assunta la forma di un cono rovesciato con vertice a 0,2 m più in
basso rispetto all’estremità del palo di sfiato.
Per definire le dimensioni della zona 2 si utilizza la distanza pericolosa (d z).
L’estensione e la forma della zona pericolosa vengono considerate come:

n Cono rovesciato (vertice in basso) con: altezza = 1,5 m


Angolo del vertice = 30°.

GD-3.4 Allegati
n “Classificazione dei luoghi pericolosi – GRF – cabina interrata“ Fig. GD-3.4a
n “Classificazione dei luoghi pericolosi – GRF – cabina interrata“ Fig. GD-3.4b

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Fig. GD-3.4a

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Fig. GD-3.4b

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Esempio GD-4 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN UN
IMPIANTO DI RIDUZIONE FINALE DI GAS NATURALE – IMPIANTO IN
ARMADIO

Premessa
L’impianto di riduzione finale del gas considerato, con pressione massima di
150 kPa (1,5 bar) e portata massima maggiore di 200 m3/h , è costituito da tuba-
zioni, flange, valvole di regolazione, filtri, valvole generiche, prese manometri-
che, etc. L’impianto è progettato, costruito e manutenuto secondo le vigenti nor-
mative di competenza dei comtati UNI-CIG. Le emissioni strutturali, come si
vedrà dai calcoli, risultano essere trascurabili e le Sorgenti di Emissione (SE) sono
solo di secondo grado (emissione che non è prevista durante il funzionamento
normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi
periodi). Gli impianti in questione sono installati anche lungo le vie cittadine,
piazze o giardini.

GD-4.1 Caratteristiche del gas infiammabile


n denominazione: gas naturale
n densità relativa all'aria: 0,595
n massa volumica a 20 °C (rgas): 0,719 kg/m3
n volume occupato da un kgmol: 22,414 m3
n massa molare (M): 16,34 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità (LEL % in volume): 3,93 %
n limite inferiore di esplodibilità LEL (kg/m3): 0,0267 kg/m3
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n temperatura di accensione minima: 482 °C
n classe di temperatura: T1
n temperatura di efflusso: 293 K (20°C)

GD-4.2 Classificazione all'interno dell'armadio


Il locale, che contiene le apparecchiature per la riduzione della pressione ed i re-
lativi accessori, ha mediamente le seguenti dimensioni:
n lunghezza = 2,5 m
n larghezza = 1,3 m
n altezza = 2,5 m

pertanto il volume Va = 8,125 m3


La superficie di ventilazione libera totale (SA), dettata dalle normative UNI CIG
che prevedono almeno un decimo della superficie in pianta, è 0,40 m2 data dalla
somma delle seguenti aperture:
n n° 2 ingresso aria da 0,1 m2 situato in basso (una per lato);
n n° 2 uscita aria da 0,1 m2 a filo soffitto (una per lato).

La ventilazione è naturale per effetto della spinta del vento. Le linee di riduzione
del gas sono realizzate secondo le vigenti disposizioni di legge (Norme UNI CIG
e DM 24-11-1984) ed hanno una pressione relativa massima di esercizio di
150 kPa (1,5 bar) a monte e di 2,2 kPa (22 mbar) a valle.

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GD-4.2.1 Dati ambientali all’aperto
n località di riferimento: Milano
n temperatura media
delle massime ambiente urbano: 309,5 K (36,4°C) + 2 K
n temperatura di riferimento(Ta): 311,5 K
n velocità del vento (w): 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona

GD-4.2.2 Dati ambientali all'interno dell'armadio


n Luogo: chiuso
n volume del locale: 8,125 m3
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia (f): 3
n temperatura ambiente (Ta): 298,15 K (25,4°C)
n velocità dell’aria,
misurata sperimentalmente a campione (w): 0,1 m/s

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GD-4.2.3 Caratteristiche della ventilazione
Per valutare la ventilazione del locale è stata applicata la formula prevista al pun-
to GB 6.2.3 “Ventilazione naturale per effetto della spinta del vento”.

( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w × Dc p = 0, 65 × 0,14 × 0, 5 × (0, 9) = 0, 044 m 3 / s
0, 5

dove:
Qaw = quantità di aria dovuta alla spinta del vento, [m3/s];
cs = coefficiente di scarico di un’apertura = 0,65;
Dcp = coefficiente di direzione del vento = 0,9;
Aaw = si ricava da:

1 1 1 1 1
= + = + = 0,14 m2
Aaw 2
( A1 + A3 ) 2
( A2 + A4 ) 2
(0,1 + 0,1) 2
(0,1 + 0,1)2

dove:
A1 = reale sezione libera totale delle aperture poste in alto, [m] = 0,1 m
A2 = reale sezione libera totale delle aperture poste in basso, [m] = 0,1 m
A3 = reale sezione libera totale delle aperture poste in alto (lato opposto)
[m] = 0,1 m
A4 = reale sezione libera totale delle aperture poste in basso (lato opposto)
[m] = 0,1 m

Per definire il numero dei ricambi d’aria è stata utilizzata la formula B.4 dell’Ap-
pendice B della Norma CEI-EN 60079-10:

Qaw 0, 044
Ca = = = 0,0054 s-1 = 19,32 ricambi allÕora
Va 8,125

GD-4.2.4 Emissioni di grado continuo (strutturali)


Ai fini della valutazione delle emissioni strutturali delle apparecchiature e dei
componenti presenti all’interno del locale di riduzione e misura, è stato fatto rife-
rimento alla tabella G.B.3.2.1 ed alla tabella G.B.3.2.2 e, a titolo di esempio, sono
state considerate:
n n.4 valvole di intercettazione manuali e/o automatiche:
Qg = 5,6 × 10-7 kg/s (per ogni apparecchiatura)

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n n.20 connessioni a flangia:
Qg = 1,9 × 10-8 kg/s (per ogni apparecchiatura)
n n.3 drenaggi e/o prese campione:
Qg = 5,6 × 10-8 kg/s (per ogni apparecchiatura)

La sostanza è una sola (gas naturale) e la portata complessiva corrisponde alla


sommatoria delle singole emissioni.
Le caratteristiche delle emissioni sono:
n SE: componenti vari
n Grado di emissione: continuo
n Coefficiente di sicurezza (k): 0,25
n Concentrazione iniziale massima di gas (Xo): 50%

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Definizione del numero di ricambi nel volume interessato dall’emissione C0, in
relazione alle emissioni di grado continuo
Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt ) max Ta 2, 79 × 10 -6 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 4, 25 × 10 -4 m 3 / s
k × LEL 293 0, 25 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata di emissione di sostanza infiammabile SQg = 2,79 × 10-6 kg/s;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,25 ( per emissioni di grado continuo e primo );
Ta è la temperatura ambiente = 298,15 K (25°C);

Si verifica se sia possibile considerare Vo<Va e Co>Ca utilizzando la formula


[2.2.n]:

k × LEL%vol 0, 25 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 3

Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato calcolando l’Xr% di tutte le
emissioni presenti sull’impianto (valvole di intercettazione manuali e/o automati-
che, ecc.).
Trattandosi di emissioni continue è stato trascurato il periodo transitorio iniziale,
per cui è stata considerata solo la concentrazione a regime Xr% calcolata con la
formula [2.2.p]:

Qg 2, 79 × 10 -6
å Xr % =
Qa × rgas
× 100 =
0, 044 × 0, 719
× 100 = 8, 89 × 10 -3 %

Xm% essendo più emissioni contemporanee, è calcolato con la formula [2.2.q1]:

Xm% = SXr
La formula [2.2.n] risulta soddisfatta e quindi si può procedere considerando
Vo< Va e Co> Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.1.2, utilizzando la Qg più rappresentativa, e
successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].

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0 , 55
æ 42300 × Qg × f ö
0 , 55
æ 42300 × 5, 6 × 10 -7 × 3 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × kz = ç ÷ × 1, 2 × 1 = 0,101 m
è M × LEL%vol × w ø è 16, 34 × 3, 93 × 0,1 ø

76 × X m % 76 ×8, 89 ×10 -3
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 0, 91

essendo kz<1 si assume kz=1

L0 = 2 × a + DSE =2 × 0,2 + 0 = 0,4 m


dove:
a = valore assunto per l’estensione della zona pericolosa nella direzione di
emissione = 0,2 m.
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della


formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0,1
C0 = = = 0, 25 s -1
L0 0, 4

Dove la velocità dell’aria, misurata sperimentalmente a campione è assunta ugua-


le a 0,1m/s.

Valutazione del volume "Vz"


Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume (Vz) al di
là del quale la concentrazione media del gas naturale è 0,25 volte il LEL, secondo
il valore del fattore di sicurezza k.

f × ( dV / dt )min 3 × 4, 25 × 10 -4
Vz = = = 0, 005 m 3
C0 0 , 25

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le se-
guenti condizioni:
n le emissioni sono di grado continuo;
n il grado di ventilazione è “alto” in quanto il Vz è trascurabile;

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n la disponibilità della ventilazione è considerata BUONA in quanto presente
con continuità;

il luogo pericoloso è zona 0 NE


Estensione della zona 0 trascurabile

GD-4.2.5 Emissioni di secondo grado


Tutte le emissioni di secondo grado all’interno del locale sono state considerate
rappresentate dal guasto di una flangia con una pressione di 2,5 x 10 5 Pa assoluti
(1,5 bar relativi).
Per la valutazione della portata di emissione in caso di guasto, essendo le flange
accoppiate mediante guarnizioni in fibra aramidica legata con NBR secondo la
Norma DIN 3535 Teil 6 par.2.1 (FA) assimilabile alle guarnizioni avvolte a spirale
di cui al GB 3.1, viene considerato un foro di sezione 0,25 mm 2.
n SE flange
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (Xo): 50%

Calcolo della portata di emissione


Per verificare il regime di flusso è stata applicata la formula GB 4.1.1:

g
Pa æ 2 ö g -1
0,403 £ 0,544
£ç ÷
P è g + 1ø

Sostituendo i valori nell’espressione si verifica la condizione, per cui il flusso è


sonico (j = 1). La portata di emissione è stata calcolata utilizzando la formula
GB 4.1.2:

0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø

dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 105 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;

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R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = ( k+1)/(k-1) = 7,45 ;
Pa = Pressione atmosferica = 1,013 x 105 Pa
da cui:

0, 5
é
-6 æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5kg/s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5

ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø

Valutazione del grado della ventilazione


Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt ) max Ta 8, 71 × 10 -5 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 6, 63 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg = 8,71×10-5 kg/s;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,5 ( per emissioni di secondo grado );
Ta è la temperatura ambiente = 298,15 K (25°C);

Si verifica se sia possibile considerare Vo< Va e Co> Ca utilizzando la formula


[2.2.n]:

k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 3

Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato considerando una sola emissio-
ne rappresentativa delle altre.

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Dopo il periodo transitorio, a regime, la concentrazione percentuale media “X r%”
nell’ambiente considerato, avente un volume Va, è stata calcolata con la formula
[2.2.p] :

Qg -5
Xr % = × 100 = 8, 71 × 10 × 100 = 2, 78 × 10 -1 %
Qa × rgas 0, 044 × 0, 719

Xm% =Xr%

La formula [2.2.n] risulta soddisfatta e quindi si deve procedere considerando


Vo< Va e Co> Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.3.1 e successivamente si trova la lunghezza
L0 applicando la formula [2.2.l].

-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø

76 × X m % 76 ×2 , 78×10 -1
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 1, 25

-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (0, 25 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5 × 1, 25 = 0, 204 m
è 100 ø

L0 = 2 × a + DSE =2 × 0,3 + 0 = 0,6 m


dove:
a = valore assunto per l’estensione della zona pericolosa nella direzione di
emissione = 0,3 m.
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

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Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della
formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0,1
C0 = = = 0,17 s -1
L0 0, 6

Dove la velocità dell’aria, misurata sperimentalmente a campione, è assunta


uguale a 0,1 m/s.

Valutazione del volume "Vz" e del tempo di persistenza "t"


Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico
(Vz).

f × ( dV / dt )min 3 × 6, 63 × 10 -3
Vz = = = 0,12 m 3
C0 0,17

Con la formula (B.6) dell'appendice B della norma CEI EN 60079-10 si calcola il


tempo (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale
Xo a k volte il LEL, dopo l'arresto dell'emissione.

- f LEL × k -3 3, 93 × 0, 5
t= ln = ln = 0, 97 min
C0 Xo 0,17 50

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si hanno le se-
guenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “medio” ;
n la disponibilità della ventilazione è “buona“ ;

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio di intervento per eli-


minare le perdite ed il tempo di persistenza al cessare dell’emissione, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.

il luogo pericoloso è zona 2

Estensione della zona pericolosa


Applicando la guida risulterebbe a = 0,3 m attorno ad ogni sorgente d’emissione
perché viene rispettata la condizione Xm però, a favore della sicurezza, si estende
la zona 2 a tutto l’ambiente.

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GD-4.3 Classificazione dei luoghi all'aperto (esterno cabina armadio)
Facendo riferimento all’Appendice A della Norma CEI EN 60079-10, le aperture
verso l’esterno, della cabina armadio, sono state classificate di tipo A essendo
sprovviste chiusura.
La classificazione viene quindi effettuata per gli sfiati delle valvole di sfioro e per
le aperture superiori dell’armadio.

GD-4.3.1 Dati ambientali


n luogo aperto
n disponibilità della ventilazione: buona
n velocità del vento (w): 0,5 m/s
n fattore di efficacia (f): 2 per le aperture
1 per gli sfiati
n temperatura ambiente (Ta): 311,5 K (38,4°C)

GD-4.3.2 Emissioni di grado continuo e primo


Le emissioni di grado continuo e primo sono considerate trascurabili.

GD-4.3.3 Emissioni di secondo grado - Valvola di sfioro


Gli sfiati delle valvole di sfioro sono stati considerati significativi al fine della va-
lutazione delle SE. Le perdite in funzionamento normale sono considerate trascu-
rabili.

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Per la valutazione della portata di emissione della valvola di sfioro in caso di gua-
sto viene considerata la portata di 3,4×10-3 kg/s (dato rilevabile dalle schede tecni-
che delle ditte costruttrici pari a 17 m3/h).
n SE : sfiato all’atmosfera
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (X0): 50%

Calcolo della portata di emissione della valvola di sfioro


Il valore è quello fornito dal costruttore:
Qg = 3,4 × 10-6 kg/s
A = 9,75 × 10-6 m2

Valutazione del grado della ventilazione in relazione alle emissioni di secondo


grado
Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt )max Ta 3, 4 × 10 -3 311, 5
( dV / dt )min = Qamin = × = -2
× = 2, 7 × 10 -1 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293

dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg = 3,4 × 10-3 kg/s;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,5 (per emissioni di secondo grado);
Ta è la temperatura ambiente = 311,5 K.

Essendo all’aperto è possibile considerare Vo< Va e Co> Ca.


Per definire i ricambi d’aria Co nell’ambiente calcolo prima dz con la formula
GB.5.3.1 e successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].

-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5
è 100 ø

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-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (9, 75 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5
è 100 ø

quindi:
dz = 1,02 m

L0 = 2 · a + DSE = 2,6 m
dove:
a = valore assunto per approssimazione del dz calcolato = 1,3 m
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della


formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0,5
C0 = = = 0,19 s–1
L0 2,6

Valutazione del volume “Vz” e del tempo di persistenza “t”


Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico
(Vz).

f × ( dV / dt )min 1 × 2, 7 × 10 -1 = 1, 406 m 3
Vz = =
C0 0,19

Con la formula (B.6) dell’appendice B della norma CEI EN 60079-10 si calcola il


tempo (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale
X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto dell’emissione.

- f LEL × k
t= ln = 0, 28 min
C0 X0

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Valutazione del grado della ventilazione
Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo (1,4 m 3), ma limitato
dall’effetto della ventilazione.
Il grado della ventilazione in relazione all’emissione, considerando anche il tem-
po persistenza, è pertanto MEDIO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “medio” ;
n la disponibilità della ventilazione è “buona “ ;

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio di intervento per eli-


minare le perdite ed il tempo di persistenza al cessare dell’emissione, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.

il luogo pericoloso è Zona 2.

Estensione della zona pericolosa


Trattandosi di scarico in condizioni ideali di un gas leggero sotto forma di getto
libero, è stata assunta la forma di un cono rovesciato con vertice a 0,2 m più in
basso rispetto all’estremità del palo di sfiato.
Per definire le dimensioni della zona 2 si utilizza la distanza pericolosa (d z).
L’estensione e la forma della zona pericolosa vengono considerate come:
n Cono rovesciato (vertice in basso) con: altezza = 1,5 m
Angolo del vertice = 30°.

GD-4.3.4 Emissioni di secondo grado - Aperture


Le aperture dell’armadietto di contenimento del gruppo di riduzione, classificate
come aperture di tipo A, vengono considerate come se la SE fosse posta
sull’apertura.
Per la valutazione della portata di emissione in caso di guasto, essendo le flange
accoppiate mediante guarnizioni in fibra aramidica legata con NBR secondo la
Norma DIN 3535 Teil 6 par.2.1 (FA), viene considerato un foro di sezione
0,25 mm2.
n SE : apertura
n grado di emissione : secondo
n coefficiente di sicurezza (k): 0,5
n concentrazione iniziale massima di gas (Xo): 50%

Calcolo della portata di emissione


Per verificare il regime di flusso è stata applicata la formula GB 4.1.1:

g
Pa æ 2 ö g -1
£ç ÷ 0,403 £ 0,544
P è g + 1ø

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Sostituendo i valori nell’espressione si verifica la condizione, per cui il flusso è
sonico (j = 1).
La portata di emissione è stata calcolata utilizzando la formula GB 4.1.2:

0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø

dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 105 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = (k+1)/(k-1) = 7,45 ;
Pa = Pressione atmosferica = 1,013 x 105 Pa

da cui:

0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5

ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø

Valutazione del grado della ventilazione


Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):

( dG / dt )max Ta 8, 71 × 10 -5 311, 5
( dV / dt )min = Qamin = × = -2
× = 6, 93 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293

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dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg = 8,71 × 10-5 kg/s;

LEL è il limite inferiore di esplodibilità = 0,0267 kg/m3;


k è un fattore di sicurezza applicato al LEL,
k = 0,5 ( per emissioni di secondo grado );
Ta è la temperatura ambiente = 311,5 K.

Essendo all’aperto è possibile considerare Vo< Va e Co> Ca.


Per definire i ricambi d’aria Co nell’ambiente si calcola prima dz con la formula
GB.5.3.1 e successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].

-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5
è 100 ø

-1
d z = 16,5 × (2,513 × 105 × 10 -5 ) × 16,34 -0, 4 × æ
0,5 3,93ö
× (0,25 × 10 -6 )0,5 × 1,5 = 0,163 m
è 100 ø

L0 = 2 · a + DSE = 0,4 m
dove:
a = valore assunto per approssimazione del dz calcolato = 0,2 m
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).

Conosciuta la lunghezza L0 , per definire il numero di ricambi (C0), invece della


formula (B.4) della Norma CEI EN 60079-10, può essere utilizzata quindi la for-
mula seguente:

w 0, 5
C0 = = = 1, 25 s -1
L0 0, 4

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Valutazione del volume “Vz” e del tempo di persistenza “t”
Con la formula (B.3) della norma CEI EN 60079-10 si calcola il volume ipotetico
Vz

f × ( dV / dt )min 2 × 6, 93 × 10 -3
Vz = = = 0, 011 m 3
C0 1, 25

Con la formula (B.6) dell’appendice B della norma CEI EN 60079-10 si calcola il


tempo (t) richiesto per far scendere la concentrazione media da un valore iniziale
X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto dell’emissione.

- f LEL × k
t= ln = 0,086 min
C0 X0

Valutazione del grado della ventilazione


Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è trascurabile (0,01 m3).
Il grado della ventilazione in relazione all’emissione, considerando anche il tem-
po complessivo di durata , è pertanto ALTO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, si hanno le
seguenti condizioni:
n le emissioni sono di secondo grado;
n il grado della ventilazione è “alto” ;
n la disponibilità della ventilazione è “buona “ ;

Considerando la frequenza attesa di guasto, il tempo medio di intervento per eli-


minare le perdite ed il tempo di persistenza al cessare dell’emissione, si ritiene ri-
spettata la definizione di zona 2 riportata in 2.2.4.
il luogo pericoloso è Zona 2 NE - Luogo non pericoloso

Estensione della zona pericolosa


Nonostante il luogo pericoloso sia trascurabile, a favore della sicurezza, la zona 2
si considera estesa su tutte le aperture superiori (essendo il gas naturale più leg-
gero dell’aria) di 20 cm in orizzontale, 20 cm in verticale verso l’alto e 10 cm in
verticale verso il basso a partire dai bordi delle aperture.

GD-4.4 Allegati
n “Classificazione dei luoghi pericolosi - GRF - cabina in armadio“ Fig. GD-4.4a
n “Classificazione dei luoghi pericolosi - GRF - cabina in armadio“ Fig. GD-4.4b.

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Fig. GD-4.4a

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Fig. GD-4.4b

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Esempio GD-5 CLASSIFICAZIONE DI UN LUOGO ALL’APERTO DOVE SI FORMA UNA
POZZA DI BENZINA FUORIUSCITA DAL SUO SISTEMA DI
CONTENIMENTO A TEMPERATURA AMBIENTE ED INFERIORE ALLA
SUA TEMPERATURA DI EBOLLIZIONE

Premessa
L’esempio ha lo scopo di definire la zona pericolosa determinata da una pozza di
benzina a temperatura ambiente e sensibilmente inferiore alla sua temperatura di
ebollizione, venutasi a formare al suolo a seguito del guasto della guarnizione di
una flangia di connessione nel sistema di contenimento
Nell'esempio sono stati considerati i tre casi seguenti.
1) L'impianto è costantemente ed attentamente presidiato durante l'attività, per
cui è previsto l'intervento tempestivo per far cessare la perdita di benzina che
alimenta la pozza entro 300 s (5 min). La pozza si forma in una zona pavi-
mentata con calcestruzzo, delimitata da cordoli di contenimento e lambita
dall'aria di ventilazione; la sua area A è determinata dal tempo d'inter-
vento per sopprimere la perdita e non dai cordoli. Al cessare della perdita
è previsto che la pozza venga neutralizzata entro 900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare durante il carico e lo scarico di
un'autocisterna.
2) L'impianto è sottoposto ad una generica sorveglianza durante l'attività, per cui
è previsto l'intervento per far cessare la perdita di benzina che alimenta la
pozza entro 5 400 s (1,5 h). La pozza si forma in una zona pavimentata con
calcestruzzo, delimitata da cordoli di contenimento e lambita dall'aria di ven-
tilazione; la sua estensione non è determinata dal tempo d'intervento per sop-
primere la perdita (come nel 1° caso), pertanto essa si allarga fino ad avere
un'area A uguale all'area della zona pavimentata delimitata dai cordoli.
Al cessare della perdita è previsto che la pozza venga neutralizzata entro
900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare in un deposito o impianto di
processo.
3) L'impianto è sottoposto ad una generica sorveglianza durante l'attività, per cui
è previsto l'intervento per far cessare la perdita di benzina che alimenta la
pozza entro 5 400 s (1,5 h). La pozza si forma in una zona senza delimita-
zioni, pavimentata con ghiaia e lambita dall'aria di ventilazione; la sua esten-
sione non è determinata dal tempo d'intervento per sopprimere la perdita
(come nel 1° caso), pertanto essa si allarga fino ad avere un'area A determi-
nata dall'equilibrio tra la portata di benzina che alimenta la pozza e la
portata di evaporazione dalla pozza. Al cessare della perdita è previsto
che la pozza venga neutralizzata entro 900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare in un deposito.
Nota Si ricorda che nelle zone pavimentate con pendenza verso pozzetti o ghiotte di drenaggio in fo-
gna, l'area A della pozza è condizionata dalla portata del drenaggio e può, a volte, essere ri-
dotta fino a diventare trascurabile.

