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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

GUIDA
CEI 0-9
Data Pubblicazione Edizione
2000-09 Prima
Classificazione Fascicolo
0-9 5759
Titolo
Inserimento nelle norme elettrotecniche di prodotto degli aspetti
legati all’ambiente

Title
Environmental aspects - Inclusion in electrotechnical product standards

APPARECCHI UTILIZZATORI A BASSA TENSIONE

GUIDA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La Guida fa riflettere i comitati tecnici che elaborano norme di prodotto nel campo elettrotecnico sull’im-
patto ambientale che certe indicazioni o prescrizioni possono produrre. In particolare propone:
- di evitare le specifiche sulle norme che possano avere conseguenze ambientali nocive, quando sono
disponibili altre alternative più adeguate;
- di individuare e mettere in pratica le specifiche di alternative che riducano l’impatto ambientale nelle
diverse fasi di realizzazione di un prodotto (per esempio incoraggiando l’uso di materiali riciclabili);
- di tenere sotto controllo la metodologia relativa alla gestione dell’energia.

DESCRITTORI
Ambiente; Ciclo di vita; Analisi di impatto ambientale; Riciclo; Fine della vita;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali

Europei

Internazionali (IDT) IEC Guide-109:1995-08;


Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 0-9 Pubblicazione Guida Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 2000-11-1 Ambito validità Internazionale


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 0-Applicazione delle Norme e testi di carattere generale


Approvata dal Presidente del CEI in Data 2000-9-5
IEC in Data 1995-5-31

Gruppo Abb. 5A Sezioni Abb. A


ICS

CDU

LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)

© CEI - Milano 2000. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

INTRODUZIONE 1

1 CAMPO DI APPLICAZIONE 3

2 DEFINIZIONI 3
2.1 Ambiente “naturale” ............................................................................................................................................................... 3
2.2 Ciclo di vita .................................................................................................................................................................................. 3
2.3 Analisi del ciclo di vita (LCA) ......................................................................................................................................... 3
2.4 Costo ambientale ..................................................................................................................................................................... 3
2.5 Impatto ambientale ................................................................................................................................................................ 4
2.6 Analisi dell’impatto ambientale (EIA) ....................................................................................................................... 4
2.7 Riciclo ............................................................................................................................................................................................... 4
2.8 Riciclabilità .................................................................................................................................................................................... 4
2.9 Fine della vita (EOL) ............................................................................................................................................................. 4

3 PRINCIPI GENERALI 4

4 CONVENZIONI ADOTTATE SULL’USO DELLA PRESENTE GUIDA 5

5 RUOLO DEI COMITATI TECNICI NELLE CONSIDERAZIONI RELATIVE ALL’AMBIENTE 7

6 ANALISI DEL CICLO DI VITA (LCA) 7

A L L E G AT O
A COMITATI TECNICI INTERESSATI ISO 9

A L L E G AT O
B GUIDA AI PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE (EIA)
PER L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA 10
B.1 Utilizzo dell’EIA per valutare le alternative di progetto del prodotto
o dei processi di fabbricazione nelle norme di prodotto ......................................................................... 10

A L L E G AT O
C GUIDA AI PRINCIPI DI PROGETTO PER L’AMBIENTE (DFE)
PER L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA 12
C.1 Progetto per lo smontaggio e la riciclabilità ...................................................................................................... 12
C.2 Progetto per la riciclabilità dei materiali ............................................................................................................... 14
C.3 Progetto per la manutenibilità ...................................................................................................................................... 18
C.4 Prevenzione dell’inquinamento ................................................................................................................................... 19

A L L E G AT O
D INTERAZIONI TRA LE NORME DI PRODOTTO E I POTENZIALI IMPATTI AMBIENTALI
ALCUNI ESEMPI NEL CAMPO DELL’ELETTROTECNICA 20

A L L E G AT O
E BIBLIOGRAFIA 26

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INTRODUZIONE

La necessità di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente naturale di un prodot-


to(1) durante tutte le fasi della sua vita - dall’acquisizione dei materiali alla fabbri-
cazione, alla distribuzione, all’uso e al riuso, fino ad arrivare al riciclo e allo smal-
timento finale - è presa in considerazione nella maggior parte dei Paesi del
mondo. Le scelte fatte decideranno in gran parte quali saranno gli effetti di que-
sto impatto durante ciascuna fase della vita di quel prodotto. Vi sono, tuttavia,
ostacoli considerevoli che rendono molto difficile la selezione di alternative otti-
mali per l’ambiente. Per esempio la selezione delle alternative in fase di progetto,
per ridurre al minimo l’impatto ambientale, può mettere davanti a difficili com-
promessi, quali una minore riciclabilità a fronte di un maggiore rendimento ener-
getico.
Le prescrizioni relative ai prodotti possono influenzare significativamente l’impor-
tanza degli effetti sull’ambiente. Le Norme non dovrebbero limitare la selezione
di alternative progettuali per minimizzare l’impatto ambientale. I comitati tecnici
dovrebbero incoraggiare la protezione dell’ambiente, per esempio specificando
prescrizioni che non escludano l’uso corretto di materiale riciclato e il riuso di
componenti, sottosistemi e sistemi.
L’introduzione continua di nuovi prodotti e di nuovi materiali può aumentare le
difficoltà di valutazione, dal momento che si devono considerare ulteriori dati
per valutare gli impatti del ciclo di vita di questi nuovi prodotti e di questi nuovi
materiali. Inoltre, attualmente esistono pochissimi dati sull’impatto ambientale dei
materiali esistenti. Tuttavia, i dati esistenti possono servire come base per il mi-
glioramento dei prodotti dal punto di vista dell’impatto ambientale. I principi
dell’analisi dell’impatto ambientale (EIA) e del progetto per l’ambiente (DFE) for-
niscono ulteriori strumenti che possono risultare utili. Gli Allegati B e C descrivo-
no dettagliatamente alcuni principi EIA e DFE, in modo da fornire ai comitati tec-
nici delle informazioni di base su questi argomenti. I comitati tecnici non sono
tenuti a eseguire l’analisi DFE, l’analisi del ciclo di vita (LCA) o l’analisi EIA.
Fino a quando non si avranno ulteriori dati, grazie all’uso delle analisi dell’impat-
to ambientale (EIA) i costruttori possono documentare in modo esauriente le
specifiche scelte di progetto e di progetto e le ragioni di tali scelte. Oltre a stabi-
lire le prescrizioni per la normazione specifica per l’ambiente, questa procedura
aumenta il grado di conoscenza basata su queste alternative e scelte, e può nello
stesso modo essere d’aiuto nel riciclo e nello smaltimento finale alla fine della
vita del prodotto (EOL).
In questo contesto, si dovrebbe notare che un comitato tecnico, nello specificare
i metodi di prova, dovrebbe essere attento in particolar modo ai loro impatti
sull’ambiente.
I comitati tecnici necessitano di dati ambientali comparativi sui materiali e le so-
stanze. La situazione migliore si verifica quando tali dati provengono da studi af-
fidabili relativi all’inventario (LCI) o dall’analisi del ciclo di vita (LCA). Tuttavia,
quando si tratta di fare delle scelte necessarie per una norma, i comitati dovreb-
bero trattare le informazioni derivate da questi studi con molta attenzione. L’Alle-
gato D riporta un elenco di alcuni esempi di aspetti ambientali che i comitati tec-
nici devono tenere in considerazione.

(1) Nonostante lungo tutta la presente Guida si usi il termine “prodotto”, il concetto comprende anche i processi e i servizi ad
esso correlati.

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Si dovrebbe notare che la presente Guida può essere utile ai comitati tecnici solo
in base allo sviluppo dello stato dell’arte. Al completamento di ulteriori studi ed
analisi, si avranno più dati relativi al ciclo di vita e sarà possibile effettuare scelte
più consone all’ambiente. Nel frattempo, si raccomanda di usare la presente Gui-
da con attenzione, con giudizio professionale e con un attento senso critico.
Attualmente, la presente Guida si limita all’inquinamento provocato da materiali
indesiderati e da metodi di conservazione dei materiali e dell’energia. L’inquina-
mento provocato da effetti fisici quali il rumore, la vibrazione e la radiazione ri-
chiede ulteriori studi prima di poter essere incluso nella presente Guida.
La presente Guida sarà sottoposta a revisione in tempo utile, sulla base dell’espe-
rienza acquisita con la pratica.
Di conseguenza, gli utilizzatori della presente Guida sono invitati a sottoporre i
loro commenti all’ACEA (Advisory Committee on Environmental Aspects), Ufficio
Centrale IEC, rue de Varembé 3, Ginevra, Svizzera.
L’ACEA, conformemente ai suoi termini di riferimento, controllerà il lavoro nei
comitati tecnici ISO(1) e IEC in modo da migliorare e aggiornare la guida.

