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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

GUIDA
CEI 64-53
Data Pubblicazione Edizione
2001-11 Prima
Classificazione Fascicolo
64-53 6273
Titolo
Edilizia residenziale
Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per
la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale

Title
Residential building
Electrical, telephonic and data transmission installations
Particular criteria for residential premises

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

GUIDA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
Il presente fascicolo fornisce informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori,
degli impianti ausiliari e degli impianti di telecomunicazione negli edifici ad uso prevalentemente
residenziale. Questa guida deve essere usata congiuntamente alla Guida CEI 64-50 che riguarda i criteri
generali di coesistenza e predisposizione degli impianti oggetto della guida.

DESCRITTORI
Edificio residenziale; Impianti elettrici, ausiliari e trasmissione dati;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali (UTE) CEI 64-50:2001-01;
Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 64-53 Pubblicazione Guida Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 2002-1-1 Ambito validità Nazionale


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 64-Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
Approvata dal Presidente del CEI in Data 2001-10-30
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 777 Chiusa in data 2001-10-1

Gruppo Abb. 2 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(UTE) La Norma in oggetto deve essere utilizzata congiuntamente alle Norme indicate dopo il riferimento (UTE)

© CEI - Milano 2001. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1


1.1 Scopo ................................................................................................................................................................................................ 1
1.2 Campo di applicazione ....................................................................................................................................................... 1
1.3 Normativa tecnica .................................................................................................................................................................... 2
1.4 Terminologia e segni grafici ............................................................................................................................................ 2
1.5 Integrazione con gli altri cablaggi domestici ....................................................................................................... 2

8 CRITERI PER LE PREDISPOSIZIONI E LE DOTAZIONI 3


8.1 Impianto elettrico utilizzatore ......................................................................................................................................... 3
8.2 Impianto interno di segnalazione .............................................................................................................................. 27
8.3 Impianto per telecomunicazioni ................................................................................................................................. 27
8.4 Impianto di allarme antiintrusione ............................................................................................................................ 28
8.5 Illuminazione di riserva .................................................................................................................................................... 29
8.6 Protezione contro i fulmini e le sovratensioni ................................................................................................. 29

9 PREDISPOSIZIONI PARTICOLARI 30

10 LOCALI AD USO UFFICIO 31


10.1 Informazioni generali .......................................................................................................................................................... 31
10.2 Impianto segnalazione e chiamata ............................................................................................................................ 31
10.3 Predisposizione per impianto telefonico (TLC) ............................................................................................... 31
10.4 Predisposizione generale per impianti futuri .................................................................................................... 31
10.5 Apparecchiature per elaborazione dati ed assimilabili .............................................................................. 32
10.6 Impianto elettrico utilizzatore e riepilogo dotazioni .................................................................................... 32
10.7 Locali ad uso medico .......................................................................................................................................................... 32

11 NEGOZI 33

12 MAGAZZINI 34

13 BAR 35
13.4 Indicazioni aggiuntive ........................................................................................................................................................ 36

14 RISTORANTE 37
14.4 Quadri elettrici ......................................................................................................................................................................... 37
14.5 Locale cucina ............................................................................................................................................................................ 40
14.6 Ambienti aperti al pubblico ........................................................................................................................................... 41
14.7 Locale servizi igienici .......................................................................................................................................................... 41

15 ASCENSORI 41

16 AUTORIMESSE PUBBLICHE (LUOGHI DI RICOVERO DI AUTOVEICOLI) 42

17 UNITÀ PER ALTRI USI (AGENZIE BANCARIE, LABORATORI, PALESTRE, DISCOTECHE ECC.) 42

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APPENDICI ALLA GUIDA CEI 64-53 43

AP PENDICE
H ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DI MONTANTI COSTITUITI DA CAVI UNIPOLARI IN RAME
ISOLATI CON PVC O DA CAVI MULTIPOLARI 44

AP PENDICE
I ESEMPIO DI TABELLA SCHEMATICA RELATIVA ALL'IMPIANTO REALIZZATO, UTILIZZABILE NEI
CASI PIÙ SEMPLICI 46

AP PENDICE
L INDICAZIONI PER LA PREDISPOSIZIONI DELLE INFRASTRUTTURE PER IL CABLAGGIO PER
TELECOMUNICAZIONI E DISTRIBUZIONE MULTIMEDIALE 48

AP PENDICE
M PRINCIPALI PRESCRIZIONI APPLICABILI AGLI IMPIANTI ELETTRICI ALIMENTATI A TENSIONE
MONOFASE DI 230 V C.A. O TRIFASE DI 230/400 V, CON CORRENTE DI IMPIEGO NON
SUPERIORE A 125 A, DI EDIFICI AD USO PREVALENTEMENTE CIVILE 54

AP PENDICE
N PRESE NORMALIZZATE – DA NORMA CEI 23-50 61

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PREMESSA
La Guida CEI 64-50 fornisce informazioni di carattere generale relative alla realiz-
zazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti
per telecomunicazioni (telefonici) negli edifici destinati ad uso residenziale e ter-
ziario, con particolare riferimento alla loro integrazione nella parte edile ed alla
loro coesistenza con gli altri impianti tecnici.
Sono inoltre date alcune indicazioni relative agli impianti per telecomunicazioni
(telefonici) e trasmissione dati e per distribuzione di segnali televisivi, trattati più
in specifico da altre guide CEI.
In generale, comunque, l’utilizzatore della citata guida deve porre attenzione
all’esistenza degli altri sistemi che concorrono alla formazione della completa in-
frastruttura dell’unità abitativa.
In particolare si consiglia che i lavori di progettazione e realizzazione del cablag-
gio descritto nella presente guida siano coordinati con quelli relativi agli altri si-
stemi cablati, che fanno riferimento alla relativa documentazione normativa. A
questo proposito si ricordano:
 i sistemi BUS per l’automazione della casa (CEI CT 83);
 i sistemi citofonici (CEI CT 79);
 i sistemi video e gli impianti di antenna (CEI CT 100);
 i sistemi di telecomunicazione e distribuzione multimediale (CEI CT 306).

Informazioni, in aggiunta a quanto precisato nella Guida 64-50, per i vari tipi di
edifici, con particolare riferimento alla consistenza dei relativi impianti elettrici,
sono fornite da specifiche Guide CEI.
La presente Guida 64-53 è una di queste Guide e riguarda gli edifici ad uso pre-
valentemente residenziale.

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1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

1.1 Scopo
La presente Guida ha lo scopo di completare le informazioni contenute nella
Guida CEI 64-50 e fornisce informazioni relative alla realizzazione degli impianti
elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti per telecomunicazioni
(telefonici) negli edifici ad uso prevalentemente residenziale.
Essa è destinata, oltre che ai progettisti ed agli installatori degli impianti elettrici
utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti per telecomunicazioni (telefo-
nici), anche ai committenti, ai progettisti edili ed ai direttori dei lavori.
Essa non ha lo scopo di fornire prescrizioni dettagliate relative alla normativa de-
gli impianti e dei loro componenti, limitandosi solo a richiamarne alcune: ha in-
vece lo scopo di dare a chi la utilizza indicazioni orientative per aiutarlo nel rea-
lizzare impianti che possano assicurare agli utenti degli stessi impianti, anche se
provvisti di diversa consistenza, un servizio agevole (oltre che sicuro).

1.2 Campo di applicazione


La presente Guida si applica agli edifici destinati ad uso residenziale, intendendo-
si per edifici per uso residenziale quelli che contengono prevalentemente locali
destinati ad abitazione e parti comuni e di servizio degli edifici, nonché locali de-
stinati ad altri usi, quali uffici, studi professionali, negozi, ecc.
Essa si applica, completando le informazioni fornite dalla Guida CEI 64-50, agli
impianti elettrici utilizzatori e agli impianti ausiliari con alcune indicazioni sugli
impianti per telecomunicazione e distribuzione di segnali televisivi installati fin
d’ora negli edifici. Per i nuovi impianti di telecomunicazione e distribuzione di
segnali televisivi, che risultano inseriti nel più generale cablaggio per telecomuni-
cazioni e distribuzione multimediale, destinato alle nuove costruzioni o agli edifi-
ci in profonda ristrutturazione si rimanda alla Guida CEI 306-2 “Guida per il ca-
blaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici
residenziali”.
Anche agli effetti della presente Guida, per impianti ausiliari si intendono gli in-
siemi, a partire dai rispettivi punti di alimentazione, delle condutture e delle ap-
parecchiature per impianti di segnalazione o comunicazione (chiamate interne,
interfonici), di protezione, od allarme, antiintrusione od antincendio, di protezio-
ne contro i fulmini, di diffusione sonora, di antenna centralizzata, ecc.
Ai fini della protezione contro le sovratensioni, utili indicazioni possono essere
ricavate dalla Guida CEI di applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione
sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione.
La Guida fornisce anche informazioni relative ai sistemi Bus per l’automazione
degli edifici.
In particolare per indicazioni complete ed esaustive circa la predisposizione degli
spazi installativi e l’installazione di impianti a tecnologia bus (HBES) si rimanda
al documento pr EN 50090-9-1 del SC 83A.
Nota Per gli impianti televisivi e per alcuni impianti ausiliari la presente Guida si limita a fornire
indicazioni relative alle sole predisposizioni necessarie alla loro realizzazione.

Le indicazioni, fornite nella presente Guida CEI per le unità immobiliari abitative,
relative ai montanti, valgono anche per le altre unità immobiliari trattate, tenendo
presente che, dove ritenuto necessario, negli articoli relativi a queste unità immo-
biliari vengono fornite indicazioni specifiche. Anche le informazioni, fornite per

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le unità abitative, relative all’impianto per telecomunicazioni (telefonico) ed agli
impianti ausiliari possono valere, in quanto applicabili, per le altre unità immobi-
liari trattate nella presente Guida, tenendo presenti le informazioni specifiche ag-
giuntive fornite caso per caso.
Si deve tenere presente tuttavia che per queste altre unità immobiliari vengono
fornite soprattutto indicazioni riguardanti la consistenza dei relativi impianti elet-
trici.

1.3 Normativa tecnica


Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 64-50.

1.4 Terminologia e segni grafici


Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 64-50.

1.5 Integrazione con gli altri cablaggi domestici


Allo scopo di aumentare la funzionalità e la flessibilità degli impianti, nonché la
loro semplice e completa fruibilità da parte degli utenti, i cablaggi che fanno
capo ai vari servizi presenti nella casa, oltre a quelli considerati nella presente
guida, possono essere messi in comunicazione fra loro, fatte salve le esigenze di
sicurezza e compatibilità dei servizi e dei segnali.
In particolare il punto di concentrazione di tutti i servizi e la sua ubicazione sono
da progettare in modo da consentire l’attestazione di tutti i servizi previsti
nell’abitazione, quali la rete per la distribuzione dell’energia elettrica, il sistema
citofonico e i sistemi di automazione della casa, e l’installazione in esso delle
eventuali apparecchiature attive o passive di gestione delle varie funzioni (inter-
ruttori generali, centralini, commutatori, ecc.).
Un approccio diverso può essere adottato per gli impianti antifurto che per ovvie
ragioni di riservatezza possono avere centralini e infrastrutture completamente
indipendenti dagli altri cablaggi.

Per i Capitoli da 2 a 7 sottoriportati, valgono, in quanto applicabili, le in-


formazioni riportate nella Guida CEI 64-50.
2. Informazioni da comunicare nelle fasi contrattuali.
3. Informazioni generali relative alla realizzazione dell’impianto elettrico
utilizzatore.
4. Consistenza degli impianti elettrici, ausiliari e telefonici dei servizi co-
muni e relative predisposizioni.
5. Rapporti con gli Enti.
6. Verifica e collaudo.
7. Criteri di esercizio.

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8 CRITERI PER LE PREDISPOSIZIONI E LE DOTAZIONI

8.1 Impianto elettrico utilizzatore


Deve essere specificata la potenza per la quale l’impianto viene proporzionato.

8.1.1 Collegamento al punto di consegna (gruppo di misura)


Si riporta la definizione di origine dell’impianto elettrico utilizzatore:
Punto di consegna dell’energia elettrica all’impianto utilizzatore (Norma
CEI 64-8, art.21.2).
Le caratteristiche contrattuali (numero e tipo di utenze previste nell’edificio resi-
denziale) vanno definite per tempo con il Distributore
Il posizionamento del gruppo di misura in apposito vano centralizzato, o in ap-
positi contenitori accessibili al Distributore, deve essere concordato con il Distri-
butore stesso prima dell’installazione.
Detta installazione deve permettere l’accesso al gruppo di misura da parte del Di-
stributore anche in assenza del cliente.
I collegamenti (montanti) tra i contatori centralizzati e i rispettivi quadri dell’unità
immobiliare hanno andamento prevalentemente verticale.
I montanti sono in genere tenuti separati tra loro. Ogni montante può essere per
esempio costituito da un cavo multipolare con guaina oppure da più cavi unipo-
lari (posati entro un tubo protettivo per montante).
In caso di ambienti a maggior rischio in caso di incendio, può essere necessario
usare cavi di tipo non propagante l’incendio rispondenti alla Norma CEI 20-22,
predisponendo, se necessario, opportune barriere tagliafiamma.
Nota Nell’art. 751.04.1 della Norma CEI 64-8 vengono fornite prescrizioni contro la propagazione
dell’incendio.

La sezione del montante va calcolata sulla base soprattutto della potenza impe-
gnata prevista e della caduta di tensione ammessa, tenendo conto delle sollecita-
zioni termiche in gioco in caso di cortocircuito.
Nella Appendice H vengono riportate indicazioni per il dimensionamento di
montanti alimentanti impianti aventi i valori più usuali di potenza contrattuale.
Qualora non esistano precise indicazioni sulle potenze impegnate, si raccomanda
di prevedere un montante con sezione relativa alla potenza impegnata di almeno
3 kW.
È comunque consigliabile che gli eventuali tubi protettivi o condotti o canali ab-
biano una sezione sufficiente all’infilaggio o alla posa di cavi di sezione maggio-
rata in previsione di un possibile futuro aumento della potenza impegnata.
I montanti vanno installati esclusivamente in spazi riservati, accessibili da locali
comuni (vani montanti).
Qualora i montanti non siano provvisti di protezione differenziale al loro inizio,
essi non devono presentare masse sino al quadro dell’unità immobiliare: a tale
scopo possono essere utilizzati ad esempio cavi unipolari senza guaina posati en-
tro tubi protettivi isolanti.
Eventuali tronchi interrati (ad esempio quelli che collegano contatori in cassonet-
to posti all’esterno dell’edificio con l’interno dell’edificio) di montanti hanno in
genere sviluppo prevalentemente orizzontale ed attraversano spazi all’aperto: le

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loro condizioni di posa corrispondono a quelle di cavi interrati o posati in manu-
fatti interrati come previste nella Norma CEI 64-8 e nell’art. 2.3.11 della Norma
CEI 11-17.
Tali tronchi di montanti, che devono essere provvisti di cavi muniti di guaina
protettiva di tipo adatto per essere interrati, possono venire realizzati, per esem-
pio:
 con tubi protettivi interrati (cavidotti) tali da sopportare, in relazione alla pro-
fondità di posa, le prevedibili sollecitazioni; oppure
 posando i cavi ad una profondità di 0,5 m ed adottando una protezione mec-
canica supplementare per evitare rotture in caso di ulteriori scavi.
Nota I cavi adatti sono ad esempio quelli previsti dal commento all’art. 522.8.1 della Norma
CEI 64-8, e precisamente i cavi 0,6/1 kV, aventi sigle, G-7 ed N1VV, previsti dalle Norme
CEI 20-13 e 20-14.

