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ABB Sace L.V. - ABB Elettrocondutture
ABB Luca System - ABB Turati.

Originale depositato presso ABB SACE L.V.


ufficio Segreteria Tecnica LB-DOS
N O R M A I T A L I A N A CEI
Norma Italiana

CEI EN 60034-3
Data Pubblicazione Edizione
1997-09 Prima
Classificazione Fascicolo
2-22 3389 R
Titolo
Macchine elettriche rotanti
Parte 3: Prescrizioni specifiche per macchine sincrone a rotore
liscio (turboalternatori)

Title
Rotating electrical machines
Part 3: Specific requirements for turbine-type synchronous machines

APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER SISTEMI DI ENERGIA E PER TRAZIONE

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma si applica alle macchine trifase a rotore liscio (turboalternatori), aventi potenze nomi-
nali di 10 MVA e superiori, impiegate come generatori.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1863).

DESCRITTORI
macchine elettriche rotanti; macchine sincrone; rotore liscio; turboalternatori; prescrizioni specifiche;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali

Europei (IDT) EN 60034-3:1995;


Internazionali (IDT) IEC 34-3:1988-08;
Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI EN 60034-3 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 1992-9-1 Ambito validità Europeo


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 2-Macchine rotanti


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1992-7-8
CENELEC in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Documento originale Chiusa in data 1991-11-30

Gruppo Abb. 3 Sezioni Abb. B


ICS

CDU

LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)

© CEI - Milano 1997. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

SEZIONE
1 CAMPO DI APPLICAZIONE 1

1 CAMPO DI APPLICAZIONE 1

SEZIONE
2 GENERALITÀ 1

2 REGOLE GENERALI 1

3 TENSIONE NOMINALE 1

4 VELOCITÀ NOMINALE 2

5 CAMPI DI VARIAZIONE DI TENSIONE E FREQUENZA 2

6 SENSO DI ROTAZIONE 2

7 AVVOLGIMENTO DI STATORE 3

8 CORRENTE E TENSIONE NOMINALI DI ECCITAZIONE DELLA MACCHINA 3

9 ISOLAMENTO DELLA MACCHINA 3


9.1 Classe di isolamento .............................................................................................................................................................. 3
9.2 Prove dielettriche ..................................................................................................................................................................... 3

10 ISOLAMENTO CONTRO LE CORRENTI D’ALBERO 3

11 PROVA DI SOVRAVELOCITÀ 3

12 VELOCITÀ CRITICHE 4

13 DIAGRAMMA DI POTENZA (CAPABILITY DIAGRAM) 4

14 SOVRACORRENTI 4

15 CORTOCIRCUITO ISTANTANEO 5

16 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO E REATTANZE DIRETTE TRANSITORIA E SUBTRANSITORIA 6


16.1 Rapporto di cortocircuito ................................................................................................................................................... 6
16.2 Reattanze dirette transitoria e subtransitoria ........................................................................................................ 6
16.3 Tolleranze sul rapporto di cortocircuito e sulle reattanze dirette transitoria
e subtransitoria .......................................................................................................................................................................... 6

17 RESISTENZA MECCANICA CONCERNENTE IL NUMERO DI AVVIAMENTI


DI TURBOALTERNATORI NORMALI 6

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SEZIONE
3 MACCHINE RAFFREDDATE CON ARIA 7

18 FATTORE DI POTENZA 7

19 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO (VEDERE ANCHE 16.1) 7

20 RAFFREDDAMENTO DELLA MACCHINA 7

21 TEMPERATURA DEL FLUIDO PRIMARIO DI RAFFREDDAMENTO 7

22 RILEVATORI DI TEMPERATURA 8

23 REFRIGERANTI DELL’ARIA 8

SEZIONE
4 MACCHINE RAFFREDDATE CON IDROGENO O CON LIQUIDO 8

24 PRESSIONE DELL’IDROGENO ALL’INTERNO DELLA CARCASSA 8

25 FATTORE DI POTENZA 9

26 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO (VEDERE ANCHE 16.1) 9

27 CARCASSA DELLA MACCHINA E CHIUSURE 9

28 TERMINALI DELL’AVVOLGIMENTO STATORICO 9

29 TEMPERATURA DEI FLUIDI PRIMARI DI RAFFREDDAMENTO,


TEMPERATURE E SOVRATEMPERATURE DELLA MACCHINA 10

30 ALTITUDINE 10

31 TERMORILEVATORI 10

32 REFRIGERANTI DEL GAS O DEL LIQUIDO 11

33 SISTEMI AUSILIARI 11

SEZIONE
5 TURBOALTERNATORI AZIONATI DA TURBINE A GAS A COMBUSTIONE 12

34 CONDIZIONI DI SERVIZIO 12
34.1 Temperatura del fluido di raffreddamento primario .................................................................................... 12
34.2 Numero di avviamenti ........................................................................................................................................................ 13
34.3 Presa di carico .......................................................................................................................................................................... 13

35 CARATTERISTICHE NOMINALI E REGIMI DI FUNZIONAMENTO 13


35.1 Potenza nominale .................................................................................................................................................................. 13
35.2 Regimi di funzionamento ................................................................................................................................................. 13

36 TARGA 15

37 PROVE DI RISCALDAMENTO 15

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38 FUNZIONAMENTO COME COMPENSATORE SINCRONO 15
Fig. 1 Funzionamento nel campo di variazione di tensione e frequenza (vedere l’art. 5 per le
condizioni relative al funzionamento nei campi di tensione e frequenza indicati sopra) 16
Fig. 2 Esempio di diagramma di potenza (vedere art. 13) ..................................................................................... 17
Fig. 3 Curve tipiche della potenza erogabile dal generatore (vedere 35.2) .............................................. 18

A L L E G AT O
ZA normativo Altre Pubblicazioni internazionali citate nella presente Norma con i
riferimenti delle corrispondenti Pubblicazioni Europee 19

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PREMESSA
La procedura del questionario CENELEC, utilizzata per sapere se la Pubblicazione
internazionale IEC 34-3 (1988) poteva essere accettata senza modifiche del testo,
ha mostrato che non erano necessarie modifiche comuni CENELEC per l’accetta-
zione del documento come Documento di Armonizzazione.
Il documento di riferimento è stato sottoposto ad un voto formale dei membri
CENELEC e accettato come HD 53.3 S1 il 10 Dicembre 1990.
Sono state fissate le date che seguono:
n data ultima di annuncio dell’HD a livello nazionale
(doa) 01/06/1991
n data ultima di pubblicazione di una Norma nazionale armonizzata
(dop) 01/12/1991
n data ultima di ritiro delle Norme nazionali contrastanti
(dow) 01/12/1991

Per prodotti che sono stati resi conformi alla Norma nazionale relativa prima del
1/12/1991, come indicato dal costruttore o da un organismo di certificazione, tale
Norma precedente può continuare ad essere applicata alla produzione fino
all’1/12/1996.
Gli Allegati designati come “normativi” sono parte della Norma. Nella presente
Norma l’Allegato ZA è normativo.

