Norma Italiana
CEI 10-1
Data Pubblicazione Edizione
1997-09 Ottava
Classificazione Fascicolo
10-1 3328 R
Titolo
Oli minerali isolanti per trasformatori e per apparecchiature elettriche
Title
Specification for unused mineral insulating oils for transformers and switchgear
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La Norma si applica agli oli minerali isolanti nuovi, nelle condizioni di fornitura, destinati all’impiego nei
trasformatori, interruttori ed apparecchiature elettriche similari, nelle quali l’olio agisce come isolante o
come fluido di raffreddamento.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1002).
DESCRITTORI
Oli minerali isolanti;
Europei
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 10-1 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
CDU
LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)
CAPITOLO
1 OGGETTO E SCOPO 1
CAPITOLO
2 DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONE 1
2.1 Definizioni .................................................................................................................................................................................... 1
2.2 Classificazione ............................................................................................................................................................................ 2
CAPITOLO
3 ISTRUZIONI PER L’OFFERTA, L’ORDINAZIONE E LA CONSEGNA 2
CAPITOLO
4 PRELIEVO DEI CAMPIONI 3
4.1 Definizioni ed avvertenze generali ............................................................................................................................. 3
4.2 Attrezzatura di campionamento .................................................................................................................................... 3
4.3 Procedura di campionamento ........................................................................................................................................ 4
Fig. 1 Sonda per campionamento sul fondo ...................................................................................................................... 6
Fig. 2 Pipetta .............................................................................................................................................................................................. 7
Fig. 3 Sifone ............................................................................................................................................................................................... 7
CAPITOLO
5 PRESCRIZIONI TECNICHE E METODI DI PROVA 8
SEZIONE
1 CARATTERISTICHE 8
SEZIONE
2 METODI DI PROVA 9
CAPITOLO
6 DETERMINAZIONE DELLA RIGIDITÀ DIELETTRICA 11
Fig. 4 Cella per la prova di rigidità dielettrica ................................................................................................................. 12
CAPITOLO
7 DETERMINAZIONE DELLA STABILITÀ ALLA OSSIDAZIONE 15
7.1 Metodo di prova per oli non inibiti ......................................................................................................................... 15
Fig. 5 Esempio di termostato a blocco riscaldante di alluminio a 8 fori (4 × 2) .................................... 16
Fig. 6 Blocchetto di alluminio per la misura della temperatura
della faccia superiore del termostato ...................................................................................................................... 17
Fig. 7 Posizione della provetta nel bagno d’olio ........................................................................................................... 17
Fig. 8 Provette ......................................................................................................................................................................................... 18
7.2 Metodo di prova per gli oli inibiti ............................................................................................................................. 22
Fig. 9 Misuratore di portata del tipo a bolla di sapone ............................................................................................ 24
A PP ENDI CE
A CARATTERISTICHE RACCOMANDATE PER GLI OLI MINERALI ISOLANTI NUOVI CONTENUTI
NELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PRIMA DELLA MESSA IN TENSIONE 26
A PP ENDI CE
B 27
Fig. B.1 ............................................................................................................................................................................................................ 28
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PREMESSA
La presente revisione della Norma CEI 10-1 (1973), relativa agli oli isolanti per
trasformatori ed apparecchiature elettriche, rappresenta l’adeguamento di tale
Norma all’ultima edizione della Pubblicazione IEC 296 “Specification for unused
mineral insulating oils for transformers and switchgear”. La revisione include la
traduzione delle Pubblicazioni IEC 74 “Method for assessing the oxidation stabili-
ty of insulating oils”, 156 “Method for the determination of the electric strength of
insulating liquids”, 474 “Test method for oxidation stability of inhibited mineral
insulating oils” e le parti essenziali della Pubblicazione IEC 475 “Method of sam-
pling liquid dielectrics”.