(1) I comitati ISO interessati sono elencati nell’Allegato A.

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1 CAMPO DI APPLICAZIONE

La presente Guida intende fornire assistenza ai comitati tecnici per quanto riguar-
da gli aspetti ambientali relativi all’impatto che i prodotti elettrotecnici hanno
sull’ambiente “naturale”, nel momento della redazione delle norme su tali pro-
dotti.
Il significato del termine ambiente, nel modo utilizzato nella presente Guida, si
discosta da quello usato nelle pubblicazioni IEC che trattano dell’impatto delle
condizioni ambientali sui prodotti elettrotecnici.
Nota Per quanto riguarda l’impatto delle condizioni ambientali sulla prestazione dei prodotti, si fa
riferimento alla IEC 60, alla IEC 721 e alla Guida 106 (vedi Bibliografia nell’Allegato E).

La presente Guida dovrebbe essere usata congiuntamente alla Guida ISO


“Inclusion of environmental aspects in product standards” (in preparazione) (1) e
può essere completata da guide subsettoriali.

2 DEFINIZIONI

Ai fini della presente Guida, si applicano le definizioni che seguono.


Nota Le definizioni contrassegnate con un asterisco sono tratte da progetti in lavorazione da parte
dell’ISO/TC 207. Si dovrebbe notare che sono ancora allo studio.

2.1 Ambiente “naturale” (d’ora in avanti indicato come ambiente)


Sono i fattori che influenzano la qualità della vita, come la qualità dell’acqua,
quella dell’aria e quella del terreno; la conservazione dell’energia e dei materiali;
la riduzione o l’eliminazione dei rifiuti.

2.2 Ciclo di vita*


Si tratta di stadi consecutivi e correlati di un sistema, e di tutti gli ingressi e le
uscite significativi direttamente associati, dall’estrazione o dallo sfruttamento delle
risorse naturali fino allo smaltimento finale di tutti i materiali come rifiuti non re-
cuperabili o come energia dissipata.

2.3 Analisi del ciclo di vita* (LCA)


Si tratta di un assieme sistematico di procedure per la compilazione e l’esame de-
gli ingressi e delle uscite dei materiali, dell’energia e degli impatti ambientali as-
sociati attribuibili direttamente al funzionamento di un sistema economico attra-
verso il suo ciclo di vita.

2.4 Costo ambientale*


È costituito da ogni variazione all’ambiente che, in modo permanente o tempora-
neo, ha come risultato la perdita di risorse naturali o il deterioramento della qua-
lità naturale di aria, acqua o suolo.

(1) Non appena possibile si provvederà all’armonizzazione delle due guide.

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2.5 Impatto ambientale*
Sono le conseguenze per la salute umana, per il benessere della flora e della fau-
na o per la futura disponibilità delle risorse naturali, attribuibili alle correnti di in-
gresso e di uscita di un sistema.

2.6 Analisi dell’impatto ambientale* (EIA)


Si tratta di un processo eseguito per determinare la significatività degli impatti
ambientali riferiti al campo di applicazione ed agli obiettivi da perseguire definiti
nell’analisi del ciclo di vita.

2.7 Riciclo
Consiste in una serie di processi per trasferire i materiali, che altrimenti sarebbero
eliminati come rifiuti, in un sistema economico nel quale essi contribuiscono alla
produzione di materiale utile.

2.8 Riciclabilità
Si tratta della proprietà di una sostanza o di un materiale, e delle parti costituite
da essi, che rende possibile il loro riciclo.

2.9 Fine della vita (EOL)


È lo stato di un prodotto nel momento in cui viene definitivamente messo fuori
uso.

3 PRINCIPI GENERALI

Scopo della presente Guida è quello di familiarizzare i comitati tecnici con le


considerazioni ambientali e quindi di contribuire a ridurre al minimo i rischi e a
riconoscere le possibilità riportate qui di seguito.
Più in particolare:
a) Evitare specifiche nelle norme che abbiano conseguenze ambientali nocive
quando sono disponibili alternative adatte.
b) Preferire le specifiche relative alle prescrizioni di prestazione piuttosto che a
quelle di progetto.
c) Riconoscere e rendere possibile la specifica di alternative che riducono al mi-
nimo gli impatti ambientali, per esempio specificando prescrizioni che non
escludano l’uso appropriato di materiali riciclati e incoraggino il riuso di parti
e di sottoassiemi.
d) Tenere conto della metodologia relativa alla gestione dell’energia, per esem-
pio nei casi seguenti:
Energia necessaria per
n produrre materie prime;
n fabbricare componenti e pezzi a partire dai materiali;
n assemblare componenti e pezzi di un prodotto;
n permettere il funzionamento del prodotto in modo sicuro e soddisfacente;
Nota: 1 Si dovrebbe tener conto delle alternative che spengono automaticamente il prodotto, o lo
mettono in “stand-by”, quando non lo si usa.

n imballare e trasportare componenti e prodotti;

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nsmaltire o riciclare componenti e prodotti;
e) Considerare altri aspetti ambientali:
n controllo delle sostanze pericolose;
Nota: 2 Non esiste un elenco di queste sostanze, a causa delle differenze di legislazione e di pratica
nei vari Paesi.

n rischio di incendio;
Nota: 3 Specificando le prescrizioni appropriate si può ridurre al minimo il rischio di incendio in
un prodotto in seguito a un guasto. Questo può ridurre la necessità di usare agenti ritar-
danti, che talvolta creano costi ambientali.
Tuttavia, le valutazioni dei rischi di incendio possono essere necessarie per determinare se
questa variazione nella combustibilità del prodotto in circostanze diverse aumenti il ri-
schio in modo significativo.

n manutenzione e smontaggio;
Nota: 4 Tutti i progetti nuovi dovrebbero facilitare lo smontaggio per poter isolare i componenti
“innocui” e “pericolosi”, incoraggiare il riuso e facilitare il riciclo dei componenti.

n smaltimento di prodotti, parti o componenti;


Nota: 5 Conviene prendere provvedimenti in modo che i prodotti e le parti o i componenti da sosti-
tuire durante la manutenzione e la riparazione possano essere smaltiti in modo da ridur-
re al minimo il costo ambientale.

n imballaggio per spedizione.


Nota: 6 Si dovrebbe considerare anche l’imballaggio del prodotto, soprattutto per quanto riguarda
la quantità di materiale da imballaggio richiesto e la sua adattabilità al riciclo.

4 CONVENZIONI ADOTTATE SULL’USO DELLA PRESENTE GUIDA

Si suppone che i principali utilizzatori della presente Guida siano i comitati tecni-
ci, i quali di solito non hanno la possibilità di progettare un prodotto fin dall’ini-
zio. Inoltre, essi non sono tenuti a rivedere tutte le decisioni prese nel progettare
tutti i prodotti esistenti che ricadono nel nuovo studio preso in considerazione.
Ciò che ai comitati tecnici interessa particolarmente fare - e la presente Guida in
questo cerca di aiutarli - è riconoscere quelle specifiche di prodotto che sono po-
tenzialmente problematiche dal punto di vista dell’ambiente e che, quindi, richie-
dono o precauzioni adeguate, o una selezione di specifiche alternative più rispet-
tose dell’ambiente. Tuttavia, in molti casi la selezione di una specifica alternativa
è influenzata dalle prescrizioni del cliente e richiede l’apporto dei progettisti di
prodotto o degli esperti in LCA e nel progetto per l’ambiente.
Nonostante ciò, si può supporre che la presente Guida possa portare a specifiche
norme ambientali preparate congiuntamente da diversi comitati di prodotto.
La Fig. 1, elaborata sulla base del lavoro dell’ISO/TC 207/WG 1, presenta la cor-
relazione esistente tra gli stadi di principio nel ciclo di vita ambientale di un pro-
dotto, la funzione del prodotto, il suo progetto, la prestazione e altre considera-
zioni esterne. Sono pure elencati i principali obiettivi delle norme ambientali,
vale a dire il consumo di materiale e di energia, le emissioni ambientali, la ricicla-
bilità, lo smontaggio. In ciascuno stadio del ciclo di vita di un prodotto si dovreb-
be tener presente l’equilibrio materiale/energia. Quando si avranno a disposizio-
ne i dati, lo studio del ciclo di vita spazierà “dalla culla alla tomba”. La figura
illustra anche un ciclo di miglioramento del prodotto che porta alla prevenzione
dell’inquinamento e alla conservazione delle risorse.