GD-5.1 Procedimento di classificazione del luogo pericoloso


E' stato individuato l'ambiente interessato dalle zone pericolose e sono state defi-
nite le sue caratteristiche (temperatura, pressione, dati della ventilazione), facen-
do riferimento all'Appendice B della Norma CEI EN 60079-10 ed alla presente
Guida.

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E' stata individuata la sostanza infiammabile presente e le sue caratteristiche si-
gnificative.
E' stata individuata la sorgente di emissione (SE) oggetto dell'esempio ed il relati-
vo grado e modalità di emissione.
Sono stati definiti i tipi e le estensione delle zone pericolose.
La definizione dei tipi di zone è stato eseguito in conformità alla Tabella B.1 della
Norma CEI EN 60079-10, considerando insieme il grado dell'emissione e le carat-
teristiche della ventilazione (grado e disponibilità).
Per le dimensioni delle zone sono stati eseguiti calcoli utilizzando le formule con-
tenute nell'Appendice B della Norma CEI EN 60079-10 e nella presente Guida.
Si ricorda che, quando la velocità di uscita del liquido dal suo sistema di conteni-
mento è piccola o la sorgente di emissione è schermata, la pozza si forma sul
suolo sottostante il punto di emissione; quando la velocità di uscita è grande
(pressione interna elevata) e la sorgente di emissione non è schermata, il liquido
viene spruzzato e può percorrere una certa distanza prima di cadere a terra e for-
mare una pozza. In questi casi occorre una particolare attenzione per definire
l’estensione della zona pericolosa nell'intorno della pozza.

GD-5.2 Dati ambientali validi per i tre casi considerati


n località: Xxxxxxxxxx
n località di riferimento: Milano Malpensa
n temperatura massima ambiente: Ta = 310 K (37 °C)
n pressione atmosferica: 98 954 Pa
n altitudine: 215 m s.l.m.
n densità (massa volumica) dell'aria a 37 °C 1,113 kg/m3
n situazione ambientale: complesso industriale
n velocità minima del vento: w = 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona in quanto la velocità di
0,5 m/s è presente in pratica
sempre.

GD-5.3 Dati della sostanza infiammabile validi per i tre casi considerati
n denominazione della sostanza: benzina per autotrazione
n densità relativa all’aria dei vapori: 3,8
n massa molare massima: M = 110 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità: LEL % = 1,4 % = 0,064 kg/m3
n tensione di vapore a 37 °C: Pv = 67 815 Pa
n densità (massa volumica)
della massa liquida: rliq = 780 kg/m3
n densità (massa volumica)
dei vapori a 37°C e 211 m: rgas = 4,22 kg/m3
n temperatura di ebollizione: Tb = 318 K (45 °C)
n gruppo delle costruzioni elettriche: IIA
n temperatura di accensione: 280 °C
n classe di temperatura: T3

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GD-5.4 Dati della sorgente di emissione
Per tutti i tre casi considerati la sorgente di emissione è costituita da una flangia di
connessione nel sistema di contenimento, provvista di guarnizione in fibra com-
pressa, che, a seguito di un guasto della guarnizione, alimenta una pozza al suolo
da dove avviene l'emissione significativa di vapori di benzina nell'atmosfera.
Trattandosi di un guasto, la pozza non può essere presente durante il funziona-
mento normale e può formarsi solo poco frequentemente e per brevi periodi.
La portata di benzina emessa dalla flangia è stata definita applicando la formula
GB.4.2.1. dove sono stati assunti i seguenti dati:
n temperatura di efflusso: = 310 K (37°C)
n coefficiente di efflusso: = 0,8
n area del foro di emissione: = 2,5 × 10-6 m2 (2,5 mm2)
n pressione assoluta
all'interno del sistema di contenimento: = 348 954 Pa (2,5 bar relativi)

La portata volumetrica di benzina è stata stabilita considerando la Qt ed il volume


specifico della benzina (vedere GD-3.3).

GD-5.5 1° Caso – Classificazione dei luoghi pericolosi originati da una


pozza avente l'area A determinata dal tempo d'intervento
per sopprimere la perdita
I dati assunti sono i seguenti:
n ambiente aperto con qualche impedimento alla libera circolazione dell'aria,
che può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità di dilui-
zione dell'atmosfera esplosiva nel volume interessato dall'emissione di sostan-
ze infiammabili;
n fattore di efficacia della ventilazione: f=2
n SE: flangia
n modalità di emissione: evaporazione da pozza
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5
n quantità di emissioni previste
in 365 d (un anno): 1

é P ù
concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2)
n
û
n tempo di emissione (perdita): tp = 300 s (5 min)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione (perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica di emissione
(perdita) dalla flangia: V = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 5 × 10-3 m (5 mm)
n dimensioni della zona pavimentata
delimitata da cordoli: Ad = 12 m2 (3 m × 4 m)

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Per definire l'area A della pozza si è proceduto come segue:
n con la formula GB.4.5.3 è stata calcolata la portata specifica Qgs di evapora-
zione dalla pozza:

0,5 110 × 98945 æ 67815 ö


Qgs = 2 × 10 -3 × × ln ç1 + -3
÷ = 2,44 × 10 kg/s
2 8314 × 310 è 98945 - 67815ø

n con la formula GB.4.5.1 è stata calcolata l'area A1 definita considerando il


tempo di intervento per sopprimere la perdita:

Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 300
A1 = = -3
= 3, 04 m 2 assunta pari a 3 m 2
hm 5 × 10

n con la formula GB.4.5.4 è stata calcolata l'area A2 definita considerando la


pozza non confinata in regime di equilibrio:

Qt 3, 95 × 10 -2
= = 16,18 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 2, 44 ×10 -3

Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = -3
×1, 4 = 22, 65 m 2
Q gs 2, 44 ×10

L'area A da utilizzare nella formula GB.4.5.2 è stata scelta uguale all'area A 1 in


quanto questa è risultata minore dell'area Ad della zona pavimentata delimitata
da cordoli (3 m2 < 12 m2) ed anche minore dell'area A2 ; inoltre, la pozza non
lambisce i cordoli di delimitazione della zona pavimentata.
La forma della pozza è stata considerata circolare; il suo raggio è risultato
req = 0,98 m.
La portata di evaporazione dalla pozza Qg è stata calcolata con la formula
GB.4.5.2 considerando Qg = (dG / dt)max ed essendo risultata Qg inferiore a Qt:

0,5 110 × 98954 æ 67815 ö


Qg = 3 × 2 × 10 -3 × × 0,98 -0,11 × ln ç1 + -3
÷ = 7,43 × 10 kg/s
2 8314 × 310 è 98954 - 67815ø

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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La distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei vapori di benzina
nell’aria è inferiore al LEL è stata calcolata con la formula GB.5.2.1:

d z = (67815 × 10 -5 ) × 110 -0,1 × 1, 4 -0, 26 × 30,7 ( 4 - 0, 5) = 4, 2 m


0 ,1

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 4,5 m

Valutazione del grado della ventilazione


Per definire il grado della ventilazione è stata calcolata prima la minima portata
di ventilazione con la formula [2.2.a]:

7, 43 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 0, 25 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293

poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.l]:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 4, 5) + (2 × req ) = 9 + (2 × 0, 98) = 10, 97 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 046 s -1
L0 10, 97

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.i] e


[2.2.n]:

f × (dV/dt) min 2 × 0,25


Vz = = = 10, 76 m3
C0 0,046

-f k × LEL% -2 0,5 ×1,4


t= ln = ln = 171 s
C0 X0 % 0,046 34,27

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Il volume Vz è risultato di estensione non trascurabile ma di dimensioni limitate.
Si tratta di una emissione di secondo grado, quindi, perché la zona risultante sia zona
2, la durata complessiva ogni 365 d (un anno) non deve essere maggiore di 10 h. La
durata del singolo evento, calcolata considerando il tempo di emissione (perdita) tp,
più il tempo di neutralizzazione della pozza tn, più il tempo t di persistenza al cessare
dell'emissione, è risultata = (300 + 900 + 171) = 1371 s. Considerando che l'emissio-
ne possa verificarsi una volta ogni 365 d (un anno), la durata complessiva risulta di
1371 s pari a 0,38 h ogni 365 d, per cui è rispettata la condizione di zona 2.
Sulla base di quanto sopra e considerando che il volume Vz non è trascurabile, è stato
possibile affermare che il grado della ventilazione in relazione all’emissione è MEDIO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si ha:
n l’emissione è di secondo grado;
n il grado della ventilazione è medio;
n la disponibilità della ventilazione è buona;

il luogo pericoloso è interamente zona 2.

Noti la distanza dz e il volume Vz , per definire l’estensione della zona pericolosa


è stato necessario considerare anche che il gas è decisamente più pesante
dell’aria (3,8), che l’emissione avviene dalla superficie della pozza in ambiente
aperto dove esiste solo qualche impedimento alla libera circolazione dell'aria che
è stato considerato nel fattore di efficacia della ventilazione.
Per la forma e le proporzioni è stato fatto riferimento all’Esempio N° 6 dell’Appendice
C della Norma CEI EN 60079-10. Ne è risultata una zona 2 di estensione in orizzontale,
a partire dai bordi della pozza, a = 4,5 m ed una estensione in verticale b = 1,4 m, ot-
tenuta considerando tra l'altro la densità relativa all'aria dei vapori di benzina.
Ne è risultata una zona 2 di volume = 132 m3 maggiore del volume
Vz = 10,76 m3, quindi è rispettata la condizione non vincolante secondo la quale
il volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz.
a = 4,5 m
b = 1,4 m
vedere la figura GD-5.5-1 seguente.

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Fig. GD–5.5–1 Zona pericolosa originata da una pozza di benzina avente l'area A determinata dal
tempo d'intervento per sopprimere la perdita

GD-5.6 2° Caso – Classificazione dei luoghi pericolosi originati da una pozza


avente l'area A uguale all'area della zona pavimentata
delimitata dai cordoli
I dati assunti sono i seguenti:
n ambiente aperto con qualche impedimento alla libera circolazione dell'aria,
che può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità di dilui-
zione dell'atmosfera esplosiva nel volume interessato dall'emissione di sostan-
ze infiammabili;
n fattore di efficacia della ventilazione: f=2
n SE: flangia
n modalità di emissione: evaporazione da pozza
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5
n quantità di emissioni previste
in 365 d (un anno): 1

é P ù
n concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2) û
n tempo di emissione (perdita): tp = 5 400 s (1,5 h)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione
(perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica
di emissione (perdita) dalla flangia: Vt = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 5 × 10-3 m (5 mm)

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n dimensioni della zona pavimentata
delimitata da cordoli: Ad = 12 m2 (3 m × 4 m)

Per definire l'area A della pozza si è proceduto come segue:


n con la formula GB.4.5.3 è stata calcolata la portata specifica Qgs di evapora-
zione dalla pozza:

0,5 110 × 98945 æ 67815 ö


Qgs = 2 × 10 -3 × × ln ç1 + -3
÷ = 2,44 × 10 kg/s
2 8314 × 310 è 98945 - 67815ø

n con la formula GB.4.5.1 è stata calcolata l'area A1 definita considerando il


tempo di intervento per sopprimere la perdita:

Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 5400
A1 = = = 54, 69 m 2
hm 5 × 10 -3

n con la formula GB.4.5.4 è stata calcolata l'area A2 definita considerando la


pozza non confinata in regime di equilibrio:

Qt 3, 95 × 10 -2
= = 16,18 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 2, 44 ×10 -3

Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = ×1, 4 = 22, 65 m 2
Q gs 2, 44 ×10 -3

L'area A da utilizzare nella formula GB.4.5.2 è stata scelta uguale all'area A d della
zona pavimentata delimitata da cordoli (12 m2), in quanto questa è risultata mi-
nore dell'area A1 ed anche minore dell'area A2.
La forma della pozza è stata considerata quella dell'area Ad, cioè rettangolare
(3 m × 4 m); il raggio equivalente della pozza è risultato req = 1,95 m.
La portata di evaporazione dalla pozza Qg è stata calcolata con la formula
GB.4.5.2 considerando Qg = (dG / dt)max ed essendo risultata Qg inferiore a Qt:

0,5 110 × 98954 æ 67815 ö


Qg = 12 × 2 × 10 -3 × × 0,98 -0,11 × ln ç1 + -3
÷ = 27, 2 × 10 kg/s
2 8314 × 310 è 98954 - 67815ø

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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La distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei vapori di benzina
nell’aria è inferiore al LEL è stata calcolata con la formula GB.5.2.1:

d z = (67815 × 10 -5 ) × 110 -0,1 × 1, 4 -0, 26 × 12 0,7 ( 4 - 0, 5) = 10, 98 m


0 ,1

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 11,5 m

Valutazione del grado della ventilazione


Per definire il grado della ventilazione è stata calcolata prima la minima portata
di ventilazione con la formula [2.2.a]:

27,2 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 0, 9 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293

poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.m]:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 11, 5) + (2 × req ) = 23 + (2 × 1, 95) = 26, 91 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 019 s -1
L0 26, 91

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.i] e


[2.2.n]:

f × (dV/dt) min 2 × 0,9


Vz = = = 96, 7 m3
C0 0,019

-f k × LEL% -2 0,5 ×1,4


t= ln = ln = 419 s
C0 X0 % 0,019 34,27

Il volume Vz è risultato di estensione non trascurabile ma di dimensioni limitate.

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Si tratta di una emissione di secondo grado, quindi, perché la zona risultante sia zona
2, la durata complessiva ogni 365 d (un anno) non deve essere maggiore di 10 h. La
durata del singolo evento, calcolata considerando il tempo di emissione (perdita) tp,
più il tempo di neutralizzazione della pozza tn, più il tempo t di persistenza al cessare
dell'emissione, è risultata = (5400 + 900 + 419) = 6719 s. Considerando che l'emissio-
ne possa verificarsi una volta ogni 365 d (un anno), la durata complessiva risulta di
6719 s pari a 1,87 h ogni 365 d, per cui è rispettata la condizione di zona 2.
Sulla base di quanto sopra e considerando che il volume Vz non è trascurabile, è stato
possibile affermare che il grado della ventilazione in relazione all’emissione è MEDIO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si ha:
n l’emissione è di secondo grado;
n il grado della ventilazione è medio;
n la disponibilità della ventilazione è buona;

il luogo pericoloso è interamente zona 2.

Noti la distanza dz e il volume Vz , per definire l’estensione della zona pericolosa


è stato necessario considerare anche che il gas è decisamente più pesante
dell’aria (3,8), che l’emissione avviene dalla superficie della pozza in ambiente
aperto dove esiste solo qualche impedimento alla libera circolazione dell'aria che
è stato considerato nel fattore di efficacia della ventilazione.
Per la forma e le proporzioni è stato fatto riferimento all’Esempio N° 6 dell’Appendice
C della Norma CEI EN 60079-10. Ne è risultata una zona 2 di estensione in orizzontale,
a partire dai bordi della pozza, a = 11,5 m ed una estensione in verticale b = 3,2 m, ot-
tenuta considerando tra l'altro la densità relativa all'aria dei vapori di benzina.
Ne è risultata una zona 2 di volume = 1883 m3 maggiore del volume
Vz = 96,7 m3, quindi è rispettata la condizione non vincolante secondo la quale il
volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz .
a = 11,5 m
b = 3,2 m
vedere la figura GD-5.6-1 seguente.

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Fig. GD–5.6–1 Zona pericolosa originata da una pozza di benzina avente l'area A uguale all'area del-
la zona pavimentata delimitata dai cordoli

GD-5.7 3° Caso – Classificazione dei luoghi pericolosi originati da una pozza


avente l'area A determinata dall'equilibrio tra la portata di
benzina che alimenta la pozza e la portata di evaporazione
dalla pozza
I dati assunti sono i seguenti:
n ambiente aperto con un medio numero di impedimenti alla libera circolazio-
ne dell'aria, che possono ridurre in modo significativo la sua effettiva capacità
di diluizione dell'atmosfera esplosiva nel volume interessato dall'emissione di
sostanze infiammabili;
n fattore di efficacia della ventilazione: f=3
n SE: flangia
n modalità di emissione: evaporazione da pozza
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5
n quantità di emissioni
previste in 365 d (un anno): 1

é P ù
n concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2) û
n tempo di emissione (perdita): tp = 7 200 s (2 h)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione
(perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica di emissione
(perdita) dalla flangia: Vt = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 10 × 10-3 m (10 mm)

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Per definire l'area A della pozza si è proceduto come segue:
n con la formula GB.4.5.3 è stata calcolata la portata specifica Qgs di evapora-
zione dalla pozza:

0,5 110 × 98945 æ 67815 ö


Qgs = 2 × 10 -3 × × ln ç1 + -3
÷ = 1,63 × 10 kg/s
3 8314 × 310 è 98945 - 67815ø

n con la formula GB.4.5.1 è stata calcolata l'area A1 definita considerando il


tempo di intervento per sopprimere la perdita:

Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 7200
A1 = = -3
= 36, 46 m 2
hm 10 × 10

n con la formula GB.4.5.4 è stata calcolata l'area A2 definita considerando la


pozza non confinata in regime di equilibrio:

Qt 3, 95 × 10 -2
= = 24, 23 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 1, 63 ×10 -3

Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = ×1, 4 = 33, 97 m 2
Q gs 1, 63×10 -3

L'area A da utilizzare nella formula GB.4.5.2 è stata scelta uguale all'area A 2 in


quanto minore dell'area A1.
La forma della pozza è stata considerata circolare; il suo raggio è risultato
req = 3,29 m.
La portata di evaporazione dalla pozza Qg è stata calcolata con la formula
GB.4.5.5:

Qg = Qt = 395 × 10-3 kg/s

La distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei vapori di benzina


nell’aria è inferiore al LEL è stata calcolata con la formula GB.5.2.1:

d z = (67815 × 10 -5 ) × 110 -0,1 × 1, 4 -0, 26 × 33, 970,7 ( 4 - 0, 5) = 22, 74 m


0 ,1

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 23 m

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Valutazione del grado della ventilazione
Per definire il grado della ventilazione è stata calcolata prima la minima portata
di ventilazione con la formula [2.2.a]:

39, 5 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 1, 3 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293

poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.m]:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 23) + (2 × req ) = 46 + (2 × 3, 29) = 52, 58 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 01 s -1
L0 52, 58

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.i] e


[2.2.n]:

f × (dV/dt) min 3 × 1,3


Vz = = = 411 m3
C0 0,01

-f k × LEL% -3 0,5 ×1,4


t= ln = ln = 1227 s
C0 X0 % 0,01 34,27

Il volume Vz è risultato di estensione non trascurabile ma di dimensioni limitate.


Si tratta di una emissione di secondo grado, quindi, perché la zona risultante sia
zona 2, la durata complessiva ogni 365 d (un anno) non deve essere maggiore di
10 h. La durata del singolo evento, calcolata considerando il tempo di emissione
(perdita) tp, più il tempo di neutralizzazione della pozza tn, più il tempo t di per-
sistenza al cessare dell'emissione, è risultata = (7200 + 900 + 1227) = 9327 s.
Considerando che l'emissione possa verificarsi una volta ogni 365 d (un anno), la
durata complessiva risulta di 9327 s pari a 2,59 h ogni 365 d, per cui è rispettata
la condizione di zona 2.

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Sulla base di quanto sopra e considerando che il volume Vz non è trascurabile, è
stato possibile affermare che il grado della ventilazione in relazione all’emissione
è MEDIO.

Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, si ha:
n l’emissione è di secondo grado;
n il grado della ventilazione è medio;
n la disponibilità della ventilazione è buona;

il luogo pericoloso è interamente zona 2.


Noti la distanza dz e il volume Vz , per definire l’estensione della zona pericolosa
è stato necessario considerare anche che il gas è decisamente più pesante
dell’aria (3,8), che l’emissione avviene dalla superficie della pozza in ambiente
aperto dove esiste solo qualche impedimento alla libera circolazione dell'aria che
è stato considerato nel fattore di efficacia della ventilazione.
Per la forma e le proporzioni è stato fatto riferimento all’Esempio N° 6 dell’Ap-
pendice C della Norma CEI EN 60079-10. Ne è risultata una zona 2 di estensione
in orizzontale, a partire dai bordi della pozza, a = 23 m ed una estensione in ver-
ticale b = 6,2 m, ottenuta considerando tra l'altro la densità relativa all'aria dei va-
pori di benzina.
Ne è risultata una zona 2 di volume = 13460 m3 maggiore del volume
Vz = 411 m3, quindi è rispettata la condizione non vincolante secondo la quale il
volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz .
a = 23 m
b = 6,2 m
vedere la figura GD-5.7-1 seguente.

Fig. GD-5.7-1 Zona pericolosa originata da una pozza avente l'area A determinata dall'equilibrio tra
la portata di benzina che alimenta la pozza e la portata di evaporazione dalla pozza

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Esempio GD-6 Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione in un locale
dove è installato un impianto di preparazione inchiostri e
riempimento dei contenitori

Premessa
L’impianto comprende diverse cisterne di deposito materie prime ed apparecchi;
il trasferimento delle paste e dei solventi dalle cisterne ai contenitori avviene per
mezzo di pompe pneumatiche a membrana e tubazioni fino alla testata di misce-
lazione, dove il riempimento dei contenitori avviene per caduta.
Per semplicità, l’esempio considera solo l’evaporazione da sei contenitori
da 25 kg aperti durante il loro riempimento.