8.1.2 Dispositivo di sezionamento e di protezione


In genere, all’interno di ogni unità abitativa, è installato, in posizione facilmente
accessibile in modo da essere manovrato in caso di emergenza un interruttore
generale (onnipolare), che può essere anche adatto a garantire la protezione
contro i contatti indiretti (trattandosi in questo caso nella generalità dei casi di si-
stemi TT, di regola provvisti di protezione differenziale). A tale interruttore è ge-
neralmente affidata la funzione di sezionamento. Se l’impianto è suddiviso in più
circuiti, la funzione di sezionamento è svolta dagli interruttori automatici posti a
protezione dei singoli circuiti.
In tal caso si raccomanda che tali interruttori automatici siano raggruppati in uno
stesso quadro e che sia chiaramente identificato il circuito protetto da ciascun in-
terruttore.
Inoltre, quando il gruppo di misura non sia installato all’interno dell’unità abitati-
va, l’interruttore del Distributore può essere utilizzato come dispositivo di sezio-
namento e di protezione contro i cortocircuiti del tronco di conduttura (montan-
te) situato tra il punto di consegna (gruppo di misura) ed il quadro dell’unità
immobiliare, purché siano soddisfatte le condizioni indicate nel Commento alla
Sez. 47 della Norma CEI 64-8.
In caso contrario deve essere previsto immediatamente a valle del punto di con-
segna un dispositivo di protezione atto a garantire la protezione del montante
contro i cortocircuiti ed eventualmente anche contro i sovraccarichi.
In fase di offerta si consiglia pertanto di prevedere la possibilità di installare tale
apparecchio come variante al progetto base.
Qualora i circuiti di box, di cantine o di altri locali siano alimentati immediata-
mente a valle del punto di consegna della unità abitativa cui si riferiscono, occor-
re proteggere la relativa linea di alimentazione con proprio dispositivo contro le
sovracorrenti, che deve essere anche adatto a garantire la protezione contro i
contatti indiretti.
Si rimanda alla Appendice G della Guida CEI 64-50, per le informazioni da osser-
vare quando si desideri realizzare, nella protezione contro i contatti indiretti, una
selettività tra interruttori differenziali.

8.1.3 Quadro di unità abitativa


Il quadro, da installare in luogo facilmente accessibile e in generale all’ingresso
dell’unità abitativa, contiene le apparecchiature di sezionamento, di comando e
di protezione dei circuiti contro le sovracorrenti e le protezioni differenziali.
Per soddisfare le condizioni richieste dalla Norma CEI 64-8 per la protezione con-
tro i contatti indiretti (coordinamento tra il dispositivo di interruzione automatica

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e resistenza dell’impianto di terra), risulta in pratica sempre necessaria l’installa-
zione di interruttori differenziali; di conseguenza l’interruttore principale installa-
to all’ingresso dell’unità abitativa, o gli interruttori derivati, di tipo magnetotermi-
co, incorporano anche il dispositivo differenziale, preferibilmente con
Idn = 0,03 A.
Questi interruttori principali possono anche essere costituiti da interruttori diffe-
renziali non provvisti di sganciatori magnetotermici (puri) adeguatamente coordi-
nati.
Ai fini della scelta del potere nominale di cortocircuito degli interruttori installati
in prossimità del punto di consegna dell’energia occorre fare riferimento al valore
della corrente di cortocircuito presunta nel punto stesso.
Questo valore può essere calcolato, misurato o richiesto al Distributore. In alter-
nativa si consiglia l’installazione di dispositivi di protezione aventi potere di inter-
ruzione uguale o superiore a quello del Distributore, comunque non inferiore a
6 kA.
Il valore del potere nominale di cortocircuito degli interruttori situati a valle del
punto di consegna può essere notevolmente inferiore ai precedenti valori, in re-
lazione all’impedenza introdotta dal tratto di conduttura interessato (vedere Ap-
pendice F.3 della Guida CEI 64-50).

8.1.4 Numero di circuiti per ciascuna unità abitativa tipo


Si consiglia di suddividere ogni impianto in diversi circuiti secondo le esigenze,
per evitare pericoli e ridurre gli inconvenienti in caso di guasto (art. 314.1,
CEI 64-8).
Nel punto 8.1.6 vengono indicati, a titolo di esempio, i circuiti che si consiglia di
prevedere secondo i vari tipi di impianto elettrico adottato (economico, comfort
o di lusso).
Nota Si raccomanda:
1) che la protezione contro i contatti indiretti sia prevista mediante interruttori differenziali
per proteggere gruppi di circuiti in modo da limitare disservizi;
2) che le prese 2P +T 16 A 250 V ~ a ricettività multipla P17/11 collegate con conduttori di se-
zione 1,5 mm2 siano protette mediante interruttori automatici aventi corrente nominale
10 A e, se collegate con conduttori di sezione 2,5 mm2, siano protette mediante interruttori
automatici aventi corrente nominale 16 A.

Per le sigle delle prese a spina si rimanda all’Appendice N.


La figura 1 riporta un esempio di schema dei circuiti di un’unità abitativa.

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Fig. 1 Esempio di schema dei circuiti per unità abitativa
Nota
 Per evitare black-out dovuti a sovraccarico può essere utile installare un sistema di gestione carichi che eviti una contemporaneità eccessiva.

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 È consigliabile installare nel centralino un SPD per la protezione contro le sovratensioni impulsive (vedere 8.6.2).
 Può essere utile inserire nel centralino una lampada ad accensione automatica che permetta di localizzare il centralino al buio.

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8.1.5 Descrizione delle dotazioni fondamentali
a) I punti per l’alimentazione di apparecchi di illuminazione (punti luce) posso-
no essere a soffitto o a parete.
b) I punti relè possono essere interruttori o commutatori.
c) I punti comando luce possono ad esempio essere ad interruttore, deviatore,
commutatore, doppio interruttore, invertitore, pulsante comando relè, coman-
do sensitivo. Le funzioni dei vari comandi sono le seguenti:
 comando ad invertitore è l’integrazione del comando a deviatori, per co-
mando da più di due posizioni;
 comando a commutatore (e/o doppio interruttore) è il comando di un
punto luce doppio da una sola posizione;
 pulsante comando relè è il comando di un punto luce tramite un relè a ri-
tenuta meccanica; può essere ripetuto da più posizioni;
 comando sensitivo è il comando di un punto luce tramite interruttore elet-
tronico azionato mediante sfioramento (può essere ripetuto da più posi-
zioni) con eventuale regolazione continua del flusso luminoso;
 comando con regolazione continua del flusso luminoso;
 comandi con dispositivi speciali ad esempio interruttori orari, comandi ri-
tardati ecc.

Le relative connessioni sono indicate nella seguente Tabella 1, in accordo con la


Norma CEI EN 60669-1.

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Tab. 1 Classificazione degli apparecchi di comando secondo le relative connessioni

Schema Numero dei poli Collegamenti Schema Numero dei poli Collegamenti

2
2 3
1
1 1 5 1
1

2 4
2 3
2 2 1 3 6 1

24 6
3 5 4 6
3 3 6-2 2
1 3 5
1 2

24 68
2 4
03 4 7 1
1 3 5 7
1 3

2 3
4 1

d) I punti presa a spina bipolari sono tutti provvisti di polo di terra, e possono
essere da 10 A (P11), da 16 A (P17), da 16 A a ricettività multipla P17/11, da
16 A (P30) o, se richiesto, di corrente nominale superiore.

I punti presa a spina da 10 A servono, nella generalità dei casi, per alimentare
piccoli apparecchi utilizzatori trasportabili, mobili o portatili, inclusi apparecchi
di illuminazione.
I punti presa a spina da 16 A servono per alimentare apparecchi utilizzatori fissi o
trasportabili (ad esempio lavabiancheria, lavastoviglie, cucine elettriche ed even-
tuali condizionatori o stufe).
E’ consigliabile che le prese a spina disponibili per usi occasionali (che non siano
cioè predisposte per apparecchi utilizzatori fissi o trasportabili), al fine di evitare
l’impiego di adattatori, siano del tipo a ricettività multipla P17/11 (bipasso) oppu-

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re P30: tali prese risultano particolarmente idonee per l’alimentazione di apparec-
chi utilizzatori trasportabili, mobili, portatili.
Si ricorda che le prese a spina devono rispondere alle prescrizioni della Norma
CEI 23-50 “Prese a spina per usi domestici e similari”. Possono tuttavia essere im-
piegate, per alimentazioni particolari, prese a spina per usi industriali conformi
alle Norme CEI EN 60309-1 e CEI EN 60309-2.

8.1.6 Esempio di dotazioni impiantistiche da prevedere


Per i locali di tipologia più frequente sono indicate nelle seguenti Tabelle 2, 3 e 4
a titolo orientativo le dotazioni impiantistiche che si possono prevedere rispetti-
vamente per impianti elettrici di tipo “economico”, per impianti elettrici di tipo
“comfort” e per impianti elettrici di tipo “lusso”. (Vedere anche le Figure 2 e 3, ri-
spettivamente per gli impianti elettrici di tipo economico e di tipo comfort).
Note: 1 Nelle tabelle il termine “presa fissa” è stato abbreviato, per comodità di scrittura, in presa.
2 Nelle Tabelle sono riportate anche le dotazioni relative alle prese telefoniche (TLC), dati
(EDP) e televisive di un impianto non predisposto per un più generale cablaggio per teleco-
municazioni e distribuzioni multimediali, secondo le regole fino ad oggi usualmente adot-
tate per questo tipo di servizi. Si ribadisce comunque che per abitazioni di nuova costru-
zione o ristrutturazione radicale, il cablaggio consigliato per la distribuzione di questi
servizi è quello indicato nella Guida CEI 306-2, e che le prese telefoniche sono chiamate
prese per telecomunicazione (TLC).
3 Nella Appendice I viene riportato un esempio di tabella schematica che può essere utilizza-
to dall’installatore, nei casi più semplici, dopo di avere realizzato l’impianto elettrico, per
preparare la descrizione dello stesso impianto, da allegare alla relativa dichiarazione di
conformità in accordo con la Legge 46/90 (vedere anche la Guida CEI 0-3).

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Tab. 2 Dotazioni di un impianto elettrico di tipo economico

Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni


Ingresso 1 punto luce a soffitto con 2 prese 2P + T 16A (P17/11) Qui di solito è ubicato il quadro
deviatori bipasso elettrico da cui si derivano i
1 presa per TLC seguenti circuiti:
1 citofono 1 illuminazione + suoneria
ingresso
1 prese a spina per
elettrodomestici
1 altre prese a spina
Si raccomanda di installare una
presa a spina vicino a quella per
TLC.
Ripostiglio 1 punto luce a soffitto con
relativo interruttore
Soggiorno 1 punto luce a soffitto con 3 prese 2P + T 16 A (P17/11) Si raccomanda di predisporre
relativo commutatore bipasso una presa spina nella vicinanza
1 presa 2P+T 16 A P30 delle prese TV e TLC
1 presa antenna TV
1 presa per TLC
Cucina 2 punti luce a soffitto o a parete 3 prese 2P + T 16A (P17/11) Predisporre la presa a spina della
con relativo interruttore bipasso lava stoviglie con interruttore in
1 presa 2P+T 16 A P30 posizione accessibile.
1 alimentazione per scalda acqua Si raccomanda che il rivelatore
e/o per generatore di calore di gas comandi l’elettrovalvola
(caldaia), se presente, autonomo sulla tubazione del gas.
1 punto per rivelatore gas In presenza della centrale
combustibile termica autonoma si può evitare
l’alimentazione dello scalda
Predisposizione per rivelatore acqua
CO, in presenza di un caminetto
o altre fonti di CO
Camera 1 punto luce a soffitto con 4 prese a spina 2P + T 16A Si raccomanda di predisporre
deviatori e invertitori (P17/11) bipasso una presa a spina ai lati del letto
1 presa antenna RD-TV-SAT unitamente al deviatore e/o
1 presa TLC invertitore
Cameretta 1 punto luce a soffitto con 3 prese 2P + T 16A (P17/11) La cameretta generalmente ad un
deviatori bipasso letto predisporre una presa a
spina al lato del letto
Bagno 1 punto luce a soffitto (+) 2 prese 2P + T 16A (P17/11) (+) associato ad
1 punto luce a parete bipasso aspiratore/ventilatore
1 interruttore comando 1 alimentazione per scalda acqua temporizzato, se bagno cieco
1 prese 2P+T 16 A P30

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Fig. 2 Unità abitativa con impianto elettrico di tipo economico

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Tab. 3 Dotazioni di un impianto elettrico di tipo comfort

Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni


Ingresso 1 punto luce a soffitto con 1 presa 2 P + T 16 A - P30 Qui è di solito ubicato il quadro
2 deviatori unipolari 1 presa 2 P + T 10 A P11 elettrico da cui in generale
Eventuale punto 1 presa per telefono (TLC) partono 4 circuiti:
luce di riserva 1 lampada ad accensione unificata cucina
automatica estraibile 1 pulsante esterno e suoneria antiintrusione
1 presa 2 P + T 16A (P17/11) zona giorno
bipasso zona notte.
1 citofono o videocitofono
Ripostiglio 1 punto luce a soffitto con 1 presa 2 P + T 16A (P17/11) Interruttore all’esterno del
1 interruttore con lampada spia bipasso ripostiglio
Soggiorno 1 punto luce a soffitto 6 prese 2 P + T 10A P11 1 presa 2 P + T 10A P11 va
comandato da ogni ingresso 1 presa 2 P + T 16A (P17/11) ubicata vicino alla presa per
1 presa 2P + T 10A P11 bipasso TLC;
comandata con interruttore o 1 presa 2 P + T 16 A P30 3 prese 2 P + T 10A P11 vanno
regolatore di intensità luminosa 2 prese per TLC ubicate vicino alla presa
1 presa antenna RD-TV-SAT RD-TV-SAT
2 prese polarizzate di segnale 1 presa 2 P + T 10A P11 per
1 cronotermostato stereo
Cucina 1 punto luce a soffitto 2 prese 2 P + T 10A P11 In caso di installazione di cucina
2 punti luce a parete 3 prese 2 P + T 16A (P17/11) elettrica (di potenza superiore a
3 interruttori bipasso 3,6 kW) prevedere un proprio
4 prese 2 P + T 16 A P30 circuito diretto dal quadro.
1 presa antenna RD-TV-SAT La presa 16A per lavastoviglie va
1 presa per TLC installata vicino alle
1 suoneria (interno) predisposizioni idrauliche.
2 int. automatici Si raccomanda che il rivelatore
1 P+N C16 (*) per forno e per di gas comandi l’elettrovalvola
lavastoviglie sulla tubazione del gas
1 punto per rivelatore gas
combustibile

