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Ponti termici in edilizia

NORMA ITALIANA Flussi termici e temperature superficiali UNI EN ISO


Metodi generali di calcolo 10211-1

DICEMBRE 1998

Thermal bridges in building construction


Heat flows and surface temperatures
General calculation methods

Edificio, isolamento termico, dispersione termica, trasmissione del calore,

NORMA EUROPEA
DESCRITTORI
temperatura, regola di calcolo

CLASSIFICAZIONE ICS 91.120

SOMMARIO La norma definisce le specifiche dei modelli geometrici 3-D e 2-D di un


ponte termico, ai fini del calcolo numerico. La norma include i limiti del
modello geometrico e le sue suddivisioni, le condizioni limite ed i valori ter-
mici che sono ad esse collegate.

RELAZIONI NAZIONALI

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN ISO 10211-1:1995 (= ISO 10211-1:1995)


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN ISO 10211-1 (edizione agosto 1995).

ORGANO COMPETENTE CTI - Comitato Termotecnico Italiano

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 20 novembre 1998

RICONFERMA

UNI  UNI - Milano 1998


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 12 Nº di riferimento UNI EN ISO 10211-1:1998 Pagina I di IV


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN ISO 10211-1 (edizione agosto 1995), che as-
sume così lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
Il CTI (Comitato Termotecnico Italiano - via G. Pascoli 41, 20129 Mi-
lano), ente federato all’UNI, che segue i lavori europei sull’argo-
mento, per delega della Commissione Centrale Tecnica, ha appro-
vato il progetto europeo l’8 febbraio 1995 e la versione in lingua ita-
liana della norma il 12 novembre 1998.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove


edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

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INDICE

PREMESSA 2

INTRODUZIONE 3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 3

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3

3 DEFINIZIONI E SIMBOLI 4
figura 1 Modello 3-D con cinque elementi laterali 3-D ed un elemento centrale 3-D.
Gli elementi da F1 a F5 hanno sezioni trasversali costanti perpendicolari ad
almeno uno degli assi. C è la parte rimanente ................................................................................... 5
figura 2 Le sezioni trasversali degli elementi laterali di un modello 3-D possono essere
trattate come un modello 2-D. Gli elementi da F2 a F5 si riferiscono alla figura 1 ................ 5
figura 3 Esempi di un modello 3-D in cui sono evidenziati i piani costruttivi ............................................ 6
figura 4 Esempio di ponte termico di minore importanza che dà origine ad un flusso
termico 3-D, incorporato in uno strato quasi omogeneo ................................................................. 7

4 PRINCIPI 8

5 MODELLO DELLA STRUTTURA EDILIZIA 9


5.1 Regole per la definizione del modello............................................................................................ 9
figura 5 Piani di simmetria che possono essere utilizzati come piani di taglio ........................................ 9
figura 6 Due ponti termici A e B nel medesimo modello. Il ponte termico più vicino ai
piani di taglio non rispetta la condizione imposta di essere distante almeno 1 m
da un piano di taglio (figura a sinistra). Si ovvia al problema estendendo il modello
nelle due dimensioni (figura di destra) ............................................................................................... 10
prospetto 1 Posizione dei piani di taglio nel terreno (fondamenta, fondazioni piano terra,
scantinati) ..................................................................................................................................................... 10
figura 7a Dimensioni del terreno - Calcolo delle temperature superficiali ................................................ 11
figura 7b Dimensioni del terreno - Calcolo del flusso termico....................................................................... 11
figura 8a Esempio di un modello geometrico con piani costruttivi e piani ausiliari ................................ 12
figura 8b Esempi di piani costruttivi e piani ausiliari utilizzati nel modello geometrico 2-D
del telaio di una finestra ........................................................................................................................... 13
5.2 Condizioni per semplificare il modello geometrico .............................................................. 13
figura 9 Modifica della posizione delle superfici interna o esterna............................................................ 14
figura 10 Quattro possibilità per riposizionare l'interfaccia tra tre blocchi di materiale in
funzione del rapporto tra le loro conduttività termiche .................................................................. 14
prospetto 2 Condizioni specifiche per includere ponti termici lineari o puntiformi in uno strato
quasi omogeneo ......................................................................................................................................... 16
figura 11 Condizioni specifiche per includere ponti termici lineari e puntiformi in uno strato
quasi omogeneo, per le categorie del prospetto 2 ......................................................................... 17

6 VALORI DI CALCOLO 17
6.1 Valori di calcolo assegnati ................................................................................................................ 17
prospetto 3 Resistenze superficiali (m2 · K)/W........................................................................................................ 18
prospetto 4 Temperature al contorno ......................................................................................................................... 18
6.2 Metodi per la determinazione dei valori di calcolo ............................................................... 19

7 METODO DI CALCOLO 19
7.1 Regole di calcolo .................................................................................................................................... 19
7.2 Determinazione dei coefficienti di accoppiamento e dei flussi termici ...................... 20
figura 12 Involucro edilizio suddiviso in modelli geometrici 3-D, 2-D e 1-D ............................................. 21
7.3 Determinazione della temperatura sulla superficie interna ............................................. 21

8 DATI DI INGRESSO E DI USCITA 22

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8.1 Dati in entrata .......................................................................................................................................... 22
8.2 Dati di uscita ............................................................................................................................................. 22

APPENDICE A VALIDAZIONE DEI METODI DI CALCOLO 24


(normativa)
figura A.1 Caso di riferimento 1: confronto con la soluzione analitica ......................................................... 24
figura A.2 Caso di riferimento 2: confronto con un calcolo 2-D ..................................................................... 25
figura A.3 Caso di riferimento 3: confronto con un calcolo 3-D ..................................................................... 26

APPENDICE B CONDUTTIVITÀ TERMICA EQUIVALENTE DELLE INTERCAPEDINI


(normativa) D’ARIA 28
figura B.1 Sezione di un’intercapedine con indicazione della direzione del flusso termico ................. 28
prospetto B.1 Resistenza termica in (m2 · K)/W di strati d'aria e di intercapedini di forma
tubolare nelle strutture edilizie con trasmittanza U < 1,0 W/(m2 · K) ....................................... 29
figura B.2 Sezione di un’intercapedine di forma tubolare con indicazione della direzione
del flusso termico ....................................................................................................................................... 29
prospetto B.2 Conduttività termica equivalente W/(m · K) di intercapedini orizzontali di forma
tubolare, nelle strutture edilizie con U > 1,0 W/(m2 · K) ............................................................... 30
prospetto B.3 Conduttività termica equivalente W/(m · K) di intercapedini verticali di forma
tubolare, nelle strutture edilizie con U > 1,0 W/(m2 · K) ............................................................... 30

APPENDICE C DETERMINAZIONE DELLA TRASMITTANZA TERMICA LINEICA


(normativa) DI PUNTO 31
figura C.1 Componente edilizio 3-D che separa due ambienti ....................................................................... 32
figura C.2 Componente edilizio 3-D che separa tre ambienti ......................................................................... 33
figura C.3 Componente edilizio 3-D che separa cinque ambienti ................................................................. 34

APPENDICE D ESEMPI DI UTILIZZO DI STRATI QUASI OMOGENEI 35


(informativa)
figura D.1 Semplificazione del modello di una parete di muratura con collegamenti ............................. 35
prospetto D.1 Esempio di calcolo relativo alla figura D.1 ........................................................................................ 35
figura D.2 Semplificazione del modello di una parete isolata con telaio di legno, intonaco e
rivestimento interno .................................................................................................................................. 36
prospetto D.2 Esempio di calcolo relativo alla figura D.2 ........................................................................................ 36

APPENDICE E RESISTENZE TERMICHE SUPERFICIALI INTERNE 37


(informativa)
prospetto E.1 Coefficienti radiativi .................................................................................................................................. 38
prospetto E.2 Valori adimensionali di a ......................................................................................................................... 38
prospetto E.3 Valori di b, per i gradienti verticali normalizzati di temperatura ................................................. 39
prospetto E.4 Parametro della stanza corrispondente a due definizioni della temperatura interna
di riferimento ............................................................................................................................................... 39
figura E.1 Esempio di determinazione grafica di Rsi. Le due rette orizzontali si riferiscono a
superfici piane. Le due linee curve si riferiscono ai ponti termici. I punti di intersezione
con le linee p indicano i valori di Rsi. I quattro casi si riferiscono al prospetto E.5 ............. 40
prospetto E.5 Risultati del calcolo di Rsi ....................................................................................................................... 41

APPENDICE F DETERMINAZIONE DEI VALORI DI L E DI g PER PIÙ DI DUE


(informativa) TEMPERATURE AL CONTORNO 42
prospetto F.1 Schema per il calcolo dei valori di L, nel caso di n temperature al contorno ........................ 42
prospetto F.2 Schema di presentazione dei valori di L, nel caso di n temperature al contorno ................ 42
prospetto F.3 Schema per il calcolo dei valori g, nel caso di n temperature al contorno............................. 43
prospetto F.4 Schema di presentazione dei valori di g nel caso di n temperature al contorno ................. 43

APPENDICE G VALUTAZIONE DELLA CONDENSAZIONE SUPERFICIALE 44


(informativa)

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Ponti termici in edilizia
NORMA EUROPEA Flussi termici e temperature superficiali EN ISO 10211-1
Metodi generali di calcolo

AGOSTO 1995

Thermal bridges in building construction


EUROPEAN STANDARD Heat flows and surface temperatures
General calculation methods (ISO 10211-1:1995)
Ponts thermiques
NORME EUROPÉENNE Calcul des températures superficielles et des flux thermiques
Méthodes générales de calcul (ISO 10211-1:1995)
Wärmebrücken im Hochbau
EUROPÄISCHE NORM Wärmeströme und Oberflächentemperaturen
Allgemeine Berechnungsverfahren (ISO 10211-1:1995)

DESCRITTORI Edificio, isolamento termico, dispersione termica, trasmissione del calore, tempe-
ratura, regola di calcolo

ICS 91.120

La presente norma europea è stata approvata dal CEN il 13 marzo 1995.


I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche.
Gli elenchi aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali
corrispondenti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centra-
le oppure ai membri del CEN.
Le norme europee sono emanate in tre versioni ufficiali (inglese, francese e te-
desca). Traduzioni nella lingua nazionale, fatte sotto la propria responsabilità
da membri del CEN e notificate alla Segreteria Centrale, hanno il medesimo
status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spa-
gna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

 CEN 1995
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.

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PREMESSA
Il testo della EN ISO 10211-1:1995 è stato elaborato dal Comitato Tecnico CEN/TC 89, "Pre-
stazioni termiche degli edifici e dei componenti edilizi" in collaborazione con l’ISO/TC 163 "Iso-
lamento termico".
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o me-
diante la pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro febbraio
1996, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro febbraio 1996.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, i seguenti Paesi sono tenuti ad adot-
tare la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germa-
nia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Re-
gno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera.

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INTRODUZIONE
I ponti termici, generalmente localizzati in corrispondenza delle giunzioni tra gli elementi
edilizi o dove la composizione degli stessi elementi edilizi si modifica, producono due ef-
fetti:
a) una modifica del flusso termico
e
b) una modifica della temperatura interna superficiale
rispetto ai componenti privi di ponti termici.
I procedimenti per il calcolo dei flussi termici e delle temperature superficiali, benché sia-
no simili tra di loro, non sono identici.
Generalmente la presenza di ponti termici determina flussi termici tridimensionali o bidi-
mensionali, che possono essere determinati con precisione utilizzando metodi numerici di
calcolo dettagliati, come quelli descritti nella presente norma. Tali metodi sono denominati
di "classe A" e la parte 1 della presente norma definisce i criteri che devono essere sod-
disfatti perché un metodo possa essere classificato di "classe A".
In molte applicazioni i calcoli numerici, basati sulla rappresentazione bidimensionale dei
flussi termici, forniscono risultati di accuratezza adeguata. Tali metodi sono denominati di
"classe B".
La parte 2 della presente norma definisce i criteri che devono essere soddisfatti perché un
metodo per il calcolo dei ponti termici lineari possa essere classificato di "classe B".
Altri metodi di calcolo più semplici ma meno precisi, che non sono basati su calcoli nume-
rici, possono consentire una stima adeguata della dispersione termica aggiuntiva dell'in-
cremento del flusso termico dovuto ai ponti termici. I metodi semplificati sono descritti nel
prEN ISO 14683 "Ponti termici nelle costruzioni edilizie - Trasmittanza termica lineica -
Metodi semplificati e valori di progetto (ISO/DIS 14683:1995)".