GD-6.1 Dati dell’impianto


L’impianto comprende:
n n. .... serbatoi da ......dm3 per le paste ed i solventi, non considerate
nell'esempio;
n n. 2 linee di riempimento e miscelazione con tre contenitori da 25 kg aper-
ti contemporaneamente su ciascuna linea;
n n. …. postazioni di riempimento e miscelazione contenitori maggiori di
25 kg, non considerate nell'esempio.

Considerando la presenza continua dei contenitori aperti durante l’orario di lavo-


ro, la durata di emissione di sostanze infiammabili è risultata maggiore di 1000 h
complessive in 365 d (un anno).

GD-6.2 Dati ambientali

GD-6.2.1 Dati ambientali all'aperto


n località: Yyyyyyyyy
n località di riferimento: Bologna B. Panigale
n altitudine: 70 m s.l.m.
n temperatura massima: Ta = 310 K (38 °C circa)
n pressione atmosferica: 100 950 Pa
n situazione ambientale: complesso industriale
n velocità minima del vento: w = 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona in quanto la velocità di
0,5 m/s è presente in pratica
sempre

GD-6.2.2 Dati ambientali all'interno del locale


n temperatura massima
nel locale considerato: Ta = 313 K (40 °C circa);
n pressione atmosferica: Pa = 100 950 Pa
n densità (massa volumica)
dell'aria a 40 °C: raria = 1,120 kg/m3
n disponibilità della ventilazione naturale: buona

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GD-6.2.3 Caratteristiche del locale
Per la valutazione dell’idoneità della ventilazione del locale di miscelazione è sta-
to fatto riferimento ai metodi di calcolo contenuti nell'Appendice GB alla quale si
rimanda per l'interpretazione dei simboli utilizzati.
Il locale che contiene l’impianto di miscelazione ha le seguenti dimensioni:
a = 18,5 m
b = 7,8 m
h = da 7,7 a 8,5 m (tetto a capanna)
Volume totale = 1180 m3
Volume libero totale Va = 1140 m3

GD-6.2.4 Caratteristiche della ventilazione naturale (VN) nel locale


La ventilazione generale all'interno del locale è naturale; essa è uniformemente
distribuita ed è stata valutata considerando una velocità dell’aria all’aperto di
0,5 m/s, praticamente sempre presente, quindi con disponibilità “buona”; ne con-
segue che anche all’interno del locale la ventilazione naturale ha disponibilità
“buona”.
L' ambiente è chiuso con la presenza di qualche impedimento alla libera circola-
zione dell’aria che può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità
di diluizione dell’atmosfera esplosiva nel volume interessato dalle emissioni di
sostanze infiammabili.
n fattore di efficacia della ventilazione naturale: f=3

Le aperture di ventilazione hanno le seguenti caratteristiche:

1a parete:
n n° 2 da 0,8 m2 , realizzate sulla parte alta ad un’altezza compresa tra 5 m e
6 m dal pavimento e un interstizio continuo tra parete e tetto di 1 m 2, (A1);
n n° 1 da 0,5 m2 costituita dagli interstizi nel portone di accesso e n°1 da
0,5 m2, realizzata nella parte bassa della parete, (A3);

2a parete (opposta alla prima):


n n° 2 da 0,8 m2 , realizzate sulla parte alta ad un’altezza compresa tra 5 m e
6 m dal pavimento e un interstizio continuo tra parete e tetto di 1 m 2, (A2);
n n° 1 da 0,5 m2 costituita dagli interstizi nel portone di accesso e n° 1 da
0,5 m2, realizzata nella parte bassa della parete, (A4).

Il locale risulta non schermato da altri edifici o strutture.


Per la valutazione della ventilazione naturale dovuta alla spinta del vento Qaw è
stata applicata la formula prevista al punto GB.6.2.3.

( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w Dc p

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dove:
cs = coefficiente di scarico di un’apertura, è stato assunto = 0,65;
Dcp = coefficiente di pressione dell’aria di ingresso, è stato assunto = 0,9 in
quanto la direzione prevalente del vento può essere considerata per-
pendicolare al piano delle aperture di entrata dell’aria e l’edificio non
è schermato da altri edifici o strutture;
w = velocità dell’aria all’aperto = 0,5 m/s;
Aaw = è stato ricavato come segue:

1 1 1
= +
(A1 + A2 ) (A3 + A 4 )
2 2 2
A aw

dove:
A1 = 2,6 m2

A2 = 2,6 m2

A3 = 1,0 m2

A4 = 1,0 m2

1 1 1
= + = 0, 286
A
2
aw
(2,6 + 2, 6 ) (1,0 + 1,0 )2
2

0,5
æ 1 ö
A aw =ç ÷ = 1,86 m2
è 0,286 ø

pertanto:

Qaw = 0,65 × 1, 86 × 0,5 × (0,9)0,5 = 0, 576 m3 /s

Non è stato eseguito il calcolo della portata d’aria per effetto camino perché non
considerato utile, per cui Qa = Qaw.

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Per definire il numero dei ricambi di aria Ca nel locale stata applicata la formula
[2.2.e2].

Qa 0, 576
Ca = = = 5, 05 × 10 -4 s -1
Va 1140

La velocità minima dell’aria all’interno del locale è stata assunta di w = 0,05 m/s,
considerando le dimensioni del locale stesso e la dislocazione delle aperture di
ventilazione.

GD-6.3 Dati della sostanza infiammabile


La sostanza infiammabile è costituita da un inchiostro contenente in percentuale:
n alcool isopropilico: 25%;
n eptano: 24%;
n alcool isobutilico: 6%;
n toluolo: 3%;
n altri ingredienti non infiammabili: 42%

GD-6.3.1 Dati dell’alcool isopropilico


n temperatura d’infiammabilità: 11 °C
n densità relativa all’aria dei vapori: 2,10
n massa volumica del liquido: rliq = 789 kg/m3
n coefficiente di diffusione dei vapori: cd = 0,036 m2/h
n rapporto tra i calori specifici (cp/cv) g = 1,15
n calore specifico a temperatura ambiente: csl = 2 429 J/(kg × K)
n calore latente di vaporizzazione: clv = 6,88 × 105 J/kg
n massa molare: M = 60,09 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità LEL % = 2,00 %
n limite superiore di esplodibilità UEL % = 12,79 %
n temperatura di ebollizione: 82,5 °C
n tensione di vapore a 40 °C: Pv = 12 298 Pa
n temperatura di accensione: 400 °C
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n classe di temperatura: T2

GD-6.3.2 Dati dell’eptano


n temperatura d’infiammabilità: - 4 °C
n densità relativa all’aria dei vapori: 3,46
n massa volumica del liquido: rliq = 684 kg/m3
n coefficiente di diffusione dei vapori: cd = 0,025 m2/h
n rapporto tra i calori specifici (cp/cv) g = 1,10
n calore specifico a temperatura ambiente: csl = 2 123 J/(kg × K)
n calore latente di vaporizzazione: clv = 2,40 × 105 J/kg
n massa molare: M = 100,20 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità LEL % = 1,10 %
n limite superiore di esplodibilità UEL % = 6,70 %
n temperatura di ebollizione: 98,4 °C

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n tensione di vapore a 40 °C: Pv = 21 497 Pa
n temperatura di accensione: 215 °C
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n classe di temperatura: T3

GD-6.3.3 Dati dell’alcool isobutilico


n temperatura d’infiammabilità: 27 °C
n densità relativa all’aria dei vapori: 2,55
n massa volumica del liquido: rliq = 805 kg/m3
n coefficiente di diffusione dei vapori: cd = 0,032 m2/h
n rapporto tra i calori specifici (cp/cv): g = 1,12
n calore specifico a temperatura ambiente: csl = 1 795 J/(kg × K)
n calore latente di vaporizzazione: clv = 5,78 × 105 J/kg
n massa molare: M = 74,12 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità LEL % = 1,68 %
n limite superiore di esplodibilità UEL % = 10,90 %
n temperatura di ebollizione: 107 °C
n tensione di vapore a 40 °C: Pv = 3 883 Pa
n temperatura di accensione: 408 °C
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n classe di temperatura: T2

GD-6.3.4 Dati del toluolo


n temperatura d’infiammabilità: 4 °C
n densità relativa all’aria dei vapori: 3,18
n massa volumica del liquido: rliq = 866 kg/m3
n coefficiente di diffusione dei vapori: cd = 0,028 m2/h
n rapporto tra i calori specifici (cp/cv) g = 1,10
n calore specifico a temperatura ambiente: csl = 1 842 J/(kg × K)
n calore latente di vaporizzazione: clv = 4,12 × 105 J/kg
n massa molare: M = 92,14 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità LEL % = 1,2 %
n limite superiore di esplodibilità UEL % = 7,10 %
n temperatura di ebollizione: 110,8 °C
n tensione di vapore a 40 °C: Pv = 25 474 Pa
n temperatura di accensione: 535 °C
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n classe di temperatura: T1

GD-6.3.5 Dati significativi assunti per la miscela


Definiti considerando i dati delle singole sostanze che costituiscono la miscela e
a favore della sicurezza.
n temperatura d’infiammabilità: < 0 °C
n densità relativa all’aria dei vapori: 2,75 (vedere GD-6.3.5.1)
n coefficiente di diffusione dei vapori: cd = 0,030 m2/h
(vedere GD-6.3.5.5)
n massa molare (Mmix): M = 79,7 kg/kmol,
(vedere GD-6.3.5.2)

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n massa volumica dei vapori a 40 °C: rgas = 3,09 kg/m3
n limite inferiore di esplodibilità (LELmix): LEL % = 1,454 % pari a
0,056 kg/m3
(vedere GD-6.3.5.3)
n temperatura di ebollizione: 80-110 °C
n tensione di vapore a 40 °C (Pv mix): Pv = 15925 Pa,
(vedere GD-6.3.5.4)
n gruppo delle costruzioni elettriche: II A
n classe di temperatura: T3

GD-6.3.5.1 Definizione della densità relativa all’aria


Massa molare della miscela / massa molare dell’aria = 79,7 / 28,96 = 2,75

GD-6.3.5.2 Definizione della massa molare della miscela


La massa molare della miscela è stata definita considerando la massa molare delle
singole sostanze e la loro percentuale nella miscela, considerando le sole sostan-
ze infiammabili:
n alcool isopropilico, (25%) = (25 × 100) /(25 + 24 + 6 + 3) = 43,1% = 0,431 p.u.
n eptano, (24%) = (24 × 100) /(25 + 24 + 6 + 3) = 41,4% = 0,414 p.u.
n alcool isobutilico, (6%) = (6 × 100) /(25 + 24 + 6 + 3) = 10,3% = 0,103 p.u.
n toluolo, (3%) = (3 × 100) /(25 + 24 + 6 + 3) = 5,2% = 0,052 p.u

da cui :

Mmix = [(0,431 × 60,09) + (0,414 × 100,20) + (0,103 × 74,12) + (0,052 × 92,14] = 79,7 kg/kmol

GD-6.3.5.3 Definizione del LEL della miscela


Il LEL della miscela è stato definito con la formula contenuta nell'App. GA, para-
grafo GA.2.

é n ù
LEL mix =1/ ê å ( y i / LEL i)ú
êë i = 1 ûú

dove:
LELmix = limite inferiore di esplodibilità della miscela, % volume;
LELi = limite inferiore di esplodibilità del valore i-esimo, % volume;
yi = frazione molare o volumetrica del valore i-esimo.

Per la composizione percentuale di sole sostanze infiammabili nella miscela con-


siderata vedere GD-6.3.5.2.

LELmix = 1 / [(0,431/2) + (0,414/1,1) + (0,103/1,68) + (0,052/1,2] = 1,454 % .

GD-6.3.5.4 Definizione della tensione di vapore della miscela


La tensione di vapore della miscela (Pv mix) è stata definita considerando la ten-
sione di vapore delle singole sostanze e la loro percentuale nella miscela.

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Per la composizione percentuale di sole sostanze infiammabili nella miscela con-
siderata vedere GD-6.3.5.2.

Pv mix = [(0,431 × 12298) + (0,414 × 21497) + (0,103 × 3883) + (0,052 × 25474] = 15 925 Pa.

GD6.3.5.5 Definizione del coefficiente di diffusione della miscela


Il coefficiente di diffusione della miscela (cd mix) è stato definito considerando il
coefficiente di diffusione delle singole sostanze e la loro percentuale nella misce-
la.
Per la composizione percentuale di sole sostanze infiammabili nella miscela con-
siderata vedere GD-6.3.5.2.
cd mix = [(0,431 × 0,036) + (0,414 × 0,025) + (0,103 × 0,032) + (0,052 × 0,028] = 0,030 m2/h.

GD-6.4 Sorgenti di emissione (SE) e gradi di emissione


Le sorgenti di emissione sono costituite dalle aperture dei sei (tre + tre) conteni-
tori da 25 kg, uguali tra loro, aperti sulle due linee di riempimento e miscelazio-
ne.

GD-6.4.1 Dati delle singole SE


n SE: apertura del contenitore d’inchio-
stro da 25 kg verso l’ambiente
n modalità di emissione: evaporazione dalla superficie di
un liquido
n durata complessiva in 365 d: maggiore di 1000 h
n grado di emissione: continuo
n coefficiente di sicurezza k = 0,25
n area della superficie del liquido: A = 0,07 m2
n area dell’apertura del contenitore: B = 0,07 m2
n raggio dell’apertura del contenitore: req = 0,15 m
n altezza dal suolo dell'apertura
del contenitore: h = 1,2 m
n concentrazione iniziale di emissione: X0 % = [Pv / (Pa · 2)] · 100 =
= [15925 / (100950 × 2)] × 100 = 7,89 %
n portata di emissione: Qg = 3,12 × 10-6 kg/s (vedere GD-6.4.2)
n rappresentatività: rappresenta i sei contenitori aperti
da 25 kg
n contemporaneità: sei contenitori aperti da 25 kg

GD-6.4.2 Valutazione della portata (Qg) di evaporazione dal singolo contenitore


d’inchiostro
La portata (Qg) è stata calcolata con la formula GB.4.5.6. in quanto si tratta della
superficie di un liquido non lambita dall’aria di ventilazione dell’ambiente, in
contenitore aperto avente l’area della superficie del liquido (A) uguale all’area
dell’apertura verso l’ambiente (B) e la sezione (forma) del contenitore nel tragitto
(hd) da A a B costante.

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La portata (Qg) è stata utilizzata per definire il Vz e per definire la distanza peri-
colosa (dz).

0,07 100 950 × 10 -5 æ 100 950 ö -6


Qg = 28 0,030 ln ç ÷ × 79,7 = 3,12 × 10 kg/s
0,1 8314 × 313 è 100 950 - 15 925ø

GD-6.5 Classificazione del luogo pericoloso

GD-6.5.1 Valutazione del grado della ventilazione naturale


Per valutare il grado della ventilazione e stabilire se la zona pericolosa si estende
a tutto l'ambiente o può invece essere calcolata la distanza dz, é stato necessario
determinare la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfe-
ra dell'ambiente e confrontarla con il LEL mix.
Le emissioni nell'ambiente sono solo continue quindi, considerando contempora-
nee le sei emissioni dai contenitori aperti, Xm% = SXr%.
Per definire Xr% è stata utilizzata la formula [2.2.p]:

3,12 × 10-6
Xr % = ×100 = 0,000177 %
0,576 × 3,09

Xm% = SXr% = 6 × 0,000177 % = 0,00106 %.


La Xm% nell'atmosfera del volume totale dell'ambiente Va rispetta la condizione
[2.2.n]:

k × LEL mix %vol 0,25 × 1,454


Xm % £ = 0,00106 £ = 0,121 %
f 3

per cui, per definire in grado della ventilazione, è stato considerato V0 < Va e C0 > Ca;
inoltre, le singole zone pericolose possono non estendersi a tutto l'ambiente.
Si è quindi stabilito di calcolare la distanza dz applicando la formula GB.5.1.2.

0 , 55
æ 42300 × 3,12 × 10 -6 × 3 ö
dz = ç ÷ ×1, 2 × k z = 0, 27 m
è 79, 7 ×1, 454 × 0, 05 ø

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dove:

76 × Xm%
æ -------------------------------------ö
M × LEL% vol
k z = ç 0, 9 × e ÷ = 0, 9 assunto = 1
è ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 0,30 m


E' stata poi calcolata la minima portata di ventilazione con la formula [2.2.a]:

3,12 × 10 -6 313
(dV/dt )min = Q a min = × = 2, 38 × 10 -4 m 3 /s
0, 25 × 0, 056 293

Quindi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventila-
re con la formula [2.2.l]:

L0 = (2 × a) + DSE = (2 × 0, 30) + (2 × req ) = 0, 6 + (2 × 0,15) = 0, 9 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 01
C0 = = = 0, 011 s -1
L0 0, 9

Conosciuti i ricambi nell'unità di tempo C0, è stato calcolato il volume Vz con la


formula [2.2.d]:

f × (dV/dt) min 3 × 2, 38 × 10 -4
Vz = = = 0, 0649 m3
C0 0,011

Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.

Sulla base di quanto sopra, considerando che il volume Vz non è trascurabile e la


concentrazione media Xm% rispetta la condizione [2.2.n], è stato possibile affer-
mare che il grado della ventilazione in relazione all’emissione è MEDIO.

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Riepilogando, si avrebbe:
n emissione è di grado continuo;
n grado della ventilazione è medio;
n disponibilità della ventilazione è buona;

Ne risulta che, facendo riferimento alla Tabella B.1, la zona pericolosa dovreb-
be essere interamente zona 0.

GD-6.5.2 Applicazione di una ventilazione artificiale locale (VAL)


Nota la quota "a" è risultato evidente che non era accettabile una zona 0 di quelle
dimensioni, per cui si è concordato con il committente di applicare a ciascuna
sorgente di emissione, costituita dall'apertura verso l’ambiente del contenitore
d'inchiostro, una ventilazione artificiale locale ottenuta per aspirazione, posta sul
bordo del contenitore.
La disponibilità della VAL, della quale sono previste solo interruzioni brevi (non
maggiori di 15 min) e poco frequenti (non più di 10 eventi in 365 d), è stata con-
siderata ADEGUATA. Questo ha permesso di declassare la zona 0 stabilita con la
sola ventilazione naturale in ZONA 2. Oltre alla zona 2, la zona 0 avente le di-
mensioni definite in presenza della ventilazione artificiale locale VAL.
Per stabilire i requisiti della VAL si è fatto riferimento alla letteratura tecnica rela-
tiva alle ventilazioni artificiali e si è giunti alla definizione dei requisiti minimi ne-
cessari. Con le caratteristiche della ventilazione sotto riportate, la zona 0 risulta
contenuta nel V0L, inteso come il volume compreso tra la SE e la bocca di aspira-
zione dell’aria, definito considerando la forma, le dimensioni e l’ubicazione ri-
spetto alla SE della bocca di aspirazione, nonché, le dimensioni della SE stessa.
In questo caso, il volume V0L, è stato stabilito pari a 9×10-3 m3 (vedere la Figura
GD-6.2.).
I dati della ventilazione artificiale locale (aspirazione) sono:
n dimensioni bocca di aspirazione: (0,10 x 0,30) m
n area della bocca di aspirazione: Ac = 0,03 m2
n distanza massima di cattura dei vapori: dc = 0,30 m
n velocità di cattura dei vapori wc = 0,25 m/s
n portata minima di aspirazione (cattura): Qc = 0,23 m3/s
(vedere GD.6.5.2.1.)
n disponibilità: adeguata
n fattore di efficacia: f = 1

GD-6.5.2.1 Definizione della portata minima di aspirazione Qc


La portata minima di aspirazione (cattura) è stata definita applicando la formula
seguente:

Q c = w c × (10 × d c 2 + A c ) = 0,25 × (10 × 0,32 + 0,03) = 0,23 mµ/s

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GD-6.5.3 Valutazione del grado della ventilazione artificiale locale (VAL)
Per valutare il grado della ventilazione artificiale locale é stata considerata la por-
tata minima di aspirazione Qc; quindi è stata calcolata la lunghezza del percorso
dell'aria nel volume da ventilare con la formula [2.2.l] dove è stato trascurato il
DSE in quanto non significativo:

L0 = (2 × a) = (2 × 0, 30) = 0, 6 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 25
C0 = = = 0, 41 s -1
L0 0, 6

Con la formula [2.2.d] è stato calcolato il volume Vz al di là del quale la concen-


trazione media di miscela infiammabile è inferiore a 0,25 volte il LEL, secondo il
valore del fattore di sicurezza k, assumendo il valore (dV/dt) min precedentemente
calcolato.

f × (dV/dt) min 1× 2, 38 ×10 -4


Vz = = = 0, 57 ×10 -3 m 3
C0 0, 41

La concentrazione Xm% rispetta largamente la condizione [2.2.n] ed il volume Vz


è trascurabile, quindi il grado della ventilazione è alto (VH).

GD-6.5.4 Definizione dei tipi di zone pericolose


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di grado continuo;
n grado della ventilazione artificiale locale alto;
n disponibilità della ventilazione artificiale locale adeguata;

il luogo pericoloso è zona 0 NE (1° tipo di zona) + zona 2 (2° tipo di zona).
La zona 2 è determinata dalla ventilazione residua al mancare della ventilazione
artificiale locale che è quella naturale con disponibilità buona.

GD-6.5.5 Definizione delle estensioni delle zone pericolose


La zona 0 è di estensione trascurabile (zona 0 NE), quindi è stato necessario defi-
nire solamente l’estensione della zona 2.
Nota la quota "a", per definire la forma e le dimensioni della zona 2 è stato con-
siderato che il gas è decisamente più pesante dell’aria (2,75), che l’emissione av-
viene da un contenitore aperto in un ambiente chiuso dove esiste solo qualche

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impedimento alla libera circolazione dell'aria e che questo è stato considerato nel
fattore di efficacia della ventilazione, per cui la dispersione avviene come illustra-
to nella Figura GD-6.1 seguente.

Fig. GD-6.1 Evaporazione dalla superficie di un liquido non è lambita dall’aria di ventilazione (in
contenitore aperto)

La zona ha estensione in orizzontale, a partire dai bordi del contenitore,


a = 0,30 m ed una estensione in verticale verso l'alto a partire dai bordi del con-
tenitore b = 0,15 m, ottenuta considerando tra l'altro la densità relativa all'aria dei
vapori di inchiostri.
Ne è risultata una zona 2 di volume = 0,85 m3 maggiore del volume
Vz = 0,0649 m3, quindi è rispettata la condizione non vincolante secondo la qua-
le il volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz.
a = 0,30 m
b = 0,15 m
h = 1,20 m
vedere la figura GD-6.2. seguente.

