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DICEMBRE 1998
NORMA EUROPEA
DESCRITTORI
temperatura, regola di calcolo
RELAZIONI NAZIONALI
RICONFERMA
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
PREMESSA 2
INTRODUZIONE 3
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3
3 DEFINIZIONI E SIMBOLI 4
figura 1 Modello 3-D con cinque elementi laterali 3-D ed un elemento centrale 3-D.
Gli elementi da F1 a F5 hanno sezioni trasversali costanti perpendicolari ad
almeno uno degli assi. C è la parte rimanente ................................................................................... 5
figura 2 Le sezioni trasversali degli elementi laterali di un modello 3-D possono essere
trattate come un modello 2-D. Gli elementi da F2 a F5 si riferiscono alla figura 1 ................ 5
figura 3 Esempi di un modello 3-D in cui sono evidenziati i piani costruttivi ............................................ 6
figura 4 Esempio di ponte termico di minore importanza che dà origine ad un flusso
termico 3-D, incorporato in uno strato quasi omogeneo ................................................................. 7
4 PRINCIPI 8
6 VALORI DI CALCOLO 17
6.1 Valori di calcolo assegnati ................................................................................................................ 17
prospetto 3 Resistenze superficiali (m2 · K)/W........................................................................................................ 18
prospetto 4 Temperature al contorno ......................................................................................................................... 18
6.2 Metodi per la determinazione dei valori di calcolo ............................................................... 19
7 METODO DI CALCOLO 19
7.1 Regole di calcolo .................................................................................................................................... 19
7.2 Determinazione dei coefficienti di accoppiamento e dei flussi termici ...................... 20
figura 12 Involucro edilizio suddiviso in modelli geometrici 3-D, 2-D e 1-D ............................................. 21
7.3 Determinazione della temperatura sulla superficie interna ............................................. 21
AGOSTO 1995
DESCRITTORI Edificio, isolamento termico, dispersione termica, trasmissione del calore, tempe-
ratura, regola di calcolo
ICS 91.120
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
CEN 1995
I diritti di riproduzione sono riservati ai membri del CEN.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in
altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e
vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche
o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presen-
te norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizio-
ne della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
ISO 7345 Isolamento termico - Grandezze fisiche e definizioni
*)
prEN 673 Vetro per edilizia - Determinazione della trasmittanza termica (va-
lore U ) - Metodo di calcolo
3 DEFINIZIONI E SIMBOLI
3.1 Definizioni
Ai fini della presente norma si applicano le definizioni della ISO 7345 e le seguenti:
3.1.1 ponte termico: Parte dell'involucro edilizio dove la resistenza termica, altrove uniforme,
cambia in modo significativo per effetto di:
a) compenetrazione totale o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell'in-
volucro edilizio
e/o
b) variazione dello spessore della costruzione
e/o
c) differenze tra l'area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato ester-
no, come avviene per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o
parete e soffitto.
3.1.2 modello geometrico 3-D: Modello geometrico desunto dai piani architettonici tale che, per
ciascuno degli assi ortogonali, la sezione trasversale, perpendicolare a quella dell’asse,
varia entro il limite del modello (vedere figura 1).
3.1.3 elemento laterale 3-D: Parte del modello geometrico 3-D che, quando presa in esame se-
paratamente dal resto del modello, può essere rappresentata con un modello geometrico
2-D (vedere figure 1 e 2).
3.1.4 elemento centrale 3-D: Parte del modello geometrico 3-D che non appartiene a un elemen-
to laterale 3-D (vedere figura 1).
3.1.5 modello geometrico 2-D: Modello geometrico desunto dai disegni architettonici tale che,
per uno degli assi ortogonali, la sezione trasversale perpendicolare a quell’asse, non si
modifica entro i limiti del modello (vedere figura 2).
Nota Un modello geometrico 2-D si utilizza per i calcoli bi-dimensionali.