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La parte 1 della presente norma definisce le specifiche di un modello geometrico 3-D e
2-D di un ponte termico per il calcolo numerico di:
- flussi termici per stimare le dispersioni termiche totali di un edificio;
- temperature superficiali minime per valutare il rischio di condensazione superficiale.
Queste specifiche comprendono la definizione dei limiti geometrici del modello e dei criteri
da adottare per la sua suddivisione, le condizioni termiche al contorno, i valori termici e le
relazioni da utilizzare.
La norma si basa sui seguenti presupposti:
- le condizioni termiche si intendono stazionarie;
- tutte le proprietà fisiche sono indipendenti dalla temperatura;
- non ci sono sorgenti di calore all'interno delle strutture edilizie.
La norma può essere utilizzata anche per ricavare le trasmittanze lineiche e di punto ed i
fattori di temperatura superficiale.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in
altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e
vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche
o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presen-
te norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizio-
ne della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
ISO 7345 Isolamento termico - Grandezze fisiche e definizioni
*)
prEN 673 Vetro per edilizia - Determinazione della trasmittanza termica (va-
lore U ) - Metodo di calcolo

*) Nota nazionale - La norma è stata pubblicata nel 1997.

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prEN ISO 6946-1*) Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e tra-
smittanza termica - Metodo di calcolo
prEN ISO 10456 Isolamento termico - Materiali e prodotti per edilizia - Determina-
zione dei valori dichiarati e di progetto
prEN ISO 13789 Prestazione termica degli edifici - Coefficiente di perdita di calore
per trasmissione - Metodo di calcolo

3 DEFINIZIONI E SIMBOLI

3.1 Definizioni
Ai fini della presente norma si applicano le definizioni della ISO 7345 e le seguenti:

3.1.1 ponte termico: Parte dell'involucro edilizio dove la resistenza termica, altrove uniforme,
cambia in modo significativo per effetto di:
a) compenetrazione totale o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell'in-
volucro edilizio
e/o
b) variazione dello spessore della costruzione
e/o
c) differenze tra l'area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato ester-
no, come avviene per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o
parete e soffitto.

3.1.2 modello geometrico 3-D: Modello geometrico desunto dai piani architettonici tale che, per
ciascuno degli assi ortogonali, la sezione trasversale, perpendicolare a quella dell’asse,
varia entro il limite del modello (vedere figura 1).

3.1.3 elemento laterale 3-D: Parte del modello geometrico 3-D che, quando presa in esame se-
paratamente dal resto del modello, può essere rappresentata con un modello geometrico
2-D (vedere figure 1 e 2).

3.1.4 elemento centrale 3-D: Parte del modello geometrico 3-D che non appartiene a un elemen-
to laterale 3-D (vedere figura 1).

3.1.5 modello geometrico 2-D: Modello geometrico desunto dai disegni architettonici tale che,
per uno degli assi ortogonali, la sezione trasversale perpendicolare a quell’asse, non si
modifica entro i limiti del modello (vedere figura 2).
Nota Un modello geometrico 2-D si utilizza per i calcoli bi-dimensionali.

3.1.6 piani costruttivi: Piani che in un modello 3-D o 2-D separano:


- i materiali differenti;
- il modello geometrico dal resto della costruzione;
- gli elementi laterali dall'elemento centrale (vedere figura 3).

3.1.7 piani di taglio: Piani costruttivi che definiscono i contorni di un modello 3-D o di un modello
2-D, separandolo dal resto della costruzione (vedere figura 3).

*) Nota nazionale - La norma EN ISO 6946 è stata pubblicata nel 1996.

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figura 1 Modello 3-D con cinque elementi laterali 3-D ed un elemento centrale 3-D. Gli elementi da F1 a F5
hanno sezioni trasversali costanti perpendicolari ad almeno uno degli assi. C è la parte rimanente

figura 2 Le sezioni trasversali degli elementi laterali di un modello 3-D possono essere trattate come un
modello 2-D. Gli elementi da F2 a F5 si riferiscono alla figura 1

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figura 3 Esempi di un modello 3-D in cui sono evidenziati i piani costruttivi
Legenda
Cx Piani costruttivi perpendicolari all'asse x
Cy Piani costruttivi perpendicolari all'asse y
Cz Piani costruttivi perpendicolari all'asse z

I piani di taglio sono indicati con le frecce di dimensione maggiore. I piani che separano gli elementi laterali
dell'elemento centrale sono indicati con un simbolo racchiuso in un cerchio.

3.1.8 piani ausiliari: Piani che in aggiunta ai piani costruttivi, dividono il modello geometrico in
un numero di celle.

3.1.9 strato quasi-omogeneo: Strato costituito da due o più materiali di conduttività termica dif-
ferente, che può essere considerato omogeneo con una conduttività termica equivalente
(vedere figura 4).

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figura 4 Esempio di ponte termico di minore importanza che dà origine ad un flusso termico 3-D, incorporato
in uno strato quasi omogeneo

3.1.10 rapporto delle differenze di temperatura ζ R : Differenza tra le temperature dell'aria interna
si
e della superficie interna divisa per la differenza delle temperature dell'aria interna ed
esterna, calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi.

3.1.11 fattore di temperatura sulla superficie interna ƒ R : Differenza tra le temperature della su-
si
perficie interna e dell'aria esterna divise per la differenza delle temperature dell'aria inter-
na ed esterna, calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi.
Nota ƒR = ζR
si si

3.1.12 fattore di ponderazione della temperatura, g: Fattore che fissa l’influenza relativa delle tempe-
rature dell’aria degli ambienti termici, sulla temperatura superficiale, nel punto considerato.

3.1.13 temperatura esterna di riferimento: Temperatura dell'aria esterna, nell’ipotesi che il cielo
sia completamente coperto.

3.1.14 temperatura interna di riferimento:


a) temperatura risultante secca nell'ambiente considerato;
b) valore medio della temperatura dell'aria interna nell'ambiente considerato.
Nota 1 a) è utilizzato nel calcolo dei flussi termici per la valutazione delle dispersioni globali mentre b) è utilizzato nel
calcolo delle temperature superficiali per il controllo del rischio di condensazione superficiale.
Nota 2 Ai fini del calcolo si assume che la temperatura di riferimento sia uniforme in tutto l'ambiente interno.

3.1.15 temperatura risultante secca: Media aritmetica della temperatura dell'aria interna e della
temperatura media radiante di tutte le superfici che delimitano l'ambiente interno.

3.1.16 coefficiente di accoppiamento termico, Li,j: Flusso termico scambiato, riferito alla differenza
tra le temperature interne di riferimento, tra due ambienti generici i e j, interagenti dal pun-
to di vista termico nel componente edilizio considerato.

3.1.17 trasmittanza termica lineica, ψ: Coefficiente di correzione che tiene conto dell’influenza di
un ponte termico distribuito lungo una linea e utilizzato per calcolare i coefficienti di accop-
piamento termico L, a partire da un calcolo 1-D.

3.1.18 trasmittanza termica di punto, χ: Coefficiente di correzione che tiene conto dell’influenza
di un ponte termico concentrato in un punto e utilizzato per calcolare i coefficienti di ac-
coppiamento termico L, a partire da un calcolo 1-D.

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3.2 Simboli e unità di misura
Simbolo Grandezza fisica Unità
A area m2
H altezza m
L coefficiente di accoppiamento termico W/K
2
R resistenza termica (m · K)/W
Rse resistenza superficiale esterna (m2 · K)/W
Rsi resistenza superficiale interna (m2 · K)/W
T temperatura termodinamica K
U trasmittanza termica W/(m2 · K)
V volume m3
b larghezza m
d spessore m
ƒR fattore di temperatura sulla superficie interna -
si

g fattore di ponderazione della temperatura -


h coefficiente di trasmissione del calore W/(m2 · K)
l lunghezza m
q densità di flusso termico W/m2
Θ temperatura Celsius °C
∆Θ differenza di temperatura K
λ conduttività termica W/(m · K)
ζR rapporto delle differenze di temperatura -
si

Φ flusso termico W
χ trasmittanza termica di punto W/K
Ψ trasmittanza termica lineica W/(m · K)

Pedici
cav cavità
dp bulbo umido
e esterno
i interno
l lineica
min minimo
s superficie

4 PRINCIPI
In una struttura edilizia il calcolo della distribuzione delle temperature all'interno e dei flus-
si termici che l'attraversano può essere sviluppato solamente se sono noti i dettagli co-
struttivi e le condizioni al contorno. A tal fine il modello geometrico è suddiviso in un nu-
mero di celle di materiale adiacenti, ciascuna con una conduttività termica uniforme. I cri-
teri che devono essere soddisfatti per definire il modello, sono indicati nel punto 5.
Nel punto 6 vengono fornite le istruzioni per la determinazione dei valori di conduttività ter-
mica e delle condizioni al contorno.

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La distribuzione di temperatura è determinata o con un procedimento di calcolo diretto o
con uno iterativo, a partire dal quale è determinata per interpolazione la distribuzione di
temperatura all'interno delle celle del materiale.
Le regole di calcolo ed il metodo per determinare la distribuzione di temperatura sono de-
scritti nel punto 7.
Nota In alcuni dei punti che seguono ci sono differenze nei procedimenti di calcolo delle temperature superficiali e
dei flussi termici; le differenze sono riassunte nei prospetti 1, 3 e 4.

5 MODELLO DELLA STRUTTURA EDILIZIA

5.1 Regole per la definizione del modello


Non è possibile rappresentare il comportamento termico di un intero edificio con un solo
modello geometrico. Nella maggior parte dei casi si può suddividere l'edificio in più parti,
includendo, se necessario, anche una porzione di terreno sotto le fondamenta, utilizzan-
do i piani di taglio. La suddivisione deve essere fatta con attenzione, per evitare che ci
siano differenze tra i risultati del calcolo dell'edificio preso nella sua interezza e quelli di
ognuna delle parti.
La suddivisione dell'edificio in più modelli geometrici si ottiene scegliendo in modo oppor-
tuno i piani di taglio.

5.1.1 Piani di taglio del modello geometrico


Il modello geometrico è costituito da uno o più elementi centrali, dagli elementi laterali e,
qualora lo si ritenga necessario, dal terreno. Il modello geometrico è delimitato dai piani di
taglio.
I piani di taglio devono essere posizionati come segue:
- in corrispondenza di un piano di simmetria se questo dista meno di 1 m da un elemen-
to centrale (vedere figura 5);
- ad almeno 1 m da un elemento centrale se non ci sono piani di simmetria più vicini;
- nel terreno, secondo il prospetto 1.
Nota Se nel modello geometrico ci sono più ponti termici, il valore calcolato della temperatura superficiale nell'ele-
mento centrale del secondo ponte termico si può ritenere esatto solamente se il secondo ponte termico si tro-
va ad una distanza di almeno 1 m dal più vicino piano di taglio (vedere figura 6), a meno che il piano di taglio
non sia anche un piano di simmetria.
figura 5 Piani di simmetria che possono essere utilizzati come piani di taglio

Dimensioni in mm

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figura 6 Due ponti termici A e B nel medesimo modello. Il ponte termico più vicino ai piani di taglio non
rispetta la condizione imposta di essere distante almeno 1 m da un piano di taglio (figura a sinistra). Si
ovvia al problema estendendo il modello nelle due dimensioni (figura di destra)

Dimensioni in mm

prospetto 1 Posizione dei piani di taglio nel terreno (fondamenta, fondazioni piano terra, scantinati)
Distanze dall’elemento centrale in m

Direzione Grandezza da calcolare


Temperatura superficiale (vedere figura 7a) Flusso termico (vedere figura 7b)
Orizzontale all’interno dell’edificio ad almeno 1 m 0,5 · b
Orizzontale all’esterno dell’edificio alla stessa distanza che all’interno dell’edificio 2,5 · b
Verticale sotto il terreno 3m 2,5 · b
Verticale sotto il livello del pavimento 1 m -
(vedere nota)
dove:
b è la larghezza in metri della soletta sul terreno (la più piccola delle due dimensioni).