AVVERTENZE
Il testo della Pubblicazione internazionale IEC 34-3 (1988) è stato approvato dal
CENELEC come Documento di Armonizzazione senza alcuna modifica.

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1 CAMPO DI APPLICAZIONE
S E Z I O N E

1 CAMPO DI APPLICAZIONE

La presente Norma si applica alle macchine trifase a rotore liscio (turboalternato-


ri), aventi potenze nominali di 10 MVA e superiori, impiegate come generatori.
Gli articoli che sono pertinenti si applicano a macchine utilizzate come motori
sincroni o compensatori.
La presente Norma integra le prescrizioni di base per le macchine elettriche ro-
tanti contenute nella Pubblicazione IEC 34-1(1).
La presente Norma non si applica a quelle macchine che non sono comprese nel
campo di applicazione della Pubblicazione IEC 34-1.
La Sezione 2 della presente Norma dà le prescrizioni specifiche comuni a tutti i
turboalternatori.
La Sezione 3 della presente Norma dà prescrizioni supplementari per i turboalter-
natori raffreddati con aria.
La Sezione 4 della presente Norma dà prescrizioni supplementari per i turboalter-
natori raffreddati con idrogeno o con liquido.
La Sezione 5 della presente Norma dà le prescrizioni specifiche per i turboalter-
natori azionati da turbine a gas a combustione.
Note: 1 Prescrizioni specifiche per eccitatrici sia rotanti sia statiche sono allo studio e si prevede
che queste formeranno la Sezione 6 della presente Norma(2).
2 Le prove per determinare il rendimento e le grandezze caratteristiche delle macchine sin-
crone sono trattate rispettivamente nelle Pubblicazioni IEC 34-2(3)e IEC 34-4(4).

2 GENERALITÀ
S E Z I O N E

2 REGOLE GENERALI

I turboalternatori dovranno essere conformi alle prescrizioni generali per le mac-


chine rotanti contenute nella Pubblicazione IEC 34-1 a meno che non sia diversa-
mente specificato nella presente Norma. Ogniqualvolta nella presente Norma
verrà fatto riferimento ad un accordo, esso è da intendersi tra costruttore ed ac-
quirente.

3 TENSIONE NOMINALE

La tensione nominale sarà stabilita su accordo.

(1) Norma CEI 2-3.


(2) Per le definizioni relative ai sistemi di eccitazione si veda la Norma CEI 2-21.
(3) Norme CEI 2-6 e 2-13
(4) Norma CEI 2-5.

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4 VELOCITÀ NOMINALE

La velocità nominale sarà di 1500 giri/min o 3000 giri/min per le macchine a


50 Hz e di 1800 giri/min o 3600 giri/min per le macchine a 60 Hz.

5 CAMPI DI VARIAZIONE DI TENSIONE E FREQUENZA

Le macchine devono essere in grado di erogare in permanenza la potenza nomi-


nale al fattore di potenza nominale, in un campo di variazione di ± 5% in tensio-
ne e ± 2% in frequenza, come definito dall’area tratteggiata di Fig. 1.
I limiti di sovratemperatura indicati nelle Tab. 1 e 2 o i limiti di temperatura indi-
cati nella Tab. 3 della Pubblicazione IEC 34-1 debbono applicarsi solo al funzio-
namento a tensione e frequenza nominali.
Note: 1 Quando il punto di funzionamento si sposta dai valori di tensione e frequenza nominali, i
valori di sovratemperatura o di temperatura possono aumentare progressivamente. Un
funzionamento permanente alla potenza nominale in determinate zone estreme dell’area
tratteggiata causa un aumento della sovratemperatura fino a circa 10 K. Le macchine do-
vranno poter fornire la potenza nominale al fattore di potenza nominale anche con varia-
zioni di ± 5% in tensione e di +3%/ -5% in frequenza, come definito dal contorno esterno
di Fig. 1, ma in questo caso le sovratemperature risulteranno ancora più elevate.
2 Pertanto, per rendere minima la riduzione di vita della macchina per effetto della tempe-
ratura o delle differenze di temperatura, il funzionamento al di fuori dell’area tratteggiata
dovrà essere limitato in estensione, durata e come numero di eventi. Si raccomanda di ri-
durre la potenza o di prendere altre misure correttive al più presto possibile.

Nel caso sia richiesto un funzionamento in un campo ancora più esteso di varia-
zione di tensione e frequenza, ciò dovrà essere oggetto di accordo.
3 La condizione di funzionamento nella zona di tensione più alta e frequenza più bassa o
di tensione più bassa e frequenza più alta è da considerarsi improbabile. La prima condi-
zione è quella che dà luogo con maggior probabilità ad un aumento della sovratemperatu-
ra dell’avvolgimento di eccitazione.
In Fig. 1 è mostrato il funzionamento in questi quadranti, limitato alle condizioni per le
quali il flusso della macchina e del suo trasformatore sono ridotti o incrementati di non
più del 5%.
4 I margini di eccitazione e di stabilità risulteranno ridotti in alcune delle condizioni di
funzionamento mostrate.
5 Quando la frequenza di funzionamento si discosta dal valore nominale, alcuni effetti
esterni all’alternatore possono diventare importanti e richiedere di essere presi in conside-
razione. Per esempio, il costruttore della turbina specificherà i campi di frequenza ed i
corrispondenti periodi per i quali la turbina può funzionare; si raccomanda di prendere
in considerazione la capacità dei servizi ausiliari di funzionare in un determinato campo
di tensione e frequenza.

6 SENSO DI ROTAZIONE

Dato che il generatore ha un solo senso di rotazione, che è determinato dalla tur-
bina, non è necessario applicare la Pubblicazione IEC 34-8(1). Il senso di rotazio-
ne deve essere indicato sulla macchina o sulla sua targa e la sequenza delle fasi
di statore sarà indicata marcando i terminali in ordine alfabetico, ad esempio U1,
V1, W1.

(1) Norma CEI 2-8.