Predisposizione per rivelatore


CO, in presenza di un caminetto
o altre fonti di CO
Camera 1 punto luce comandato da 5 prese 2 P + T 10A P11 Una presa 2 P + T 10A P11
2 deviatori e 1 invertitore 1 presa 2 P + T 16A (P17/11) disposta ai lati del letto
1 presa 2 P + T 10A P11 bipasso 1 presa 2 P + T 10A P11 vicino a
comandata (alternativa al punto 1 presa per TLC presa antenna
luce a soffitto) 1 presa antenna RD - TV-SAT 1 presa 2 P + T 10A P11 vicino a
presa per TLC
Seconda 1 punto luce a soffitto 3 prese 2 P + T 10A P11 1 presa 10A vicino alla presa
camera 2 deviatori 1 presa 2P + T 16A P30 antenna
1 presa 2 P + T 16A (P17/11) 1 presa 2 P + T 16A P30 vicino
bipasso alla presa per TLC
1 presa per TLC
1 presa antenna RD-TV-SAT
Continua

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Continua
Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni
Bagno 1 punto luce a soffitto (+) 1 presa 2 P + T 10A P11 1 presa 16A per lavatrice va
1 punto luce a parete 1 presa 2 P + T 16A P30 installata vicino alle
2 interruttori comando 1 pulsante a tirante per chiamata predisposizioni idrauliche
interna
Inoltre eventualmente: (+) associato ad
1 attacco per scaldacqua aspiratore/ventilatore
1 interruttore automatico 1P+N temporizzato se bagno cieco
C16 per scaldacqua (*)
Bagno di servizio 1 punto luce a soffitto (+) 1 presa 2P+T 16A P30 (+) associato ad
(eventuale) 1 punto luce a parete 1 presa 2P+T 10A P11 aspiratore/ventilatore
2 interruttori temporizzato se bagno cieco
Corridoio 1 punto luce a soffitto o punti a 1 presa 2 P + T 16A P30 più una Comandi almeno alle due
parete e loro comandi presa 2 P+T 16A P30 ogni 5 m estremità
(*) Compatibili con interruttori non automatici e prese a spina per uso domestico.
Note
(1) Nel caso siano previste per ogni unità immobiliare caldaie autonome del tipo a gas per produzione sia di acqua calda sia per riscaldamento o, nel
caso di produzione di acqua calda con impianto centralizzato, non occorre l’alimentazione dello scaldacqua elettrico.
Nel caso di installazione di scaldacqua a gas è opportuno tuttavia predisporre le canalizzazioni e quanto necessario per l’alimentazione dello scaldac-
qua elettrico.
(2) Il punto luce di riserva previsto in ingresso è costituito da un apparecchio di illuminazione di emergenza autonomo ricaricabile che garantisce l’indi-
viduazione della porta di ingresso/uscita all’unità abitativa.
(3) La lampada ad accensione automatica estraibile segnala la mancanza di alimentazione su parte dell’impianto o su tutto l’impianto causata da inter-
vento delle protezioni o sospensione transitoria di fornitura di energia elettrica; evita che il locale resti al buio e può essere usata come torcia per la
ricerca guasti e deambulazione.

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Fig. 3 Unità abitativa con impianto elettrico di tipo comfort, provvista di impianto antiintrusione

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Tab. 4 Esempio di dotazioni di un impianto elettrico di tipo lusso

Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni


Ingresso 1 punto luce a soffitto con 1 videocitofono (posto interno) Qui di solito è ubicato il quadro
deviatori e invertitori (o elettrico (centralino di
comando a pulsanti + relè appartamento) da cui in
passo passo) per generale partono 6 circuiti che
accensione/spegnimento da alimentano le diverse zone
ogni porta dell’appartamento:
2 Apparecchi di illuminazione a 1 presa per TLC 1 linea per antiintrusione
parete 1 linea per congelatore
1 lampada di emergenza 1 suoneria elettronica 1 linea per la cucina
tritonale/ronzatore 1 linea per lavanderia e prese
1 Lampada ad accensione 1 Commutatore per comando 1 linea per luce zona giorno
automatica estraibile tapparelle (se finestra con 1 linea per luce zona notte
tapparelle)
3 Prese 2P+T16A P17/11 (bipasso)
2 Prese 2P+T16A P30
1 Inseritore antiintrusione
1 Sensore antiintrusione e contatti
magnetici su porta e finestra
Ripostiglio 1 punto luce a soffitto con 1 Presa 2P + T 16A P17/11 (+) l’interruttore del punto luce
relativo interruttore (+) (bipasso) all’esterno del ripostiglio, dotato
di lampada di segnalazione
dello stato del carico comandato
1 Lampada ad accensione 1 Presa 2P + T 16A P30
automatica estraibile
1 Alimentatore per antiintrusione Combinatore telefonico
1 Centrale antiintrusione associato a sistemi allarme e
1 Alimentatore per diffusione sicurezza
sonora stereofonica
1 Centrale diffusione sonora
stereofonica
Soggiorno 2 punti luce a soffitto comandati 1 Predisposizione per rivelatore (+) se presente un caminetto
separatamente da tre punti CO (+)
2 punti luce a parete comandati 1 Cronotermostato Comandi luce di terrazze agibili
separatamente e con regolatore dal soggiorno ubicati in
di intensità luminosa (++) soggiorno e dotati di lampada
di segnalazione dello stato del
carico comandato.
1 Lampada ad accensione 4 Prese 2P +T 16A P17/11 (++) Abbinati a ricevitore IR
automatica estraibile (bipasso) possono essere comandati a
distanza con telecomando
portatile
4 Prese 2P+ T 16A P30
4 Diffusori per impianto
stereofonico
2 Moduli locali per comando
diffusori
1 Presa per TLC
1 Presa EDP
1 Presa antenna RD-TV-SAT
1 Sensore antiintrusione e contatti
magnetici su finestre
1 Commutatore per comando
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
Continua

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Continua
Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni
Cucina 1 Punto luce a soffitto e relativo 1 Predisposizione per Comandi luce di terrazze agibili
interruttore + presa P11 per rivelatore CO, in presenza di dalla cucina ubicati in cucina e
eventuale illuminazione a altre fonti di CO dotati di lampada di
mezzo piantana sostitutiva del 1 Rivelatore gas lampada di segnalazione dello
punto luce a soffitto stato del carico
1 Alimentazione per luce pensili 1 Sezionamento e protezione comandato
prese per elettrodomestici
2 Prese 2P + T 16A P30 (zona
preparazione alimenti)
1 Lampada ad accensione 1 Presa per aspiratore/cappa
automatica estraibile aspirante
1 Presa per TLC
1 Presa EDP
1 Presa antenna RD-TV-SAT
1 Avvisatore acustico chiamate
interne
1 Sensore antiintrusione e contatti
magnetici su finestra
2 Diffusori per impianto
stereofonico
1 modulo locale per comando
diffusori
3 Prese 3P + T 16A P17/11 (+) (+) Per elettrodomestici fissi e altro
2 Prese 2P + T 16A P30 (+)
1 Presa 2P+T 16A Interbloccata
1 Commutatore per comando
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
Camera 1 Punto luce a soffitto e relativi 1 Inseritore parzializzatore per Comando luci di terrazze agibili
deviatori/invertitore per impianto antiintrusione dalla camera ubicati in camera e
comando dalla porta e dai lati Sensore antiintrusione e contatti dotati di lampada di
letto 1 magnetici su porta e finestre segnalazione dello stato del
carico comandato
2 Punti luce periferici a mezzo 2 Diffusori impianto stereo
prese 2P+T P11 comandati da
interruttore 10A ai lati letto
1 Lampada ad accensione 1 modulo locale comando
automatica estraibile diffusori
1 Punto luce a soffitto per stanza 1 Orologio sveglia
guardaroba comandato da
interruttore IR automatico
temporizzato
2 Pulsanti di chiamata interna ai
lati letto
2 Prese 2P + T 10A P11 ai lati letto
2 Prese 2P + T 16A P17/11
(bipasso)
2 Prese 2P + T 16A P30
1 Presa per TLC
1 Presa antenna RD-TV-SAT
1 Cronotermostato
n Commutatori per comando
tapparelle (se finestre con
tapparelle)
Continua

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Continua
Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni
Bagno 1 Punto luce a soffitto e relativo 1 Diffusore impianto stereo (+) Associato ad
interruttore (+) aspiratore/ventilatore
temporizzato se bagno cieco.
1 Punto luce a parete sopra il 1 modulo locale comando
lavabo diffusore
1 Lampada ad accensione 1 Presa interbloccata (zona
automatica estraibile lavabo)
1 Pulsante a tirante bagno sopra (++)Attivazione chiamate di
la doccia (++) soccorso interne
1 Pulsante a tirante bagno sopra
la vasca (++)
1 Pulsante a tirante bagno sopra il Portare canalizzazione per
vaso (++) alimentazione idromassaggio
N Automatici magnetotermici in zona vasca
differenziali a protezione di
ogni presa presente nel locale
1 Sensore antiallagamento
1 Contatto magnetico su finestra
1 Cronotermostato (+++) (+++) Eventualmente esterno in
1 Commutatore per comando prossimità del locale bagno
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
Camera 1 letto 1 Punto luce a soffitto e relativi 1 Pulsante chiamata interna Comando luci di terrazza agibili
deviatori su porta e lato letto 1 Orologio sveglia dalla camera ubicato in camera
e dotato di lampada di
1 Punto luce periferico (a mezzo 1 Diffusore stereo segnalazione dello stato del
presa 2P + T P11) comandato 1 Modulo locale comando carico comandato
dalla porta e dal lato letto con diffusore
eventuale regolatore di
intensità luminosa
1 Lampada ad accensione 1 Cronotermostato (+) (+) Se impianto a più circuiti
automatica estraibile
1 Presa per TLC
1 Presa antenna RD-TV-SAT
1 Presa 2P + T 16A P17/11
(bipasso)
1 Presa 2P + T 16A P30
1 Commutatore per comando
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
Corridoio 1 Punto luce e relativi comandi 1 Presa 2P + T 16A P17/11
(pulsanti + relè) per (bipasso) ogni 4 metri
azionamento dalle varie porte 1 Presa 2 P + T 16A P30 ogni
1 Lampada ad accensione 4 metri
automatica estraibile
1 Lampada segnapercorso ad 1 Cronotermostato (+) (+) controllo temperatura zona
ogni dislivello notte se non posizionato nelle
camere
Continua

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Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni
Bagno di 1 Punto luce a soffitto e relativo 1 Presa interbloccata zona lavabo (+) associato ad
servizio interruttore (+) 1 Pulsante a tirante sopra la aspiratore/ventilatore
1 Punto luce a parete sopra il doccia (++) temporizzato se bagno cieco
lavabo 1 Pulsante a tirante sopra il vaso (++) Attivazione chiamate di
1 Lampada ad accensione (++) soccorso interne
automatica estraibile (vedi 1 Presa 2P+T 16A P30 protetta da
note) automatico magnetotermico
1P+N C16 per lavatrice
1 Presa 2P+T 16A P17/11
1 Sensore antiallagamento
1 Contatto magnetico su finestra
1 Commutatore per comando
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
Lavanderia 1 Punto luce a soffitto e relativo 1 Presa 2P+T 16A P30 protetta da
interruttore automatico magnetotermico
1 Lampada ad accensione 1P+N C16 per lavatrice
automatica estraibile (vedi 1 Presa 2P+T 16A P 30 zona stiro
note) 1 Presa 2P+T 16A P17/11 zona
stiro
2 Prese 2P+T 16A P17/11
1 Presa antenna RD-TV-SAT
1 Presa per TLC
1 Diffusore impianto stereo
1 Modulo locale comando
diffusore
1 Commutatore comando
tapparelle (se finestra con
tapparelle)
1 Sensore antiintrusione e contatti
magnetici su finestra
Sensore antiallagamento
Note
(1) Nel caso siano previste per ogni unità immobiliare caldaie autonome del tipo a gas per produzione sia di acqua calda sia per riscaldamento o, nel
caso di produzione di acqua calda con impianto centralizzato, non occorre l’alimentazione dello scaldacqua elettrico
Nel caso di installazione di scaldacqua a gas è opportuno tuttavia predisporre le canalizzazioni e quanto necessario per l’alimentazione dello scaldac-
qua elettrico.
(2) Si consiglia di prevedere canalizzazioni per portare alimentazione e controllo ai possibili ventil-convettori e condizionatori d’aria in ogni ambiente.
(3) Si consiglia di prevedere una predisposizione a sistemi Bus controllo edificio.
(4) Il punto luce di riserva previsto in ingresso è costituito da un apparecchio di illuminazione di emergenza autonomo ricaricabile.
(5) La lampada ad accensione automatica estraibile segnala la mancanza di alimentazione su parte dell’impianto o su tutto l’impianto causata da inter-
vento delle protezioni o sospensione transitoria di fornitura di energia elettrica; evita che il locale resti al buio e può essere usata come torcia per la
ricerca guasti e deambulazione.

Esempi di disposizione delle apparecchiature rispetto all’arredamento nei vari lo-


cali di una unità abitativa sono mostrati nelle Figure:

Esempio di disposizione in locali uso soggiorno, ingresso e ripostiglio: Fig. 4


Esempio di disposizione in locale uso cucina: Fig. 5
Esempio di disposizione in locale uso camera: Fig.6
Esempio di disposizione in locale uso bagno: Fig. 7
Esempio di disposizione in locale uso camera ad un letto: Fig. 8
Esempio di disposizione in locale uso bagno di servizio: Fig. 9
Esempio di disposizione in locale uso lavanderia: Fig. 10.

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Fig. 4 Ingresso, ripostiglio e soggiorno

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Fig. 5 Cucina

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Fig. 6 Camera

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Fig. 7 Bagno

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Fig. 8 Camera 1 letto

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Fig. 9 Bagno di servizio

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Fig. 10 Lavanderia

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Legenda relativa alle Fig. 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10

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8.1.7 Dotazioni particolari
a) Per i locali dove vengono installati apparecchi di cottura, scaldabagni o appa-
recchi di riscaldamento a gas si ricorda che in attuazione della legge 6 dicem-
bre 1971, n. 1083, le Norme UNI-CIG (serie 7129) prevedono che i locali in
cui vengono installati apparecchi di cottura, scaldacqua o apparecchi di ri-
scaldamento a gas siano provvisti di idonei sistemi per lo scarico dei prodotti
della combustione e per il ricambio dell’aria.
Tra i sistemi proposti, è ammessa l’installazione di elettroventilatori installati a
finestra (in condizioni tali da assicurare l’opportuno ricambio d’aria) su parete
affacciata all’esterno oppure collegati ad un idoneo camino di tiraggio.
Nello stesso tempo è necessario garantire, mediante aperture, l’afflusso di aria
onde evitare che i locali siano in depressione.
È pertanto opportuno che, in sede di progettazione dell’impianto elettrico, si
tenga conto di questa necessità, prevedendo l’installazione di un elettroventi-
latore, in posizione opportuna, in tutti i locali dove è ipotizzata l’installazione
di apparecchi termici a gas.
b) Per le unità abitative dove si prevede l’installazione di tapparelle avvolgibili è
consigliabile predisporre opportuni tubi protettivi per consentire l’eventuale
motorizzazione delle persiane stesse.
Nota Nel caso siano previste per ogni unità immobiliare caldaie autonome del tipo a gas per produ-
zione sia di acqua calda sia per riscaldamento o, nel caso di produzione di acqua calda con
impianto centralizzato, non occorre l’alimentazione dello scaldacqua elettrico.
Nel caso di installazione di scaldacqua a gas ad uso sanitario è opportuno tuttavia predisporre
le canalizzazioni e quanto necessario per l’alimentazione di un eventuale futuro scaldacqua
elettrico.