Nota Questo valore si applica solamente se il livello del pavimento si trova oltre 2 m al disotto del livello del terreno.

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figura 7a Dimensioni del terreno - Calcolo delle temperature superficiali

Dimensioni in mm

figura 7b Dimensioni del terreno - Calcolo del flusso termico

5.1.2 Correzioni che possono essere apportate alle dimensioni


Sono ammessi adattamenti e modifiche alle dimensioni del modello geometrico rispetto
alla realtà fisica, se ciò non ha influenza significativa sui risultati del calcolo; questa ipotesi
è lecita se valgono le condizioni del punto 5.2.1.

5.1.3 Piani ausiliari


Il numero di piani ausiliari nel modello deve essere tale che, se si aggiungono ulteriori pia-
ni ausiliari, il valore dei rapporti delle differenze di temperatura, ζ R , non cambi di oltre
si
0,005 (vedere anche A.2).

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Nota Per rispettare questo requisito si suggerisce di attenersi alle seguenti regole (vedere figura 8a):
Le distanze tra i piani di costruzione adiacenti e paralleli non dovrebbe essere maggiore di nessuno dei se-
guenti valori:
- 25 mm nell'elemento centrale;
- in ogni elemento laterale, iniziando la misurazione a partire dal piano di costruzione che lo divide dall'ele-
mento centrale: 25 mm, 25 mm, 50 mm, 50 mm, 50 mm, 100 mm, 200 mm, 500 mm, 1 000 mm,
2 000 mm e 4 000 mm.
Nel caso di strutture che hanno dettagli costruttivi di piccole dimensioni, come per esem-
pio i telai delle finestre, può essere necessaria una suddivisione ancora più fine (vedere fi-
gura 8b).
figura 8a Esempio di un modello geometrico con piani costruttivi e piani ausiliari

Dimensioni in mm

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figura 8b Esempi di piani costruttivi e piani ausiliari utilizzati nel modello geometrico 2-D del telaio di una
finestra
Legenda
1 Piani di costruzione
2 Piani ausiliari

Dimensioni in mm

5.1.4 Strati e materiali quasi omogenei


In un modello geometrico è consentito sostituire più materiali di differente conduttività ter-
mica con un solo materiale di conduttività termica equivalente, se sono soddisfatte le con-
dizioni del punto 5.2.2.
Nota Esempi sono i giunti delle pareti di muratura, gli elementi che collegano le murature nelle intercapedini isolate,
le viti nei listelli di legno, le tegole e le sottostanti intercapedini e listellature.

5.2 Condizioni per semplificare il modello geometrico


I risultati di un calcolo ottenuti con un modello geometrico privo di semplificazioni, sono da
preferire rispetto a quelli ottenuti con un modello geometrico che contiene semplificazioni.
Le modifiche che seguono sono considerate accettabili.
Nota Questo criterio diventa importante quando i risultati di un calcolo sono vicini ad un valore richiesto.

5.2.1 Condizioni per modificare le dimensioni per semplificare il modello geometrico


Si possono modificare solamente le dimensioni dei materiali con conduttività termica mi-
nore di 3 W/(m · K).
a) Modifica della posizione della superficie di un blocco di materiale adiacente alla su-
perficie interna o esterna del modello geometrico (vedere figura 9):
lo spostamento locale della posizione di una superficie che non è perfettamente pia-
na, dcorr , rispetto alla posizione media della superficie non deve essere maggiore di:
d corr = R corr λ
dove:
dcorr è lo spostamento locale perpendicolarmente alla posizione media delle
superfici interna o esterna;
Rcorr è uguale a 0,03 (m2 · K)/W;
λ è la conduttività termica del materiale in questione.
Nota Esempi sono le superfici inclinate, gli spigoli arrotondati ed i profili delle superfici come le tegole.

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figura 9 Modifica della posizione delle superfici interna o esterna
Legenda
1 Inserto nella parete

b) Modifica dell’interfaccia di due zone di materiale diverso.


- lo spostamento dell’interfaccia deve essere effettuato nella direzione ortogonale a
quella della superficie interna;
- lo spostamento dell’interfaccia deve essere tale da sostituire il materiale con la
conduttività termica più bassa con il materiale con la conduttività termica più ele-
vata (vedere figura 10).
Nota Esempi sono le cavità per le guarnizioni dei telai dei serramenti, i giunti prefabbricati, i blocchi di finitura, le
cassette delle prese di corrente, le superfici inclinate e comunque tutti i dettagli dei collegamenti.
figura 10 Quattro possibilità per riposizionare l'interfaccia tra tre blocchi di materiale in funzione del rapporto
tra le loro conduttività termiche

combinazione semplificazione

Blocco di Conduttività Semplificazione


materiale termica
a b c d
1 λ1 λ1 > λ2 λ1 > λ3 λ1 < λ3 λ1 < λ2
2 λ2
3 λ3 λ3 > λ2 λ3 > λ2 λ3 < λ2

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c) Esclusione degli strati sottili:
- si può evitare di includere gli strati che hanno spessore non maggiore di 1 mm.
Nota Esempi di queste situazioni sono le barriere vapore non metalliche.
d) Esclusione dei componenti fissati alla superficie esterna:
- si può evitare di includere i componenti dell'edificio che sono fissati alla superficie
esterna (fissati in punti discreti).
Nota Esempi sono le grondaie ed i relativi condotti di scarico.

5.2.2 Condizioni per utilizzare strati di materiali quasi omogenei al fine di semplificare il modello
geometrico
Per potere includere ponti termici puntiformi e lineari con scarsa influenza termica in uno
strato quasi-omogeneo, si applicano in tutti i casi le condizioni seguenti:
- gli strati di materiale in questione sono collocati in una parte della costruzione la qua-
le, dopo le semplificazioni, diventa un elemento laterale;
- la conduttività termica dello strato quasi omogeneo, dopo la semplificazione, non è
maggiore di oltre 1,5 volte la più piccola conduttività termica dei materiali presenti nel-
lo strato prima della semplificazione.
a) Calcolo del coefficiente di accoppiamento termico, L.
La conduttività termica dello strato quasi omogeneo deve essere calcolata con la for-
mula [1]:
d
λ' = ----------------------------------------------------- [1]
A d
---- – R si – R se – ∑ -----j
L λj
dove:
λ' è la conduttività termica equivalente dello strato quasi omogeneo;
d è lo spessore dello strato termicamente non omogeneo;
A è l’area del componente edilizio;
L è il coefficiente di accoppiamento termico del componente edilizio, deter-
minato con un calcolo 2-D o 3-D;
dj sono gli spessori degli strati omogenei che costituiscono la costruzione;
λj sono le conduttività termiche di questi strati omogenei.
Nota È lecito usare la formula [1] se ci sono molti ponti termici ma poco influenti (come i collegamenti tra pareti in
muratura, i giunti tra i mattoni, i blocchi o i mattoni forati, ecc.). Il calcolo di L può essere limitato a una porzione
di superficie rappresentativa dello strato non omogeneo. Per esempio una parete con intercapedine che ha
4 collegamenti al metro quadrato, può essere rappresentata con un’area di base di 0,25 m2 con un solo col-
legamento.
b) Calcolo della temperatura superficiale interna e della trasmittanza termica lineica, Ψ, o
di punto χ (vedere appendice C).
La conduttività termica dello strato quasi omogeneo, può essere calcolata con la formula:
( λ 0 A 0 + ... + λ n A n )
λ' = -------------------------------------------------
- [2]
( A 0 + ... + A n )
dove:
λ' è la conduttività termica equivalente dello strato quasi omogeneo;
λ0 ... λn sono le conduttività termiche dei materiali che costituiscono il componente
edilizio;
A0 ... An sono le aree dei materiali che costituiscono il componente edilizio, misu-
rate nel piano dello strato.
a condizione che:
- i ponti termici nello strato considerato si trovano approssimativamente ad angolo
retto con le superfici interna ed esterna delle costruzioni e attraversano lo strato in
tutto il suo spessore;
- la resistenza termica del componente (valutata tra la superficie interna e quella
esterna) dopo la semplificazione è almeno di 1,5 (m2 · K)/W;

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- siano soddisfatte le condizioni di almeno una delle categorie definite nel pro-
spetto 2 (vedere figura 11).
prospetto 2 Condizioni specifiche per includere ponti termici lineari o puntiformi in uno strato quasi omogeneo

Categoria λtb Atb R0 Rt,i λi di


(vedere figura 11) W/(m · K) m2 (m2 · K)/W (m2 · K)/W W/(m · K) m
1 ≤ 1,5 ≤ 0,05 · ltb ≤ 0,5 - - -
2 >3 ≤ 30 × 10 -6
≤ 0,5 - - -
3 >3 ≤ 30 × 10 -6
> 0,5 ≥ 0,5 - -
4 >3 ≤ 30 × 10 -6
> 0,5 < 0,5 ≥ 0,5 ≥ 0,1
dove:
λtb è la conduttività termica del ponte termico da incorporare nello strato quasi omogeneo;
Atb è l’area della sezione trasversale del ponte termico;
ltb è la lunghezza del ponte termico lineare;
R0 è la resistenza termica dello strato senza il ponte termico puntiforme;
Rt,i è la resistenza termica complessiva degli strati compresi tra lo strato quasi omogeneo considerato e la superficie interna;
λi è la conduttività termica dello strato di materiale, compreso tra lo strato quali omogeneo considerato e la superficie
interna, che ha il valore più alto del prodotto di λi moltiplicato per di;
di è lo spessore del medesimo strato.

Nota La categoria 1 comprende i ponti termici lineari. Esempi sono i giunti tra i mattoni, i rinforzi di sostegno di legno
nelle intercapedini d'aria oppure le diminuzioni di spessore negli strati isolanti.
La categoria 2 comprende quegli elementi come i collegamenti tra le pareti in quanto infissi nei mattoni, nel
calcestruzzo o collocati nelle intercapedini, oppure i chiodi e le viti negli strati di materiale o le strisce di ma-
teriali con la resistenza termica massima.
Le categorie 3 e 4 comprendono quegli elementi come gli irrigidimenti delle intercapedini, nel caso in cui essi
penetrano in uno strato di isolante che ha resistenza termica maggiore di quella prevista per la categoria 2.
La parte più interna della parete deve quindi avere proprietà termiche tali da limitare l'influenza del ponte ter-
mico sulla temperatura superficiale interna. Questo può succedere quando la parte verso l'interno ha resisten-
za termica sufficiente (categoria 3) oppure quando la conduttività termica della parte verso l'interno fa sì che
il flusso termico attraverso l'intercapedine sia adeguatamente distribuito sulla superficie interna; la maggior
parte delle murature di mattoni o di calcestruzzo sono esempi della categoria 4.
Nell'appendice D sono riportati alcuni esempi di calcolo.

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figura 11 Condizioni specifiche per includere ponti termici lineari e puntiformi in uno strato quasi omogeneo,
per le categorie del prospetto 2
Dimensioni in mm

6 VALORI DI CALCOLO

6.1 Valori di calcolo assegnati


Utilizzare i valori indicati in questo punto a meno che in situazioni particolari non siano giu-
stificati valori non normalizzati.

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Nota Valori non normalizzati possono essere giustificati da situazioni locali (per esempio distribuzioni di tempera-
tura nel terreno stabilite) o per proprietà specifiche dei materiali (per esempio l'effetto di un rivestimento a
bassa emissività sulla resistenza termica superficiale).