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7 AVVOLGIMENTO DI STATORE

Gli avvolgimenti di statore possono essere collegati sia a stella che a triangolo
ma, a meno che sia richiesto esplicitamente il contrario, sarà previsto il collega-
mento a stella. In entrambi i casi i sei terminali di avvolgimento dovranno essere
portati all’esterno, salvo accordo contrario.

8 CORRENTE E TENSIONE NOMINALI DI ECCITAZIONE DELLA MACCHINA

La corrente e la tensione nominali di eccitazione della macchina sono quei valori


di corrente e tensione necessari all’avvolgimento di eccitazione per il funziona-
mento in condizioni nominali di potenza apparente, tensione, frequenza, fattore
di potenza ed, eventualmente, di pressione dell’idrogeno, l’avvolgimento di ecci-
tazione essendo alla temperatura di funzionamento corrispondente alla tempera-
tura del fluido primario di raffreddamento, ottenuta in queste condizioni di carico
quando il fluido secondario di raffreddamento è alla sua temperatura massima
specificata.

9 ISOLAMENTO DELLA MACCHINA

9.1 Classe di isolamento


I sistemi di isolamento impiegati per gli avvolgimenti dovranno essere di Classe B
o di classificazione termica superiore.

9.2 Prove dielettriche


Le prove in alta tensione dovranno essere in accordo con la Pubblicazione
IEC 34-1 ad eccezione delle prove di tensione per gli avvolgimenti di eccitazione,
per i quali si applicano le tensioni seguenti:
n per tensioni di eccitazione nominali fino a 500 V:
10 volte la tensione di eccitazione nominale, con un minimo di 1500 V;
n per tensioni di eccitazione nominali superiori a 500 V:
4000 V + 2 volte la tensione di eccitazione nominale.

10 ISOLAMENTO CONTRO LE CORRENTI D’ALBERO

Misure appropriate dovranno essere prese per prevenire una dannosa circolazio-
ne di correnti d’albero e per mettere a terra adeguatamente l’albero. L’isolamento
necessario dovrà essere preferibilmente realizzato in modo tale che esso possa
essere controllato mentre la macchina è in servizio.

11 PROVA DI SOVRAVELOCITÀ

I rotori dei turboalternatori devono essere provati a 1,2 volte la velocità nominale
per 2 minuti.

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12 VELOCITÀ CRITICHE

Le velocità critiche dell’intera linea d’asse non devono causare funzionamenti


non soddisfacenti nel campo di velocità corrispondente al campo di frequenza
concordato in base all’art. 5 (si veda la Pubblicazione IEC 45: Specification for
steam turbines).

13 DIAGRAMMA DI POTENZA (CAPABILITY DIAGRAM)

Il costruttore deve fornire un diagramma di potenza indicante i limiti di funziona-


mento definiti sulla base delle temperature o delle sovratemperature ed, even-
tualmente, dalla stabilità statica. Il diagramma sarà tracciato per il funzionamento
a tensione e a frequenza nominali e, per le macchine raffreddate con idrogeno, a
pressione nominale di idrogeno.
Un diagramma tipico è mostrato in Fig. 2. Il suo tracciato è definito dalle seguenti
limitazioni:
n la curva A rappresenta il funzionamento con corrente di eccitazione nominale
costante e quindi con sovratemperatura dell’avvolgimento di eccitazione ap-
prossimativamente costante;
n la curva B rappresenta il funzionamento con corrente di statore nominale co-
stante e quindi con sovratemperatura dell’avvolgimento di statore approssi-
mativamente costante;
n la curva C indica il limite definito dal riscaldamento localizzato delle parti di
estremità o dalla stabilità statica o dalla combinazione di entrambi.

Altri diagrammi possono essere previsti, previo accordo tra costruttore e acqui-
rente, per un funzionamento in condizioni concordate entro i campi di tensione
e frequenza stabiliti secondo l’art. 5 e per pressioni di idrogeno diverse dalla no-
minale.
Il generatore dovrà funzionare entro i limiti del diagramma appropriato alle con-
dizioni scelte di tensione e di frequenza ed, eventualmente, di pressione
dell’idrogeno. Un funzionamento al di fuori di questi limiti diminuirà la vita della
macchina.

14 SOVRACORRENTI

Macchine con potenza nominale inferiore o uguale a 1200 MVA devono essere in
grado di sopportare senza danno una corrente di statore di 1,5 volte la corrente
nominale (1,5 p.u.) per 30 s.
Per potenze nominali superiori a 1200 MVA, dovrà essere concordata una durata
inferiore a 30 s, decrescente con l’aumentare della potenza nominale, fino a un
minimo di 15 s, fermo restando la corrente di 1,5 p.u. per tutte le potenze.
La macchina deve essere in grado di soddisfare altre combinazioni di sovracor-
rente e tempo che forniscano la stessa quantità di calore addizionale al disopra di
quella prodotta dalla corrente di 1 p.u.

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Per le macchine con potenza nominale fino a 1200 MVA quindi:

2
( l Ð 1 )t = 37 ,5 s

dove:
l è la corrente statorica in p.u.;
t è la sua durata in secondi.

Questa relazione si deve applicare per valori di t compresi tra 10 s e 60 s.


Nota È noto che in queste condizioni le temperature dell’avvolgimento statorico supereranno i valori
corrispondenti al carico nominale e perciò la costruzione della macchina è basata sull’ipotesi
che il numero di funzionamenti alle condizioni limite specificate non sia superiore a due per
anno.