1 OGGETTO E SCOPO
CAPITOLO
1.1.1 Oggetto
La presente norma si applica agli oli minerali isolanti nuovi, nelle condizioni di
fornitura, destinati all’impiego nei trasformatori, interruttori ed apparecchiature
elettriche similari, nelle quali l’olio agisce come isolante o come fluido di raffred-
damento.
Gli oli oggetto della presente norma sono ottenuti dalla distillazione e raffina-
zione del petrolio e comprendono oli minerali senza o con additivi. La presente
norma non si applica agli oli minerali isolanti impiegati come impregnanti nei
cavi e nei condensatori e agli idrocarburi liquidi isolanti ottenuti per sintesi.
Nota È generalmente riconosciuto che, con la introduzione nelle apparecchiature elettriche, alcune
caratteristiche dell’olio nuovo possono essere modificate anche sensibilmente, fino a non rispet-
tare più i limiti stabiliti al capitolo 5 della presente norma.
Nella tabella dell’Appendice A vengono riportati i valori che sono considerati accettabili per le
caratteristiche dell’olio nuovo contenuto nelle apparecchiature elettriche nuove prima della
loro messa in tensione. Essi tengono conto delle moderate variazioni cui le caratteristiche del
prodotto possono andare incontro a seguito di operazioni di introduzione nelle apparecchia-
ture eseguite correttamente.
1.1.2 Scopo
La presente norma ha lo scopo di prescrivere le caratteristiche fisiche, elettriche e
chimiche degli oli minerali isolanti di cui in 1.1.1, di indicare i metodi di prova da
seguire, di dare istruzioni per l’offerta, l’ordinazione, la consegna ed il prelievo
dei campioni.
2 DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONE
CAPITOLO
2.1 Definizioni
2.1.1 Additivo
Sostanza deliberatamente aggiunta ad un liquido isolante in piccole concentra-
zioni, allo scopo di migliorarne alcune caratteristiche.
2.1.2 Antiossidante
Additivo incorporato in un liquido isolante allo scopo di ritardarne o ridurne la
degradazione per ossidazione.
2.2 Classificazione
Ai fini della presente norma si considerano 3 classi di oli: Classe I, II e III definite
da diversi valori numerici delle seguenti caratteristiche:
n viscosità,
n punto di infiammabilità,
n punto di scorrimento.
Nel caso di forniture in cisterne i dati devono essere riportati su documenti di or-
dinazione e consegna.
Nota L’acquirente può richiedere di essere informato in caso di variazioni importanti del tipo di
greggio o dei processi di raffinazione.
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4 PRELIEVO DEI CAMPIONI
CAPITOLO
4.2.1 Sonde
Nel seguito vengono descritti tre tipi di sonde. Possono essere impiegate anche
attrezzature diverse, purché non introducano contaminazione nel prodotto.
Come materiali di costruzione vengono considerati adatti l’acciaio inossidabile e
l’alluminio; per le attrezzature rappresentate in Figg. 2 e 3 si preferisce, ove pos-
sibile, l’uso del vetro.
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In Fig. 1 è rappresentata una sonda idonea per il prelievo di campioni dal fondo
di carri cisterna o autobotti. La sonda è costruita in acciaio inossidabile o allu-
minio e deve essere sufficientemente pesante da affondare agevolmente nel li-
quido. Per la sospensione della sonda si deve impiegare filo o catena metallica;
sono da escludere corde e altri materiali fibrosi.
In Fig. 2 è rappresentata una pipetta idonea per il prelievo di campioni da fusti;
la pipetta ha una capacità di circa 0,5 dm3.
In Fig. 3 è infine rappresentato un altro dispositivo idoneo al prelievo di campio-
ni da fusti; esso è costituito da un sifone comprendente un tubo di vetro, acciaio
inossidabile o alluminio del diametro interno di circa 13 mm, destinato al prelie-
vo del campione e da un tubo metallico del diametro interno di circa 5 mm des-
tinato alla applicazione della pressione. I due tubi sono inseriti in un tappo delle
dimensioni corrispondenti al diametro della apertura del fusto.