6.1.1 Conduttività termiche dei materiali


I valori di progetto delle conduttività termiche dei materiali da costruzione o di componenti
edilizi, dovrebbero essere calcolati secondo prEN 30456 o desunti da valori tabulati.
La conduttività termica del terreno si può assumere uguale a 2,0 W/(m · K).
Nota È possibile utilizzare valori diversi della conduttività termica del terreno, se sono disponibili informazioni sulle
condizioni locali. Vedere prEN 1190.

6.1.2 Resistenze termiche superficiali


Si devono utilizzare i valori del prospetto 3.
Per i calcoli del flusso termico, il valore di Rsi dipende dalla temperatura interna media ri-
sultante secca.
Per il calcolo delle temperature superficiali, il valore di Rsi dipende dalla temperatura in-
terna media dell'aria, ma si deve anche tenere conto del fatto che la temperatura dell'aria
non è omogenea, a causa della stratificazione termica e della temperatura radiante non
uniforme negli angoli e negli spigoli.
Nota Per calcolare la temperatura superficiale, si raccomanda di utilizzare i seguenti valori della resistenza termica
superficiale interna:
superfici vetrate: 0,13 (m2 · K)/W
metà superiore della stanza: 0,25 (m2 · K)/W
metà inferiore della stanza: 0,35 (m2 · K)/W
Se la superficie interna è schermata in modo rilevante da oggetti come i mobili, si raccomanda di utilizzare il
valore di Rsi = 0,50 (m2 · K)/W. Vedere appendice E.
prospetto 3 Resistenze superficiali (m2 · K)/W

Obiettivo del calcolo


Temperature superficiali Flusso termico

Resistenza superficiale esterna, Rse 0,04 0,04


1)
Resistenza superficiale interna, Rsi 0,13
1) Vedere appendice E.

6.1.3 Temperature al contorno


Nel prospetto 4 sono riportati i valori di temperatura al contorno da utilizzare.
prospetto 4 Temperature al contorno

Obiettivo del calcolo


Temperature superficiali Flusso termico

Interna Temperatura dell’aria Temperatura risultante secca


Interna in stanze non riscaldate Vedere punto 6.2.3 Vedere punto 6.2.3
Esterna Temperatura dell’aria, nell’ipotesi di Temperatura dell’aria, nell’ipotesi di
cielo completamente coperto cielo completamente coperto
Terreno (piano di taglio orizzontale) Alla quota sotto il livello del terreno Alla quota sotto il livello del terreno
data nel prospetto 1: temperatura data nel prospetto 1: condizioni di
media annuale dell’aria esterna adiabaticità

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6.2 Metodi per la determinazione dei valori di calcolo

6.2.1 Conduttività termica degli strati quasi omogenei


La conduttività termica degli strati quasi omogenei deve essere calcolata con le formule
[1] e [2].

6.2.2 Conduttività termica equivalente delle intercapedini d'aria


Un’intercapedine d'aria deve essere considerata come uno strato di materiale omogeneo
conduttivo, la cui conduttività termica è λcav.
Se la resistenza termica di uno strato d'aria o di un’intercapedine è nota, la conduttività
termica si calcola con la formula:
d cav
λ cav = -----------
- [3]
R cav
dove:
λcav è la conduttività termica dello strato d’aria o dell'intercapedine;
dcav è lo spessore dello strato d'aria;
Rcav è la resistenza termica nella direzione principale del flusso termico.
Le resistenze e le conduttività termiche degli strati d'aria e delle intercapedini delimitate
da materiali opachi sono riportate nell'appendice B.
Per quanto riguarda la resistenza termica degli strati d'aria compresi tra due o più super-
fici vetrate, vedere prEN 673.
Nota Le intercapedini con dimensioni maggiori di 0,5 m lungo uno qualsiasi degli assi ortogonali, devono essere
trattate come stanze (vedere punto 6.2.3).

6.2.3 Determinazione della temperatura in un ambiente adiacente non riscaldato


Se sono disponibili informazioni sufficienti, la temperatura di un ambiente adiacente non
riscaldato deve essere calcolata secondo prEN 33789.
Se la temperatura di un ambiente adiacente e non riscaldato non è nota e non la si può
calcolare secondo prEN 33789, perché mancano le informazioni necessarie, non è pos-
sibile calcolare i flussi termici e le temperature superficiali interne. Tuttavia è possibile cal-
colare tutti i coefficienti di accoppiamento ed i fattori di ponderazione delle temperature
così come illustrato nell’appendice F.
Nota Quando si studia il comportamento di un ponte termico, le informazioni disponibili sono generalmente limitate
ad una parte di edificio ben delimitata (per esempio i giunti), mentre si hanno poche o addirittura nessuna
informazione sulle dimensioni o sui coefficienti di accoppiamento termico delle stanze adiacenti.

7 METODO DI CALCOLO
Il modello geometrico è suddiviso in un numero di celle, in ciascuna delle quali si mettono
in evidenza uno o più punti caratteristici (detti nodi). Se si applicano le leggi di conserva-
zione dell'energia (div q = 0) e di Fourier (q = - λ · grad Θ) e si introducono le opportune
condizioni al contorno, si ottiene un sistema di equazioni che è funzione delle temperature
dei nodi. Dalla soluzione di questo sistema con una delle tecniche conosciute, siano esse
iterative o dirette, si ottengono le temperature dei nodi e si può quindi determinare il cam-
po di temperatura. A partire dalla distribuzione di temperatura si calcolano quindi i flussi
termici, utilizzando la legge di Fourier.
I programmi di calcolo devono essere verificati secondo i requisiti dell’appendice A.

7.1 Regole di calcolo

7.1.1 Flussi termici tra le celle di materiali e gli ambienti adiacenti


La densità di flusso termico nella direzione perpendicolare all’interfaccia tra una cella ma-
teriale e l'ambiente circostante, deve soddisfare la formula:

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( Θ – Θs)
q = -----------------------
- [4]
Rs
dove:
q è la densità di flusso termico;
Θ è la temperatura di riferimento, interna o esterna;
Θs è la temperatura superficiale, interna o esterna;
Rs è la resistenza termica superficiale, interna o esterna.

7.1.2 Flussi termici in corrispondenza dei piani di taglio


I piani di taglio devono essere adiabatici (cioè attraversati da un flusso termico nullo), con
le eccezioni dei casi descritti al punto 6.1.3.
Nota Nel caso in cui si debbano calcolare le temperature superficiali, i piani di taglio orizzontali nel terreno non sono
adiabatici ma hanno una temperatura imposta.

7.1.3 Soluzione delle equazioni


Le equazioni devono essere risolte secondo i requisiti indicati in A.2.

7.1.4 Calcolo della distribuzione di temperatura


La distribuzione di temperatura all'interno di ogni cella materiale, si deve calcolare per
interpolazione tra le temperature dei nodi.
Nota È sufficiente l'interpolazione lineare.

7.2 Determinazione dei coefficienti di accoppiamento e dei flussi termici

7.2.1 Più di due temperature al contorno


Il flusso termico Φi,j che va dall'ambiente i all'ambiente j, che gli è termicamente collegato,
è dato da:
Φ = L i, j ⋅ ( Θ i – Θ j ) [5]
Il flusso termico totale di una stanza o di un edificio può essere calcolato secondo i prin-
cipi del punto 4. Per più di due ambienti con temperature tra di loro non uguali (per esem-
pio nel caso di temperature interne o di temperature esterne diverse), il flusso termico to-
tale Φ dalla stanza o dall'edificio, si calcola con la formula:
Φ = ∑ { L i, j ⋅ ( Θ i – Θ j ) } [6]
dove Li,j sono i coefficienti globali di accoppiamento termico tra ogni coppia di ambienti.
Nota In F.1 viene fornito un metodo per calcolare i coefficienti di accoppiamento termico.

7.2.2 Due temperature al contorno ed un modello non suddiviso


Se ci sono solo due ambienti con due sole temperature differenti (per esempio una interna
ed una esterna) e se tutta la stanza o l'edificio sono calcolati con un solo modello 3-D, il
coefficiente di accoppiamento termico totale L1,2 può essere ottenuto dal flusso termico
totale Φ della stanza o dell'edificio:
Φ = L 1, 2 ( Θ 1 – Θ 2 ) [7]

7.2.3 Due temperature al contorno ed un modello suddiviso


Se la stanza o l'edificio sono stati suddivisi in più parti (vedere figura 12), il valore totale Li,j
si calcola con la formula [8]:
N M K

∑ ∑ ∑ U k ( i, j ) ⋅ A k
3D 2D
L i, j = L n ( i, j ) + L m ( i, j ) ⋅ l m + [8]
n=1 m=1 k=1

dove:
3D
L n ( i, j ) è il coefficiente di accoppiamento termico ottenuto con un calcolo 3-D per la parte
n-esima della stanza o dell'edificio;

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2D
L m ( i, j ) è il coefficiente di accoppiamento termico lineare ottenuto con un calcolo 2-D per
la parte m-esima della stanza o dell'edificio;
2D
lm è la lunghezza alla quale si applica il valore di L m ( i, j ) ;
Uk(i,j) è la trasmittanza termica ottenuta con un calcolo 1-D per la parte k-esima della
stanza o dell'edificio;
Ak è l’area alla quale si applica il valore di Uk;
N è il numero totale di parti 3-D;
M è il numero totale di parti 2-D;
K è il numero totale di parti 1-D.
Nota Nella formula [8] ∑ Ak è minore dell'area della superficie totale dell'involucro.
figura 12 Involucro edilizio suddiviso in modelli geometrici 3-D, 2-D e 1-D

7.3 Determinazione della temperatura sulla superficie interna

7.3.1 Più di due temperature al contorno


Se ci sono più di due temperature al contorno deve essere utilizzato il fattore di pondera-
zione della temperatura, g. I fattori di ponderazione della temperatura consentono di cal-
colare la temperatura in ogni punto della superficie interna, di coordinate (x, y, z), come
funzione lineare di qualunque insieme di temperature al contorno.
Nota 1 Se il modello geometrico comprende ambienti interni con temperature diverse, sono coinvolte almeno tre tem-
perature al contorno. Lo stesso succede se il terreno è parte del modello geometrico (vedere punto 6.1.3).
La temperatura superficiale nei punti (x, y, z), utilizzando i fattori di ponderazione, è data da:
Θ x, y, z = g 1 ( x , y , z ) ⋅ Θ 1 + g 2 ( x , y , z ) ⋅ Θ 2 + … + g n ( x , y , z ) ⋅ Θ n [9]

con
g1 (x, y, z) + g2 (x, y, z) + … + gn (x, y, z) = 1 [10]

Nota 2 In F.3 è riportato un metodo per calcolare i fattori di ponderazione.


La temperatura superficiale interna Θsi in un punto ben definito, si calcola inserendo nella
formula [9] i valori calcolati di gi e le temperature effettive al contorno Θi.
Nota 3 Generalmente interessa fare questa valutazione nel punto che ha la temperatura superficiale più bassa. La
posizione di questo punto può variare se le temperature al contorno cambiano.

7.3.2 Due temperature al contorno


Se ci sono solo due ambienti coinvolti ed il terreno non fa parte del modello geometrico,
le temperature superficiali si possono esprimere in forma adimensionale con le formule
[11] o [12]:
{ Θ i – Θ si ( x , y , z ) }
ζ R ( x , y , z ) = --------------------------------------------------- [11]
si ( Θi – Θe)

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oppure:
{ Θ si ( x , y , z ) – Θ e }
ƒ R ( x , y , z ) = ----------------------------------------------------
- [12]
si ( Θi – Θe)
dove:
ζ R ( x , y , z ) è il rapporto delle differenze di temperatura valutato sulla superficie interna
si
nel punto di coordinate (x, y, z);
ƒ R ( x , y , z ) è il fattore di temperatura valutato sulla superficie interna nel punto di coor-
si
dinate (x, y, z);
Θsi (x, y, z) è la temperatura superficiale interna valutata nel punto di coordinate
(x, y, z);
Θi è la temperatura dell'aria interna;
Θe è la temperatura dell'aria esterna.
Il rapporto delle differenze di temperatura o il fattore di temperatura, devono essere cal-
colati con un errore minore di 0,005.

