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Norma Italiana
CEI 23-32
Data Pubblicazione Edizione
1997-10 Prima
Classificazione Fascicolo
23-32 3765 C
Titolo
Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori
ad uso portacavi e portapparecchi per soffitto e parete
Title
Trunking insulating plastic material and related accessories for cable trunking
and carrying electrical appliances, for ceiling and wall-mounting
NORMA TECNICA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma si applica ai sistemi di canalizzazione di materiale plastico isolante e loro accessori,
installati generalmente, direttamente o indirettamente, a soffitto o a parete, per la distribuzione con ten-
sione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.
La presente Norma costituisce la ristampa consolidata, secondo il nuovo progetto di veste editoriale, del-
la Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1287); essa incorpora la Variante pubblicata precedente-
mente in Fascicolo separato (Fascicolo 1903 V).
DESCRITTORI
Sistemi di canali; Portacavi; Portapparecchi ;
Europei
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 23-32 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
CDU
CAPITOLO
1 GENERALITÀ 2
SEZIONE
1 OGGETTO E SCOPO 2
SEZIONE
2 DEFINIZIONI 3
SEZIONE
3 CLASSIFICAZIONE 4
CAPITOLO
2 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE 5
SEZIONE
1 PRESCRIZIONI GENERALI 5
SEZIONE
2 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE 6
CAPITOLO
3 DATI CARATTERISTICI E MARCATURA 8
CAPITOLO
4 CARATTERISTICHE MECCANICHE ED ELETTRICHE 9
SEZIONE
1 GENERALITÀ SULLE PROVE 9
SEZIONE
2 INVECCHIAMENTO ACCELERATO 9
SEZIONE
3 PROPRIETÀ MECCANICHE 9
Tab. 1 ............................................................................................................................................................................................................ 10
Tab. 2 ............................................................................................................................................................................................................ 11
SEZIONE
4 RESISTENZA AL CALORE, AL CALORE ANORMALE
ED ALLA PROPAGAZIONE DELLA FIAMMA 16
SEZIONE
5 PROTEZIONE CONTRO LA PENETRAZIONE DI CORPI SOLIDI,
DELL’ACQUA E L’ACCESSO A PARTI IN TENSIONE 18
SEZIONE
6 VERIFICHE ELETTRICHE 19
Fig. 1 Installazione in controsoffitto e falso pavimento ........................................................................................... 20
Fig. 2 Presa telefonica tripolare unificata (2.2.8) ........................................................................................................... 21
Fig. 3 Esempio di intersezione tra cavi appartenenti ad impianti diversi
L = Lunghezza della zona di non separazione (2.2.9) ............................................................................... 22
Fig. 4 Esempio di separazione tra cavi nel caso di angoli in piano (2.2.9) ............................................... 23
Fig. 5 Apparecchio per la prova d’urto ................................................................................................................................ 24
Fig. 5A Martello per pendolo kg 0,5 .......................................................................................................................................... 25
Fig. 5B Martello per pendolo kg 1,5 .......................................................................................................................................... 25
Fig. 6 Attrezzo usato per la verifica della resistenza agli urti a bassa temperatura (4.3.5) ............. 26
Fig. 7 Prova di abbasamento del coperchio (4.3.6) .................................................................................................... 27
Fig. 8 Fissaggio dei provini per la prova di abbassamento del coperchio (4.3.6) ................................ 28
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Fig. 9 Prova di abbassamento delle pareti laterali (4.3.7) ....................................................................................... 29
Fig. 10 Dito di prova rigido (4.4.1) ............................................................................................................................................ 29
Fig. 11 Attrezzo per la prova di resistenza al calore (4.4.2) ..................................................................................... 30
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PREMESSA
1 OGGETTO E SCOPO
S E Z I O N E
1.1.1 Oggetto
La presente Norma si applica ai sistemi di canalizzazione di materiale plastico
isolante e loro accessori, installati generalmente, direttamente o indirettamente, a
soffitto o a parete, per la distribuzione con tensione nominale non superiore a
1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.
