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Norma Italiana
GUIDA
CEI 31-35/A
Data Pubblicazione Edizione
2001-01 Seconda
Classificazione Fascicolo
31-35/A 5926
Titolo
Costruzioni elettriche potenzialmente esplosive per la presenza di gas
Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30)
Classificazione dei luoghi pericolosi
Esempi di applicazione
Title
Electrical apparatus for explosive atmospheres
Guide for classification of hazardous areas
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Il presente fascicolo presenta dieci esempi pratici di classificazione di aree pericolose, sulla base delle
valutazioni delle caratteristiche di un ambiente, riportate nella Guida CEI 31-35, seconda edizione.
DESCRITTORI
Atmosfera esplosiva; Gas ; Aree pericolose;
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 31-35/A Pubblicazione Guida Carattere Doc.
CDU
LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)
AP PEND I CE
GD ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE 1
Premessa
L’esempio ha lo scopo di definire le zone pericolose determinate da componenti
e/o apparecchiature presenti negli impianti di trasporto e distribuzione del gas
naturale.
Nell’esempio i componenti e/o apparecchiature sono ubicati all’aperto e le emis-
sioni strutturali sono risultate trascurabili ai fini della classificazione dei luoghi;
vengono pertanto trattate SE valutate solo come emissioni di secondo grado per
anomalia o guasto del componente
Al punto GD-1.8. è riportato un elenco dei componenti e/o apparecchiature pre-
senti negli impianti di trasporto e distribuzione del gas naturale, con le dimensio-
ni dei fori di guasto ragionevolmente prevedibili, per i quali sono state eseguite
le valutazioni e i calcoli.
I risultati sono riassunti nelle Tabelle A, B e C, dove sono indicati i dati di calcolo
e le estensioni delle zone 2 per le diverse pressioni di esercizio degli impianti.
A titolo di esempio viene di seguito presentato il procedimento di calcolo relativo
ad una flangia in un impianto con pressione relativa di esercizio di 1,5 bar (pres-
sione assoluta = 2,513 × 105 Pa), i cui risultati sono riassunti nella posizione A7
della Tabella A.
Dati ambientali
n luogo all’aperto
n temperatura ambiente (Ta): 40 °C (313 K)
n pressione atmosferica (Pa): 101325 Pa (1,013 bar)
n velocità del vento (w): 0,5 m/s
n disponibilità della ventilazione: buona, in quanto la velocità
di 0,5 m/s in pratica è presente sempre
n fattore di efficacia della ventilazione (f): 1
g
1, 013 æ 2 ö g -1
£ç ÷ = 0, 4 £ 0, 54
2, 513 è g + 1ø
0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 51325 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 2, 5 × 10 × ê1, 31 × ç ÷ ú × = 8, 69 × 10 -4 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5
ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø
dove:
g +1
b= = 7,45
g -1
Per il calcolo della distanza pericolosa dz è stata utilizzata la formula GB.5.3.1. in
quanto, nelle condizioni con flusso sonico, la velocità di uscita u0 del gas è
>10 m/s.
è 100 ø
Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 0,6 m.
8,69 × 10 -4 313
(dV/dt )min = Qamin = × = 695 × 10 -4 m3 /s
0,5 × 0,0267 293
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:
L0 = 2 · 0,6 = 1,2 m
Conosciuta la lunghezza L0 è possibile determinare il numero di ricambi d’aria C0
con la formula [2.2.m]:
w 0, 5
C0 = = = 0, 416 s -1
L0 1, 2
- f k × LEL%vol -1 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 7, 8 s
C0 X0 0, 416 50
Fig. GD-1.1 Zona pericolosa originata dalla emissione di secondo grado di una connessione a
flangia facente parte di un impianto di trasporto e distribuzione gas naturale con pres-
sione relativa di esercizio di 1,5 bar (pressione assoluta = 2,513 × 105 Pa)
Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t
Tab. B Dati relativi alla Zona 2 con fori di guasto da 0,25 mm2
Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t
Tab. C Dati relativi alla Zona 2 con fori di guasto di 0,1 mm2
Pos. Prel Pr Qg dz a Vz t
Premessa
L’esempio elaborato ha lo scopo di definire la classificazione dei luoghi pericolo-
si in un impianto di ricezione e prima riduzione di gas naturale da 75 × 105 Pa a
24 × 105 Pa (da 75 bar a 24 bar) ubicata in aperta campagna e costituita da un edi-
ficio comprendente i seguenti locali e parti di impianto interessati da zone peri-
colose:
n locale di riduzione e misura;
n luogo all’aperto dove sono ubicati gli sfiati delle valvole di sicurezza.
Nota Il locale contenente la caldaia per il preriscaldo del gas non è stato considerato in questo esem-
pio in quanto può essere classificato applicando il metodo utilizzato nell’esempio GD-10 (Cen-
trali termiche).
Le zone pericolose risultanti sono riportate nella Fig. GD-2-1.
Per valutare la ventilazione del locale è stata applicata la formula prevista al pun-
to GB.6.2.3 per la ventilazione naturale dovuta alla spinta del vento.
( )
0,5
Q aw = cs × A aw × w Dc p
dove:
A = sezione libera di ingresso o di uscita dell’aria, [m2];
Qa = quantità di aria dovuta alla ventilazione, [m3/s];
1 1 1
= +
(A1 + A 2 ) (A 3 + A 4 )
2 2 2
A aw
dove:
A1 = 1,44 ×2 = 2,88 m2
A2 = 0,48 ×2 = 0,96 m2
A3 = 0,96 + 1,44 = 2,40 m2
A4 = 0,48 ×2 = 0,96 m2
pertanto:
Non è stato eseguito il calcolo della portata d’aria per effetto camino in quanto
trascurabile rispetto a Qaw; pertanto Qa = Qaw.
Conosciuta la portata di aria Qa per definire il numero dei ricambi di aria dell’in-
tero ambiente è stata applicata la formula [2.2.e2]
Q a 0, 7796
Ca = = = 0, 0067 s -1
Va 117
SQ g 7,78 × 10 -6
X m % = SX r % = × 100 = × 100 = 1,388 × 10 -3 %
Q a ×rgas 0,7796 × 0,719
k × LEL %vol
Xm% £
f
0 , 55
æ 42300 × 5, 6 × 10 -7 × 2 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × 1 = 0, 08 m
è 100 ø
76 × x m %
dove k z = 0, 9 × e M × LEL %
= 0, 9 , essendo kz <1 si assume kz = 1
L 0 = 2 × 0, 2 = 0, 4 m
w 0,1
C0 = = = 0,25 s -1
L 0 0, 4
0,5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
76,013 × 105 -3
Qg = 1 × 0,8 × 0,25 × 10 × ê1,31 × ç ÷ ú × 0,5 = 2,63 × 10 kg/s
êë è 1,31 + 1ø úû æ 293 ö
ç 8314 × ÷
è 16,34 ø
dove:
g+1
b = ------------ = 7, 45
gÐ1
E’ stata poi calcolata la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt) min con
la formula (B.1) della Norma CEI EN 60079-10.
Qg 2,63 × 10 -3
Xr % = × 100 = × 100 = 0, 469 %
Q a × rgas 0,7796 × 0,719
k × LEL%vol
Xm% £
f
0, 47 % £ 0, 49125 %
-1
d z = 16,5(7601325 × 10 æ 3,93ö × 2,5 × 10 -7 0,5 × 1,5 × 1,57 = 1,41 m
)
-5 0,5
× 16,34 -0, 4
è 100 ø ( )
76 × x m %
k z = 0, 9 × e M × LEL %
= 1, 57
Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 1,5 m.
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:
L 0 = 2 × 1,5 = 3 m
w 0,1
C0 = = = 0,0333 s -1
L0 3
-1
d z = 16,5(2501325 × 10 -5 ) × 16,34 -0, 4 æ
3,93ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1,5 × 1,08 = 0,56 m
0,5 0,5
è 100 ø
76× x m %
0,5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
25,013 × 105 -3
Qg = 1 × 0,8 × 0,75 × 10 × ê1,31 × ç ÷ ú × 0,5 = 2,97 × 10 kg/s
êë è 2,31ø úû æ 293 ö
ç 8314 × ÷
è 16,34 ø
dove:
g +1
b= = 7, 45
g -1
-1
dz = 16, 5 × (2501325 × 10 æ 3, 93 ö
)
-5 0 , 5
× (0, 75 × 10 -6 )
-0 , 4 0, 5
× 16, 34 × 1, 5 = 0, 9 m
è 100 ø
Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 1 m.
2, 97.10 -3 313
(dV/dt)min = Q amin = × = 0, 475 m 3 /s
0, 25 × 0, 0267 293
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:
L0 = 2 ×1 = 2 m
w 0,5
C0 = = = 0,25 s -1
L0 2
f × (dV/dt)min 1 × 0, 475
Vz = = = 1,9 m 3
C0 0,25
0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø ûú
0,5
æR T ö
è Mø
dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = 1 (flusso sonico) ;
c = coefficiente di emissione (0,931);
A = foro di emissione = 0,865 x 10-4 m2 ;
Pr = pressione assoluta all'interno della tubazione 28,613 x 10 5 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = (g +1) / (g-1) = 7,45 ;
0,5
-4
é æ 2 ö ù
7,45
28,613 ×10 5
Q g = 1 × 0,931 × 0,865 × 10 ê1,31 ç ÷ ú × = 0, 40 kg/s
è 1,31 + 1ø úû
0,5
êë æ 293 ö
ç 8314 ÷
è 16,34 ø
-1
dz = 16, 5(2861325 × 10 æ 3, 93 ö × 0, 865 × 10 -4 0, 5 × 1, 5 = 10, 2 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )
Sulla base di dz è stata assunta la quota a (estensione della zona pericolosa nella
direzione di emissione) = 11 m.