8 DATI DI INGRESSO E DI USCITA

8.1 Dati in entrata


Il resoconto di calcolo deve contenere le informazioni seguenti:
a) Descrizione della struttura:
- disegni costruttivi completi di dimensioni e descrizione dei materiali;
- per un edificio già terminato, l'indicazione di ogni modifica nota della costruzione
e/o tutti i risultati di misurazioni e i dettagli rilevati da controlli diretti sul campo;
- tutte le osservazioni che si ritengono utili.
b) Descrizione del modello geometrico:
- modello 3-D completamente quotato;
- dati di ingresso con l'indicazione della posizione dei piani di costruzione e dei pia-
ni ausiliari e le conduttività termiche dei diversi materiali;
- temperature al contorno utilizzate;
- se necessario, calcolo della temperatura al contorno negli ambienti adiacenti al
modello;
- resistenze termiche superficiali e superfici a cui si riferiscono;
- tutte le correzioni alle dimensioni effettuate secondo il punto 5.2.1;
- tutti gli strati quasi omogenei con le relative conduttività termiche calcolate secon-
do il punto 5.2.2;
- tutti i valori non normalizzati utilizzati e le relative giustificazioni.
Nota Vedere 6.1.

8.2 Dati di uscita


Il resoconto deve riportare i seguenti valori come quantità indipendenti dalle temperature
al contorno:
- coefficienti di accoppiamento termico, L, tra due ambienti adiacenti che si scambiano
flusso termico attraverso l'involucro edilizio;
Nota 1 Un esempio di calcolo è dato nel prospetto F.2.
- fattori di temperatura ƒ R o rapporti delle differenze di temperatura ζ R valutati nei
si si

punti di temperatura minima di ognuno degli ambienti coinvolti e la posizione di ognu-


no di questi punti; se si utilizzano più di due temperature al contorno, devono essere
riportati i fattori di ponderazione delle temperature.
Nota 2 Un esempio di come riportare i fattori di ponderazione delle temperature è illustrato nel prospetto F.4.
Tutti i valori di uscita devono essere riportati con almeno tre cifre significative.

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8.2.1 Calcolo della trasmissione di calore utilizzando i coefficienti di accoppiamento termico
La trasmissione di calore tra l’ambiente i e l’ambiente j si calcola con la formula [5] se ci
sono più di due temperature al contorno e con la formula [6] se ci sono due temperature
al contorno (vedere punto 7.2).

8.2.2 Calcolo delle temperature superficiali utilizzando i fattori di ponderazione


La temperatura minima sulla superficie interna che si affaccia sull'ambiente j è dato dalla
formula [9] (vedere punto 7.3)
Θ s, j = g 1, j Θ 1 + g 2, j Θ 2 + … + g n, j Θ n [13]
min

8.2.3 Dati di uscita aggiuntivi


Per un insieme specifico di temperature al contorno, devono essere forniti i seguenti valori
aggiuntivi:
- flussi termici, in watt al metro nei modelli 2-D o in watt nei modelli 3-D, per ogni coppia
di ambienti coinvolti nel calcolo;
- temperature minime superficiali in celsius e posizione dei punti nei quali si verificano
per ogni ambiente coinvolto nel calcolo.

8.2.4 Stima dell’errore


Le procedure numeriche forniscono soluzioni approssimate che convergono alla soluzio-
ne analitica, se esistente. Per potere giudicare l’affidabilità dei risultati dovrebbe essere
stimato l’errore residuo.
- Per stimare gli errori dovuti ad un insufficiente numero di celle, deve/devono essere
effettuato/i uno/dei calcolo/i aggiuntivo/i secondo A.2. Deve essere indicata la diffe-
renza tra i risultati dei due calcoli.
- Per stimare gli errori che derivano dal metodo numerico utilizzato per risolvere il siste-
ma di equazioni, occorre riportare la somma dei flussi termici (positivi e negativi)
scambiati attraverso tutti i contorni del componente edilizio, divisi per il flusso termico
totale.
Nota A.2 specifica che questo quoziente deve essere minore di 0,001.

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APPENDICE A VALIDAZIONE DEI METODI DI CALCOLO
(normativa)
La presente appendice specifica il procedimento di validazione dei metodi di calcolo ad
elevata precisione per i ponti termici.

A.1 Casi di prova di riferimento


Affinché un metodo possa essere classificato come un metodo di elevata precisione, tri-
dimensionale e in regime stazionario, deve fornire risultati corrispondenti a quelli dei casi
di riferimento 1, 2 e 3, rappresentati rispettivamente nelle figure A.1, A.2 e A.3.
Affinché un metodo possa essere classificato come un metodo di elevata precisione, bi-
dimensionale e in regime stazionario, deve fornire risultati corrispondenti a quelli dei casi
di riferimento 1 e 2, rappresentati rispettivamente nelle figure A.1 e A.2.

Caso 1 (figura A.1)


È possibile calcolare analiticamente la trasmissione del calore nella metà di una colonna
di sezione quadrata le cui temperature superficiali siano note, (vedere figura A.1). Nella
medesima figura è riportata la soluzione analitica nei 28 giunti di una griglia regolare. La
differenza tra le temperature calcolate con il metodo da validare e le temperature elencate
non deve essere maggiore di 0,1 K.
figura A.1 Caso di riferimento 1: confronto con la soluzione analitica

Soluzione analitica: temperature dei nodi della griglia


9,7 13,4 14,7 15,1
5,3 8,6 10,3 10,8
3,2 5,6 7,0 7,5
2,0 3,6 4,7 5,0
1,3 2,3 3,0 3,2
0,7 1,4 1,8 1,9
0,3 0,6 0,8 0,9

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Caso 2 (figura A.2)
Nella figura A.2 è riportato un esempio di trasmissione del calore bidimensionale. Nella
medesima figura sono state riportate le temperature in alcuni punti particolari ed il flusso
termico attraverso l'intero corpo (con una lunghezza di 1 m nella direzione perpendicolare
alla sezione). La differenza tra le temperature calcolate con il metodo da validare e le tem-
perature elencate, non deve essere maggiore di 0,1 K. La differenza tra il flusso termico
calcolato con il metodo da validare ed il flusso termico elencato non deve essere maggio-
re di 0,1 W/m.
figura A.2 Caso di riferimento 2: confronto con un calcolo 2-D

Descrizione del modello


Geometria (mm) Conduttività termiche W/(m · K) Condizioni al contorno
AB = 500 1: 1,15 AB: 0 °C con Rse = 0,06 (m2 · K)/W
AC = 6 2: 0,12 HI: 20 °C con Rsi = 0,11 (m2 · K)/W
CD = 15 3: 0,029
CF = 5 4: 230
EM = 40
GJ = 1,5
IM = 1,5
FG - KJ = 1,5
Soluzioni numeriche
Temperature in °C Flusso termico totale: 9,5 W/m
A: 7,1 B: 0,8
C: 7,9 D: 6,3 E: 0,8
F: 16,4 G: 16,3
H: 16,8 I: 18,3

Caso 3 (figura A.3)


Nella figura A.3 è riportato un esempio di trasmissione del calore tridimensionale. Nella
medesima figura sono state riportate le temperature in alcuni punti particolari ed i flussi
termici provenienti dai o diretti ai tre ambienti considerati. La differenza tra le temperature
calcolate con il metodo da validare e le temperature elencate, non deve essere maggiore
di 0,1 K. La differenza tra i flussi termici calcolati con il metodo da validare e i flussi termici
elencati non deve essere maggiore del 2% di quelli elencati.

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figura A.3 Caso di riferimento 3: confronto con un calcolo 3-D

Descrizione del modello


Geometria Conduttività termiche
(mm) W/(m · K)
AB = 1 300 1: 0,7
BD = HI = 100 2: 0,04
DE = IJ = 50 3: 1,0
EF = JK = 150 4: 2,5
FL = KL = 1 000 5: 1,0
CG = 1 150 Condizioni al contorno
GH = 600 α: 20 °C - 0,20 (m2 · K)/W
MP = ST = 1 000 β: 15 °C - 0,20 (m2 · K)/W
QR = 50 γ: 0 °C - 0,05 (m2 · K)/W
RS = 150 δ: adiabatica
NQ = 950
OP = 600

Soluzione numerica
Temperature, in °C Flussi termici, in W
U: 12,9 X: 12,6 α perdita: 46,3
V: 11,3 Y: 11,1 β perdita: 14,0
W: 16,4 Z: 15,3 γ guadagno: 60,3

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A.2 Considerazioni generali e requisiti per i metodi di calcolo
I metodi di calcolo di elevata precisione sono conosciuti come metodi numerici (metodo
degli elementi finiti, metodo delle differenze finite, metodo del bilancio termico, ecc.). Que-
sti metodi numerici richiedono una suddivisione dell’oggetto considerato. Ogni metodo
consiste in un insieme di regole per costruire un sistema di equazioni il cui numero è pro-
porzionale al numero di suddivisioni. Il sistema è risolto sia con metodi diretti sia con me-
todi iterativi. Dalla soluzione del sistema generalmente espressa in termini di temperature
in alcuni punti del corpo considerato, si può ottenere per interpolazione la temperatura in
ogni altro punto; si possono ottenere inoltre i flussi termici attraverso superfici opportuna-
mente identificate.
Il metodo numerico da validare deve rispettare i requisiti seguenti:
a) Il metodo deve fornire le temperature ed i flussi termici.
b) Il grado di suddivisione dell’oggetto (cioè il numero di celle, nodi, ecc.) non è "definito
dalle regole del metodo", ma è affidato alla scelta discrezionale dell'utente, anche se
in pratica il grado di suddivisione è "limitato dalla macchina di calcolo utilizzata". Ne
consegue che nei casi di riferimento il metodo da validare deve consentire di calcolare
le temperature ed i flussi termici anche in posizioni diverse da quelle indicate.
c) All'aumentare del numero delle suddivisioni la soluzione del metodo da validare deve con-
vergere alla soluzione analitica, se tale soluzione esiste (vedere per esempio il caso di
riferimento 1).
Nota All'aumentare del numero di suddivisioni la soluzione converge. Il numero di suddivisioni necessario per
ottenere una buona accuratezza dipende dal problema esaminato.
d) Il numero di suddivisioni deve essere determinato come segue: la somma dei valori
assoluti di tutti i flussi termici che entrano nell'oggetto considerato è calcolata due vol-
te: per n suddivisioni e per 2n suddivisioni. La differenza tra due risultati non deve es-
sere maggiore del 2%. Se ciò non succede occorre aumentare il numero di suddivi-
sioni fino a che il criterio non è soddisfatto.
e) Se la tecnica di soluzione adottata è iterativa, le iterazioni devono proseguire finché la
somma di tutti i flussi termici (positivi o negativi) entranti nell'oggetto, divisa per la me-
tà della somma dei valori assoluti dei medesimi flussi termici, è minore di 0,001.

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APPENDICE B CONDUTTIVITÀ TERMICA EQUIVALENTE DELLE INTERCAPEDINI D’ARIA
(normativa)

B.1 Generalità
La presente appendice si applica alle intercapedini d'aria, delimitate da materiali opachi
con:
- emissività di ogni superficie ≥ 0,80;
- temperatura media di circa 10 °C;
- differenza di temperatura tra le superfici interne non maggiore di 5 K per intercapedini
d'aria inserite in componenti edilizi di trasmittanza termica relativamente bassa;
- differenza di temperatura tra le superfici interne da 8 K a 12 K, per intercapedini
d'aria inserite in componenti edilizi di trasmittanza termica relativamente elevata
(per esempio telai di finestre).
Nota Nel caso di superfici interne con emissività minore, la resistenza termica è maggiore dei valori indicati nel prospetto
B.1 e la conduttività termica è minore dei valori riportati nei prospetti B.2 e B.3. Vedere prEN ISO 6946-1.