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Gli Allegati B e C della presente Guida forniscono alcuni principi di analisi
dell’impatto ambientale (EIA) e di progetto per l’ambiente (DFE) che permettono
ai comitati tecnici di familiarizzare con le considerazioni ambientali che i costrut-
tori dovrebbero seguire. Queste informazioni sono necessariamente più generi-
che di quelle presenti nei manuali di progetto per un prodotto specifico, dal mo-
mento che la presente Guida è prevista per essere usata per molti prodotti
diversi.
Inoltre, nell’Allegato D è riportato un elenco che mette in guardia i comitati tecni-
ci contro alcuni esempi di interazione tra le norme di prodotto e gli impatti po-
tenziali sull’ambiente.

Fig. 1 Aspetti ambientali nelle norme di prodotto relativi al ciclo di vita


Note: 1 Questa Figura si basa sul lavoro dell’ISO/TC 207.
2 Per il settore elettrotecnico, con “altre emissioni” si intendono le emissioni magnetiche, le
radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e le emissioni verso il suolo.

CONCETTO/NECESSITÀ PROGETTO DEL CICLO DI VITA


DEL PRODOTTO PRODOTTO DEL PRODOTTO

n Funzione INGRESSI USCITE


n Scelta del materiale
n Prestazione n Riformulazione n Materiali n Energia n Prodotti
n Sicurezza e salute n Miglioramento del processo n Emissioni nell’aria
n Costi n Riduzione dell’intensità dei n Scarichi in acqua
n Ambiente materiali n Rifiuti solidi
n Prescrizioni rego- n Smontaggio n Estrazione delle ma-
n Rumore e vibrazione
lamentari e legali n Riciclabilità terie prime
n Altre emissioni
n ecc. n Utilità Trasporto
n Rendimento energetico
n ecc. Fabbricazione
Trasporto
Uso/Riuso/Riciclo
Manutenzione
Trasporto
NORME DI
PRODOTTO Smaltimento finale

n Conservazione delle risorse


n Prevenzione dell’inquinamento n Esaurimento delle risorse
n Salute umana
n Salute dell’ecosistema
n Altro

STRATEGIE DI IMPATTI
MIGLIORAMENTO AMBIENTALI

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5 RUOLO DEI COMITATI TECNICI NELLE CONSIDERAZIONI RELATIVE
ALL’AMBIENTE

In un’impresa, il ruolo dell’amministrazione legata all’ambiente comprende una


molteplicità di attività tra cui la determinazione di strategie, di pratiche e di prio-
rità; l’istruzione dei cittadini, degli impiegati, dei contraenti e dei fornitori; le spe-
se per le ricerche, per il trasferimento di tecnologie, per la preparazione alle ur-
genze e per la conformità operativa e, soprattutto, per lo sviluppo di prodotti che
non abbiano impatti ambientali anormali, che siano efficienti nel loro consumo
di energia e di risorse naturali e che possano essere riutilizzati, riciclati o smaltiti
in tutta sicurezza.
I progressi tecnologici e l’applicazione di nuovi principi nella progettazione han-
no incoraggiato lo sviluppo di tali prodotti. I comitati tecnici dovrebbero affronta-
re questo aspetto da più punti di vista:
a) conservazione delle risorse;
b) prevenzione dell’inquinamento;
c) migliore gestione dei materiali:
1) applicazione sicura delle sostanze pericolose;
2) descrizione dei materiali che non sono nocivi durante il riciclo;
3) descrizione delle tecnologie di assemblaggio che migliorano la manuten-
zione.

6 ANALISI DEL CICLO DI VITA (LCA)

Uno degli strumenti più completi per studiare o giudicare l’impatto ambientale di
un prodotto è l’analisi del ciclo di vita. Nonostante la LCA sia ancora una tecnica
in evoluzione, i costruttori dovrebbero tener presente il suo utilizzo.
La LCA comprende una serie di analisi in tre fasi.

Fase I: L’analisi di inventario, conosciuta anche come Inventario (Life Cycle


Inventory, LCI) – identificazione e quantificazione dell’energia e dei materiali
usati e dei risultanti emissioni/costi ambientali che si verificano durante l’inte-
ro ciclo di vita.

Fase II: La valutazione dell’impatto – valutazione degli impatti ambientali sia


dell’energia e dei materiali utilizzati, che del prodotto finale, più tutti gli even-
tuali emissioni/costi ambientali durante tutto l’intero ciclo di vita.

Fase III: La valutazione delle opportunità di miglioramento – valutazione del-


le possibilità di migliorare le prestazioni ambientali e quindi esecuzione delle
modifiche che permetteranno il miglioramento.

La LCA, sebbene non sia l’unico metodo scientifico, fornisce un quadro esaustivo
e multidisciplinare degli impatti ambientali di un prodotto e di come le modifiche
al prodotto possano cambiare questi effetti.
Uno degli obiettivi del miglioramento ambientale è quello di progettare prodotti
che siano il più rispettosi possibile dell’ambiente, tenendo conto delle varie idee
e delle varie necessità che un prodotto porta con sé (vedi Fig. 1).
Di conseguenza, le valutazioni sono di solito state limitate a un confronto dei co-
sti associati ad alternative diverse, come pure i compromessi con altri fattori
come le prestazioni, gli aspetti giuridici, di sicurezza, economici e generali. A

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tutt’oggi, questa è la parte del processo LCA che è sufficientemente sviluppata
per essere usata. Si spera che sviluppi futuri della metodologia LCA permettano
valutazioni più complete degli impatti e del miglioramento delle alternative.
Oltre alla LCA, i comitati tecnici dovrebbero anche tener conto del settore emer-
gente del progetto per l’ambiente, come spiegato nell’Allegato C.

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ALLEGATO
A COMITATI TECNICI INTERESSATI ISO
TC 61 Plastiche
TC 79 Metalli leggeri e loro leghe
TC 122 Imballaggio
TC 146 Qualità dell’aria
TC 147 Qualità dell’acqua
TC 190 Qualità del suolo
TC 200 Rifiuti solidi
TC 203 Sistemi di energia tecnica
TC 205 Progetto dell’ambiente degli edifici
TC 207 Management ambientale
SC 1 Sistemi di management ambientale
SC 2 Verifica ambientale e relative investigazioni ambientali
SC 3 Etichettatura ambientale
SC 4 Valutazione delle prestazioni ambientali
SC 5 Analisi del ciclo di vita
SC 6 Termini e definizioni
WG 1 Aspetti ambientali nelle norme di prodotto

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ALLEGATO
B GUIDA AI PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE (EIA)
PER L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA
Nel presente Allegato, i comitati tecnici potranno trovare alcune informazioni re-
lative ai principi di valutazione dell’impatto ambientale (EIA) applicati ai prodotti
elettrotecnici. Dovrebbero risultare utili come informazioni di base, nonostante
esse non siano complete.
I principi qui descritti sono nuovi, si basano a tutt’oggi su studi incompleti e
come tali andrebbero presi. Gli argomenti qui trattati dovrebbero essere quindi
considerati con prudenza fino a quando non si arriverà a un completamento de-
gli studi suddetti.

