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INTRODUZIONE
Comportamento al fuoco dei Sistemi di Isolamento a Cappotto (ETICS) pag. 4
© Consorzio Cortexa
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Buona lettura!
Consorzio Cortexa
Tale classificazione è combinata con le sottoclassi relative alla produzione dei fumi (“smoke” s) e al gocciolamento
(“dropping” d) in fase di incendio per cui si possono distinguere le seguenti classi:
“Smoke”
s1 -> produzione molto limitata di fumo
s2 -> produzione totale di fumo e incremento della quantità del fumo limitati
s3 -> elevata produzione di fumo
“Dropping”
d0 -> assenza di gocce ardenti
d1 -> presenza di gocce ardenti per un tempo limitato
d2 -> presenza di gocce ardenti per un tempo non limitato
La combinazione di queste classi determina quindi il comportamento al fuoco di un sistema di isolamento termico.
Con A1 e A2,s1-d0 si intende un materiale incombustibile ovvero un materiale o sostanza che non brucia, non favorisce la
combustione e non sprigiona gas infiammabili quando è esposto al fuoco o al calore in condizioni specifiche.
Materiali in tutte le altre classi sono materiali o sostanze combustibili.
NOTA: Per la normativa italiana (D.M. 15/03/2015) la sola classe A1 è significativa per la incombustibilità dei materiali.
Il paragrafo 2.6 definisce il concetto di Kit che, per l’applicazione dei Sistemi a Cappotto è particolarmente importante.
Nell’accezione del Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR), un kit è equivalente ad un prodotto da costruzione.
Un prodotto da costruzione è un kit quando è costituito da una serie di almeno due componenti separati che necessitano di
essere uniti per essere installati permanentemente nelle opere (es.: per diventare un sistema ETICS).
Per rientrare nello scopo del CPR, un kit deve soddisfare le seguenti condizioni:
i) il kit deve essere collocato sul mercato consentendo all’acquirente di comperarlo in un’unica transazione da un singolo
fornitore;
ii) il kit deve possedere caratteristiche che consentono alle opere nelle quali è incorporato di soddisfare i requisiti essenziali,
quando le opere sono soggette a regole che prevedano detti requisiti;
Esistono due possibili tipi di kit: quelli in cui il numero ed il tipo dei componenti sono predefiniti e rimangono costanti e quelli
in cui il numero, il tipo e la disposizione dei componenti cambia in relazione a specifiche applicazioni.
All’interno del paragrafo 4, la Guida Tecnica definisce il tema della reazione al fuoco:
I prodotti isolanti presenti in una facciata, comunque realizzata secondo quanto indicato nelle definizioni di cui al punto 2,
devono essere di classe 1 di reazione al fuoco ovvero classe B-s3-d0, in accordo alla decisione della Commissione europea
2000/147/CE del 8.2.2000.
La predetta classe di reazione al fuoco, nel caso in cui la funzione isolante della facciata sia garantita da un
insieme di componenti unitamente commercializzati come kit, deve essere riferita a quest’ultimo nelle sue
condizioni finali di esercizio.
I prodotti isolanti, con esclusione di quelli posti a ridosso dei vani finestra e porta finestra per una fascia di larghezza 0.60 m
e di quelli posati alla base della facciata fino a 3 m fuori terra, possono non rispettare i requisiti di reazione al fuoco richiesti
al primo capoverso purché siano installati protetti, anche all’interno di intercapedini o cavità, secondo le seguenti indicazioni:
• prodotto isolante C-s3-d2 se protetto con materiali almeno di classe A2;
• prodotto isolante di classe non inferiore ad E se protetto con materiali almeno di classe A1 aventi uno spessore non
inferiore a 15 mm;
• soluzioni protettive ulteriori possono essere adottate purché supportate da specifiche prove di reazione al fuoco su
combinazione di prodotti (supporti, isolanti, protettivi) rappresentativi della situazione in pratica che garantiscano una
classe di reazione al fuoco non inferiore ad 1 ovvero B s3 d0.
Esempio applicazione CAPPOTTO commercializzato come KIT: Nel caso non si usi un Kit: attorno alle aperture per una fascia
classe B s3 d0 (ovvero classe riferita al sistema KIT nella reale di 60 cm e i primi 3m da terra, l’isolante deve presentare una
condizione di esercizio). classe di reazione al fuoco B s3 d0.
Da Maggio 2019 è entrato inoltre in vigore il DM del 25/01/2019: si tratta di un’integrazione del decreto 16 Maggio 1987
relativamente norme di sicurezza antincendio per edifici di civile abitazione. L’Art. 2 di tale decreto prevede che, per gli edifici
di civile abitazione soggetti ai procedimenti di prevenzioni incendi, debbano essere rispettati dei requisiti, equivalenti agli
obiettivi della Guida dei Vigili del Fuoco sopra esposti. Il progettista, per edifici con h antincendio maggiore di 24m e qualora
l’intervento riguardi oltre il 50% della facciata, è obbligato a rispettarli. Per far ciò, il metodo citato nel decreto come utile
riferimento progettuale è proprio la Circolare di Vigili del Fuoco.