15 CORTOCIRCUITO ISTANTANEO

La macchina deve essere progettata per sopportare senza cedimenti qualsiasi cor-
tocircuito ai suoi terminali, durante il funzionamento a carico nominale ed alla
tensione di 1,05 p.u., a condizione che la corrente di fase massima sia limitata
con mezzi esterni ad un valore non superiore alla corrente di fase massima corri-
spondente al cortocircuito trifase.
L’espressione “senza cedimenti” significa che la macchina non deve subire danni
che possano causare una messa fuori servizio, sebbene possano manifestarsi de-
formazioni dell’avvolgimento di statore.
Nel caso venga concordata tra acquirente e costruttore una prova di cortocircuito
istantaneo sulla macchina nuova, tale prova deve essere eseguita dopo la prova
dielettrica di accettazione a piena tensione, come precisato nel seguito.
Una macchina prevista per collegamento diretto alla rete deve essere sottoposta
ad un cortocircuito trifase ai suoi terminali quando eccitata alla tensione nomina-
le a vuoto. Per una macchina da collegarsi alla rete attraverso il suo trasformatore
o reattore, generalmente mediante un sistema di sbarre isolate, la prova di corto-
circuito ai terminali sarà effettuata ad una tensione ridotta stabilita su accordo tra
acquirente e costruttore, in modo da produrre la stessa corrente di statore che ri-
sulterebbe in servizio per un cortocircuito trifase ai terminali di alta tensione del
trasformatore.
Questa prova sarà considerata soddisfacente se la macchina è, in seguito, giudi-
cata idonea al servizio senza richiedere riparazioni o con solo limitati interventi
sugli avvolgimenti di statore e se sopporta una prova di tensione applicata con
un valore pari all’80% del valore specificato nella Pubblicazione IEC 34-1 per una
macchina nuova. L’espressione “limitati interventi” significa alcuni interventi sul
sistema di amarro delle testate e sull’isolamento ma non sostituzione di bobine.
Nota Valori di corrente e di coppia eccezionalmente elevati possono presentarsi come risultato di un
cortocircuito in prossimità del generatore in servizio o di eliminazione di un guasto più di-
stante e richiusura o ancora di una errata manovra di sincronizzazione. Se tali condizioni
introducono effettivamente severe sovracorrenti, è prudente esaminare la macchina in detta-
glio, con particolare attenzione agli avvolgimenti di statore. Ogni allentamento di supporti e
zeppe dovrà essere ripreso prima di rimettere la macchina in servizio, per evitare la possibilità
di conseguenti danni causati da vibrazioni. Può inoltre risultare opportuno verificare la pre-
senza di eventuali deformazioni dei bulloni di accoppiamento, degli accoppiamenti e degli al-
beri.

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16 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO E REATTANZE DIRETTE TRANSITORIA
E SUBTRANSITORIA

16.1 Rapporto di cortocircuito


Valori minimi normalizzati sono riportati negli art. 18 e 26. Valori minimi più ele-
vati possono essere specificati o concordati ma ciò sarà generalmente associato
ad un aumento delle dimensioni della macchina.

16.2 Reattanze dirette transitoria e subtransitoria


Si raccomanda che i valori delle reattanze dirette transitoria e subtransitoria siano
specificati o concordati con riguardo alle condizioni di funzionamento. È conve-
niente specificare o concordare un valore minimo della reattanza subtransitoria
diretta riferito al livello di saturazione corrispondente alla tensione nominale e a
volte un valore massimo della reattanza transitoria diretta nella condizione non
satura corrispondente alla corrente nominale. Poiché le due reattanze dipendono
in larga misura da flussi comuni occorre curare che i valori specificati o concor-
dati siano compatibili, cioè che il limite superiore della reattanza subtransitoria
non sia fissato troppo vicino al limite inferiore della reattanza transitoria.
Salvo specifica o accordo contrari il valore della reattanza subtransitoria diretta
non deve essere inferiore a 0,1 p.u. riferito al livello di saturazione corrisponden-
te alla tensione nominale.
Il valore di ciascuna di queste reattanze può essere specificato o concordato ad
un altro livello di saturazione, in accordo con la Pubblicazione IEC 34-4.
Se si concorda di determinare tali valori mediante prova, la prova deve essere in
accordo con la Pubblicazione IEC 34-4.

16.3 Tolleranze sul rapporto di cortocircuito e sulle reattanze dirette


transitoria e subtransitoria
1) Nel caso siano stati specificati o concordati i valori limite di questa Norma o
altri valori limite, non dovrà esserci alcuna tolleranza nella direzione significa-
tiva, ovvero nessuna tolleranza negativa sui valori minimi e nessuna tolleran-
za positiva sui valori massimi. Nell’altra direzione sarà applicata una tolleran-
za del 30%.
2) Valori specificati ma non dichiarati come valori limite saranno considerati
come valori nominali e saranno soggetti ad una tolleranza di ±15%.
3) Nel caso non sia stato specificato o concordato alcun valore, il costruttore
deve stabilire valori nominali ragionevoli, soggetti ad una tolleranza di ±15%.

17 RESISTENZA MECCANICA CONCERNENTE IL NUMERO DI AVVIAMENTI DI


TURBOALTERNATORI NORMALI

Salvo accordo contrario, il rotore deve essere progettato meccanicamente per


sopportare non meno di 3000 avviamenti durante la sua vita.

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3 MACCHINE RAFFREDDATE CON ARIA
S E Z I O N E

Questa sezione si applica a macchine le cui parti attive siano raffreddate con aria,
sia direttamente sia indirettamente, oppure con una combinazione di questi due
metodi.

18 FATTORE DI POTENZA

I valori normalizzati del fattore di potenza nominale ai terminali della macchina


sono 0,8 e 0,85 in ritardo (in sovraeccitazione).
Nota Possono essere concordati valori diversi; più basso è il fattore di potenza, più grandi saranno le
dimensioni della macchina.

19 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO (VEDERE ANCHE 16.1)

Il valore misurato del rapporto di cortocircuito a tensione e corrente di statore


nominali deve essere:
n per potenze nominali non superiori a 80 MVA: non inferiore a 0,45;
n per potenze nominali al di sopra di 80 MVA ma non superiori a 150 MVA: non
inferiore a 0,40;
n per potenze nominali superiori a 150 MVA: da concordare.

20 RAFFREDDAMENTO DELLA MACCHINA

Si raccomanda che il sistema di ventilazione sia preferibilmente un sistema con


aria in circuito chiuso. Se viene specificato o concordato un sistema con aria in
circuito aperto, si deve aver cura di impedire che la sporcizia ostruisca i passaggi
dell’aria di ventilazione, in modo da evitare sovrariscaldamenti.
Quando la macchina è dotata di collettore ad anelli, questi dovranno essere ven-
tilati separatamente in modo da evitare l’immissione di polvere di carbone nel
generatore e nell’eccitatrice.

21 TEMPERATURA DEL FLUIDO PRIMARIO DI RAFFREDDAMENTO

Le macchine, ad eccezione di quelle azionate da turbine a gas, devono essere in


accordo con la Pubblicazione IEC 34-1.
Se la temperatura massima dell’aria ambiente o dell’aria di raffreddamento prima-
ria nel caso in cui si usino refrigeranti aria-acqua, è diversa da 40 °C, valgono gli
articoli pertinenti della Pubblicazione IEC 34-1.
Prescrizioni particolari per macchine azionate da turbine a gas sono date negli
art. 34 e 35.