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o forte vento. Analogamente si deve evitare che sulla attrezzatura di campiona-
mento si formi condensa; allo scopo si deve mantenere l’attrezzatura a tempe-
ratura superiore a quella ambiente.
Prima di prelevare il campione lavare col liquido da campionare il materiale di
campionamento. Non toccare con le mani le parti della attrezzatura che andran-
no a contatto col liquido da campionare. Proteggere il campione dalla luce diret-
ta e aprire i recipienti dei campioni, una volta in laboratorio, solo dopo che sono
in equilibrio con la temperatura ambiente.
Se si utilizza la sonda di Fig. 1 si lascia affondare questa nel liquido fino a che
l’asta della valvola della sonda stessa tocchi il fondo e apra la valvola; il riempi-
mento della sonda è completato quando nessuna bolla d’aria è più visibile in su-
perficie. Si ritira quindi la sonda e se ne versa con cautela il contenuto nel reci-
piente per il campione (nel caso di un campione individuale) o nel recipiente
destinato alla miscelazione di più campioni (nel caso di un campione composito)
in modo da non inglobare aria nel liquido.
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n si procede quindi come sopra trasferendo i successivi prelievi nel recipiente
del campione (se si tratta di campione individuale) o in quello destinato alla
miscelazione dei campioni (se si tratta di campione composito) avendo cura
di evitare l’inglobamento di aria durante il travaso.
Filettatura
Sporgenze
alte 6 mm
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Fig. 2 Pipetta
Tubo di vetro
Fig. 3 Sifone
Pera
Bottiglia per
il campione
Tubo metallico
Fusto
Tubo di vetro ø 13
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5 PRESCRIZIONI TECNICHE E METODI DI PROVA
CAPITOLO
1 CARATTERISTICHE
S E Z I O N E
5.1.1 Generalità
I limiti sotto indicati sono stati fissati tenendo conto degli errori ammissibili come
ripetibilità e riproducibilità dei vari metodi e su di essi non è quindi ammessa al-
cuna tolleranza. Tali limiti si applicano esclusivamente all’olio nuovo, nelle con-
dizioni di fornitura, prima della sua introduzione nelle apparecchiature. I valori
numerici delle varie caratteristiche indicate nella presente sezione si intendono
riferiti ai metodi di prova riportati nella Sezione 2.
5.1.2 Aspetto
L’olio deve essere limpido, esente da sostanze estranee in sospensione o deposi-
tate.
Nota I corrispondenti valori di viscosità a 20 °C sono approssimativamente 40 mm2/s per gli oli di
classe I, 25 mm2/s per gli oli della classe II, e 6 mm2/s per gli oli della classe III.
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5.1.7 Numero di neutralizzazione
Il numero di neutralizzazione non deve essere superiore a 0,03 mg KOH/g.
Oli inibiti
Il periodo di induzione minimo è: 120 h.
2 METODI DI PROVA
S E Z I O N E
5.2.1 Aspetto
Un campione rappresentativo dell’olio deve essere esaminato a temperatura am-
biente attraverso uno spessore di 10 cm.
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5.2.2 Massa volumica
Può essere usato qualsiasi metodo riconosciuto valido. In caso di contestazione
deve essere usato il metodo ISO 3675 (NOM 42).
La massa volumica deve essere misurata a 20 °C o convertita a 20 °C mediante la
formula:
ρ 20 = ρ t [ 1 + x ( t – 20 )]
dove:
ρ20 = massa volumica a 20 °C;
ρt = densità misurata alla temperatura t;
t = temperatura in °C;
x = fattore di correzione (valore approssimato 65⋅10-5). Per maggiore preci-
sione usare il fattore di correzione riportato nella raccomandazione
ISO R/91.