8.2 Impianto interno di segnalazione


Le usuali dotazioni da prevedere per l’impianto di segnalazione interno sono le
seguenti:
 Segnalazione acustica di chiamata esterna
 Segnalazione acustica di chiamata interna di servizio o soccorso

Le segnalazioni di cui sopra devono essere differenziate ma possono far capo a


una unica apparecchiatura collocata in modo che il segnale acustico sia udibile
dalla zona giorno dell’unità abitativa.
La segnalazione di chiamata esterna deve essere attivata da pulsante posto
all’esterno della porta di ingresso dell’unità abitativa.
La segnalazione di chiamata interna di servizio o soccorso deve essere attivata da
pulsanti posti nei locali bagno, doccia ed eventualmente nelle camere da letto.
Gli impianti di segnalazione possono essere alimentati a tensione di rete o tra-
mite trasformatori che non devono essere necessariamente trasformatori di si-
curezza.

8.3 Impianto per telecomunicazioni

8.3.1 Collegamento con la rete pubblica esterna della società fornitrice dei servizi di
telecomunicazione
Dal punto di accesso nell’edificio della rete pubblica esterna della società fornitri-
ce dei servizi di telecomunicazione, devono essere messe in opera le canalizza-
zioni fino al primo punto di telecomunicazione interno (i tubi protettivi devono
essere di materiale isolante di tipo medio secondo la Norma EN 50086-1 e devo-

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no essere adibiti esclusivamente ai servizi di telecomunicazione). La scatola per
la presa di telecomunicazione e le cassette di derivazione devono essere dimen-
sionate in funzione del servizio e del mezzo trasmissivo (rame o fibra ottica).
La presa di telecomunicazione per accesso alla rete pubblica esterna, viene posta
usualmente all’ingresso o comunque in un punto facilmente accessibile e corri-
sponderà al centro stella nel caso si adotti il cablaggio per telecomunicazioni de-
scritto nella Guida CEI 306-2.
Si consiglia di collocare la presa di telecomunicazione accanto ad una presa elet-
trica per facilitare l’abbinamento con apparecchiature che abbisognino di alimen-
tazione elettrica. L’installatore, oltre a provvedere alla posa della scatola per la
presa di telecomunicazione e del tubo protettivo citato, deve far passare il cavo
del servizio fornito (in rame o fibra ottica), con l’avvertenza che all’interno della
scatola per la presa di telecomunicazione venga lasciato un tratto di cavo utile
per il cablaggio.
Nota Verificare le disposizioni delle Società fornitrici di servizio di telecomunicazione per quanto ri-
guarda il posizionamento, il dimensionamento delle canalizzazioni e la possibilità di utilizza-
re le stesse per più servizi.

8.3.2 Impianto telefonico interno


Per la realizzazione dell’impianto telefonico interno, che risulta essere il caso più
semplice di un cablaggio per telecomunicazioni, si rimanda a quanto descritto
nella Guida CEI 306-2.
In ogni caso si consiglia di effettuare il collegamento del primo punto telefono ad
altri eventuali punti telefono mediante tubi protettivi di materiale isolante di tipo
medio aventi diametro esterno di 20 mm, e, nel caso di dotazione “COMFORT”,
25 mm.
Per le dotazioni relative ai vari tipi di impianto (economico, comfort e lusso) si ri-
manda a quanto riportato nelle tabelle del precedente punto 8.1.6.

8.3.3 Impianto di antenna


L’impianto di antenna deve prevedere all’interno dell’unità abitativa, le conduttu-
re che alimentano le prese di antenna.
Si rimanda per una sua corretta realizzazione a quanto riportato nella Guida
CEI 100-7.
Vanno utilizzate cassette separate per l’impianto elettrico e per l’impianto di an-
tenna oppure cassette provviste di setti separatori.

8.4 Impianto di allarme antiintrusione


Si consiglia di prevedere eventualmente le canalizzazioni e le relative scatole
(predisposizioni) sia per l’impianto volumetrico sia per l’impianto perimetrale.
Le predisposizioni per l’impianto volumetrico consistono nelle canalizzazioni e
nelle scatole di raccordo tra il centralino e il punto o i limiti di rilevazione.
Le predisposizioni per l’impianto perimetrale consistono nelle canalizzazioni e
nelle scatole disposte lungo l’anello che raccorda le varie aperture (porte e fine-
stre) con il centralino.
Si rimanda alle norme CEI del CT 79 per le norme relative, ad esempio si cita
la Norma CEI 79-3 “Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antiin-
trusione.

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8.5 Illuminazione di riserva
Al fine di ottenere che, in mancanza di alimentazione su parte dell’impianto o su
tutto l’impianto causata da intervento delle protezioni o sospensione transitoria di
fornitura di energia elettrica da parte dell’ente fornitore, i locali non restino al
buio e l’assenza di alimentazione venga segnalata, è consigliata l’installazione di:
 Un apparecchio di illuminazione di emergenza autonomo ricaricabile con au-
tonomia minima 1 ora e tempo di ricarica massimo 12 ore in prossimità del
centralino d’appartamento.
 Lampade ad accensione automatica (fisse o meglio estraibili) nelle varie stan-
ze e corridoi.

8.6 Protezione contro i fulmini e le sovratensioni

8.6.1 Protezione contro i fulmini


Per gli stabili di unità abitative, la protezione contro i fulmini deve essere valutata
per tutta la struttura (servizi comuni ed unità abitative) considerata indipendente
come previsto dalla Norma CEI 81-1 vigente. Gli stabili oggetto della presente
Guida, in conformità alla Legge 46/90 ed al D.P.R 447/91, devono essere oggetto
di valutazione del rischio da fulmini.
Ai fini della valutazione del rischio, sia con procedura completa sia semplificata,
lo stabile deve essere classificato come “edifico adibito ad uso civile”, per il quale
si ipotizza il rischio di perdita di vite umane (rischio 1) e di perdita economica
(rischio 4).
Nota La valutazione del rischio deve essere eseguita per ogni struttura considerata indipendente
(con spazi d’aria o correttamente compartimentata).

La valutazione del rischio con procedura completa (Norma CEI 81-4) consente,
nella quasi totalità dei casi, per gli stabili di civile abitazione, la possibilità di de-
finire tali strutture “autoprotette” dalle fulminazioni dirette ed indirette. Nella
scelta della procedura completa, le strutture oggetto della presente Guida, risulta-
no di fatto non ordinarie per la difficoltà di garantire la protezione dalle tensioni
di contatto e di passo all’esterno a causa della presenza di persone in numero
elevato o per un elevato periodo di tempo su pavimentazione non isolante o che
può non essere isolante.
Per poter utilizzare la procedura semplificata, le strutture devono essere ordina-
rie, con i parametri tipici definiti all’art. G.2.2 della Norma CEI 81-1 (strutture di
tipo B ed equivalenti), senza rischi di tensioni di contatto e passo all’esterno della
struttura (assenza di persone o pavimentazione isolante entro 5 m all’esterno del-
la struttura), con impianti in cavo non schermato, senza alcuna protezione (SPD)
sulle linee elettriche entranti, con presenza di estintori, idranti e di vie di fuga.
L’assenza anche di un solo parametro sopraindicato, non consente la procedura
semplificata, anche se la struttura rimane di tipo ordinario.
Se necessario, gli edifici oggetto della presente Guida devono essere protetti dai
fulmini secondo la Norma CEI 81-1.
Si consiglia di verificare la possibilità dell’utilizzo degli elementi naturali presenti
nella costruzione quali organi di captazione e di discesa e quali dispersori.

8.6.2 Protezione contro le sovratensioni


Si rimanda alla Guida CEI di applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione
sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione.

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9 PREDISPOSIZIONI PARTICOLARI

Siamo in un periodo di grande evoluzione tecnologica e dobbiamo quindi predi-


sporre nuove vie cavo per esempio per TV con segnale trasmesso su fibre otti-
che, linee telefoniche con cavi adatti oppure in fibra ottica, è pertanto necessario
predisporre almeno le “corsie” per il futuro.
Già oggi s’intravedono nuovi lavori che si possono svolgere in casa (telelavoro)
che richiedono un incremento sia in qualità sia in quantità delle linee di trasmis-
sione dei messaggi. E’ opportuno quindi considerare “l’ambiente abitazione” un
luogo dove si possono svolgere anche attività professionali.
Quindi, in fase di progettazione è ormai sempre più opportuno prevedere alcune
infrastrutture (tubazioni, spazi, cassette, ecc.) che potranno servire al futuro ca-
blaggio per impianti di telecomunicazioni e di distribuzione multimediale nelle
abitazioni. Già oggi questi impianti trovano applicazione in:
 Televisione (TV): terrestre, satellitare e via cavo
 Telefonia: tradizionale e ISDN
 Distribuzione segnali dati e multimediali
 Regolazione e automazione di apparecchi domestici.

La distribuzione radiale può essere utilizzata per trasmettere segnali a punti di


utilizzo specifici per esempio segnale TV, trasmissione dati, telefoni, energia. La
stessa distribuzione radiale e quella ad anello possono essere utilizzate per le li-
nee BUS esempio automazione, gestione dei vari servizi, antiintrusione, rileva-
mento incendio, gestione dei carichi.
La predisposizione delle vie cavo non è in generale complessa e onerosa, in
quanto si tratta di posare tubi vuoti che partano da un centro stella predisposto
in posizione il più possibile baricentrica nell’abitazione o da un locale di servizio
ad esempio un ripostiglio, con collegamento al quadro elettrico dell’appartamen-
to e al montante condominiale. Il montante deve essere costituito da parecchi
tubi dalla sommità dell’edificio al piano cantina ed è opportuno faccia capo ad
un locale adiacente alla pubblica via.
Si consiglia che le tubazioni radiali e ad anello, all’interno dell’appartamento fac-
ciano capo a scatole modulari atte a contenere tre o più apparecchiature da in-
casso, ubicate in prossimità di prese a spina, prese per TLC e TV previste per le
attuali necessità. Si consiglia di unire con uno o più tubi vuoti dette scatole a
quelle degli impianti previsti. Le tubazioni consigliate sono:
 un tubo avente diametro di 16 mm per l’anello;
 un tubo per ogni punto radiale avente diametro di 20 mm;
 tre tubi aventi diametro di 25 mm della cassetta baricentrica al montante;
 un tubo avente diametro di 25 mm al quadro elettrico.

Per informazioni specifiche relative agli impianti previsti per la distribuzione dei
segnali di telecomunicazione vedere l’Appendice L. Informazioni più dettagliate
sugli impianti da predisporre nelle unità abitative e nelle parti comuni sono ripor-
tate nella Guida CEI 306-2.
Per indicazioni complete ed esaustive circa la predisposizione degli spazi installa-
tivi e l’installazione di impianti a tecnologia bus (HBES) si rimanda al documento
pr EN 50090-9-1 del SC 83A.

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10 LOCALI AD USO UFFICIO

10.1 Informazioni generali


Sono prese in considerazione unità immobiliari facenti parte di un edificio a de-
stinazione prevalentemente residenziale adibite eventualmente ad uso ufficio.
Sono esclusi gli uffici che, pur facendo parte di un edificio a destinazione preva-
lentemente residenziale, hanno particolari caratteristiche e necessità impiantisti-
che legate alle attrezzature esistenti, ad esempio uffici che adottano pareti mobili,
distribuzione modulare, zoccoli attrezzati o cornici oppure fornitura trifase ecc.
Sono considerati i due casi seguenti:
a) la destinazione esclusiva ad uso ufficio è già stata decisa al momento della
progettazione dell’impianto elettrico;
b) la destinazione ad uso ufficio viene ritenuta solo probabile alla progettazione
dell’impianto elettrico.

Nel caso b) è opportuno prevedere le canalizzazioni per entrambe le utilizzazio-


ni. Il completamento dell’impianto elettrico deve essere effettuato secondo le
modalità previste per l’uso definitivo.

10.2 Impianto segnalazione e chiamata


Sono da prevedere pulsanti almeno nell’ingresso e nel bagno. Si raccomanda che
le suonerie abbiano tonalità differenziate.

10.3 Predisposizione per impianto telefonico (TLC)


Devono essere previsti i seguenti punti di allacciamento:
 un primo punto telefonico dell’utente possibilmente all’ingresso, comunque
in posizione facilmente accessibile, costituito da 3 scatole unificate, collegate
tra loro per l’allacciamento alla rete esterna;
 due punti telefono in tutti gli altri ambienti di lavoro collegati al punto prece-
dente mediante apposite canalizzazioni.
È opportuno prevedere la rete di canalizzazioni atta a ricevere un impianto di
tipo intercomunicante con impiego di cavi a più coppie.
È opportuno altresì collocare le scatole telefoniche accanto a prese a spina per
facilitare l’impiego di apparecchiature telematiche, informatiche ecc., che abbiso-
gnino di alimentazione elettrica.
Anche nel caso di ambienti ad uso ufficio è comunque raccomandabile la predi-
sposizione per un cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale
più completo facendo riferimento alle norme e guide CEI specifiche
(CEI EN 50173 ad esempio).
Nota La canalizzazione interna citata in 8.3.2 consente solo la realizzazione di alcuni tipi di im-
pianti intercomunicanti. Quindi se si prevede l’utilizzo di tali impianti è bene consultare pri-
ma la Società telefonica.

10.4 Predisposizione generale per impianti futuri


Si raccomanda di prevedere, almeno lungo il corridoio di raccordo dei vari locali,
una canalizzazione con cassette in corrispondenza di ogni locale.
Questa predisposizione ha lo scopo di servire possibili nuovi impianti, come ad
esempio terminali, antiintrusione, ecc.

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10.5 Apparecchiature per elaborazione dati ed assimilabili
Le apparecchiature per elaborazione dati ed assimilabili che abbiano una corren-
te di dispersione maggiore di 3,5 mA, richiedono particolari accorgimenti di in-
stallazione (vedere la Sez. 707 della Norma CEI 64-8).

10.6 Impianto elettrico utilizzatore e riepilogo dotazioni


Le dotazioni orientative da prevedere sono indicate, a titolo di esempio, nella Ta-
bella 5.