3.1.7 piani di taglio: Piani costruttivi che definiscono i contorni di un modello 3-D o di un modello
2-D, separandolo dal resto della costruzione (vedere figura 3).
figura 2 Le sezioni trasversali degli elementi laterali di un modello 3-D possono essere trattate come un
modello 2-D. Gli elementi da F2 a F5 si riferiscono alla figura 1
I piani di taglio sono indicati con le frecce di dimensione maggiore. I piani che separano gli elementi laterali
dell'elemento centrale sono indicati con un simbolo racchiuso in un cerchio.
3.1.8 piani ausiliari: Piani che in aggiunta ai piani costruttivi, dividono il modello geometrico in
un numero di celle.
3.1.9 strato quasi-omogeneo: Strato costituito da due o più materiali di conduttività termica dif-
ferente, che può essere considerato omogeneo con una conduttività termica equivalente
(vedere figura 4).
3.1.10 rapporto delle differenze di temperatura ζ R : Differenza tra le temperature dell'aria interna
si
e della superficie interna divisa per la differenza delle temperature dell'aria interna ed
esterna, calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi.
3.1.11 fattore di temperatura sulla superficie interna ƒ R : Differenza tra le temperature della su-
si
perficie interna e dell'aria esterna divise per la differenza delle temperature dell'aria inter-
na ed esterna, calcolata con una resistenza superficiale interna Rsi.
Nota ƒR = ζR
si si
3.1.12 fattore di ponderazione della temperatura, g: Fattore che fissa l’influenza relativa delle tempe-
rature dell’aria degli ambienti termici, sulla temperatura superficiale, nel punto considerato.
3.1.13 temperatura esterna di riferimento: Temperatura dell'aria esterna, nell’ipotesi che il cielo
sia completamente coperto.
3.1.15 temperatura risultante secca: Media aritmetica della temperatura dell'aria interna e della
temperatura media radiante di tutte le superfici che delimitano l'ambiente interno.
3.1.16 coefficiente di accoppiamento termico, Li,j: Flusso termico scambiato, riferito alla differenza
tra le temperature interne di riferimento, tra due ambienti generici i e j, interagenti dal pun-
to di vista termico nel componente edilizio considerato.
3.1.17 trasmittanza termica lineica, ψ: Coefficiente di correzione che tiene conto dell’influenza di
un ponte termico distribuito lungo una linea e utilizzato per calcolare i coefficienti di accop-
piamento termico L, a partire da un calcolo 1-D.
3.1.18 trasmittanza termica di punto, χ: Coefficiente di correzione che tiene conto dell’influenza
di un ponte termico concentrato in un punto e utilizzato per calcolare i coefficienti di ac-
coppiamento termico L, a partire da un calcolo 1-D.
Φ flusso termico W
χ trasmittanza termica di punto W/K
Ψ trasmittanza termica lineica W/(m · K)
Pedici
cav cavità
dp bulbo umido
e esterno
i interno
l lineica
min minimo
s superficie
4 PRINCIPI
In una struttura edilizia il calcolo della distribuzione delle temperature all'interno e dei flus-
si termici che l'attraversano può essere sviluppato solamente se sono noti i dettagli co-
struttivi e le condizioni al contorno. A tal fine il modello geometrico è suddiviso in un nu-
mero di celle di materiale adiacenti, ciascuna con una conduttività termica uniforme. I cri-
teri che devono essere soddisfatti per definire il modello, sono indicati nel punto 5.
Nel punto 6 vengono fornite le istruzioni per la determinazione dei valori di conduttività ter-
mica e delle condizioni al contorno.
Dimensioni in mm
Dimensioni in mm
prospetto 1 Posizione dei piani di taglio nel terreno (fondamenta, fondazioni piano terra, scantinati)
Distanze dall’elemento centrale in m
Nota Questo valore si applica solamente se il livello del pavimento si trova oltre 2 m al disotto del livello del terreno.