La seguente tabella esemplifica sistemi a cappotto realizzati con 3 differenti materiali isolanti:
È quindi possibile asserire che la soluzione tecnologica di isolamento continuo delle facciate dall’esterno nella soluzione a
cappotto può essere una valida scelta di protezione dal pericolo degli incendi. La classe di reazione al fuoco effettiva del kit
è indicata nel rapporto di Valutazione Tecnica Europea (ETA) del kit stesso.
In caso di mancato pronto intervento (da parte dei vigili del fuoco oppure attraverso l’attivazione di un sistema sprinkler),
l’incendio in un comparto interno alla costruzione può raggiungere la fase di pieno sviluppo (flash-over), solitamente
caratterizzato dalle fiamme che fuoriescono dalle aperture sulla facciata (finestre oppure porte). Nel momento in cui si
verifica la rottura delle superfici vetrate e la diffusione del fuoco nell’ambiente esterno, le fiamme possono raggiungere
un’altezza anche fino a 5 m sopra il bordo dell’apertura, a prescindere dal sistema di facciata e dal tipo di materiale con cui
la stessa è costruita, ma legata alla velocità di circolazione dell’aria.
Nel momento in cui le fiamme (derivanti sia da una fonte esterna che interna) invadono lo strato esterno della facciata, la loro
ulteriore propagazione dipenderà dalle proprietà dell’intero sistema, in cui un ruolo importante è rappresentato dai seguenti
fattori:
• reazione al fuoco del materiale con cui è stata realizzata la facciata, che influisce sulla velocità di propagazione
dell’incendio sull’involucro edilizio;
• esistenza di cavità all’interno della facciata (che costituiscono parte del sistema di facciata, ad esempio del
sistema di facciate ventilate oppure le cavità che si formano a causa della delaminazione di parti della facciata durante
l’incendio). Se le fiamme giungono nell’intercapedine, per effetto camino, le stesse possono essere da cinque a dieci
volte più lunghe rispetto alla loro lunghezza iniziale, a prescindere dalle proprietà del materiale posto al confine dello
strato di ventilazione. In caso di mancato utilizzo di determinate distanze di separazione e/o delle barriere antincendio,
l’effetto descritto porta a una rapida propagazione verticale dell’incendio, che si può “nascondere” sotto lo strato di
finitura della facciata;
• aperture sulla facciata (finestre/porte) che permetteranno il ritorno delle fiamme all’interno dell’edificio, e quindi la
loro propagazione da un piano all’altro secondo il meccanismo già descritto.
Le tecniche di intervento per limitare la propagazione dell’incendio segue comunque la regola generale di prevedere
l’inserimento all’interno dei sistemi di strati di materiale idoneo (in genere incombustibile), opportunamente posizionati e
dimensionati, oppure la prescrizione di materiali o sistemi di determinate Classi di Reazione al Fuoco.
Tipicamente, la propagazione dell’incendio lungo la facciata da fonti di incendio poste al suolo (es. autovetture parcheggiate)
viene contrastata tramite l’utilizzo, nei primi metri di facciata dal suolo, di sistemi aventi Euroclasse di reazione al fuoco A1
o A2,s1-d0.
In alternativa, a livello europeo si stanno definendo prove su larga scala in grado di valutare il comportamento di un Sistema
a Cappotto nel suo complesso, con o senza barriere tagliafiamma.
Di seguito è stata fatta una selezione di schemi e disegni, presi da differenti normative europee, riguardanti la disposizione
e la progettazione di dettaglio delle barriere tagliafiamma: ciò non vuole in alcun modo costituire una prescrizione, ma solo
dare degli spunti di carattere progettuale, in assenza di una normativa nazionale sul tema.
Possibili alternative
Il materiale della barriera tagliafiamma deve pertanto essere idoneo allo scopo, e in generale è incombustibile, cioè in
Euroclasse A1 o A2-s1,d0.
L’applicazione della barriera tagliafiamma avviene generalmente tramite l’utilizzo di malta minerale o collanti a base di
legante in dispersione acquosa.
Nei Sistemi di Isolamento Termico a Cappotto, che per norma devono essere incollati o incollati e tassellati, in aggiunta
all’incollaggio omogeneo deve avvenire sempre un fissaggio meccanico della barriera tagliafiamma tramite specifici tasselli
dotati al proprio interno di un elemento di espansione (chiodo o vite) in materiale metallico o metallico-plastico.
Interruzioni dell’isolamento a cappotto tramite materiali o elementi costruttivi sufficientemente stabili e non infiammabili,
come cornicioni, balconi, finestre continue o costruzioni rientranti (attici etc.), possono essere incluse nella progettazione
della barriera tagliafiamma e sostituire quest’ultima parzialmente o totalmente.
Note esecutive
I tasselli saranno fissati nella parte mediana della barriera tagliafiamma, ad una distanza reciproca di 60 cm max, con
l’applicazione di almeno due tasselli per ogni elemento della barriera, e rispettando il numero minimo di tasselli previsti per
il Sistema ETICS.
Ad installazione eseguita la parte in metallo costituente l’elemento di espansione dovrà estendersi nell’isolante per una
lunghezza L pari ad almeno il 40% dello spessore dello stesso.
In corrispondenza della barriera è necessario prevedere una armatura aggiuntiva dell’intonaco di base, di ampiezza consigliata
di almeno 15 cm oltre i bordi della barriera stessa (in alto e in basso), da eseguire prima della rasatura armata totale.
In caso di spessori elevati è possibile realizzare la barriera tagliafuoco sovrapponendo due elementi: in questo caso essi
andranno incollati tra di loro con un adesivo minerale, oltre che al supporto.
Supporto
Isolante
Barriera tagliafiamma
Armatura supplementare
Tassello
Sistema di finitura
Incollaggio dell’isolante al
supporto
BT
BT, posizione
BT alternativa
BT
BT, posizione
alternativa
BT
BT
BT BT
barriera tagliafiamma
GD
Applicazione della barriera in caso di vetrate intere estese su più piani, in corrispondenza
delle scale interne
barriera
tagliafiamma
= =
= = =
Le strutture presenti nella parete esterna che possono assolvere a tale funzione sono:
• sporgenza di soffitti non isolata termicamente
• cornicioni
• finestrature a nastro
• balcone continuo o logge continue
• costruzioni rientranti (attici)
• Sistema di Isolamento Termico a Cappotto in alcune parti della facciata
Per quanto riguarda l’applicazione della traversa di protezione antincendio, al di sopra di ogni finestra, in prossimità
dell’architrave, si deve procedere con l’incollaggio omogeneo di una fascia di materiale isolante idoneo (in genere
incombustibile, ovvero di Euroclasse A1 o A2-s1,d0), di idonea altezza e che si estende ai lati per una sufficiente lunghezza
(alla sinistra e alla destra dell’architrave).
L’applicazione della traversa di protezione antincendio avviene generalmente tramite l’uso di malte minerali o collanti a base
di legante in dispersione acquosa.
In aggiunta all’incollaggio omogeneo può essere eseguito un fissaggio meccanico della traversa di protezione antincendio
tramite tasselli specifici.
Y A1 Y Y A2 Y
X²
X
X¹
A1 e A2: Esempi di traversa di protezione antincendio posizionata all’altezza dell’architrave della finestra.
Le dimensioni X, Y e Z sono determinate da un progettista abilitato.
B1 B2
W
X
Z
Z
B1 e B2: Esempi di traversa di protezione antincendio posizionata sopra la successiva fila di pannelli lungo tutto il perimetro.
Le dimensioni X, Y e Z sono determinate da un progettista abilitato.
≥ 300
Esempi di applicazione
Finestre posizionate completamente o parzialmente nel piano del Sistema ETICS
Le finestre posizionate nel piano dell’edificio isolato devono essere contornate su tre lati, nella parte superiore e ai lati.
L’applicazione dei Sistemi di Isolamento Termico a Cappotto in prossimità degli avvolgibili deve essere effettuata come nelle
figure riportate qui sotto. L’avvolgibile in questo caso è parte del muro perimetrale, ovvero va a toccare con la sua parte
superiore direttamente il muro esterno.
In tutti i casi, viene costruito un campione di grandi dimensioni (altezza da 6 a 9 m) che presenta una finestra a partire dallo
spigolo del campione medesimo. Nei casi Austriaco e Tedesco si innesca un incendio che ha una potenza termica elevata,
stimabile in 300 kW. Nel caso inglese si arriva addirittura 3-4 MW.
Per comprendere l’importanza di questo dato, si pensi che il test previsto dal metodo europeo SBI (EN 13823) sviluppa 30
kW di potenza.
L’incendio test austriaco/tedesco ha una durata di circa 30 minuti ed un picco termico di 900-1100° C; l’incendio test
inglese ha una durata di 1 ora.
www.cortexa.it
CREDITI
PUBBLICATO DA:
Cortexa, Consorzio per la cultura del Sistema a Cappotto - www.cortexa.it
PRO_001_03_22.06.2020
CONTENUTI TECNICI:
Commissione Tecnica del Consorzio Cortexa
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