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Norma Italiana
GUIDA
CEI 0-9
Data Pubblicazione Edizione
2000-09 Prima
Classificazione Fascicolo
0-9 5759
Titolo
Inserimento nelle norme elettrotecniche di prodotto degli aspetti
legati all’ambiente
Title
Environmental aspects - Inclusion in electrotechnical product standards
GUIDA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La Guida fa riflettere i comitati tecnici che elaborano norme di prodotto nel campo elettrotecnico sull’im-
patto ambientale che certe indicazioni o prescrizioni possono produrre. In particolare propone:
- di evitare le specifiche sulle norme che possano avere conseguenze ambientali nocive, quando sono
disponibili altre alternative più adeguate;
- di individuare e mettere in pratica le specifiche di alternative che riducano l’impatto ambientale nelle
diverse fasi di realizzazione di un prodotto (per esempio incoraggiando l’uso di materiali riciclabili);
- di tenere sotto controllo la metodologia relativa alla gestione dell’energia.
DESCRITTORI
Ambiente; Ciclo di vita; Analisi di impatto ambientale; Riciclo; Fine della vita;
Europei
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 0-9 Pubblicazione Guida Carattere Doc.
CDU
LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)
INTRODUZIONE 1
1 CAMPO DI APPLICAZIONE 3
2 DEFINIZIONI 3
2.1 Ambiente “naturale” ............................................................................................................................................................... 3
2.2 Ciclo di vita .................................................................................................................................................................................. 3
2.3 Analisi del ciclo di vita (LCA) ......................................................................................................................................... 3
2.4 Costo ambientale ..................................................................................................................................................................... 3
2.5 Impatto ambientale ................................................................................................................................................................ 4
2.6 Analisi dell’impatto ambientale (EIA) ....................................................................................................................... 4
2.7 Riciclo ............................................................................................................................................................................................... 4
2.8 Riciclabilità .................................................................................................................................................................................... 4
2.9 Fine della vita (EOL) ............................................................................................................................................................. 4
3 PRINCIPI GENERALI 4
A L L E G AT O
A COMITATI TECNICI INTERESSATI ISO 9
A L L E G AT O
B GUIDA AI PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE (EIA)
PER L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA 10
B.1 Utilizzo dell’EIA per valutare le alternative di progetto del prodotto
o dei processi di fabbricazione nelle norme di prodotto ......................................................................... 10
A L L E G AT O
C GUIDA AI PRINCIPI DI PROGETTO PER L’AMBIENTE (DFE)
PER L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA 12
C.1 Progetto per lo smontaggio e la riciclabilità ...................................................................................................... 12
C.2 Progetto per la riciclabilità dei materiali ............................................................................................................... 14
C.3 Progetto per la manutenibilità ...................................................................................................................................... 18
C.4 Prevenzione dell’inquinamento ................................................................................................................................... 19
A L L E G AT O
D INTERAZIONI TRA LE NORME DI PRODOTTO E I POTENZIALI IMPATTI AMBIENTALI
ALCUNI ESEMPI NEL CAMPO DELL’ELETTROTECNICA 20
A L L E G AT O
E BIBLIOGRAFIA 26
(1) Nonostante lungo tutta la presente Guida si usi il termine “prodotto”, il concetto comprende anche i processi e i servizi ad
esso correlati.
La presente Guida intende fornire assistenza ai comitati tecnici per quanto riguar-
da gli aspetti ambientali relativi all’impatto che i prodotti elettrotecnici hanno
sull’ambiente “naturale”, nel momento della redazione delle norme su tali pro-
dotti.
Il significato del termine ambiente, nel modo utilizzato nella presente Guida, si
discosta da quello usato nelle pubblicazioni IEC che trattano dell’impatto delle
condizioni ambientali sui prodotti elettrotecnici.
Nota Per quanto riguarda l’impatto delle condizioni ambientali sulla prestazione dei prodotti, si fa
riferimento alla IEC 60, alla IEC 721 e alla Guida 106 (vedi Bibliografia nell’Allegato E).
2 DEFINIZIONI
2.7 Riciclo
Consiste in una serie di processi per trasferire i materiali, che altrimenti sarebbero
eliminati come rifiuti, in un sistema economico nel quale essi contribuiscono alla
produzione di materiale utile.
2.8 Riciclabilità
Si tratta della proprietà di una sostanza o di un materiale, e delle parti costituite
da essi, che rende possibile il loro riciclo.
3 PRINCIPI GENERALI
n rischio di incendio;
Nota: 3 Specificando le prescrizioni appropriate si può ridurre al minimo il rischio di incendio in
un prodotto in seguito a un guasto. Questo può ridurre la necessità di usare agenti ritar-
danti, che talvolta creano costi ambientali.