Note: 1 La presente Norma si applica ai sistemi di canali destinati a contenere cavi per gli impianti
elettrici, conformi alle Norme CEI del CT 20, e cavi per servizi ausiliari (telefonici e trasmis-
sione dati).
2 Ai fini della presente Norma si intende per installazione a parete quella eseguita a partire
da 10 mm dal pavimento finito (a questo scopo non e considerato pavimento finito il piano
di calpestio del pavimento sopraelevato (Fig. 1)).
3 Ai fini della presente Norma si intende per installazione a soffitto anche quella realizzata
all’interno di un controsoffitto.
4 L’utilizzazione di tali sistemi e i requisiti di installazione sono regolati anche da altre
Norme in quanto esistenti.
1.1.2 Scopo
La presente Norma ha lo scopo di stabilire:
n le definizioni che si applicano ai componenti che costituiscono i sistemi di
canalizzazione di cui in 1.1.1;
n le caratteristiche costruttive dei componenti stessi;
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n le prescrizioni per le caratteristiche:
a) meccaniche,
b) di resistenza al calore,
c) di resistenza al calore anormale ed alla propagazione della fiamma,
d) di grado di protezione IP,
e) di isolamento;
n la marcatura;
n le prove destinate ad accertare la rispondenza alle prescrizioni sopra indicate.
Nota È da tenere presente che la sicurezza delle persone e la salvaguardia dell’ambiente non dipen-
dono esclusivamente dall’osservanza della presente Norma, ma anche dalla corretta scelta, in-
stallazione ed utilizzazione dei componenti in oggetto.
2 DEFINIZIONI
S E Z I O N E
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e) elementi di fissaggio: componenti destinati a fissare direttamente il canale alle
pareti o al soffitto (es. tasselli);
f) elementi di sospensione: componenti utilizzati per sostenere i canali alle
pareti o al soffitto in punti specifici (es. mensole, barre di sospensione);
g) elemento di fissaggio per dispositivi o apparecchi complementari non inclusi
nel sistema (es. corpi illuminanti, segnalazioni acustiche, diffusione sonora,
apparecchi di comando): accessori destinati a fissare al canale in modo sicuro
i componenti o le apparecchiature di cui sopra.
3 CLASSIFICAZIONE
S E Z I O N E
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c) protezione addizionale contro l’accesso a parti in tensione:
n filo di diametro 2,5 mm (lettera C)
n filo di diametro 1 mm (lettera D)
2 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
CAPITOLO
1 PRESCRIZIONI GENERALI
S E Z I O N E
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e) derivazioni (T) o (X);
f) accessori complementari quando necessari ai fini della protezione;
g) elementi di sospensione (solo per sistemi sospesi).
2 PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE
S E Z I O N E
2.2.1 Smontaggio dei coperchi dei canali e degli accessori del sistema
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2.2.5 Resistenza a varie condizioni d’uso
I componenti del sistema di materiale isolante aventi funzione di protezione mec-
canica devono presentare una sufficiente resistenza agli urti sia a temperatura
ambiente sia alle basse temperature, una sufficiente resistenza sia al calore nor-
male sia al calore anormale e una sufficiente resistenza alla propagazione della
fiamma.
La rispondenza è verificata con le prove di cui in 4.3.4 - 4.3.5 - 4.4.3 (per i soli
canali) o 4.4.4 (per i soli accessori).
La rispondenza è verificata per gli accessori complementari con le prove di cui in
4.4.1.
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3 DATI CARATTERISTICI E MARCATURA
CAPITOLO
3.1.2 Marcatura
I componenti costituenti il sistema devono riportare in maniera chiaramente leg-
gibile ed indelebile le seguenti indicazioni:
a) contrassegno o nome del fabbricante;
b) identificazione del modello del fabbricante;
c) grado di protezione IP;
d) tipo di posa (in particolare, nel caso di apparecchi o prese telefoniche, pre-
cisare l’altezza minima rispetto al pavimento, in accordo alle Norme impianti
del caso);
e) sistemi di canale portacavi, semplice o portapparecchi;
f) smontabilità con o senza uso di attrezzi;
g) grado di resistenza all’urto.