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22 RILEVATORI DI TEMPERATURA

Per rilevare la temperatura dell’avvolgimento di statore, si devono prevedere al-


meno sei termorilevatori incorporati in accordo con la Pubblicazione IEC 34-1.
Il numero dei termorilevatori di temperatura dell’aria all’ingresso in macchina
deve essere concordato.

23 REFRIGERANTI DELL’ARIA

A meno che non sia diversamente concordato, i refrigeranti devono essere previ-
sti per temperature dell’acqua all’ingresso non superiori a 32 °C e per pressioni di
funzionamento non inferiori a 170 kPa (1,7 bar).
La pressione di prova deve essere 1,5 volte la massima pressione di esercizio e
deve essere applicata per 15 minuti.
Se la pressione dell’acqua nel refrigerante è regolata da una valvola o da un di-
spositivo di riduzione della pressione connesso ad un sistema di distribuzione
dell’acqua dove la pressione è superiore alla pressione di esercizio del refrigeran-
te, il refrigerante deve essere progettato per la pressione più alta e provato a
1,5 volte questa pressione più alta, a meno che non sia diversamente concordato.
Questa pressione deve essere specificata dall’acquirente.
I refrigeranti devono essere progettati in modo che, se una sezione deve essere
messa fuori servizio per manutenzione, il generatore possa funzionare continuati-
vamente almeno a due terzi del carico nominale (o, previo accordo, ad una fra-
zione minore del carico) senza che le temperature ammissibili delle parti attive
della macchina siano superate. In queste condizioni, la temperatura dell’aria pri-
maria di raffreddamento può essere superiore al valore di progetto.

4 MACCHINE RAFFREDDATE CON IDROGENO O CON LIQUIDO


S E Z I O N E

Questa Sezione si applica a macchine le cui parti attive siano raffreddate diretta-
mente o indirettamente con idrogeno, gas o con liquidi, o da una combinazione
di questi sistemi.
Alcune macchine possono impiegare un gas diverso dall’idrogeno; in questo caso
si applicano le stesse regole quando appropriate.

24 PRESSIONE DELL’IDROGENO ALL’INTERNO DELLA CARCASSA

Il Costruttore deve indicare la pressione dell’idrogeno all’interno della carcassa


alla quale la macchina genera il suo carico nominale.
I valori preferenziali della pressione di idrogeno sono i seguenti:

100 200 300 400 500 600 kPa


1 2 3 4 5 6 bar

espressi in valori relativi cioè al di sopra della pressione atmosferica.

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25 FATTORE DI POTENZA

I valori normalizzati per i fattori di potenza nominali ai terminali della macchina


sono 0,85 e 0,9 in ritardo (sovraeccitazione).
Nota Possono essere concordati valori diversi; più basso è il fattore di potenza, più grandi saranno le
dimensioni della macchina.

26 RAPPORTO DI CORTOCIRCUITO (VEDERE ANCHE 16.1)

Il valore misurato del rapporto di cortocircuito, a tensione e a corrente di statore


nominali, deve essere:
n per potenze nominali non superiori a 200 MVA: non inferiore a 0,45;
n per potenze nominali al di sopra di 200 MVA ma non superiori a 800 MVA:
non inferiore a 0,40;
n per potenze nominali superiori a 800 MVA: non inferiore a 0,35.

27 CARCASSA DELLA MACCHINA E CHIUSURE

La carcassa completa della macchina e tutte le chiusure a tenuta di pressione (per


es. quelle sopra i refrigeranti) per l’impiego di idrogeno come fluido di raffredda-
mento debbono essere progettate per sopportare senza pericolo per le persone
una esplosione interna con una miscela esplosiva inizialmente alla pressione at-
mosferica.
Ove richiesta dall’acquirente al momento dell’ordinazione, si deve effettuare una
prova idrostatica di pressione per verificare la robustezza della carcassa e delle
chiusure.
Si considera come prova idonea l’applicazione di una pressione relativa di
800 kPa (8 bar) per 15 minuti.
Nota In alcuni paesi, normative o regole vigenti possono imporre differenti condizioni di prova.

28 TERMINALI DELL’AVVOLGIMENTO STATORICO

I terminali delle macchine raffreddate con idrogeno debbono essere progettati


per sopportare una pressione relativa del gas pari almeno a 800 kPa (8 bar).
Gli isolatori debbono essere provati elettricamente separatamente dagli avvolgi-
menti della macchina, e debbono sopportare per 60 s una prova dielettrica a sec-
co, in aria ed a frequenza industriale con una tensione non inferiore a 1,5 volte il
valore della tensione di prova per 1 minuto degli avvolgimenti della macchina.
Nota Se i terminali sono raffreddati con liquido, non è necessario che, per l’esecuzione della prova
ad alta tensione, vengano effettuati i collegamenti con i circuiti del liquido.

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29 TEMPERATURA DEI FLUIDI PRIMARI DI RAFFREDDAMENTO,
TEMPERATURE E SOVRATEMPERATURE DELLA MACCHINA

Le macchine diverse da quelle azionate da turbine a gas, debbono essere confor-


mi alla Pubblicazione IEC 34-1.
Le temperature massime dei fluidi di raffreddamento primari, idrogeno o liquido,
possono essere previste diverse da 40 °C (per es. per economia di progetto del
refrigerante in relazione ad una specifica temperatura massima del fluido di raf-
freddamento secondario). Se è così:
a) per macchine a raffreddamento indiretto si debbono applicare gli articoli spe-
cifici della Pubblicazione IEC 34-1 riguardanti le correzioni delle sovratempe-
rature relative a macchine raffreddate in aria;
b) per macchine raffreddate direttamente, si debbono applicare senza modifiche
le temperature indicate nella specifica tabella della Pubblicazione IEC 34-1.
Nota Per evitare sovratemperature eccessive o campi di variazione di temperatura troppo ampi, si
raccomanda che la temperatura massima del fluido di raffreddamento non si discosti dai
40 °C di più di ± 10 K.

Agli art. 34 e 35 sono date particolari prescrizioni per macchine azionate da turbi-
ne a gas.

30 ALTITUDINE

Le macchine debbono essere idonee per funzionare alla pressione nominale (va-
lore relativo) del gas ad altitudini non superiori a 1000 m sul livello del mare.
Nota Le macchine di produzione standard possono essere esercite ad una altitudine superiore ai
1000 m a condizione che il sistema di raffreddamento sia tale che la pressione nominale asso-
luta del fluido primario di raffreddamento (idrogeno) possa essere mantenuta invariata, qua-
lunque sia l’altitudine; in questo caso tuttavia si dovrà raggiungere un accordo con il costrut-
tore per quanto riguarda le tenute, gli involucri e gli apparecchi ausiliari.