Fig. GD-6.2 Zone pericolose determinate dall’evaporazione da un contenitore d'inchiostro da


25 kg aperto

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Esempio GD–7 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN
UN IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE DI BENZINA PER AUTOTRAZIONE,
DOTATO DI SISTEMA DI RECUPERO DEI VAPORI

Premessa
L’esempio, elaborato sulla base di quanto indicato nell’Appendice GB, ha lo sco-
po di definire la classificazione dei luoghi pericolosi dove vengono eseguite ope-
razioni di travaso e distribuzione di benzine per autotrazione (liquidi di Categoria
A secondo il D.M. del 31-07-1934 del Ministero dell’Interno). Per analogia il pre-
sente esempio può essere considerato valido per tutti i liquidi infiammabili aventi
temperatura d’infiammabilità inferiore o uguale alla massima temperatura am-
biente.
Per la predisposizione del presente esempio è stato tenuto in particolare conside-
razione il contenuto del progetto di Norma elaborata dal CEN/TC 221
(prEN 13617-1:1999E – Petrol Filling Stations, Part 1: Construction and perfor-
mance of dispensers) attualmente in fase di inchiesta pubblica, con il quale non
esistono contrasti.
L’impianto considerato nel presente esempio è progettato, costruito, verificato e
mantenuto nel rispetto della regola dell’arte e della legislazione vigente.
Si rimanda ad altri esempi per gli impianti di distribuzione di carburanti alternati-
vi (GPL e metano per autotrazione).
Nell’impianto sono state considerate SE con emissioni di grado continuo, di pri-
mo grado e di secondo grado. Sono stati eseguiti i calcoli per la definizione dei
tipi e delle estensioni delle zone pericolose, relativamente alle seguenti parti
dell'impianto (vedere la Figura GD-7.1):
Parte idraulica dell’erogatore;
Sfiato del degasatore dell’erogatore, con emissione che avviene all’esterno del fa-
sciame dello stesso;
Alloggio della pistola di erogazione;
Pozzetto di scarico delle benzine;
Terminale delle tubazioni di equilibrio dei serbatoi per benzine (Vent).
Sono inoltre previste tre Appendici che riguardano:
A – Barriere di separazione;
B – Norme tecniche relative agli impianti di distribuzione di carburanti per auto-
trazione;
C – Applicabilità della direttiva 94/9/CE relativamente ai distributori di carburan-
ti per autotrazione.

Definizione di alcuni termini


In questo esempio i termini Colonnina, Distributore ed Erogatore sono da consi-
derare dei sinonimi.

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Fig. GD-7.1 Esempio di impianto di distribuzione di benzine per autotrazione, con indicazione dei
tipi di zona

Nota Per le dimensioni delle singole zone pericolose, vedere le figure riferite ai singoli casi.

GD-7.1 Dati dell’impianto


L’impianto di distribuzione è costituito essenzialmente da una serie di serbatoi in-
terrati di stoccaggio, il cui riempimento avviene a mezzo di apposite autocisterne
attraverso un pozzetto di scarico decentrato. I serbatoi sono collegati attraverso
collettori delle linee di adduzione, accessibili tramite pozzetto. Le linee, interrate,
confluiscono alle diverse colonnine, di tipo singolo, doppio o multiprodotto. Le
colonnine sono dotate di degasatori il cui sfiato è posto all’esterno del fasciame.
Ai sensi della Legge 4-11-1997 n. 413, gli erogatori devono essere obbligatoria-

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mente dotati di sistemi atti al recupero dei vapori emessi dai serbatoi degli auto-
veicoli durante l’operazione di rifornimento. Il vapore recuperato ritorna nei ser-
batoi di stoccaggio attraverso apposite tubazioni interrate.
Negli impianti con le pompe sommerse nei serbatoi, le colonnine sono sprovvi-
ste del gruppo di pompaggio e di degasazione.
I serbatoi interrati sono collegati, attraverso tubazioni, a terminali di equilibrio (vent).
L’impianto di distribuzione è situato in ambiente aperto, con ventilazione naturale.

GD-7.2 Dati della sostanza infiammabile


n denominazione della sostanza: benzina per autotrazione
n densità relativa all'aria dei vapori: ³ 2,5
n massa molare massima: M = 110 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità: LEL % = 1,4% in volume = 0,0625 kg/m3
n temperatura di infiammabilità: < 0 °C
n temperatura di ebollizione,
tra 303 K (30 °C) e 483 K (210 °C): Tb = 393 K (120 °C) dato medio
tabella GA-1
n tensione di vapore
alla temperatura ambiente: Pv = 70000 Pa (0,7 bar) a 40,1 °C
n pressione assoluta all’interno
del sistema di contenimento: Pass = 455850 Pa (1 + 3,5 bar)
n densità (massa volumica)
della massa liquida: rliq = 700 kg/m3
n densità (massa volumica)
della massa gassosa: rgas = 4,28 kg/m3
n gruppo delle costruzioni elettriche: IIA
n temperatura di accensione: 280 °C
n classe di temperatura: T3

GD-7.3 Dati ambientali

GD-7.3.1 Dati ambientali all’aperto


n ubicazione del distributore: all'aperto
n temperatura massima ambiente: Ta = 313,1 K (40,1 °C) assunto ai fini
della sicurezza il dato massimo dalla
tabella GC.1
n pressione atmosferica: Pa = 101300 Pa
n velocità minima dell’aria: w = 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia: f = 2 in quanto si tratta di un ambien-
te aperto con presenza di qualche im-
pedimento alla libera circolazione
dell’aria, che può ridurre, in modo
poco significativo, la sua effettiva ca-
pacità di diluizione dell’atmosfera
esplosiva

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GD-7.3.2 Dati ambientali all’interno dell’alloggio delle idrauliche
n temperatura interna: Ti = 320 K (47 °C)
n disponibilità
della ventilazione: buona
n portata d’aria
di ventilazione: Qa= 1,17 × 10-3 m3/s
n numero di ricambi: C = 4,88 × 10-3 s-1

I valori sopra riportati sono stati calcolati come sotto indicato.


L'erogatore è installato all'aperto, in ambiente naturalmente ventilato. Il comparto
idraulico dell'erogatore è un ambiente chiuso, provvisto di feritoie di ventilazione
per una superficie complessiva non inferiore a 8×10-3 m2. Le feritoie sono distri-
buite in modo equilibrato tra parte inferiore e superiore del comparto. Il grado di
protezione del comparto è assimilabile ad IP23.
Le stesse considerazioni valgono per gli altri comparti interessati da sorgenti di emis-
sione quali, per esempio, quello contenente le tubazioni flessibili di erogazione.
Deriva da queste considerazioni che la ventilazione interna è dovuta a due com-
ponenti:
ventilazione naturale per effetto della spinta del vento (Qaw)
ventilazione naturale per effetto camino in ambiente chiuso (Qat)
La portata di aria di ventilazione è data dal valore più alto tra Q aw e Qat.

Calcolo della ventilazione naturale per effetto della spinta del vento
Per il calcolo sono state utilizzate le formule comprese in GB.6.2.3
n volume dell’ambiente chiuso: V0 = 0,24 m3 (0,6 x 0,40 x 1)
n velocità dell'aria all’aperto: w = 0,5 m/s
n coefficiente di scarico di un'apertura: cs = 0,65 (coefficiente costante)

Le feritoie sono 4, con le stesse dimensioni, con una area totale di 8 · 10-3 m2, quindi:

A1 = A2 = A3 = A4: 2 · 10-3 m2

1 1 1
considerando che: = 2 +
Aaw ( A1 + A2 )
2
( A3 + A4 )2

deriva che: Aaw = 2,828 á 10-3 m2

Dcp = 0,9

portata della ventilazione naturale per spinta del vento:

( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w Dc p = 0, 65 × 2,828 × 10 -3 × 0, 5 (0, 9) = 8, 721 × 10 -4 m 3 / s
0, 5

Calcolo della ventilazione naturale per effetto camino


Per il calcolo sono state utilizzate le formule comprese in GB.6.3.3
n temperatura dell'aria
all'interno dell'ambiente: Ti = 320 K (47 °C)

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n temperatura dell'aria
all'esterno dell'ambiente: Te = 313,1 K (40,1 °C)
n media tra le temperature
dell'aria interna ed esterna dell'ambiente: Tie = 316,5 K (43,5 °C)
n coefficiente di scarico di un'apertura: cs = 0,65 (coefficiente costante)
n accelerazione di gravità: g = 9,81 m/s2
n distanza verticale tra la mezzeria
delle aperture di ventilazione alte e basse: L = 0,95 m

Come già detto le feritoie sono 4, con le stesse dimensioni, con una area totale di
8 · 10-3 m2, quindi:
A1 = A2 = A3 = A4 = 2 · 10-3 m2

1 1 1
considerando che: = 2 +
Aat ( A1 + A3 )
2
( A2 + A4 )2

deriva che: Aat = 2,828 · 10-3 m2

portata della ventilazione naturale per differenza di temperatura:

é 2 (Ti - Te ) × g × L ù
0, 5
é 2 (320 - 313,1) × 9, 81 × 0, 95 ù
0, 5

Qat = cs × Aat ê ú = 0, 65 × 2, 828 × 10 -3 ê ú = 1,17 × 10 -3 m 3 / s


ë Tie û ë 316, 5 û

la portata di aria di ventilazione Qa è il valore maggiore tra Qaw e Qat, in questo


caso Qa = 1,17 × 10-3 m3/s
il numero di ricambi d'aria nell’unità di tempo (C) diventa:

Qa 1,17 × 10 -3
C= = = 4, 88 × 10 -3 s -1
V0 0, 24

GD-7.4 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Parte idraulica dell’erogatore
All’interno degli erogatori sono presenti numerose SE con emissioni strutturali
(continue) e di secondo grado. Le emissioni strutturali sono state trascurate in
quanto non in grado si generare estensioni pericolose significative. Sono state
considerate le seguenti emissioni di secondo grado:
n organi di collegamento del circuito idraulico e del circuito di recupero dei va-
pori (attacchi flangiati, connessioni delle tubazioni, realizzate a compressione
con dadi girevoli e con guarnizioni di tenuta toroidali in gomma antibenzina);
n tenute del gruppo di pompaggio e del misuratore (tenute meccaniche della
pompa, realizzate con anelli O-ring antibenzina e con flange di tenuta, facce
di accoppiamento dei componenti del corpo);
n tenute delle elettrovalvole di intercettazione.

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Non sono considerate SE i globi spia (visori di flusso), in quanto rispettano quan-
to indicato al paragrafo 2.4 della presente Guida CEI 31-35 ed hanno superato
con esito positivo il seguente ciclo di prove:
a) Prova di urto secondo EN 50014, paragrafo 23.4.3.1. ed annesso D; con energia
d’urto di 2 joule per globi spia con protezione meccanica addizionale ed ener-
gia d’urto di 4 joule per globi spia senza protezione meccanica addizionale;
b) Prova idraulica con pressione relativa di 5,25 bar per un periodo di 60 s;
l'esito della prova si intende positivo se non sono evidenziate perdite;
c) Prova idraulica con pressione relativa di 14 bar per un periodo di 60 s; l'esito
della prova si intende positivo se non sono rilevabili, ad occhio nudo, fratture
nel cristallo del globo spia.

Ai fini del calcolo, poiché tutte le SE si trovano nello stesso alloggiamento delle
parti idrauliche, è stata considerata una sola SE rappresentativa di tutte le SE so-
pra elencate, costituita dalla pozza formatasi da un eventuale gocciolamento.

GD-7.4.1 Caratteristiche delle emissioni


Tutti i componenti interni sono stati considerati SE con emissioni di secondo gra-
do. Le emissioni strutturali, sono state considerate trascurabili essendo realizzate
le seguenti condizioni:
n i componenti che costituiscono le SE sono di dimensioni piccole;
n la tecnologia di accoppiamento dei giunti è realizzata con soluzioni e materia-
li adatti per il tipo di applicazione resistenti ai liquidi trattati;
n nella fase della prova di approvazione di tipo le tenute vengono provate a
5×105 Pa (1,5 volte la pressione massima di esercizio);
n l’impianto è ben mantenuto in quanto soggetto a disposizioni che prevedono
la sostituzione dei componenti usurabili, nel rispetto delle indicazioni del cos-
truttore e comunque con periodicità tale da assicurare nel tempo il manteni-
mento delle condizioni previste.

Una eventuale perdita (emissione di secondo grado) crea un gocciolamento e la


conseguente formazione di una piccola pozza interna alla colonnina.
Per il calcolo è stata utilizzata la formula GB.4.5.6.
n SE: pozza di benzina
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5

Calcolo della concentrazione iniziale di emissione X0

é P ù é 70000 ù
X0 = ê v × 100 ú = ê × 100 ú = 34, 6%
ë ( Pa × 2) û ë (101300 × 2) û

Si escludono eventi catastrofici tra i quali va annoverata una rottura tale da far in-
tervenire il dispositivo di emergenza.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Tenendo conto di un possibile esercizio senza presidio (Self) con durata fino a
24 h, la portata volumetrica di emissione Qv (perdita) può essere considerata
una modesta fuoriuscita di liquido per un periodo di 4 h ogni 24 h, con portata di
0,025 dm3 / h considerando come possibile un evento all’anno.

0, 025
Qv = = 6,94 × 10 -9 m 3 / s
1000 × 3600

n tempo di emissione: tp = 4 h = 14400 s


n forma della pozza: circolare
n profondità pozza: come indicato in GB.4.5 (CEI 31-35)

Qv × t p 6,94 × 10 -9 × 14400
n area della pozza: A= = = 10 × 10 -3 m 2
hm 10 × 10 -3

A 10 × 10 -3
n raggio equivalente della pozza: r = = = 5, 64 × 10 -2 m
p p
eq

n altezza libera minima


tra il livello del liquido
ed il bordo del contenitore: hd = 0,1 m
n coefficiente di diffusione dei gas: cd = 0,06 m2/h che si ricava dalla tabella GA-1
n costante universale dei gas: R = 8314 J/kmol K
n portata di emissione del vapore, che si ricava dalla formula GB.4.5.6:

A Pa × 10 -5 æ Pa ö 10 × 10 -3 101300 × 10 -5 æ 101300 ö × 110 = 8, 44 × 10 -6 kg / s


Qg = 28 cd lnç ÷ × M = 28 0, 06 ln
hd R×T è Pa - Pv ø 0,1 8314 × 313,1 è 101300 - 70000 ø

GD-7.4.2 Valutazione di Vz e del tempo di persistenza t


Con l’ausilio della formula B.3 della Norma CEI EN 60079-10 è stato calcolato il
volume Vz , aldilà del quale la concentrazione media del vapore è inferiore a 0,5
volte il LEL.
Portata minima dell’aria di ventilazione (formula B.1 della Norma
CEI EN 60079-10 ):

(dG / dt )max T Qg T 8, 44 × 10 -6 313 ,1


(dV / dt )min = Qamin = × = × = × = 2, 81 × 10 -4 m 3 / s
k × LEL 293 k × LEL 293 0, 5 × 0, 0625 293

Fattore di efficacia: f = 2 in quanto l’ambiente è di tipo chiuso con la presenza di


qualche impedimento alla libera circolazione dell’aria che può ridurre in modo
poco significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva.

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Calcolo del Vz:

f × ( dV / dt )min f × Qa min 2 × 5, 63 × 10 -4
Vz = = = = 0, 23 m 3
C C 4, 88 × 10 -3

utilizzando la formula B.6 della Norma CEI EN 60079-10, si calcola il tempo di


persistenza (t), che è il tempo richiesto per far scendere la concentrazione media
da un valore iniziale X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto della emissione.

-f k × LEL%vol. -2 0, 5 × 1, 4
t= × ln = × ln = 1597 s
C X0 4, 88 × 10 -3 34, 6

GD-7.4.3 Calcolo della distanza pericolosa dz


Applicando la formula GB.5.1.1, possiamo ora calcolare la distanza pericolosa
(dz) assumendo una velocità del vento all’interno dell’alloggiamento delle idrauli-
che pari a 0,15 m/s (dato sperimentale).

0 , 55
æ 42300 × Qg . f ö
0 , 55
æ 42300 × 8, 44 × 10 -6 × 2 ö
dz = 1, 2 × ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0,18 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0,15 ø

Si assume a = 0,2 m

GD-7.4.4 Conclusioni
Il volume ipotetico di atmosfera esplosiva (Vz) = 0,23 m3, è di estensione non tra-
scurabile, ma inferiore al volume (Vo) = 0,24 m3 .
Come precedentemente detto, si è considerata una perdita di 4 h, con una fre-
quenza di un evento all’anno. Il tempo di presenza dell’atmosfera potenzialmente
esplosiva per il singolo evento, risultato della somma tra il tempo di emissione
(tp) ed il tempo di persistenza (t), corrisponde a (14400 s + 1597 s) × 1 evento/an-
no = 15997 s/anno = 4,44 h/anno, per cui è rispettata la condizione di zona 2.
Il grado di ventilazione in relazione all'emissione è MEDIO.
Il luogo chiuso, con le aperture sopra indicate, sempre aperte, rispetta la condi-
zione di disponibilità di ventilazione BUONA, avendo assunto come velocità
dell’aria all’aperto 0,5 m/s, considerata sempre presente.

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Tipo ed estensione della zona
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado,
n grado della ventilazione medio,
n disponibilità della ventilazione buona,

il luogo pericoloso è interamente di zona 2.


La zona si estende a tutto il volume V0.
Considerando che tutta la letteratura tecnica internazionale, compreso il progetto
di Norma elaborata dal CEN/TC 221 (prEN 13617-1:1999E), classifica l’interno del
distributore come zona 1, a favore della sicurezza si è assunto tutto il volume in-
terno dell’alloggio parti idrauliche come zona 1.

GD-7.4.5 Classificazione della parte esterna del contenitore delle parti idrauliche
Le feritoie di aerazione esistenti sul contenitore della parte idraulica del distribu-
tore sono considerate come aperture fisse di tipo A (vedi A.2.2.1 e Tab. A.1 della
Norma CEI EN 60079-10).
Le barriere di vapore di tipo 1 e tipo 2, sono considerate aperture di tipo D (vedi
A.2.2.4 e Tab. A.1, CEI EN 60079-10). Esse separano parti del distributore classifi-
cate come zone pericolose da parti classificate come non pericolose (vedere Ap-
pendice B seguente).

GD-7.4.6 Distanza pericolosa dalle aperture di tipo A


Applicando la “regola del filo teso” (vedere paragrafo 2.3), la zona pericolosa si
estende all’esterno delle aperture di tipo A fino a 0,2 m dalle aperture stesse. A
favore della sicurezza, si è estesa la zona pericolosa a tutta la superficie esterna
dell’alloggio delle idrauliche.
Noto che i vapori di benzina hanno una densità relativa all’aria non minore di 2,5 la
zona pericolosa è limitata verticalmente a 0,05 m al di sopra del punto di emissione
più alto dell’alloggiamento parti idrauliche, come indicato nella figura GD-7.2.

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Fig. GD-7.2 Rappresentazione grafica della classificazione del luogo pericoloso relativa alla Parte
idraulica dell’erogatore (quote in metri )

GD-7.5 Classificazione del luogo pericoloso relativa allo Sfiato del degasatore
della colonnina di distribuzione

GD-7.5.1 Caratteristiche della emissione


Il dispositivo degasatore è un componente del distributore che ha lo scopo di se-
parare l’eventuale fase gassosa contenuta nel carburante. Il terminale del degasa-
tore viene riportato sull’esterno dell’erogatore, rivolto verso il basso.
La fase gassosa si può formare per:
a) entrata d’aria dalle tubazioni interrate di aspirazione del liquido, causata da
piccole perdite di tenuta nei raccordi; questo tipo di malfunzionamento gene-
ra una emissione di secondo grado, che può essere anche di discreta entità,
fino a 15 dm3/min (2,5 x 10-4 m3/s), ma che è di durata trascurabile in quanto
produce o il blocco automatico dell’erogatore, oppure una segnalazione visi-
va attraverso il “globo spia”, con un funzionamento anomalo molto vistoso,
che rende necessario l’intervento manutentivo;
b) compressione/decompressione in fase di pompaggio centrifugo, ad ogni av-
vio dell’erogazione, che genera una emissione di primo grado.

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Si è considerata quindi solo l’emissione di primo grado generata da b).
n SE: sfiato del degasatore della
colonnina
n grado di emissione: primo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,25
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50 % perché l’emissione è in
fase esclusivamente gassosa
n stato: vapore
n direzione della emissione: verso il basso

L’erogato medio annuo di una colonnina è circa 1000000 di dm3, con una media
di 50000 erogazioni all’anno, con una erogazione media di 20 dm3.
La degasazione tipicamente si svolge nei primi 5 s di erogazione, ma in favore
della sicurezza è stata considerata una emissione che continua per tutta la fase di
erogazione.
Nell’esempio si considera il caso di un distributore dotato di sistema per il recu-
pero dei vapori, per cui la portata è di 40 dm3 al minuto. Il tempo di emissione
(te) inteso come il tempo totale annuo di degasazione risulta:

60
te = 1000 000 = 1500 000 s = 417 h
40

Sulla base di prove sperimentali è stata rilevata una emissione massima di 9 dm 3


di vapore ogni 2800 dm3 di liquido erogato dalla pompa.
La portata di emissione è stata calcolata come segue:

9 × 10 -3 40
Qg = × × r gas = 9,17 × 10 -6 kg / s
2800 60

GD-7.5.2 Calcolo della distanza pericolosa dz


E’ stata calcolata la distanza pericolosa (dz) intesa come la distanza dalla SE, a
partire dalla quale la concentrazione del vapore infiammabile è inferiore a k×LEL.
Nel nostro caso, è stata applicata la formula GB.5.1.1, prevista per emissioni di
gas in regime subsonico:

0 , 55
æ 42300 × Qg . f ö
0 , 55
æ 42300 × 9,17 × 10 -6 × 2 ö
dz = 1, 2ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0, 096 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0, 5 ø

Si assume a=0,1 m. Di conseguenza C=0,5/0,2=2,5 s-1

GD-7.5.3 Valutazione di Vz e del tempo di persistenza t


Con l’ausilio della formula B.3 della Norma CEI EN 60079-10 è stato calcolato il
volume Vz , aldilà del quale la concentrazione media del vapore è inferiore a
0,25 volte il LEL.

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Portata minima dell’aria di ventilazione (formula B.1 della Norma CEI EN 60079-10 ):

(dG / dt )max T Qg T 9,17 × 10 -6 313,1


(dV / dt )min = Qa min = × = × = × = 2, 80 × 10 -5 m 3 / s
k × LEL 293 k × LEL 293 0, 25 × 0, 032 293

Fattore di efficacia: f=2, come per il caso a


Calcolo del Vz (C è stato calcolato con la formula 2.2.m dopo aver calcolato dz

f × ( dV / dt )min f × Qa min 2 × 5, 56 × 10 -6
Vz = = = = 4, 45 × 10 -6 m 3
C C 2, 5

Utilizzando la formula B.6 della Norma CEI EN 60079-10, è stato calcolato il tem-
po di persistenza (t), che è il tempo richiesto per far scendere la concentrazione
media da un valore iniziale X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto della emissione.

-f k × LEL%vol. -2 0, 25 × 1, 4
t= × ln = × ln = 4s
C X0 2, 5 50

GD-7.5.4 Conclusioni
Il volume ipotetico di atmosfera esplosiva (Vz) = 4,45 × 10-6 m3 , è di estensione
trascurabile.
Il tempo di presenza dell’atmosfera potenzialmente esplosiva è il risultato della
somma tra il tempo di emissione (tp) ed il tempo di persistenza (t), nel nostro
caso assolutamente trascurabile. Quindi, su base annua, corrisponde a :
t = 1500000 s = 417 h all’anno, per cui è rispettata la condizione di zona 1.
Il grado di ventilazione in relazione all'emissione è BUONO.
Il luogo è all'aperto, liberamente ventilato, si è assunta una velocità del vento di
w = 0,5 m/s, considerato sempre presente, è pertanto rispettata la condizione di
disponibilità BUONA

Tipo di zona
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di primo grado;
n grado della ventilazione buono;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 1 NE.

Considerando che tutta la letteratura tecnica internazionale, compreso il progetto


di Norma elaborata dal CEN/TC 221 (prEN 13617-1:1999E), classifica la zona ge-
nerata dallo sfiato del degasatore come zona 1, a favore della sicurezza si è as-
sunta la zona in oggetto come zona 1.

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Estensione della zona
L’emissione è di gas in singola fase, a bassa velocità, con direzione di emissione
nota (verso il basso). La forma più adatta per rappresentare la zona è quella di un
semicilindro per il quale l’estensione nella direzione di emissione è uguale a
quella del raggio del cilindro (a), pari a 0,1 m. Nella direzione opposta a quella
di emissione, si assume 0,5 ×(a) = 0,05 m. Si considera un semicilindro di
r = 0,1 m esteso fino a terra, che comprende anche le eventuali deformazioni do-
vute alla adiacenza della parete al punto di emissione.
La figura GD-7.3 rappresenta graficamente il caso esaminato.

Fig. GD-7.3 Rappresentazione grafica della classificazione del luogo pericoloso relativa allo Sfia-
to del degasatore della colonnina di distribuzione (quote in metri )

GD-7.6 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Sacca portapistola


della colonnina di distribuzione

GD-7.6.1 Caratteristiche della emissione


La pistola di erogazione viene riposta all’esterno dell’erogatore dentro una appo-
sita sacca. Non esiste una condizione di gocciolamento in quanto il becco della
pistola viene rivolto sempre verso l’alto. Piccole quantità residue evaporano dalla
pistola verso l’esterno dell’erogatore.

GD-7.6.2 Conclusioni
Le emissioni sono piccole quantità di incerta determinazione. Pertanto si è caute-
lativamente assunto il tipo ed estensione delle zone sotto indicate.

Tipi di zona
Interno della sacca = zona 1
Esterno della sacca = zona 2

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Estensioni delle zone
La zona 1 si estende a tutto il volume interno alla sacca portapistola.
La zona 2 ha una estensione che è generalmente compresa nella zona 2 già con-
siderata in GD-7.4.

Fig. GD-7.4 Rappresentazione grafica della classificazione del luogo pericoloso relativa alla Sac-
ca portapistola della colonnina di distribuzione (quote in metri)

Sulla base di quanto determinato in GD-7.4, GD-7.5, GD-7.6, le e zone pericolose


relative ai distributori completi, sono indicate nei disegni seguenti, che rappre-
sentano le più comuni tipologie attualmente in uso.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Fig. GD-7.5 Esempio di classificazione di un erogatore completo (quote in metri )

SFIATO

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Fig. GD-7.6 Esempio di classificazione di un erogatore completo (quote in metri)

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Fig. GD-7.7 Esempio di classificazione di un erogatore completo (quote in metri)

SFIATO SFIATO

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Fig. GD-7.8 Esempio di classificazione di un erogatore completo (quote in metri)

SFIATO

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Fig.GD-7.9 Esempio di classificazione di un erogatore completo (quote in metri)

SFIATO

GD-7.7 Classificazione del luogo pericoloso relativa al Pozzetto di scarico delle


benzine

GD-7.7.1 Caratteristiche della emissione


L’emissione è di secondo grado ed è dovuta alla pozza che eventualmente si può
formare a seguito delle operazioni di scarico dall’autocisterna , in ciclo chiuso.

GD-7.7.2 Conclusioni
Le emissioni sono piccole quantità di incerta determinazione. Pertanto si è caute-
lativamente assunto il tipo ed estensione delle zone sotto indicate.

Tipo ed estensioni delle zone


La zona 1 si estende all’intero volume del pozzetto
La zona 2 si estende per 0,10 m verticalmente e 0,20 m orizzontalmente e in tutte
le direzioni all’esterno del pozzetto.

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Fig. GD-7.10 Esempio di classificazione di cui al caso d (quote in metri)

Note: 1 Per analogia gli stessi tipi ad estensione delle zone possono essere applicati ai pozzetti con-
tenenti le tubazioni provenienti dallo scarico decentrato e i collettori delle linee di addu-
zione ai distributori o di quelle provenienti dalla pompa sommersa, come pure i pozzetti
contenenti le saracinesche di manovra e/o scambio.
2 I pozzetti contenenti solo il passo d’uomo sono considerati come aperture fisse di tipo C (ve-
di A.2.2.3 e Tab. A.1, CEI EN 60079-10) in quanto aperti poco frequentemente, ovvero solo
in caso di manutenzione straordinaria.

In questo caso la zona 1 si estende all’intero volume del pozzetto, mentre non vi
è presenza di zona pericolosa all’esterno del pozzetto.

GD-7.8 Classificazione del luogo pericoloso relativa al Terminale delle tubazioni


di equilibrio dei serbatoi per benzine (vent) con sistema per il recupero
dei vapori

GD-7.8.1 Caratteristiche della emissione


Il terminale delle tubazioni di equilibrio dei serbatoi per benzine, comunemente
chiamato vent, è posto in luogo decentrato, ben areato e ad una altezza minima
di 2,5 m, rivolto verso l’alto. Esso collega uno o più serbatoi dotati di valvola
pressione/depressione che favorisce la condensazione del vapore nel cielo dei
serbatoi e consente l’uscita di vapore solo nel caso di superamento delle pressio-
ni di progetto.
La sovrapressione è dovuta essenzialmente alla presenza nei distributori del siste-
ma di recupero dei vapori emessi dai serbatoi degli autoveicoli durante l’opera-
zione di rifornimento.
Le disposizioni legislative consentono il recupero in volume dei vapori nel campo
compreso tra il 95% ed il 105% del volume del liquido erogato nel serbatoio delle
autovetture. Nelle condizioni più sfavorevoli, ciascun distributore collegato al ser-
batoio potrebbe riportare il 5% di vapore in più del liquido prelevato, creando di
conseguenza una sovrapressione e quindi i presupposti per una emissione in caso
di superamento della soglia di taratura della valvola pressione-depressione.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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n SE: terminale delle tubazioni di equili-
brio dei serbatoi per benzine
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5
n concentrazione di emissione: X = 40 % = 0,4 p.u. (ricavato da
dati sperimentali)
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50 % perché l’emissione è in
fase esclusivamente gassosa
n stato: vapore
n direzione della emissione: verso l’alto

Si considera il caso in cui ad un terminale di equilibrio confluiscano sino a 10 di-


stributori.
I distributori di benzina erogano con portata 40 dm3 al minuto (6,67 x 10-4 m3/s),
Il fattore di contemporaneità nel funzionamento dei distributori è 0,5 e quindi il
totale della possibile emissione:

5
Qg = ( dG / dt )max = X × 0, 5 × 10 × × 6, 67 × 10 -4 × r gas = 0, 4 × 0, 5 × 10 × 0, 05 × 6, 67 × 10 -4 × 3, 5 = 2, 33 × 10 -4 kg / s
100

In favore della sicurezza si calcola una emissione dal terminale di equilibrio di


60 s al giorno.
Il tempo di emissione (te) inteso come il tempo totale annuo di emissione risulta:

te = 60 × 365 = 21900 s = 6,1 h

GD-7.8.2 Calcolo della distanza pericolosa dz


Possiamo ora calcolare la distanza pericolosa (dz) intesa come la distanza dalla
SE, a partire dalla quale la concentrazione del vapore infiammabile è inferiore a
k×LEL. Nel caso, è stata utilizzata la formula GB.5.1.1.

0 , 55
æ 42300 × Qg × f ö
0 , 55
æ 42300 × 2, 33 × 10 -4 × 2 ö
dz = 1, 2 × ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0, 57 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0, 5 ø

Si assume a=0,75 m (C=0,5/1,5=0,33)

GD-7.8.3 Valutazione di Vz e del tempo di persistenza t


Con l’ausilio della formula B.3 della Norma CEI EN 60079-10 è stato calcolato il
volume Vz , aldilà del quale la concentrazione media del vapore è inferiore a 0,5
volte il LEL.
Portata minima dell’aria di ventilazione (formula B.1 della Norma CEI EN 60079-10):

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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(dG / dt )max T Qg T 2, 33 × 10 -4 313 ,1
(dV / dt )min = Qamin = × = × = × = 0, 0156 m 3 / s
k × LEL 293 k × LEL 293 0, 5 × 0, 032 293

Fattore di efficacia: f=2


in quanto si tratta di un ambiente aperto con presenza di qualche impedimento
alla libera circolazione dell’aria, che può ridurre, in modo poco significativo, la
sua effettiva capacità di diluizione dell’atmosfera esplosiva
calcolo del Vz:

f × ( dV / dt )min f × Qa min 2 × 0, 0156


Vz = = = = 0,1 m 3
C C 0, 33

Utilizzando la formula B.6 della Norma CEI EN 60079-10, si calcola il tempo di


persistenza (t), che è il tempo richiesto per far scendere la concentrazione me-
dia da un valore iniziale X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto della emissione.

-f k × LEL%vol. -2 0, 5 × 1, 4
t= × ln = × ln = 26 s
C X0 0, 33 50

GD-7.8.4 Conclusioni
Il terminale di equilibrio dei serbatoi viene lambito dall’aria di ventilazione
dell’ambiente. Il grado di ventilazione è MEDIO, la disponibilità è BUONA.

Tipo ed estensione della zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

Il luogo pericoloso è interamente di zona 2.


La forma della zona pericolosa che è stata individuata come la più adatta a rap-
presentare l’esempio è sicuramente quella di una sfera con centro nel punto di
emissione come indicato nella figura GD-7.11

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Fig. GD-7.11 Esempio di classificazione di cui al caso e (quote in metri)

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ALLEGATO
A BARRIERE DI VAPORE
Le barriere di vapore sono considerate aperture di tipo D (vedi A.2.2.4 e
Tab. A.1, CEI EN 60079-10). Esse separano parti del distributore classificate come
zona 1 da parti classificate come non pericolose.
Le barriere possono essere di Tipo 1 oppure Tipo 2.

A.1 Barriere di separazione di tipo 1


La barriera di tipo 1 prevede un singolo setto separatore con grado di protezione
IP67.
Le barriere di tipo 1 possono essere orizzontali oppure verticali.

A.1.1 Barriera di separazione di Tipo 1 orizzontale (Fig. 1)


La barriera orizzontale consente la transizione da una Zona 1 ad una zona non
pericolosa quando ricorrono le seguenti condizioni:
n la barriera ha un grado di protezione IP67 nel tratto lambito dalla sottostante
Zona 1 esistente all'interno del comparto idraulico dell'erogatore;
n la barriera ha un grado di protezione IP54 nel tratto lambito dalla Zona 2
esterna al comparto idraulico dell'erogatore.

Fig. 1 Barriera Orizzontale di Tipo 1

A.1.2 Barriera di separazione di Tipo 1 verticale (Fig. 2)


La barriera verticale consente la transizione da una Zona 1 ad una zona non peri-
colosa quando ricorrono le seguenti condizioni:
n la barriera ha un grado di protezione IP67 nel tratto lambito dalla adiacente
Zona 1 esistente all'interno del comparto idraulico dell'erogatore;
n la barriera ha un grado di protezione IP54 per un tratto di 0,2 m, lambito dalla
Zona 2, esterna al comparto idraulico dell'erogatore.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Fig. 2 Barriera Verticale di Tipo 1

A.2 Barriere di separazione di Tipo 2


La barriera di Tipo 2 prevede due setti separatori con grado di protezione IP54,
distanziati da un tratto di 0,02 m, liberamente ventilato.
Le barriere di tipo 2 possono essere orizzontali oppure verticali.

A.2.1 Barriera di separazione di Tipo 2 orizzontale (Fig. 3)


La barriera orizzontale consente la transizione da una Zona 1 ad una zona non
pericolosa quando ricorrono le seguenti condizioni:
n la barriera ha un grado di protezione IP54 nel tratto lambito dalla sottostante
Zona 1 esistente all'interno del comparto idraulico dell'erogatore;
n la barriera ha un grado di protezione IP54 nel tratto lambito dalla Zona 2
esterna al comparto idraulico dell'erogatore.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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Fig. 3 Barriera Orizzontale di Tipo 2

A.2.2 Barriera di separazione di Tipo 2 verticale


La barriera orizzontale consente la transizione da una Zona 1 ad una zona non
pericolosa quando ricorrono le seguenti condizioni:

A.2.2.1 Setti di separazione distanziati 0,02–0,05 m (Fig. 4)


La barriera ha un grado di protezione IP54 nel tratto lambito dalla adiacente Zona
1 esistente all'interno del comparto idraulico dell'erogatore.
La barriera ha un grado di protezione IP54 nel tratto lambito dalla Zona 2 esterna
al comparto idraulico dell'erogatore.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Fig. 4 Barriera Verticale di Tipo 2 con setti di separazione distanziati 0,02–0,05 m

A.2.2.2 Setti di separazione distanziati 0,05–0,2 m (Fig. 5)


La barriera ha un grado di protezione IP23 nel tratto lambito dalla adiacente Zona
1 esistente all'interno del comparto idraulico dell'erogatore.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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Fig. 5 Barriera verticale di Tipo 2 con setti di separazione distanziati 0,05–0,2 m

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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A.2.2.3 Setti di separazione distanziati 0,2 m (Fig. 6)

Fig. 6 Barriera Verticale di Tipo 2 con setti di separazione distanziati ³ 0,2 m

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CEI 31-35/A:2001-01
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ALLEGATO
B NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE DI
CARBURANTI PER AUTOTRAZIONE
prEN809 Pompe ed unità di pompaggio per liquidi -
Requisiti di sicurezza
UNI EN 982:1996 Requisiti di sicurezza per sistemi erogatori di
liquidi e componenti – Idraulica
EN 1127-1 Sicurezza delle Macchine - Fuoco ed esplosio-
ne – Prevenzione delle esplosioni e protezio-
ne - Parte 1: concetti di base e terminologia
CEI EN 60204-1:1998 (CEI 44-5) Sicurezza delle Macchine - Equipaggiamento
elettrico – Parte 1 - Specifiche dei requisiti
generali
CEI EN 60529:1992 (CEI 70-1) Gradi di protezione degli involucri (Codice IP)
EN 1360:1998 Tubi in gomma e termoplastici per distribu-
tori di carburante - Specifiche e test
prEN 13483:1999 Tubi in gomma e termoplastici per distribu-
tori di carburante con sistema recupero va-
pori - Specifiche e test
prEN 13012:1999 Pistole automatiche per i distributori di car-
burante - Specifiche e test
prEN 13617-1:1999 Stazioni per il rifornimento di benzine per
autotrazione – Parte 1 : Costruzione e carat-
teristiche dei distributori
prEN 13617-2:1999 Stazioni per il rifornimento di benzine per
autotrazione – Parte 2 : Costruzione e carat-
teristiche dei giunti a strappo di sicurezza
CEN TC305/N120 Sicurezza delle Macchine - Guida per evitare
il pericolo dovuto alla elettricità statica
VdTÜV-ME 651 Apparecchiature elettriche per stazioni di
servizio - Distributori di carburante
TRbF 40 Impianti di distribuzione carburanti e distri-
butori
CEI EN 50014:1998 (CEI 31-8) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive - Requisiti generali
CEI EN 50018:1995 (CEI 31-1) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Protezione a prova di
esplosione - Modo di protezione EEx-d
CEI EN 50019:1994 (CEI 31-7) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Protezione a sicurezza
aumentata - Modo di protezione EEx-e
CEI EN 50020:1995 (CEI 31-9) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Protezione a sicurezza
intrinseca - Modo di protezione EEx-i
CEI EN 50039:1997 (CEI 31-10) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Specifiche per impianti
elettrici a sicurezza intrinseca EEx-i
pr EN 50021:1997 (CEI 31-11) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Protezione a respira-
zione limitata - Modo di protezione EEx-n

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
Pagina 114 di 158
CEI EN 50028:1997 (CEI 31-13) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Protezione per incap-
sulamento - Modo di protezione EEx-m
CEI EN 60079-10:1996 (CEI 31-30) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosi-
ve per la presenza di gas – Parte 10 – Classi-
ficazione dei luoghi pericolosi
CEI 31-35:1999 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosi-
ve per la presenza di gas – Guida alla classi-
ficazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14:1998 (CEI 31-33) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive
per la presenza di gas – Parte 14 - Impianti
elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione
CEI EN 60079-17:1998 (CEI 31-34) Costruzioni elettriche per atmosfere poten-
zialmente esplosive – Parte 17 - Ispezione e
manutenzione degli impianti elettrici

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
Pagina 115 di 158
ALLEGATO
C APPLICABILITÀ DELLA DIRETTIVA COMUNITARIA 94/9/CE
(D.P.R. 23-03-1998, N. 126) SUI DISTRIBUTORI DI CARBURANTI PER
AUTOTRAZIONE
I distributori di carburante rientrano nel campo di applicazione della direttiva
94/9/CE e vanno intesi come apparecchiature di Gruppo II - Categoria 3G, in
quanto sono destinati ad un utilizzo in zona 2 o in zona non classificata, quale è
la stazione di servizio.
I componenti interni al distributore devono essere individualmente adatti per
Gr. II – Cat. 2G, in quanto posti in zona 1 e adatti per Gr. II – Cat. 3G, in quanto
posti in zona 2.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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Esempio GD-8 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN
UN IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE DI GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO
(GPL) PER AUTOTRAZIONE

Premessa
Un Decreto Ministeriale che andrà a sostituire il DPR n° 208 del 12-01-1971 e suc-
cessive modifiche, in corso di emanazione, prende in esame i problemi connessi
con l’installazione di nuovi impianti per la distribuzione di gas di petrolio lique-
fatto GPL.
Il presente esempio prende in esame uno dei tipi di nuovo impianto possibile, il
più utilizzato, che prevede il riempimento del serbatoio a mezzo autobotte con
pompa di scarico a bordo e l’invio alla colonnina di erogazione a mezzo di pom-
pa sommersa.
a) Particolarità costruttive
Il serbatoio che per il predetto D.M. non potrà avere capacità superiore a 50 m 3 è
posto in cassa di contenimento, costruita in cemento armato, ed è tutto coperto
di sabbia fino a quota che lo sormonta di almeno di 30 cm;
La valvola di sicurezza ha sull’otturatore una guarnizione in Teflon.
Le guarnizioni delle flange sono di materiale adatto al tipo di prodotto utilizzato.
Le attrezzature che possono essere sede di sorgenti di emissione possono essere
ubicate in tutti i punti della cassa di contenimento.
La tettoia è sistemata ad una quota tale per cui lo spazio ad essa sottostante può
essere considerato ambiente aperto.
b) Sicurezza
Premesso che il serbatoio è dimensionato per l’esercizio a 18 bar, corrispondenti
alla tensione di vapore del GPL a 50 ° C, le cause di una eventuale sovrapres-
sione possono essere:
n per eccesso di riempimento, caso che può essere ritenuto a remota possibilità
di accadimento, visto che il serbatoio è munito di un dispositivo di blocco
del riempimento al raggiungimento dell’85% della sua capacità;
n per presenza di incendio perché l’apporto di calore al serbatoio dovuto al ri-
scaldamento della sabbia di copertura non può essere considerato nullo; tut-
tavia, tale apporto di calore non è verosimilmente sufficiente ad elevare la
pressione a quella di intervento della valvola di sicurezza; in ogni caso la pre-
senza di fiamma annulla ogni considerazione sulla necessità di tutelarsi da un
innesco elettrico.

Si considera pertanto, ai fini del presente esempio, il trafilamento della tenuta


della valvola.
c) Tutti i calcoli e le valutazioni che seguono sono stati fatti considerando la
temperatura di esercizio a 20 °C, corrispondenti alla pressione di 8 bar, au-
mentata di 2 bar per tenere conto delle sovrapressioni attinenti alle operazio-
ni di movimento del prodotto (riempimento del serbatoio e rifornimento de-
gli automezzi)
d) Le emissioni strutturali non sono state considerate in quanto la tipologia dei
materiali utilizzati per le tenute e le condizioni di ventilazione (gli impianti si
trovano all’aperto) portano a considerarle non significative ai fini della classi-
ficazione delle aree.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
Pagina 117 di 158
GD-8.1 Dati della sostanza infiammabile
n denominazione GPL – Gas di petrolio
liquefatto
n densità relativa all’aria > 1,50
n massa volumica del liquido rliq [kg/m3] 507
n massa molare M [kg/Kmol] 44,094
n limite inferiore di esplodibilità in volume (LEL % vol) 2,00
n limite inferiore di esplodibilità (kg/m3) 0,039
n temperatura di accensione [°C] 365
n temperatura di infiammabilità [°C] <0
n rapporto tra i calori specifici g (cp/cv) 1,13
n calore specifico a temperatura ambiente csl [J/(kg K] 2225
n calore latente di vaporizzazione alla Tb clv [J/kg] 4,24×105
n gruppo e classe di temperatura IIB T2
n tensione di vapore a 20 °C [bar] 8

GD-8.2 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Perdita da flange e


valvole in genere

GD-8.2.1 Caratteristiche della SE


n grado dell’emissione secondo
n sezione del foro di emissione A 0,25×10-6 [m2]
n coefficiente di efflusso c 0,8
n funzione della lunghezza del percorso di fuoruscita f(l)1
n pressione atmosferica Pa 101325 [Pa]
n pressione assoluta all’interno del sistema
di contenimento nel punto di emissione P 1101325 [Pa]
n velocità dell’aria w 0,5 [m/s]
n fattore di sicurezza applicato al LEL k 0,5
n temperatura assoluta di efflusso T 293 [K]
n numero di ricambi d’aria nell’unità di tempo C 0,03
n fattore di efficacia f 2
n concentrazione iniziale X0 50 %

Per ridondanza alla sicurezza viene considerato come se la valvola o flangia da


cui viene emessa la SE si trovasse all’interno del bacino di contenimento installa-
ta aderente al muro. L’unica eccezione è per l’attacco delle manichette di scarico
che si trova all’esterno del muro di contenimento.