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4 CARATTERISTICHE MECCANICHE ED ELETTRICHE
CAPITOLO
4.1.1 Prove
Le prove considerate sono prove di tipo.
2 INVECCHIAMENTO ACCELERATO
S E Z I O N E
3 PROPRIETÀ MECCANICHE
S E Z I O N E
4.3.1.1 Per le viti e i dadi di metallo che vengono manovrati durante l’installazione dei
componenti, esclusi gli elementi di fissaggio, la conformità viene verificata con la
seguente prova.
Le viti sono serrate ed allentate:
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n 10 volte per le viti che si impegnano in un filetto di materiale isolante;
n 5 volte in tutti gli altri casi.
Tab. 1
La colonna 1 si applica alle viti senza testa, che non risultano sporgenti dalla sede
una volta serrata, ed alle altre viti che non possono essere serrate con un caccia-
vite che abbia una lama più larga del diametro delle viti stesse.
La colonna 2 si applica alle altre viti che vengono serrate mediante un cacciavite.
La colonna 3 si applica a viti e dadi che vengono serrati con mezzi diversi dal
cacciavite.
Quando una vite ha testa esagonale con intaglio ed i valori delle colonne 2 e 3
sono diversi, la prova viene effettuata due volte, prima su un gruppo di esem-
plari applicando alla testa esagonale della vite, con una chiave, la coppia di tor-
sione specificata nella colonna 3 poi, su un nuovo gruppo di esemplari, appli-
cando con un cacciavite la coppia di torsione specificata nella colonna 2. Se i
valori delle due colonne sono identici viene effettuata solo la prova con il caccia-
vite.
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4.3.1.2 Le viti in materiale isolante devono avere un diametro nominale di almeno 3 mm;
esse non devono essere usate per collegamento elettrico.
Le viti non devono essere di materiale isolante se la loro sostituzione con una vite
metallica può compromettere l’isolamento supplementare o l’isolamento rinforzato;
quanto sopra vale anche per le viti che si possono togliere nel corso della sostitu-
zione di un cavo di alimentazione o di qualsiasi altra operazione di manutenzione,
se la loro eventuale sostituzione con vite metallica può compromettere l’isolamento
fondamentale.
La rispondenza si verifica mediante esame a vista e, per le viti e dadi destinati ad
assicurare il contatto o che possano essere manovrati dall’utilizzatore, effettuando
la prova che segue.
Le viti ed i dadi vengono serrati ed allentati:
Tab. 2
Nel corso della prova non deve verificarsi alcun danneggiamento che compro-
metta l’ulteriore uso della connessione a vite.
La lama del cacciavite deve essere di forma adatta alla testa della vite da provare.
Le viti ed i dati non devono essere serrati a strappi.
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4.3.1.3 Le viti di qualsiasi materiale che si avvitano in una filettatura realizzata in materia-
le isolante devono avere una lunghezza di filettatura avvitata sufficiente per assi-
curare un collegamento corretto.
Deve essere assicurata la corretta introduzione della vite nella filettatura.
La rispondenza si verifica mediante esame a vista ed effettuando la prova di cui
in 4.3.1.2.
La prescrizione riguardante la corretta introduzione è soddisfatta se viene impedi-
ta l’introduzione della vite di sbieco, per esempio a mezzo di una guida prevista
in corrispondenza del punto di ingresso della femmina.
4.3.2.1 I mezzi di fissaggio di cui sopra devono essere adatti a sostenere il carico previsto
nell’uso ordinario.
Tale requisito può essere verificato mediante calcolo o applicando per 15 min un
carico doppio di quello previsto nell’uso ordinario.
La verifica si effettua nel modo seguente:
uno spezzone di canale di lunghezza 600 mm o maggiore nel caso di apparecchi
particolari viene fissato su un supporto di legno rigido, installando l’apparecchio
come da istruzioni di montaggio, scegliendo la posizione più sfavorevole.