Tuttavia, le valutazioni dei rischi di incendio possono essere necessarie per determinare se
questa variazione nella combustibilità del prodotto in circostanze diverse aumenti il ri-
schio in modo significativo.
n manutenzione e smontaggio;
Nota: 4 Tutti i progetti nuovi dovrebbero facilitare lo smontaggio per poter isolare i componenti
“innocui” e “pericolosi”, incoraggiare il riuso e facilitare il riciclo dei componenti.
Si suppone che i principali utilizzatori della presente Guida siano i comitati tecni-
ci, i quali di solito non hanno la possibilità di progettare un prodotto fin dall’ini-
zio. Inoltre, essi non sono tenuti a rivedere tutte le decisioni prese nel progettare
tutti i prodotti esistenti che ricadono nel nuovo studio preso in considerazione.
Ciò che ai comitati tecnici interessa particolarmente fare - e la presente Guida in
questo cerca di aiutarli - è riconoscere quelle specifiche di prodotto che sono po-
tenzialmente problematiche dal punto di vista dell’ambiente e che, quindi, richie-
dono o precauzioni adeguate, o una selezione di specifiche alternative più rispet-
tose dell’ambiente. Tuttavia, in molti casi la selezione di una specifica alternativa
è influenzata dalle prescrizioni del cliente e richiede l’apporto dei progettisti di
prodotto o degli esperti in LCA e nel progetto per l’ambiente.
Nonostante ciò, si può supporre che la presente Guida possa portare a specifiche
norme ambientali preparate congiuntamente da diversi comitati di prodotto.
La Fig. 1, elaborata sulla base del lavoro dell’ISO/TC 207/WG 1, presenta la cor-
relazione esistente tra gli stadi di principio nel ciclo di vita ambientale di un pro-
dotto, la funzione del prodotto, il suo progetto, la prestazione e altre considera-
zioni esterne. Sono pure elencati i principali obiettivi delle norme ambientali,
vale a dire il consumo di materiale e di energia, le emissioni ambientali, la ricicla-
bilità, lo smontaggio. In ciascuno stadio del ciclo di vita di un prodotto si dovreb-
be tener presente l’equilibrio materiale/energia. Quando si avranno a disposizio-
ne i dati, lo studio del ciclo di vita spazierà “dalla culla alla tomba”. La figura
illustra anche un ciclo di miglioramento del prodotto che porta alla prevenzione
dell’inquinamento e alla conservazione delle risorse.
STRATEGIE DI IMPATTI
MIGLIORAMENTO AMBIENTALI
Uno degli strumenti più completi per studiare o giudicare l’impatto ambientale di
un prodotto è l’analisi del ciclo di vita. Nonostante la LCA sia ancora una tecnica
in evoluzione, i costruttori dovrebbero tener presente il suo utilizzo.
La LCA comprende una serie di analisi in tre fasi.
La LCA, sebbene non sia l’unico metodo scientifico, fornisce un quadro esaustivo
e multidisciplinare degli impatti ambientali di un prodotto e di come le modifiche
al prodotto possano cambiare questi effetti.
Uno degli obiettivi del miglioramento ambientale è quello di progettare prodotti
che siano il più rispettosi possibile dell’ambiente, tenendo conto delle varie idee
e delle varie necessità che un prodotto porta con sé (vedi Fig. 1).
Di conseguenza, le valutazioni sono di solito state limitate a un confronto dei co-
sti associati ad alternative diverse, come pure i compromessi con altri fattori
come le prestazioni, gli aspetti giuridici, di sicurezza, economici e generali. A
B.1 Utilizzo dell’EIA per valutare le alternative di progetto del prodotto o dei
processi di fabbricazione nelle norme di prodotto
La valutazione dell’impatto ambientale (EIA) può essere usata per considerare gli
aspetti ambientali delle norme di prodotto. Essa è di aiuto nel soddisfare le pre-
scrizioni per ottenere un prodotto conveniente dal punto di vista ambientale,
compresi l’uso, il riuso e lo smaltimento finale, compatibili con l’ambiente, di tale
prodotto. Le considerazioni relative ai materiali e alle sostanze sono fondamentali
per i processi che si verificano alla fine della vita e che determinano la riciclabili-
tà del prodotto o il suo corretto smaltimento finale.
Per tutti questi elementi, sarebbe meglio scegliere la migliore alternativa possibile
per l’ambiente.
C.1.2.2 Vernici
Si dovrebbe evitare l’uso di vernici decorative.
Il metodo è costoso e può avere un impatto sull’ambiente a causa dei solventi or-
ganici presenti nelle vernici e usati come diluenti. Inoltre la presenza di vernici,
anche in piccole quantità, può influenzare la prestazione meccanica del materiale
riciclato se la stabilità termica della resina legante nel sistema della vernice non è
sufficientemente elevata da sopportare le condizioni di temperatura del processo
di stampaggio.
C.1.3 Esempi
Tra gli esempi di progetti per lo smontaggio e la riciclabilità vi sono i seguenti:
n se possibile, tutte le viti dovrebbero avere la testa con la medesima configura-
zione;
n la “tecnologia a scatto” dovrebbe essere preferita all’assieme vite/bullone;
n si dovrebbero evitare gli inserti filettati a incastro (per facilitare il riciclo della
plastica);
n tutte le parti di plastica dovrebbero essere marcate con chiarezza (a stampo,
non con etichette, superficie permettendo) mediante identificatori ASTM, ISO
o altri identificatori conosciuti;
C.2.2.1 Generalità
L’uso di pareti sottili permette di conservare le risorse ed è quindi incoraggiato.
Nel calcolare lo spessore ottimale della parete della parte, si raccomanda un’ana-
lisi approfondita della parte per quanto riguarda la durezza, la resistenza, l’in-
C.2.2.3 Nervature
L’uso di un maggior numero di nervature strette piuttosto che di un minor nume-
ro di nervature larghe e pesanti contribuisce a migliorare la durezza e la resisten-
za della parte. Un progetto ottimale e un numero di nervature ottimali può con-
tribuire sia a ridurre lo spessore della parete della parte e che a conservare il
materiale plastico.
C.2.2.4 Borchie
Le borchie sono perni o cuscinetti sporgenti usati nel progetto come rinforzo dei
fori o per il montaggio di un assieme. Le borchie possono essere utili nel rinfor-
zare la durezza della parte plastica quando il progetto richiede una parete di
spessore sottile, di conseguenza permette la conservazione del materiale plastico.
C.2.4 Marcatura/etichettatura
Le parti in plastica spesso richiedono una marcatura o un’etichettatura per indica-
re il nome o il logo del costruttore, il numero della parte, la data di stampaggio,
l’identificatore dello stampatore, la riciclabilità, l’identificazione del materiale,
l’accettazione da parte di un laboratorio di prova indipendente ecc.
Qui di seguito sono riportati alcuni metodi comunemente usati e il loro impatto
sulla riciclabilità della plastica etichettata.
C.2.5 Esempi
Qui di seguito sono riportati degli esempi e dei concetti di DFMR per quanto ri-
guarda la composizione dei materiali:
n evitare i materiali pericolosi o quelli segnalati come pericolosi (per es. piom-
bo, cadmio) negli statuti o nei regolamenti relativi all’ambiente, a meno che
esista un processo di riciclo o di smaltimento finale della parte alla fine della
sua vita;
n verificare lo stato dei componenti/del materiale e anche i rischi potenziali, fa-
cendosi rilasciare dal fornitore la certificazione della loro adeguatezza (per es.
se contengono metalli pesanti);
n ridurre la diversità dei materiali nel prodotto:
n limitare il numero dei materiali specificati,
n limitare il numero degli elementi aggiunti in ciascun materiale o compo-
nente,
n limitare il numero di colori per ciascun materiale,
n limitare i “contaminanti” (per es. rivestimenti, pellicole, placcature metalli-
che o agenti ritardanti la fiamma, additivi di prestazione e stabilizzatori del
PVC in piombo).
C.2.6 Aggiunte
Gli studi eseguiti su un certo numero di materiali plastici recuperati dalle macchi-
ne dismesse hanno confermato che le prestazioni fisiche, meccaniche, elettriche
e termiche dei materiali riciclati sono comparabili con quelle dei rispettivi mate-
riali vergini.
L’assemblaggio dei prodotti deve essere progettato tenendo presente uno smon-
taggio facile.
Nel caso in cui i materiali siano identificati, tale identificazione dovrebbe essere
incisa o in rilievo oppure stampata con inchiostri compatibili.
Il montaggio dovrebbe permettere lo smontaggio e non mescolare materiali in-
compatibili - usare serraggi a scatto, inserti o viti da rompere; non usare adesivi.
Incoraggiare l’uso di materiali riciclati nei prodotti.
C.3.1 Applicazione
La pianificazione del progetto DFMT include un numero di principi di funziona-
mento. I componenti, le parti e i sottoassiemi dovrebbero essere sostituibili e ri-
parabili separatamente. Inoltre, l’aggiornamento del prodotto o del sistema man
mano che la tecnologia si evolve non dovrebbe richiedere l’acquisto di materiali
o di assiemi superflui: assieme al primo principio, questo metodo in molti casi ri-
chiede un progetto modulare.
La quantità di rifiuti generati dalle attività di manutenzione e di riparazione do-
vrebbe essere ridotta al minimo attraverso un intelligente progetto iniziale dei
prodotti e del sistema. Per esempio, le procedure di manutenzione ordinaria do-
vrebbero richiedere materiali meno nocivi per l’ambiente, come solventi biode-
gradabili anziché solventi clorurati. In primo luogo si dovrebbe ridurre al minimo
le attività necessarie di manutenzione che producano tali flussi di rifiuti.
Inoltre si dovrebbero ridurre i flussi di rifiuti dovuti alla manutenzione, richieden-
do parti o componenti riparabili (e quindi riparati nella pratica) piuttosto che da
smaltire. Lo sviluppo di questo principio richiede la valutazione dell’affidabilità
degli elementi del sistema e del prodotto; i componenti che risultano più soggetti
a guastarsi dovrebbero essere quindi i primi ad essere studiati. Oltretutto, ciascu-
na parte o ciascun componente dovrebbe poter essere rimosso e rigenerato, piut-
tosto che essere inserito in un assieme più grande ed “eliminabile”. Per di più, i
costruttori potrebbero prendere accordi per ritirare le parti sostituite dai tecnici
per essere rigenerate e reintrodurle sul mercato, abbassando la domanda di ma-
teriali e di energia richiesti per le parti nuove. Un ulteriore beneficio di questo
metodo è che i costruttori possono vedere direttamente i tipi di guasti che si veri-
ficano effettivamente e quindi inserire queste informazioni nei prodotti futuri, mi-
gliorandone la qualità.
C.3.2 Esempi
I sottoassiemi complessi non riparabili dovrebbero essere evitati.
Le parti meccaniche, come le leve e i leveraggi, dovrebbero essere riparabili o
sostituibili individualmente.
I moduli dovrebbero essere progettati in modo che il cliente possa smontarli e
restituirli al costruttore; i moduli rigenerati (e migliorati) dovrebbero poter essere
installati dal cliente ed economici.
Per i prodotti e i sottosistemi la cui manutenzione è effettuata dal cliente, il pro-
getto dovrebbe prevedere processi di pulizia e di manutenzione che siano meno
tossici possibile, o meglio ancora non richiedere alcuna manutenzione.
Se vi sono alcuni processi di manutenzione che richiedono materiali tossici o
hanno come risultato pesanti impatti ambientali (per es. potenziale rilascio di clo-
rofluorocarburi nell’ambiente), i sistemi di supporto del progetto e del prodotto
dovrebbero fare in modo che ad eseguire queste operazioni siano solo persone
Interazioni tra le Consumo Consumo Consumo Rifiuti Emissioni Riciclabi- Manuteni- Riusabilità
norme di prodotto delle di di acqua (tipo, pericolose lità bilità
e i potenziali impatti materie energia quantità)
ambientali prime
Materiali
Proprietà
elettriche
Proprietà
meccaniche
Resistenza
alla fiamma
Componenti elettronici
Specifica
Composizione
Marcatura
Struttura/
Composizione
Specifica
Sicurezza
Struttura/
Composizione
Specifica
Sicurezza
Continua
Interazioni tra le Consumo Consumo Consumo Rifiuti Emissioni Riciclabi- Manute- Riusabilità
norme di prodotto delle di di acqua (tipo, pericolose lità nibilità
e i potenziali impatti materie energia quantità)
ambientali prime
Struttura/
Composizione
Specifica
Sicurezza
Struttura/
Composizione
Specifica
Sicurezza
Struttura/
Composizione
Specifica
Sicurezza
Proprietà/
Specifica
Terminologia
Ingegnerizzazione
Componenti
Tecnologia
dell’informazione
Sistemi/apparecchiature
di misura
Specifiche
tecnologiche
Relative interazioni
Componenti elettronici
Specifica:
n la specifica (le proprietà elettriche) può influenzare la riciclabilità;
n specifiche (troppo) riduttive possono avere influenze potenziali sulla ricicla-
bilità.
Composizione:
n influenza il tipo di rifiuti (purezza delle frazioni dei materiali);
n può portare a emissioni pericolose;
n influenza la riciclabilità (vedi sopra);
n può impedire il riuso (se determinati elementi che compongono il materiale
vengono successivamente proibiti).
Marcatura:
n influenza la riciclabilità, la manutenibilità e un eventuale riuso.
Fine Documento