Tab. 5 Esempio di dotazioni impiantistiche da prevedere nei locali ad uso ufficio

Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni


Ingresso 1 punto luce a soffitto 1 presa 2P+T10A, P11 In questo locale è di solito
1 interruttore 1 pulsante e suoneria ubicato il quadro elettrico.
1 presa 2P+T16A, P30 In generale si prevedono:
1 interruttore automatico 1 circuito prese 16A
1 citofono 1 o 2 circuiti di illuminazione
1 punto TLC e prese da 10A.
Ufficio 2 punti luce a soffitto 4 prese 2P+T10A, P11 Per una maggiore flessibilità
2 interruttori 1 presa 2P+T16A, P17/11 d’impianto, può essere
bipasso installata collegandola
2 prese TLC all’impianto fisso, una
canaletta battiscopa con
relativi accessori.
Corridoio 1 punto luce a soffitto o a 1 presa 2P+T10A, P11 Comandi almeno alle
parete (ogni 5m) 1 suoneria estremità.
Canalizzazione di riserva per
impianti futuri o canaletta
battiscopa e relativi accessori.
Locale servizi igienici 1 punto luce a soffitto 1attacco scaldabagno
1 punto luce a parete 1 interruttore comando
2 interruttori 1 presa 2P+T10A, P11

Nota Per la scelta degli interruttori differenziali di tipo A e di tipo B vedere la Norma CEI 64-8 Va-
riante 1.

In Figura 11 è riportato un esempio di dotazioni per unità immobiliari ad uso uf-


ficio.

10.7 Locali ad uso medico


Per i locali ad uso medico si applicano le prescrizioni della Variante 2 della
Norma CEI 64-8/7 e le raccomandazioni della relativa Guida, attualmente allo
studio.

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Fig. 11 Esempio di dotazioni per unità immobiliari ad uso ufficio

11 NEGOZI

11.1 Si esamina il caso di negozio costituito da zona vendita, retro (magazzino), locali
ausiliari (servizi) e che non sia soggetto a particolari prescrizioni in relazione a
superficie, tipo di arredamento ed attrezzature presenti e merce (prescrizioni di
sicurezza contro l’incendio ecc.). In questi ultimi casi si devono rispettare anche
le particolari prescrizioni fornite dalle relative Norme CEI e dalla Guida CEI 64-51
“Impianti elettrici nei centri commerciali”.

11.2 Si consiglia di attendere la definizione dello studio di sistemazione d’interno (ar-


redo ecc.) prima di effettuare il progetto esecutivo e di eseguire gli impianti elet-
trico e per TLC.
Nota Per la scelta degli interruttori differenziali di tipo A e di tipo B, vedere la Norma CEI 64-8, Va-
riante 1.

11.3 Al fine di evitare, a seguito di future variazioni nella destinazione d’uso del nego-
zio, consistenti opere di adattamento che comportino rifacimenti della parte mu-
raria, si consiglia di predisporre nel locale vendita la posa di una o più canalizza-
zioni lungo il perimetro (ad anello) con cassette ai 4 angoli, raccordate al quadro.

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11.4 In attesa della definizione delle caratteristiche degli apparecchi utilizzatori da ali-
mentare è sconsigliato l’infilaggio dei cavi perché questi potrebbero risultare ina-
deguati al tipo di impianto considerato.
Le dotazioni minime orientative da prevedere, a titolo di esempio, sono indicate
nella Tabella 6.

Tab. 6 Esempio di dotazioni impiantistiche da prevedere nei locali ad uso negozio

Locale Illuminazione Altri usi Osservazioni


Locale servizi igienici 1 punto luce a soffitto 1 presa 2P+T10A, P11
1 punto luce a parete 1 predisposizione per
2 interruttori alimentazione scaldacqua.
Locale vendita 1 o più punti luce e loro n. prese 2P+T10A, P11 Circuiti vetrina ed insegna
comandi centralizzati n. prese 2P+T16A, P30 con comando manuale ed
1 comando luce in prossimità 1 presa TLC automatico. Canalizzazioni
uscita 1 punto citofono per impianto antiintrusione.
1 circuito distinto per vetrina E’ opportuno inoltre
1 circuito per insegna prevedere:
luminosa • antenna TV;
• diffusione sonora;
• luce sicurezza;
• canalizzazioni vuote ad
anello per scorta.
Locale deposito 1 punto luce a soffitto 1 2 presa 2P+T10A, P11 Quadro elettrico
interruttore 1 presa 2P+T16A, P30 dimensionato per almeno 5
1 presa per TLC interruttori derivati

12 MAGAZZINI

12.1 Si prende in esame il caso di un magazzino adibito ad uso deposito merci costi-
tuito da una zona deposito e da locali ausiliari (servizi ed eventuale ufficio).

12.2 Quando il magazzino è destinato a deposito merci soggette a prescrizioni di sicu-


rezza contro l’incendio o l’esplosione occorre verificare se gli impianti elettrico e
telefonico sono soggetti rispettivamente alla Norma CEI 64-8, Sez. 751, o alla
Norma CEI 31-30.
Nota Per alcune merci, in relazione anche alla superficie del locale deposito, può essere prescritta
l’installazione di impianti di rilevamento e/o spegnimento incendi.

In ogni caso si devono considerare i possibili effetti che possono avere sull’im-
pianto l’ubicazione, la ventilazione del locale e le azioni meccaniche dovute
all’uso, ricorrendo, se necessario, a componenti particolarmente resistenti ad urti,
corrosioni, umidità, ecc.

12.3 Si consiglia di attendere la definizione dello studio di sistemazione delle attrezza-


ture prima di effettuare il progetto esecutivo ed eseguire gli impianti elettrico e
per TLC.

12.4 Indipendentemente dalla tipologia del locale e dalla disposizione delle attrezza-
ture le dotazioni seguenti costituiscono un riferimento di base:
a) Quadro elettrico
Dimensionato per almeno 5 interruttori derivati (monofase e/o trifase) e pre-
disposto per l’allacciamento in ingresso ed in uscita anche per alimentazione
trifase.

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b) Locale ufficio
Si rimanda a quanto indicato nel capitolo 10.
c) Locali di servizi igienici
Si rimanda a quanto indicato nel punto 11.4, con riferimento alla Tabella 6.
d) Locale deposito e movimentazione merci
 punti luce tra gli eventuali scaffali con relativi comandi, possibilmente
centralizzati;
 punti luce lungo i corridoi di distribuzione con relativi comandi, possibil-
mente centralizzati;
 1 punto comando luce in prossimità delle uscite;
 punti presa 2P + T 10A, P11;
 punti presa 2P + T 16A, P17/P11, bipasso;
 punti presa 2P + T 16A, P30;
 predisposizione canalizzazione per impianto antiintrusione di tipo volu-
metrico o con sensori elettromeccanici, questi ultimi in corrispondenza
delle aperture esterne;
 1 presa per TLC;
 punto citofono per eventuale portineria.
e) Punti luce di sicurezza.

12.5 Considerata la frequenza di variazioni nelle esigenze di gestione dei magazzini, si


consiglia l’esecuzione di impianto in vista, di tipo protetto anche da azioni mec-
caniche, con prese preferibilmente ad almeno 1,5 m dal pavimento

13 BAR

13.1 Viene considerato il caso di bar dotato della usuale attrezzatura, costituito da
zona destinata al pubblico, locale deposito, locale servizio.
Eventuali locali sotterranei ad uso deposito devono essere trattati come nel capi-
tolo 12.

13.2 Si consiglia si attendere la definizione dello studio di sistemazione d’interno (ar-


redo ecc.) prima di effettuare il progetto esecutivo e di eseguire gli impianti elet-
trico e per TLC.

13.3 Le seguenti dotazioni costituiscono un riferimento di base (vedere a titolo di


esempio la Figura 12).
a) Quadro elettrico
Deve essere posizionato in luogo facilmente accessibile dall’operatore. Si in-
dica un esempio di soluzione che risponde ai seguenti criteri:
 alimentazione trifase e relativo interruttore differenziale generale provvi-
sto di protezione magnetotermica incorporata (si rimanda a quanto indi-
cato in 8.1.3);
 interruttori automatici con protezione differenziale con corrente nominale
differenziale Idn ≤ 30 mA per:
 un circuito bancone, di regola trifase;
 prese a spina interne ed esterne;
 apparecchi di comando con protezione contro le sovracorrenti per circuiti;
 punti luce interni;

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 punti luce esterni, eventuali;
 punti luce e prese a spina per retro e servizi;
 insegna (con comando ad orologio);
 vetrine (eventuali, con comando ad orologio).
b) Locale deposito (si rimanda a quanto indicato nel Capitolo 11).
c) Locale o zona destinata al pubblico.
Nota I componenti dell’impianto (in particolare le prese a spina) devono essere per quanto possibile
sottratti all’accesso da parte del pubblico.
 uno o più punti di luce con relativi comandi (possibilmente centralizzati
in zona non frequentata dal pubblico);
 un punto comando luce in prossimità delle uscite;
 eventuale circuito per illuminazione vetrina alimentata direttamente dal
quadro, con comando manuale e/o automatico;
 eventuale circuito per luci e prese a spina poste all’esterno dell’edificio;
 circuito per insegna luminosa;
 punti presa 2P + T 10A, P11;
 punti presa 2P + T 16A, P17/P11, bipasso;
 punti presa 2P + T 16A, P30;
 circuito, possibilmente separato, per registratore di cassa;
 canalizzazioni per impianto antiintrusione di tipo volumetrico o con sen-
sori elettromeccanici, questi ultimi in corrispondenza delle aperture ester-
ne (porte e finestre);
 punto telefono (TLC) di utente privato ed eventuale punto telefonico pub-
blico (è utile definire le modalità con la Società telefonica). È opportuno
che i punti predetti siano collegati tra loro tramite idonea canalizzazione;
 prese per antenna radio e televisione;
 diffusione sonora.

13.4 Indicazioni aggiuntive


a) Banco di mescita
Le prese a spina e gli interruttori del banco di mescita non devono essere in-
stallati sul piano di lavoro, né essere posti in zone tali da poter essere investiti
da liquidi o altre sostanze, a meno che non vengano installate in involucri
che presentino un grado di protezione non inferiore a IPX4.
Eventuali parti dell’impianto elettrico che siano installate nel banco di mescita
sono soggette alla Norma CEI 64-11.
b) Si raccomanda di prevedere un numero di prese fisse adeguato al numero di
apparecchi utilizzatori che si prevede di utilizzare, in modo da evitare l’ali-
mentazione di più apparecchi utilizzatori da un’unica presa.
c) Illuminazione di sicurezza
Nella zona circostante il banco di mescita ed eventuali altri locali frequentati
dal pubblico, è opportuno sia installato un adeguato impianto di illuminazio-
ne di sicurezza tale da consentire un ordinato deflusso dei presenti con auto-
nomia non minore di 1 h. In genere sono utilizzate singole lampade con pro-
pria sorgente autonoma.

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Fig. 12 Esempio di schema dei circuiti per unità ad uso bar

Id
0,3 A
Tipo S
Id 30 mA Id 30 mA Id 30 mA

all’esterno (eventuali)
Servizi igienici e retro

Prese poste
Punti luce
Bancone

Insegna
Prese

14 RISTORANTE

14.1 Si considera un ristorante (o self-service o pizzeria ecc.) costituito principalmente


da locale cucina, locale servizio, magazzino e zona per il pubblico. Sono esclusi
gli esercizi nei quali siano effettuate attività di convegno, spettacolo ed intratteni-
mento in genere.

14.2 Dei locali costituenti il ristorante si considerano solamente il locale cucina e la


zona frequentata dal pubblico.
Per gli altri locali (magazzini, depositi, servizi ecc.) valgono le indicazioni già for-
nite nei punti precedenti della presente Guida.

14.3 Per la presenza di acqua, vapori e per la presenza di apparecchi alimentati a gas
(GPL, metano ecc.), si deve porre la massima attenzione nell’esecuzione degli
impianti elettrici e nella installazione dei loro componenti nelle cucine, seguendo
le indicazioni dei seguenti punti.

14.4 Quadri elettrici


In partenza dal gruppo di misura si consiglia di predisporre due circuiti, come in-
dicato in Fig. 13 con relativi dispositivi di protezione e di comando:
a) quadro della zona cucina
Viene di regola posizionato in cucina od in sua prossimità, in luogo facilmen-
te accessibile, ma non in vicinanza di sorgenti di calore, né sottoposto a
spruzzi d’acqua od a depositi di sporco.

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Per lo schema di questo quadro si indica un esempio di soluzione che rispon-
de ai seguenti criteri:
 alimentazione trifase e relativo interruttore generale di manovra non auto-
matico (si è preferito proteggere il quadro contro i contatti indiretti instal-
lando a valle del gruppo di misura un interruttore differenziale);
 un circuito trifase per la friggitrice;
 un circuito trifase per il tritacarne;
 un circuito trifase per lo scaldavivande;
 un circuito trifase per il motore cappa di aspirazione;
 un circuito trifase per le prese a spina 400 V (con interruttore differenziale
avente Idn ≤ 30 mA);
 un circuito monofase per l’aspiratore del locale cucina;
 un circuito monofase per lo scaldacqua;
 un circuito monofase per i frigoriferi;
 un circuito monofase per prese a spina 230 V (con interruttore differenzia-
le avente Idn ≤ 30 mA).
Per il numero dei circuiti da prevedere occorre tener conto, di volta in volta,
del numero e delle caratteristiche dei singoli apparecchi utilizzatori installati.
b) quadro della zona del pubblico
Posizionato in luogo non facilmente accessibile al pubblico.
L’alimentazione può essere monofase con interruttore generale differenziale
avente Idn ≤ 30 mA.
A titolo di esempio si indicano qui di seguito i circuiti che potrebbero essere
necessari:
 circuito per punti luce;
 circuito per prese a spina del locale;
 circuito per eventuali punti luce esterni;
 eventuale circuito per prese a spina delle vetrinette refrigerate.
Nota Per ristoranti aventi superficie ridotta o dove non esista separazione muraria tra cucina e
zona del pubblico, i quadri di cui in a) e b) possono essere riuniti.

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GUIDA
Tipo S
Id

3 fasi
400 V + N
0,3 A

Punti luce
a) Quadro zona cucina

Gruppo di misura

Friggitrice
Tritacar ne
Scaldavivande

del pubblico deve essere a doppio isolamento


Aspiratore cucina
30 mA
Punti luce Cappa di aspirazione

• Il circuito a monte dell’interruttore differenziale del quadro della zona


b) Quadro zona del pubblico
Id

Prese locale Prese 230 V


30 mA

(affettatrice – pelapatate)
Eventuali punti Scalda acqua
luce ester ni
Eventuali prese Circuito frigoriferi
vetrinette

Id
Circuito prese 230 V

30 mA
Esempio di schema dei circuiti per quadri unità ad uso ristorante Fig. 13
14.5 Locale cucina
Si deve tenere presente che:
a) per gli impianti elettrici delle cucine con potenzialità inferiore od uguale a
35 kW (30000 kcal/h), alimentate con gas metano o GPL, e per le cucine si-
tuate in compartimenti di classe inferiore a 30, alimentate con gasolio, si ap-
plicano le prescrizioni della Sez. 422 della Norma CEI 64-8;
b) per gli impianti elettrici delle cucine alimentate con gasolio che devono esse-
re situate in compartimenti di classe superiore od uguale a 30 si applicano an-
che le prescrizioni della Sez. 751 della Norma CEI 64-8;
c) per gli impianti elettrici delle cucine alimentate con gas metano o con GPL,
con potenzialità superiore a 35 kW, si applicano anche le prescrizioni delle
Norme CEI 31-30 e 31-33, nonché le raccomandazioni delle Guide CEI 31-35
e 31-35/A.

Generalmente il limite di 35 kW è praticamente spesso raggiunto in tutti gli eser-


cizi pubblici di ristorazione anche a ridotto numero di posti, in quanto si riferisce
alla somma delle potenzialità di tutti gli apparecchi utilizzatori presenti nel locale.
In generale anche la fornitura di metano è unica per le cucine, per il riscalda-
mento, per l’acqua calda e per tutti i bruciatori che sono nel locale di servizio
(cucina).
Si ricorda che per gli impianti elettrici citati nei precedenti punti b) e c) è obbli-
gatoria la redazione di un progetto ai sensi della legge 46/90.
Per le grandi mense di ristorazione, le cui cucine hanno una potenzialità elevata
(> 100 kW), vanno inoltre istruite le pratiche di prevenzione incendi di compe-
tenza dei Vigili del Fuoco.
La figura 14 mostra un esempio di un locale cucina ed il riferimento alla potenza
limite di 35 kW al focolare.

Fig. 14 Esempio di disposizione di componenti di una cucina alimentati a metano

Nota A titolo informativo si danno alcune indicazioni sulla potenzialità di qualche impianto utiliz-
zatore:
cucina 4 fuochi con forno: circa 23 kW (20000 kcal/h);
bistecchiera: 7 - 14 kW (6000 - 12000 kcal/h);
pentola 150 dm3: 23 kW (20000 kcal/h).

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14.5.1 Comando di emergenza
Deve essere previsto un comando di emergenza interno al locale, in posizione
facilmente accessibile, che interrompa l’alimentazione di tutti gli apparecchi uti-
lizzatori elettrici della cucina, o di parte di essi, per i quali sia necessario elimina-
re pericoli imprevisti (anche di natura non elettrica).
Si raccomanda che tale comando non interrompa i circuiti luce.
Deve essere inoltre previsto, per i casi citati nei due alinea del punto 8.5, un co-
mando di emergenza installato all’esterno del locale cucina in posizione facil-
mente accessibile da un ingresso, per togliere tensione a tutto l’impianto

14.5.2 Prese a spina e interruttori


Le prese a spina o gli interruttori devono essere ubicati ad altezza opportuna dal
pavimento, che ne permetta un utilizzo corretto; l’esperienza ha dimostrato che
l’altezza di 1,2 m è in genere quella più conveniente.
È opportuno che prese a spina e interruttori siano installate in involucri che ab-
biano grado di protezione non inferiore a IP4X e non siano collocati sui piani di
lavoro in orizzontale.

14.5.3 Apparecchi utilizzatori


Si raccomanda di prevedere un numero di prese fisse adeguato al numero di ap-
parecchi utilizzatori che si prevede di utilizzare, in modo da evitare l’alimentazio-
ne di più apparecchi utilizzatori da un’unica presa.

14.5.4 Apparecchi di illuminazione


Si raccomanda che gli apparecchi di illuminazione abbiano un grado di protezio-
ne non inferiore a IPX4 ed essere costruiti in modo da consentire una facile puli-
zia degli stessi.

14.6 Ambienti aperti al pubblico


Per gli ambienti aperti al pubblico, se non soggetti a particolari prescrizioni in re-
lazione al tipo di arredamento, vale quanto esposto in 13.3 c) per i bar.
È inoltre consigliato un impianto di illuminazione di sicurezza come indicato in
13.4 c).

14.7 Locale servizi igienici


Per le dotazioni vale quanto indicato in 11.4, con particolare riferimento alla Ta-
bella 6. Si deve inoltre verificare la necessità di alimentare apparecchi quali rubi-
netti a comandi automatizzati, asciugamani ad aria calda, distributori di sapone
ecc.

15 ASCENSORI

Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 64-50, art. 4.5.

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16 AUTORIMESSE PUBBLICHE (LUOGHI DI RICOVERO DI AUTOVEICOLI)

Valgono le informazioni riportate nella Guida CEI 64-50, art. 4.6.

17 UNITÀ PER ALTRI USI (AGENZIE BANCARIE, LABORATORI, PALESTRE,


DISCOTECHE ECC.)

Gli impianti di queste unità possono essere ordinari ed assimilabili ad uno dei
casi sviluppati oppure soggetti a particolari prescrizioni e vanno pertanto consi-
derati caso per caso (esempi di altri usi possono essere palestre, saune, discote-
che, ecc.
In particolare per i laboratori vale quanto detto per i magazzini nel capitolo 12
relativamente ai problemi derivanti da pericoli d’incendio, di esplosione, umidità
ed azioni meccaniche. Si consiglia di considerare inoltre i possibili effetti dovuti a
processi chimici di corrosione.
Data la varietà delle possibili attività svolte e del materiale usato, delle attrezzatu-
re e degli arredi presenti, si consiglia di attendere la definizione delle dotazioni
ed il loro posizionamento prima di effettuare il progetto esecutivo e di eseguire
l’impianto elettrico e per TLC.
Quando il laboratorio è destinato a trattare sostanze che possono dar luogo a pe-
ricoli di esplosione, occorre verificare se l’impianto elettrico e quello telefonico
sono soggetti alle Norme CEI 31-30, 31-33, nonché alle Guide CEI 31-35 e
31-35/A.
Per quanto riguarda gli uffici di notevoli dimensioni e le agenzie bancarie è a vol-
te consigliabile eseguire per gli impianti elettrici e telefonici di queste utenze una
distribuzione agli apparecchi utilizzatori a pavimento con particolari canalizzazio-
ni sotto pavimento e torrette o canalette battiscopa e cornici.
Detta distribuzione interessa soprattutto la zona destinata agli impiegati e realiz-
zata con saloni dove non è quasi mai sufficiente l’impianto tradizionale.
In particolare per le agenzie bancarie è consigliabile l’installazione di un impian-
to di illuminazione di sicurezza con le caratteristiche indicate, con riferimento
all’impianto elettrico di bar, al punto 13.4 c).
Nota Informazioni specifiche relative alle sale convegno e alle discoteche sono contenute nel Progetto
di Guida CEI C. 820: “Guida per l’esecuzione degli impianti elettrici nei locali di pubblico spet-
tacolo”.

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APPENDICI ALLA GUIDA CEI 64-53
Per le seguenti appendici da A a G, valgono, in quanto applicabili, le informazio-
ni riportate nella Guida CEI 64-50, terza edizione.
Appendice A: Principali leggi, decreti e circolari ministeriali in vigore ri-
guardanti gli impianti elettrici negli edifici ad uso residen-
ziale e terziario
Appendice B: Elenco delle principali norme CEI ed UNI di riferimento
Appendice C: Principali segni grafici per piani di installazione architet-
tonica e schemi elettrici
Appendice D: Esempi di moduli utilizzabili per conoscere le caratteristi-
che dell'impianto elettrico nelle unità immobiliari e nei
servizi comuni
Appendice E: Esempi di moduli utilizzabili per determinare la consisten-
za dell'impianto elettrico nelle unità immobiliari e nei ser-
vizi comuni
Appendice F: Informazioni orientative:
F.1: Determinazione della corrente di impiego IB di un cir-
cuito
F.2: Determinazione della portata delle condutture elettri-
che
F.3: Determinazione del potere di interruzione dei disposi-
tivi di protezione
F.4: Determinazione della caduta di tensione nelle condut-
ture realizzate con cavi di rame
Appendice G: Selettività e back-up negli impianti di bassa tensione

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APPENDICE
H ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DI MONTANTI COSTITUITI DA CAVI
UNIPOLARI IN RAME ISOLATI CON PVC O DA CAVI MULTIPOLARI

H.1 Informazioni preliminari


Vengono riportati qui di seguito gli elementi sulla base dei quali si è effettuato il
dimensionamento del montante del quale in H.2 viene calcolata la caduta di ten-
sione.

Utenze monofase 230 V Utenze trifase 400 V


Potenza contrattuale (kW) 1,5 3 4,5 6 10 3 6 10 20
Potenza tollerata +10% 1,65 3,3 4,95 6,6 11 3,3 6,6 11 22
Corrente max tollerata (A) 7,97 15,94 23,91 31,88 53,14 5,30 10,60 17,66 35,32
a)
Corrente nominale interruttore utente (A) 8 15 25 32 50 8 10 20 40
Corrente di non intervento Inf = 1,13 In (A) 9,04 16,95 28,25 36,16 56,5 9,04 16,95 22,6 45,2
Cavi unipolari senza guaina isolati in PVC entro tubo sotto intonaco, tipo posa 5 (un solo strato)
Sezione cavo montante (mm2) 2,5 6 10 10 16 2,5 4 6 16
Portata (A) 24 41 57 57 76 21 28 36 68
b)
Portata con fattore di riduzione K = 0,70 16,8 28,7 39,8 39,8 53 14,7 19,6 25,2 47,6
c)
Caduta di tensione % 2 2 2 2 2 2 2 2 2
d)
Lunghezza max 36 34 35 36 128 75
(a) Il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti a valle del punto di consegna si può omettere se sono soddisfatte le condizioni indicate
nel commento alla sezione 473 della 64-8
(b) Per la situazione prevista dal presente esempio si è valutato, in assenza di informazioni precise al riguardo nella Norma CEI UNEL 35024/1,
la cui tabella IV si applica a cavi con guaina, che potesse essere ragionevolmente scelto un fattore di riduzione eguale a 0,70.
(c) Per rispettare il valore di caduta di tensione del 4% raccomandato dalla Norma CEI 64-8 si è ipotizzato una caduta di tensione del 2% lungo
il montante e di 2% all'interno dell'unità immobiliare. Per un valore diverso della caduta di tensione si può utilizzare la tabella F.4 della
64-50 o le tabelle sotto riportate.
(d) La lunghezza massima e la corrispondente caduta di tensione è riferita alla corrente nominale dell'interruttore del distributore e vale per un
fattore di potenza di 0,9 per utenze monofase e di 0,8 per utenze trifase.

I valori della resistenza, impedenza sono stati ricavati dalla tabella


CEI-UNEL 35023-70, il valore di (∆v) per cos ϕ = 0,9 è stato calcolato con

∆v = k (R cos ϕ + sen ϕ)

Dove k = 1,73 per circuiti trifase e k = 2 per circuiti monofase


La caduta di tensione (u) di una conduttura si calcola con la seguente formula

u = IB ⋅ L ⋅ [ k ⋅ (R cos ϕ + sen ϕ)] / 1000 = IB ⋅ L ⋅ ∆v / 1000

dove
IB = corrente d'impiego
L = lunghezza conduttura

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Sezione (mm2) Cavi bipolari Cavi tripolari

resistenza resistenza Caduta di resistenza reattanza Caduta di


tensione (∆v) tensione (∆v)

ohm/km ohm/km Cos ϕ = 0,9 ohm/km ohm/km Cos ϕ = 0,9

mV/Am mV/Am

2,5 9,08 9,08 16,44 9,08 0,109 14,22

4 5,68 5,68 10,31 5,68 0,101 8,92

6 3,78 3,78 6,89 3,78 0,0955 5,96

10 2,27 2,27 4,16 2,27 0,0861 3,60

16 1,43 1,43 2,65 1,43 0,0817 2,29

25 0,91 0,91 1,7 0,91 0,0813 1,47

H.2 Esempio di calcolo della caduta di tensione


Calcolo della caduta di tensione di un montante costituito da una linea monofase
avente sezione di 2,5 mm2, lunghezza 50 m e IB = 10 A

u = 10 ⋅ 50 ⋅ 16,44 / 1000 = 8,22 V

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APPENDICE
I ESEMPIO DI TABELLA SCHEMATICA RELATIVA ALL'IMPIANTO
REALIZZATO, UTILIZZABILE NEI CASI PIÙ SEMPLICI

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I.1 Breve descrizione dell’impianto realizzato
Può essere redatta una breve descrizione dell’impianto realizzato includendo, ol-
tre alle informazioni riportate nella precedente tabella schematica, nel caso in cui
questa tabella non sia stata compilata, informazioni riguardanti ad esempio le se-
guenti voci:
 il tipo di impianto (energia, illuminazione, o altro);
 l’ambiente in cui sono installati i vari componenti elettrici ed in particolare
sono posate le condutture;
 il grado di protezione (IP) dei componenti elettrici, quando questi siano in-
stallati in luoghi particolari;
 le caratteristiche dei componenti elettrici relativamente alla protezione contro
i contatti indiretti, con particolare riferimento al dimensionamento dell’im-
pianto di terra (conduttori di protezione, conduttori equipotenziali principali
e supplementari, conduttori di terra e dispersore);
 le caratteristiche dei componenti elettrici con riferimento alla protezione con-
tro i contatti diretti;
 i tipi e le caratteristiche degli eventuali circuiti ausiliari, ad esempio degli im-
pianti citofonici, degli impianti di segnalazione e di allarme e degli impianti di
antenna TV;
 le predisposizioni per altri impianti, ad esempio per impianti telefonici;
 i risultati delle verifiche, per i quali si può tuttavia rinviare al rapporto (facol-
tativo) di verifica.

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APPENDICE
L INDICAZIONI PER LA PREDISPOSIZIONI DELLE INFRASTRUTTURE PER IL
CABLAGGIO PER TELECOMUNICAZIONI E DISTRIBUZIONE
MULTIMEDIALE
Nella presente appendice è riportato un estratto del contenuto dei paragrafi della
Guida CEI 306-2, (inerente al cablaggio per telecomunicazioni e distribuzioni
multimediali negli edifici residenziali), relativi alla predisposizione delle infra-
strutture. L’inserimento di queste indicazioni vuole essere di ausilio per una pro-
gettazione e realizzazione delle infrastrutture che tenga conto anche delle esigen-
ze degli impianti per telecomunicazioni.

L.1 Struttura
La topologia del cablaggio per telecomunicazioni, indicata in base a orientamenti
internazionali, è quella a stella, con i rami che si dipartono da un centrostella a
cui arriveranno anche i cavi per i diversi servizi che dalle reti urbane e di edificio
sono portati nell’appartamento.
E’ opportuno che il centrostella sia in posizione baricentrica rispetto all’unità abi-
tativa; ciò e vero soprattutto per le unità immobiliari più estese. Il centro stella
deve essere sistemato in un luogo dove vi sia spazio sufficiente a installare il
complesso di distribuzione.
La struttura di cablaggio indicata è quella che integra su un’unica stella, sia pur su
cavi diversi, la distribuzione dei segnali di telecomunicazione con quelli TV. Que-
sta integrazione permette una razionalizzazione delle infrastrutture e aumenta la
flessibilità del cablaggio.
Nella configurazione di riferimento indicata, ogni ramo della stella raggiunge e
termina ad un punto di utilizzazione. Il numero di cavi (di ciascuno dei tipi con-
siderati) che raggiunge ciascun punto di utilizzazione e la numerosità di questi
ultimi può variare in base al livello dei servizi che si presume di volere distribuire
nell’unità abitativa.
E’ suggerita l’installazione di almeno un punto di utilizzazione per stanza; il nu-
mero di tali punti dovrebbe comunque essere tale che da ogni zona dell’unità im-
mobiliare sia possibile raggiungere un punto di utilizzazione con un cordone
lungo non più di otto metri; inoltre è opportuno che almeno un punto di utilizza-
zione sia presente su ogni segmento ininterrotto di parete largo almeno 4 metri.
Accanto ad ogni punto di utilizzazione, e al centro stella, dovrebbe esserci una
presa dell’energia elettrica. La lunghezza massima ammessa per ogni ramo della
stella è di 90 metri.
La struttura a stella sopra suggerita, che offre la maggiore capacità e flessibilità, è
quella di riferimento a cui tendere. Nella realizzazione pratica dei cablaggi in am-
bienti dove sia impossibile installare nuove tubazioni e ci si debba limitare a uti-
lizzare quelle preesistenti, si potranno considerare soluzioni miste stella-bus (o al
limite un semplice bus). D’altra parte, le limitazioni che una soluzione a bus
comporta in termini di flessibilità, ne sconsigliano l’uso, se non come soluzione
di ripiego, quando non sia possibile una soluzione totalmente a stella.

L.2 Predisposizione delle infrastrutture per il cablaggio all’interno dell’unità


abitativa
La predisposizione di adeguate infrastrutture è essenziale, soprattutto negli edifici
di nuova costruzione, e deve essere attentamente valutata, con lo scopo di realiz-
zare infrastrutture che non pongano barriere all’evoluzione del cablaggio dell’edi-
ficio e alla penetrazione dei servizi.

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Internamente alla singola unità immobiliare dovranno essere progettate infrastrut-
ture coerenti con la struttura descritta al precedente articolo L.1. In particolare si
dovranno tenere in considerazione:
 numero e posizione dei punti di utilizzazione;
 numero di cavi da portare ai punti di utilizzazione;
 distanza tra ciascun punto di utilizzazione e il centro stella;
 necessità di posizionare il centrostella dove vi sia spazio sufficiente per instal-
lare il complesso di distribuzione e per le canalizzazioni che ad esso devono
arrivare.

Nella pianificazione si deve valutare la possibilità di una futura richiesta di servizi


avanzati, anche quando inizialmente siano considerati solo i servizi base, per
predisporre infrastrutture adatte a tale evoluzione.
Al punto scelto per il centrostella deve essere installato un armadio di dimensioni
adeguate alla totalità delle installazioni previste per il complesso di distribuzione.
Anche in questo caso si deve tenere presente la possibilità di una futura richiesta
di servizi avanzati: anche se si installa inizialmente (ad esempio incassandolo nel
muro) un armadietto dimensionato per contenere gli organi di distribuzione rela-
tivi ai soli servizi base, la sua posizione andrà scelta in modo tale che vi sia spa-
zio per un armadio più grosso (che potrà essere eventualmente esterno al muro).
A partire dal centrostella realizzato nell’unità abitativa, devono essere previsti i
seguenti condotti (in genere tubazioni) per l’installazione dei cavi:
 Un condotto verso il punto di congiunzione tra l’infrastruttura della parte co-
mune dell’edificio e quella dell’appartamento (o verso ogni punto di ingresso
delle reti esterne nell’edificio, nel caso di edifici con una sola unità abitativa).
Il diametro interno utile consigliato per tale condotto è di almeno 38 mm.
 Condotti verso i punti adatti alla installazione delle antenne per la ricezione
TV, terrestre (tetto) e satellitare (tetto o parete a sud). Ciò se non sono previsti
impianti di antenna per la ricezione TV centralizzati all’edificio, e quindi con
ingresso al punto di cui al capoverso precedente. Tali condotti devono essere
adeguati alla installazione di cavi necessari: uno per la TV terrestre e sino a 4
per la TV satellitare.
 Condotti verso i punti di utilizzazione, del diametro sufficiente per l’installa-
zione dei cavi previsti per ciascun punto, nella fase finale dell’evoluzione pre-
vista (un punto di utilizzazione per servizi avanzati prevede due cavi a coppie
simmetriche e due cavi coassiali, più un cavo con due fibre ottiche).
Considerato che la norma CEI 64-8 indica un rapporto minimo 1,3 tra diame-
tro interno utile del tubo e diametro del cerchio che circoscrive il complesso
di cavi inserito nel tubo e tenuti presenti i diametri tipici dei cavi usati per il
cablaggio in questione, si suggerisce di raggiungere ciascun punto di utilizza-
zione previsto per servizi avanzati con due tubi aventi diametro interno utile
di almeno 18 mm, o con altro tipo di canalizzazione avente capacità equiva-
lente (eventuali canaline devono avere la dimensione interna minima di al-
meno 10 mm. Per informazioni sul numero di cavi installabili in una data ca-
nalina conviene far riferimento alla documentazione del costruttore).
Dato il numero delle canalizzazioni che convergono verso il centrostella, è
possibile adottare soluzioni che riuniscano in canalizzazioni di sezione mag-
giorata e capacità equivalente i condotti che percorrono la stessa dorsale, po-
nendo scatole di manovra o rompitratta nei punti di transizione tra condotti a
sezione diversa.
Ai punti di utilizzazione devono essere installate scatole per le prese. La soluzio-
ne consigliata, per i punti di utilizzazione destinati ai servizi base, consiste in una
scatola rettangolare standard a 3 moduli (dimensioni interne ~ 90 x 60 x 50 mm),

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quella consigliata per i punti destinati ai servizi avanzati consiste in due di tali
scatole montate adiacenti, collegate tra loro da un tubo, con diametro interno uti-
le di almeno 18 mm, oppure in un’unica scatola di capacità equivalente.
In prossimità di ogni punto di utilizzazione deve trovarsi anche una presa
dell’energia elettrica. Un condotto con diametro interno utile di almeno 18
mm potrà essere posto tra la scatola (o una delle due scatole) del punto di
utilizzazione e la scatola della presa di energia elettrica, per favorire l’integra-
zione con il sistema di automazione della casa e per l’eventuale passaggio del
conduttore di terra.
 Un condotto di raccordo verso l’infrastruttura destinata all’impianto elettrico
per portare al centrostella il conduttore di protezione e gli eventuali condut-
tori attivi.
 Un condotto di raccordo verso l’armadio contenente dispositivi per l’automa-
zione domestica (quando questo esista e sia separato da quello per il com-
plesso di distribuzione).

In alternativa ai condotti, in parte del percorso i cavi possono essere installati in


controsoffitti o sotto pavimenti rialzati, purché siano rispettate le precauzioni di
sicurezza e in particolare quelle per garantire la separazione dai cavi di energia.
Nelle situazioni di prossimità dei cavi per telecomunicazione a fonti di calore (at-
traversamenti o parallelismi), si raccomanda di mantenere da queste una distanza
minima di 15 cm e, quando ciò non fosse possibile, l’utilizzo di opportuni isola-
menti termici.
Alcune indicazioni generali per la scelta e l’installazione dei condotti sono ripor-
tate nel seguito:
 È consigliata l’inserzione di scatole di manovra o rompitratta ogni due curve a
90 gradi e comunque ogni 10 m. Le scatole lungo i rami di lunghezza supe-
riore ai 30 m devono essere dimensionate per poter accogliere eventuali am-
plificatori di linea per la distribuzione dei segnali televisivi.
 I raggi di curvatura imposti ai cavi devono essere non inferiori a 60 mm.
 Le tubazioni incassate nei muri devono avere sempre andamento verticale
oppure orizzontale.
 Si raccomanda che le canalizzazioni realizzate per il cablaggio per telecomu-
nicazione e distribuzione multimediale siano riservate solo ad esso;
 La configurazione di base prevede l’installazione di scatole per il montaggio
del punto di utilizzazione solo al termine di ciascun ramo della stella. Ecce-
zionalmente, soprattutto quando si realizzi la sola infrastruttura per un cablag-
gio futuro, o quando esistano seri vincoli al numero di tubazioni installabili, si
potrà considerare l’installazione di due o più scatole lungo il ramo, soprattut-
to per permettere la scelta finale della posizione di un unico punto di termi-
nazione.
 Si raccomanda di produrre una documentazione dettagliata dell’infrastruttura
predisposta (come indicato all’articolo 7 della Guida CEI 306-2).

Nel caso di interventi su edifici esistenti (senza ristrutturazione radicale) si deve


tendere per quanto possibile al modello di infrastruttura a stella descritto prece-
dentemente. Poiché in questo caso è ipotizzabile l’utilizzo di condotti esistenti,
possono essere adottati, per alcuni servizi, rami cablati a bus.
La figura L1 riporta un esempio di schema dell’impianto di un appartamento con
cablaggio di livello base (a) e con cablaggio per servizi avanzati (b).

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Fig. L1 Schema della topologia dell’impianto nel caso di un appartamento con cablaggio di
livello base (a), e nel caso di cablaggio per servizi avanzati (b)

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L.3 Predisposizione delle infrastrutture per il cablaggio delle parti comuni di
edifici multiunità
L’infrastruttura di riferimento nei nuovi edifici è costituita da un condotto (in ge-
nere un cavedio in muratura) nel quale predisporre le canalizzazione per la sali-
ta/discesa dei cavi per telecomunicazioni e distribuzione multimediale, nonché
gli altri cablaggi.
A tale fine il cavedio deve svilupparsi per tutta l’altezza dell’edificio, dalla base al
sottotetto, in modo che il punto di ingresso delle reti esterne e dei segnali/servizi
possa essere situato a qualunque livello.
Lungo lo sviluppo del cavedio devono essere individuati locali adatti all’installa-
zione degli armadi/apparati necessari. Tali locali devono essere facilmente acces-
sibili; sono da escludere locali con rischio di incendi o esplosione (comprese le
autorimesse) o con rischio di allagamento. Il locale nel quale è previsto il raccor-
do con la rete di telecomunicazioni esterna deve essere raggiunto con due tubi
aventi diametro interno utile minimo di 50 mm (o una canalizzazioni equivalen-
te) predisposti allo scopo.
In corrispondenza dei vari piani deve esistere lo spazio per scatole o armadietti
di derivazione, dove installare giunti o organi di diramazione, nonché le eventua-
li parti attive in funzione del servizio (ad esempio gli amplificatori dell’impianto
TV).
Il cavedio deve essere dimensionato in modo da permettere la facile installazione
dei cablaggi previsti nell’edificio, anche in prospettiva di futuri ampliamenti. Per
la sistemazione dei cavi per telecomunicazioni e distribuzione multimediale og-
getto di questa guida, si suggerisce l’installazione di 3 tubi con diametro interno
utile di almeno 38 mm (o altre canalizzazioni equivalenti) lungo ogni colonna
che serva al massimo 8 unità abitative, aggiungendo un tubo per servire sino a 4
ulteriori unità.
Tra il punto di derivazione di piano, e il punto di ingresso nei vari appartamenti
deve essere posata una tubazione il cui diametro interno utile consigliato è di al-
meno 38 mm.
Nel caso di interventi su edifici esistenti l’infrastruttura di edificio deve avvicinarsi
il più possibile al modello precedentemente indicato. Allo scopo si potrà ricorre-
re anche al riutilizzo e adattamento di infrastrutture preesistenti, comprese even-
tualmente quelle utilizzate per altri servizi (quali ad esempio: pattumiere dismes-
se).
La figura L2 riporta un esempio di schema delle infrastrutture di un edificio mul-
tiunità.

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Fig. L2 Esempio di schema della infrastrutture di un edificio multiunità

Locale
Derivazioni di piano
Apparati

U.A. U.A. U.A. U.A.


Condutture per il passaggio
dei cavi per i servizi oggetto
della presente Guida (3 per
U.A. U.A. U.A. U.A. le prime 8 U.A. + 1 per le
ulteriori 4 U.A.)

U.A. U.A. U.A. U.A. Condutture di collegamento


tra il punto di derivazione e
le unità abitative

U.A. U.A. U.A. U.A. Condutture per il raccordo con


le reti di telecomunicazioni

Locale
Apparati

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APPENDICE
M PRINCIPALI PRESCRIZIONI APPLICABILI AGLI IMPIANTI ELETTRICI
ALIMENTATI A TENSIONE MONOFASE DI 230 V C.A. O TRIFASE DI
230/400 V, CON CORRENTE DI IMPIEGO NON SUPERIORE A 125 A, DI
EDIFICI AD USO PREVALENTEMENTE CIVILE

M.1 Scopo
La presente Appendice alla Guida CEI 64-53 riporta le principali prescrizioni ap-
plicabili agli impianti elettrici.alimentati a tensione monofase di 230 V c.a. o trifa-
se di 230/400 V, con frequenza di 50 Hz, e protetti mediante un dispositivo di
protezione contro le sovracorrenti avente corrente nominale non superiore a
125 A, di:
 edifici ad uso prevalentemente residenziale, comprese le loro dipendenze,
quali per esempio le autorimesse;
 edifici ad uso commerciale od industriale, nei quali il quadro di distribuzione
dell'utente sia situato nelle vicinanze del quadro del distributore di energia.

Essa si applica agli impianti elettrici dei locali contenenti bagni e docce, ma non
si applica agli impianti elettrici degli altri ambienti ed applicazioni particolari trat-
tati nella Parte 7 della Norma CEI 64-8.
Essa è intesa soprattutto a fornire informazioni riguardanti impianti elettrici di
modeste dimensioni per i quali la legge 46/90 ed il relativo regolamento di attua-
zione DPR 447/91 permettono che i progetti siano preparati da parte di tecnici
che non siano professionisti iscritti, nell'ambito delle rispettive competenze, negli
albi professionali.
La presente Appendice è principalmente destinata ad essere utilizzata da parte
degli installatori in possesso dei requisiti tecnico-professionali previsti dall'artico-
lo 2, comma 2, della legge 46/90.
Essa può tuttavia risultare utile anche per tutte le altre persone interessate alla re-
alizzazione dei precedenti impianti elettrici, in particolare per progettisti, distribu-
tori di energia elettrica, committenti, costruttori edili, Vigili del Fuoco e funzionari
di Enti pubblici.
Si precisa che lavori effettuati seguendo le istruzioni di questa Guida soddisfano
le prescrizioni della Norma CEI 64-8: si deve tuttavia tenere presente che, a causa
delle semplificazioni adottate, essa può condurre a risultati che non sono i più
economici.

M.1.1 Informazioni da richiedere


Prima di iniziare i lavori, l'elettricista dovrebbe ottenere dal distributore di ener-
gia elettrica le seguenti informazioni:
 numero di fasi da prevedere;
 sezione e lunghezza dei conduttori di collegamento ai terminali del contatore;
 massima corrente di cortocircuito presunta ai terminali della alimentazione;
 massima impedenza dell'anello di guasto a monte dell'impianto elettrico uti-
lizzatore;
 tipo e valori nominali del dispositivo del distributore di protezione contro le
sovracorrenti;
 eventuali esigenze del distributore relative al collegamento equipotenziale
principale;
 tipo di impianto di messa a terra;
 disposizione dei cavi in arrivo e degli strumenti di misura.