Al campione in prova viene fissata, tramite le viti di fissaggio ordinariamente in
uso agli apparecchi, una piastrina di acciaio di larghezza, spessore e forma ade-
guati all’apparecchio in prova e dotata di un perno centrale per l’applicazione
degli sforzi.
Le sollecitazioni sono applicate sulla piastrina al centro del campione in prova e
a un minimo di 5 mm dal bordo superiore del coperchio del canale.
La prova è favorevole se non si verificano apprezzabili deformazioni nei mezzi di
fissaggio, che ne compromettano l’ulteriore uso.
4.3.3 Smontabilità dei coperchi dei canali e degli accessori del sistema
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supporto devono essere estratti dal forno ad aria calda e posti a raffreddare a
temperatura ambiente per un periodo minimo di 30 min al termine del quale
si deve verificare che:
n non siano avvenute deformazioni di contorni geometrici tali da compro-
mettere il loro ulteriore impiego;
n non siano avvenute separazioni tra coperchio, canale ed accessori.
La lunghezza del tubo è tale che la distanza tra l’asse d’oscillazione del pendolo e
l’asse del martello montato sul braccio del pendolo sia uguale a 1 m.
Il materiale da provare deve essere disposto rispetto al martello in modo che il
punto d’impatto coincida col punto dove la traiettoria del martello incontra il pia-
no verticale passante per l’asse di oscillazione del pendolo.
Gli urti ai quali il materiale da esaminare è sottoposto sono definiti dalla massa
del martello e dall’altezza di caduta, cioè la distanza verticale tra la posizione del
punto di riferimento quando il pendolo è sganciato e la posizione di detto punto
al momento dell’urto. Il punto di riferimento è marcato sulla superficie dell’ele-
mento battente, dove la linea passante per il punto di intersezione degli assi del
tubo d’acciaio del pendolo e dell’elemento d’urto e perpendicolare al piano che
attraversa entrambi gli assi, incontra la superficie.
Nota Teoricamente il punto di riferimento dovrebbe essere il centro di gravità dell’elemento d’urto.
Poiché in pratica il centro di gravità è difficile da determinare, il punto di riferimento è scelto
come sopra descritto.
La Tabella qui di seguito indica la massa del martello e l’altezza di caduta verti-
cale in funzione delle caratteristiche evidenziate in 1.3.5:
Prima di ogni prova i provini vengono condizionati come previsto in 4.2.1, suc-
cessivamente vengono riportati alla temperatura ambiente per 4 h.
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Le superfici esposte agli urti si intendono quelle visibili quando profili e/o acces-
sori sono installati secondo l’uso ordinario.
Sui provini dei profili, di lunghezza 250 mm, vengono effettuati tre urti in punti
diversi con il punto di impatto al centro del coperchio.
Per gli accessori vengono usati tre provini montati secondo l’uso; i colpi sono ap-
plicati solo sulla superficie esposta.
Dopo la prova, l’involucro deve ancora assicurare i gradi di protezione verificati
in 4.5.1, 4.5.2, 4.5.3.
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Per il fissaggio si procede secondo Fig. 8, e si utilizzeranno sempre viti autofilet-
tanti di diametro 5 mm a testa cilindrica bombata con intaglio secondo UNI 904.
Nota Nel caso in cui la vite sia incompatibile con le dimensioni del canale, è possibile utilizzare viti
di dimensioni ridotte.
Se sono previsti dal costruttore come parti del sistema, in ogni provino devono
essere inseriti, il più possibile verso l’estremità del provino, in posizione simme-
trica, 2 collari o traversine ferma-cavi.
Il peso che simula il carico va calcolato secondo la formula:
P = KS n
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4.3.9 Prova di flessione lineare
Nel caso di canali sospesi, i canali stessi, gli elementi di sospensione e le giunzioni
devono resistere alle sollecitazioni statiche che si riscontrano nell’uso ordinario.