31 TERMORILEVATORI

In accordo con la Pubblicazione IEC 34-1 debbono essere previsti almeno sei ter-
morilevatori incorporati. È importante rilevare che, per le macchine a raffredda-
mento diretto, le temperature misurate mediante i termorilevatori incorporati non
forniscono alcuna indicazione sulla temperatura del punto caldo dell’avvolgimen-
to di statore. Il rispetto delle temperature massime indicate per il fluido di raffred-
damento nella Tab. III, caso 1, della Pubblicazione IEC 34-1 assicura che la tem-
peratura dell’avvolgimento non raggiunga valori eccessivi. Il limite della
temperatura ammissibile, misurato mediante termorilevatori incorporati posti tra
due barre in cava ha lo scopo di fornire una garanzia contro un sovrariscalda-
mento eccessivo dell’isolamento da parte del nucleo. Le temperature rilevate at-
traverso i termorilevatori incorporati possono essere usate per tenere sotto con-
trollo il sistema di raffreddamento dell’avvolgimento di statore.
Il numero dei termorilevatori della temperatura del fluido di raffreddamento
all’ingresso in macchina deve essere concordato. Per le macchine a raffredda-
mento diretto dell’avvolgimento di statore, la temperatura del fluido di raffredda-
mento all’uscita di questo avvolgimento deve essere misurata con almeno 3 ter-
morilevatori di temperatura. È opportuno che questi termorilevatori siano posti in
contatto diretto con il fluido di raffreddamento. Perciò, se l’avvolgimento è raf-

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freddato con gas, conviene che essi vengano installati il più vicino possibile ai
condotti di uscita delle bobine, compatibilmente con le esigenze di natura elettri-
ca. Se l’avvolgimento è raffreddato con acqua, è opportuno che i termorilevatori
siano nella tubazione all’interno della carcassa o il più vicino possibile al punto
in cui il fluido di raffreddamento esce dalla carcassa, facendo attenzione al fatto
che non vi sia una significativa differenza di temperatura tra il punto di misura ed
il punto in cui il fluido di raffreddamento esce dall’avvolgimento.

32 REFRIGERANTI DEL GAS O DEL LIQUIDO

Ove non diversamente specificato, i refrigeranti debbono essere previsti per una
temperatura dell’acqua all’ingresso non superiore a 32 °C e per una pressione re-
lativa di esercizio non minore di 350 kPa (3,5 bar).
La pressione di prova deve essere 1,5 volte la massima pressione di esercizio e
deve essere applicata per 15 minuti.
Se la pressione dell’acqua nel refrigerante è regolata da una valvola o da un di-
spositivo di riduzione della pressione connesso ad un sistema di distribuzione
dell’acqua dove la pressione è superiore alla pressione di esercizio del refrigeran-
te, il refrigerante deve essere progettato per la pressione più alta e provato a
1,5 volte questa pressione più alta, a meno che non sia diversamente concordato.
Questa pressione deve essere specificata dall’acquirente.
È opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che in alcune condizioni di eserci-
zio, ad es. durante la manutenzione o mentre il gas viene scaricato dalla carcassa,
un refrigerante potrebbe essere sottoposto alla pressione del gas senza che vi sia
pressione d’acqua.
Il refrigerante pertanto deve essere previsto per una differenza di pressione, ap-
plicata dal lato del gas, pari a 800 kPa (8 bar) relativi.
I refrigeranti debbono essere progettati in modo che se una sezione deve essere
messa fuori servizio per manutenzione, il generatore possa funzionare continuati-
vamente almeno a due terzi del carico nominale (o, previo accordo, ad una fra-
zione minore) senza che le temperature ammissibili delle parti attive della mac-
china siano superate. In queste condizioni la temperatura del fluido primario di
raffreddamento può essere superiore al valore di progetto.

33 SISTEMI AUSILIARI

In relazione al tipo di fluido di raffreddamento ed alle caratteristiche dei sistemi


ausiliari, alcune o tutte le apparecchiature seguenti sono ritenute necessarie per il
buon funzionamento delle macchine alle quali si applica la Sezione 4 della pre-
sente Norma. Non si intende che questa lista sia completa in tutti i dettagli ed al-
tri casi possono essere aggiunti.
a) Un sistema di gas di raffreddamento (idrogeno od altro gas) completo, ido-
neo per il collegamento alla tubazione di adduzione del gas alla macchina,
comprendente opportuni dispositivi per la regolazione della pressione del gas
all’interno della carcassa ed un essicatore del gas.
b) Un sistema di gas di lavaggio (in genere anidride carbonica) completo, ido-
neo per essere connesso alla tubazione di adduzione del gas alla macchina,
tale da consentire il riempimento della carcassa con idrogeno e lo scarico di
questo in condizioni di sicurezza.
Se viene impiegato il sistema d’aria compressa della centrale per scaricare

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all’esterno della carcassa il gas di lavaggio, il collegamento al sistema dell’aria
compressa deve essere realizzato in maniera tale da garantire che l’aria non
possa essere introdotta nella macchina se non per scaricare il gas di lavaggio,
per es. mediante un tubo di collegamento disinstallabile.
c) Dispositivi indicatori e di allarme necessari per mantenere il richiesto grado di
purezza dell’idrogeno e per controllare la purezza del gas di lavaggio durante
lo scarico dell’idrogeno della carcassa. Si raccomanda che per la misura della
purezza vengano sempre adoperati due dispositivi indipendenti.
d) Un’apparecchiatura per il controllo dell’olio delle tenute e, ove richiesto, per
la rimozione da esso del gas e dell’acqua.
Deve essere prevista un’alimentazione di emergenza per l’olio delle tenute
con intervento automatico nel caso in cui l’alimentazione principale venga a
mancare.
e) Un sistema completo (o più sistemi) di raffreddamento con liquido compren-
dente pompe, refrigeranti e filtri e con un idoneo dispositivo di regolazione
della temperatura del liquido di raffreddamento.
f) Mezzi per rilevare la riduzione o la mancanza di portata del liquido all’interno
degli avvolgimenti.
g) Mezzi per misurare la conduttività dell’acqua utilizzata per il raffreddamento
degli avvolgimenti e mantenerla ad un valore sufficientemente basso.
h) Strumentazione di misura e di allarme indicativa del funzionamento di tutte le
apparecchiature ausiliarie e della presenza di liquido all’interno della macchi-
na, nonché mezzi necessari per l’estrazione di detto liquido.