0, 4 313
(dV/dt)min = Q amin = × = 32 m 3 /s
0, 5 × 0, 0267 293
A fini della determinazione del numero di ricambi di aria nel volume totale da
ventilare V0 , può essere ipotizzato un volume interessato dalla zona pericolosa
rappresentato da un cubo avente il lato calcolato con la formula [2.2.l]:
L 0 = 2 × 11 = 22 m
w 0,5
C0 = = = 0,022 s -1
L0 22
f × (dV/dt)min 1 × 32
Vz = = = 1454 m 3
C0 0,022
Premessa
L’impianto di riduzione finale del gas considerato, con pressione massima di
150 kPa (1,5 bar) e portata massima maggiore di 200 m3/h , è costituito da tuba-
zioni, flange, valvole di regolazione, filtri, valvole generiche, prese manometri-
che, etc. L’impianto è progettato, costruito e manutenuto secondo le vigenti nor-
mative di competenza dei comitati UNI-CIG. Le emissioni strutturali, come si
vedrà dai calcoli, risultano essere trascurabili e le Sorgenti di Emissione (SE) sono
solo di secondo grado (emissione che non è prevista durante il funzionamento
normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi peri-
odi). Gli impianti in questione sono installati anche lungo le vie cittadine, piazze
o giardini.
æ 2 × (Ti - Te ) × g × L ö
0, 5
÷ = 0, 319 m / s
3
Qat = cs × Aat × ç
è Tie ø
1 1 1 1 1
= + = + = 2,98×10-2 m3
Aat 2
( A1 + A3 ) 2
( A2 + A4 ) 2
(0, 25 + 0) 2
(0 + 0, 03) 2
cs = 0,65
A1 = 0,25 m2
A4 = 0,03 m2
Ti = 288,15 K
Te = 273,15 K
g = 9,8 m/s2
L = 5m
Tie = 280,65 K
Qa = Qat
quindi:
Qa 0, 319
Ca = = = 0, 0071
Va 45
Si calcola innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca (dV/dt)min con
la formula (B.1) della norma CEI EN 60079-10 (o [2.2.a]):
( dG / dt )max Ta 2, 79 × 10 -6 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 4, 25 × 10 -4 m 3 / s
k × LEL 293 0, 25 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata di emissione di sostanza infiammabile SQg = 2,79 × 10-6 kg/s;
k × LEL%vol 0, 25 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 2
Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato calcolando l’Xr% di tutte le
emissioni presenti nell’impianto (valvole di intercettazione manuali e/o automati-
che, ecc.).
Trattandosi di emissioni continue è stato trascurato il periodo transitorio iniziale,
per cui è stata considerata solo la concentrazione a regime Xr% calcolata con la
formula [2.2.p]:
Qg 2, 79 × 10 -6
SXr % = × 100 = × 100 = 1, 22 × 10 -3 %
Qa × rgas 0, 319 × 0, 719
Xm% = SXr%
La formula [2.2.n] risulta soddisfatta, quindi si può procedere considerando
Vo < Va e Co > Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.1.2, utilizzando la Qg più rappresentativa, e
successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].
0, 55 0, 55
æ 42300 × Qg × f ö æ 42300 × 5, 6 × 10 -7 × 2 ö
dz = ç ÷ × 1, 2 × kz = ç ÷ × 1, 2 × 1 = 0, 118 m
è M × LEL%vol × w ø è 16, 34 × 3, 93 × 0, 05 ø
76 × X m % 76 ×1, 22 ×10 -3
16, 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e × LEL%vol
M = 0, 9 × e = 0, 901
w 0, 05
C0 = = = 0,125 s -1
L0 0, 4
f × ( dV / dt )min 2 × 4, 25 × 10 -4
Vz = = = 0, 007 m 3
C0 0,125
g
Pa æ 2 ö g -1 0,403 £ 0,544
£ç ÷
P è g + 1ø
0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø ûú
0, 5
æR× T ö
è Mø
dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 10 5 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = ( k+1)/(k-1) = 7,45 ;
Pa = Pressione atmosferica = 1,013 x 105 Pa
da cui:
0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5
ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø
( dG / dt ) max Ta 8, 71 × 10 -5 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 6, 63 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg [kg/s ]= 8,71×10-5;
k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 2
Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato considerando una sola emissio-
ne rappresentativa delle altre.
Dopo il periodo transitorio, a regime, la concentrazione percentuale media “X r%”
nell’ambiente considerato, avente un volume Va, è stata calcolata con la formula
[2.2.p] :
Qg 8, 71 × 10 -5
Xr % = × 100 = × 100 = 3, 8 × 10 -2 %
Qa × rgas 0, 319 × 0, 719
Xm% =Xr%
-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø
76 × X m % 76 ×3, 8×10 -2
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 0, 94
-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (0, 25 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5 × 1 = 0,163 m
è 100 ø
w 0, 05
C0 = = = 0,125 s -1
L0 0, 4
f × ( dV / dt )min 2 × 6, 63 × 10 -3
Vz = = = 0,106 m 3
Co 0,125
- f LEL × k -2 3, 93 × 0, 5
t= ln = ln = 0, 86 min
Co Xo 0,125 50
Qg = 3,4 × 10-3kg/s
A = 9,75 × 10-6 m
( dG / dt )max Ta 3, 4 × 10 -3 311, 5
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 2, 7 × 10 -1 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg [kg/s ] = 3,4×10-3;
quindi:
dz = 1,02 m
w 0,5
C0 = = = 0,19 s–1
L0 2,6
f × ( dV / dt )min 1 × 2, 7 × 10 -1
Vz = = = 1, 406 m 3
C0 0,19
- f LEL × k
t= ln = 0, 28 min
C0 X0
GD-3.4 Allegati
n “Classificazione dei luoghi pericolosi – GRF – cabina interrata“ Fig. GD-3.4a
n “Classificazione dei luoghi pericolosi – GRF – cabina interrata“ Fig. GD-3.4b
Premessa
L’impianto di riduzione finale del gas considerato, con pressione massima di
150 kPa (1,5 bar) e portata massima maggiore di 200 m3/h , è costituito da tuba-
zioni, flange, valvole di regolazione, filtri, valvole generiche, prese manometri-
che, etc. L’impianto è progettato, costruito e manutenuto secondo le vigenti nor-
mative di competenza dei comtati UNI-CIG. Le emissioni strutturali, come si
vedrà dai calcoli, risultano essere trascurabili e le Sorgenti di Emissione (SE) sono
solo di secondo grado (emissione che non è prevista durante il funzionamento
normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi
periodi). Gli impianti in questione sono installati anche lungo le vie cittadine,
piazze o giardini.
La ventilazione è naturale per effetto della spinta del vento. Le linee di riduzione
del gas sono realizzate secondo le vigenti disposizioni di legge (Norme UNI CIG
e DM 24-11-1984) ed hanno una pressione relativa massima di esercizio di
150 kPa (1,5 bar) a monte e di 2,2 kPa (22 mbar) a valle.
( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w × Dc p = 0, 65 × 0,14 × 0, 5 × (0, 9) = 0, 044 m 3 / s
0, 5
dove:
Qaw = quantità di aria dovuta alla spinta del vento, [m3/s];
cs = coefficiente di scarico di un’apertura = 0,65;
Dcp = coefficiente di direzione del vento = 0,9;
Aaw = si ricava da:
1 1 1 1 1
= + = + = 0,14 m2
Aaw 2
( A1 + A3 ) 2
( A2 + A4 ) 2
(0,1 + 0,1) 2
(0,1 + 0,1)2
dove:
A1 = reale sezione libera totale delle aperture poste in alto, [m] = 0,1 m
A2 = reale sezione libera totale delle aperture poste in basso, [m] = 0,1 m
A3 = reale sezione libera totale delle aperture poste in alto (lato opposto)
[m] = 0,1 m
A4 = reale sezione libera totale delle aperture poste in basso (lato opposto)
[m] = 0,1 m
Per definire il numero dei ricambi d’aria è stata utilizzata la formula B.4 dell’Ap-
pendice B della Norma CEI-EN 60079-10:
Qaw 0, 044
Ca = = = 0,0054 s-1 = 19,32 ricambi allÕora
Va 8,125
( dG / dt ) max Ta 2, 79 × 10 -6 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 4, 25 × 10 -4 m 3 / s
k × LEL 293 0, 25 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata di emissione di sostanza infiammabile SQg = 2,79 × 10-6 kg/s;
k × LEL%vol 0, 25 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 3
Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato calcolando l’Xr% di tutte le
emissioni presenti sull’impianto (valvole di intercettazione manuali e/o automati-
che, ecc.).
Trattandosi di emissioni continue è stato trascurato il periodo transitorio iniziale,
per cui è stata considerata solo la concentrazione a regime Xr% calcolata con la
formula [2.2.p]:
Qg 2, 79 × 10 -6
å Xr % =
Qa × rgas
× 100 =
0, 044 × 0, 719
× 100 = 8, 89 × 10 -3 %
Xm% = SXr
La formula [2.2.n] risulta soddisfatta e quindi si può procedere considerando
Vo< Va e Co> Ca.