La conformità viene verificata con la seguente prova, che si esegue per ciascuna
combinazione possibile di giunzione, elemento di sospensione e canale.
Si verificano solo i valori della massima lunghezza compresa nel sistema.
Il numero di canali da utilizzare in ciascuna prova è uguale al numero delle vie
delle giunzioni verificate.
Il numero degli elementi di sospensione è uguale al numero dei canali. Se il costrut-
tore prescrive un elemento di sospensione anche per le derivazioni, tale elemento
dovrà essere utilizzato per la prova.
Il montaggio dei componenti della canalizzazione deve essere fatto in accordo
con le indicazioni del costruttore.
La distanza (L) tra gli elementi di sospensione misurata lungo il percorso della
canalizzazione è quella massima definita dal costruttore.
Nel caso di giunzioni particolari è possibile prevedere distanze L diversificate.
La lunghezza della canalizzazione di prova (canali e giunzioni) deve essere 1,5
volte la distanza tra gli elementi di fissaggio e la giunzione deve essere centrale.
All’interno della canalizzazione deve essere applicato un carico uniformemente
distribuito, calcolato e realizzato con spezzoni di cavo come in 4.3.6.
Se la canalizzazione è prevista per sostenere componenti o apparecchi non inclu-
si nel sistema, si applica a metà fra fissaggio e centro giunto un solo carico con-
centrato P pari a 1,5 volte il peso previsto nell’uso ordinario del componente o
dell’apparecchio sospeso al canale.
Dopo 24 h di applicazione del carico la freccia massima non deve essere superio-
re all’1% della maggior distanza L tra gli elementi di sospensione.
La prova deve essere eseguita a 35 °C ± 2 °C.
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4.4.2 Resistenza al calore
Il corpo ed il coperchio devono presentare una adeguata resistenza al calore. La
conformità si verifica mediante la prova descritta nel seguito.
La prova è eseguita su un esemplare di corpo e di coperchio preventivamente
sottoposti ad invecchiamento accelerato come descritto in 4.2.1. Dagli esemplari
devono essere ritagliati provini di dimensioni tali da poter essere sottoposti alla
prova seguente: i provini e la sfera di prova sono posti in una stufa a una tempe-
ratura di 60 °C ± 2 °C, posati su un piano di acciaio come mostrato in Fig.11.
Quando il supporto, il provino e la sfera hanno raggiunto la temperatura specifi-
cata, sulla superficie del provino è pressata la sfera d’acciaio di 5 mm di diametro
con una forza di 20 N.
Dopo 1 h la sfera è rimossa e il provino è estratto dal forno e immerso in acqua
fredda per evitare il rinvenimento.
Quando il provino ha raggiunto la temperatura ambiente, viene misurato il dia-
metro dell’impronta della sfera sulla superficie; questo diametro non deve supe-
rare 2 mm.
La prova deve essere eseguita solo sulle pareti piane degli esemplari.
I provini utilizzati in questa prova possono essere ricavati da esemplari integri gia
utilizzati per le prove d’urto.
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La prova deve essere eseguita, se possibile, su un esemplare completo oppure su
una parte conveniente ricavata da esso. La prova è fatta su un solo esemplare; in
caso di dubbio, la prova deve essere ripetuta su due ulteriori esemplari.
Gli esemplari devono essere mantenuti per 24 h prima della prova in ambiente a
condizioni atmosferiche normalizzate, secondo la Norma CEI 15-12.
La prova viene eseguita secondo le modalità dalla Norma CEI 50-11 per il filo in-
candescente ad una temperatura di 650 °C.
Si considera che l’esemplare abbia superato la prova del filo incandescente se:
n non c’è alcuna fiamma visibile o incandescenza prolungata o
n la fiamma o l’incandescenza dell’esemplare e della carta sottostante si estin-
guono entro 30 s dopo la rimozione del filo incandescente e la carta sot-
tostante non è bruciata completamente.