Dimensioni in mm
Dimensioni in mm
Dimensioni in mm
combinazione semplificazione
5.2.2 Condizioni per utilizzare strati di materiali quasi omogenei al fine di semplificare il modello
geometrico
Per potere includere ponti termici puntiformi e lineari con scarsa influenza termica in uno
strato quasi-omogeneo, si applicano in tutti i casi le condizioni seguenti:
- gli strati di materiale in questione sono collocati in una parte della costruzione la qua-
le, dopo le semplificazioni, diventa un elemento laterale;
- la conduttività termica dello strato quasi omogeneo, dopo la semplificazione, non è
maggiore di oltre 1,5 volte la più piccola conduttività termica dei materiali presenti nel-
lo strato prima della semplificazione.
a) Calcolo del coefficiente di accoppiamento termico, L.
La conduttività termica dello strato quasi omogeneo deve essere calcolata con la for-
mula [1]:
d
λ' = ----------------------------------------------------- [1]
A d
---- – R si – R se – ∑ -----j
L λj
dove:
λ' è la conduttività termica equivalente dello strato quasi omogeneo;
d è lo spessore dello strato termicamente non omogeneo;
A è l’area del componente edilizio;
L è il coefficiente di accoppiamento termico del componente edilizio, deter-
minato con un calcolo 2-D o 3-D;
dj sono gli spessori degli strati omogenei che costituiscono la costruzione;
λj sono le conduttività termiche di questi strati omogenei.
Nota È lecito usare la formula [1] se ci sono molti ponti termici ma poco influenti (come i collegamenti tra pareti in
muratura, i giunti tra i mattoni, i blocchi o i mattoni forati, ecc.). Il calcolo di L può essere limitato a una porzione
di superficie rappresentativa dello strato non omogeneo. Per esempio una parete con intercapedine che ha
4 collegamenti al metro quadrato, può essere rappresentata con un’area di base di 0,25 m2 con un solo col-
legamento.
b) Calcolo della temperatura superficiale interna e della trasmittanza termica lineica, Ψ, o
di punto χ (vedere appendice C).
La conduttività termica dello strato quasi omogeneo, può essere calcolata con la formula:
( λ 0 A 0 + ... + λ n A n )
λ' = -------------------------------------------------
- [2]
( A 0 + ... + A n )
dove:
λ' è la conduttività termica equivalente dello strato quasi omogeneo;
λ0 ... λn sono le conduttività termiche dei materiali che costituiscono il componente
edilizio;
A0 ... An sono le aree dei materiali che costituiscono il componente edilizio, misu-
rate nel piano dello strato.
a condizione che:
- i ponti termici nello strato considerato si trovano approssimativamente ad angolo
retto con le superfici interna ed esterna delle costruzioni e attraversano lo strato in
tutto il suo spessore;
- la resistenza termica del componente (valutata tra la superficie interna e quella
esterna) dopo la semplificazione è almeno di 1,5 (m2 · K)/W;
Nota La categoria 1 comprende i ponti termici lineari. Esempi sono i giunti tra i mattoni, i rinforzi di sostegno di legno
nelle intercapedini d'aria oppure le diminuzioni di spessore negli strati isolanti.
La categoria 2 comprende quegli elementi come i collegamenti tra le pareti in quanto infissi nei mattoni, nel
calcestruzzo o collocati nelle intercapedini, oppure i chiodi e le viti negli strati di materiale o le strisce di ma-
teriali con la resistenza termica massima.
Le categorie 3 e 4 comprendono quegli elementi come gli irrigidimenti delle intercapedini, nel caso in cui essi
penetrano in uno strato di isolante che ha resistenza termica maggiore di quella prevista per la categoria 2.
La parte più interna della parete deve quindi avere proprietà termiche tali da limitare l'influenza del ponte ter-
mico sulla temperatura superficiale interna. Questo può succedere quando la parte verso l'interno ha resisten-
za termica sufficiente (categoria 3) oppure quando la conduttività termica della parte verso l'interno fa sì che
il flusso termico attraverso l'intercapedine sia adeguatamente distribuito sulla superficie interna; la maggior
parte delle murature di mattoni o di calcestruzzo sono esempi della categoria 4.