Per definire i ricambi d’aria Co nel volume interessato dalla zona pericolosa si
calcola prima dz con la formula GB.5.1.2, utilizzando la Qg più rappresentativa, e
successivamente si trova la lunghezza L0 applicando la formula [2.2.l].
76 × X m % 76 ×8, 89 ×10 -3
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 0, 91
w 0,1
C0 = = = 0, 25 s -1
L0 0, 4
f × ( dV / dt )min 3 × 4, 25 × 10 -4
Vz = = = 0, 005 m 3
C0 0 , 25
g
Pa æ 2 ö g -1
0,403 £ 0,544
£ç ÷
P è g + 1ø
0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø
dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 105 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
0, 5
é
-6 æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5kg/s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5
ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø
( dG / dt ) max Ta 8, 71 × 10 -5 298,15
( dV / dt ) min = Qamin = × = -2
× = 6, 63 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg = 8,71×10-5 kg/s;
k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ Xm % £
f 3
Per calcolare Xm% si procede come sotto indicato considerando una sola emissio-
ne rappresentativa delle altre.
Qg -5
Xr % = × 100 = 8, 71 × 10 × 100 = 2, 78 × 10 -1 %
Qa × rgas 0, 044 × 0, 719
Xm% =Xr%
-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø
76 × X m % 76 ×2 , 78×10 -1
16 , 34 ×3, 93
dove: kz = 0, 9 × e M × LEL % vol
= 0, 9 × e = 1, 25
-1
× 16, 34 -0, 4 × æ
3, 93 ö
dz = 16, 5 × (2, 513 × 10 5 × 10 -5 )
0, 5
× (0, 25 × 10 -6 )0, 5 × 1, 5 × 1, 25 = 0, 204 m
è 100 ø
w 0,1
C0 = = = 0,17 s -1
L0 0, 6
f × ( dV / dt )min 3 × 6, 63 × 10 -3
Vz = = = 0,12 m 3
C0 0,17
- f LEL × k -3 3, 93 × 0, 5
t= ln = ln = 0, 97 min
C0 Xo 0,17 50
( dG / dt )max Ta 3, 4 × 10 -3 311, 5
( dV / dt )min = Qamin = × = -2
× = 2, 7 × 10 -1 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293
dove :
(dG/dt)max è la portata massima di emissione di sostanza infiammabile
Qg = 3,4 × 10-3 kg/s;
-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5
è 100 ø
quindi:
dz = 1,02 m
L0 = 2 · a + DSE = 2,6 m
dove:
a = valore assunto per approssimazione del dz calcolato = 1,3 m
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).
w 0,5
C0 = = = 0,19 s–1
L0 2,6
f × ( dV / dt )min 1 × 2, 7 × 10 -1 = 1, 406 m 3
Vz = =
C0 0,19
- f LEL × k
t= ln = 0, 28 min
C0 X0
g
Pa æ 2 ö g -1
£ç ÷ 0,403 £ 0,544
P è g + 1ø
0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × êg ç ÷ ú ×
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø
dove:
Qg = portata di emissione (kg/s);
j = flusso sonico = 1;
c = coefficiente di emissione = 0,8
A = foro di emissione = 0,25 x 10-6 m2 ;
P = pressione assoluta all’interno della tubazione 2,513 x 105 Pa ;
g = rapporto tra i calori specifici = 1,31 ;
M = massa molare = 16,34 kg/kmol ;
R = costante universale dei gas = 8314 J/kmol K ;
T = temperatura assoluta di efflusso = 293 K ;
b = (k+1)/(k-1) = 7,45 ;
Pa = Pressione atmosferica = 1,013 x 105 Pa
da cui:
0, 5
-6
é æ 2 ö ù
7, 45
2, 513 × 10 5
Qg = 1 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31ç ÷ ú × = 8, 71 × 10 -5 kg / s
êë è 1, 31 + 1ø úû æ 293 ö
0, 5
ç 8314 × ÷
è 16, 34 ø
( dG / dt )max Ta 8, 71 × 10 -5 311, 5
( dV / dt )min = Qamin = × = -2
× = 6, 93 × 10 -3 m 3 / s
k × LEL 293 0, 5 × 2, 67 × 10 293
-1
× M -0, 4 × æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5 × ( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5
è 100 ø
-1
d z = 16,5 × (2,513 × 105 × 10 -5 ) × 16,34 -0, 4 × æ
0,5 3,93ö
× (0,25 × 10 -6 )0,5 × 1,5 = 0,163 m
è 100 ø
L0 = 2 · a + DSE = 0,4 m
dove:
a = valore assunto per approssimazione del dz calcolato = 0,2 m
DSE = dimensione orizzontale massima della SE = 0 (SE puntiforme).
w 0, 5
C0 = = = 1, 25 s -1
L0 0, 4
f × ( dV / dt )min 2 × 6, 93 × 10 -3
Vz = = = 0, 011 m 3
C0 1, 25
- f LEL × k
t= ln = 0,086 min
C0 X0
GD-4.4 Allegati
n “Classificazione dei luoghi pericolosi - GRF - cabina in armadio“ Fig. GD-4.4a
n “Classificazione dei luoghi pericolosi - GRF - cabina in armadio“ Fig. GD-4.4b.
Premessa
L’esempio ha lo scopo di definire la zona pericolosa determinata da una pozza di
benzina a temperatura ambiente e sensibilmente inferiore alla sua temperatura di
ebollizione, venutasi a formare al suolo a seguito del guasto della guarnizione di
una flangia di connessione nel sistema di contenimento
Nell'esempio sono stati considerati i tre casi seguenti.
1) L'impianto è costantemente ed attentamente presidiato durante l'attività, per
cui è previsto l'intervento tempestivo per far cessare la perdita di benzina che
alimenta la pozza entro 300 s (5 min). La pozza si forma in una zona pavi-
mentata con calcestruzzo, delimitata da cordoli di contenimento e lambita
dall'aria di ventilazione; la sua area A è determinata dal tempo d'inter-
vento per sopprimere la perdita e non dai cordoli. Al cessare della perdita
è previsto che la pozza venga neutralizzata entro 900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare durante il carico e lo scarico di
un'autocisterna.
2) L'impianto è sottoposto ad una generica sorveglianza durante l'attività, per cui
è previsto l'intervento per far cessare la perdita di benzina che alimenta la
pozza entro 5 400 s (1,5 h). La pozza si forma in una zona pavimentata con
calcestruzzo, delimitata da cordoli di contenimento e lambita dall'aria di ven-
tilazione; la sua estensione non è determinata dal tempo d'intervento per sop-
primere la perdita (come nel 1° caso), pertanto essa si allarga fino ad avere
un'area A uguale all'area della zona pavimentata delimitata dai cordoli.
Al cessare della perdita è previsto che la pozza venga neutralizzata entro
900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare in un deposito o impianto di
processo.
3) L'impianto è sottoposto ad una generica sorveglianza durante l'attività, per cui
è previsto l'intervento per far cessare la perdita di benzina che alimenta la
pozza entro 5 400 s (1,5 h). La pozza si forma in una zona senza delimita-
zioni, pavimentata con ghiaia e lambita dall'aria di ventilazione; la sua esten-
sione non è determinata dal tempo d'intervento per sopprimere la perdita
(come nel 1° caso), pertanto essa si allarga fino ad avere un'area A determi-
nata dall'equilibrio tra la portata di benzina che alimenta la pozza e la
portata di evaporazione dalla pozza. Al cessare della perdita è previsto
che la pozza venga neutralizzata entro 900 s (15 min).
Ad esempio, situazione che si può presentare in un deposito.
Nota Si ricorda che nelle zone pavimentate con pendenza verso pozzetti o ghiotte di drenaggio in fo-
gna, l'area A della pozza è condizionata dalla portata del drenaggio e può, a volte, essere ri-
dotta fino a diventare trascurabile.
GD-5.3 Dati della sostanza infiammabile validi per i tre casi considerati
n denominazione della sostanza: benzina per autotrazione
n densità relativa all’aria dei vapori: 3,8
n massa molare massima: M = 110 kg/kmol
n limite inferiore di esplodibilità: LEL % = 1,4 % = 0,064 kg/m3
n tensione di vapore a 37 °C: Pv = 67 815 Pa
n densità (massa volumica)
della massa liquida: rliq = 780 kg/m3
n densità (massa volumica)
dei vapori a 37°C e 211 m: rgas = 4,22 kg/m3
n temperatura di ebollizione: Tb = 318 K (45 °C)
n gruppo delle costruzioni elettriche: IIA
n temperatura di accensione: 280 °C
n classe di temperatura: T3
é P ù
concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2)
n
û
n tempo di emissione (perdita): tp = 300 s (5 min)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione (perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica di emissione
(perdita) dalla flangia: V = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 5 × 10-3 m (5 mm)
n dimensioni della zona pavimentata
delimitata da cordoli: Ad = 12 m2 (3 m × 4 m)
Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 300
A1 = = -3
= 3, 04 m 2 assunta pari a 3 m 2
hm 5 × 10
Qt 3, 95 × 10 -2
= = 16,18 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 2, 44 ×10 -3
Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = -3
×1, 4 = 22, 65 m 2
Q gs 2, 44 ×10
7, 43 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 0, 25 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293
poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.l]:
w 0, 5
C0 = = = 0, 046 s -1
L0 10, 97
é P ù
n concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2) û
n tempo di emissione (perdita): tp = 5 400 s (1,5 h)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione
(perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica
di emissione (perdita) dalla flangia: Vt = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 5 × 10-3 m (5 mm)
Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 5400
A1 = = = 54, 69 m 2
hm 5 × 10 -3
Qt 3, 95 × 10 -2
= = 16,18 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 2, 44 ×10 -3
Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = ×1, 4 = 22, 65 m 2
Q gs 2, 44 ×10 -3
L'area A da utilizzare nella formula GB.4.5.2 è stata scelta uguale all'area A d della
zona pavimentata delimitata da cordoli (12 m2), in quanto questa è risultata mi-
nore dell'area A1 ed anche minore dell'area A2.