B.1 Utilizzo dell’EIA per valutare le alternative di progetto del prodotto o dei
processi di fabbricazione nelle norme di prodotto
La valutazione dell’impatto ambientale (EIA) può essere usata per considerare gli
aspetti ambientali delle norme di prodotto. Essa è di aiuto nel soddisfare le pre-
scrizioni per ottenere un prodotto conveniente dal punto di vista ambientale,
compresi l’uso, il riuso e lo smaltimento finale, compatibili con l’ambiente, di tale
prodotto. Le considerazioni relative ai materiali e alle sostanze sono fondamentali
per i processi che si verificano alla fine della vita e che determinano la riciclabili-
tà del prodotto o il suo corretto smaltimento finale.

B.1.1 Applicazione dei principi EIA


La valutazione dell’impatto ambientale (EIA) rappresenta uno strumento decisio-
nale nel progetto del prodotto: permette di identificare precocemente gli effetti
potenzialmente dannosi all’ambiente, facilita gli studi eseguiti dagli specialisti e
consente al management di prendere in considerazione le varie alternative. La
EIA richiede una conoscenza tecnica delle caratteristiche ambientali dei materiali
e delle sostanze e dovrebbe essere eseguita da esperti qualificati.

B.1.1.1 EIA di un prodotto


a) Valutazione della composizione del prodotto
b) Valutazione dell’impatto della fabbricazione
c) Valutazione del trasporto, dell’immagazzinamento, dello smaltimento finale e
del riciclo (TSDR)
d) Valutazione del funzionamento del prodotto

a) Valutazione della composizione del prodotto


Verificare se la bozza di norma sia predisposta per contenere:
n le specifiche o la composizione chimica del prodotto;
n le prescrizioni d’uso delle eventuali sostanze chimiche con impatto poten-
zialmente cumulativo nel prodotto o risultante dal prodotto;
n le indicazioni relative alle batterie contenute nel prodotto (compresi il ti-
po, il numero della parte, il peso, la composizione e la quantità);
n gli elementi che si consumano (per es. carta, nastri, inchiostro e toner);
n un supporto per la manutenzione e la fornitura delle parti e dei materiali
di ricambio;
n le parti o i materiali per la spedizione e l’imballaggio.

Per tutti questi elementi, sarebbe meglio scegliere la migliore alternativa possibile
per l’ambiente.

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b) Valutazione dell’impatto della fabbricazione
Una valutazione dell’impatto della fabbricazione può prendere in considera-
zione:
n il consumo di energia e di servizi in ciascuno stadio della fabbricazione,
confrontandolo con i processi precedenti in modo da far risaltare tutti gli
aumenti o (o le diminuzioni) significativi nel consumo di servizi;
n le emissioni fisiche e chimiche durante il processo di fabbricazione, com-
presa la possibilità di un loro abbattimento, controllo o eliminazione;
n l’identificazione di tutti i flussi di spreco durante il processo di fabbrica-
zione (acqua, aria ecc.) con le concentrazioni e la portata previste;
n un elenco dei materiali usati nel processo, inclusi:
n quei materiali che devono essere recuperati o riciclati;
n quei materiali che devono essere smaltiti, compresi i piani per il loro
smaltimento finale e per la loro riduzione;
n l’identificazione di qualsiasi impatto potenzialmente cumulativo sulla salu-
te o sull’ambiente.

c) Valutazione del trasporto, dell’immagazzinamento, dello smaltimento finale e


del riciclo (TSDR)
A seconda del caso, si dovrebbe tener conto di quanto segue:
n delle istruzioni per tutti i materiali di imballaggio e di spedizione;
n di una valutazione dei tipi e della quantità di imballaggio richiesti per tra-
sportare i materiali e i componenti sul luogo del processo o tra un proces-
so e l’altro;
n delle istruzioni relative al trasporto, all’immagazzinamento, al riuso, al rici-
clo, allo smaltimento finale oppure all’eliminazione di tutti gli elementi
che si consumano;
n delle alternative per lo smaltimento finale del prodotto, con l’identificazio-
ne delle parti riusabili o riciclabili;
n delle istruzioni per la riduzione, il riuso, il riciclo o l’eliminazione del ma-
teriale da imballaggio.

d) Valutazione del funzionamento del prodotto


Una valutazione del funzionamento del prodotto dovrebbe basarsi su quanto
segue:
n sul consumo di energia e di servizi durante il funzionamento del prodotto;
n sulle emissioni fisiche e chimiche provenienti dal prodotto, in stand-by e
in funzionamento normale, con la possibilità di ridurle, controllarle o eli-
minarle;
n sull’identificazione di tutti i flussi di spreco (acqua, aria ecc.) con le con-
centrazioni e la portata previste.

B.1.1.2 Raccomandazioni EIA


Sarebbe auspicabile che la EIA presentasse delle alternative da tenere in conside-
razione, quali:
n materiali e processi alternativi;
n conservazione di materiali e di energia;
n sforzi per ridurre al minimo la generazione di materiali pericolosi, come pure
per costruire delle barriere contro l’esposizione ad essi;
n possibilità di riuso e di riciclo.

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ALLEGATO
C GUIDA AI PRINCIPI DI PROGETTO PER L’AMBIENTE (DFE) PER
L’INDUSTRIA ELETTROTECNICA
Nel presente Allegato, i comitati tecnici possono trovare alcune informazioni rela-
tive ai principi di progetto per l’ambiente (DFE) applicati ai prodotti elettrotecni-
ci. Dovrebbero risultare utili come informazioni di base, nonostante esse non sia-
no complete.

C.1 Progetto per lo smontaggio e la riciclabilità


Un prodotto progettato per lo smontaggio e la riciclabilità è “più semplice” da
smontare nel corso della manutenzione e alla fine della vita del prodotto (EOL).
Per facilitare lo smontaggio, i sottoassiemi e i componenti (per es. le piastre dei
circuiti stampati, i materiali, la plastica, le viti) devono essere facilmente identifi-
cabili e separabili. Questo facilita sia il riuso che il riciclo dell parti e dei materiali
ed evita di smaltire come rifiuti delle risorse preziose.

C.1.1 Serraggio e assemblaggio


La scelta dei metodi di serraggio e di assemblaggio può avere un impatto signifi-
cativo non solo sul costo delle parti da assemblare e delle macchine, ma anche
sullo smontaggio e sulla riciclabilità delle parti. Qui di seguito si riportano alcuni
commenti sui metodi comunemente usati.

C.1.1.1 Serraggio a scatto


Il metodo di serraggio a scatto è quello preferito per serrare e assemblare le parti
di plastica e le altre parti. I serraggi a scatto sono stampati nella parte e possono
facilitare l’assemblaggio e lo smontaggio. Inoltre tale metodo elimina l’uso di ma-
teriali non simili come gli inserti in metallo e gli adesivi, facilitando ancora una
volta il riciclo del materiale plastico recuperato.

C.1.1.2 Incollaggio tramite solvente


L’incollaggio tramite solvente è uno dei modi ideali per unire materiali termopla-
stici. Per poter essere considerato accettabile dal punto di vista ambientale, tale
incollaggio dovrebbe essere eseguito solo con quantità minime di solvente orga-
nico. Quando le parti da incollare sono stampate nello stesso materiale, la parte
incollata è paragonabile a quella stampata come pezzo unico e quindi quasi
senz’altro alla EOL potrà essere riciclata.

C.1.1.3 Incollaggio tramite adesivo


A causa dell’introduzione di un materiale potenzialmente ineguale, l’uso di un
adesivo può influenzare la qualità e la riusabilità in nuove applicazioni del mate-
riale riciclato, quindi dovrebbe essere riconsiderato.

C.1.1.4 Incollaggio tramite ultrasuoni


L’incollaggio tramite ultrasuoni si usa per assemblare due parti quando almeno
una è di materiale termoplastico. L’energia a ultrasuoni, trasferita attraverso uno
strumento a ultrasuoni, fonde la plastica e dà luogo all’incollaggio previsto. Si
tratta di un metodo accettabile dal punto di vista ambientale quando le parti sono
costituite dallo stesso materiale plastico generico. Tuttavia, nel caso in cui una
delle parti sia costituita da materiale diverso, come il metallo, sono necessari tem-
po ed energia per separare le due parti prima di riciclarle nel modo migliore, e
questo rende proibitivo il costo della riciclabilità.