GD-8.2.2 Tipo ed estensione della zona pericolosa


Formula GB4.3.1 – Calcolo della portata totale Qt (liquido più vapore)

Qt = c × A × f(l) × P0,5 = 2,1×10-4 kg/s

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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Si assume cautelativamente che tutta la portata del liquido evapori all’emissione,
considerando quindi
Qg = Qt

Formula GB 5.1.1 (per ambienti aperti) – calcolo della distanza pericolosa


dz

42300 × Q g × f 0,55
d z = æ ---------------------------------------------ö × 1, 2 = 0, 72 m
è M × LEL% vol. × Wø

Formula 2.2.a – Determinazione della portata volumetrica di aria fresca

Qg T
(dV dt )min = × = 0,011 m3/s
k × LEL 293

Formula 2.2.d – Determinazione del volume ipotetico di atmosfera poten-


zialmente esplosiva

f × ( dV dt )min
Vz = = 0,72 m3
C

Formula 2.2.i – Valutazione del tempo di persistenza

-f LEL%vol. × k
t= × ln = 260 s
c X0

Il volume ipotetico Vz, risulta contenuto, ma non trascurabile, pertanto il grado


della ventilazione si può definire medio, con disponibilità buona in quanto l’in-
stallazione è all’aperto; il tempo di persistenza, sommato a quello di intervento
manuale necessario all’intercettazione dell’eventuale perdita (che si può stimare
dai 15 ai 60 minuti, a seconda della presenza di operatori o meno) soddisfa alla
definizione di Zona 2 (vedere fig. 1)
Dai risultati sopra citati si può concludere quanto segue:
n grado della ventilazione medio
n grado dell’emissione secondo
n disponibilità della ventilazione buona
n valutazione della zona ZONA 2
n visto dz (0,72) distanza assunta (a) 1m

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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GD-8.3 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Perdita dalla valvola di
sicurezza del serbatoio

GD-8.3.1 Caratteristiche della SE


n grado dell’emissione secondo
n sezione del foro di emissione A 0,25×10-6 [m2]
n coefficiente di efflusso c 0,8
n pressione atmosferica Pa 101325 [Pa]
n pressione assoluta all’interno del sistema
di contenimento nel punto di emissione P 1101325 [Pa]
n velocità dell’aria w 0,5 [m/s]
n fattore di sicurezza applicato al LEL k 0,5
n temperatura assoluta di efflusso T 293 [K]
n numero di ricambi d’aria nell’unità di tempo C 0,03
n fattore di efficacia f 1
n concentrazione iniziale X0 50 %

GD-8.3.2 Tipo ed estensione della zona pericolosa


Considerando che nel caso in esame fra l’attuatore e la sede della valvola è pre-
sente una guarnizione in teflon viene ipotizzato come guasto un foro avente se-
zione 0,25 mm2.

Formula GB 4.1.1 – Determinazione del regime di flusso

g 1,13
Pa æ 2 ö g -1 101300 æ 2 ö 1,13 -1
£ç ÷ Þ £ç ÷
P è g + 1ø 9 × 10 5 è 1,13 + 1ø

0,09 £ 0,58
la disuguaglianza è verificata, pertanto il regime di flusso è sonico.

Formula GB 4.1.2 – Portata di emissione

0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × ê g × ç ÷ ú × = 6 ×10-4 kg/s
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø

Formula GB 5.3.1 (per ambienti aperti) – calcolo della distanza pericolosa


dz con emissione in flusso sonico

-1
×æ
LEL%vol ö
( )
0.5
dz = 16.5 × P × 10 -5 ×M -0.4
× A0.5 × 1.5 = 0,45 m
è 100 ø

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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Formula 2.2.a – Determinazione della portata volumetrica di aria fresca

Qg T
(dV dt )min = × = 0,031 m3/s
k × LEL 293

Formula 2.2.d – Determinazione del volume ipotetico di atmosfera poten-


zialmente esplosiva

f × ( dV dt )min
Vz = = 1,02 m3
C

Formula 2.2.i – Valutazione del tempo di persistenza

-f LEL%vol. × k
t= × ln = 130 s
C X0

Anche in questo caso, il volume Vz, risulta contenuto, ma non trascurabile, per-
tanto il grado della ventilazione si può definire medio, con disponibilità buona in
quanto lo sfiato della valvola di sicurezza è all’aperto e in quota; il tempo di per-
sistenza, sommato a quello di intervento manuale necessario all’intercettazione
dell’eventuale perdita soddisfa alla definizione di Zona 2 (vedere Fig. GD-8.1).

Dai risultati dei calcoli si determina quanto segue:


n grado della ventilazione medio
n grado dell’emissione secondo
n disponibilità della ventilazione buona
n valutazione della zona ZONA 2
n visto dz (0,45) distanza assunta (a) 0,5 m

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CEI 31-35/A:2001-01
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Fig. GD-8.1 Particolare cassaforma

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CEI 31-35/A:2001-01
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GD-8.4 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Colonnina di
erogazione

GD-8.4.1 Caratteristiche della SE


n grado dell’emissione secondo
n sezione del foro di emissione A 0,25×10-6 [m2]
n dimensioni della colonnina 0,5 x 0,5 x h 1,5 m
n coefficiente di efflusso c 0,8
n funzione della lunghezza
del percorso di fuoruscita f(l) 1
n pressione atmosferica Pa 101325[Pa]
n pressione assoluta all’interno del sistema
di contenimento nel punto di emissione P 1101325 [Pa]
n velocità dell’aria all’esterno della colonnina w 0,5 [m/s]
n fattore di sicurezza applicato al LEL k 0,5
n temperatura assoluta di efflusso T 293 [K]
n numero di ricambi d’aria nell’unità di tempo C 2/h
n fattore di efficacia all’esterno f 1
n concentrazione iniziale X0 50 %

GD-8.4.2 Tipo ed estensione della zona pericolosa


Formula GB4.3.1 – Calcolo della portata totale Qt (liquido più vapore)

Qt = c × A × f(l) × P0,5 = 2,1×10-4 kg/s

Assumendo che tutta la portata di liquido evapori, tutto il volume della colonnina
viene classificato Zona 1, in quanto la disuguaglianza [2.2.n] non è verificata.
Si considera di seguito la propagazione della zona all’esterno della colonnina.

Formula GB 5.1.1 (per ambienti aperti) – calcolo della distanza pericolosa dz


La perdita avviene sul perimetro della colonnina pertanto cautelativamente si
considera la portata sul lato maggiore che essendo 1,5/8 del perimetro è di:

Ð4
2, 1 × 10 × 1, 5 Ð5
---------------------------------------- = 3, 94 × 10 kg ¤ s
8

42300 × Q g × f 0,55
d z = æ ---------------------------------------------ö × 1, 2 = 0, 198 m
è M × LEL% vol. × Wø

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Formula 2.2.a – Determinazione della portata volumetrica di aria fresca

Qg T
(dV dt )min = × = 0,002 m3/s
k × LEL 293

Formula 2.2.d – Determinazione del volume ipotetico di atmosfera poten-


zialmente esplosiva

f × ( dV dt )min
Vz = = 0,067 m3
C

Formula 2.2.i – Valutazione del tempo di persistenza

-f LEL%vol. × k
t= × ln = 130 s
C X0

In ambiente aperto, con disponibilità buona (le considerazioni per Vz e t sono si-
mili ai casi precedenti), il grado della ventilazione è medio: la zona all’esterno
della colonnina si può classificare come Zona 2 (vedere Fig. GD-8.2).

In sintesi:

Interno colonnina:
n grado dell’emissione secondo
n grado della ventilazione
all’interno della colonnina basso
n disponibilità della ventilazione
all’interno della colonnina scarsa
n valutazione della zona interno colonnina ZONA 1

Esterno colonnina:
n grado della ventilazione
all’esterno della colonnina medio
n disponibilità della ventilazione
all’esterno della colonnina buona
n valutazione della zona ZONA 2
n visto dz (0,198) distanza assunta (a) 0,2 m

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CEI 31-35/A:2001-01
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Fig. GD-8.2 Particolare delle colonnine di erogazion

GD-8.5 Classificazione del luogo pericoloso relativa al Pozzetto di


alloggiamento della valvola di intercettazione
Il pozzetto considerato ha gli stessi valori di emissione e ventilazione che sono
stati esaminati nel caso della colonnina; per analogia alle valutazioni e ai calcoli
eseguiti si definisce la zona del pozzetto come segue (vedere fig. 3):
n grado dell’emissione secondo
n valutazione della zona interna al pozzetto ZONA 1
n valutazione della zona esterna al pozzetto ZONA 2
n distanza assunta (a) 0,2 m

Fig. GD-8.3 Particolare pozzetto alloggiamento valvola di intercettazione

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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Fig. GD-8.4 Figura riassuntiva della classificazione dei luoghi

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
Pagina 126 di 158
Esempio GD-9 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE IN
UNA CENTRALE DI PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA CON
GENERATORI RAFFREDDATI IN IDROGENO INSTALLATI IN
AMBIENTE CHIUSO (SALA MACCHINE)

Premessa
L’esempio, elaborato sulla base di quanto indicato nell’Appendice GB, ha lo sco-
po di definire la classificazione dei luoghi pericolosi in una centrale di produzio-
ne energia elettrica con generatori raffreddati in idrogeno installati in un edificio
comprendente la sala macchine e dotati di impianto di stoccaggio bombole di
idrogeno, denominato “fossa bombole”, ubicato esternamente alla sala macchine.
Per semplicità di calcolo e a favore della sicurezza non sono state calcolate le
perdite da tutti i componenti considerati sorgenti di emissione, ma sono state in-
dividuate alcune sorgenti di emissione considerate rappresentative di altre e solo
per queste sono stati eseguiti i calcoli per la definizione dei tipi e delle estensioni
delle zone pericolose.
Questi componenti sono:
a) lo sfiato di sicurezza e polmonazione del riduttore di pressione, sull’alta pres-
sione dell’idrogeno, ubicato nella “fossa bombole”;
b) la valvola d’intercettazione di una bombola di idrogeno ad alta pressione,
ubicata nella “fossa bombole”;
c) una flangia sul sistema idrogeno a pressione 4 × 105 Pa (sovrapressione 3 bar),
rappresentativa di tutti i punti di discontinuità e delle valvole, sulla macchina
e sui suoi impianti ausiliari;
d) lo sfiato libero all’atmosfera del serbatoio olio/idrogeno;
e) lo sfiato libero del tubo di scarico dell’idrogeno di lavaggio del generatore.

GD-9.1 Dati dell’impianto


La centrale può essere costituita da più generatori e più impianti ausiliari di ad-
duzione dell’idrogeno; ma in questo esempio sono stati considerati due soli ge-
neratori di grande potenza, raffreddati in idrogeno e l’impianto ausiliario per
l’idrogeno, costituito da un deposito di bombole di stoccaggio (fossa bombole)
aventi pressione nominale non superiore a 200 × 105 Pa (circa 200 bar relativi), da
una stazione di riduzione e regolazione da 200 × 105 Pa alla pressione di funzio-
namento del generatore, in generale compresa nel campo fra 3 × 105 Pa (sovra-
pressione di circa 2 bar) e 6 × 105 Pa (sovrapressione di circa 5 bar) e nel caso in
oggetto assunta pari a 4 × 105 Pa (sovrapressione di circa 3 bar), da pannelli di
smistamento e lavaggio, da apparecchiature di analisi purezza dell’idrogeno
(gas), da linee di adduzione, dagli impianti dell’olio delle tenute dell’idrogeno e
dall’impianto acqua demineralizzata per lo statore.
Il deposito bombole (fossa bombole) e la stazione di riduzione e regolazione
sono installati all’aperto, il resto dell’impianto è installato al chiuso in vicinanza
della macchina.
L’idrogeno occupa tutto il volume interno del generatore ed ha lo scopo di raf-
freddarlo ed è mantenuto a pressione pressoché costante.
In funzionamento ordinario l’alimentazione dell’idrogeno è chiusa; pertanto, es-
sendo presenti emissioni continue molto limitate da diversi punti di discontinuità
(es. flange) e dagli sfiati all’atmosfera, la pressione interna al generatore scende

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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molto lentamente ma costantemente nel tempo. L’alimentazione dell’idrogeno
viene aperta solo quando la pressione all’interno del generatore scende sotto il
valore limite stabilito, in generale una volta al giorno.
La maggior parte delle emissioni continue molto limitate avviene attraverso l’olio
delle tenute dell’albero: l’idrogeno si miscela nell’olio e viene convogliato in un
serbatoio di separazione dal quale è emesso nell’atmosfera tramite una condotta
di scarico all’aperto.

GD-9.2 CASO a – Sfiato di sicurezza e polmonazione del riduttore di pressione,


sull’alta pressione dell’idrogeno ubicato nella “fossa
bombole”, all'aperto
Sul corpo del riduttore di pressione da 200 × 105 Pa a 4 × 105 Pa, esiste un foro di
area compresa fra 3 mm2 e 2,5 mm2 che costituisce lo sfiato di sicurezza e pol-
monazione, esso è stato considerato SE con emissione di secondo grado in quan-
to può emettere idrogeno direttamente nell’atmosfera in occasione della eventua-
le fessurazione della membrana interna. L’area di fessurazione della membrana è
stato considerato di 0,25 mm2.
La rottura della membrana con un’area di fessurazione maggiore è stato considerato
un evento catastrofico in quanto si prevede un rateo di guasto e = 0,01 occasioni
ogni 365 d, da cui risulta che, per non considerare il luogo zona 2, il tempo di durata
della singola emissione (Te) deve risultare inferiore al valore calcolato come segue:

360
T e = --------- Ð t
e

dove:
360 è il tempo in secondi di durata massima complessiva in 365 d per non
considerare il luogo zona 2 (pari a 0,1 h in 365 d, vedere 2.2.1.);
e sono le occasioni di guasto con rottura della membrana ogni 365 d = 0,01;
t tempo di persistenza dell’atmosfera pericolosa al cessare dell’emissione;
nel caso in esame è risultato di 130 s (vedere formula sottoriportata).

360
Te = - 130 = 35870 s pari a 9,96 h
0, 01

Considerando che, in caso di guasto, sia effettuato un intervento riparatore in un tempo


molto inferiore a quello sopra indicato, l’evento è stato considerato catastrofico.

GD-9.2.1 Dati ambientali


n ambiente: aperto (fossa bombole)
n velocità minima dell’aria: w = 0,5 m/s;
n temperatura massima ambiente,
considerando anche la situazione
specifica al contorno: Ta = 318 K (45 °C);
n pressione atmosferica: Pa = 101 300 Pa
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia della ventilazione: f =2

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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GD-9.2.2 Dati della sostanza infiammabile
n denominazione della sostanza: idrogeno
n densità relativa all’aria: 0,07
n massa molare: M = 2,016 kg/kmol
n massa volumica: 0,0772 kg/m3 a 45 °C e
101 300 Pa
n limite inferiore di esplodibilità: LEL % = 4 % = 0,003355 km3
n densità (massa volumica) a 45 °C: rgas = 0,0772 kg/m3
n rapporto tra i calori specifici (gp/gv) g = 1,41

g +1
n coefficiente b = b = 5,878
g -1
n costante universale dei gas R = 8314 J/(kmol × K)
n gruppo delle costruzioni elettriche: II C
n temperatura di accensione: 560 °C
n classe di temperatura: T1

GD-9.2.3 Sorgente di emissione e grado dell’emissione


n SE: sfiato verso l’alto di sicurezza e
polmonazione
n modalità di emissione: gas in singola fase
n Area della fessura nella membrana: A = 2,5 × 10-7 m2
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,5
n quantità di emissioni previste in 365 d: 2
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n tempo di emissione (perdita): tp = 2700 s (45 min),
n pressione assoluta all’interno del sistema: P = 200 × 105 Pa
n temperatura di efflusso: T = 318 K;
n coefficiente di efflusso: c = 0,8
n modalità di emissione: gas in singola fase
n emissione sonica: j = 1 (in quanto è rispettata
la condizione della for-
mula GB.4.1.1.);
n rappresentatività: rappresenta tutti gli sfiati di si-
curezza e polmonazione.

GD-9.2.4 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo grado
E’ stata calcolata innanzi tutto la portata massima di emissione (dG/dt)max = Qg con la
formula GB.4.1.2.
Applicando la Formula GB.4.1.1, è risultato che il flusso di emissione è sonico,
pertanto j = 1

0, 5
é-7 æ 2 ö
5, 878
ù 200 ×10 5
Q g = 1 × 0, 8 × 2, 5 × 10 ê1, 41 × ç ÷ ú = 0, 0024 kg/s
è 1, 41 + 1ø
0, 5
êë úû æ 318 ö
ç 8314 × ÷
è 2, 016 ø

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E’ stata quindi calcolata la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula [2.2.a]:

0, 0024 318
(dV/dt )min = Q amin = × = 1, 552 m 3 /s
0,5 × 0,003355 293

E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.3.1 (emissione in
regime turbolento):

-1
d z = 16,5 × 200 0,5 × 2, 016 -0,4 × æ
4 ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1, 5 = 3, 3 m
0,5

è 100 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 3,5 m


Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 3, 5) = 7 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 0714 s -1
L0 7

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e


[2.2.i]:

2 × 1, 552
Vz = = 43, 47 m 3
0,0714

-2 4 × 0,5
t= ln = 90 s
0,0714 50

Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo, ma limitato dall'effet-


to della ventilazione.
La durata media presunta della singola emissione nel caso specifico è stata considera-
ta di 2700 s (45 min), per intervento del personale di sorveglianza; pertanto, il tempo
di presenza dell’atmosfera potenzialmente esplosiva per il singolo evento, ottenuto
dalla somma della durata media presunta di emissione pari a 2700 s più il tempo di
persistenza al cessare dell’emissione t, è risultato di (2700 + 90) = 2790 s. Consideran-
do che l’emissione possa verificarsi due volte ogni 365 d (un anno), la durata com-

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plessiva è risultata di (2790 × 2) = 5580 s pari a 1,55 h ogni 365 d, per cui è rispettata
la condizione di zona 2. L’ambiente è aperto, Va è illimitato, quindi il grado di venti-
lazione, in relazione all'emissione, è considerato MEDIO.

GD-9.2.5 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 2.

GD-9.2.6 Estensione della zona 2


Per la forma della zona 2 si è fatto riferimento alla Norma CEI EN 60079-10, Ap-
pendice C, Esempio N° 4 assumendo la forma sferica (per SE puntiforme). Per le
dimensioni, il raggio della sfera è stato assunto pari alla quota "a" = 3,5 m. Consi-
derando puntiforme la SE, ne è risultata una zona 2 di volume V = 179,5 m3 mag-
giore del volume Vz (43,47 m3 ), quindi è stata rispettata anche la condizione non
vincolante secondo la quale il volume della zona V deve essere maggiore del vo-
lume Vz.

GD-9.3 CASO b – Valvola d’intercettazione di una bombola di idrogeno ad alta


pressione, ubicata nella “fossa bombole”, all'aperto
La valvola d’intercettazione di una bombola di idrogeno ad alta pressione è dota-
ta di tenuta semplice attorno allo stelo (tipo “O ring” o similare).
La valvola può emettere continuamente una quantità molto limitata di idrogeno
(emissione strutturale) pari a 2,5 × 10-10 kg/s, che all'aperto non è stata considera-
ta significativa al fine della formazione di zone pericolose ed una quantità mag-
giore in occasione di guasto; essa è stata pertanto considerata una SE con grado
di emissione secondo.

GD-9.3.1 Dati ambientali


[come GD-9.2.1.]

GD-9.3.2 Dati della sostanza infiammabile


[come GD-9.2.2.]

GD-9.3.3 Sorgente di emissione e grado dell'emissione


n SE: tenuta tipo “O ring” sullo ste-
lo della valvola
n modalità di emissione: gas in singola fase
n area del foro di emissione: A = 2,5 × 10-7 m2
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza : k = 0,5
n quantità di emissioni previste in 365 d: 2
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n tempo di emissione (perdita): tp = 2700 s (45 min),
n pressione assoluta all’interno del sistema: P = 200 × 105 Pa
n temperatura di efflusso: T = 318 K;
n coefficiente di efflusso: c = 0,8

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n modalità di emissione: gas in singola fase
n emissione sonica: j = 1 (in quanto è rispettata
la condizione della for-
mula GB.4.1.1.)
n rappresentatività: rappresenta tutte tenute delle
valvole delle bombole di
idrogeno

GD-9.3.4 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo


grado
[come GD-9.2.4.]

GD-9.3.5 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 2.

GD-9.3.6 Estensione della zona 2


In considerazione della conformazione della SE, è stato assunto che le emissioni
possano avvenire verso l’alto ed in orizzontale, non verso il basso, quindi per la
zona 2 si è assunta la forma cilindrica. Per l'estensione è stata assunta la dimen-
sione in verticale verso l’alto e quella in orizzontale a partire dalla SE pari alla
quota "a" = 3,5 m; la dimensione in verticale verso il basso invece è stata assunta
pari a (0,2 × 3,5) = 0,7 m. Considerando puntiforme la SE ne è risultata una zona
2 di volume V = 161 m3 maggiore del volume Vz, (43,47 m3 ) quindi è stata ri-
spettata anche la condizione non vincolante secondo la quale il volume della
zona V deve essere maggiore del volume Vz.

GD-9.4 CASO c – Flangia sul sistema idrogeno a pressione 4 × 105 Pa


(sovrapressione (3 bar), rappresentativa di tutti i punti di
discontinuità e delle valvole, sulla macchina e sui suoi
impianti ausiliari, al chiuso
All’interno dell’edificio sono installate flange, valvole e connessioni di piccole di-
mensioni che sono SE e possono essere tipicamente rappresentate dalla flangia
considerata nel seguito di questo paragrafo.
La flangia può emettere continuamente una quantità molto limitata di idrogeno
(emissione strutturale) ed una quantità maggiore in occasione di guasto; essa è
stata pertanto considerata una SE con gradi di emissione: continuo e secondo.