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M.2 Funzione dei vari componenti dell’impianto nel locale contenente
contatori
a) Interruttore automatico del distributore
Questo interruttore viene fornito dal distributore solo per scopi tariffari.
b) Contatore del distributore
Questo contatore viene sigillato dal distributore allo scopo di evitare mano-
missioni da parte di persone non autorizzate.
c) Cavi di collegamento al contatore del distributore.
Questi cavi appartengono all'impianto utilizzatore.
Essi devono essere provvisti di guaina oppure, quando essi siano cavi unipo-
lari senza guaina, devono essere posati entro tubi protettivi od entro canali.
Il loro modo di installazione, la loro lunghezza massima e la loro sezione mi-
nima possono venire prescritte dal distributore, quando lo ritenga opportuno.
d) Quadro contenente l'interruttore automatico dell'impianto utilizzatore
Questo quadro viene installato a valle del contatore del distributore.
L'interruttore automatico in esso contenuto deve assicurare la protezione
dell'impianto utilizzatore contro le sovracorrenti. Esso può essere sostituito da
un interruttore differenziale provvisto anche di protezione contro le sovracor-
renti.
Nel caso di consegna centralizzata a varie unità immobiliari, i dispositivi di
protezione possono venire installati in quadri situati in ciascuna unità immo-
biliare: in questo caso gli interruttori alla base dei vari montanti possono esse-
re omessi se gli interruttori automatici del distributore, oltre che essere acces-
sibili agli utenti, risultano conformi alle prescrizioni relative alla protezione
contro le sovracorrenti e se i montanti sono costruiti in modo da rendere mi-
nimo il rischio di corto circuito.
e) Tratto di montante installato nel locale contatori
Si raccomanda che quando vengano utilizzati per i montanti cavi unipolari
senza guaina, questi vengano posati, nel caso di consegna centralizzata a va-
rie unità immobiliari, entro un tubo protettivo per montante.
Questa raccomandazione è considerata soddisfatta anche se i cavi unipolari
senza guaina vengano posati, nel tratto di percorso orizzontale all'interno del
locale contatori, entro uno stesso canale.

M.3 Protezioni

M.3.1 Tipi di dispositivi di protezione


Il quadro dell'impianto utilizzatore contiene dispositivi per la protezione contro:
a) i sovraccarichi;
b) i cortocircuiti;
c) i contatti elettrici.

Le funzioni a) e b) sono svolte di solito da un unico interruttore automatico ri-


spondente alla Norma CEI EN 60898.
La funzione c) viene svolta da un interruttore differenziale rispondente in genere
alle Norme CEI EN 61008 od EN 61009.
Uno stesso dispositivo rispondente alla Norma CEI EN 61009 può svolgere tutte e
tre le funzioni a), b) e c).

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M.3.2 Protezione contro i sovraccarichi
La protezione contro i sovraccarichi viene ottenuta rispondendo alle seguenti due
condizioni:

IB ≤ In ≤ Iz
I2 ≤ 1,45 Iz

dove:
IB = corrente di impiego del circuito (vedere, per la valutazione di questa cor-
rente, l'Appendice F-1 della Guida CEI 64-50)
Iz = portata in regime permanente della conduttura (vedere, per la valutazione
di questa portata nelle varie condizioni di posa, le Tabelle della Norma
CEI-UNEL 35024)
In = corrente nominale del dispositivo di protezione (il valore è riportato sulla
targa)
I2 = corrente che assicura il funzionamento del dispositivo di protezione entro
il tempo convenzionale (= 1,45 In, per interruttori automatici a Norma
CEI EN 60898)

M.3.3 Protezione contro i cortocircuiti


La protezione contro i cortocircuiti viene ottenuta rispondendo alla seguente con-
dizione:

(I2t) ≤ K2S2

dove:
(I2t) = integrale di Joule (viene in genere fornito dal costruttore del dispositivo
di protezione)
K = 115, per cavi in rame isolati con PVC
= 135, per cavi isolati con gomma ordinaria
= 145, per cavi isolati con gomma etilenpropilenica (EPR)
S = Sezione del rame in mm2

M.3.4 Protezione contro i contatti elettrici


a) Protezione contro i contatti diretti
La protezione contro i contatti diretti viene ottenuta mediante isolamento del-
le parti attive oppure mediante involucri o barriere: essa viene generalmente
realizzata dai costruttori dei vari componenti elettrici.
I cavi unipolari senza guaina devono essere posati in tubi protettivi o canali
oppure entro adatti involucri.
Gli interruttori differenziali aventi corrente differenziale nominale inferiore od
eguale a 30 mA possono essere usati per fornire una protezione addizionale
contro i contatti diretti, ma non per fornirne una protezione completa in sosti-
tuzione delle precedenti protezioni.
b) Protezione contro i contatti indiretti
La protezione contro i contatti indiretti viene prevista per limitare a valori di
sicurezza l'ampiezza e la durata delle tensioni che possono apparire in condi-
zioni di guasti a terra tra masse simultaneamente accessibili e tra masse e
masse estranee, o tra masse e terra.

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Questa protezione viene ottenuta mediante l'uso:
 di dispositivi di protezione (in genere interruttori differenziali) coordinati
con la resistenza verso terra dell'impianto di terra (sistema TT) o dispositi-
vi di protezione coordinati con le impedenze del circuito (sistema TN).
In quest’ultimo caso l’interruzione dell’alimentazione deve avvenire entro
i tempi previsti dalla Tabella 41 A della Norma CEI 64-8;
oppure
 di componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente.

Gli involucri di quadri contenenti dispositivi di protezione, in particolare in-


terruttori differenziali, utilizzati per la protezione contro i contatti indiretti dei
circuiti da essi protetti devono essere di Classe II oppure con isolamento
equivalente, se non sono quadri prefabbricati aventi un isolamento completo.
Si fa presente che, in caso di quadri metallici, i tratti di cavo compresi tra l'in-
gresso dell'alimentazione ed il dispositivo di protezione si considerano idonei
a soddisfare questa prescrizione anche se essi sono sprovvisti di guaina non
metallica o non sono installati in tubi protettivi, od in canali, isolanti, quando
abbiano la lunghezza strettamente necessaria ad effettuare la connessione, re-
alizzata in accordo con le eventuali indicazioni di montaggio fornite dal co-
struttore del dispositivo di protezione, ai terminali dello stesso dispositivo.
c) Protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti:
se ottenuta mediante bassissima tensione SELV, i circuiti devono rispettare le
seguenti condizioni:
 devono essere alimentati da sorgenti di sicurezza, quali i trasformatori di
sicurezza conformi alla Norma CEI 96-2,
 non devono avere parti attive collegate a terra od a conduttori di protezio-
ne di altri circuiti;
 devono essere provvisti, in aggiunta al loro isolamento principale, di una
guaina isolante,
 non devono avere masse collegate a terra, a masse o conduttori di prote-
zione di altri circuiti od a masse estranee.
 se ottenuta mediante bassissima tensione PELV, devono essere rispettate
tutte le prescrizioni dei circuiti SELV, con la eccezione che i loro circuiti
possono essere collegati a terra.
 non è necessario prevedere una protezione contro i contatti diretti se le
tensioni non superano i valori della seguente tabella:

Luoghi SELV PELV


Abitualmente asciutti 25 V c.a. o 60 V c.c. 25 V c.a. o 60 V c.c.

Bagni e piscine 12 V c.a. o 30 V c.c. Non permessa

Altri luoghi 12 V c.a. o 30 V c.c. 6 V c.a. o 15 V c.c.

d) È prescritto l'uso di interruttori differenziali aventi corrente differenziale no-


minale inferiore od eguale a 30 mA per proteggere:
 circuiti che alimentano prese a spina situate all'esterno, aventi corrente
nominale non superiore a 16 A;
 circuiti che alimentano prese a spina, aventi corrente nominale non supe-
riore a 16 A che possano essere ragionevolmente intese ad alimentare
componenti elettrici di Classe I, mobili, portatili o trasportabili, usati
all'esterno.

Per la protezione di circuiti che alimentano altre prese a spina, aventi corren-
te nominale non superiore a 16 A, l'uso di interruttori differenziali aventi cor-

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rente differenziale nominale inferiore od eguale a 30 mA, anche se non è pre-
scritto, è fortemente raccomandato.
e) Si raccomanda di suddividere l'impianto elettrico in più circuiti per ridurre al
minimo gli inconvenienti in caso di guasto anche di un solo circuito.
Questo vale in particolare nel caso in cui si tratti di circuiti alimentanti prese a
spina situate all'esterno.
Per ottenere selettività si possono utilizzare interruttori differenziali del tipo S
in serie con interruttori differenziali del tipo generale.

M.4 Messa a terra e conduttori di protezione


La Guida CEI 64-12, alla quale si rimanda, fornisce informazioni utili per la realiz-
zazione dell'impianto di terra in edifici per uso residenziale e terziario.
A completamento delle informazioni contenute in quest'ultima Guida CEI viene
precisato che nei locali contenenti bagni e docce deve venire previsto un collega-
mento equipotenziale supplementare.

M.4.1 Collegamento equipotenziale supplementare nei locali contenente bagni e


docce
Il collegamento equipotenziale supplementare deve collegare tra di loro, quando
siano simultaneamente accessibili, le masse e le masse estranee e, anche in as-
senza di masse, tra di loro le masse estranee che siano situate nel locale.
Mentre il conduttore equipotenziale supplementare che colleghi due masse deve
avere una sezione non inferiore a quella del più piccolo conduttore di protezione
collegato a queste masse, il conduttore equipotenziale supplementare che colle-
ghi una massa ad una massa estranea deve avere una sezione non inferiore alla
metà della sezione del corrispondente conduttore di protezione.
La sezione di questi conduttori equipotenziali supplementari non deve comun-
que essere inferiore a 4 mm2, se non è prevista una protezione meccanica, od a
2,5 mm2, se à prevista una protezione meccanica.
Si precisa che sono da considerare masse estranee (che possono introdurre il po-
tenziale di terra) le parti metalliche non facenti parte dell'impianto elettrico che
presentano verso terra un valore di resistenza inferiore a 1000 Ω.
Esempi di parti metalliche che possono risultare masse estranee sono:
 elementi metallici facenti parte dell'edificio;
 condutture metalliche di gas, acqua e per riscaldamento.

Le tubazioni metalliche è sufficiente che siano collegate all'ingresso del locale da


bagno.
Una vasca da bagno metallica non è in genere in contatto con i ferri del cemento
armato: non essendo una massa estranea non deve quindi venire collegata all'in-
sieme equipotenziale.
In questi locali i pavimenti non isolanti, ma non metallici, non sono da conside-
rare masse estranee.
Non è necessario che siano accessibili le connessioni dei conduttori equipoten-
ziali supplementari alle tubazioni metalliche all'ingresso di questi locali.

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M.5 Sezionamento, comando e protezione

M.5.1 Sezionamento
Per sezionamento si intende la funzione che contribuisce a garantire la sicurezza
del personale incaricato di eseguire lavori, riparazioni, localizzazione di guasti o
sostituzione di componenti elettrici, su od in vicinanza di parti attive.
Il sezionamento può essere ottenuto per mezzo di tipi diversi di apparecchi, qua-
li per esempio sezionatori e prese a spina, ma gli apparecchi più usati per questo
scopo sono gli interruttori automatici rispondenti alla Norma CEI 23-3 e gli inter-
ruttori differenziali rispondenti alle Norme CEI 23-42 e 23-44, per i quali le relati-
ve norme prevedono anche la funzione di sezionamento.
All'origine dell'impianto utilizzatore deve essere previsto un dispositivo atto a
svolgere la funzione di sezionamento.
Si precisa che nel caso di consegna centralizzata a varie unità immobiliari gli in-
terruttori automatici del distributore che, oltre che essere accessibili agli utenti, ri-
sultano conformi alle prescrizioni relative al sezionamento, sono considerati adat-
ti al sezionamento del montante
In altri punti dell'impianto utilizzatore per ogni circuito, o per ogni gruppo di cir-
cuiti quando le condizioni di servizio lo consentano, che debba venire sezionato
senza dover interrompere l'alimentazione a tutto l'impianto, deve essere previsto
un dispositivo di sezionamento.

M.5.2 Comando funzionale


Tutti i circuiti terminali, che siano destinati cioè ad alimentare apparecchi utilizza-
tori, devono potere essere interrotti per mezzo di interruttori, che tuttavia non è
necessario siano atti a svolgere funzioni di sezionamento.
Quando questi interruttori siano destinati ad interrompere circuiti alimentanti ap-
parecchi utilizzatori che comportino per le persone rischi di ustioni o di danni
dovuti a parti in movimento, essi devono essere in grado di interrompere la cor-
rente del carico ed essere installati in posizioni facilmente accessibili.

M.5.3 Comando ed arresto di emergenza


Devono essere previsti dispositivi per il comando di emergenza sui circuiti in cui
può essere necessario agire sull'alimentazione per eliminare pericoli imprevisti.
Gli organi di comando di questi dispositivi, dei quali in genere sono già provvisti
gli apparecchi utilizzatori che possono essere causa del pericolo, devono essere
identificati chiaramente di preferenza con colore rosso su sfondo giallo.

M.6 Identificazioni

M.6.1 Applicazione di targhette


Quando uno stesso componente contenga circuiti a tensioni diverse, per esempio
di sistemi a 230 V c.a. e di sistemi SELV, si raccomanda di applicare una targhetta
che lo metta in evidenza.
Si raccomanda anche di applicare targhette che prescrivano di non interrompere
il collegamento nei punti nei quali conduttori equipotenziali vengano collegati a
masse estranee.
Quando vengano installati interruttori differenziali si raccomanda di applicare
una targhetta che inviti a verificare periodicamente (con intervalli di tempo che
dovrebbero essere indicati dal relativo costruttore), mediante il tasto di prova,
che gli stessi interruttori risultino in grado di funzionare meccanicamente.

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M.6.2 Schemi
Devono essere forniti in genere schemi, diagrammi o tabelle che indichino in
particolare il tipo e la configurazione dei circuiti (punti di utilizzazione, numero e
sezione dei conduttori, tipo di condutture elettriche) e le caratteristiche e la dislo-
cazione dei dispositivi di comando e di protezione.
Per gli impianti non soggetti ad obblighi di progetto da parte di professionisti
iscritti, nell'ambito delle rispettive competenze, negli albi professionali, le prece-
denti informazioni possono essere date sotto forma di elenco dei relativi compo-
nenti elettrici.

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APPENDICE
N PRESE NORMALIZZATE – DA NORMA CEI 23-50
Sigla di Descrizione Forma Note Spine normaliz-
normalizzazione zate inseribili
Solo mobile, Europlug
per apparecchi S 10
di classe II
PRESA 2P 10A
P10
250V ~

Europlug
S 10
S 11
SPA 11
PRESA 2P+T 0 10A SPB 11
P11
250V ~

S 16
S 17
SPA 17
SPB 17
PRESA 2P+T 0 16A
P17
250V ~

Europlug
S 10
S 11
S 16
PRESA 2P+T 0 16A S 17
P17/11 SPA 11
250V ~
SPB 11
SPA 17
SPB 17

Europlug
S 10
S 11
S 30
PRESA 2P+T 0 16A S 31
P30 250V ~ S 32
a ricettività multipla

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. A. Alberici

64 – Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)
CEI 64-8/1
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali
CEI 64-8/2
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 2: Definizioni
CEI 64-8/3
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 3: Caratteristiche generali
CEI 64-8/4
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
CEI 64-8/5
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
CEI 64-8/6
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 6: Verifiche
CEI 64-8/7
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari
CEI 64-12
Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per
uso residenziale e terziario
CEI 64-50
Edilizia residenziale Guida per l’esecuzione nell’edificio degli
impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per im-
pianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati Criteri generali

Lire 160.000 82,63


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