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Il numero di neutralizzazione (NN) viene calcolato per mezzo della seguente
espressione:
nN ( 56,1 )
(NN) = -----------------------
P
dove:
n = cm3 di soluzione alcoolica di KOH impiegati per la titolazione;
N = normalità della soluzione di KOH alcoolica;
P = massa dell’olio in grammi.
6.1.1 Generalità
La misura della rigidità dielettrica non è un esame della qualità dell’olio, ma una
prova convenzionale atta a rilevare la presenza d’acqua o di altre impurità in so-
spensione. In base ai risultati della misura l’utilizzatore può decidere sull’oppor-
tunità di eseguire un trattamento di essiccazione e filtrazione degli oli prima di
introdurli negli apparecchi ai quali sono destinati.
La prova consiste nel sottoporre l’olio, contenuto in un determinato apparecchio,
ad un campo elettrico alternato di valore crescente in maniera continua fino a
produrre la scarica nell’olio.
(0) Il Capitolo 6 è conforme alla Pubblicazione IEC 156: “Method for the determination of the electric strength of insulating oils”.
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Il metodo è applicabile a tutti i tipi di olio sia nuovi sia usati.
6.1.2 Campionamento
La rigidità dielettrica è fortemente influenzata dalla presenza di sostanze estranee
ed in particolare di acqua, anche in minima quantità; pertanto è necessario pren-
dere particolari precauzioni durante tutte le manipolazioni del campione; esse
vanno effettuate sotto il controllo diretto di persone qualificate ed esperte nella
manipolazione di oli isolanti.
Sfiato
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Se la cella non è stata usata per un certo tempo, va eseguita una pulizia rigorosa:
gli elettrodi devono essere smontati, puliti impiegando, se del caso, abrasivi di
grana finissima e risciacquati con un olio nuovo, secco e limpido. Il montaggio
degli elettrodi va fatto con la massima cura, evitando il contatto diretto con le di-
ta.
Immediatamente prima dell’impiego, la cella deve essere risciacquata (più volte
se è possibile) con l’olio da provare prima di procedere al riempimento definitivo
nelle condizioni stabilite in 6.1.5.
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6.1.6 Esecuzione della prova
La prova consiste nell’applicare agli elettrodi una tensione alternata crescente
(frequenza da 40 Hz a 62 Hz), con un gradiente di 2 kV efficaci al secondo, da
zero fino a quando si verifica una scarica di perforazione.
Deve essere prevista la possibilità di un’apertura manuale del circuito, da utilizza-
re quando si produca tra gli elettrodi un arco che si autoestingue (udibile o visi-
bile), oppure una apertura automatica nel tempo di 0,02 s se si produce un arco
continuo.
L’applicazione della tensione va effettuata subito dopo il riempimento della cella
quando non vi siano più bolle d’aria nell’olio e al più tardi dopo 10 min.
La tensione di scarica è quella raggiunta durante la prova nel momento in cui si
produce la prima scarica transitoria o continua tra gli elettrodi. La prova va ese-
guita sei volte sullo stesso campione senza cambiare l’olio nella cella. Dopo ogni
scarica si agita leggermente l’olio fra gli elettrodi, per esempio sollevando il co-
perchio o, se il disegno della cella lo consente, per mezzo di una bacchetta di
vetro pulita ed asciutta, evitando il più possibile di produrre bolle d’aria.
Per le cinque prove successive, la tensione va riapplicata un minuto dopo la
scomparsa delle bolle di aria eventualmente formatesi.
Se l’apparecchio non permette di osservare la scomparsa delle bolle d’aria, si
aspetta per cinque minuti prima di effettuare una nuova prova.
Si assume come valore della rigidità dielettrica la media aritmetica dei sei risultati
ottenuti.
Il valore della tensione è definito dal suo valore di cresta diviso per 2 . Questo
valore può essere misurato con un voltmetro di cresta o di altro tipo collegato o
sul lato secondario, o sul lato primario del trasformatore di prova, oppure ad un
avvolgimento di misura previsto sul trasformatore; lo strumento impiegato deve
essere tarato con uno spinterometro a sfere fino alla piena tensione che si desi-
dera poter misurare.