La forma della pozza è stata considerata quella dell'area Ad, cioè rettangolare
(3 m × 4 m); il raggio equivalente della pozza è risultato req = 1,95 m.
La portata di evaporazione dalla pozza Qg è stata calcolata con la formula
GB.4.5.2 considerando Qg = (dG / dt)max ed essendo risultata Qg inferiore a Qt:
27,2 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 0, 9 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293
poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.m]:
w 0, 5
C0 = = = 0, 019 s -1
L0 26, 91
é P ù
n concentrazione iniziale di emissione: X 0 = ê v × 100 ú = 34, 27%
ë ( Pa × 2) û
n tempo di emissione (perdita): tp = 7 200 s (2 h)
n tempo di neutralizzazione della pozza: tn = 900 s (15 min)
n portata di emissione
(perdita) dalla flangia: Qt = 3,95 × 10-2 kg/s
n portata volumetrica di emissione
(perdita) dalla flangia: Vt = 5,06 × 10-5 m3/s (calcolata)
n profondità della pozza: hm = 10 × 10-3 m (10 mm)
Vt × t p 5, 06 × 10 -5 × 7200
A1 = = -3
= 36, 46 m 2
hm 10 × 10
Qt 3, 95 × 10 -2
= = 24, 23 > 4 quindi k A = 1, 4
Q gs 1, 63 ×10 -3
Qt 3, 95 × 10 -2
A2 = kA = ×1, 4 = 33, 97 m 2
Q gs 1, 63×10 -3
39, 5 × 10 -3 310
(dV/dt )min = Q a min = × = 1, 3 m 3 /s
0, 5 × 0, 064 293
poi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventilare
con la formula [2.2.m]:
w 0, 5
C0 = = = 0, 01 s -1
L0 52, 58
Fig. GD-5.7-1 Zona pericolosa originata da una pozza avente l'area A determinata dall'equilibrio tra
la portata di benzina che alimenta la pozza e la portata di evaporazione dalla pozza
Premessa
L’impianto comprende diverse cisterne di deposito materie prime ed apparecchi;
il trasferimento delle paste e dei solventi dalle cisterne ai contenitori avviene per
mezzo di pompe pneumatiche a membrana e tubazioni fino alla testata di misce-
lazione, dove il riempimento dei contenitori avviene per caduta.
Per semplicità, l’esempio considera solo l’evaporazione da sei contenitori
da 25 kg aperti durante il loro riempimento.
1a parete:
n n° 2 da 0,8 m2 , realizzate sulla parte alta ad un’altezza compresa tra 5 m e
6 m dal pavimento e un interstizio continuo tra parete e tetto di 1 m 2, (A1);
n n° 1 da 0,5 m2 costituita dagli interstizi nel portone di accesso e n°1 da
0,5 m2, realizzata nella parte bassa della parete, (A3);
( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w Dc p
1 1 1
= +
(A1 + A2 ) (A3 + A 4 )
2 2 2
A aw
dove:
A1 = 2,6 m2
A2 = 2,6 m2
A3 = 1,0 m2
A4 = 1,0 m2
1 1 1
= + = 0, 286
A
2
aw
(2,6 + 2, 6 ) (1,0 + 1,0 )2
2
0,5
æ 1 ö
A aw =ç ÷ = 1,86 m2
è 0,286 ø
pertanto:
Non è stato eseguito il calcolo della portata d’aria per effetto camino perché non
considerato utile, per cui Qa = Qaw.
Qa 0, 576
Ca = = = 5, 05 × 10 -4 s -1
Va 1140
La velocità minima dell’aria all’interno del locale è stata assunta di w = 0,05 m/s,
considerando le dimensioni del locale stesso e la dislocazione delle aperture di
ventilazione.
da cui :
Mmix = [(0,431 × 60,09) + (0,414 × 100,20) + (0,103 × 74,12) + (0,052 × 92,14] = 79,7 kg/kmol
é n ù
LEL mix =1/ ê å ( y i / LEL i)ú
êë i = 1 ûú
dove:
LELmix = limite inferiore di esplodibilità della miscela, % volume;
LELi = limite inferiore di esplodibilità del valore i-esimo, % volume;
yi = frazione molare o volumetrica del valore i-esimo.
Pv mix = [(0,431 × 12298) + (0,414 × 21497) + (0,103 × 3883) + (0,052 × 25474] = 15 925 Pa.
3,12 × 10-6
Xr % = ×100 = 0,000177 %
0,576 × 3,09
per cui, per definire in grado della ventilazione, è stato considerato V0 < Va e C0 > Ca;
inoltre, le singole zone pericolose possono non estendersi a tutto l'ambiente.
Si è quindi stabilito di calcolare la distanza dz applicando la formula GB.5.1.2.
0 , 55
æ 42300 × 3,12 × 10 -6 × 3 ö
dz = ç ÷ ×1, 2 × k z = 0, 27 m
è 79, 7 ×1, 454 × 0, 05 ø
76 × Xm%
æ -------------------------------------ö
M × LEL% vol
k z = ç 0, 9 × e ÷ = 0, 9 assunto = 1
è ø
3,12 × 10 -6 313
(dV/dt )min = Q a min = × = 2, 38 × 10 -4 m 3 /s
0, 25 × 0, 056 293
Quindi è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volume da ventila-
re con la formula [2.2.l]:
w 0, 01
C0 = = = 0, 011 s -1
L0 0, 9
f × (dV/dt) min 3 × 2, 38 × 10 -4
Vz = = = 0, 0649 m3
C0 0,011
Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.
Ne risulta che, facendo riferimento alla Tabella B.1, la zona pericolosa dovreb-
be essere interamente zona 0.
L0 = (2 × a) = (2 × 0, 30) = 0, 6 m
w 0, 25
C0 = = = 0, 41 s -1
L0 0, 6
il luogo pericoloso è zona 0 NE (1° tipo di zona) + zona 2 (2° tipo di zona).
La zona 2 è determinata dalla ventilazione residua al mancare della ventilazione
artificiale locale che è quella naturale con disponibilità buona.
Fig. GD-6.1 Evaporazione dalla superficie di un liquido non è lambita dall’aria di ventilazione (in
contenitore aperto)
Premessa
L’esempio, elaborato sulla base di quanto indicato nell’Appendice GB, ha lo sco-
po di definire la classificazione dei luoghi pericolosi dove vengono eseguite ope-
razioni di travaso e distribuzione di benzine per autotrazione (liquidi di Categoria
A secondo il D.M. del 31-07-1934 del Ministero dell’Interno). Per analogia il pre-
sente esempio può essere considerato valido per tutti i liquidi infiammabili aventi
temperatura d’infiammabilità inferiore o uguale alla massima temperatura am-
biente.
Per la predisposizione del presente esempio è stato tenuto in particolare conside-
razione il contenuto del progetto di Norma elaborata dal CEN/TC 221
(prEN 13617-1:1999E – Petrol Filling Stations, Part 1: Construction and perfor-
mance of dispensers) attualmente in fase di inchiesta pubblica, con il quale non
esistono contrasti.
L’impianto considerato nel presente esempio è progettato, costruito, verificato e
mantenuto nel rispetto della regola dell’arte e della legislazione vigente.
Si rimanda ad altri esempi per gli impianti di distribuzione di carburanti alternati-
vi (GPL e metano per autotrazione).
Nell’impianto sono state considerate SE con emissioni di grado continuo, di pri-
mo grado e di secondo grado. Sono stati eseguiti i calcoli per la definizione dei
tipi e delle estensioni delle zone pericolose, relativamente alle seguenti parti
dell'impianto (vedere la Figura GD-7.1):
Parte idraulica dell’erogatore;
Sfiato del degasatore dell’erogatore, con emissione che avviene all’esterno del fa-
sciame dello stesso;
Alloggio della pistola di erogazione;
Pozzetto di scarico delle benzine;
Terminale delle tubazioni di equilibrio dei serbatoi per benzine (Vent).
Sono inoltre previste tre Appendici che riguardano:
A – Barriere di separazione;
B – Norme tecniche relative agli impianti di distribuzione di carburanti per auto-
trazione;
C – Applicabilità della direttiva 94/9/CE relativamente ai distributori di carburan-
ti per autotrazione.
Nota Per le dimensioni delle singole zone pericolose, vedere le figure riferite ai singoli casi.