B.2 Resistenza termica degli strati d'aria e delle intercapedini nelle strutture con una tra-
smittanza termica relativamente bassa
Le resistenze termiche degli strati d’aria non ventilati e di intercapedini di forma tubo-
lare con una trasmittanza termica media minore di 1,0 W/(m2 ⋅ K), sono riportati nel
prospetto B.1.
Le dimensioni d e b, relative alla direzione del flusso termico, sono illustrate nella figura B.1.
La conduttività termica equivalente deve essere calcolata con la formula [3].
La resistenza termica di progetto di strati d'aria debolmente ventilati è pari alla metà dei
valori riportati nel prospetto B.1. Per strati d’aria ben ventilati vedere prEN ISO 6946-1.
Nota Le definizioni di strati d'aria non ventilati, poco ventilati e ben ventilati, sono riportate nel prEN ISO 6946-1.
figura B.1 Sezione di un’intercapedine con indicazione della direzione del flusso termico
Legenda
1 Flussi termici orizzontali

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prospetto B.1 Resistenza termica in (m2 ⋅ K)/W di strati d'aria e di intercapedini di forma tubolare nelle strutture edi-
lizie con trasmittanza U < 1,0 W/(m2 ⋅ K)

d d/ b 10 5 3 2 1 0,5 0,3 ≤ 0,1


(mm)
2 0,07 0,07 0,07 0,07 0,06 0,06 0,06 0,06
5 0,14 0,14 0,13 0,13 0,13 0,12 0,12 0,11
7 0,17 0,17 0,17 0,16 0,15 0,14 0,14 0,13
10 0,21 0,21 0,20 0,20 0,18 0,17 0,16 0,15
15 0,26 0,25 0,24 0,24 0,22 0,20 0,19 0,17
25 0,29 0,28 0,27 0,26 0,24 0,22 0,20 0,18
25 a 500 0,29 0,28 0,27 0,26 0,24 0,22 0,20 0,18
Nota - I valori sono basati su una direzione del flusso termico orizzontale. Per una larghezza dell’intercapedine, d > 500 mm,
le intercapedini dovrebbero essere considerate come stanze.

B.3 Conduttività termica delle intercapedini di forma tubolare in strutture con trasmittan-
za termica relativamente elevata
Le conduttività termiche di intercapedini non ventilate di forma tubolare con trasmittanza
termica media maggiore di 1,0 W/(m2 ⋅ K) sono riportate nei prospetti B.2 e B.3.
Le dimensioni di d e di b, relative alla direzione del flusso termico, sono indicate nella fi-
gura B.2.
figura B.2 Sezione di un’intercapedine di forma tubolare con indicazione della direzione del flusso termico
Per la figura di destra vedere prospetto B.2, per quella di sinistra vedere prospetto B.3
Legenda
1 Direzione del flusso termico

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prospetto B.2 Conduttività termica equivalente W/(m ⋅ K) di intercapedini orizzontali di forma tubolare, nelle strut-
ture edilizie con U > 1,0 W/(m2 ⋅ K)

b d 5 10 20 30 40 50 60 80
(mm) (mm)
5 0,042 0,055 0,079 0,103 0,128 0,152 0,176 0,225
10 0,044 0,066 0,100 0,126 0,151 0,174 0,197 0,243
20 0,046 0,075 0,133 0,181 0,217 0,248 0,277 0,331
30 0,047 0,078 0,138 0,192 0,242 0,290 0,336 0,427
40 0,047 0,079 0,142 0,197 0,249 0,298 0,346 0,437
50 0,047 0,079 0,144 0,202 0,255 0,305 0,354 0,447
60 0,047 0,078 0,146 0,205 0,260 0,312 0,361 0,455
80 0,048 0,076 0,147 0,210 0,267 0,321 0,372 0,470

prospetto B.3 Conduttività termica equivalente W/(m · K) di intercapedini verticali di forma tubolare, nelle strutture
edilizie con U > 1,0 W/(m2 · K)

b d 5 10 20 30 40 50 60 80
(mm) (mm)
5 0,042 0,055 0,085 0,124 0,163 0,202 0,242 0,320
10 0,044 0,059 0,090 0,130 0,169 0,208 0,247 0,326
20 0,046 0,063 0,098 0,139 0,180 0,219 0,259 0,337
30 0,047 0,066 0,104 0,147 0,189 0,229 0,269 0,348
40 0,047 0,067 0,107 0,153 0,196 0,238 0,278 0,358
50 0,047 0,068 0,110 0,157 0,202 0,245 0,286 0,368
60 0,047 0,068 0,112 0,161 0,207 0,251 0,293 0,376
80 0,048 0,069 0,114 0,166 0,214 0,260 0,305 0,391

Nota I valori di conduttività termica equivalente riportati nei prospetti B.2 e B.3 sono stati calcolati numericamente
per intercapedini di sezione rettangolare con una emissività delle superfici interne di 0,95 e con tagli termici
in tutti gli altri elementi di connessione ad elevata conduttività. Per configurazioni geometriche diverse posso-
no essere applicati valori diversi. Con emissività più basse, si ottengono valori più bassi.

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APPENDICE C DETERMINAZIONE DELLA TRASMITTANZA TERMICA LINEICA DI PUNTO
(normativa)
La formula [C.1] riporta un'altra espressione che è possibile utilizzare per il calcolo dei
coefficienti totali di accoppiamento termico, Li,j, che inglobano trasmissioni termiche linei-
che e di punto ψ e χ.
N M K
L i, j = ∑ χ n ( i, j ) + ∑ Ψ m ( i, j ) ⋅ l m + ∑ U k ( i, j ) ⋅ A k [C.1]
n =1 m =1 k =1

dove:
χn(i,j) è la trasmittanza termica di punto della n-esima parte della stanza o dell'edificio;
ψm(i,j) è la trasmittanza termica lineica della m-esima parte della stanza o dell'edificio;
lm è la lunghezza a cui si applica ψm(i,j);
Uk(i,j) è la trasmittanza termica della k-esima parte della stanza o dell'edificio;
Ak è l’area a cui si applica il valore Uk(i,j);
N è il numero di trasmittanze termiche di punto;
M è il numero di trasmittanze termiche lineiche;
K è il numero di trasmittanze termiche.
Nota Nella formula [C.1] l'area totale dell'involucro edilizio è uguale a ∑ Ak .
I valori di ψ, si calcolano con la formula:
J

∑ Uj ⋅ lj
2D
ψ = L – [C.2]
j =1

dove:
L2D è il coefficiente lineico di accoppiamento termico ottenuto con un calcolo 2-D del
componente edilizio che separa i due ambienti considerati;
Uj è la trasmittanza termica dello j-esimo componente 1-D che separa i due ambienti
considerati;
lj è la lunghezza a cui si applica il valore di Uj.
I valori di χ, si calcolano con la formula:
J I

∑ ∑ U i ⋅ Ai
3D 2D
χ = L – Lj ⋅ lj + [C.3]
j =1 i =1

dove:
L3D è il coefficiente di accoppiamento termico, ottenuto con un calcolo 3-D del compo-
nente edilizio 3-D che separa i due ambienti considerati;
2D
Lj è il coefficiente lineico di accoppiamento termico, ottenuto con un calcolo 2-D del
j-esimo componente edilizio 2-D che separa i due ambienti considerati;
2D
lj è la lunghezza a cui si applica il valore di L j ;
Ui è la trasmittanza termica dello i-esimo componente 1-D che separa i due ambienti
considerati;
Ai è l’area a cui si applica il valore di Ui;
J è il numero di componenti 2-D;
I è il numero di componenti 1-D.
Nota Quando si calcolano i valori di ψ e χ è necessario specificare quali dimensioni (per esempio interne o esterne)
sono utilizzate, in quanto per diversi tipi di ponti termici i valori di ψ e χ dipendono da questa scelta.
In questa appendice sono considerate tre tipiche configurazioni di componenti edilizi:
- caso 1 - con due ambienti separati;
- caso 2 - con tre ambienti separati;
- caso 3 - con cinque ambienti separati.
Per ognuno di questi casi sono riportate le formule da utilizzare per calcolare ψ e χ.

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Caso 1
Un componente edilizio 3-D separa i due ambienti R1 ed R0.
Occorre utilizzare le formule che seguono, per calcolare i valori di ψ e χ.
figura C.1 Componente edilizio 3-D che separa due ambienti

2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U x, z ⋅ l x – U y, z ⋅ l y

2D ( y, z )
ψ x = L 1, 0 – U x, y ⋅ l y – U x, z ⋅ l z

2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U x, y ⋅ l x – U y, z ⋅ l z

3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z ) 2D ( x, z )
χ = L 1, 0 – L ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l x – L 1, 0 ⋅ l y + U x, y ⋅ A x, y + U y, z ⋅ A y, z + U x, z ⋅ A y, z

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Caso 2
Un componente edilizio 3-D separa tre ambienti. Si considerano i due ambienti R1 ed R0.
Occorre utilizzare le formule che seguono, per calcolare i valori di ψ e χ.
figura C.2 Componente edilizio 3-D che separa tre ambienti

2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U x, z ⋅ l x – U y, z ⋅ l y

2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U y, z ⋅ l z

2D ( y, z )
ψ x = L 1, 0 – U x, z ⋅ l z

3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z ) 2D ( x, z )
χ = L 1 , 0 – L 1, 0 ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l x – L 1, 0 ⋅ l y + U y, z ⋅ A y, z + U x, z ⋅ A x, z

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Caso 3
Un componente edilizio 3-D separa cinque ambienti. Si considerano i due ambienti R1 ed R0.
Occorre utilizzare le formule che seguono, per calcolare i valori di ψ e χ.
figura C.3 Componente edilizio 3-D che separa cinque ambienti

2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U y, z ⋅ l y

2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U y, z ⋅ l z

3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z )
χ = L 1, 0 – L 1, 0 ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l y + U y, z ⋅ A y, z

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APPENDICE D ESEMPI DI UTILIZZO DI STRATI QUASI OMOGENEI
(informativa)

D.1 Muratura di mattoni con intercapedine isolata e con collegamenti


Nella figura D.1 è rappresentata una parete con intercapedine, parzialmente isolata, con
quattro collegamenti per metro quadrato. Il diametro dei collegamenti è di 6 mm.
Si possono individuare sei strati (numerati da 1 a 6). I criteri da utilizzare per potere rap-
presentare ogni strato, come se fosse quasi omogeneo, sono illustrati nel prospetto D.1.
Nel prospetto D.1 sono riportate anche le conduttività termiche reali per ogni strato quasi
omogeneo, calcolate con la formula [2].
figura D.1 Semplificazione del modello di una parete di muratura con collegamenti
Dimensioni in mm

prospetto D.1 Esempio di calcolo relativo alla figura D.1

Strato Materiale λ At b/A Condizioni λ'


W/(m · K) del prospetto 3 W/(m · K)
1 mattoni 1,0 0,85 - 1,0
strato esterno malta 1,0 0,15
2 mattoni 1,0 0,85
strato esterno malta 1,0 0,15 Categoria 2 1,007
collegamento 60 0,00011
3 intercapedine 0,167 1,00 Categoria 2 0,174
intercapedine collegamento 60 0,00011
4 isolante 0,04 1,00 Categoria 4 0,047
isolamento collegamento 60 0,00011
5 mattoni 0,7 0,85 lineica: categoria 1
strato interno malta 1,0 0,15 0,752
di punto: categoria 2
collegamento 60 0,00011
6 mattoni 0,7 0,85 lineica: categoria 1 0,745
strato interno malta 1,0 0,15 di punto: categoria 2

I risultati del prospetto D.1 indicano che in effetti non è necessario ricalcolare la condutti-
vità termica degli strati 2, 3 e 5, poiché l'effetto di questa operazione sul calcolo del fattore
di temperatura è minore di 0,005.
L'unico effetto significativo sul fattore di temperatura è dato dai collegamenti che attraver-
sano lo strato di isolante.
La non necessità di utilizzare strati quasi omogenei, può essere predeterminata con un
controllo preliminare.