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6 VERIFICHE ELETTRICHE
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4.6.1.1 Condizionamento
La camera umida contiene aria con una umidità relativa mantenuta entro il 91% ed
il 95%. La temperatura dell’aria nella zona dove i campioni possono essere posti è
mantenuta a un valore compreso tra 20 °C e 30 °C con la tolleranza di ± 1 °C.
Prima di mettere i provini nella camera umida, essi devono essere portati ad una
temperatura che non differisca di oltre 4 °C dalla temperatura di prova, mantenen-
doli a tale temperatura per la durata di 4 h prima del trattamento di umidificazione.
Il tempo di permanenza dei provini nella camera umida è di due giorni (48 h).
Nella camera umida deve essere realizzata una circolazione continua di aria. La
camera umida deve essere termicamente isolata.
4.6.1.2 Misura
Immediatamente dopo l’estrazione dei provini dalla camera umida la resistenza di
isolamento deve essere misurata nel punto più svantaggioso tra un foglio metallico
interno ed uno esterno di materiale conduttore, per esempio stagnola, 1 min dopo
l’applicazione di una tensione continua di 500 V.
La superficie contrapposta dei fogli deve essere di almeno 700 mm2. I fogli me-
tallici devono aderire alla superficie dei provini.
La resistenza di isolamento così misurata non deve essere inferiore a 100 MW.
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Fig. 1 Installazione in controsoffitto e falso pavimento
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Fig. 2 Presa telefonica tripolare unificata (2.2.8)
a Coperchio
b Corpo
54,8
R=67,4
54,8 a
53,6
4,5
64,0 53,8 b
R= 72,0
60,0
30
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Fig. 3 Esempio di intersezione tra cavi appartenenti ad impianti diversi
L = Lunghezza della zona di non separazione (2.2.9)
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Fig. 4 Esempio di separazione tra cavi nel caso di angoli in piano (2.2.9)
a Parete
pR
L = ------- < P
2
dove: R = P/2;
P Profondità del canale;
L Lunghezza di non continuità della separazione.
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Fig. 5 Apparecchio per la prova d’urto
a Supporto di base
b Asse d’oscillazione
c Asse d’oscillazione regolabile
d Martelli (da 0,5 kg e 1,5 kg)
e Tubo in acciaio Fe 306 (UNI 2898-69)
f Asse del martello
g Piano verticale passante per l’asse del pendolo
h Spina A2 x 6 UNI 6364-68
i Campione
b
a
986,6
1000
c
øe 9/øi 7
d
ø 11,5
5 6
ø7
h
25
3,5
ø 11,5
28
5
5
M4
i
ø 15
Dimensioni in mm
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Fig. 5A Martello per pendolo kg 0,5
72 32 40
7,3
ø 12
4
13,4 13,4
ø 34,8
2,2
3
4
ø 12 R25
9,2
72 34,5 37,5
7,3 4 12
59,2
2,2
16,3
R25
12
9,1 47
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Fig. 6 Attrezzo usato per la verifica della resistenza agli urti a bassa temperatura (4.3.5)
a Martello
b Bronzo intermedio di acciaio 100g
c Altezza di caduta
d Provino
e Acciaio 10 kg
a
ø10,5
A B
c
b
3 00
R=
e Ø20 40
8,6 8,6
Dimensioni in millimetri
Angoli leggermente arrotondati
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Fig. 7 Prova di abbasamento del coperchio (4.3.6)
a Corpo del canale
b Carico
c Coperchio
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Fig. 8 Fissaggio dei provini per la prova di abbassamento del coperchio (4.3.6)
Dimensioni in millimetri
250
25
25
R=2,5
250
25
25
b < 100
R=2,5
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Fig. 9 Prova di abbassamento delle pareti laterali (4.3.7)
h
80
2
20
R=
36°50’
ø50
14° 2’
ø12
a
10
10
4
R=
b
Dimensioni in millimetri
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Fig. 11 Attrezzo per la prova di resistenza al calore (4.4.2)
a Punta sferica R = 2,5 mm
b Provino
c Supporto di acciaio
b c
Fine Documento
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
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