Calcolo della ventilazione naturale per effetto della spinta del vento
Per il calcolo sono state utilizzate le formule comprese in GB.6.2.3
n volume dell’ambiente chiuso: V0 = 0,24 m3 (0,6 x 0,40 x 1)
n velocità dell'aria all’aperto: w = 0,5 m/s
n coefficiente di scarico di un'apertura: cs = 0,65 (coefficiente costante)
Le feritoie sono 4, con le stesse dimensioni, con una area totale di 8 · 10-3 m2, quindi:
A1 = A2 = A3 = A4: 2 · 10-3 m2
1 1 1
considerando che: = 2 +
Aaw ( A1 + A2 )
2
( A3 + A4 )2
Dcp = 0,9
( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w Dc p = 0, 65 × 2,828 × 10 -3 × 0, 5 (0, 9) = 8, 721 × 10 -4 m 3 / s
0, 5
Come già detto le feritoie sono 4, con le stesse dimensioni, con una area totale di
8 · 10-3 m2, quindi:
A1 = A2 = A3 = A4 = 2 · 10-3 m2
1 1 1
considerando che: = 2 +
Aat ( A1 + A3 )
2
( A2 + A4 )2
é 2 (Ti - Te ) × g × L ù
0, 5
é 2 (320 - 313,1) × 9, 81 × 0, 95 ù
0, 5
Qa 1,17 × 10 -3
C= = = 4, 88 × 10 -3 s -1
V0 0, 24
GD-7.4 Classificazione del luogo pericoloso relativa alla Parte idraulica dell’erogatore
All’interno degli erogatori sono presenti numerose SE con emissioni strutturali
(continue) e di secondo grado. Le emissioni strutturali sono state trascurate in
quanto non in grado si generare estensioni pericolose significative. Sono state
considerate le seguenti emissioni di secondo grado:
n organi di collegamento del circuito idraulico e del circuito di recupero dei va-
pori (attacchi flangiati, connessioni delle tubazioni, realizzate a compressione
con dadi girevoli e con guarnizioni di tenuta toroidali in gomma antibenzina);
n tenute del gruppo di pompaggio e del misuratore (tenute meccaniche della
pompa, realizzate con anelli O-ring antibenzina e con flange di tenuta, facce
di accoppiamento dei componenti del corpo);
n tenute delle elettrovalvole di intercettazione.
Ai fini del calcolo, poiché tutte le SE si trovano nello stesso alloggiamento delle
parti idrauliche, è stata considerata una sola SE rappresentativa di tutte le SE so-
pra elencate, costituita dalla pozza formatasi da un eventuale gocciolamento.
é P ù é 70000 ù
X0 = ê v × 100 ú = ê × 100 ú = 34, 6%
ë ( Pa × 2) û ë (101300 × 2) û
Si escludono eventi catastrofici tra i quali va annoverata una rottura tale da far in-
tervenire il dispositivo di emergenza.
0, 025
Qv = = 6,94 × 10 -9 m 3 / s
1000 × 3600
Qv × t p 6,94 × 10 -9 × 14400
n area della pozza: A= = = 10 × 10 -3 m 2
hm 10 × 10 -3
A 10 × 10 -3
n raggio equivalente della pozza: r = = = 5, 64 × 10 -2 m
p p
eq
f × ( dV / dt )min f × Qa min 2 × 5, 63 × 10 -4
Vz = = = = 0, 23 m 3
C C 4, 88 × 10 -3
-f k × LEL%vol. -2 0, 5 × 1, 4
t= × ln = × ln = 1597 s
C X0 4, 88 × 10 -3 34, 6
0 , 55
æ 42300 × Qg . f ö
0 , 55
æ 42300 × 8, 44 × 10 -6 × 2 ö
dz = 1, 2 × ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0,18 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0,15 ø
Si assume a = 0,2 m
GD-7.4.4 Conclusioni
Il volume ipotetico di atmosfera esplosiva (Vz) = 0,23 m3, è di estensione non tra-
scurabile, ma inferiore al volume (Vo) = 0,24 m3 .
Come precedentemente detto, si è considerata una perdita di 4 h, con una fre-
quenza di un evento all’anno. Il tempo di presenza dell’atmosfera potenzialmente
esplosiva per il singolo evento, risultato della somma tra il tempo di emissione
(tp) ed il tempo di persistenza (t), corrisponde a (14400 s + 1597 s) × 1 evento/an-
no = 15997 s/anno = 4,44 h/anno, per cui è rispettata la condizione di zona 2.
Il grado di ventilazione in relazione all'emissione è MEDIO.
Il luogo chiuso, con le aperture sopra indicate, sempre aperte, rispetta la condi-
zione di disponibilità di ventilazione BUONA, avendo assunto come velocità
dell’aria all’aperto 0,5 m/s, considerata sempre presente.
GD-7.4.5 Classificazione della parte esterna del contenitore delle parti idrauliche
Le feritoie di aerazione esistenti sul contenitore della parte idraulica del distribu-
tore sono considerate come aperture fisse di tipo A (vedi A.2.2.1 e Tab. A.1 della
Norma CEI EN 60079-10).
Le barriere di vapore di tipo 1 e tipo 2, sono considerate aperture di tipo D (vedi
A.2.2.4 e Tab. A.1, CEI EN 60079-10). Esse separano parti del distributore classifi-
cate come zone pericolose da parti classificate come non pericolose (vedere Ap-
pendice B seguente).
GD-7.5 Classificazione del luogo pericoloso relativa allo Sfiato del degasatore
della colonnina di distribuzione
L’erogato medio annuo di una colonnina è circa 1000000 di dm3, con una media
di 50000 erogazioni all’anno, con una erogazione media di 20 dm3.
La degasazione tipicamente si svolge nei primi 5 s di erogazione, ma in favore
della sicurezza è stata considerata una emissione che continua per tutta la fase di
erogazione.
Nell’esempio si considera il caso di un distributore dotato di sistema per il recu-
pero dei vapori, per cui la portata è di 40 dm3 al minuto. Il tempo di emissione
(te) inteso come il tempo totale annuo di degasazione risulta:
60
te = 1000 000 = 1500 000 s = 417 h
40
9 × 10 -3 40
Qg = × × r gas = 9,17 × 10 -6 kg / s
2800 60
0 , 55
æ 42300 × Qg . f ö
0 , 55
æ 42300 × 9,17 × 10 -6 × 2 ö
dz = 1, 2ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0, 096 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0, 5 ø
f × ( dV / dt )min f × Qa min 2 × 5, 56 × 10 -6
Vz = = = = 4, 45 × 10 -6 m 3
C C 2, 5
Utilizzando la formula B.6 della Norma CEI EN 60079-10, è stato calcolato il tem-
po di persistenza (t), che è il tempo richiesto per far scendere la concentrazione
media da un valore iniziale X0 a k volte il LEL, dopo l’arresto della emissione.
-f k × LEL%vol. -2 0, 25 × 1, 4
t= × ln = × ln = 4s
C X0 2, 5 50
GD-7.5.4 Conclusioni
Il volume ipotetico di atmosfera esplosiva (Vz) = 4,45 × 10-6 m3 , è di estensione
trascurabile.
Il tempo di presenza dell’atmosfera potenzialmente esplosiva è il risultato della
somma tra il tempo di emissione (tp) ed il tempo di persistenza (t), nel nostro
caso assolutamente trascurabile. Quindi, su base annua, corrisponde a :
t = 1500000 s = 417 h all’anno, per cui è rispettata la condizione di zona 1.
Il grado di ventilazione in relazione all'emissione è BUONO.
Il luogo è all'aperto, liberamente ventilato, si è assunta una velocità del vento di
w = 0,5 m/s, considerato sempre presente, è pertanto rispettata la condizione di
disponibilità BUONA
Tipo di zona
Facendo riferimento alla Tabella B.1 della norma CEI EN 60079-10, con le se-
guenti condizioni individuate:
n emissione di primo grado;
n grado della ventilazione buono;
n disponibilità della ventilazione buona;
Fig. GD-7.3 Rappresentazione grafica della classificazione del luogo pericoloso relativa allo Sfia-
to del degasatore della colonnina di distribuzione (quote in metri )
GD-7.6.2 Conclusioni
Le emissioni sono piccole quantità di incerta determinazione. Pertanto si è caute-
lativamente assunto il tipo ed estensione delle zone sotto indicate.
Tipi di zona
Interno della sacca = zona 1
Esterno della sacca = zona 2
Fig. GD-7.4 Rappresentazione grafica della classificazione del luogo pericoloso relativa alla Sac-
ca portapistola della colonnina di distribuzione (quote in metri)
SFIATO
SFIATO SFIATO
SFIATO
SFIATO
GD-7.7.2 Conclusioni
Le emissioni sono piccole quantità di incerta determinazione. Pertanto si è caute-
lativamente assunto il tipo ed estensione delle zone sotto indicate.
Note: 1 Per analogia gli stessi tipi ad estensione delle zone possono essere applicati ai pozzetti con-
tenenti le tubazioni provenienti dallo scarico decentrato e i collettori delle linee di addu-
zione ai distributori o di quelle provenienti dalla pompa sommersa, come pure i pozzetti
contenenti le saracinesche di manovra e/o scambio.
2 I pozzetti contenenti solo il passo d’uomo sono considerati come aperture fisse di tipo C (ve-
di A.2.2.3 e Tab. A.1, CEI EN 60079-10) in quanto aperti poco frequentemente, ovvero solo
in caso di manutenzione straordinaria.