D.2 Parete isolata con telaio di legno


Nella figura D.2 è rappresentata una parete isolata con un telaio di legno, realizzata con listelli
di sezione 45 mm × 120 mm, distanziati tra loro di 600 mm. Dietro l'intonaco c'è un’intercape-
dine poco ventilata. Sul lato interno è stato aggiunto un rivestimento fissato ai listelli

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orizzontali. Questi ultimi costituiscono un ponte termico di scarsa importanza. Si possono
identificare sette strati (numerati da 1 a 7). Nel prospetto D.2 sono riportate le condizioni
per potere utilizzare la semplificazione di strato quasi omogeneo per gli strati 2, 4 e 6.
Nel prospetto D.2 sono inoltre riportate le conduttività termiche effettive di ogni strato
quasi omogeneo, calcolate con la formula [2].
figura D.2 Semplificazione del modello di una parete isolata con telaio di legno, intonaco e rivestimento interno
Dimensioni in mm

prospetto D.2 Esempio di calcolo relativo alla figura D.2

Strato Materiale λ At b/A Condizioni λ'


W/(m· K) del prospetto 3 W/(m · K)
1 legno 0,23 1,0 - 0,23
intonaco
2
intercapedine 0,23 0,90
intercapedine Categoria 1 0,221
listelli 0,14 0,10
poco ventilata
3 compensato 0,17 1,00 - 0,17
pannello
4 telaio 0,14 0,05 nessuna
non rispettato
isolamento isolamento 0,04 0,95 semplificazione
5 compensato 0,17 1,00 - 0,17
pannello barriera vapore
6 intercapedine 0,12 0,90
intercapedine Categoria 1 0,122
listelli 0,14 0,10
non ventilata
7 cartongesso 0,35 1,00 - 0,35
parete interna

I risultati del prospetto D.2 indicano che generalmente non è necessario ricalcolare la
conduttività termica delle intercapedini di piccolo spessore, che contengono ponti termici
da listelli di legno e inoltre che si può trascurare l'effetto dei listelli. Nel modello geometrico
non si riportano quindi i ponti termici di punti distribuiti nella struttura. Nello strato 4 non
si riescono ad ottenere le condizioni per la semplificazione, quindi il telaio dovrebbe co-
stituire parte integrante del modello geometrico.
La differenza tra le conduttività termiche degli strati 2 e 6 è dovuta al fatto che lo strato 2
è "poco ventilato", secondo EN ISO 6946-1.

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APPENDICE E RESISTENZE TERMICHE SUPERFICIALI INTERNE
(informativa)

E.1 Generalità
La resistenza termica superficiale non dipende solamente dai coefficienti convettivi e ra-
diativi, ma anche dalla scelta della temperatura di riferimento interna e dalla distribuzione
di temperatura nella stanza.
Generalmente la distribuzione della temperatura in una stanza non è uniforme. Ne conse-
gue che il valore di Rsi da adottare per i calcoli a sua volta non è uniforme. È possibile
calcolare il valore corretto di Rsi con un modello termico della stanza se si dispone delle
informazioni seguenti:
a) le resistenze termiche dei piani che delimitano la stanza;
b) le temperature dei locali adiacenti;
c) la distribuzione della temperatura dell'aria nella stanza;
d) la geometria della stanza.
Con queste informazioni si può calcolare numericamente la temperatura superficiale di
ogni superficie e quindi i valori di Rsi sulla faccia interna di ogni parete che delimita l'involucro.
Se non si hanno informazioni sulla geometria della stanza, non è possibile calcolare con
precisione la distribuzione spaziale delle temperature superficiali; in questo caso occorre
utilizzare un metodo semplificato basato sull’ipotesi che la stanza abbia una temperatura
superficiale uniforme, calcolata per mezzo della trasmittanza termica media della stanza.
Con questa semplificazione si ottiene un’approssimazione adeguata dei valori ottenuti
con complessi calcoli numerici, basati sulla effettiva configurazione spaziale della stanza.

E.2 Calcolo semplificato della resistenza termica superficiale


Con questo calcolo semplificato, la resistenza termica superficiale interna è data da:
( 1 + p ⋅ R eq )
R si = ---------------------------------
- [E.1]
( hc + hr – p )
con "parametro della stanza", p,:
{ h c ( Θ ref – Θ ay ) + h r ( Θ ref – Θ r ) }
p = ---------------------------------------------------------------------------------------
- [E.2]
( Θ ref – Θ e )
e con Req:
ƒ R ⋅ R si
si
R eq = ------------------------
- [E.3]
( 1 – ƒR )
si

dove:
Req è la resistenza termica equivalente di una parte dell'involucro edilizio, in metri
quadrati kelvin per watt;
hc è il coefficiente di scambio termico convettivo, in watt al metro quadrato kelvin;
hr è il coefficiente di scambio termico radiativo, in watt al metro quadrato kelvin;
Θref è la temperatura interna di riferimento, in gradi celsius;
Θr è la temperatura media radiante interna, in gradi celsius;
Θay è la temperatura dell'aria interna, ad un’altezza di y metri al disopra della quota di
riferimento, in gradi celsius;
Θa è la temperatura media dell'aria interna, (y = 0), in gradi celsius.
Se la temperatura radiante e quella dell'aria della stanza hanno lo stesso valore, dalla for-
mula [E.2] si ottiene p = 0 e la formula [E.1] assume la sua forma ben nota.
Il valore di Req dipende dalla distribuzione di temperatura nella costruzione.
Nel caso di flusso termico 1-D, dalla formula [E.3] ne consegue che:
R eq = R t + R se (E.4)

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dove:
Rt è la resistenza termica, valutata da parete a parete, in metri quadrati kelvin per
watt;
Rse è la resistenza termica superficiale esterna, in metri quadrati kelvin per watt.
Nel caso di flussi termici 2-D o 3-D (per esempio nei ponti termici), Req non è costante, ma
dipende dal valore locale di Rsi (vedere E.6).

E.3 Variabili che influenzano i parametri della stanza


Le cause che principalmente determinano una temperatura interna non uniforme, sono:
a) Scambio termico radiativo ridotto:
In corrispondenza agli spigoli che si determinano alle intersezioni tra due pareti ester-
ne e tra una parete esterna e una soletta o il terreno, lo scambio termico radiativo con
la stanza diminuisce. La stessa cosa si verifica nei giunti 3-D.
Nel prospetto E.1 si riportano alcuni valori approssimati per il calcolo di Rsi.
prospetto E.1 Coefficienti radiativi

Posizione hr
W/(m2 · K)
Parte piana dell’involucro 5
Giunto 2-D nell’involucro 3
Giunto 3-D nell’involucro 2

I valori del prospetto E.1 sono stati calcolati per una emissività di 0,9 e per una tem-
peratura media radiante nella stanza di 20 °C. Per introdurre l'effetto sul coefficiente di
scambio termico radiativo di una emissività più bassa o di una differente temperatura
radiante, vedere prEN ISO 6946-1.
b) Differenza tra temperatura radiante e temperatura dell'aria:
La differenza tra la temperatura media dell'aria interna, Θa, e la temperatura media ra-
diante, Θr , è data in forma generale da:
( Θ a – Θ r ) = 2 a ⋅ ( Θ ref – Θ e ) [E.5]
Il valore di a dipende soprattutto dalla quota di radiazione diretta, scambiata tra le sor-
genti termiche e le pareti della stanza e dalla trasmittanza termica media della stanza.
Nel prospetto E.2 sono riportati, a titolo indicativo, alcuni valori per differenti tipologie
di sorgenti termiche.
prospetto E.2 Valori adimensionali di a

Sistema di riscaldamento Frazione convettiva Valore U medio della stanza


%
0,3 W/(m2 · K) 0,5 W/(m2 · K)
ad aria 100 0,05 0,08
a radiatori 70 0,03 0,045
a pavimento 40 0 0

c) Stratificazione termica:
Nelle stanze riscaldate la temperatura dell’aria interna ha un gradiente verticale di
temperatura. Se si ipotizza un gradiente di temperatura costante, può essere dato in
forma generale da:
Θ ay = Θ a + b ⋅ y ⋅ ( Θ ref – Θ e ) [E.6]

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dove:
y è la distanza dal livello di riferimento, misurata lungo la verticale, in metri;
b è il gradiente verticale di temperatura nella stanza, normalizzato in metri
alla potenza meno uno.
Nella formula [E.6] il livello di riferimento, corrispondente a (y = 0), è posto a metà al-
tezza della stanza. Il valore di b dipende principalmente dalla frazione radiativa del si-
stema di riscaldamento e dalla trasmittanza termica media della stanza. Nel prospetto
E.3 sono riportati valori indicativi.
prospetto E.3 Valori di b, per i gradienti verticali normalizzati di temperatura

Sistema di riscaldamento Frazione convettiva Valore U medio della stanza


%
0,3 W/(m2 · K) 0,5 W/(m2 · K)
ad aria 100 0,06 0,10
a radiatori 70 0,04 0,07
a pavimento 40 0,025 0,04

E.4 Espressioni per i parametri della stanza e per la resistenza termica superficiale
Le espressioni generali dei parametri della stanza e della resistenza termica superficiale,
si ottengono inserendo le formule [E.5] ed [E.6] nelle formule [E.1] ed [E.2], secondo il
prospetto E.4:
prospetto E.4 Parametro della stanza corrispondente a due definizioni della temperatura interna di riferimento

Temperatura

Parametro risultante secca media dell’aria


Θref 0,5 (Θr + Θa) Θa
p (formula E.2) ( h r - h c ) a - hc b y 2h r a - h c b y
Rsi (formula E.1) 1 + { h r a – h c ( a + by ) } R eq 1 + { 2 h r a – h c b y } R eq
------------------------------------------------------------------ -------------------------------------------------------
h r ( 1 – a ) + h c (1 + a + b y ) h r ( 1 – 2 a ) + h c (1 + b y)

E.5 Determinazione grafica di Rsi


Poiché Rsi è una funzione lineare di Req per una data posizione, la formula [E.1] può es-
sere rappresentata in forma grafica (vedere figura E.1). Pertanto la rappresentazione gra-
fica di [E.1] nella figura E.1, mostra un fascio di rette con p come parametro (linee p).
La formula [E.3] contiene un'altra relazione tra Req ed Rsi che quindi può essere rappre-
sentata sullo stesso grafico.
Nel caso di flusso termico 1-D, Req è indipendente da Rsi e pertanto la rappresentazione
grafica della formula [E.3] è una retta orizzontale.
Ciò non accade nel caso di ponti termici nei quali i flussi termici sono 2-D e 3-D. La rap-
presentazione grafica della formula [E.3] può essere ottenuta applicando più volte la pro-
cedura di calcolo al ponte termico in esame per diversi valori di Rsi. Ogni valore calcolato
di ƒ R fornisce un punto della curva da tracciare. Generalmente sono sufficienti due cal-
si
coli con valori diversi di Rsi per ottenere la rappresentazione grafica (vedere figura E.1).
L'intersezione tra la linea retta che rappresenta la formula [E.1] e la linea retta orizzontale
o curva che rappresenta la formula [E.3], fornisce i valori corretti di Req ed Rsi (vedere fi-
gura E.1).

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figura E.1 Esempio di determinazione grafica di Rsi. Le due rette orizzontali si riferiscono a superfici piane. Le
due linee curve si riferiscono ai ponti termici. I punti di intersezione con le linee p indicano i valori di
Rsi. I quattro casi si riferiscono al prospetto E.5

Esempio:
Per una stanza con il soffitto di altezza pari a 2,8 m, si adottano i dati seguenti:

Temperature in °C
Θe Θr Θa (y = 0) Θay (y = 1,4) Θay (y = - 1,4)
0 18,8 21,2 22,9 19,5

Dalla formula [E.5] si ottiene a = 0,06


Dalla formula [E.6] si ottiene b = 0,06
Le temperature interne di riferimento che ne risultano sono:
- per il calcolo dei flussi termici Θdr = 20 °C;
- per il calcolo delle temperature superficiali Θa = 21,2 °C.

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I coefficienti superficiali sono:
- il coefficiente convettivo hc = 2,5 W/(m2· K);
- i coefficienti radiativi hr, secondo il prospetto E.1.
Si assumono i seguenti valori per Req (vedere figura E.1):
- doppio vetro: 0,22 (m2 · K)/W;
- superfici piane: 2,5 (m2 · K)/W;
- ponte termico 2-D: 1,0 (m2 · K)/W;
- ponte termico 3-D: 0,8 (m2 · K)/W.
Con questi dati inseriti nelle equazioni del prospetto E.4, si ottengono i risultati riportati nel
prospetto E.5.
prospetto E.5 Risultati del calcolo di Rsi

Posizione Temperatura interna di riferimento


Temperatura risultante secca 20 °C Temperatura media dell’aria 21,2 °C
Tipo di superficie y (m) Rsi p Rsi p
Doppio vetro 0 0,14 0,15 0,16 0,60
Superfici piane 1,4 0,11 - 0,06 0,28 0,39
0 0,19 0,15 0,36 0,60
- 1,4 0,27 0,36 0,45 0,81
Giunti 2-D 1,4 0,14 - 0,18 0,22 0,15
0 0,19 0,03 0,27 0,36
- 1,4 0,24 0,24 0,32 0,57
Giunti 3-D 1,4 0,17 - 0,24 0,23 0,03
- 1,4 0,26 0,18 0,34 0,45

I risultati del prospetto E.5 mostrano valori differenti di Rsi in base alla definizione della
temperatura di riferimento. Comunque i due metodi di calcolo sono equivalenti e danno
virtualmente la medesima temperatura superficiale, poiché anche le temperature di riferi-
mento hanno valori diversi.
Sebbene i valori di Rsi del prospetto E.5, siano stati calcolati come esempio arbitrario, essi
riflettono comunque alcune tendenze generali:
a) Calcolo dei flussi termici:
Il valore normalizzato Rsi = 0,13, nella maggior parte dei casi, e in un margine sicuro.
In alcuni giunti 2-D e 3-D si possono trovare valori significativamente maggiori, ma le
aree a cui questi giunti si riferiscono hanno una incidenza relativamente piccola sulle
dispersioni complessive. Il valore normalizzato di Rsi può essere troppo basso anche
per superfici piane ben isolate, ma l’effetto di questa discrepanza sul valore calcolato
di U, è nella maggior parte dei casi, minore del 5%.
b) Calcolo delle temperature superficiali:
Il calcolo delle temperature superficiali si effettua quasi sempre per accertare il rischio
di condensazione superficiale. Questo rischio generalmente non esiste sulle pareti
ben isolate. Le zone che interessano sono invece quei ponti termici caratterizzati da
valori di Req relativamente bassi. Sui ponti termici, la temperatura superficiale dovreb-
be essere calcolata con sufficiente accuratezza. Infatti anche quando l'effetto della
stratificazione termica è trascurabile, utilizzare un solo valore di Rsi potrebbe portare
ad una valutazione imprecisa della temperatura superficiale negli spigoli e negli angoli.
I valori consigliati al punto 6.1.2 sono basati sui valori di Rsi calcolati per queste zone
critiche e si possono considerare come valori sicuri nella maggior parte dei casi.

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APPENDICE F DETERMINAZIONE DEI VALORI DI L E DI g PER PIÙ DI DUE TEMPERATURE AL
(informativa) CONTORNO

F.1 Determinazione dei coefficienti di accoppiamento termico


In un modello con n temperature al contorno, i coefficienti di accoppiamento termico per
ogni ambiente si possono calcolare con la formula [6], ripetendo (n - 1) volte il calcolo del
flusso termico totale tra gli ambienti che interessano; in ognuno di questi calcoli si pongo-
no uguali a zero tutte le temperature al contorno, tranne una, che si pone uguale ad 1 K,
secondo lo schema del prospetto F.1.
prospetto F.1 Schema per il calcolo dei valori di L, nel caso di n temperature al contorno

Numero del calcolo Differenze di temperatura Coefficiente di accoppiamento


Θ1 - Θ2 Θ1 - Θ3 Θ1 - Θi Θ1 - Θn
1 1 0 0 0 L1,2
2 0 1 0 0 L1,3
i 0 0 1 0 L1,i
n-1 0 0 0 1 L1,n

F.2 Presentazione dei coefficienti di accoppiamento termico


Nel caso di ponti termici ha interesse solamente il calcolo dei coefficienti di accoppiamen-
to termico, per ogni coppia di ambienti termicamente connessi al componente edilizio
considerato. Ciò consente di ridurre il numero di ambienti coinvolti.
I coefficienti di accoppiamento termico Li,j dovrebbero essere dati nella forma del prospetto
F.2.
Nota Più di tre ambienti sono eccezionali.
prospetto F.2 Schema di presentazione dei valori di L, nel caso di n temperature al contorno

Numero dell’ambiente 1 2 i n
1 - L1,2 L1,i L1,n
2 L2,1 - L2,i L2,n
i Li,1 Li,2 - Li,n
n Ln,1 Ln,2 Ln,i -

Nota Lo schema ha una simmetria in diagonale con Li,j = Lj,i. Se gli ambienti che interagiscono dal punto di vista
termico sono tre, per completare con tutti i valori necessari il prospetto F.2, si deve applicare due volte lo sche-
ma del prospetto F.1, per un totale di tre calcoli.
L’insieme dei valori Rsi, utilizzati nel calcolo dei valori L, dovrebbe essere registrato,
unitamente ad uno schema che illustra a quale area superficiale interna si applica ogni
valore Rsi.

F.3 Determinazione dei fattori di ponderazione della temperatura


In un modello con n temperature al contorno, i fattori di ponderazione si possono calcola-
re ripetendo (n - 1) volte il calcolo della temperatura nei punti scelti; in ognuno di questi
calcoli si pongono uguali a zero tutte le temperature al contorno, tranne una, che si pone
invece uguale ad 1 K, secondo lo schema del prospetto F.3.

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prospetto F.3 Schema per il calcolo dei valori g, nel caso di n temperature al contorno

Numero del calcolo Valori di temperatura al contorno Fattore di ponderazione


Θ1 Θ2 Θi Θn
1 1 0 0 0 g1
2 0 1 0 0 g2
i 0 0 1 0 gi
n-1 0 0 0 1 gn - 1

Dopo (n - 1) calcoli di gn risulta dalla formula [10].

F.4 Presentazione dei fattori di ponderazione della temperatura


I fattori di ponderazione della temperatura calcolati, per un componente edilizio con n am-
bienti coinvolti, nei punti dove la temperatura è più bassa, dovrebbero essere dati nella
forma del prospetto F.4.
prospetto F.4 Schema di presentazione dei valori di g nel caso di n temperature al contorno

Numero dell’ambiente 1 2 i n
1 g1,1 g1,2 g1,i g1,n
2 g2,1 g2,2 g2,i g2,n
i gi,1 gi,2 gi,i gi,n
n gn,1 gn,2 gn,i gn,n

Nota Nel caso in cui gli ambienti che interagiscono dal punto di vista termico siano tre, generalmente interessa la
temperatura superficiale minima di due stanze. Ciò significa che, per completare con tutti i valori necessari il
prospetto F.4, si deve applicare due volte lo schema del prospetto F.3, per un totale di quattro calcoli.
L’insieme dei valori Rsi, utilizzati nel calcolo dei valori g, dovrebbe essere registrato,
unitamente ad uno schema che illustra a quale area superficiale interna si applica ogni
valore Rsi.

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APPENDICE G VALUTAZIONE DELLA CONDENSAZIONE SUPERFICIALE
(informativa)
I calcoli possono essere effettuati utilizzando il modello geometrico, con qualsiasi serie di
valori per le n temperature al contorno considerate. A partire dai valori calcolati di g e dai
valori delle temperature al contorno, la temperatura superficiale interna può essere calco-
lata con la formula [G.1]:
Θs = g 1 Θ1 + g 2 Θ2 + … + g n Θn [G.1]
Nel caso particolare che vi siano solamente due temperature al contorno, la temperatura
superficiale interna è data da:
Θs = g 1 Θ1 + g 2 Θ2 = ζR Θe + ( 1 – ζR ) Θi [G.2]
si si

La temperatura minima superficiale interna, Θs,min, può essere confrontata con la tempe-
ratura di rugiada dell'aria interna, Θdp.
La condizione per evitare la condensazione superficiale, è:
Θ s, min > Θ dp [G.3]
Poiché il calcolo della distribuzione di temperatura in un modello geometrico è basato sulle con-
dizioni termiche di regime stazionario, dovrebbero essere considerati i seguenti casi particolari.

G.1 Temperature interne ed esterne costanti; umidità interna costante o variabile


Questo è il caso in cui le temperature sono costanti o quasi costanti, ma più frequente-
mente è il caso in cui le condizioni sono assunte costanti, sia perché è richiesta una rapi-
da valutazione del rischio di condensazione superficiale o perché si hanno a disposizione
solamente valori medi di temperatura.
FASE 1: Calcolare il valore di Θs,min con la formula [G.1] o [G.2].
FASE 2: Valutare la validità della condizione [G.3], in funzione del valore massimo di Θdp,
determinato dalla variazione dell’umidità interna.

G.2 Temperature interne ed esterne; umidità interna variabile


Nelle situazioni reali non si mantengono costanti né le temperature interne, a causa del ri-
scaldamento intermittente e dell'attenuazione notturna, né le temperature esterne a
causa dei cambiamenti climatici. Poiché ogni edificio ha una massa termica che determi-
na uno sfasamento tra l'andamento della temperatura superficiale Θs e quello delle tem-
perature interna Θi ed esterna Θe, ne consegue che i valori di g e ζ R non sono rigorosa-
si
mente costanti per ciascun componente e possono quindi variare notevolmente nel tempo.
Come noto dal comportamento termico in condizioni non stazionarie, l'entità di questi ef-
fetti dipende dalla dinamica delle temperature al contorno, dai valori di Rsi e dall'inerzia
termica della costruzione in esame. Sebbene il valore calcolato di ζ R sia una caratteristi-
si
ca quantificata del ponte termico, esso non fornisce un criterio preciso per la condensa-
zione superficiale in condizioni di regime non stazionario.
La definizione di un criterio comparabile per valutare il rischio di formazione e crescita di
muffe è ancora in fase di studio.
Queste condizioni non sono determinate soltanto dai parametri fisici, ma anche da condizioni
microbiologiche e dalle caratteristiche chimiche ed igroscopiche dello strato superficiale.
Se l'umidità relativa dell'aria interna si mantiene per la maggior parte del tempo ad un va-
lore basso con picchi di breve durata (per esempio nelle stanze da bagno ben ventilate),
i criteri per evitare la condensazione superficiale possono essere più severi di quelli per
evitare la crescita di muffe.
Se invece l'umidità relativa dell'aria interna si mantiene a valori elevati e relativamente co-
stanti (per esempio negli ambienti poco riscaldati), il rischio di formazione e crescita di
muffe è più elevato di quello di condensazione superficiale. In questo caso si può ritenere
che un valore massimo dell’umidità relativa dell'80%, riferita alla minima temperatura
superficiale interna, può essere considerato un valore "sicuro" dal punto di vista della si-
curezza per condizioni di umidità dell'aria interna basate su lunghi periodi. A parità di con-
dizioni di umidità dell’aria, l'umidità relativa media in una stanza nelle zone distanti dalle
pareti è minore a quella in prossimità di esse, poiché la temperatura media dell'aria nella
stanza è più elevata della temperatura minima superficiale interna.

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