Il rapporto fra la tensione misurata con lo spinterometro a sfere e la tensione in-
dicata dallo strumento ausiliario può essere influenzato dalla presenza della cella
in prova o dallo spinterometro ed è importante che la cella in prova (o un carico
equivalente) sia inserita durante la taratura.
Lo spinterometro a sfere può essere escluso durante la prova propriamente detta
se la sua presenza ha un effetto trascurabile sul rapporto delle tensioni.
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7 DETERMINAZIONE DELLA STABILITÀ ALLA OSSIDAZIONE
CAPITOLO
Generalità
Il metodo descritto in 7.1 corrisponde alla Pubbl. IEC 74 e descrive la procedura
per la determinazione della stabilità alla ossidazione degli oli minerali nuovi non
inibiti; il metodo riportato in 7.2 è equivalente alla Pubbl. IEC 474 ed è applica-
bile agli oli minerali isolanti contenenti inibitori di ossidazione.
7.1.2 Apparecchiatura
Occorre l’apparecchiatura di seguito indicata:
1) Termostato – Termostato a blocco di alluminio o a bagno d’olio munito di ter-
moregolatore capace di mantenere la temperatura dell’olio in esame costante-
mente a 100 °C ± 0,5 °C (Fig. 5).
La temperatura deve essere letta su un termometro, come da Appendice B,
inserito in una provetta di ossidazione a 5 mm dal fondo; la provetta deve es-
sere riempita di olio fino alla linea di immersione del termometro e sistemata
nel bagno di ossidazione.
La temperatura della superficie superiore del termostato deve essere mante-
nuta a 60 °C ± 5 °C. La misura di tale temperatura deve essere effettuata me-
diante un termometro inserito in un blocco forato di alluminio (Fig. 6). Le su-
perfici di tale blocco, salvo quella adiacente alla faccia superiore del blocco
termostatico, devono avere un isolamento adeguato (es. con fogli di amian-
to), di almeno 4 mm di spessore. Il blocco deve essere posizionato il più vici-
no possibile ai fori per le provette di ossidazione ed entro l’area della superfi-
cie superiore riscaldata. Nel caso in cui il termostato sia costituito da un
blocco di alluminio, i tubi di ossidazione vengono inseriti nei fori per una
profondità totale di 150 mm. La profondità dei fori nel blocco riscaldante
deve essere di almeno 125 mm mentre appositi collari metallici, attraversanti
la copertura isolante e circondanti ciascuna provetta di ossidazione, assicure-
ranno il riscaldamento per i 150 mm di lunghezza della provetta.
Nel caso di termostato a bagno d’olio le provette di ossidazione devono es-
sere immerse per una profondità di 137 mm nell’olio e per una profondità to-
tale di 150 mm nel bagno (Fig. 7).
Per entrambi i tipi di termostato, l’altezza delle provette di ossidazione al di
sopra della superficie superiore deve essere di 60 mm ed il diametro dei fori
deve essere appena sufficiente a consentire l’inserimento delle provette. In
caso di gioco eccessivo deve essere sistemata attorno alle provette e pressata
sulla superficie del termostato una guarnizione di 25 mm di diametro.
La prova deve essere condotta al riparo dalla luce.
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2) Provette di ossidazione – Provette di vetro neutro o al borosilicato, con giunto
smerigliato B 24, delle seguenti dimensioni:
lunghezza complessiva 210 mm ± 2 mm
diametro esterno 26 mm ± 0,5 mm
spessore della parete 1,4 mm ± 0,2 mm
altezza della testa 28 mm ± 2 mm
Le dimensioni del tubo adduttore di ossigeno sono:
diametro esterno 5,0 mm ± 0,4 mm
spessore della parete 0,8 mm ± 0,1 mm
La provetta è chiusa con una testa di Dreschel alla quale è fissato il tubo addut-
tore di ossigeno che pesca fino a 2,5 mm ± 0,5 mm dal fondo e la cui estremità è
tagliata a un angolo di 60° rispetto all’asse orizzontale (Fig. 8).
Piastra isolante
Isolamento termico
Isolamento termico
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Fig. 6 Blocchetto di alluminio per la misura della temperatura
della faccia superiore del termostato
Dimensioni in millimetri Distanza minima fra i centri
di due provette adiacenti
25
quadrato
Isolamento
termico
Blocchetto di alluminio per la
misura della temperatura della
faccia superiore del termostato
Livello
dell’olio
Olio
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Fig. 8 Provette
Dimensioni in millimetri
Ossigeno
28 ± 2 mm
Giunto B 24
Smerigliato
26 ± 0,5 mm Ø est.
spessore delle pareti
1,4 ± 0,5 mm
5 ± 0,4 mm Ø est.
210 ± 2 mm spessore delle pareti
0,8 ± 0,1 mm
Campione olio
+ Indicatore
150 ± 50 mm
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7.1.3 Reagenti
1) Ossigeno commerciale – Ottenuto per distillazione dell’aria liquida e avente
una purezza di almeno 99,4%.
2) n-eptano – Ha le seguenti caratteristiche:
n massa volumica (20 °C): 0,6836 ÷ 0,6839;
n indice di rifrazione (20 °C): 1,3876 ÷ 1,3879;
n temperatura di solidificazione inferiore o uguale a -90,72 °C;
n intervallo di distillazione: 50% distilla fra 98,38 °C e 98,48 °C; incremento
massimo di temperatura di 0,20 °C fra il 20% e l’80% di distillato.
Il n-eptano qui definito è identico a quello utilizzato nelle prove di indice di ot-
tano per carburante di motori a combustione interna.
3) Indicatore – Soluzione di 2 g di alcali blu 6B in 100 ml di alcool etilico 95%.
4) Soluzione alcoolica 0,1 N di KOH.
5) Toluene, esente da zolfo.
6) Alcool etilico puro al 95%.
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d) la spirale di rame preparata come indicato sopra deve essere maneggiata solo
con le pinze.
Il filo di rame non può essere riutilizzato.
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30 cm3) che vengono raccolte in una capsula di porcellana precedentemente es-
siccata a 110 °C fino a peso costante. Il peso del residuo contenuto nella capsula
viene aggiunto a quello del residuo contenuto nel filtro.
Il deposito totale viene espresso come percentuale del peso iniziale di olio.
N ⋅ ( n 2 – n 1 ) 56,1
(NN) = -------------------------------------------
5
dove:
n2 = numero di cm3 della soluzione alcoolica di KOH 0,1 N impiegato per la
neutralizzazione di soluzione di olio di eptano normale;
n1 = numero di cm3 di soluzione alcoolica 0,1 di KOH impiegato per la neutra-
lizzazione di 100 cm3 di eptano normale;
N = normalità della soluzione di KOH alcoolica.
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7.1.12 Precisione
Tenuta presente la precisione usualmente ottenibile nelle operazioni effettuate
durante la prova di stabilità all’ossidazione, valgono per le prove in contraddit-
torio i seguenti dati:
a) Deposito – La prova è considerata valida se la dispersione fra i valori ottenuti
per le tre prove contemporanee rispetto alla media aritmetica non supera il
valore massimo indicato nella tabella seguente:
Come valore della massa del deposito si assume la media aritmetica dei valori,
espressi in percento, ottenuti per le 3 prove.
b) Numero di neutralizzazione – La prova è valida se la differenza massima fra
i 3 risultati non supera il 40% del loro valore medio.
Questo valore medio viene riportato come risultato della prova.