GD-9.4.1 Dati ambientali


n ambiente: chiuso (sala macchine),
Va > 50 000 m3
n velocità minima dell’aria: w = 0,10 m/s;
n temperatura massima ambiente: Ta = 318 K (45 °C);
n pressione atmosferica: Pa = 101 300 Pa
n portata d'aria di ventilazione dell'ambiente: Qa = 300 m3/s;
n ricambi d’aria con velocità w = 0,10 m/s: Ca = 0,006 s-1

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n massa volumica dell'aria: raria = 1,110 kg/m3
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia della ventilazione (f): 2

GD-9.4.2 Dati della sostanza infiammabile


[Come GD-9.2.2.]

GD-9.4.3 Emissione di grado continuo dalla flangia (strutturale)

GD-9.4.3.1 Caratteristiche dell'emissione


n SE: flangia con guarnizione di
gomma o similare
n modalità di emissione: gas in singola fase
n durata complessiva in 365 d: maggiore di 1000 h
n grado di emissione: continuo
n coefficiente di sicurezza: k = 0,25
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n pressione assoluta all’interno del sistema: P = 400 000 Pa
n temperatura di efflusso: T = 318 K
n coefficiente di efflusso: c = 0,8

Nella generalità dei casi, i generatori raffreddati in idrogeno vengono eserciti con
il sistema di alimentazione dell’idrogeno intercettato e le bombole scollegate; du-
rante il funzionamento la pressione dell’idrogeno in macchina è soggetta ad una
diminuzione dovuta a “perdite funzionali” (discioglimento dell’idrogeno nell’olio
delle tenute da cui viene in continuazione separato ed espulso all’atmosfera) ed a
“perdite strutturali” (dagli scudi del generatore, dai terminali passanti, dalle flan-
ge, dalle valvole, ecc.).
A seconda dei diversi tipi di generatori, dei relativi impianti ausiliari, nonché del-
le condizioni di funzionamento, le perdite totali giornaliere di idrogeno sono pra-
ticamente comprese tra 5 m3/d e 16 m3/d a 20°C e pressione atmosferica.
Per il generatore considerato in questo esempio, l’esperienza dimostra che le per-
dite sono 16 m3/d a 20°C e pressione atmosferica. Parte di questo idrogeno,
come detto, viene trascinato con sé dall’olio delle tenute, convogliato in un ser-
batoio di separazione ed emesso quindi all'atmosfera.
La portata di emissione è stata stabilita su base sperimentale come di seguito in-
dicato.
La solubilità dell’idrogeno nell’olio è del 7% (0,07) in volume e tale valore non è
apprezzabilmente influenzato dalla pressione. Dall’esperienza di esercizio, nel
caso in esame la portata di olio alle tenute (V) è di circa 30 dm3/min, pari a
0,0005 m3/s, quindi la quantità di idrogeno nell’olio (LHo) è risultata:

L Ho = 0,07 × 24 × ( P ×10 -5 ) × (V × 3600) × Sf

dove Sf = fattore di saturazione = 1

L Ho = 0,07 × 24 × ( 400000 ×10 -5 ) × (0,0005 × 3600) × 1 = 12 m 3 /d

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Le emissioni strutturali di idrogeno rilasciato in modo continuo durante il funzio-
namento da tutti i punti di discontinuità del sistema idrogeno (LHs) sono quindi
date da:

L Hs = 16 - 12 = 4 m 3 /d

I punti di discontinuità (nd) presenti nel sistema idrogeno sono stati considerati
in numero di 100 per ciascun generatore, quindi la portata di emissione continua
(Qg) da ciascuno di essi è data da:

L Hs × rgas T 1
Qg = × × = kg/s
24 × 3600 273 n d

4 × 0,0772 1
Qg = × = 3,57 × 10 -8 kg/s
24 × 3600 100

GD-9.4.3.2 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di grado continuo
(strutturale)
Per valutare il grado della ventilazione e stabilire se la zona pericolosa si estende
a tutto l'ambiente o può invece essere calcolata la distanza dz, é stato necessario
determinare la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfe-
ra dell'ambiente e confrontarla con il LEL mix.
Nell'ambiente è presente solo idrogeno, quindi si è assunto LEL mix = LELidrogeno.
Le emissioni sono continue, quindi Xm% = SXr%.
Per definire Xr% è stata utilizzata la formula [2.2.p]:

3, 57 × 10 -8
Xr % = ×100 = 1, 54 × 10 -7 %
300 × 0, 0772

Dovendo considerare la contemporaneità delle emissioni è stata calcolata la X m%


considerando contemporanee le 200 emissioni (100 per ciascun generatore):

Xm% = SXr% = 200 × (1,54 × 10-7) = 3,08 × 10-5 %

La Xm% nell'atmosfera del volume totale dell'ambiente Va rispetta la condizione


[2.2.n]:

k × LEL mix %vol 0,25 × 4


Xm % £ = 3,08 × 10-5 £ = 0,5
f 2

per cui, per definire in grado della ventilazione, è stato considerato V0 < Va e C0 > Ca;
inoltre, le singole zone pericolose possono non estendersi a tutto l'ambiente.
Si è quindi stabilito di calcolare la distanza dz applicando la formula GB.5.1.2.

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0 , 55
æ 42300 × 3, 57 × 10 -8 × 2 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × k z = 0, 055 m
è 2, 016 × 4 × 0,1 ø

dove:

76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e =1

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 0,060 m


E' stata poi calcolata la minima portata di ventilazione con la formula [2.2.a]:

3, 57 × 10 -8 318
(dV/dt )min = Q a min = × = 4, 62 × 10 -5 m 3 /s
0, 25 × 0, 003355 293

Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 0, 06) = 0,12 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0,1
C0 = = = 0, 833 s -1
L0 0,12

Conosciuti i ricambi nell'unità di tempo C0, sono stati calcolati il volume Vz ed il


tempo t con le formule [2.2.d] e [2.2.i]:

f × (dV/dt) min 2 × 4, 62 × 10 -5
Vz = = = 1,11 ×10 -4 m3
C0 0,833

Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.

La Xm% rispetta la condizione [2.2.n], il volume Vz è risultato di estensione trascu-


rabile.
Sulla base di quanto sopra, è stato possibile affermare che il grado della ventila-
zione in relazione alle emissioni continue è ALTO.

GD-9.4.3.3 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di grado continuo;

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n grado della ventilazione alto;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 0 NE (zona non pericolosa), quindi, per quanto


attiene a questo grado di emissione il luogo non presenta pericoli di
esplosione.

GD-9.4.4 Emissione di secondo grado dalla flangia

GD-9.4.4.1 Caratteristiche dell'emissione


n SE: flangia con guarnizione di
gomma o similare
n modalità di emissione: gas in singola fase
n Area del foro di emissione: A = 2,5 × 10-7 m2
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza : k = 0,5
n quantità di emissioni previste in 365 d: 1
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n tempo di emissione (perdita): 2700 s (45 min)
n pressione assoluta all’interno del sistema: P = 400 000 Pa
n temperatura di efflusso: T = 318 K
n coefficiente di efflusso: c = 0,8
n modalità di emissione: gas in singola fase
n emissione sonica: j = 1 (in quanto è rispetta-
ta la condizione della
formula GB.4.1.1.)

Per definire la portata di emissione in caso di anomalia (emissione di secondo


grado),sono state considerate le caratteristiche delle tenute nei punti di disconti-
nuità ed anche che, in caso di anomalia, si avrebbe una perdita di idrogeno mol-
to maggiore di quella prevista di 16 m3/d, la quale sarebbe subito avvertita dagli
operatori (vedere GB.5.4.3).
Per la flangia in oggetto è stata assunta quindi un'area del foro di emissione
A = 2,5 × 10-7 m2.

0, 5
é
-7 æ 2 ö
5, 878
ù 4 × 10 5
Q g = 1× 0, 8 × 2, 5 ×10 ê1, 41× ç ÷ ú = 4, 81×10 -5 kg/s
è 1, 41 + 1ø
0, 5
êë úû æ 318 ö
ç 8314 × ÷
è 2, 016 ø

GD-9.4.4.2 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo grado
Per valutare il grado della ventilazione e stabilire se la zona pericolosa si estende
a tutto l'ambiente o può invece essere calcolata la distanza dz, é stato necessario
determinare la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfe-
ra dell'ambiente e confrontarla con il LEL mix.
Nell'ambiente è presente solo idrogeno, quindi è stato assunto LEL mix = LELidrogeno.
Dovendo considerare la contemporaneità delle emissioni ed essendo presenti
emissioni di grado continuo e di grado secondo, Xm% = SXr% + Xte%, dove SXr%
è la concentrazione media dovuta alle emissioni di grado continuo e Xte% è la
concentrazione media dovuta all'emissione di secondo grado considerata.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Per definire Xte% è stata utilizzata la formula [2.2.o]:

4,81 × 10 -5
X te % = (1 - 2, 71828- 0,006 × 2700 ) ×100 = 20, 8 ×10 -5 %
300 × 0, 0772

Dovendo considerare la contemporaneità delle emissioni è stata calcolata la X m%


considerando contemporanee le 200 emissioni (100 per ciascun generatore):
Xm% = SXr% + Xte%, = 3,08 × 10-5+ 20,8 × 10-5 = 23,88 × 10-5 %

La Xm% nell'atmosfera del volume totale dell'ambiente Va rispetta la condizione


[2.2.n]:

k × LEL mix %vol 0,5 × 4


Xm % £ = 23,88 ×10 -5 £ =1
f 2

per cui, per definire in grado della ventilazione, è stato considerato


V0 < Va e C0 > Ca; inoltre, le singole zone pericolose possono non estendersi a tutto
l'ambiente.
Si è quindi stabilito di calcolare la distanza dz applicando la formula GB.5.3.2.
trattandosi di una emissione in regime turbolento:

-1
d z = 16,5 × 4 0,5 × 2, 016 -0,4 × æ
4 ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1, 5 × k z = 0, 42 m
0,5

è 100 ø

dove:

76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e =1

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 0,5 m


E' stata poi calcolata la minima portata di ventilazione con la formula [2.2.a]:

4, 8 × 10 -5 318
(dV/dt )min = Q a min = × = 3,11 × 10 -2 m 3 /s
0, 5 × 0, 003355 293

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Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 0, 5) = 1, 0 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0,1
C0 = = = 0,10 s -1
L0 1, 0

Conosciuti i ricambi nell'unità di tempo C0, sono stati calcolati il volume Vz ed il


tempo t con le formule [2.2.d] e [2.2.i]:

f × (dV/dt) min 2 × 3,11 × 10 -2


Vz = = = 0, 623 m3
C0 0,10

-f k × LEL% -2 0,5 × 4
t= ln = ln = 64 s
C0 X0 % 0,10 50

La Xm% rispetta la condizione [2.2.n], la durata media presunta della singola


emissione nel caso specifico è stata considerata di 2700 s (45 min), per intervento
del personale di sorveglianza; pertanto, il tempo di presenza dell’atmosfera po-
tenzialmente esplosiva per il singolo evento, ottenuto dalla somma della durata
media presunta di emissione pari a 2700 s più il tempo di persistenza al cessare
dell’emissione t, è risultato di (2700 + 64) = 2764 s. Considerando che l’emissione
possa verificarsi una volta ogni 365 d (un anno), la durata complessiva è risultata
di 2764 s pari a 0,77 h ogni 365 d, per cui è rispettata la condizione di zona 2.
Sulla base di quanto sopra il grado di ventilazione, in relazione all'emissione, è
considerato MEDIO.

GD-9.4.4.3 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso, per quanto attiene a questo grado di emissione, è zona 2.

GD-9.4.4.4 Estensione della zona 2


In considerazione della conformazione della SE, è stato assunto che le emissioni
possano avvenire in tutte le direzioni, quindi per la zona 2 si è assunta la forma
sferica (per SE puntiforme). Per le dimensioni, è stato assunto il raggio della sfe-
ra, a partire dalla SE, pari alla quota "a" = 0,5 m.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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Considerando puntiforme la SE ne è risultata una zona 2 di volume V = 0,52 m 3
minore del volume Vz, (0,623 m3), quindi non è rispettata la condizione non vin-
colante secondo la quale il volume della zona V deve essere maggiore del volu-
me Vz. Si è deciso pertanto di aumentare la quota a portandola a 0,7 m per cui
V= 1,43, maggiore di Vz.

GD-9.5 CASO d – Sfiato libero all’atmosfera del serbatoio di separazione


olio/idrogeno, all'aperto
Sul generatore sono installate tenute ad olio sull’albero, che sono considerate SE
in quanto l’olio trascina idrogeno che viene convogliato in un serbatoio di sepa-
razione ed emesso nell’atmosfera tramite una condotta di scarico all’aperto.
Lo sfiato della condotta di scarico emette continuamente una certa quantità di
idrogeno, essa è stata pertanto considerata una SE con emissione di grado conti-
nuo.

GD-9.5.1 Dati ambientali


n luogo all’aperto (all’esterno della sala macchine)
n velocità minima dell’aria w = 0,5 m/s;
n temperatura massima ambiente Ta = 308 K (35 °C);
n pressione atmosferica Pa = 101300 Pa
n ricambi d’aria con velocità w = 0,5 m/s, C = 0,03 s-1
n disponibilità della ventilazione: buona
n fattore di efficacia (f): 1

GD-9.5.2 Dati della sostanza infiammabile


Come GD.5.2.2

GD-9.5.3 Sorgente di emissione e grado dell’emissione


n SE: sfiato verso l’alto libero
all’atmosfera
n modalità di emissione: gas in singola fase
n durata complessiva in 365 d: maggiore di 1000 h
n grado di emissione: continuo
n coefficiente di sicurezza k = 0,25
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n pressione assoluta all’interno del sistema P = 106 000 Pa
n temperatura di efflusso T = 318 K;
n coefficiente di efflusso c = 0,8
n rappresentatività: rappresenta tutti gli sfia-
ti liberi all’atmosfera del
serbatoio di separazione
olio/idrogeno

GD-9.5.4 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di grado


continuo
La portata di emissione è stata stabilita su base sperimentale come di seguito in-
dicato.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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La solubilità dell’idrogeno nell’olio è del 7% (0,07) in volume e tale valore non è
apprezzabilmente influenzato dalla pressione. Dall’esperienza di esercizio, nel
caso in esame la portata di olio alle tenute (V) è di circa 30 dm3/min, pari a
0,0005 m3/s, quindi la quantità di idrogeno nell’olio è stata assunta per ridondan-
za:
Qg = 15 m3/d pari a 1,736 × 10-4 m3/s pari a 1,34 × 10-5 kg/s a 35 °C e pressione
atmosferica.
Il valore trova conforto dall’esperienza di esercizio.
E’ stata quindi calcolata la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min
con la formula [2.2.a]:

1,34 × 10 -5 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 1,68 ×10 -2 m 3 /s
0,25 × 0,003355 293

E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:

0 , 55
æ 42300 × 1, 34 × 10 -5 ×1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 0, 41 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 0,5 m


Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione:

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 0, 5) = 1 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 5 s -1
L0 1

quindi è stato calcolato il volume Vz con la formula [2.2.d]:

1 × 1, 68 × 10 -2
Vz = = 0, 033 m 3
0,5

Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.

Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo ma limitato dall’effet-


to della ventilazione. L’ambiente è aperto, V0 è illimitato, quindi il grado della
ventilazione in relazione all'emissione è considerato MEDIO.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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GD-9.5.5 Tipo di zona
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di grado continuo;
n il grado di ventilazione è medio;
n la disponibilità della ventilazione è buona;

il luogo pericoloso è zona 0.

GD-9.5.6 Estensione della zona 0


Per la forma della zona 0 si è fatto riferimento alla Norma CEI EN 60079-10, Ap-
pendice C, Esempio N° 4 assumendo la forma sferica (per SE puntiforme). ). Per
le dimensioni, il raggio della sfera è stato assunto pari alla quota "a" = 0,5 m.
Considerando puntiforme la SE, ne è risultata una zona 0 di volume V = 0,52 m3
maggiore del volume Vz, (0,033 m3 ) quindi è stata rispettata anche la condizione
non vincolante secondo la quale il volume della zona V deve essere maggiore
del volume Vz.

GD-9.6 CASO e– Sfiato del tubo di scarico dell’idrogeno per lavaggio del
generatore, all'aperto
Il generatore, in caso di fermata per manutenzione, deve essere depressurizzato
e svuotato dell’idrogeno; a tale scopo viene immesso gas inerte (CO2) con porta-
ta iniziale massima di 70 m3/h, per cui si è assunto che dalla tubazione di sfiato
all’atmosfera venga emessa una corrispondente portata di idrogeno. Questa emis-
sione, potendo avvenire più volte all’anno per una durata singola di 4 h circa, è
stata considerata di primo grado.
Il generatore, in caso di emergenza (es, incendio interno) deve essere depressu-
rizzato e svuotato dell’idrogeno in breve tempo. A tale scopo viene immesso gas
inerte (CO2) con portata iniziale massima di 350 m3/h, per cui si è assunto che
dalla tubazione di sfiato all’atmosfera venga scaricata una corrispondente portata
di idrogeno. Questa emissione, non essendo prevista durante il funzionamento
normale ed avvenendo solo poco frequentemente (una volta ogni dieci anni) e
per brevi durate (45 min circa), è stata considerata di secondo grado.

GD-9.6.1 Dati ambientali


Come GD.5.5.1

GD-9.6.2 Dati della sostanza infiammabile


Come GD.5.2.2.

GD-9.6.3 Emissione di primo grado (svuotamento del generatore per manutenzione)


n SE: sfiato verso l’alto libero
all’atmosfera
n grado di emissione: primo
n coefficiente di sicurezza k = 0,25
n quantità di emissioni previste in 365 d: 3
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n tempo di emissione (perdita): tp = 14400 s (4 h),
n temperatura di efflusso T = 318 K;
n coefficiente di efflusso c = 0,8
n modalità di emissione: gas in singola fase

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


CEI 31-35/A:2001-01
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n rappresentatività: rappresenta lo sfiato del
tubo di scarico di idroge-
no per svuotamento per
manutenzione del secon-
do generatore

GD-9.6.3.1 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di primo grado
E’ stata calcolata innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca
(dV/dt)min con la formula [2.2.a], considerando la portata massima di emissione
(dG/dt)max = Qg, stabilita considerando la portata iniziale massima di 70 m3/h, da
cui Qg è risultata pari a 0,0015 kg/s:

0, 0015 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 1, 88 m 3 /s
0,25 × 0,003355 293

E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:

0 , 55
æ 42300 × 0, 0015 × 1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 5, 46 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 6 m


Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione.

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 6) = 12 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 04 s -1
L0 12

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e [2.2.i]:

1 × 1, 88
Vz = = 47 m 3
0,04

-1 4 × 0,25
t= ln = 98 s
0,04 50

Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo, ma limitato dall'effet-


to della ventilazione.

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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La durata media presunta della singola emissione nel caso specifico è stata consi-
derata di 14400 s (4 h); pertanto, il tempo di presenza dell’atmosfera potenzial-
mente esplosiva per il singolo evento, ottenuto dalla somma della durata media
presunta di emissione più il tempo di persistenza al cessare dell’emissione t, è ri-
sultato di (14400 + 98) = 14498 s. Considerando che l’emissione possa verificarsi
tre volte ogni 365 d (un anno), la durata complessiva è risultata di (14498 × 3) =
43494 s pari a 12 h ogni 365 d, per cui è rispettata la condizione di zona 1. L’am-
biente è aperto, Va è illimitato, quindi il grado di ventilazione, in relazione
all'emissione, è considerato MEDIO.

GD-9.6.3.2 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di primo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 1.

GD-9.6.3.3 Estensione della zona 1


In considerazione della conformazione della SE e della bassa densità dell'idroge-
no, è stato assunto che le emissioni possano avvenire verso l’alto, non in orizzon-
tale o verso il basso, quindi per la zona 1 si è assunta la forma cilindrica. Per
l'estensione è stata assunta la dimensione in verticale verso l’alto pari alla quota
"a" = 6 m.; le dimensioni in orizzontale e in verticale verso il basso a partire dalla
SE invece sono state assunte pari a (0,4 × 6) = 2,4 m. Considerando puntiforme la
SE ne è risultata una zona 1 di volume V = 152 m3 maggiore del volume Vz,
(47 m3 ) quindi è stata rispettata anche la condizione non vincolante secondo la
quale il volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz.

GD-9.6.4 Emissione di secondo grado (svuotamento del generatore in caso di


emergenza)
n SE: sfiato verso l’alto libero
all’atmosfera
n grado di emissione: secondo
n coefficiente di sicurezza k = 0,5
n quantità di emissioni previste in 365 d: meno di una
n concentrazione iniziale di emissione: X0 = 50%
n tempo di emissione (perdita): tp = 2700 s (45 min),
n temperatura di efflusso T = 318 K;
n coefficiente di efflusso c = 0,8
n modalità di emissione: gas in singola fase
n rappresentatività: rappresenta lo sfiato del
tubo di scarico di idrogeno
per svuotamento per
emergenza del secondo
generatore

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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GD-9.6.4.1 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo grado
E’ stata calcolata innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca
(dV/dt)min con la formula [2.2.a], considerando la portata massima di emissione
(dG/dt)max = Qg, stabilita considerando 350 m3/h, da cui Qg è risultata pari a
0,0075 kg/s.

0, 0075 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 4, 7 m 3 /s
0,5 × 0,003355 293

E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:

0 , 55
æ 42300 × 0, 0075 × 1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 13, 2 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø

Sulla base di dz è stata assunta la quota "a" = 14 m


Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione.

L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 14) = 28 m

Conosciuta la lunghezza L0, è stato calcolato il numero di ricambi d'aria C0 con la


formula [2.2.m]:

w 0, 5
C0 = = = 0, 018 s -1
L0 28

quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e


[2.2.i]:

1 × 4, 7
Vz = = 261 m 3
0,018

-1 4 × 0,5
t= ln = 179 s
0,018 50

Il volume ipotetico Vz di atmosfera esplosiva è significativo, ma limitato dall'effet-


to della ventilazione.
La durata media presunta della singola emissione nel caso specifico è stata consi-
derata di 2700s (45min); pertanto, il tempo di presenza dell’atmosfera potenzial-
mente esplosiva per il singolo evento, risultato dalla somma della durata media

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


CEI 31-35/A:2001-01
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presunta di emissione più il tempo di persistenza al cessare dell’emissione t, è ri-
sultato di (2700 + 179) = 2879 s. Considerando che l’emissione possa verificarsi
una volta all'anno, la durata complessiva in 365 d (un anno) è risultata di 2807 s
pari a 0,78 h ogni 365 d, per cui è rispettata la condizione di zona 2. L’ambiente
è aperto, Va è illimitato, quindi il grado di ventilazione, in relazione all'emissione,
è considerato MEDIO.

GD-9.6.4.2 Tipo di zona


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della Norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di secondo grado;
n grado della ventilazione medio;
n disponibilità della ventilazione buona;

il luogo pericoloso è zona 2.