In questo caso la zona 1 si estende all’intero volume del pozzetto, mentre non vi
è presenza di zona pericolosa all’esterno del pozzetto.
5
Qg = ( dG / dt )max = X × 0, 5 × 10 × × 6, 67 × 10 -4 × r gas = 0, 4 × 0, 5 × 10 × 0, 05 × 6, 67 × 10 -4 × 3, 5 = 2, 33 × 10 -4 kg / s
100
0 , 55
æ 42300 × Qg × f ö
0 , 55
æ 42300 × 2, 33 × 10 -4 × 2 ö
dz = 1, 2 × ç ÷ = 1, 2 × ç ÷ = 0, 57 m
è M × LEL%vol × w ø è 110 × 1, 4 × 0, 5 ø
-f k × LEL%vol. -2 0, 5 × 1, 4
t= × ln = × ln = 26 s
C X0 0, 33 50
GD-7.8.4 Conclusioni
Il terminale di equilibrio dei serbatoi viene lambito dall’aria di ventilazione
dell’ambiente. Il grado di ventilazione è MEDIO, la disponibilità è BUONA.
Premessa
Un Decreto Ministeriale che andrà a sostituire il DPR n° 208 del 12-01-1971 e suc-
cessive modifiche, in corso di emanazione, prende in esame i problemi connessi
con l’installazione di nuovi impianti per la distribuzione di gas di petrolio lique-
fatto GPL.
Il presente esempio prende in esame uno dei tipi di nuovo impianto possibile, il
più utilizzato, che prevede il riempimento del serbatoio a mezzo autobotte con
pompa di scarico a bordo e l’invio alla colonnina di erogazione a mezzo di pom-
pa sommersa.
a) Particolarità costruttive
Il serbatoio che per il predetto D.M. non potrà avere capacità superiore a 50 m 3 è
posto in cassa di contenimento, costruita in cemento armato, ed è tutto coperto
di sabbia fino a quota che lo sormonta di almeno di 30 cm;
La valvola di sicurezza ha sull’otturatore una guarnizione in Teflon.
Le guarnizioni delle flange sono di materiale adatto al tipo di prodotto utilizzato.
Le attrezzature che possono essere sede di sorgenti di emissione possono essere
ubicate in tutti i punti della cassa di contenimento.
La tettoia è sistemata ad una quota tale per cui lo spazio ad essa sottostante può
essere considerato ambiente aperto.
b) Sicurezza
Premesso che il serbatoio è dimensionato per l’esercizio a 18 bar, corrispondenti
alla tensione di vapore del GPL a 50 ° C, le cause di una eventuale sovrapres-
sione possono essere:
n per eccesso di riempimento, caso che può essere ritenuto a remota possibilità
di accadimento, visto che il serbatoio è munito di un dispositivo di blocco
del riempimento al raggiungimento dell’85% della sua capacità;
n per presenza di incendio perché l’apporto di calore al serbatoio dovuto al ri-
scaldamento della sabbia di copertura non può essere considerato nullo; tut-
tavia, tale apporto di calore non è verosimilmente sufficiente ad elevare la
pressione a quella di intervento della valvola di sicurezza; in ogni caso la pre-
senza di fiamma annulla ogni considerazione sulla necessità di tutelarsi da un
innesco elettrico.
42300 × Q g × f 0,55
d z = æ ---------------------------------------------ö × 1, 2 = 0, 72 m
è M × LEL% vol. × Wø
Qg T
(dV dt )min = × = 0,011 m3/s
k × LEL 293
f × ( dV dt )min
Vz = = 0,72 m3
C
-f LEL%vol. × k
t= × ln = 260 s
c X0
g 1,13
Pa æ 2 ö g -1 101300 æ 2 ö 1,13 -1
£ç ÷ Þ £ç ÷
P è g + 1ø 9 × 10 5 è 1,13 + 1ø
0,09 £ 0,58
la disuguaglianza è verificata, pertanto il regime di flusso è sonico.
0, 5
é æ 2 öbù P
Qg = j × c × A × ê g × ç ÷ ú × = 6 ×10-4 kg/s
êë è g + 1ø úû
0, 5
æR× T ö
è Mø
-1
×æ
LEL%vol ö
( )
0.5
dz = 16.5 × P × 10 -5 ×M -0.4
× A0.5 × 1.5 = 0,45 m
è 100 ø
Qg T
(dV dt )min = × = 0,031 m3/s
k × LEL 293
f × ( dV dt )min
Vz = = 1,02 m3
C
-f LEL%vol. × k
t= × ln = 130 s
C X0
Anche in questo caso, il volume Vz, risulta contenuto, ma non trascurabile, per-
tanto il grado della ventilazione si può definire medio, con disponibilità buona in
quanto lo sfiato della valvola di sicurezza è all’aperto e in quota; il tempo di per-
sistenza, sommato a quello di intervento manuale necessario all’intercettazione
dell’eventuale perdita soddisfa alla definizione di Zona 2 (vedere Fig. GD-8.1).
Assumendo che tutta la portata di liquido evapori, tutto il volume della colonnina
viene classificato Zona 1, in quanto la disuguaglianza [2.2.n] non è verificata.
Si considera di seguito la propagazione della zona all’esterno della colonnina.
Ð4
2, 1 × 10 × 1, 5 Ð5
---------------------------------------- = 3, 94 × 10 kg ¤ s
8
42300 × Q g × f 0,55
d z = æ ---------------------------------------------ö × 1, 2 = 0, 198 m
è M × LEL% vol. × Wø
Qg T
(dV dt )min = × = 0,002 m3/s
k × LEL 293
f × ( dV dt )min
Vz = = 0,067 m3
C
-f LEL%vol. × k
t= × ln = 130 s
C X0
In ambiente aperto, con disponibilità buona (le considerazioni per Vz e t sono si-
mili ai casi precedenti), il grado della ventilazione è medio: la zona all’esterno
della colonnina si può classificare come Zona 2 (vedere Fig. GD-8.2).
In sintesi:
Interno colonnina:
n grado dell’emissione secondo
n grado della ventilazione
all’interno della colonnina basso
n disponibilità della ventilazione
all’interno della colonnina scarsa
n valutazione della zona interno colonnina ZONA 1
Esterno colonnina:
n grado della ventilazione
all’esterno della colonnina medio
n disponibilità della ventilazione
all’esterno della colonnina buona
n valutazione della zona ZONA 2
n visto dz (0,198) distanza assunta (a) 0,2 m
Premessa
L’esempio, elaborato sulla base di quanto indicato nell’Appendice GB, ha lo sco-
po di definire la classificazione dei luoghi pericolosi in una centrale di produzio-
ne energia elettrica con generatori raffreddati in idrogeno installati in un edificio
comprendente la sala macchine e dotati di impianto di stoccaggio bombole di
idrogeno, denominato “fossa bombole”, ubicato esternamente alla sala macchine.
Per semplicità di calcolo e a favore della sicurezza non sono state calcolate le
perdite da tutti i componenti considerati sorgenti di emissione, ma sono state in-
dividuate alcune sorgenti di emissione considerate rappresentative di altre e solo
per queste sono stati eseguiti i calcoli per la definizione dei tipi e delle estensioni
delle zone pericolose.
Questi componenti sono:
a) lo sfiato di sicurezza e polmonazione del riduttore di pressione, sull’alta pres-
sione dell’idrogeno, ubicato nella “fossa bombole”;
b) la valvola d’intercettazione di una bombola di idrogeno ad alta pressione,
ubicata nella “fossa bombole”;
c) una flangia sul sistema idrogeno a pressione 4 × 105 Pa (sovrapressione 3 bar),
rappresentativa di tutti i punti di discontinuità e delle valvole, sulla macchina
e sui suoi impianti ausiliari;
d) lo sfiato libero all’atmosfera del serbatoio olio/idrogeno;
e) lo sfiato libero del tubo di scarico dell’idrogeno di lavaggio del generatore.
360
T e = --------- Ð t
e
dove:
360 è il tempo in secondi di durata massima complessiva in 365 d per non
considerare il luogo zona 2 (pari a 0,1 h in 365 d, vedere 2.2.1.);
e sono le occasioni di guasto con rottura della membrana ogni 365 d = 0,01;
t tempo di persistenza dell’atmosfera pericolosa al cessare dell’emissione;
nel caso in esame è risultato di 130 s (vedere formula sottoriportata).
360
Te = - 130 = 35870 s pari a 9,96 h
0, 01
g +1
n coefficiente b = b = 5,878
g -1
n costante universale dei gas R = 8314 J/(kmol × K)
n gruppo delle costruzioni elettriche: II C
n temperatura di accensione: 560 °C
n classe di temperatura: T1
GD-9.2.4 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo grado
E’ stata calcolata innanzi tutto la portata massima di emissione (dG/dt)max = Qg con la
formula GB.4.1.2.