7.2.2 Apparecchiatura
Si usa l’apparecchiatura descritta in 7.1.2. Occorrono inoltre provette di assorbi-
mento identiche a quelle di ossidazione. Tali provette devono essere collegate
con quelle di ossidazione in modo tale che la distanza tra gli assi delle due
provette sia di 150 mm ± 50 mm. I raccordi tra le provette di ossidazione e quelle
di assorbimento devono essere i più corti possibile, realizzati con tubi di vetro
collegati con le provette mediante brevi tratti flessibili (tubicini di gomma al sili-
cone si sono dimostrati idonei allo scopo). Le provette di assorbimento sono
montate all’esterno del bagno termostatico.
7.2.3 Reagenti
Oltre ai reagenti elencati in 7.1.3 occorre:
n fenolftaleina: 1 g di fenolftaleina in 100 cm3 di alcool al 95%.
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7.2.5 Pulizia della vetreria
Come descritto in 7.1.5.
7.2.6 Catalizzatore
Filo di rame elettrolitico non ricotto del diametro di 1,00 mm ÷ 1,02 mm, lungo
900 mm e avvolto a formare una spirale di circa 2 cm di diametro esterno. La
preparazione del catalizzatore avviene come descritto in 7.1.6.
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Fig. 9 Misuratore di portata del tipo a bolla di sapone
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7.2.9 Determinazioni aggiuntive
a) Residuo e acidità solubile – Si determinano secondo le procedure descritte in
7.1.9 e 7.1.10.
b) Acidità volatile – Si titola la soluzione acquosa della provetta di assorbimento
con KOH 0,1 N alcoolica e si calcola il valore come descritto al paragrafo d).
Si aggiunge al valore ottenuto il valore di 0,28 mg KOH/g di olio; il totale rap-
presenta l’acidità volatile sviluppata durante l’intera prova.
c) Acidità totale – È la somma della acidità volatile e della acidità solubile.
d) Velocità di ossidazione – In alcuni casi può risultare utile conoscere l’anda-
mento della velocità di ossidazione nell’intero arco della prova. Si può otte-
nere una rappresentazione grafica di questa caratteristica misurando giornal-
mente l’acidità volatile e diagrammandola rispetto al tempo. Nella provetta di
assorbimento si pone acqua pura (25 cm3) invece della soluzione alcalina.
Per le titolazioni giornaliere si opera come segue:
n si stacca la provetta di assorbimento;
n si titola la acidità volatile con soluzione di KOH 0,1 N alcoolica usando al-
cune gocce di fenolftaleina come indicatore;
n si collega la provetta di assorbimento senza sostituire l’acqua;
n si calcola l’acidità volatile, in mg KOH/g di olio con la formula seguente:
nN 56,1
Acidità volatile giornaliera = --------------------
25
dove:
N = normalità della soluzione alcoolica di KOH;
n = numero di cm3 di KOH 0,1 N alcoolica usati nella titolazione.
7.2.11 Precisione
L’accettabilità dei risultati (95% di probabilità) è stabilita in base ai criteri seguen-
ti:
Ripetibilità (r): Due risultati dello stesso operatore devono essere considerati so-
spetti se differiscono più del valore riportato nella tabella che segue.
Riproducibilità (r): I risultati di due laboratori devono essere considerati sospetti
se differiscono più del valore riportato nella tabella che segue.
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APPENDICE
A CARATTERISTICHE RACCOMANDATE PER GLI OLI MINERALI ISOLANTI
NUOVI CONTENUTI NELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PRIMA
DELLA MESSA IN TENSIONE (1)
Metodo
Caratteristica di Valore raccomandato
prova
Aspetto 5.2.1 5.1.2
Densità a 20 °C 5.2.2 5.1.3
Viscosità cinematica ISO 3104 5.1.4
(NOM 46)
Infiammabilità (vaso chiuso) ISO 2719 5.1.5
(NOM 18)
Punto scorrimento ISO 3016 5.1.6
(NOM 30)
Numero Neutralizzazione 5.2.6 5.1.7
Fattore di dissipazione CEI 10-9 massimo 0,015 per apparecchiature fino a 170 kV
massimo 0,010 per apparecchiature oltre 170 kV
Rigidità dielettrica 5.2.8 min. 40 kV per apparecchiature fino a 72,5 kV
min. 50 kV per apparecchiature fino a 170 kV
min. 60 kV per apparecchiature oltre 170 kV
Stabilità alla ossidazione 5.2.11 5.1.11
(1) Escluso il caso degli oli per interruttori e altri organi di sezionamento.