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C.1.1.5 Intaccatura a caldo/a ultrasuoni
L’intaccatura è usata per unire due parti quando almeno una di esse è in materia-
le termoplastico. Un becco di forma speciale, che usa energia termica o a ultra-
suoni, entra in contatto con un perno di plastica e lo modifica trasformandolo in
una testa bloccante. Queste teste bloccanti dovranno essere rotte per lo smontag-
gio alla EOL dell’assieme. Tuttavia, la parte in plastica non risulterà contaminata e
potrà quindi essere riciclata per le applicazioni in macchine da ufficio.

C.1.1.6 Fermagli a molla (rapidi)


L’uso dei fermagli a molla rappresenta un metodo molto veloce ed economico di
fissaggio dei pezzi. I fermagli rapidi sono di solito serrati a scatto su una borchia
o su un perno nella parte plastica e possono essere tolti semplicemente facendo
forza con un utensile speciale o rompendo la borchia o il perno. In questo modo
la loro eliminazione non è laboriosa ed è quindi considerata accettabile dal pun-
to di vista ambientale.

C.1.1.7 Dadi e bulloni


L’uso di dadi e bulloni per il montaggio può avere effetti contrastanti con il DFE.
Ciascun dado e ciascun bullone deve essere tolto singolarmente e questo aumen-
ta il costo dello smontaggio.

C.1.2 Vernici e finiture decorative


Quanto segue descrive i concetti alla base dei metodi di decorazione e il loro im-
patto sulla riciclabilità dei materiali plastici di base.

C.1.2.1 Finitura completa (a stampo)


La finitura completa è il metodo preferito per ottenere una finitura decorativa. Si
tratta di un metodo economico, in quanto non vi sono passaggi secondari, è ri-
spettoso dell’ambiente, in quanto non si usano pitture o solventi, e il materiale
plastico recuperato dalle parti dopo la EOL è privo di qualsiasi contaminazione
dovuta alla vernice sulle superfici.

C.1.2.2 Vernici
Si dovrebbe evitare l’uso di vernici decorative.
Il metodo è costoso e può avere un impatto sull’ambiente a causa dei solventi or-
ganici presenti nelle vernici e usati come diluenti. Inoltre la presenza di vernici,
anche in piccole quantità, può influenzare la prestazione meccanica del materiale
riciclato se la stabilità termica della resina legante nel sistema della vernice non è
sufficientemente elevata da sopportare le condizioni di temperatura del processo
di stampaggio.

C.1.3 Esempi
Tra gli esempi di progetti per lo smontaggio e la riciclabilità vi sono i seguenti:
n se possibile, tutte le viti dovrebbero avere la testa con la medesima configura-
zione;
n la “tecnologia a scatto” dovrebbe essere preferita all’assieme vite/bullone;
n si dovrebbero evitare gli inserti filettati a incastro (per facilitare il riciclo della
plastica);
n tutte le parti di plastica dovrebbero essere marcate con chiarezza (a stampo,
non con etichette, superficie permettendo) mediante identificatori ASTM, ISO
o altri identificatori conosciuti;

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n nello stesso progetto si dovrebbe ridurre al minimo o addirittura eliminare la
varietà dei tipi di materiale;
n si dovrebbe ridurre al minimo l’uso di superfici di plastica verniciate o trattate
con spray metallico.

C.2 Progetto per la riciclabilità dei materiali


Il progetto per la riciclabilità dei materiali (DFMR) è solo uno degli aspetti di un
programma DFE, ma può essere applicato senza troppi problemi nel breve termi-
ne. Le aziende dovrebbero considerare l’applicazione del DFMR assieme al pro-
getto per la riciclabilità dopo lo smontaggio. La gamma di prodotti nel settore
elettrotecnico spazia dai calcolatori tascabili, dai telefoni e dall’elettronica per il
grande pubblico fino ai computer estremamente complessi, all’avionica e ai sot-
tosistemi satellitari, all’elettronica di potenza, ai trasformatori, alla grossa apparec-
chiatura, ai motori e ai generatori. Ciascuno di questi prodotti è un mix di mate-
riali, compresi la ceramica, il vetro, la plastica, i metalli e una combinazione di
essi. Il valore durante l’uso è elevato, ma il prodotto dopo il consumo rappresen-
ta una valore minimo per un riciclatore, a meno che egli possa smontare econo-
micamente l’apparecchiatura in materiali omogenei o riciclabili separatamente. Il
riciclo dei materiali può essere considerata l’ultima alternativa, ma in ogni caso è
preferibile all’eliminazione come rifiuto. In generale, in ordine di preferenza:
n estendere il ciclo di vita;
n ridurre il contenuto di materiali;
n riutilizzare i componenti/rigenerare gli assiemi;
n reingegnerizzare (convertire e rifabbricare i componenti e i sottoassiemi usati);
n riciclare i materiali;
n recuperare l’energia (se quest’operazione non presenta pericoli);
n predisporre per lo smaltimento finale come rifiuti.

C.2.1 Principi generali


Durante l’applicazione del DFMR è bene tenere a mente molti principi:
n i flussi di rifiuti mescolati dovrebbero essere evitati per una serie di ragioni.
La separazione dei rifiuti mescolati è laboriosa e costosa, i rifiuti mescolati
possono essere incompatibili con le tecnologie di riciclo esistenti (per esem-
pio il vetro o la plastica con rivestimenti o pellicole spesso non possono esse-
re riciclati); inoltre, i rifiuti mescolati contenenti anche poco materiale perico-
loso può richiedere prescrizioni regolamentari onerose e gravose;
n un riciclo efficace necessita di una domanda di materiali riciclati per comple-
tare il ciclo economico e ridurre la domanda di materiali vergini. Di conse-
guenza, l’attuazione del DFMR dovrebbe richiedere dove possibile la specifi-
ca dei materiali riciclati; i fornitori potrebbero dover lavorare con i clienti per
modificare i documenti delle specifiche che precludano inutilmente l’uso di
materiali riciclati nel prodotto o nei processi di fabbricazione. Il materiale
contenuto in un prodotto ha un valore, quindi può essere riciclato e riutilizza-
to, se il progetto del prodotto lo permette. Le specifiche che si basano sulle
prestazioni permettono un uso più flessibile dei materiali.

C.2.2 Criteri/concetti di progetto per le parti plastiche

C.2.2.1 Generalità
L’uso di pareti sottili permette di conservare le risorse ed è quindi incoraggiato.
Nel calcolare lo spessore ottimale della parete della parte, si raccomanda un’ana-
lisi approfondita della parte per quanto riguarda la durezza, la resistenza, l’in-

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fiammabilità e la possibilità di essere processata. Per migliorare la durezza e la ri-
gidità della parte, sarebbe meglio considerare anche l’uso di nervature e di
rinforzi angolari (vedi paragrafi seguenti).

C.2.2.2 Raccordi di spessore di pareti/raggi/angoli di spoglia


Nel progettare le parti, il massimo sarebbe quello di ottenere raccordi di spessore
lisci assieme a raggi e angoli di spoglia piuttosto larghi. Questo serve non solo
per riempire la cavità dello stampo in modo corretto, ma anche per ridurre le sol-
lecitazioni di taglio sulle molecole. Questo permette di ridurre al minimo la de-
gradazione della lunghezza della catena dei polimeri. Questo modo di agire per-
metterà anche di produrre parti con un numero ridotto di sollecitazioni interne,
una migliore stabilità dimensionale e un’aumentata riciclabilità.

C.2.2.3 Nervature
L’uso di un maggior numero di nervature strette piuttosto che di un minor nume-
ro di nervature larghe e pesanti contribuisce a migliorare la durezza e la resisten-
za della parte. Un progetto ottimale e un numero di nervature ottimali può con-
tribuire sia a ridurre lo spessore della parete della parte e che a conservare il
materiale plastico.

C.2.2.4 Borchie
Le borchie sono perni o cuscinetti sporgenti usati nel progetto come rinforzo dei
fori o per il montaggio di un assieme. Le borchie possono essere utili nel rinfor-
zare la durezza della parte plastica quando il progetto richiede una parete di
spessore sottile, di conseguenza permette la conservazione del materiale plastico.