5 TURBOALTERNATORI AZIONATI DA TURBINE A GAS A COMBUSTIONE


S E Z I O N E

La sezione si applica ai turboalternatori azionati da turbine a gas, raffreddati in


circuito aperto con aria, o in circuito chiuso con aria o idrogeno, con acqua o
aria ambiente come fluido di raffreddamento finale.
Queste prescrizioni si applicano anche ai generatori funzionanti disaccoppiati
come compensatori sincroni.

34 CONDIZIONI DI SERVIZIO

Un generatore azionato da una turbina a gas a combustione e conforme alle pre-


senti norme sarà in grado di erogare un carico in accordo con le sue caratteristi-
che nominali ed i suoi limiti di funzionamento nelle condizioni di servizio se-
guenti.

34.1 Temperatura del fluido di raffreddamento primario


Per i generatori raffreddati con aria in circuito aperto, la temperatura del fluido
primario di raffreddamento è quella dell’aria entrante in macchina. Questa è nor-
malmente la temperatura dell’aria ambiente. Il campo di variazione di questa
temperatura deve essere specificato dall’acquirente; essa è normalmente compre-
sa tra –5 °C e +40 °C.
Per i generatori raffreddati in circuito chiuso, la temperatura del fluido primario
di raffreddamento è la temperatura dell’aria o dell’idrogeno entrante in macchina
provenendo dai refrigeranti. Questa temperatura deve essere compresa in un
campo definito dal costruttore, per ottenere il dimensionamento ottimale della

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macchina e dei refrigeranti, e deve essere basata sul campo di variazione specifi-
cato dall’acquirente per la temperatura del fluido di raffreddamento secondario
(finale) (aria ambiente o acqua).

34.2 Numero di avviamenti


Il numero di avviamenti fino a carichi significativi non dovrebbe essere superiore
a 500 per anno.

34.3 Presa di carico


Il carico può essere applicato rapidamente, il gradiente di salita del carico del ge-
neratore è limitato soltanto dalla capacità della turbina di prendere carico.

35 CARATTERISTICHE NOMINALI E REGIMI DI FUNZIONAMENTO

35.1 Potenza nominale


La potenza nominale del generatore è la potenza apparente erogabile con conti-
nuità ai terminali della macchina, a frequenza, tensione e fattore di potenza no-
minali, ed eventualmente alla pressione di idrogeno nominale, con la temperatu-
ra del fluido primario di raffreddamento di 40 °C sul sito di funzionamento, salvo
diverso accordo tra acquirente e costruttore.
Le caratteristiche nominali della turbina a gas sono normalmente riferite, secondo
ISO, ad una temperatura dell’aria in ingresso di 15 °C, e le caratteristiche nomina-
li del generatore sono normalmente riferite, secondo IEC, ad una temperatura
dell’aria in ingresso di 40 °C. In conseguenza una turbina a gas ed un generatore
aventi le stesse prestazioni avranno differenti caratteristiche nominali.
Alla potenza nominale non dovranno essere superate le sovratemperature delle
Tab. 1 o 2, o le temperature della Tab. 3 della Pubblicazione IEC 34-1.
I parametri del generatore devono essere definiti con riferimento a queste carat-
teristiche nominali, salvo diverso accordo tra acquirente e costruttore.

35.2 Regimi di funzionamento


La capacità di carico di un generatore è il più alto carico ammissibile in potenza
apparente nelle condizioni di funzionamento specificate.

35.2.1 Regime di base (Base capability)


Il regime di base è la gamma di potenze apparenti erogabili con continuità ai ter-
minali della macchina nel sito di funzionamento, a frequenza, tensione e fattore
di potenza nominali ed eventualmente alla pressione di idrogeno nominale, cor-
rispondente al campo di temperatura del fluido finale di raffreddamento specifi-
cato per il sito di funzionamento (vedere 34.1), con sovratemperature o tempera-
ture (a seconda dei casi) non eccedenti i valori specificati in 35.2.2.
Il valore delle potenze attive del regime di base del generatore diviso per il ren-
dimento del generatore deve essere uguale o superiore al valore delle potenze
del regime di base della turbina a gas nel campo specificato di temperatura
dell’aria all’ingresso della turbina, in sito.

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Il costruttore dovrà fornire una curva delle potenze del regime di base nelle con-
dizioni del sito, entro i limiti specificati della temperatura del fluido finale di raf-
freddamento (vedere Fig. 3). Per una macchina raffreddata con aria in circuito
aperto, questa temperatura sarà esattamente o approssimativamente la stessa
dell’aria all’ingresso della turbina (scala A di Fig. 3).
Può essere concordato che al di sotto di una determinata bassa temperatura
dell’aria non sia necessario che il regime di base del generatore sia uguale a
quello della turbina. Può essere possibile allora soddisfare tutte le altre richieste
con un generatore leggermente più piccolo.
In un generatore raffreddato con aria in circuito chiuso con refrigeranti ad acqua, la
gamma di temperatura dell’acqua (fluido di raffreddamento finale) è normalmente
più piccola della gamma di temperatura dell’aria all’ingresso della turbina. In con-
seguenza quando la temperatura dell’aria diminuisce, la potenza del generatore au-
menta (se eventualmente possibile) più lentamente della potenza della turbina; le
dimensioni del generatore sono allora determinate dalla potenza della turbina alle
basse temperature dell’aria, e possono sembrare dal punto di vista economico trop-
po grandi a temperature dell’aria più comunemente ricorrenti. In queste condizioni
un accordo sulla limitazione della potenza del generatore diventa ancora più im-
portante per determinare il suo dimensionamento ottimale. Per i circuiti di raffred-
damento chiusi esiste un ulteriore aspetto che è l’assenza di una relazione semplice
o costante tra la temperatura dell’aria in ingresso alla turbina e la temperatura
dell’acqua di raffreddamento. La Fig. 3 dà l’andamento tipico della potenza del ge-
neratore in funzione della temperatura del fluido finale di raffreddamento (scala B).
Per tutte queste ragioni, conviene che sia raggiunto un accordo tra l’acquirente
ed il costruttore, al fine di determinare in quale misura la potenza del generatore
dovrà corrispondere a quella della turbina.