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APPENDICE
B
B.1.2 Determinazione del diametro massimo dei pori del filtro di vetro sinterizzato
Non è facile determinare il diametro medio dei pori di un filtro di vetro sinteriz-
zato. La determinazione del diametro massimo dei pori fornisce una valida indi-
cazione della capacità del filtro a trattenere i sedimenti, in quanto indica il
diametro minimo di una particella sferica che non può passare attraverso di esso.
Il diametro massimo dei pori viene determinato misurando la pressione dell’aria
necessaria a provocare il passaggio della prima bolla d’aria attraverso il filtro inu-
midito con il liquido di prova. Si usa la seguente relazione:
3
D = 4 ⋅ 10 σ/p
dove:
D = diametro dei pori, in µm;
σ = tensione superficiale del liquido in prova, in N/m;
p = pressione misurata, in kPa.
Allo scopo di verificare che il filtro abbia un diametro massimo dei pori di
5 µm ÷ 15 µm può essere adoperato come liquido di prova sia l’acqua sia il te-
tracloruro di carbonio. Il filtro lavato viene immerso completamente nel liquido
di prova in modo che un velo di liquido dello spessore di parecchi µm rimanga
sulla superficie superiore del filtro collegato all’apparecchiatura (vedere Fig. 10).
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Fig. B.1
Valvola di rego-
lazione fine
Aria filtrata
Manometro
Una pressione crescente in modo uniforme viene applicata al filtro finché sul li-
quido depositato sulla sua superficie appaiono una o due bolle d’aria. Si legge la
pressione indicata dal manometro. Il manometro può essere anche calibrato per
dare direttamente il diametro dei pori.
Per un filtro il cui diametro massimo dei pori è di 5 µm ÷ 15 µm l’indicazione del
manometro in kPa risulta di 58 ÷ 19 per l’acqua e di 21 ÷ 7 per il tetracloruro di
carbonio.
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oli non inibiti oli inibiti
Intervallo di temperatura 72-126 °C 98-152 °C
A Immersione nell’olio 100 mm 100 mm
Divisione della scala ogni 0,2 °C 0,2 °C
Linee più lunghe, ogni 1 °C 1 °C
Numerazione a ciascun multiplo di 2 °C 2 °C
Errore tollerato alle temperature da controllare ±0,2 °C ±0,2 °C
Temperature da controllare 75-90-105-125 °C 100-115-130-150 °C
B Lunghezza totale 395 ± 5 mm 395 ± 5 mm
C Diametro del gambo 6,0 - 7,0 mm 6,0 ± 7,0 mm
E Diametro del bulbo < del diametro del gambo < del diametro del gambo
D Lunghezza del bulbo 15 ± 20 mm 15 ± 20 mm
Camera di contrazione:
J Distanza dal fondo del bulbo alla cima della camera 35 mm 35 mm
F Distanza dal fondo del termometro alla graduazione 72 °C 98 °C
125-145 mm 125-145 mm
G Distanza dal fondo del termometro alla graduazione 126 °C 152 °C
335 ÷ 360 mm 335 ÷ 360
Temperatura sopportata dalla camera di espansione 150 °C 180 °C
Tipo di termometro conforme ASTM C 40 ASTM C 41
Iscrizioni sul termometro 100 MM 1 MM 100 MM 1 MM
Fine Documento
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Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
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