GD-9.6.4.3 Estensione della zona 2


In considerazione della conformazione della SE e della bassa densità dell'idroge-
no, è stato assunto che le emissioni possano avvenire verso l’alto, non in orizzon-
tale o verso il basso, quindi per la zona 2 si è assunta la forma cilindrica. Per
l'estensione è stata assunta la dimensione in verticale verso l’alto pari alla quota
"a" = 14 m.; le dimensioni in orizzontale e in verticale verso il basso a partire dal-
la SE invece sono state assunte pari a (0,4 × 14) = 5,6 m. Considerando puntifor-
me la SE ne è risultata una zona 2 di volume V = 1930 m3 maggiore del volume
Vz, (261 m3 ) quindi è stata rispettata anche la condizione non vincolante secon-
do la quale il volume della zona V deve essere maggiore del volume Vz.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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Esempio GD-10 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER
ALCUNE CENTRALI TERMICHE ALIMENTATE A GAS NATURALE

GD-10.1 Caratteristiche del gas infiammabile


n Denominazione: Gas Naturale
n Densità relativa all’aria rRel gas: 0,595
n Densità rgas (Ta= 20 °C e Pa=101325 Pa): 1,2047 × 0,595 = 0,719 kg/m3
n Massa molare: 16,34 kg/mol
n Rapporto tra i calori specifici cp/cv: 1,31
n Limite inferiore di esplodibilità
in volume (LEL%vol): 3,93%
n Limite inferiore di esplodibilità (LELkg/m3): 0,02671 kg/m3
n Gruppo e Classe di temperatura II AT1

GD-10.2 Caso 1 - Piccola centrale termica


Il presente esempio tratta il caso di una piccola centrale termica in cui è installata
una caldaia, utilizzata per il riscaldamento ambientale nella stagione invernale,
avente potenza nominale pari a 40 kW. Si assume che il locale in cui è installata
la caldaia sia unicamente adibito a centrale termica.
L’esempio considera la ventilazione naturale “per effetto camino” causata dalla
differente temperatura tra ambiente interno ed esterno, assumendo che la tempe-
ratura interna della centrale termica sia più elevata di quella esterna per effetto
della presenza della caldaia stessa. Tale fenomeno potrebbe essere attenuato o
nullo nel caso di caldaie di tipo “murale” (o istantaneo), utilizzate congiuntamen-
te per il riscaldamento ambientale e per la produzione di acqua calda ad uso sa-
nitario. Infatti, durante il periodo dell’anno in cui la caldaia è utilizzata solo per la
produzione di acqua calda, a causa dell’uso saltuario della caldaia, non è garanti-
ta una costante differenza di temperatura tra ambiente interno ed esterno.
L'apertura di ventilazione considerata nell’esempio ha le dimensioni minime
(0,3 m2) previste dal DM 12-4-96 per aperture di aerazione delle centrali termiche
non interrate, facenti parte della volumetria dell’edificio servito.
Sebbene nell’esempio si sia considerata una centrale termica di soli 40 kW, quale
può ritrovarsi in una casa unifamiliare, le medesime caratteristiche di emissione e
di ventilazione possono essere considerate, con la stessa metodologia di calcolo,
anche nel caso di centrali termiche di dimensioni più grandi, ad esempio quelle
al servizio di un condominio.

GD-10.2.1 Caratteristiche delle sorgenti di emissione SE di gas naturale


L’impianto è esercito alla pressione (relativa) di 20 mbar (pressione assoluta
103325 Pa) installato in un ambiente avente dimensioni 3 x 2 x 3 m. Si considera
rappresentativa di tutte le emissioni una emissione di secondo grado dallo stelo
di una valvola. Per la valutazione della portata di emissione si assume un foro
convenzionale di sezione 0,25 mm2.
n Sorgente di emissione (SE) stelo valvola
n Pressione assoluta (P) 103325 Pa (1,033 bar)
n Foro emissione 0,25 mm2

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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(1)
n Grado di emissione secondo
n Coefficiente di efflusso 0,8
n Temperatura di emissione del gas 20 °C
n Concentrazione iniziale massima del gas Xo 50%

GD-10.2.2 Caratteristiche della ventilazione


n Luogo: interno
n Dimensioni: 3x2x3m
n Volume ambiente (Va): 18 m3
n Ventilazione: naturale
n Temperatura esterna: 20 °C
(2)
n Temperatura interna: 22,1 °C
n Quota sul livello del mare: 0m
n Area apertura di ventilazione (L=0,4 m): 0,3 m2
n Coefficiente delta cp 0,5
n Coefficiente cs 0,65
n Fattore di efficacia della ventilazione (f): 2

GD-10.2.3 Calcolo della portata di emissione


Con la relazione GB.4.1.1 si verifica se il flusso è sonico (turbolento) o subsonico (laminare):

g
Pa æ 2 ö g -1
poiché risulta
1, 013
= 0, 98 > 0, 54
£ç ÷
P è g + 1ø 1, 033

la relazione GB.4.1.1 non è verificata e quindi il flusso è subsonico (laminare).


Per emissioni in regime subsonico il rapporto critico j si determina come segue:

g -1 0, 5
Pa ö é æ Pa ö g ù
1 0, 5
æ g éæ 2 ö æ g + 1ö b ù
j= × ê1 - ú × êç ÷ ×è ú
è Pø ê è Pø ú ëè g - 1 ø 2 ø û
ë û

g +1
dove b= =7,45
g -1

1, 31 - 1 0, 5
1
é 101300 ö 1, 31 ù éæ 2 ö æ 1, 31 + 1ö 7, 45 ù
0, 5

j =æ
101300 ö 1, 31 æ
× ê1 - ú × êç ÷× ú = 0,29
è 103300 ø ê è 103300 ø
ë
ú
û ëè 1, 31 - 1ø è 2 ø û

(1) Nel presente esempio non sono state considerate le emissioni strutturali (emissioni di grado continuo) in quanto si è assunto
che in ragione dell’esigua estensione e complessità dell’impianto e delle condizioni di ventilazione la quantità di sostanza
pericolosa emessa sia in ogni caso non significativa.
(2) Il valore della temperatura interna è stato valutato in funzione della potenza nominale della caldaia installata e delle aperture
di ventilazioni presenti

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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Con la relazione GB.4.1.2 si calcola la portata di emissione:

0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú
êë è g + 1ø ûú
0,5
æR T ö
è Mø

si ottiene:

0, 5
é æ 2 ö ù
7, 45
103300
-6
Q g = 0, 29 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31 ç ÷ ú = 1,04 × 10-5 kg/s
è 1, 31 + 1ø úû
0,5
êë æ 293 ö
ç 8314 ÷
è 16,34 ø

GD-10.2.4 Ventilazione presente (Qa)


La ventilazione realmente presente (Qa) è dovuta all’effetto camino attraverso
l’apertura di 0,3 m2 (relazione GB.6.3.1):

A æ (T - T ) × g × L ö 0,3 æ (295,1 - 293) × 9, 81 × 0, 4 ö


0,5 0,5
3
Q a = Q at = cs × ç i e ÷ = 0, 65 × ç ÷ = 0,011 m /s
3 è Tie ø 3 è 294 ø

GD-10.2.5 Concentrazione media di gas naturale nel campo lontano (Xm%)


Poiché si tratta di una piccola centrale termica non presidiata, a favore della sicu-
rezza, si assume che nel tempo necessario a rilevare il guasto la concentrazione
di gas naturale nel campo lontano abbia raggiunto il valore di regime.
La densità (assoluta) del gas si ricava da quella relativa, moltiplicando quest’ulti-
ma per la densità (assoluta) dell’aria, alla temperatura e alla quota sul livello del
mare considerate.
Alla quota del livello del mare (quota s.l.m.= 0 m, Pa=101325 Pa) e alla tempera-
tura di 20 °C, la massa volumica dell’aria è raria =1,2047 kg/m3 (Appendice GC1).
Poiché la densità relativa del gas naturale vale rRelgas=0,595 si ottiene:

rgas |20°C =1,2047 kg/m3× 0,595 = 0,719 kg/m3

Occorre infine riportare il valore alla temperatura ambiente di Ta =22,1°C consi-


derata:

rgas |22°C = rgas |20°C × 273/Ta = 0,719 × 273/275,1 = 0,713 kg/m3

GUIDA Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL


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La concentrazione media della sostanza pericolosa (gas naturale) nel campo lon-
tano, a regime, vale quindi:

Qg 1,04 × 10 -5
Xm % = 100 = 100 = 0,13%
Qa × rgas 0,011 × 0,713

pari al (0,13/3,93)×100 = 3,38% del LEL

GD-10.2.6 Distanze dz e quota "a"


La distanza dz è stata calcolata con la relazione GB.5.3.1:

-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø

76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 05

-1
× 16, 34 -0, 4 æ
3, 93 ö
dz = 16, 5(103300 × 10 -5 ) × (0, 25 × 10 -6 ) × 1, 5 × 1, 05 = 0,11 m
0, 5 0, 5

è 100 ø

Sulla base di dz è stato assunto un valore della quota a = 0,15 m

GD-10.2.7 Valutazione del grado di ventilazione


Per definire il grado di ventilazione è stata dapprima determinata la portata mini-
ma volumetrica di aria fresca con la relazione 2.2.a:

Qg × Ta 1, 04 × 10 -5 × 295
( dV / dt ) min = Qamin = = = 7,85 × 10-4 m3/s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293

Poiché è soddisfatta la relazione [2.2.n] relativa alla concentrazione media nel


campo lontano:

k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,13% < 0,98%)
f 2

si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 0,3 m

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA


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In considerazione dei moti convettivi esistenti, si assume una velocità minima
dell’aria all’interno del locale w = 0,1 m/s. I ricambi d’aria all’interno del volume
da ventilare (Vo) valgono pertanto :

Co = w/Lo = 0,1/0,3 = 0,333 s-1

In base a tale valore di ricambi, si può calcolare il volume ipotetico V z e il tempo


di persistenza t con le relazioni [2.2.d] e [2.2.i]:

f × Qamin 2 × 7, 85 × 10 -4 3
Vz = = = 0, 0047 m
Co 0, 333

- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 19 s
Co Xo 0, 333 50

Il volume pericoloso realizzato dalla miscela esplosiva, così come il volume ipo-
tetico di atmosfera esplosiva (Vz) è assai piccolo, tale da essere considerato tra-
scurabile; il tempo di persistenza (t) non è eccessivo, si può quindi considerare il
grado di ventilazione ALTO.

GD-10.2.8 Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma si hanno le seguenti condizioni:
n emissione di secondo grado;
n grado di ventilazione “ALTO”;
n disponibilità della ventilazione “BUONA”.

Il luogo è pertanto da considerarsi non pericoloso essendo presente una zona 2


di entità trascurabile (zona 2NE).

GD-10.3 Caso 2 - Centrale termica di considerevole potenza (foro di emissione


0,25 mm2)
Il presente esempio considera una centrale termica di considerevole potenza, ti-
picamente quella di uno stabilimento industriale. Si considera che nella centrale
termica siano presenti due caldaie identiche aventi ciascuna potenza nominale di
2500 kW. Si assume che il locale che ospita la centrale termica sia sufficientemen-
te vasto e provvisto di un’ampia finestratura lungo i due lati maggiori del locale.

GD-10.3.1 Caratteristiche della sorgente di emissione SE di gas naturale


Si considera una emissione di secondo grado dalla giunzione di una tubazione di
un impianto avente pressione relativa pari a 0,5 bar (pressione assoluta
151325 Pa) installato in un ambiente avente dimensioni 12 x 24 x 7 m. Per la va-
lutazione della portata di emissione si considera una flangia con guarnizione av-
volta a spirale. In base a quanto indicato al punto GB.3.1.a, si assume un foro
convenzionale di sezione 0,25 mm2.
n Sorgente di emissione (SE) flangia
n Pressione assoluta (P) 151325 Pa
n Foro emissione 0,25 mm2

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n Grado di emissione secondo(1)
n Coefficiente di efflusso 0,8
n Temperatura di emissione del gas 20 °C
n Concentrazione iniziale massima del gas Xo 50%

GD-10.3.2 Caratteristiche della ventilazione


n Luogo: interno
n Dimensioni: 12 x 24 x 7
n Volume ambiente (Va): 2016 m3
n Ventilazione: naturale
n Temperatura esterna: 20 °C
n Temperatura interna: 20,6 °C
n Quota sul livello del mare: 0m
n Area delle aperture di ventilazione: A1 = 14 m2
A2 = 6 m2
A3 = 14 m2
A4 = 6 m2
n Differenza di livello tra le aperture di ventilazione: L=5 m
n Coefficiente delta cp: 0,5
n Coefficiente cs: 0,65
n Fattore di efficacia della ventilazione (f): 2

GD-10.3.3 Calcolo della portata di emissione


Con la relazione GB.4.1.1 si verifica se il flusso è sonico (turbolento) o subsonico
(laminare):

g
Pa æ 2 ö g - 1 poiché risulta 1, 013
= 0, 67 > 0, 54
£ç ÷
P è g + 1ø 1, 513

la relazione GB.4.1.1 non è verificata e quindi il flusso è subsonico (laminare).


Per emissioni in regime subsonico il rapporto critico j si determina come segue:

g -1 0, 5
Pa ö é æ Pa ö g ù
1 0, 5
æ g éæ 2 ö æ g + 1ö b ù
j= × ê1 - ú × êç ÷× ú
è Pø ê è Pø ú ëè g - 1ø è 2 ø û
ë û

g +1
dove b= =7,45
g -1

(1) Nel presente esempio non sono state considerate le emissioni strutturali (emissioni di grado continuo) in quanto si è assunto
che in ragione della non elevata estensione e complessità dell’impianto e delle condizioni di ventilazione la quantità di so-
stanza pericolosa emessa sia in ogni caso non significativa

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1, 31 - 1 0, 5
1
é 101325 ö 1, 31 ù éæ 2 ö æ 1, 31 + 1ö 7, 45 ù
0, 5

j =æ
101325 ö 1, 31 æ
× ê1 - ú × êç ÷ ×è ú = 0,96
è 151325 ø ê è 151325 ø ú ëè 1, 31 - 1 ø 2 ø û
ë û
Con la relazione GB.4.1.2 si calcola la portata di emissione:

0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú = 5,05 × 10-5 kg/s
êë è g + 1ø úû
0,5
æR ö
T
è Mø

GD-10.3.4 Ventilazione presente (Qa)


La ventilazione realmente presente è dovuta all’effetto camino ed all’effetto del
vento attraverso le aperture:
A1 = 14 m2
A2 = 6 m2
A3 = 14 m2
A4 = 6 m2

La ventilazione per effetto della differenza di temperatura (effetto camino) si ot-


tiene dalla relazione GB.6.3.3

é 2 × (T1 - Te ) × g × L ù
0, 5

Qat = cs × Aat × ê ú
ë Tie û

dove:

-0 , 5
é 1 1 ù é 1 1 ù
-0 , 5

Aat = ê 2 + 2ú = ê 2 +
(6 + 6)2 úû
=11,03
êë ( A1 + A3 ) ( A2 + A4 ) úû ë (14 + 14)

é 2 × (291, 6 - 291) × 9, 81 × 5 ù
0, 5

Qat = 0, 65 × 11, 03 × ê 3
ú =3,22 m /s
ë 291, 3 û

La ventilazione per effetto del vento si ottiene dalla relazione GB.6.2.3

( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w × Dc p

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dove, assumendo Dcp=0,5

-0 , 5 -0 , 5
é 1 1 ù é 1 1 ù
Aaw = ê 2 + 2ú
= ê 2 + 2ú
=14,1
êë ( A1 + A2 ) ( A3 + A4 ) úû ë (14 + 6) (14 + 6) û

3
Qaw = 0, 65 × 14,1 × 0, 5 × 0, 50, 5 =3,25 m /s

Le due ventilazioni, dovute alla spinta del vento ed all’effetto camino, sono pratica-
mente identiche. Si assume quindi come ventilazione naturale presente il valore:
Qa=3,2 m3/s

GD-10.3.5 Concentrazione media di gas naturale nel campo lontano (Xm%)


Poiché si tratta di una centrale termica non presidiata, a favore della sicurezza, si
assume che nel tempo necessario a rilevare il guasto la concentrazione di gas na-
turale nel campo lontano abbia raggiunto il valore di regime. Si considera pertan-
to come concentrazione nel campo lontano, la concentrazione di regime.
La densità (assoluta) del gas vale:
rgas = 0,719 kg/m3
La concentrazione media della sostanza pericolosa (gas naturale) nel campo lon-
tano, a regime, vale quindi:

Qg 5, 05 × 10 -5
Xm % = 100 = 100 = 0, 002%
Qa × rgas 3, 25 × 0, 719

pari al (0,002/3,93)×100 = 0,06% del LEL

GD-10.3.6 Distanze dz e quota "a"


La distanza dz è stata calcolata con la relazione GB.5.3.1:

-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø

76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 0

-1
dz = 16, 5(151325 × 10 æ 3, 93 ö × 0, 25 × 10 -6 0, 5 × 1, 5 × 1, 05 = 0,13 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )

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Sulla base di dz è stato assunto un valore della quota a = 0,15 m

GD-10.3.7 Valutazione del grado di ventilazione


Per definire il grado di ventilazione è stata dapprima determinata la portata mini-
ma volumetrica di aria fresca con la relazione 2.2.a:

Qg × Ta 5, 05 × 10 -5 × 293, 6 -3 3
( dV / dt ) min = Qamin = = = 3,78 × 10 m /s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293

Poiché è soddisfatta la relazione [2.2.n] relativa alla concentrazione media nel


campo lontano:

k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,002% < 0,98%)
f 2

si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 0,3 m
In considerazione dei moti convettivi esistenti, si assume una velocità minima
dell’aria all’interno del locale w=0,2 m/s. I ricambi d’aria all’interno del volume
da ventilare (Vo) valgono pertanto :
Co = w/Lo = 0,2/0,3 = 0,666 s-1
In base a tale valore di ricambi, si può calcolare il volume ipotetico V z e il tempo
di persistenza t con le relazioni [2.2.d] e [2.2.i]:

f × Qamin 2 × 3, 78 × 10 -3
Vz = = = 0, 011 m3
Co 0, 666

- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 10 s
Co Xo 0, 666 50

Il volume pericoloso realizzato dalla miscela esplosiva, così come il volume ipo-
tetico di atmosfera esplosiva (Vz) è assai piccolo, tale da essere considerato tra-
scurabile; il tempo di persistenza (t) non è eccessivo, si può quindi considerare il
grado di ventilazione ALTO.

GD-10.3.8 Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B1 della norma si hanno le seguenti condizioni:
n emissione di secondo grado;
n grado di ventilazione “ALTO”;
n disponibilità della ventilazione “BUONA”.

Il luogo è pertanto da considerarsi non pericoloso essendo presente una


zona 2 di entità trascurabile (zona 2NE).

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GD-10.4 Caso 3 - Centrale termica di considerevole potenza (foro di emissione
2,5 mm2)
Il presente esempio considera la stessa centrale termica già considerata nell’esem-
pio 2, ma per la valutazione della portata di emissione si considera una flangia
con guarnizione in fibra compressa. In base a quanto indicato al punto GB.3.1.a,
si assume un foro convenzionale di sezione 2,5 mm2.

GD-10.4.1 Calcolo della portata di emissione


Con la relazione GB.4.1.2 si calcola la portata di emissione ( j=0,96):

0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú = 5,05 × 10-4 kg/s
êë è g + 1ø úû
0,5
æR T ö
è Mø

GD-10.4.2 Ventilazione presente (Qa)


Si assume la portata di ventilazione naturale Qa=3,2 m3/s, come per il Caso 2.

GD-10.4.3 Concentrazione media di gas naturale nel campo lontano (Xm%)


La densità (assoluta) del gas vale:
rgas = 0,719 kg/m3
La concentrazione media della sostanza pericolosa (gas naturale) nel campo lon-
tano, a regime, vale:

Qg 5, 05 × 10 -4
Xm % = 100 = 100 = 0, 02%
Qa × rgas 3, 25 × 0, 719

pari al (0,02/3,93)×100 = 0,55% del LEL

GD-10.4.4 Distanze dz e quota "a"


La distanza dz è stata calcolata con la relazione GB.5.3.1:

-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø

76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 0

-1
dz = 16, 5(151325 × 10 æ 3, 93 ö × 2, 5 × 10 -6 0, 5 × 1, 5 × 1, 05 = 0, 4 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )

Sulla base di dz è stato assunto un valore di a = 0,5 m

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GD-10.4.5 Valutazione del grado di ventilazione
Per definire il grado di ventilazione è stata dapprima determinata la portata mini-
ma volumetrica di aria fresca con la relazione 2.2.a:

Qg × Ta 5, 05 × 10 -4 × 293, 6
( dV / dt ) min = Qamin = = = 3,78 × 10-2 m3/s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293

Poiché è soddisfatta la relazione [2.2.n] relativa alla concentrazione media nel


campo lontano:

k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,02% < 0,98%)
f 2

si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 1 m.
In considerazione dei moti convettivi esistenti, si assume una velocità minima
dell’aria all’interno del locale w=0,2 m/s. I ricambi d’aria all’interno del volume
da ventilare (Vo) valgono pertanto :
Co = w/Lo = 0,2/1 = 0,2 s-1
In base a tale valore di ricambi, si può calcolare il volume ipotetico V z e il tempo
di persistenza t con le relazioni [2.2.d] e [2.2.i]:

f × Qamin 2 × 3, 78 × 10 -2 3
Vz = = = 0, 378 m
Co 0, 2

- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 32 s
Co Xo 0, 2 50

Poiché è soddisfatta la relazione [2.2.n] relativa alla concentrazione media nel


campo lontano ed il volume ipotetico di atmosfera esplosiva (Vz) è piccolo, ma
non tale da essere considerato trascurabile, si deve considerare il grado di venti-
lazione MEDIO.

GD-10.4.6 Classificazione del luogo pericoloso


Facendo riferimento alla tabella B1 della norma si hanno le seguenti condizioni:
n emissione di secondo grado;
n grado di ventilazione “MEDIO”;
n disponibilità della ventilazione “BUONA”.

Nel luogo si identifica pertanto una ZONA 2 che si estende nell’intorno della sor-
gente di emissione per una distanza pari ad a = 1 m.
Poiché non è nota la direzione di emissione, si assume come estensione della
zona 2 una sfera di raggio a avente centro nella sorgente di emissione.

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Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL GUIDA
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. A. Alberici

31 – Materiali antideflagranti
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30)
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
di gas Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI 31-35
Costruzioni elettriche potenzialmente esplosive per la presen-
za di gas. Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10
(CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi

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