35.2.2 Sovratemperatura e temperatura in regime di base


Per le macchine a raffreddamento indiretto, le sovratemperature nel funziona-
mento in sito devono essere conformi a seconda dei casi alle Tab. 1 o 2 della
Pubblicazione IEC 34-1 e corrette nel modo seguente:
a) per temperature del fluido primario di raffreddamento da 10 °C a 60 °C:
aggiungere (40 - temperatura del fluido primario di raffreddamento) K;
b) per temperature del fluido primario di raffreddamento comprese tra -20 °C e
10 °C, e per macchine di lunghezza di pacco:
1) inferiore a 2,5 m:
aggiungere 30 K + 1/2 (10 - temperatura del fluido primario di raffredda-
mento) K;
2) uguale o superiore a 2,5 m:
aggiungere 30 K;
c) per temperature del fluido primario di raffreddamento superiori a 60 °C o in-
feriori a -20 °C, dovrà essere raggiunto un accordo.

Per gli avvolgimenti a raffreddamento diretto con aria o con idrogeno, le tempe-
rature nel funzionamento in sito devono essere conformi alla Tab. 3 della Pubbli-
cazione IEC 34-1, corrette come segue:
d) per temperature del fluido primario di raffreddamento da 10 °C a 60 °C:
nessuna correzione;
e) per temperature del fluido primario di raffreddamento compreso tra -20 °C e
10 °C, e per macchine di lunghezza di pacco:
1) inferiore a 2,5 m:
sottrarre 1/2 (10 - temperatura del fluido primario di raffreddamento) K;
2) uguale o superiore a 2,5 m:
sottrarre (10 - temperatura del fluido primario di raffreddamento) K;

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f) per temperature del fluido primario di raffreddamento superiori a 60 °C o in-
feriori a -20 °C, dovrà essere raggiunto un accordo.

35.2.3 Regime di massima potenza (Peak capability)


Il regime di massima potenza (Fig. 3) è la gamma di potenze apparenti erogabili con
continuità ai terminali della macchina nel sito di funzionamento a frequenza, tensio-
ne e fattore di potenza nominali ed eventualmente alla pressione nominale di idroge-
no, corrispondenti alla gamma di temperature del fluido finale di raffreddamento,
specificata per il sito di funzionamento (vedere 34.1), con sovratemperature o tempe-
rature (a seconda dei casi) che non superino i valori definiti in 35.2.4.
Le considerazioni espresse in 35.2.1 concernenti la relazione tra i regimi di base del
generatore e della turbina si applicano anche ai regimi di massima potenza.

35.2.4 Sovratemperatura e temperatura in regime di massima potenza


Per macchine a raffreddamento indiretto, le sovratemperature limite in regime di
massima potenza debbono essere superiori di 15 K a quelle di 35.2.2.
Per avvolgimenti a raffreddamento diretto con aria o con idrogeno, le temperatu-
re limite devono essere superiori di 15 K a quelle di 35.2.2.
Nota Il funzionamento in regime di massima potenza comporta una riduzione accelerata della du-
rata di vita della macchina, poiché l’invecchiamento termico dell’isolamento è da tre a sei volte
superiore a quello che si ottiene con le temperature corrispondenti al regime di base.

36 TARGA

La targa dovrà riportare le informazioni richieste nella Pubblicazione IEC 34-1, ed


inoltre il valore della potenza relativa al regime di massima potenza ed alla tem-
peratura del fluido primario di raffreddamento alla quale sono riferite le caratteri-
stiche di targa.

37 PROVE DI RISCALDAMENTO

Queste prove possono essere effettuate al carico nominale ed alla temperatura


del fluido primario di raffreddamento alla quale sono riferite le caratteristiche no-
minali o, previo accordo, ad ogni altra temperatura ammissibile del fluido prima-
rio di raffreddamento ed alla potenza di base corrispondente. Le temperature o le
sovratemperature devono essere conformi in 35.2.2, corrette, se necessario, nel
caso di una differenza di altitudine tra il sito di prova e quello di funzionamento,
secondo la Pubblicazione IEC 34-1.

38 FUNZIONAMENTO COME COMPENSATORE SINCRONO

Se specificato dall’acquirente, debbono essere presi provvedimenti per il funzio-


namento come compensatore sincrono della macchina disaccoppiata dalla turbi-
na a gas. Le potenze in regime di base e di massima potenza in sotto e sovraecci-
tazione, concernenti il funzionamento come compensatore, dovranno essere
oggetto di un accordo.

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Fig. 1 Funzionamento nel campo di variazione di tensione e frequenza (vedere l’art. 5 per le
condizioni relative al funzionamento nei campi di tensione e frequenza indicati sopra)

V%

105

103

95 98 100 102 103 f%

98

97

95

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Fig. 2 Esempio di diagramma di potenza (vedere art. 13)

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Fig. 3 Curve tipiche della potenza erogabile dal generatore (vedere 35.2)

Scala A:Temperatura del fluido di raffreddamento (°C) per una macchina raffred-
data con aria in circuito aperto. Questa temperatura è approssimativamente ugua-
le alla temperatura dell’aria in ingresso alla turbina.
Scala B:Temperatura del fluido finale di raffreddamento (°C), per una macchina
raffreddata in circuito chiuso con aria o idrogeno come fluido primario di raffred-
damento.
Note: 1 Le curve per una macchina valgono soltanto per il campo specificato di temperature del
fluido di raffreddamento. Per una macchina provvista di uno scambiatore di calore, non
è stato previsto di indicare anche una scala per la temperatura del fluido primario di raf-
freddamento. Le due scale limite per la temperatura del fluido finale di raffreddamento
sono rappresentate qui solamente per mostrare la forma del diagramma.
2 Queste curve tipiche non si estendono oltre le temperature del fluido primario di raffredda-
mento di -20 °C e +60 °C, poiché, al di fuori di questo campo, le richieste di prestazione
conviene siano oggetto di un accordo tra costruttore ed acquirente.
3 Per temperature del fluido primario di raffreddamento inferiori a +10 °C, le macchine con
lunghezza del pacco di 2,5 m o superiore, lavorano con un limite di sovratemperatura fis-
sato. Il leggero aumento di potenza indicato è possibile a causa della riduzione della resi-
stenza degli avvolgimenti dovuta alla diminuzione delle temperature totali.

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ALLEGATO
ZA(Normativo) Altre
Pubblicazioni internazionali citate nella presente Norma
con i riferimenti delle corrispondenti Pubblicazioni Europee

Pubbl. IEC Data Titolo EN/HD Data Norma CEI


45 1970 Specification for steam turbines – – –

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
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