Applicando la Formula GB.4.1.1, è risultato che il flusso di emissione è sonico,
pertanto j = 1
0, 5
é-7 æ 2 ö
5, 878
ù 200 ×10 5
Q g = 1 × 0, 8 × 2, 5 × 10 ê1, 41 × ç ÷ ú = 0, 0024 kg/s
è 1, 41 + 1ø
0, 5
êë úû æ 318 ö
ç 8314 × ÷
è 2, 016 ø
0, 0024 318
(dV/dt )min = Q amin = × = 1, 552 m 3 /s
0,5 × 0,003355 293
E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.3.1 (emissione in
regime turbolento):
-1
d z = 16,5 × 200 0,5 × 2, 016 -0,4 × æ
4 ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1, 5 = 3, 3 m
0,5
è 100 ø
L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 3, 5) = 7 m
w 0, 5
C0 = = = 0, 0714 s -1
L0 7
2 × 1, 552
Vz = = 43, 47 m 3
0,0714
-2 4 × 0,5
t= ln = 90 s
0,0714 50
Nella generalità dei casi, i generatori raffreddati in idrogeno vengono eserciti con
il sistema di alimentazione dell’idrogeno intercettato e le bombole scollegate; du-
rante il funzionamento la pressione dell’idrogeno in macchina è soggetta ad una
diminuzione dovuta a “perdite funzionali” (discioglimento dell’idrogeno nell’olio
delle tenute da cui viene in continuazione separato ed espulso all’atmosfera) ed a
“perdite strutturali” (dagli scudi del generatore, dai terminali passanti, dalle flan-
ge, dalle valvole, ecc.).
A seconda dei diversi tipi di generatori, dei relativi impianti ausiliari, nonché del-
le condizioni di funzionamento, le perdite totali giornaliere di idrogeno sono pra-
ticamente comprese tra 5 m3/d e 16 m3/d a 20°C e pressione atmosferica.
Per il generatore considerato in questo esempio, l’esperienza dimostra che le per-
dite sono 16 m3/d a 20°C e pressione atmosferica. Parte di questo idrogeno,
come detto, viene trascinato con sé dall’olio delle tenute, convogliato in un ser-
batoio di separazione ed emesso quindi all'atmosfera.
La portata di emissione è stata stabilita su base sperimentale come di seguito in-
dicato.
La solubilità dell’idrogeno nell’olio è del 7% (0,07) in volume e tale valore non è
apprezzabilmente influenzato dalla pressione. Dall’esperienza di esercizio, nel
caso in esame la portata di olio alle tenute (V) è di circa 30 dm3/min, pari a
0,0005 m3/s, quindi la quantità di idrogeno nell’olio (LHo) è risultata:
L Hs = 16 - 12 = 4 m 3 /d
I punti di discontinuità (nd) presenti nel sistema idrogeno sono stati considerati
in numero di 100 per ciascun generatore, quindi la portata di emissione continua
(Qg) da ciascuno di essi è data da:
L Hs × rgas T 1
Qg = × × = kg/s
24 × 3600 273 n d
4 × 0,0772 1
Qg = × = 3,57 × 10 -8 kg/s
24 × 3600 100
GD-9.4.3.2 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di grado continuo
(strutturale)
Per valutare il grado della ventilazione e stabilire se la zona pericolosa si estende
a tutto l'ambiente o può invece essere calcolata la distanza dz, é stato necessario
determinare la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfe-
ra dell'ambiente e confrontarla con il LEL mix.
Nell'ambiente è presente solo idrogeno, quindi si è assunto LEL mix = LELidrogeno.
Le emissioni sono continue, quindi Xm% = SXr%.
Per definire Xr% è stata utilizzata la formula [2.2.p]:
3, 57 × 10 -8
Xr % = ×100 = 1, 54 × 10 -7 %
300 × 0, 0772
per cui, per definire in grado della ventilazione, è stato considerato V0 < Va e C0 > Ca;
inoltre, le singole zone pericolose possono non estendersi a tutto l'ambiente.
Si è quindi stabilito di calcolare la distanza dz applicando la formula GB.5.1.2.
dove:
76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e =1
3, 57 × 10 -8 318
(dV/dt )min = Q a min = × = 4, 62 × 10 -5 m 3 /s
0, 25 × 0, 003355 293
Con la formula [2.2.l] è stata calcolata la lunghezza del percorso dell'aria nel volu-
me da ventilare, considerando trascurabile la dimensione massima DSE della sor-
gente di emissione:
w 0,1
C0 = = = 0, 833 s -1
L0 0,12
f × (dV/dt) min 2 × 4, 62 × 10 -5
Vz = = = 1,11 ×10 -4 m3
C0 0,833
Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.
0, 5
é
-7 æ 2 ö
5, 878
ù 4 × 10 5
Q g = 1× 0, 8 × 2, 5 ×10 ê1, 41× ç ÷ ú = 4, 81×10 -5 kg/s
è 1, 41 + 1ø
0, 5
êë úû æ 318 ö
ç 8314 × ÷
è 2, 016 ø
GD-9.4.4.2 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di secondo grado
Per valutare il grado della ventilazione e stabilire se la zona pericolosa si estende
a tutto l'ambiente o può invece essere calcolata la distanza dz, é stato necessario
determinare la concentrazione media di sostanza infiammabile Xm% nell'atmosfe-
ra dell'ambiente e confrontarla con il LEL mix.
Nell'ambiente è presente solo idrogeno, quindi è stato assunto LEL mix = LELidrogeno.
Dovendo considerare la contemporaneità delle emissioni ed essendo presenti
emissioni di grado continuo e di grado secondo, Xm% = SXr% + Xte%, dove SXr%
è la concentrazione media dovuta alle emissioni di grado continuo e Xte% è la
concentrazione media dovuta all'emissione di secondo grado considerata.
4,81 × 10 -5
X te % = (1 - 2, 71828- 0,006 × 2700 ) ×100 = 20, 8 ×10 -5 %
300 × 0, 0772
-1
d z = 16,5 × 4 0,5 × 2, 016 -0,4 × æ
4 ö
× (2,5 × 10 -7 ) × 1, 5 × k z = 0, 42 m
0,5
è 100 ø
dove:
76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e =1
4, 8 × 10 -5 318
(dV/dt )min = Q a min = × = 3,11 × 10 -2 m 3 /s
0, 5 × 0, 003355 293
L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 0, 5) = 1, 0 m
w 0,1
C0 = = = 0,10 s -1
L0 1, 0
-f k × LEL% -2 0,5 × 4
t= ln = ln = 64 s
C0 X0 % 0,10 50
1,34 × 10 -5 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 1,68 ×10 -2 m 3 /s
0,25 × 0,003355 293
E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:
0 , 55
æ 42300 × 1, 34 × 10 -5 ×1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 0, 41 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø
L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 0, 5) = 1 m
w 0, 5
C0 = = = 0, 5 s -1
L0 1
1 × 1, 68 × 10 -2
Vz = = 0, 033 m 3
0,5
Nota Trattandosi di una emissione continua non è stato necessario calcolare il tempo t.
GD-9.6 CASO e– Sfiato del tubo di scarico dell’idrogeno per lavaggio del
generatore, all'aperto
Il generatore, in caso di fermata per manutenzione, deve essere depressurizzato
e svuotato dell’idrogeno; a tale scopo viene immesso gas inerte (CO2) con porta-
ta iniziale massima di 70 m3/h, per cui si è assunto che dalla tubazione di sfiato
all’atmosfera venga emessa una corrispondente portata di idrogeno. Questa emis-
sione, potendo avvenire più volte all’anno per una durata singola di 4 h circa, è
stata considerata di primo grado.
Il generatore, in caso di emergenza (es, incendio interno) deve essere depressu-
rizzato e svuotato dell’idrogeno in breve tempo. A tale scopo viene immesso gas
inerte (CO2) con portata iniziale massima di 350 m3/h, per cui si è assunto che
dalla tubazione di sfiato all’atmosfera venga scaricata una corrispondente portata
di idrogeno. Questa emissione, non essendo prevista durante il funzionamento
normale ed avvenendo solo poco frequentemente (una volta ogni dieci anni) e
per brevi durate (45 min circa), è stata considerata di secondo grado.
GD-9.6.3.1 Valutazione del grado della ventilazione in relazione all’emissione di primo grado
E’ stata calcolata innanzi tutto la portata minima volumetrica di aria fresca
(dV/dt)min con la formula [2.2.a], considerando la portata massima di emissione
(dG/dt)max = Qg, stabilita considerando la portata iniziale massima di 70 m3/h, da
cui Qg è risultata pari a 0,0015 kg/s:
0, 0015 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 1, 88 m 3 /s
0,25 × 0,003355 293
E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:
0 , 55
æ 42300 × 0, 0015 × 1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 5, 46 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø
L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 6) = 12 m
w 0, 5
C0 = = = 0, 04 s -1
L0 12
quindi sono stati calcolati il volume Vz ed il tempo t con le formule [2.2.d] e [2.2.i]:
1 × 1, 88
Vz = = 47 m 3
0,04
-1 4 × 0,25
t= ln = 98 s
0,04 50
0, 0075 308
(dV/dt )min =Q amin = × = 4, 7 m 3 /s
0,5 × 0,003355 293
E' stata poi calcolata la distanza dz a partire dalla quale la concentrazione dei va-
pori di benzina nell’aria è inferiore al LEL con la formula GB.5.1.1:
0 , 55
æ 42300 × 0, 0075 × 1ö
dz = ç ÷ × 1, 2 = 13, 2 m
è 2, 016 × 4 × 0, 5 ø
L0 = (2 × a ) + DSE = (2 × 14) = 28 m
w 0, 5
C0 = = = 0, 018 s -1
L0 28
1 × 4, 7
Vz = = 261 m 3
0,018
-1 4 × 0,5
t= ln = 179 s
0,018 50
g
Pa æ 2 ö g -1
poiché risulta
1, 013
= 0, 98 > 0, 54
£ç ÷
P è g + 1ø 1, 033
g -1 0, 5
Pa ö é æ Pa ö g ù
1 0, 5
æ g éæ 2 ö æ g + 1ö b ù
j= × ê1 - ú × êç ÷ ×è ú
è Pø ê è Pø ú ëè g - 1 ø 2 ø û
ë û
g +1
dove b= =7,45
g -1
1, 31 - 1 0, 5
1
é 101300 ö 1, 31 ù éæ 2 ö æ 1, 31 + 1ö 7, 45 ù
0, 5
j =æ
101300 ö 1, 31 æ
× ê1 - ú × êç ÷× ú = 0,29
è 103300 ø ê è 103300 ø
ë
ú
û ëè 1, 31 - 1ø è 2 ø û
(1) Nel presente esempio non sono state considerate le emissioni strutturali (emissioni di grado continuo) in quanto si è assunto
che in ragione dell’esigua estensione e complessità dell’impianto e delle condizioni di ventilazione la quantità di sostanza
pericolosa emessa sia in ogni caso non significativa.