C.2.2.5 Rinforzi angolari


I rinforzi angolari sono gli elementi di sostegno usati per aumentare la resistenza
di un bordo e possono essere incorporati per aggiungere resistenza alle parti
progettate con pareti sottili. L’uso di essi può contribuire a conservare il materiale
plastico.

C.2.2.6 Inserti di metallo/inserti di metallo a incastro


L’uso di inserti di metallo e di inserti di metallo a incastro nella parte in plastica è
sconsigliato. Sebbene siano efficaci durante il montaggio, può risultare proibitiva
la spesa della loro rimozione dalla parte in plastica alla EOL per il riciclo. Nel
caso non sia possibile evitare il loro uso, gli inserti di metallo/inserti di metallo a
incastro dovrebbero essere installati sulle borchie “da rompere”. Questo semplifi-
ca il processo di rimozione e facilita il riciclo.

C.2.3 Rivestimenti/materiali conduttivi


Qui di seguito si riportano alcuni commenti relativi all’uso e alla riciclabilità dei
rivestimenti e dei materiali conduttivi previsti per la schermatura utile per ottene-
re la compatibilità elettromagnetica (EMC).

C.2.3.1 Vernici a base rame e piombo


Le vernici a base rame e piombo si usano fin dai primi anni settanta per ottenere
una schermatura elettromagnetica. Sono facili da applicare e non richiedono ap-
parecchiature costose, sono quindi economiche. Tuttavia, i solventi organici pre-
senti nel sistema della vernice e usati come diluenti possono avere un impatto
sull’ambiente durante il processo di applicazione. La stabilità termica della resina
legante usata nel sistema della vernice, se non è compatibile con le temperature
di stampaggio del materiale plastico, può avere un impatto anche sulla prestazio-
ne del materiale riciclato.

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C.2.3.2 Alluminio depositato sotto vuoto
Una schermatura elettromagnetica efficace con le parti in plastica si ottiene anche
mediante deposizione di vapori di alluminio sulle superfici interne delle parti di
copertura. Il processo di deposizione non richiede l’uso di solventi organici e lo
spessore dell’alluminio è piuttosto sottile.

C.2.3.3 Nichel placcato su rame


Per ottenere una schermatura elettromagnetica, le parti in plastica vengono me-
tallizzate tramite un processo di placcatura elettrolitica. Le parti sono general-
mente sottoposte a diversi bagni chimici per preparare la superficie e per la plac-
catura. Lo spessore di tale placcatura è piuttosto sottile e la conduttività delle
parti placcate è eccellente.

C.2.3.4 Fogli metallici


L’uso dei fogli metallici rappresenta uno dei metodi ideali per ottenere una scher-
matura elettromagnetica. I fogli possono essere sagomati e fissati sulla superficie
interna delle coperture di plastica usando il metodo del serraggio a scatto. La
prestazione di schermatura delle parti è accettabile e i fogli possono essere facil-
mente rimossi alla EOL. Le parti possono essere rifrantumate e riciclate in nuove
applicazioni.

C.2.3.5 Materiali in plastica che usano additivi conduttori


Le plastiche conduttrici vengono usate per risolvere i problemi provocati dalle
scariche elettrostatiche (ESD) e dalle interferenze elettromagnetiche (EMI). Que-
ste plastiche sono prodotte mescolando additivi conduttori come particelle con-
duttrici (per esempio il carbonio) e/o fibre (per esempio acciaio inossidabile, gra-
fite ricoperta di nichel) nella resina plastica. Poiché la finitura della superficie di
solito non soddisfa i criteri di accettazione, le plastiche conduttrici sono più adat-
te per applicazioni interne (non decorative). Le parti decorative stampate in pla-
stica conduttrice probabilmente dovrebbero essere dipinte. Le plastiche condut-
trici che usano particelle conduttrici potrebbero essere riciclate in applicazioni di
macchine per ufficio senza altra riformulazione. Tuttavia, può darsi che la plasti-
ca conduttrice che usa fibre conduttrici presenti una perdita nel livello di condut-
tività, dovuta alla probabile riduzione nella dimensione delle lunghezze delle fi-
bre durante il ristampaggio e quindi richieda una rigenerazione con nuove fibre.
Può essere che il materiale riciclato recuperato dalle parti decorative dipinte ri-
chieda una rivalutazione della prestazione, se la stabilità termica della resina le-
gante non è sufficientemente elevata da sopportare le condizioni di temperatura
del processo di stampaggio.

C.2.4 Marcatura/etichettatura
Le parti in plastica spesso richiedono una marcatura o un’etichettatura per indica-
re il nome o il logo del costruttore, il numero della parte, la data di stampaggio,
l’identificatore dello stampatore, la riciclabilità, l’identificazione del materiale,
l’accettazione da parte di un laboratorio di prova indipendente ecc.
Qui di seguito sono riportati alcuni metodi comunemente usati e il loro impatto
sulla riciclabilità della plastica etichettata.

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C.2.4.1 Marcature/etichette a stampaggio
Le informazioni di marcatura sono incise nella cavità di stampaggio e sono trasfe-
rite (stampate) nella parte durante il processo di stampaggio. Il metodo è accetta-
bile dal punto di vista ambientale, dal momento che non si usano altri materiali o
altri prodotti chimici. Può anche rivelarsi il più economico, dato che non esistono
costi ricorrenti.

C.2.4.2 Etichette separate


Se le etichette separate non vengono completamente rimosse, il loro uso può in-
trodurre materiali “dissimili” nella resina di base e influenzarne la riciclabilità,
quindi tale uso non è raccomandato. Tuttavia si può ridurre al minimo la necessi-
tà di rimuovere tali etichette per il riciclaggio ottimale, se le etichette sono dello
stesso materiale generico della parte di base e sono fissate da un processo di atti-
vazione da solvente senza l’uso di adesivi. In questo modo l’inchiostro risulta
l’unico contaminante e oltretutto è presente in piccole quantità, perciò dovrebbe
avere un impatto trascurabile o addirittura nullo sulla prestazione della resina in
plastica riciclata.

C.2.5 Esempi
Qui di seguito sono riportati degli esempi e dei concetti di DFMR per quanto ri-
guarda la composizione dei materiali:
n evitare i materiali pericolosi o quelli segnalati come pericolosi (per es. piom-
bo, cadmio) negli statuti o nei regolamenti relativi all’ambiente, a meno che
esista un processo di riciclo o di smaltimento finale della parte alla fine della
sua vita;
n verificare lo stato dei componenti/del materiale e anche i rischi potenziali, fa-
cendosi rilasciare dal fornitore la certificazione della loro adeguatezza (per es.
se contengono metalli pesanti);
n ridurre la diversità dei materiali nel prodotto:
n limitare il numero dei materiali specificati,
n limitare il numero degli elementi aggiunti in ciascun materiale o compo-
nente,
n limitare il numero di colori per ciascun materiale,
n limitare i “contaminanti” (per es. rivestimenti, pellicole, placcature metalli-
che o agenti ritardanti la fiamma, additivi di prestazione e stabilizzatori del
PVC in piombo).

C.2.6 Aggiunte
Gli studi eseguiti su un certo numero di materiali plastici recuperati dalle macchi-
ne dismesse hanno confermato che le prestazioni fisiche, meccaniche, elettriche
e termiche dei materiali riciclati sono comparabili con quelle dei rispettivi mate-
riali vergini.
L’assemblaggio dei prodotti deve essere progettato tenendo presente uno smon-
taggio facile.
Nel caso in cui i materiali siano identificati, tale identificazione dovrebbe essere
incisa o in rilievo oppure stampata con inchiostri compatibili.
Il montaggio dovrebbe permettere lo smontaggio e non mescolare materiali in-
compatibili - usare serraggi a scatto, inserti o viti da rompere; non usare adesivi.
Incoraggiare l’uso di materiali riciclati nei prodotti.

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C.3 Progetto per la manutenibilità
La progettazione di un prodotto o di un processo per la manutenibilità (DFMT)
riduce al minimo gli impatti ambientali risultanti dal suo funzionamento e dalla
sua manutenzione a lungo termine. Questo richiede che tali impatti siano identi-
ficati e incorporati nelle relative attività di progetto del processo, dei componenti,
dei sottoassiemi e dei prodotti fin dai primissimi stadi. Questo richiede anche che
vi sia un passaggio completo e accurato di informazioni tra i costruttori, i distri-
butori e i consumatori per assicurare l’effettiva realizzazione delle riduzioni piani-
ficate degli impatti ambientali.

C.3.1 Applicazione
La pianificazione del progetto DFMT include un numero di principi di funziona-
mento. I componenti, le parti e i sottoassiemi dovrebbero essere sostituibili e ri-
parabili separatamente. Inoltre, l’aggiornamento del prodotto o del sistema man
mano che la tecnologia si evolve non dovrebbe richiedere l’acquisto di materiali
o di assiemi superflui: assieme al primo principio, questo metodo in molti casi ri-
chiede un progetto modulare.
La quantità di rifiuti generati dalle attività di manutenzione e di riparazione do-
vrebbe essere ridotta al minimo attraverso un intelligente progetto iniziale dei
prodotti e del sistema. Per esempio, le procedure di manutenzione ordinaria do-
vrebbero richiedere materiali meno nocivi per l’ambiente, come solventi biode-
gradabili anziché solventi clorurati. In primo luogo si dovrebbe ridurre al minimo
le attività necessarie di manutenzione che producano tali flussi di rifiuti.
Inoltre si dovrebbero ridurre i flussi di rifiuti dovuti alla manutenzione, richieden-
do parti o componenti riparabili (e quindi riparati nella pratica) piuttosto che da
smaltire. Lo sviluppo di questo principio richiede la valutazione dell’affidabilità
degli elementi del sistema e del prodotto; i componenti che risultano più soggetti
a guastarsi dovrebbero essere quindi i primi ad essere studiati. Oltretutto, ciascu-
na parte o ciascun componente dovrebbe poter essere rimosso e rigenerato, piut-
tosto che essere inserito in un assieme più grande ed “eliminabile”. Per di più, i
costruttori potrebbero prendere accordi per ritirare le parti sostituite dai tecnici
per essere rigenerate e reintrodurle sul mercato, abbassando la domanda di ma-
teriali e di energia richiesti per le parti nuove. Un ulteriore beneficio di questo
metodo è che i costruttori possono vedere direttamente i tipi di guasti che si veri-
ficano effettivamente e quindi inserire queste informazioni nei prodotti futuri, mi-
gliorandone la qualità.

C.3.2 Esempi
I sottoassiemi complessi non riparabili dovrebbero essere evitati.
Le parti meccaniche, come le leve e i leveraggi, dovrebbero essere riparabili o
sostituibili individualmente.
I moduli dovrebbero essere progettati in modo che il cliente possa smontarli e
restituirli al costruttore; i moduli rigenerati (e migliorati) dovrebbero poter essere
installati dal cliente ed economici.
Per i prodotti e i sottosistemi la cui manutenzione è effettuata dal cliente, il pro-
getto dovrebbe prevedere processi di pulizia e di manutenzione che siano meno
tossici possibile, o meglio ancora non richiedere alcuna manutenzione.
Se vi sono alcuni processi di manutenzione che richiedono materiali tossici o
hanno come risultato pesanti impatti ambientali (per es. potenziale rilascio di clo-
rofluorocarburi nell’ambiente), i sistemi di supporto del progetto e del prodotto
dovrebbero fare in modo che ad eseguire queste operazioni siano solo persone

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addestrate e competenti. In alcuni casi, questo può richiedere che il costruttore si
assuma l’obbligo della manutenzione o fornisca un accurato supporto al cliente,
oppure ancora che si assuma la responsabilità dei risultanti flussi di rifiuti.

C.3.3 Problemi potenziali


La facilità di fabbricazione, la prestazione, le specifiche del cliente e/o le limita-
zioni dovute allo spazio possono ridurre le possibilità di applicazione dei principi
DFMT. Quindi per esempio i sottoassiemi possono essere troppo complessi per
essere riparati in sito, oppure i sistemi di distribuzione possono essere contrari al
fatto che i costruttori forniscano un accurato supporto di manutenzione.
n I carichi finanziari che l’industria deve accollarsi nello sviluppo delle nuove
tecnologie per soddisfare standard ambientali più elevati.
n L’uso di componenti o sottoassiemi già pronti provenienti da altri fornitori
può limitare la flessibilità nell’applicazione della DFMT.
n Il fatto che i costruttori e i centri di riparazione possano essere riluttanti ad of-
frire piccole parti poco costose come pezzi di ricambio anziché sottoassiemi
più grandi e con maggiori profitti.
n Il costo della manodopera, che può rendere antieconomica la rigenerazione
di sottoassiemi complessi.

C.4 Prevenzione dell’inquinamento


La prevenzione dell’inquinamento dovrebbe comprendere i progetti di prodotti
che non richiedano o non generino tossine durante la fabbricazione, l’uso e la
manutenzione e che non siano tossici o non lo diventino durante il corretto uso e
nel momento in cui sono correttamente smaltiti.
La prevenzione dell’inquinamento di solito si presenta come una gerarchia di
scelte.
n Diminuzione delle sorgenti
In modo semplice, usare meno inquinanti e gestirli bene. L’applicazione dei
principi di progetto per l’ambiente (DFE) richiede anche una progettazione
dei prodotti tale che essi producano meno inquinamento durante i loro cicli
di vita. In alcuni casi sono le prescrizioni di manutenzione, non l’operazione
di fabbricazione originale, a generare la maggior parte di rifiuti. Un buon pro-
getto dovrebbe ridurre al minimo tali flussi di rifiuti.
n Sostituzione
Sostituire i materiali tossici e i processi che generano flussi di rifiuti tossici
con alternative meno pericolose. In molti casi, questo può voler dire ripensa-
re al progetto del prodotto o alla prescrizioni del processo a monte o a valle.
n Riciclo
I materiali generati durante il ciclo di vita di un prodotto che non possono es-
sere eliminati dovrebbero essere riciclati, riutilizzati o rigenerati. Per esempio
la manutenzione di alcune apparecchiature elettroniche, come le fotocopiatri-
ci, richiede una periodica sostituzione di alcune unità funzionali. Se possibile
queste unità dovrebbero essere rigenerate e rimesse in commercio. In caso
contrario, sarebbe meglio progettare tali prodotti in modo da poter usare ma-
teriali riciclabili e sviluppare un programma di ritorno/riciclo.
n Smaltimento finale
Anche lo smaltimento finale rientra nella strategia di prevenzione dell’inqui-
namento. Come discusso prima, si deve fare particolare attenzione allo smal-
timento finale dei rifiuti pericolosi generati dall’industria.

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ALLEGATO
D INTERAZIONI TRA LE NORME DI PRODOTTO E I POTENZIALI IMPATTI
AMBIENTALI – ALCUNI ESEMPI NEL CAMPO DELL’ELETTROTECNICA
Si deve sempre tener presente che le prescrizioni nelle norme di prodotto po-
trebbero entrare in conflitto con alcuni aspetti della protezione ambientale. Que-
ste contraddizioni andrebbero ridotte, per quanto sia possibile tecnicamente e
senza aumentare i relativi rischi. Senza voler fare una valutazione precisa, nel
presente Allegato si riportano soltanto alcuni esempi di interazione.

Interazioni tra le Consumo Consumo Consumo Rifiuti Emissioni Riciclabi- Manuteni- Riusabilità
norme di prodotto delle di di acqua (tipo, pericolose lità bilità
e i potenziali impatti materie energia quantità)
ambientali prime

Materiali

Proprietà
elettriche

Proprietà
meccaniche
Resistenza
alla fiamma

Componenti elettronici

Specifica

Composizione

Marcatura

Apparecchiature per la generazione termica di energia elettrica

Struttura/
Composizione

Specifica

Sicurezza

Apparecchiature per la distribuzione dell’energia elettrica

Struttura/
Composizione

Specifica

Sicurezza

Continua

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Continua

Interazioni tra le Consumo Consumo Consumo Rifiuti Emissioni Riciclabi- Manute- Riusabilità
norme di prodotto delle di di acqua (tipo, pericolose lità nibilità
e i potenziali impatti materie energia quantità)
ambientali prime

Apparecchi elettrodomestici, apparecchi elettronici per uso domestico e apparecchiature di installazione

Struttura/
Composizione

Specifica

Sicurezza

Apparecchiature per il trattamento dell’informazione e per la telecomunicazione

Struttura/
Composizione

Specifica

Sicurezza

Apparecchi elettrici per uso medico

Struttura/
Composizione

Specifica

Sicurezza

Processi di fabbricazione nell’elettrotecnica

Proprietà/
Specifica

Tecnologia di controllo industriale

Terminologia

Ingegnerizzazione

Componenti

Tecnologia
dell’informazione

Apparecchiature di prova e di misura

Sistemi/apparecchiature
di misura

Specifiche
tecnologiche

Relative interazioni

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Materiali
Proprietà elettriche:
n gli elementi che compongono il materiale possono influenzare la riciclabilità;
n la riusabilità può essere influenzata dalla degradazione.
Proprietà meccaniche:
n gli elementi che compongono il materiale possono influenzare la riciclabilità;
n la riusabilità può essere influenzata dalla degradazione.
Resistenza alla fiamma:
n gli elementi che compongono il materiale possono influenzare il tipo di trat-
tamento dei rifiuti;
n gli elementi che compongono il materiale possono portare a emissioni peri-
colose;
n gli elementi che compongono il materiale possono influenzare la riciclabilità.

Componenti elettronici
Specifica:
n la specifica (le proprietà elettriche) può influenzare la riciclabilità;
n specifiche (troppo) riduttive possono avere influenze potenziali sulla ricicla-
bilità.
Composizione:
n influenza il tipo di rifiuti (purezza delle frazioni dei materiali);
n può portare a emissioni pericolose;
n influenza la riciclabilità (vedi sopra);
n può impedire il riuso (se determinati elementi che compongono il materiale
vengono successivamente proibiti).
Marcatura:
n influenza la riciclabilità, la manutenibilità e un eventuale riuso.

Apparecchiature per la generazione termica di energia elettrica


Composizione:
n influenza il consumo di materie prime e di materiale ausiliario;
n ha un’influenza sul consumo dell’acqua;
n può portare a emissioni pericolose;
n ha un’influenza sulla riciclabilità, sulla manutenibilità e sull’eventuale riuso
(facilità di smontaggio).
Specifica:
n definisce il consumo del materiale, dell’energia e dell’acqua;
n può permettere (indirettamente) emissioni pericolose (causate per esempio
dagli agenti ritardanti la fiamma).
Sicurezza:
n può portare a emissioni pericolose (risultanti per esempio dagli agenti ritar-
danti la fiamma);
n può influenzare la riciclabilità (vedi sopra);
n può influenzare la riciclabilità, la manutenibilità e l’eventuale riuso (specifi-
cando un tipo specifico di composizione del prodotto).

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CEI 0-9:2000-09
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Apparecchiature per la distribuzione dell’energia elettrica
Composizione:
n influenza il consumo di materie prime e di materiale ausiliario;
n ha un’influenza sul consumo dell’acqua;
n può portare a emissioni pericolose;
n ha un’influenza sulla riciclabilità, sulla manutenibilità e sull’eventuale riuso
(facilità di smontaggio).
Specifica:
n può influenzare il consumo di energia e di acqua (generazione di potenza
decentralizzata/centralizzata).
Sicurezza:
n può portare a emissioni pericolose (per esempio dai PCB nell’olio dei trasfor-
matori)
n può influenzare la riciclabilità e la manutenibilità specificando una composi-
zione specifica;
n può influenzare il riuso specificando le prescrizioni; tuttavia, possono esserci
anche impatti negativi sul rendimento energetico dovuto alla prescrizione di
riusabilità.

Apparecchi elettrodomestici, apparecchi elettronici per uso domestico e


apparecchiature di installazione
Composizione:
n ha un’influenza sul consumo delle risorse durante la produzione e l’uso;
n ha un’influenza sul consumo dell’energia durante la produzione e l’uso (ap-
parecchi elettrodomestici);
n ha un’influenza sul tipo di rifiuti (purezza delle frazioni di materiale);
n può causare emissioni pericolose (vedi sopra);
n ha un’influenza sulla riciclabilità (vedi sopra);
n può influenzare la riusabilità (se determinati elementi che compongono il ma-
teriale vengono successivamente proibiti).
Specifica:
n ha un’influenza sul consumo delle materie prime, dell’energia e dell’acqua
durante la produzione e l’uso (in particolare apparecchi elettrodomestici);
n può permettere emissioni pericolose (per esempio agenti ritardanti la
fiamma).
Sicurezza:
n può portare a emissioni pericolose (per esempio trasformatori PCB);
n può avere un impatto negativo sulla riciclabilità e la manutenibilità specifican-
do una composizione specifica;
n può influenzare il riuso specificando le prescrizioni; tuttavia, possono esserci
anche impatti negativi sul rendimento energetico dovuti alla prescrizione di
riusabilità.

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Apparecchiature per il trattamento dell’informazione e per la telecomuni-
cazione
Composizione:
n ha un’influenza sul consumo delle risorse durante la produzione e l’uso;
n ha un’influenza sul tipo di rifiuti (purezza delle frazioni di materiale);
n può portare a emissioni pericolose;
n ha un’influenza sulla riciclabilità;
n può influenzare la riusabilità (se determinati elementi che compongono il ma-
teriale vengono successivamente proibiti).
Specifica:
n ha un’influenza sul consumo di materiale;
n può permettere emissioni pericolose (per esempio agenti ritardanti la
fiamma).
Sicurezza:
n può avere un impatto negativo sulla riciclabilità e la manutenibilità specifican-
do una composizione specifica;
n può influenzare il riuso specificando le prescrizioni; tuttavia, possono esserci
anche impatti negativi sul rendimento energetico dovuti alla prescrizione di
riusabilità.

Apparecchi elettrici per uso medico


Consumo:
n ha un’influenza sul consumo delle risorse durante la produzione e l’uso;
n ha un’influenza sul consumo dell’energia durante la produzione e l’uso;
n ha un’influenza sul tipo di rifiuti (purezza delle frazioni di materiale);
n può portare a emissioni pericolose;
n ha un’influenza sulla riciclabilità (vedi sopra);
n può influenzare la riusabilità (se determinati elementi che compongono il ma-
teriale vengono successivamente proibiti);
n può influenzare la manutenibilità.
Specifica:
n può permettere emissioni pericolose (per esempio agenti ritardanti la
fiamma).
Sicurezza:
n può portare a emissioni pericolose, per esempio agenti ritardanti la fiamma;
n può avere un impatto negativo sulla riciclabilità e la manutenibilità specifican-
do una composizione specifica;
n può influenzare il riuso specificando le prescrizioni; tuttavia, possono esserci
anche impatti negativi sul rendimento energetico dovuti alla prescrizione di
riusabilità.

Processi di fabbricazione nell’elettrotecnica


Proprietà/specifica:
n può influenzare il consumo del materiale, dell’energia e dell’acqua;
n può influenzare i rifiuti generati;
n può portare a emissioni pericolose;
n influenza la riciclabilità e il riuso.

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Tecnologia di controllo industriale
Termini generici:
n nessuna relazione con la protezione ambientale.
Ingegnerizzazione:
n influenza la manutenibilità, potenzialmente anche la riusabilità.
Componenti:
n possono essere considerati, come altre apparecchiature elettriche, in rapporto
al loro impatto ambientale.

Apparecchiature di prova e di misura


Sistemi/apparecchiature di misura:
n possono essere considerati, come altre apparecchiature elettriche, in rapporto
al loro impatto ambientale.
Specifiche tecnologiche:
n possono influenzare il consumo delle materie prime, quello dell’energia e i ri-
fiuti;
n possono risultare in emissioni pericolose (per esempio agenti ritardanti la
fiamma);
n possono impedire la riciclabilità, la manutenibilità e la riusabilità.

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ALLEGATO
E BIBLIOGRAFIA
[1] IEC 68: Basic environmental testing procedures
[2] IEC 721: Classification of environmental conditions
[3] IEC Guide 106: 1989, Guide for specifying environmental conditions for equip-
ment performance rating

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. A. Alberici

0 – Applicazione delle Norme e testi di carattere generale


CEI 0-8
Guida introduttiva all’analisi del ciclo di vita nell’elettrotecno-
logia

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