Nell'appendice D sono riportati alcuni esempi di calcolo.
6 VALORI DI CALCOLO
7 METODO DI CALCOLO
Il modello geometrico è suddiviso in un numero di celle, in ciascuna delle quali si mettono
in evidenza uno o più punti caratteristici (detti nodi). Se si applicano le leggi di conserva-
zione dell'energia (div q = 0) e di Fourier (q = - λ · grad Θ) e si introducono le opportune
condizioni al contorno, si ottiene un sistema di equazioni che è funzione delle temperature
dei nodi. Dalla soluzione di questo sistema con una delle tecniche conosciute, siano esse
iterative o dirette, si ottengono le temperature dei nodi e si può quindi determinare il cam-
po di temperatura. A partire dalla distribuzione di temperatura si calcolano quindi i flussi
termici, utilizzando la legge di Fourier.
I programmi di calcolo devono essere verificati secondo i requisiti dell’appendice A.
∑ ∑ ∑ U k ( i, j ) ⋅ A k
3D 2D
L i, j = L n ( i, j ) + L m ( i, j ) ⋅ l m + [8]
n=1 m=1 k=1
dove:
3D
L n ( i, j ) è il coefficiente di accoppiamento termico ottenuto con un calcolo 3-D per la parte
n-esima della stanza o dell'edificio;
con
g1 (x, y, z) + g2 (x, y, z) + … + gn (x, y, z) = 1 [10]
Soluzione numerica
Temperature, in °C Flussi termici, in W
U: 12,9 X: 12,6 α perdita: 46,3
V: 11,3 Y: 11,1 β perdita: 14,0
W: 16,4 Z: 15,3 γ guadagno: 60,3
B.1 Generalità
La presente appendice si applica alle intercapedini d'aria, delimitate da materiali opachi
con:
- emissività di ogni superficie ≥ 0,80;
- temperatura media di circa 10 °C;
- differenza di temperatura tra le superfici interne non maggiore di 5 K per intercapedini
d'aria inserite in componenti edilizi di trasmittanza termica relativamente bassa;
- differenza di temperatura tra le superfici interne da 8 K a 12 K, per intercapedini
d'aria inserite in componenti edilizi di trasmittanza termica relativamente elevata
(per esempio telai di finestre).
Nota Nel caso di superfici interne con emissività minore, la resistenza termica è maggiore dei valori indicati nel prospetto
B.1 e la conduttività termica è minore dei valori riportati nei prospetti B.2 e B.3. Vedere prEN ISO 6946-1.
B.2 Resistenza termica degli strati d'aria e delle intercapedini nelle strutture con una tra-
smittanza termica relativamente bassa
Le resistenze termiche degli strati d’aria non ventilati e di intercapedini di forma tubo-
lare con una trasmittanza termica media minore di 1,0 W/(m2 ⋅ K), sono riportati nel
prospetto B.1.
Le dimensioni d e b, relative alla direzione del flusso termico, sono illustrate nella figura B.1.
La conduttività termica equivalente deve essere calcolata con la formula [3].
La resistenza termica di progetto di strati d'aria debolmente ventilati è pari alla metà dei
valori riportati nel prospetto B.1. Per strati d’aria ben ventilati vedere prEN ISO 6946-1.
Nota Le definizioni di strati d'aria non ventilati, poco ventilati e ben ventilati, sono riportate nel prEN ISO 6946-1.
figura B.1 Sezione di un’intercapedine con indicazione della direzione del flusso termico
Legenda
1 Flussi termici orizzontali
B.3 Conduttività termica delle intercapedini di forma tubolare in strutture con trasmittan-
za termica relativamente elevata
Le conduttività termiche di intercapedini non ventilate di forma tubolare con trasmittanza
termica media maggiore di 1,0 W/(m2 ⋅ K) sono riportate nei prospetti B.2 e B.3.
Le dimensioni di d e di b, relative alla direzione del flusso termico, sono indicate nella fi-
gura B.2.
figura B.2 Sezione di un’intercapedine di forma tubolare con indicazione della direzione del flusso termico
Per la figura di destra vedere prospetto B.2, per quella di sinistra vedere prospetto B.3
Legenda
1 Direzione del flusso termico
b d 5 10 20 30 40 50 60 80
(mm) (mm)
5 0,042 0,055 0,079 0,103 0,128 0,152 0,176 0,225
10 0,044 0,066 0,100 0,126 0,151 0,174 0,197 0,243
20 0,046 0,075 0,133 0,181 0,217 0,248 0,277 0,331
30 0,047 0,078 0,138 0,192 0,242 0,290 0,336 0,427
40 0,047 0,079 0,142 0,197 0,249 0,298 0,346 0,437
50 0,047 0,079 0,144 0,202 0,255 0,305 0,354 0,447
60 0,047 0,078 0,146 0,205 0,260 0,312 0,361 0,455
80 0,048 0,076 0,147 0,210 0,267 0,321 0,372 0,470
prospetto B.3 Conduttività termica equivalente W/(m · K) di intercapedini verticali di forma tubolare, nelle strutture
edilizie con U > 1,0 W/(m2 · K)
b d 5 10 20 30 40 50 60 80
(mm) (mm)
5 0,042 0,055 0,085 0,124 0,163 0,202 0,242 0,320
10 0,044 0,059 0,090 0,130 0,169 0,208 0,247 0,326
20 0,046 0,063 0,098 0,139 0,180 0,219 0,259 0,337
30 0,047 0,066 0,104 0,147 0,189 0,229 0,269 0,348
40 0,047 0,067 0,107 0,153 0,196 0,238 0,278 0,358
50 0,047 0,068 0,110 0,157 0,202 0,245 0,286 0,368
60 0,047 0,068 0,112 0,161 0,207 0,251 0,293 0,376
80 0,048 0,069 0,114 0,166 0,214 0,260 0,305 0,391
Nota I valori di conduttività termica equivalente riportati nei prospetti B.2 e B.3 sono stati calcolati numericamente
per intercapedini di sezione rettangolare con una emissività delle superfici interne di 0,95 e con tagli termici
in tutti gli altri elementi di connessione ad elevata conduttività. Per configurazioni geometriche diverse posso-
no essere applicati valori diversi. Con emissività più basse, si ottengono valori più bassi.
dove:
χn(i,j) è la trasmittanza termica di punto della n-esima parte della stanza o dell'edificio;
ψm(i,j) è la trasmittanza termica lineica della m-esima parte della stanza o dell'edificio;
lm è la lunghezza a cui si applica ψm(i,j);
Uk(i,j) è la trasmittanza termica della k-esima parte della stanza o dell'edificio;
Ak è l’area a cui si applica il valore Uk(i,j);
N è il numero di trasmittanze termiche di punto;
M è il numero di trasmittanze termiche lineiche;
K è il numero di trasmittanze termiche.
Nota Nella formula [C.1] l'area totale dell'involucro edilizio è uguale a ∑ Ak .
I valori di ψ, si calcolano con la formula:
J
∑ Uj ⋅ lj
2D
ψ = L – [C.2]
j =1
dove:
L2D è il coefficiente lineico di accoppiamento termico ottenuto con un calcolo 2-D del
componente edilizio che separa i due ambienti considerati;
Uj è la trasmittanza termica dello j-esimo componente 1-D che separa i due ambienti
considerati;
lj è la lunghezza a cui si applica il valore di Uj.
I valori di χ, si calcolano con la formula:
J I
∑ ∑ U i ⋅ Ai
3D 2D
χ = L – Lj ⋅ lj + [C.3]
j =1 i =1
dove:
L3D è il coefficiente di accoppiamento termico, ottenuto con un calcolo 3-D del compo-
nente edilizio 3-D che separa i due ambienti considerati;
2D
Lj è il coefficiente lineico di accoppiamento termico, ottenuto con un calcolo 2-D del
j-esimo componente edilizio 2-D che separa i due ambienti considerati;
2D
lj è la lunghezza a cui si applica il valore di L j ;
Ui è la trasmittanza termica dello i-esimo componente 1-D che separa i due ambienti
considerati;
Ai è l’area a cui si applica il valore di Ui;
J è il numero di componenti 2-D;
I è il numero di componenti 1-D.
Nota Quando si calcolano i valori di ψ e χ è necessario specificare quali dimensioni (per esempio interne o esterne)
sono utilizzate, in quanto per diversi tipi di ponti termici i valori di ψ e χ dipendono da questa scelta.
In questa appendice sono considerate tre tipiche configurazioni di componenti edilizi:
- caso 1 - con due ambienti separati;
- caso 2 - con tre ambienti separati;
- caso 3 - con cinque ambienti separati.
Per ognuno di questi casi sono riportate le formule da utilizzare per calcolare ψ e χ.
2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U x, z ⋅ l x – U y, z ⋅ l y
2D ( y, z )
ψ x = L 1, 0 – U x, y ⋅ l y – U x, z ⋅ l z
2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U x, y ⋅ l x – U y, z ⋅ l z
3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z ) 2D ( x, z )
χ = L 1, 0 – L ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l x – L 1, 0 ⋅ l y + U x, y ⋅ A x, y + U y, z ⋅ A y, z + U x, z ⋅ A y, z
2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U x, z ⋅ l x – U y, z ⋅ l y
2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U y, z ⋅ l z
2D ( y, z )
ψ x = L 1, 0 – U x, z ⋅ l z
3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z ) 2D ( x, z )
χ = L 1 , 0 – L 1, 0 ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l x – L 1, 0 ⋅ l y + U y, z ⋅ A y, z + U x, z ⋅ A x, z
2D ( x, y )
ψ z = L 1, 0 – U y, z ⋅ l y
2D ( x, z )
ψ y = L 1, 0 – U y, z ⋅ l z
3D 2D ( x, y ) 2D ( y, z )
χ = L 1, 0 – L 1, 0 ⋅ l z – L 1, 0 ⋅ l y + U y, z ⋅ A y, z
I risultati del prospetto D.1 indicano che in effetti non è necessario ricalcolare la condutti-
vità termica degli strati 2, 3 e 5, poiché l'effetto di questa operazione sul calcolo del fattore
di temperatura è minore di 0,005.
L'unico effetto significativo sul fattore di temperatura è dato dai collegamenti che attraver-
sano lo strato di isolante.
La non necessità di utilizzare strati quasi omogenei, può essere predeterminata con un
controllo preliminare.
I risultati del prospetto D.2 indicano che generalmente non è necessario ricalcolare la
conduttività termica delle intercapedini di piccolo spessore, che contengono ponti termici
da listelli di legno e inoltre che si può trascurare l'effetto dei listelli. Nel modello geometrico
non si riportano quindi i ponti termici di punti distribuiti nella struttura. Nello strato 4 non
si riescono ad ottenere le condizioni per la semplificazione, quindi il telaio dovrebbe co-
stituire parte integrante del modello geometrico.
La differenza tra le conduttività termiche degli strati 2 e 6 è dovuta al fatto che lo strato 2
è "poco ventilato", secondo EN ISO 6946-1.
E.1 Generalità
La resistenza termica superficiale non dipende solamente dai coefficienti convettivi e ra-
diativi, ma anche dalla scelta della temperatura di riferimento interna e dalla distribuzione
di temperatura nella stanza.
Generalmente la distribuzione della temperatura in una stanza non è uniforme. Ne conse-
gue che il valore di Rsi da adottare per i calcoli a sua volta non è uniforme. È possibile
calcolare il valore corretto di Rsi con un modello termico della stanza se si dispone delle
informazioni seguenti:
a) le resistenze termiche dei piani che delimitano la stanza;
b) le temperature dei locali adiacenti;
c) la distribuzione della temperatura dell'aria nella stanza;
d) la geometria della stanza.
Con queste informazioni si può calcolare numericamente la temperatura superficiale di
ogni superficie e quindi i valori di Rsi sulla faccia interna di ogni parete che delimita l'involucro.
Se non si hanno informazioni sulla geometria della stanza, non è possibile calcolare con
precisione la distribuzione spaziale delle temperature superficiali; in questo caso occorre
utilizzare un metodo semplificato basato sull’ipotesi che la stanza abbia una temperatura
superficiale uniforme, calcolata per mezzo della trasmittanza termica media della stanza.
Con questa semplificazione si ottiene un’approssimazione adeguata dei valori ottenuti
con complessi calcoli numerici, basati sulla effettiva configurazione spaziale della stanza.
dove:
Req è la resistenza termica equivalente di una parte dell'involucro edilizio, in metri
quadrati kelvin per watt;
hc è il coefficiente di scambio termico convettivo, in watt al metro quadrato kelvin;
hr è il coefficiente di scambio termico radiativo, in watt al metro quadrato kelvin;
Θref è la temperatura interna di riferimento, in gradi celsius;
Θr è la temperatura media radiante interna, in gradi celsius;
Θay è la temperatura dell'aria interna, ad un’altezza di y metri al disopra della quota di
riferimento, in gradi celsius;
Θa è la temperatura media dell'aria interna, (y = 0), in gradi celsius.
Se la temperatura radiante e quella dell'aria della stanza hanno lo stesso valore, dalla for-
mula [E.2] si ottiene p = 0 e la formula [E.1] assume la sua forma ben nota.
Il valore di Req dipende dalla distribuzione di temperatura nella costruzione.
Nel caso di flusso termico 1-D, dalla formula [E.3] ne consegue che:
R eq = R t + R se (E.4)
Posizione hr
W/(m2 · K)
Parte piana dell’involucro 5
Giunto 2-D nell’involucro 3
Giunto 3-D nell’involucro 2
I valori del prospetto E.1 sono stati calcolati per una emissività di 0,9 e per una tem-
peratura media radiante nella stanza di 20 °C. Per introdurre l'effetto sul coefficiente di
scambio termico radiativo di una emissività più bassa o di una differente temperatura
radiante, vedere prEN ISO 6946-1.
b) Differenza tra temperatura radiante e temperatura dell'aria:
La differenza tra la temperatura media dell'aria interna, Θa, e la temperatura media ra-
diante, Θr , è data in forma generale da:
( Θ a – Θ r ) = 2 a ⋅ ( Θ ref – Θ e ) [E.5]
Il valore di a dipende soprattutto dalla quota di radiazione diretta, scambiata tra le sor-
genti termiche e le pareti della stanza e dalla trasmittanza termica media della stanza.
Nel prospetto E.2 sono riportati, a titolo indicativo, alcuni valori per differenti tipologie
di sorgenti termiche.
prospetto E.2 Valori adimensionali di a
c) Stratificazione termica:
Nelle stanze riscaldate la temperatura dell’aria interna ha un gradiente verticale di
temperatura. Se si ipotizza un gradiente di temperatura costante, può essere dato in
forma generale da:
Θ ay = Θ a + b ⋅ y ⋅ ( Θ ref – Θ e ) [E.6]
E.4 Espressioni per i parametri della stanza e per la resistenza termica superficiale
Le espressioni generali dei parametri della stanza e della resistenza termica superficiale,
si ottengono inserendo le formule [E.5] ed [E.6] nelle formule [E.1] ed [E.2], secondo il
prospetto E.4:
prospetto E.4 Parametro della stanza corrispondente a due definizioni della temperatura interna di riferimento
Temperatura
Esempio:
Per una stanza con il soffitto di altezza pari a 2,8 m, si adottano i dati seguenti:
Temperature in °C
Θe Θr Θa (y = 0) Θay (y = 1,4) Θay (y = - 1,4)
0 18,8 21,2 22,9 19,5
I risultati del prospetto E.5 mostrano valori differenti di Rsi in base alla definizione della
temperatura di riferimento. Comunque i due metodi di calcolo sono equivalenti e danno
virtualmente la medesima temperatura superficiale, poiché anche le temperature di riferi-
mento hanno valori diversi.
Sebbene i valori di Rsi del prospetto E.5, siano stati calcolati come esempio arbitrario, essi
riflettono comunque alcune tendenze generali:
a) Calcolo dei flussi termici:
Il valore normalizzato Rsi = 0,13, nella maggior parte dei casi, e in un margine sicuro.
In alcuni giunti 2-D e 3-D si possono trovare valori significativamente maggiori, ma le
aree a cui questi giunti si riferiscono hanno una incidenza relativamente piccola sulle
dispersioni complessive. Il valore normalizzato di Rsi può essere troppo basso anche
per superfici piane ben isolate, ma l’effetto di questa discrepanza sul valore calcolato
di U, è nella maggior parte dei casi, minore del 5%.
b) Calcolo delle temperature superficiali:
Il calcolo delle temperature superficiali si effettua quasi sempre per accertare il rischio
di condensazione superficiale. Questo rischio generalmente non esiste sulle pareti
ben isolate. Le zone che interessano sono invece quei ponti termici caratterizzati da
valori di Req relativamente bassi. Sui ponti termici, la temperatura superficiale dovreb-
be essere calcolata con sufficiente accuratezza. Infatti anche quando l'effetto della
stratificazione termica è trascurabile, utilizzare un solo valore di Rsi potrebbe portare
ad una valutazione imprecisa della temperatura superficiale negli spigoli e negli angoli.
I valori consigliati al punto 6.1.2 sono basati sui valori di Rsi calcolati per queste zone
critiche e si possono considerare come valori sicuri nella maggior parte dei casi.
Numero dell’ambiente 1 2 i n
1 - L1,2 L1,i L1,n
2 L2,1 - L2,i L2,n
i Li,1 Li,2 - Li,n
n Ln,1 Ln,2 Ln,i -
Nota Lo schema ha una simmetria in diagonale con Li,j = Lj,i. Se gli ambienti che interagiscono dal punto di vista
termico sono tre, per completare con tutti i valori necessari il prospetto F.2, si deve applicare due volte lo sche-
ma del prospetto F.1, per un totale di tre calcoli.
L’insieme dei valori Rsi, utilizzati nel calcolo dei valori L, dovrebbe essere registrato,
unitamente ad uno schema che illustra a quale area superficiale interna si applica ogni
valore Rsi.
Numero dell’ambiente 1 2 i n
1 g1,1 g1,2 g1,i g1,n
2 g2,1 g2,2 g2,i g2,n
i gi,1 gi,2 gi,i gi,n
n gn,1 gn,2 gn,i gn,n
Nota Nel caso in cui gli ambienti che interagiscono dal punto di vista termico siano tre, generalmente interessa la
temperatura superficiale minima di due stanze. Ciò significa che, per completare con tutti i valori necessari il
prospetto F.4, si deve applicare due volte lo schema del prospetto F.3, per un totale di quattro calcoli.
L’insieme dei valori Rsi, utilizzati nel calcolo dei valori g, dovrebbe essere registrato,
unitamente ad uno schema che illustra a quale area superficiale interna si applica ogni
valore Rsi.
La temperatura minima superficiale interna, Θs,min, può essere confrontata con la tempe-
ratura di rugiada dell'aria interna, Θdp.
La condizione per evitare la condensazione superficiale, è:
Θ s, min > Θ dp [G.3]
Poiché il calcolo della distribuzione di temperatura in un modello geometrico è basato sulle con-
dizioni termiche di regime stazionario, dovrebbero essere considerati i seguenti casi particolari.
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