(2) Il valore della temperatura interna è stato valutato in funzione della potenza nominale della caldaia installata e delle aperture
di ventilazioni presenti
0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú
êë è g + 1ø ûú
0,5
æR T ö
è Mø
si ottiene:
0, 5
é æ 2 ö ù
7, 45
103300
-6
Q g = 0, 29 × 0, 8 × 0, 25 × 10 × ê1, 31 ç ÷ ú = 1,04 × 10-5 kg/s
è 1, 31 + 1ø úû
0,5
êë æ 293 ö
ç 8314 ÷
è 16,34 ø
Qg 1,04 × 10 -5
Xm % = 100 = 100 = 0,13%
Qa × rgas 0,011 × 0,713
-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø
76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 05
-1
× 16, 34 -0, 4 æ
3, 93 ö
dz = 16, 5(103300 × 10 -5 ) × (0, 25 × 10 -6 ) × 1, 5 × 1, 05 = 0,11 m
0, 5 0, 5
è 100 ø
Qg × Ta 1, 04 × 10 -5 × 295
( dV / dt ) min = Qamin = = = 7,85 × 10-4 m3/s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293
k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,13% < 0,98%)
f 2
si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 0,3 m
f × Qamin 2 × 7, 85 × 10 -4 3
Vz = = = 0, 0047 m
Co 0, 333
- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 19 s
Co Xo 0, 333 50
Il volume pericoloso realizzato dalla miscela esplosiva, così come il volume ipo-
tetico di atmosfera esplosiva (Vz) è assai piccolo, tale da essere considerato tra-
scurabile; il tempo di persistenza (t) non è eccessivo, si può quindi considerare il
grado di ventilazione ALTO.
g
Pa æ 2 ö g - 1 poiché risulta 1, 013
= 0, 67 > 0, 54
£ç ÷
P è g + 1ø 1, 513
g -1 0, 5
Pa ö é æ Pa ö g ù
1 0, 5
æ g éæ 2 ö æ g + 1ö b ù
j= × ê1 - ú × êç ÷× ú
è Pø ê è Pø ú ëè g - 1ø è 2 ø û
ë û
g +1
dove b= =7,45
g -1
(1) Nel presente esempio non sono state considerate le emissioni strutturali (emissioni di grado continuo) in quanto si è assunto
che in ragione della non elevata estensione e complessità dell’impianto e delle condizioni di ventilazione la quantità di so-
stanza pericolosa emessa sia in ogni caso non significativa
j =æ
101325 ö 1, 31 æ
× ê1 - ú × êç ÷ ×è ú = 0,96
è 151325 ø ê è 151325 ø ú ëè 1, 31 - 1 ø 2 ø û
ë û
Con la relazione GB.4.1.2 si calcola la portata di emissione:
0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú = 5,05 × 10-5 kg/s
êë è g + 1ø úû
0,5
æR ö
T
è Mø
é 2 × (T1 - Te ) × g × L ù
0, 5
Qat = cs × Aat × ê ú
ë Tie û
dove:
-0 , 5
é 1 1 ù é 1 1 ù
-0 , 5
Aat = ê 2 + 2ú = ê 2 +
(6 + 6)2 úû
=11,03
êë ( A1 + A3 ) ( A2 + A4 ) úû ë (14 + 14)
é 2 × (291, 6 - 291) × 9, 81 × 5 ù
0, 5
Qat = 0, 65 × 11, 03 × ê 3
ú =3,22 m /s
ë 291, 3 û
( )
0, 5
Qaw = cs × Aaw × w × Dc p
-0 , 5 -0 , 5
é 1 1 ù é 1 1 ù
Aaw = ê 2 + 2ú
= ê 2 + 2ú
=14,1
êë ( A1 + A2 ) ( A3 + A4 ) úû ë (14 + 6) (14 + 6) û
3
Qaw = 0, 65 × 14,1 × 0, 5 × 0, 50, 5 =3,25 m /s
Le due ventilazioni, dovute alla spinta del vento ed all’effetto camino, sono pratica-
mente identiche. Si assume quindi come ventilazione naturale presente il valore:
Qa=3,2 m3/s
Qg 5, 05 × 10 -5
Xm % = 100 = 100 = 0, 002%
Qa × rgas 3, 25 × 0, 719
-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø
76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 0
-1
dz = 16, 5(151325 × 10 æ 3, 93 ö × 0, 25 × 10 -6 0, 5 × 1, 5 × 1, 05 = 0,13 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )
Qg × Ta 5, 05 × 10 -5 × 293, 6 -3 3
( dV / dt ) min = Qamin = = = 3,78 × 10 m /s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293
k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,002% < 0,98%)
f 2
si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 0,3 m
In considerazione dei moti convettivi esistenti, si assume una velocità minima
dell’aria all’interno del locale w=0,2 m/s. I ricambi d’aria all’interno del volume
da ventilare (Vo) valgono pertanto :
Co = w/Lo = 0,2/0,3 = 0,666 s-1
In base a tale valore di ricambi, si può calcolare il volume ipotetico V z e il tempo
di persistenza t con le relazioni [2.2.d] e [2.2.i]:
f × Qamin 2 × 3, 78 × 10 -3
Vz = = = 0, 011 m3
Co 0, 666
- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 10 s
Co Xo 0, 666 50
Il volume pericoloso realizzato dalla miscela esplosiva, così come il volume ipo-
tetico di atmosfera esplosiva (Vz) è assai piccolo, tale da essere considerato tra-
scurabile; il tempo di persistenza (t) non è eccessivo, si può quindi considerare il
grado di ventilazione ALTO.
0, 5
é æ 2 öbù P
Q g = j × c × A êg ç ÷ ú = 5,05 × 10-4 kg/s
êë è g + 1ø úû
0,5
æR T ö
è Mø
Qg 5, 05 × 10 -4
Xm % = 100 = 100 = 0, 02%
Qa × rgas 3, 25 × 0, 719
-1
× M -0, 4 æ
LEL%vol ö
dz = 16, 5( P × 10 -5 )
0, 5
× A0, 5 × 1, 5 × kz
è 100 ø
76 × Xm%
M × LEL% vol
k z = 0,9 × e = 1, 0
-1
dz = 16, 5(151325 × 10 æ 3, 93 ö × 2, 5 × 10 -6 0, 5 × 1, 5 × 1, 05 = 0, 4 m
)
-5 0 , 5
× 16, 34 -0 , 4
è 100 ø ( )
Qg × Ta 5, 05 × 10 -4 × 293, 6
( dV / dt ) min = Qamin = = = 3,78 × 10-2 m3/s
kLEL × 293 0, 5 × 0, 02671 × 293
k × LEL%vol 0, 5 × 3, 93
Xm % £ = = 0, 98% (infatti 0,02% < 0,98%)
f 2
si può considerare all’interno del locale un volume da ventilare (Vo) più piccolo
del volume ambiente (Va). A tal fine si considera un cubo avente lato
Lo = 2 × a = 1 m.
In considerazione dei moti convettivi esistenti, si assume una velocità minima
dell’aria all’interno del locale w=0,2 m/s. I ricambi d’aria all’interno del volume
da ventilare (Vo) valgono pertanto :
Co = w/Lo = 0,2/1 = 0,2 s-1
In base a tale valore di ricambi, si può calcolare il volume ipotetico V z e il tempo
di persistenza t con le relazioni [2.2.d] e [2.2.i]:
f × Qamin 2 × 3, 78 × 10 -2 3
Vz = = = 0, 378 m
Co 0, 2
- f kLEL%vol -2 0, 5 × 3, 93
t= ln = ln = 32 s
Co Xo 0, 2 50
Nel luogo si identifica pertanto una ZONA 2 che si estende nell’intorno della sor-
gente di emissione per una distanza pari ad a = 1 m.
Poiché non è nota la direzione di emissione, si assume come estensione della
zona 2 una sfera di raggio a avente centro nella sorgente di emissione.
31 – Materiali antideflagranti
CEI EN 60079-10 (CEI 31-30)
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
di gas Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI 31-35
Costruzioni elettriche potenzialmente esplosive per la presen-
za di gas. Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10
(CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi